Capitolo 3: in famiglia

Candy si svegliò molto presto. Il Sole non era ancora sorto e la villa era immersa in un silenzio quasi spettrale. Gli unici rumori provenivano dall'esterno. Il canto delle rane aveva cullato il sonno della ragazzina. Non sapendo bene cosa fare saltò giù dal letto e uscì dalla stanza. I corridoi erano illuminati solo dalla luce lunare. La piccola aveva un po' di timore. Al Sant'Mary aveva imparato a orientarsi al buio, quando a notte fonda, usciva di nascosto per procurarsi un po' di pane per lei e le altre bambine. Villa Andrew era del tutto sconosciuta. Cominciò a camminare a tentoni cercando di ricordare il tragitto che aveva fatto la sera prima.

Urtò alcuni vasi e ne fece cadere uno, un antico vaso cinese. La bambina si spaventò molto, soprattutto quando sentì alcune voci e poi dei passi venire nella sua direzione.

"Io!, mi dispiace tanto signora Andrew" disse singhiozzando la piccola.

"Candy, ma cosa fai a quest'ora della notte ancora alzata. Stai male, hai bisogno di qualcosa?"

Quando i ragazzi sentirono la voce della zia Elroy, corsero fuori dalle loro stanze.

"Stai bene Candy?" chiese Stear preoccupato.

"È tutto a posto Candy?" gli fece eco Archie.

"Ti se fatta male sorellina?" continuò Anthony.

La signora Andrew guardò il vaso e dopo la bambina.

"Signora le chiedo umilmente scusa, lavorerò per lei per pagare il mio debito". Candy chinò il capo.

La donna scosse una ciocca di capelli dal viso della piccola e la rincuorò.

"Sai devo ringraziarti. Ho sempre trovato quel vaso osceno. Un regalo dei Leagan. Sarah è una donna stolta, crede che più un oggetto è costoso e pomposo, più sia di classe e di valore. La classe quella donna non sa neanche che cos'è. Senza contare che quel vaso è solo una blanda imitazione", disse la donna.

"Mia zia ha ragione, basta vedere gli abiti di mia cugina Eliza. Sempre troppo esagerati", esclamo Archie.

"E Archie sorellina se ne intende di queste cose. Se dobbiamo partecipare a qualche evento, è lui che sceglie quello che dobbiamo indossare. Cura anche l'immagine di nostra zia", disse divertito Stear.

Anthony si avvicinò a Candy e asciugò il suo bel visino con la manica del pigiama.

"Ti sta bene il mio pigiama sai" disse infine il ragazzino.

"Coraggio", incalzo la signora Andrew, "è ora di andare a dormire, sono quasi le 3 del mattino. Candy vieni nella mia stanza, dormirai con me".

"Zia può dormire con me", disse Stear.

"No, lei dormirà con me", incalzò Archie.

"Dato che indossa il mio pigiama, deve dormire con me", concluse Anthony.

"Ma neanche per sogno e vergognatevi di fare una simile proposta a una ragazzina".

"Zia non volevamo fare nulla di male, è nostra sorella. Vogliamo solo passare del tempo con lei", rispose Stear.

Gli altri annuirono.

"Filate a letto".

I ragazzi si ritirarono nelle loro stanze, non prima di aver salutato Candy con un innocente bacetto sulla guancia.

"Andiamo a dormire anche noi. Domani sarà una giornata pesante".

Il mattino seguente Candy si svegliò di buon'umore. Era serena e felice. Nonostante il guaio che aveva fatto, nessuno la rimproverò o picchiò. Scese le scale accompagnata da sua zia. Gli altri bambini erano già seduti in sala da pranzo, pronti a fare colazione.

"Ciao Candy", dissero in coro i ragazzini

"Ciao Candy... e ciao a..."

"Ciao zia, scusa".

"Così va meglio. Archie sei pronto?".

"Per lo shopping lui è sempre pronto zia", rispose divertito Stear.

"Vieni tesoro".

Zia Elroy fece sedere Candy accanto a lei. La ragazzina non riusciva a crede a tutto quello che c'era sul tavolo. Ogni varietà di dolci e pane, marmellate e crème spalmabili. Senza contare le bevande. All'istituto, un po' di pane con un po' di burro per lei era già un lusso.

"Prendi tutto quello che vuoi tesoro". Il tono dolce e materno della signora Andrew la rassicurò un po'.

"Posso avere un po' di pane con del burro, per favore?", chiese educatamente

"Te lo passo io... No io... No io". I bambini cominciarono a litigare.

