Le successive 48 ore furono scandite dal fruscio delle pagine dei libri di Bobby dentro i quali i tre cacciatori cercarono qualche indizio su come riportare indietro il minore dei Winchester, che non aveva mostrato alcun segno di reazione agli stimoli esterni dopo aver perso conoscenza.
Apparentemente non c'era nulla che non andasse: respirava da solo, temperatura e pressione erano a posto, eppure nulla sembrava svegliarlo.
"Niente, non c'è niente"- urlò ad un certo punto Dean scagliando un volume contro una parete e precipitandosi subito dopo fuori di casa.
"Dean"
"Lascia stare, John, è solo un libro. E' arrabbiato, lascialo sbollire"
"La rabbia non ci ridarà Sammy"
"No, ma ha tenuto duro fino ad ora, era solo questione di tempo prima che esplodesse ed è inutile che fingi, sei frustrato quanto lui"
"Sembra che stia dormendo, vero?"-chiese John girando lo sguardo sulla figura distesa sul letto del suo secondogenito.
"Sì, ma purtroppo non lo sta facendo"
"Ho provato anche a fargli male prima, ma non ha reagito, Sam non sente nulla"
"Questo non possiamo saperlo, magari in questo momento ci sta ascoltando e deve sapere che siamo qui a lottare per lui!"
"Certo che lotterò per lui, non ho nessuna intenzione di arrendermi"
"Così si parla! Sam non è morto, è qui davanti a noi e in un modo o in un altro lo riporteremo a casa. Ho lanciato un allarme generale e chiunque troverà qualcosa di utile, si farà sentire"
"Non sono popolare tra i cacciatori, non faranno a botte per raggiungere un telefono"
"Su questo ci puoi giurare, ma in molti mi devono favori ed è arrivato il tempo di riscuotere"
"Grazie, Bobby"
"Non dirlo nemmeno, sai che voglio bene ai tuoi ragazzi e una volta all'anno anche a te! Inoltre ho sempre pensato che, se esiste una strada per andare, ce ne deve essere una per tornare, dobbiamo solo trovarla"
John sorrise, poi si alzò e si avvicinò al figlio.
"Pensi che gli stia facendo del male?"
"Non sembra soffrire e questa è una buona cosa"
"Immagino di sì"
Fece una carezza al suo ragazzo e disse:
"Darei qualsiasi cosa per sapere dove si trova in questo momento"
"Lo riporteremo indietro, vedrai, e faremo a pezzi quel mostro"
L'uomo annuì, poi tornò al tavolo e riprese a sfogliare il prima cosa che Sam vide riaprendo gli occhi fu il buio e gli ci vollero pochi secondi per realizzare che era disteso a terra. Istintivamente cercò di tirarsi su e dopo un rapido check si disse che non aveva nulla di rotto.
Tentò di ricordare che cosa era successo e gli arrivarono una serie di flash, ma quello che gli affollava la testa non aveva senso: la mamma, lui con una pistola, Dean che lo chiamava e lo implorava di fermarsi.
"Papà"- chiamò.
Si guardò intorno cercando disperatamente di vedere o sentire qualcosa, ma nessuno rispose al suo appello.
"Papà, Dean".
Ancora nulla e il panico cominciò pian piano ad insinuarsi nella sua mente.
"Dove diavolo sono?"
Sapeva che non era una grande idea muoversi senza riuscire a vedere nulla, ma di certo non poteva restare lì. Si tastò le tasche e vi trovò il suo cellulare. Tentò immediatamente di chiamare la sua famiglia, ma la telefonata non partì nemmeno e si sentì sprofondare quando vide sul display un impietosono signal.
Le lacrime gli riempirono gli occhi e si sentì morire dentro, ma poi la voce di suo padre lo raggiunse.
