Capitolo 10: Hoh

Carlisle stava per chiedere dove fossero andati gli altri quando squillò il cellulare. Era Jacob.

"Dottor Cullen sono Jacob. Leah e Seth sono scomparsi".

"Come scomparsi!", disse allarmato il dottor Cullen.

"Si, non sentiamo più i loro pensieri. Il branco di Sam aveva avvertito la presenza di un vampiro. Hanno avvisato anche me e il mio branco, ma alla fine non sono più riuscito a sentirli. So che hanno incontrato quel succhisangue. L'ho percepito dai loro pensieri".

"Mi dispiace Jacob, ma non possiamo venire ad aiutarvi ora, non siamo nella possibilità di farlo".

"Capisco". Il tono di Jake era pieno di amarezza.

"Li troveranno papà, non preoccuparti", disse Edward che aveva appena letto i pensieri del padre.

"Dottore cattivo… presi", disse il piccolo ibrido indicando il cellulare.

Carlisle non fece attenzione a quello che il piccolo aveva appena detto. Nessuno notò questo tranne Jenna.

"Chi è stato preso della vostra gente?" chiese Jenna.

"Due mutaforma Seth e Leah", disse distrattamente.

"Leah, Leah Clearwater!"

Il dottor Cullen guardò con stupore la ragazzina, così come Edward. Quest'ultimo si avvicinò al padre e disse che era Leah la ragazza a cui avevano fatto del male.

"Dottore cattivo… presi", ripeté il piccolo indicando ancora una volta il cellulare.

Questa volta ascoltarono tutti il piccolo Jake.

"Che cosa vuole dire con dottore cattivo presi", chiese preoccupato Eleazar.

"Vuol dire che i mutaforma sono stati presi da lui, dal dottor Frankenstein, volpe", disse con rabbia Jenna.

I Cullen e i Denali si guardarono l'un l'altro allarmati.

"Sapete dove si sono diretti?", chiese con apprensione Carlisle.

"Quando siamo arrivati qui, Jake ha fatto capire che quel vampiro aveva cambiato direzione ed era andato verso le riserve indiane dello stato".

"Hoh". Disse Jake.

"Cosa?", chiese Carlisle

"Hoh", ripeté il bambino.

"Cos'è Hoh", chiese Eleazar.

"Non lo so, non so a cosa si riferisce". Il dottor Cullen si avvicinò al piccolo ibrido: "Jake ti prego devi essere più specifico".

"Hoh", ripeté.

Il bambino cominciò a oscillare sui piedi. Guardò Carlisle, cosa molto rara per lui e disse: "Foresta… Hoh".

"La foresta di Hoh, ma certo è vicina a Seattle".

"Perché andare così lontano, anche Forks è ricca di foreste. Non ha senso", disse Jasper.

"Lui sa", disse Jake indicando Carlisle ed Esme.

Carlisle guardò Jake e capì che quel folle vampiro sapeva che Forks era la città dove vivevano.

"Dobbiamo andare da loro", disse il dottore: "Esme, rimani qui con le ragazze".

"Io vengo con voi", disse Kate: "Il mio potere può essere d'aiuto".

"Vengo anch'io", gli fece eco Bella: "Anche il mio dono può essere d'aiuto".

"No, tu no", disse con risentimento Jenna.

"Jenna, Bella non farà del male a Leah", disse Edward.

"È da quando è arrivata a Forks che lei fa male a Leah… è da quando voi siete arrivati a Forks che fate del male alla ragazza". Jenna stava per usare il suo potere.

"Jenna", disse con durezza Didyme.

Jenna si voltò a guardare sua madre.

"Per favore trovate i miei… trovateli". Didyme aveva gli occhi lucidi. Esme la guardò con infinità comprensione. Era naturale che li considerasse i suoi figli. