Mentre a Downton tutto filava abbastanza liscio, a casa Crawley il povero signor Molsley e la signora Bird erano malati di noia. Questo finché un povero soldato non entrò a elemosinare cibo.

I due servi si guardarono e, mossi a pietà, lo accolsero proprio come avrebbe fatto la loro padrona.

Comunque, terribilmente deluso dalla sua vita proprio come quando il signor Matthew era arrivato, il signor Molsley si recò dal signor Carson, che in quel momento stava spazzolando la divisa di Sua Signoria.

Aveva un cipiglio concentrato mentre passava la spazzola di crine sulla giacca ma in realtà la sua mente e il suo cuore erano a miglia di distanza.

Quasi non sentì il lieve bussare, tanto era preso dai suoi pensieri sulla signora Hughes.

Era così bella il giorno del ballo. Adorabile in vero.

La gioia incontenibile che il maggiordomo aveva sentito nel tenerla tra le braccia quasi gli facevano venire ancora il capogiro.

Ricordava ancora l'elettricità che passava tra i loro corpi, nonostante la distanza più che rispettabile, e la morbidezza delle loro mani unite, nonostante anni di lavoro a usare prodotti a volte aggressivi sulla pelle pur usando i guanti.

Si voltò sperando fosse lei e rimase sorpreso nel vedere il giovane cameriere.

"Signor Molsley!"

"Mi hanno detto che eravate qui... spero di non disturbare"

Non poteva dire di non essere leggermente deluso ma si sentiva sciocco, se fosse stata lei si sarebbe reso ridicolo e sdolcinato. E poi lei era una donna professionale per non parlare del fatto che non gli aveva mai dato alcun cenno di desiderare da lui qualcosa di più di un'amicizia.

'Alcun cenno se non le cure, l'affetto, il rispetto, la generosità ...smettila subito Charles Carson!' si rimproverò prima di rispondere:

"Per nulla, che posso fare per voi?" chiese senza guardare l'uomo e prendendosela con la povera giacca spazzolando più forte, segno del suo stato d'animo interiore.

"In verità signor Carson forse potrei fare io qualcosa per voi"

A questo alzò lo sguardo con aria interrogativa.

"Spazzolare quella giacca ad esempio"

"Oh..." e senz'altri indugi gli porse la spazzola, facendosi da parte sorridente.

"Non è bello stare con le mani in mano. E ora che il capitano Crawley è al fronte e anche sua madre è partita per la Francia...ho saputo che Sua Signoria è senza un valletto e che voi siete sempre oberato di lavoro..."

"Io sono molto impegnato è vero" disse sorridendo. Aveva sempre notato e apprezzato la dedizione che l'uomo più giovane metteva nel suo lavoro e, anche se non era il suo preferito, era comunque un'ottima persona, disponibile e laboriosa.

"Così sono qui per ... darvi una mano. A spazzolare, rammentare, lucidare scarpe, quello che serve"

"Siete molto gentile signor Molsley. Ma dovremmo fare attenzione o Sua Signoria potrebbe decidere di rubarvi al capitano Crawley" fece il signor Carson metà serio e metà scherzando, fissandolo per un po prima di andarsene.

Il cameriere rise ma dentro di sé pensò 'Dio volesse'

Il maggiordomo era felice.

'Ora potrò ubbidire veramente agli ordini del dottore e mollare un po...passare più tempo con Elsie!'

Passò davanti ad uno specchio è fisso il suo riflesso.

In altri momenti si sarebbe dato del pazzo per quel pensiero ma la verità era che era stanco.

Aveva 60 anni e per quanto amasse la famiglia che lo aveva assunto, desiderava davvero non morire in soffitta. Non doveva necessariamente andare in pensione ma non sarebbe morto nessuno se si fosse rilassato, in fondo erano ordini del dottore. Inoltre stando comunque al timone gli standard sarebbero rimasti al loro posto sopra le stelle se fosse stato lui a controllare, ed ora il caro signor Molsley gli offriva quest'opportunità. Non vedeva l'ora di parlarne con la signora Hughes, sperava che ne fosse felice, e magari chissà...

Dopo la cena il signor Carson si ritirò nella tranquillità della sua dispensa senza sapere che nel corridoio a qualche metro di distanza, c'era l'oggetto dei suoi desideri che parlava con la sguattera.

Stavano parlando di William.

"Diceva che sarebbe arrivato ma non si vede"

"Non stare in pena per lui Daisy"

"Non sono in pena in quel senso, ma è William dovremmo essere tutti preoccupati"

"Ci sarà stato un imprevisto, avranno sospeso le licenze... di questi tempi la gente scompare e riappare nei posti più impensati"

La verità era che la governante non era attenta.

Se fosse stato nel pieno delle sue facoltà mentali, si sarebbe preoccupata delle sue stesse parole, riflettendo su quanto fossero vere e pericolose, specie dopo la storia del nipote della signora Patmore. Ma ora che aveva provato sulla sua pelle cosa vuol dire essere Cenerentola, beh, era tutta un'altra storia.

