Capitolo 17: il malato immaginario
Neal rientrò nelle sue stanze. Gli faceva male la testa. Chiese al suo cameriere personale di portarli un antidolorifico e Candy. Avrebbe approfittato della situazione per stare un po' con lei. Per conoscerla. Non sapeva nulla della ragazza e doveva scoprire quanto più possibile su di lei per poterla corteggiare in seguito.
Doveva anche convincere i suoi genitori. Ma nelle sue mani aveva già una carta da giocare: Candy era stata adottata dalla zia Elroy. Ora faceva parte della sua famiglia. Sapeva quanto suo padre e sua madre odiassero gli Andrews, ma ad un'unione che loro avrebbero trovato di convenienza, non avrebbero detto di no. Ed era sicuro che nemmeno Eliza alla fine si sarebbe opposta. Dopotutto Candy era la migliore amica di Tom, quasi una sorella per il ragazzo.
No, alla fine quelli che doveva convincere e forse combattere erano Stear, Archie, la zia e forse la stessa Candy. Era contento però di avere un alleato: Anthony e con un po' d'astuzia poteva avere anche Tom dalla sua parte.
Quando sentì bussare, fece la foce più patetica che poteva.
"A… Avanti", ansimò leggermente.
"Il signor William ha detto che volevi vedermi e che volevi anche un antidolorifico".
"Chi è William?", chiese curioso e leggermente infastidito il ragazzo.
"Il tuo cameriere personale". Candy era sorpresa.
"Oh", disse semplicemente.
Candy aggrottò le sopracciglia. Questo fece sorridere il giovane Leagan.
"Tu ricordi tutti i loro nomi?" chiese divertito Neal.
"Si, certo".
"Davvero!", disse lui con finta curiosità.
Candy era stupita. Come poteva non conoscere le persona che lavoravano da una vita per lui e la sua famiglia? Stava per andarsene quando Daniel cominciò a lamentarsi.
"Neal posso fare qualcosa?", chiese dolcemente e con un pizzico di preoccupazione.
"Fammi un massaggio alla testa, mi fa tanto male", disse in un soffio.
Candy toccò con delicatezza e dolcezza la testa del ragazzo.
"Va meglio?"
"Si, non smettere".
Daniel sorrideva. Amava così tanto quella ragazza che anche il semplice tocco delle sue dita lo rendeva felice ed estasiato.
"Hai un tocco così leggero Candy. È molto piacevole", disse suadente il ragazzo.
"Grazie".
Il giovane Leagan notò che c'era una nota di imbarazzo nella voce di lei. La guardò. Lei era arrossita. Quando si accorse che il ragazzo la stava guardando arrossì ancora di più. Il sorriso di Neal si allargò.
"Portami un po' d'acqua", disse lamentandosi leggermente.
Candy riempì un bicchiere e lo porse a Neal.
"Faccio fatica a tenere qualcosa in mano. Mi fanno male anche le mani. Mi dai tu l'acqua?" chiese con un tono dolce, da cucciolo.
"Si certo".
Candy avvicinò il bicchiere alle labbra del ragazzo. Lo sguardo di lui era seducente e con una piccola scintilla predatoria. Lei arrossì e lui inclinò appena gli angoli della bocca.
"Sistemami il cuscino".
Candy obbedì.
"È troppo basso, vai a prendermi altri due cuscini e una coperta leggera. Sento un po' di freddo. Chiedi a… a… alla cameriera personale di mia sorella".
"Emily?"
"Si", disse lamentandosi.
Candy cercò Emily, ma trovò Dorothy.
"Ciao Dorothy, sai dov'è Emily?" chiese
"Buongiorno signorina, Emily è dal signor Thomas. Ora lavorerà con lui".
"Ho bisogno del suo aiuto, devo portare due cuscini in più e una coperta in lana leggera a Neal. Lui mi ha detto di chiedere a lei".
"Può chiedere a me signorina. Ora sono io la nuova cameriera personale della signorina Eliza".
"Ma non eri quella di sua madre?"
"Si, per il momento servo entrambe finché non verrà qualcuno a sostituirmi. Spero in fretta", l'ultima frase la pronunciò in un soffio.
Candy sorrise nel vedere quanto fosse laboriosa quella giovanissima ragazza. Dorothy portò i cuscini e la coperta alla ragazza.
"Grazie Dorothy. Hai già visto Eliza?"
"No, non ancora signorina. Non riesco a stare in due posti contemporaneamente. Entrambe sono così esigenti". La ragazza si coprì la bocca con le mani.
"Non preoccuparti Dorothy, non dirò nulla. Grazie per i cuscini e la coperta".
"Prego signorina"
"Dorothy?"
"Si signorina"
"Non appena Eliza si sveglia per favore fammelo sapere".
"Si certo, signorina".
"Grazie".
"Non c'è di che signorina".
Candy tornò in camera di Neal. Sistemò i cuscini e la coperta.
"Perché hai messo così tanto tempo per portarmi queste cose?" chiese leggermente irritato Neal. All'interno della villa della sua famiglia c'erano molti ragazzi giovani che lavoravano per loro e Daniel era geloso che qualcuno potesse avvicinarsi a lei: "Chi hai visto", disse con lo stesso tono irritato gonfio di gelosia.
"Solo Dorothy".
"Dorothy? Oh si, le ho detto che da oggi è la cameriera personale di Eliza".
"Ti sei ricordato di lei!", disse stupita e leggermente divertita Candy.
Neal la guardò di traverso.
"Hai bisogno di qualcos'altro?" chiese Candy.
"Si, le mie mani… sono fredde. Per favore scaldale e massaggiale un po', mi fanno così male", disse il ragazzo piagnucolando.
"Santo cielo Neal, sono gelate. Sei sicuro di non avere la febbre?"
"Si, sono sempre così… no, no ti allontanare, anche se sono sempre fredde ora mi fanno male".
Candy accontentò anche questo piccolo capriccio del ragazzo.
"La tua pelle è così setosa e calda. È un piacere sentirla".
La ragazza arrossì di nuovo e Neal sorrise soddisfatto.
"Forse ho davvero la febbre Candy. Puoi controllare?"
"Vado a prendere un termo…"
"No, senti la fronte con le mani".
"Ho le mani calde Neal".
"Allora senti le guance con le labbra. Come facevano le ragazze quando…" Daniel non finì la frase. Quello era un giochetto che faceva con le sue amanti: "Sentila è basta".
Candy si avvicinò al giovane. Lui si voltò e le loro labbra si unirono in un lieve bacio.
"Neal!"
"Grazie Candy, sei un'ottima infermiera. Mi sento già meglio".
"Neal, sei impossibile".
La ragazza uscì di corsa dalla camera del ragazzo. Aveva le gote in fiamme. Lui se ne accorse e sorrise compiaciuto.
