Eddie ha l'aria un po' infelice. Un po' tanto. Un'evidenza piuttosto ardua da ignorare. Hutch però si sta sforzando di farlo. Per quel giorno ha già chiesto fin troppo al compagno, non crede di potersi permettere altro, non in quella circostanza almeno. È un po' difficile, però. E non può neppure svignarsela, non tanto per il loro ospite non graditissimo, quanto perché non ha nessuna intenzione di lasciare Cat solo con lui. La sua comprensione dell'emotività altrui funziona abbastanza bene ed è discretamente affidabile, ma non al punto da sfidare la sorte giocandoci e rischiando di mettere a repentaglio la vita del suo compagno. Eddie è uno sconosciuto verso il quale sente un debole legame dovuto a esistenze similari, Cat è l'uomo che ama. Se il primo dovesse osare torcere un capello al secondo, ebbene, potrà dire allegramente addio alla sua effimera esistenza su questa Terra.

«Non ho davvero troppe informazioni su quell'uomo. Diciamo che non è tipo da confidare le proprie vicissitudini né tanto meno fortune alla gente che lavora per lui. Ho qualche indiscrezione più o meno verificata. In effetti nessuno ha mai veramente cercato di saperne molto al riguardo. Qualcuno è morto, e molti di noi pensano che sia accaduto perché potrebbe, più o meno volontariamente, aver messo il naso nei fatti della persona sbagliata» esordisce Eddie.

«La persona sbagliata sarebbe chi: lui o qualcuno in affari con lui?» indaga Cat.

«La seconda. La prima è… si potrebbe quasi definire tabù» si arrischia, sperando di non irritarlo.

Invece, a sorpresa, Cat sorride. «Questo è interessante. Un uomo del genere… Bill lavorava per lui, giusto?»

Eddie sgrana gli occhi, sorpreso. «In effetti. Ma non sempre direttamente. Lui lavorava per della gente, e la volpe dava una mano per vie traverse, di solito. Avevano contatti diversi, ma erano legati in qualche maniera.» Aggrotta le sopracciglia e scuote la testa. «No, mi sbaglio, era il rosso a essere legato in qualche maniera a lui.»

«Lui… Non è davvero legato a nessuno, è corretto? Non direttamente, voglio dire. Non ufficialmente.»

«No, infatti.» Distoglie qualche momento lo sguardo, facendosi pensieroso. «Si è pensato fosse stato nel ramo delle assicurazioni, o avesse lavorato nel settore, in qualche modo.»

Cat reclina il capo, incuriosito. «Davvero? Come mai questa convinzione?»

«Perché spesso ha contatti in quel campo. Differenti e di varia natura; dai burocrati agli agenti sul campo, fino a certi direttori. Non abbiamo mai capito da cosa derivasse questo vasto giro di lavoro per le agenzie assicurative, così ci siamo fatti quest'idea. Può facilmente essere sbagliata, ovviamente.»

Annuisce, confermando di aver compreso, ma sembra pensieroso. Hutch sa che sta riflettendo sulle informazioni che ha ricevuto. Si chiede, per mera curiosità, in che modo gli torneranno utili, ma è anche consapevole di non doversene preoccupare troppo, o almeno, non fintanto che non si presenterà qualche guaio direttamente collegato. In effetti, un'eventualità abbastanza verosimile, conoscendo il suo gattaccio e la sua scomoda tendenza ad attirare disgrazie.

«Perché è interessato a quell'oro?» prosegue la sua indagine Cat. Eddie incurva le sopracciglia e gli scocca uno sguardo incerto. Cat sogghigna. «Andiamo, lo sappiamo entrambi che non è il metallo prezioso in sé a interessarlo. Allora cosa? C'è dietro qualche spiegazione differente. Tu la conosci?»

«Non ne sono sicuro» temporeggia, preoccupato.

«Davvero?» chiede ironico.

Sospira, nervoso. «Il vostro…» si blocca, sbirciando ansioso i due che ha di fronte, memore della reazione all'ultima volta che lo ha definito loro amico. «Voglio dire, il rosso aveva alcuni… diciamo favori in sospeso con lui. Sembra c'entrasse quell'oro che ha avuto l'incarico di sottrarre al convoglio, anche se nessuno ha capito con precisione in che modo fossero collegati. No, non è specificatamente l'oro in sé a interessarlo. Probabilmente sta spendendo più del doppio anche solo per aver mobilitato tanta gente per questa missione» conviene.

«D'accordo. E dunque? Perché si dà tanto da fare per recuperarlo?»

Eddie lo scruta attento e, piano, si agita sulla sedia, spingendo sulle corde che lo trattengono. «È qualcosa che Joey non ha mai davvero compreso. Beh, in verità quello sciocco non ha mai capito proprio nulla, quindi non mi sorprende troppo. Ci ha mandati appresso a voi dicendoci di portarvi da lui, voi con tutto l'oro. Voi… Credo intendesse ancora vivi. Io… penso cerchi qualcosa, e speri che voi possiate indicargliela.»

«E cosa cerca?»

«Non lo so» soffia un po' disperato. «Non lo so» mormora, abbassando lo sguardo.

Cat annuisce di nuovo, e di nuovo riflette, il mento poggiato alle braccia incrociate sulla spalliera. E d'un tratto si volta verso l'ampia poltrona sulla quale è appollaiato Arsène e sorride.

«Cosa ne pensi?»

Arsène si mordicchia un'unghia, ragionando sulla domanda dell'amico. «Può darsi speri che voi siate a conoscenza di qualcosa che sapeva Bill Sant'Antonio e che potrebbe avervi trasmesso, più o meno volontariamente.»

Cat si rigira quell'ipotesi in testa. «Possibile. E potremmo davvero averla, quell'informazione, senza nemmeno sapere che ha un qualche genere di importanza per qualcuno» pondera, sembrandone quasi divertito.

Hutch scuote la testa, un po' mesto, sapendo che non lo sembra solo, lo è realmente. Il suo ragazzo è strano e trova spassose situazioni che ad altri sembrano solo una rogna. D'altronde, non è che possa veramente farci qualcosa. Si terrà Cat come viene offerto, fintanto che il suddetto non si stancherà di lui (cosa che spera accada il più tardi possibile). All'improvviso, però, si allarma perché il sorrisetto divertito scompare dal volto del suo Cat.

«Ci sarebbe un'altra possibilità» considera.

E Hutch ha il forte sentore che stia per sfoderare un altro po' del suo pessimismo. Qualche volta Hutch ha il terrore che le sue previsioni più nere possano trovare la via per raggiungerli, ed è un pensiero veramente orribile.

«Quale?» si interessa invece Arsène, più curioso che preoccupato.

«Quella che l'informazione che potremmo avere (più o meno per errore) non la stia cercando, ma intenda piuttosto seppellirla insieme a noi.»

«Ugh! Che gran brutta prospettiva» protesta Arsène.

E per la prima volta Hutch sente di volergli bene sul serio, perché sa che condividono lo stesso terrore: quello che le parole di Cat corrispondano al vero, che un brutto giorno, senza preavviso, trovino il loro compimento.