Non aveva potuto aprire il libro dei conti perché vedeva le cifre ballare e non per il mal di testa.

Continuava a pensare a lui, a come era stare tra le sue braccia, a come si muovevano sul pavimento come se avessero ballato da sempre. Alla sensazione delle mani giunte e la vista del suo petto ampio e spalle larghe.

Per questo aveva deciso di controllare ogni singola stanza di Downton, c'erano meno probabilità di incontrarsi forse...o forse perché, sapendo che il maggiordomo ora fungeva da valletto, sperava nell'idea di lei che si sarebbe ritrovata a passare con un carico di lenzuola in mano proprio mentre lui usciva dalla stanza accanto, sbattendogli contro.

Cosí presa dai suoi pensieri quasi non sentì le parole sussurrate dalla giovane:

"Come il signor Bates in quel pub"

Ma quando le percepì rimase ferma sul posto con uno sguardo incredulo.

Combinazione erano davanti alla porta della dispensa..

"Come lo sai?" chiese quando si fu ripresa.

"Lo ha detto Thomas l'altro giorno mentre prendevamo il the"

La governante si voltò e bussò alla porta.

"Avanti" disse la voce rombante del maggiordomo.

Al vedere la donna che amava sorrise ma poi si accorse che non erano soli.

'Speriamo non porti altri guai...quando questa ragazza è con noi di solito...'

"Signor Carson mi scusi se la disturbo ma si tratta di Thomas e del signor Bates" disse concitata la governante.

'Ecco appunto!'

"Daisy... c'entri sempre qualcosa quando si parla di quei due, come mai?" chiese a metà tra lo scherzo e lo stanco.

"Non è colpa mia signor Carson"

"Non intendevo questo ... ma cosa volevi dirmi? Il signor Bates è andato via, come può Thomas creargli ancora problemi?"

"Thomas mi ha detto...che il signor Bates lavora in paese, in un pub"

"Lavora in pubblico esercizio!?" esclamò scioccato il maggiordomo.

"Così ha detto pensavo lo sapeste"

"È improbabile che un valletto qualificato come il signor Bates si accontenti di lavorare in una miscita di birra!"

"Beh lui ha detto così"

"Ne hai parlato con Anna?" era sempre più scioccato e la signora Hughes non sapeva che fare.

Aveva intravisto il suo sorriso quando era entrata e sperava potessero parlare ma tutto era contro di loro.

"Non ho detto niente a nessuno, credevo lo sapessero" disse la povera ragazza facendosi piccola piccola. Poi aggiunse:

"Forse dovreste chiederlo a Thomas"

In quel momento il maggiordomo si era voltato verso la governante.

'Perché non possiamo mai quetare'

Poi aggiunse a gran voce:

"Oh chiederò eccome a Thomas questo è poco ma sicuro"

"Puoi andare Daisy grazie" disse la governante.

"Grazie signora Hughes" disse la giovane chiudendo la porta appena uscì.

"Mi dispiace avervi disturbato, credevo doveste saperlo" disse sconsolata la donna, l'ultima cosa che voleva era farlo arrabbiare o fargli salire la pressione.

"Avete fatto benissimo, accomodatevi"

"Grazie... ebbene, come pensate di comportarvi?"

"Parlerò con Sua Signoria appena possibile" rispose chiudendo gli occhi e pizzicandosi il ponte del naso, sentendo arrivare il mal di testa.

"Gradirebbe qualcosa..."

"Come?" chiese aprendo gli occhi.

"Avete mal di testa. Desiderate qualcosa? Un the, una polvere, a volte anche solo un po di buio..."

L'uomo la guardò con ammirazione. Lo conosceva davvero bene se sapeva che stava male e cosa aveva di preciso.

La signora Hughes si morse il labbro, sperando di non aver rivelato troppo dei suoi sentimenti per lui e sapendo di aver detto una castroneria.

"Mi scuso signor Carson è stato improprio. Ovviamente siete oberato di lavoro e non potete..." disse alzandosi facendo in modo che la sedia raschiasse rumorosamente sul pavimento.

Il signor Carson non l'aveva mai vista così vergognata.

"Signora Hughes! Vi prego. Grazie del vostro interessamento. Avete ragione, spesso sto al buio quando mi viene forte ma ora è all'inizio... forse una polvere andrà bene, spero. Ma verrò con voi in cucina, così salirò per informare Lord Grantham"

"Oh... ok" disse la donna arrossendo.

"Dopo di voi" disse galante dopo aver aperto la porta e fatto un inchino.

Non aveva avuto modo di dirgli del signor Molsley ma forse, con la ricomparsa del signor Bates le cose sarebbero cambiate nuovamente.

Le loro strade si separarono e, mentre la governante si ritirava nel suo salottino, il maggiordomo intercettò il padrone di casa mentre stava per andare a cena.

Lo informò rapidamente dell'accaduto e i due andarono a fare una lavata di capo a Thomas.