"Smettetela di bisticciare, non è così che vi ho educati. Capisco che vogliate essere gentili con vostra sorella, ma così la mettete in imbarazzo".

"Scusa zia, scusa sorellina", dissero in coro.

Finita la colazione uscirono in carrozza e arrivarono nel quartiere dello Shopping di Boston. Tutti sapevano che quando arrivava una carrozza, non poteva essere che quella della signora Andrews. La donna non amava le automobili. Troppo chiassose e l'odore che emanavano poi. Scesero e si avviarono alla prima boutique.

"No, questo no. Troppo ricco e sfarzoso. E quel rosa... non si sposa affatto con i suoi capelli e la sua carnagione".

Archie era molto meticoloso. Sua sorella doveva brillare, senza strafare.

"Il colore è molto bello, ma avete modelli simili senza tutte quelle balze... no, no, troppo pizzo".

"Questo sì, questo no... fatele provare quel modello".

Ci volle almeno una giornata, ma alla fine Candy aveva un guardaroba di tutto rispetto.

"È tardi", disse la signora Andrew, "domani provvederemo a ordinare i mobili per la tua stanza".

"Che colori ti piacciono Candy?" chiese Archie.

"Il verde", rispose

"Mmmm! Verde, si sposa bene con il bianco, il rosa, il viola, l'azzurro, l'arancione e anche con alcune sfumature di giallo. Avrai una stanza degna di una principessa sorellina".

Quando tornarono Candy si cambiò per la cena. Fu accolta da uno scroscio di applausi da parte dei suoi fratelli, che fecero arrossire la bambina.

"Hai fatto un ottimo lavoro Archie", disse felice Stear.

"Mio fratello maggiore mi fa un complimento… miracolo", rispose Archie

"Sei bellissima Candy", disse Anthony

Candy era davvero bella. Gli abiti che suo fratello aveva scelto per lei erano belli e di classe, senza essere pomposi.

"Quella strega di Eliza si mangerà il fegato quando vedrà nostra sorella", sussurrò divertito Anthony.

"Sì, anche quel vigliacco di Neal", rispose sottovoce Stear.

Il pomeriggio seguente arrivarono i mobili della camera di Candy. La signora Elroy aveva fatto tinteggiare le pareti secondo le istruzioni di suo nipote. Inoltre la donna doveva tenere a bada Stear, sempre pronto a dare una mano, ma con risultati disastrosi.

-Devo creare un rullo con serbatoio interno- pensò il ragazzo.

Alla fine la camera di Candy era pronta. Il pezzo più importante era l'enorme letto baldacchino. Le lenzuola bianche, erano ricamate con una fantasia di piccoli fiori di vari colori, che si sposavano bene con il resto dei colori. L'armadio era un pezzo importato da Venezia. Bianco con fiori dipinti. Le pareti erano dipinte di un tenue verde acqua. Lo stesso verde del legno del letto, solo che quest'ultimo era leggermente più carico. A completare il tutto un divanetto in fondo al letto che riprendeva la fantasia delle lenzuola, una cassettiera sempre veneziana e un caminetto. Entrambi di colore bianco.

Quando Candy entrò non riuscì a credere che quella era la sua camera da letto. Si sentiva come la protagonista del libro La piccola principessa. Non aveva mai letto il libro, conosceva la storia perché alcune fanciulle del collegio lo leggevano ad alta voce nel cortile dell'istituto. La bambina non riuscì a trattenere le lacrime. Avevano fatto tutto questo per lei. Si sentiva amata, si sentiva in famiglia.

"Ragazzi, abbraccio a panino", disse la prozia.

Grazie … per le recensioni. Sono felice che la storia vi piaccia. Spero di non deludere nessuno. Gatto1967 grazie per aver risposto alla mia domanda: chi è Steve? E perché mi hai dato l'idea del vaso rotto. La signora Elroy è abituata ai disastri infantili con i suoi nipoti, soprattutto quelli di Stear. L'abbraccio a panino è così composto: Candy come farcitura, Zia Elroy e i nipoti intorno, come le fette di pane. E se qualcuno se lo chiede, il rullo per dipingere è stato inventato intorno negli anni 40. Almeno questa è l'informazione che ho trovato. Il prossimo capitolo è dedicato a Eliza e Neal

P.s. per il titolo del capitolo mi sono ispirata al titolo di un libro: In famiglia di Hector Malot (lo stesso scrittore di Senza Famiglia (Remi)). Da questo libro è stato tratto l'anime Peline Story. Sono della vecchia guardia.