(inizioflashback)
"Dunque, regola numero uno: devi sempre restare lucido e valutare le tue possibilità prima di muoverti;
Regola numero due: se hai una ragionevole certezza di riuscire a bypassare eventuali ostacoli, procedi, altrimenti niente colpi di testa e cerca un'altra strada;
Regola numero tre: cerca di rimanere idratato e non appena fa buio, fermati e concediti un riposo in sicurezza"
Sam aveva guardato il padre terrorizzato dall'idea di rimanere da solo nel bosco e sperava che il suo proverbiale sguardo da cucciolo potesse convincerlo a non sottoporlo all'ennesima prova di sopravvivenza, ma John Winchester aveva una sola parola e se aveva deciso che doveva affrontare da solo la North Woods, così sarebbe stato.
Dean aveva assistito alla scena senza proferire parola, ma non aveva tolto per un attimo gli occhi di dosso al suo fratellino tentando silenziosamente di tranquillizzarlo. Aveva sempre avuto la capacità di leggerlo come un libro aperto e sapeva che Sammy non si sentiva ancora pronto ad affrontare una prova in solitario, ma i suoi tentativi di far cambiare idea al padre la sera prima non avevano avuto successo.
"Bene, ti aspetteremo a valle per le dieci di domani mattina e mi sono tenuto largo"
"Papà"
"Non una parola, Dean"
"Non sai nemmeno che cosa voglio dirti"
"Lo so, invece, ma tuo fratello lo farà da solo e non voglio ulteriori commenti"
L'ex marine si era poi rivolto a suo figlio minore e gli aveva chiesto:
"Hai controllato il tuo zaino?"
"Sì, signore"
"C'è tutto?"
"Sì, signore"
"Lo spero per te perché questa volta non ci saremo o io o Dean a rifornirti di ciò che hai dimenticato"
L'uomo lo aveva fissato severamente, poi aveva aggiunto:
"Se ti dovessi trovare in difficoltà, non correre inutili rischi, verremo noi a recuperarti. Andiamo, Dean, ci aspetta una bella passeggiata"
Detto questo John si era allontanato e aveva lasciato da soli i due fratelli.
Dean aveva preso Sam per le spalle e gli aveva detto:
"Sono sicuro che ce la farai"
"Papà invece è convinto che fallirò"
"Non è vero"
"Lo è invece. Hai sentito cosa ha detto? Ha già preventivato di venirmi a recuperare. Quasi quasi mi siedo qui e non ci provo nemmeno a raggiungervi, così avrà l'ennesima conferma che non sarò mai alla sua altezza"
"Dean"
"Arrivo, papà. Sammy, stai attento, okay?"
"Okay"
"Io credo in te, hai capito?"
"Ho capito"
"Ciao, fratellino, ci vediamo domani mattina"
Quando si era ritrovato da solo, l'adolescente si era seduto a terra e si era lasciato andare ad ogni tipo di pensiero negativo mentre passavano le due ore di stop, che suo padre gli aveva imposto prima di potersi mettere in marcia. La cosa che lo tormentava di più era la consapevolezza di essere in partenza un perdente agli occhi di John e aveva notato che l'uomo lo aveva lasciato senza nemmeno salutarlo. Aveva cercato di farsi bastare l'affetto sincero di Dean, ma per quanto adorasse suo fratello e gli fosse grato per averlo cresciuto, aveva sempre desiderato l'approvazione del più anziano del clan Winchester.
Quando si era messo in movimento, lo aveva fatto con l'umore sotto le scarpe accompagnato dalla certezza di essere destinato all'ennesimo fallimento e convinto che John non sarebbe mai stato orgoglioso di lui.
Suo padre in realtà aveva atteso febbrilmente di vederlo arrivare al campo base la mattina dopo e non aveva chiuso occhio attanagliato dalla preoccupazione di aver spinto troppo stavolta.
Certo, aveva controllato di nascosto lo zaino del suo ragazzo e aveva aggiunto delle barrette proteiche e un coltellino al suo equipaggiamento, ma lasciarlo indietro gli era comunque pesato tantissimo.
