Dedico questo capitolo
alla mia autrice preferita,
sperando le piaccia e le
sollevi il morale:
Chelsieobsessed1980
Quella sera, le cose presero una brutta piega.
Matthew arrivò a Downton con una timida Lady Lavinia Swire, ma era troppo felice di vedere Mary.
Il concerto stava procedendo bene fin quando due donne non attirarono l'attenzione di tutti e furono cacciate da Lord Grantham per aver dato dei codardi e vigliacchi agli uomini presenti, William incluso.
Durante la cena dove i due cugini ex amanti erano seduti vicini, Edith diede ragione alle due donne, mentre Isobel parlò del lavoro di Sybil davanti a tutti.
L'unico raggio di sole, almeno così sembrava, fu quando Anna venne a sapere che Bates aveva rivisto sua moglie e probabilmente avrebbe avuto il divorzio.
Sarah O'Brian si riscattò giocando un tiro mancino a Ethel, mandandola al piano di sopra mentre tutti erano riuniti, convincendola che Lady Grantham volesse encomiarla.
Carson era scioccato dalla presenza della giovane e dalle sue parole ma lo fu ancor più quando tutti, una volta che LUI l'ebbe rimandata di sotto, si misero a ridere della faccenda.
Lui si era vergognato pensando che la cameriera avesse fatto sfigurare la buona organizzazione del personale, affidata alla signora Hughes, e avesse messo in imbarazzo la famiglia.
Il vedere come tutti ridevano della ragazza però lo fece arrabbiare. Era buono che non si fossero risentiti con lei o con la governante, ma da lì al ridere di una lavoratrice che ringrazia i suoi datori di lavoro, convinta che parlassero bene di lei non era accettabile per lui.
Comunque, non passò inosservato al maggiordomo e a Lavinia quanto Matthew e Mary fossero vicini.
La cena finì tardi e il signor Carson si ritirò nella sua stanza.
Non riusciva a prendere sonno a causa del pisolino fatto nella sua dispensa durante il concerto.
Mentre tutti erano al piano di sopra infatti, lui aprì la bottiglia di vino per farla decantare e sedette sulla poltrona. Era stanco, così stanco, che i suoi occhi si chiusero e lui sognò...
[INIZIO SOGNO]
Non si vedevano dal pranzo e non avevano nemmeno in quell'occasione parlato più di tanto.
Credeva si fosse offesa nel modo in cui lui l'aveva trattata, parlando dei tedeschi e di Downton e di come aveva snobbato la sua preoccupazione per il troppo lavoro.
Non poteva farci nulla.
Lei era lì, poteva toccarla solo allungando la mano. Un piccolo gesto sarebbe bastato.
Ma il muro invisibile che li divideva era più alto delle mura di Downton stessa.
Eppure quella sera, lei venne da lui.
Era sempre lei che faceva la prima mossa.
Alla tenue luce delle lampade sembrava ancora più bella, e notò finalmente che anche l'abito da sera era cambiato.
Era sempre decente ma quell'incrocio d'ossa sul collo lo facevano ringraziare del buio della stanza e della scrivania davanti a sé.
Dio come era bella!
Non poteva pensare ad altro e faceva fatica a non versare fuori il vino.
"Avete trovato qualcosa di appropriato?" disse lei rompendo il silenzio entrando nella stanza.
"Per cosa signora Hughes?"
"Un omaggio di bentornato...per il signor Matthew...l'ultima volta eravate più benevolo nei suoi confronti"
"L'ultima volta non aveva ancora spezzato il cuore di Lady Mary" disse lui ripensando all'occasione.
"Il cuore di Lady Mary si è spezzato da solo, ammesso che in quel petto ci fosse un cuore da spezzare"
"Temo che saremo sempre in contrasto sull'argomento signora Hughes" disse in tono forzato.
Quel ricordo lo perseguitava perché lo associava alla perdita delle sue speranze di stare con la donna che amava.
"L'ha respinto quando lo riteneva privo di sostanze.. poi lui torna nell'asse ereditario e lei ci ripensa" disse facendo avanti e indietro.
"Credevo che la prudenza fosse una virtù"
"Una cosa è la prudenza e l'altra è il calcolo signor Carson... Può darsi che la signorina Swire sia dotata di maggior garbo"
"A mio modesto parere la signorina Swire, il cui casato sia detto per inciso non viene minimamente menzionato nell'armoriale delle famiglie britanniche, è una giovane opportunista"
"Lo dite senza ombra di snobismo suppongo"
"Certe cose vanno fatte per bene. Questo è il mio pensiero e non me ne vergogno"
"Certe cose non sempre devono essere premeditate. Accadono e basta" disse lei dolcemente e lo lasciò solo.
Sospirando, Carson sprofondò sulla sedia. Era convinto di quello che aveva detto. Non del parlar male della signorina Lavinia (quello era stato un momento di frustrazione) bensì sul fare le cose come si deve.
In ogni cosa della vita secondo lui c'era sempre un protocollo da seguire.
Ad esempio:
Prendi il lucido per argento, indossa guanti e grembiule, apri le ante dell'armadio, libera un ripiano, tira fuori l'argenteria che serve, lucidala, riponi con cura al suo posto, chiudi l'armadio, spogliati.
La vita era uguale: nasci, cresci, vai a scuola, lavori, trovi la donna giusta, la sposi, metti su casa, vai in pensione, muori.
La frustrazione che ne derivava era dovuta dal fatto che lui era arrivato al 5 punto ma non poteva andare oltre.
Di certo non stava ringiovanendo. Forse avrebbe potuto riprendere i suoi piani, sperando che la guerra non durasse troppo..Dannata guerra!
In quel momento un trambusto dal piano di sopra lo svegliò.
[FINE SOGNO]