Il giorno dopo il giovane Winchester era riuscito a tornare al campo base, ma come souvenir della passeggiata nella foresta aveva incassato entrambi le ginocchia sbucciate per una rovinosa caduta a causa di una radice e il resto di sé completamente fradicio perché non era stato abbastanza veloce da trovarsi un riparo all'asciutto quando era stato sorpreso da un forte temporale.
Si era fermato davanti a suo padre, che lo aspettava appoggiato all'Impala, e aveva abbassato sconfitto lo sguardo. Aveva tardato quaranta minuti ed era convinto che avrebbe quindi ricevuto una bella ramanzina e invece al posto di parole taglienti erano arrivate le forti braccia dell'uomo e un largo asciugamani, che lo aveva avvolto totalmente. Sam si era irrigidito nella stretta di John non sapendo come reagire e aveva alzato gli occhi in cerca di riposte.
L'uomo era rimasto in silenzio godendosi quel raro momento di vicinanza con il suo ragazzo, poi lo aveva allontanato e gli aveva ordinato:
"Vai ad asciugarti"
"Ho fatto tardi, mi dispiace, ma la pioggia…"
"Devi dispiacerti e sarai punito per il mancato rispetto dell'orario, ma sei tutto intero e sei tornato da solo, quindi, tutto sommato, hai seguito le mie regole"
"Sì, signore"
"Pulisci e disinfetta quelle ginocchia"
"Sì, signore"
Il giovane Winchester si era allontanato, ma non era troppo distante da non sentire John che aveva mormorato la regola più importante di tutte: torna sempre a casa.
(fine flashback)
Sam sorrise e si ripeté:
"Torna sempre a casa"
Si tirò su e si mise a cercare un minimo appiglio in tutta quella oscurità. Allargò le braccia e dopo qualche tentativo a vuoto entrò in contatto con quella che sembrava una parete. Vi appoggiò entrambi le mani e subito dopo fu investito da un'improvvisa luce. Ci mise un po' per abituarcisi e quando finalmente riuscì ad aprire gli occhi, restò senza fiato. Vide se stesso steso in un letto e suo padre accanto a lui, che gli accarezzava il viso.
"Darei qualsiasi cosa per sapere dove si trova in questo momento"
"Papà, papà, sono qui"-iniziò ad urlare battendo furiosamente le mani contro la parete, ma l'uomo non reagì.
Vide Bobby avvicinarsi e stringere la spalla di suo padre per dargli coraggio.
"Lo riporteremo indietro, vedrai, e faremo a pezzi quel mostro"
"Perché non mi sentite? Aiutatemi"
Così come era arrivata, l'immagine familiare del Singer Salvage sparì e Sam batté ancora più forte i pugni contro la parete:
"No, papà, aiutami, ti prego"
"Nessuno può aiutarti, Sammy, ora appartieni a me""Dammene un altro"
"Giovanotto, hai bevuto già abbastanza per stasera"
"Cosa sei mia madre? Credi che non ti possa pagare?"
"Non sono tua madre e non è una questione di soldi"
"Allora dammene un altro e poi levati dai piedi"
"Brutta giornata?"
"Non sono affari tuoi"
"Lo sono se finisci in coma etilico sotto il mio bancone"
"So bere, non mi succederà nulla"
"Non è una gran dote"
"Ma che diavolo vuoi?"
"Dimostrami che sei in grado di mettere questi cubetti di ghiaccio nel tuo bicchiere e io te ne darò un altro"
Per la prima volta Dean guardò la persona che gli stava parlando e vide una donna che sembrava uscita da un saloon del vecchio west.
"Allora, abbiamo un accordo?"
"Non mi piacciono i giochini"
"Non sto giocando. Ti darò davvero ancora da bere se farai quello che ti ho chiesto, ma in caso contrario mi darai le chiavi della tua auto e il numero di telefono di qualcuno che possa venirti a prendere"
"Nessuno tocca la mia auto"
"Piuttosto possessivo"
"Come ti pare"
"Abbiamo un accordo?"
"Dammi quei fottuti cubetti e facciamola finita"
"Metti le chiavi sul bancone"
Dean sbuffò e le sbatté forte sulla superficie in legno a cui era pesantemente appoggiato, poi prese il ghiaccio. Tentò più volte di centrare il bicchiere, ma fallì e a quel punto Rhonda prese le chiavi e se le mise in tasca.
"Dammi il numero, giovanotto"
"Ho un nome"
"E quale sarebbe?"
"Dean"
"Dean come?"
"Dean Winchester"
"E dove abiti, Dean Winchester?"
"Al Singer Salvage"
"Da Bobby Singer?"
"Sì"
"Okay, lo chiamerò e gli dirò di venirti a prendere, o preferisci che chiami qualcuno della tua famiglia?"
"Siamo solo io, papà e Sammy"
"Immagino che Sammy sia tuo fratello o tua sorella"
"Fratello e non gli piace che gli estranei lo chiamino Sammy. In realtà quel nerd si incazza anche quando io lo chiamo così, ma non rinuncerò a farlo, neanche quando avrà novant'anni"
"Sembri molto legato a lui"
"E' il mio mondo"
"Beh, credo che Sam non vorrebbe vederti così"
"Non può vedermi, lui non può vedere niente"
Rhonda non osò chiedere spiegazioni e prese il telefono per chiamare il Singer Salvage. Mentre attendeva che qualcuno le rispondesse, sentì Dean mormorare:
"Sta tanto male, sai, il mio fratellino sta malissimo"
La donna ebbe l'istinto di allungare una mano e fare una carezza a quel giovane sconosciuto, ma poi una voce severa la distrasse:
"Sì?"
"Bobby?"
"No, sono John, un suo amico"
"John Winchester?"
"Lei chi è?"
"Rhonda Taylor, gestisco il bar Shark e ho qui davanti a me suo figlio Dean. Ha bevuto molto e non ho intenzione di restituirgli le chiavi della macchina"
"No, non lo faccia, signora. Sarò lì tra dieci minuti e grazie per aver chiamato"
"Pregherò per suo figlio Sam"
"Dean le ha parlato di Sammy?"
"Mi ha detto che suo fratello sta molto male e immagino che sia questo il motivo per il quale in questo momento non riesce nemmeno ad alzare la testa dal mio bancone"
"Sì, è un brutto momento per la nostra famiglia. Non lo perda di vista, sto arrivando"
Da quando era collassato sul balcone a quando due braccia lo rimisero in piedi, Dean non aveva più proferito parola e sembrava piuttosto stordito, non al punto però di non riconoscere la voce di suo padre.
"Forza, andiamo a casa"
"Signor Winchester, le chiavi"
"Lei deve essere Rhonda, grazie ancora"
"Di nulla, ma come farà a portare via l'auto di suo figlio?"
"Sono venuto con il carroattrezzi di Bobby, ho sistemato le cose prima di entrare"
"Ehi, non puoi agganciare Baby a quel ferro vecchio, lei è di classe"- mormorò Dean.
John scosse la testa e trascinò suo figlio fuori dal locale. Lo fece salire sul mezzo, poi avviò il motore e tornò velocemente al Singer Salvage.
Bobby gli diede una mano a farlo schiantare sul divano, poi l'ex marine tornò al capezzale di suo figlio minore:
"Sono qui, Sammy. Non preoccuparti per quell'idiota di tuo fratello, al massimo vomiterà e avrà un bel mal di testa domani mattina, ma è al sicuro"
Si interruppe sperando di registrare una qualsiasi reazione, ma suo figlio rimase silenzioso e immobile.
"Non so se puoi sentirmi, ma dovunque tu sia, tieni duro, figliolo, perché ti riporteremo a casa"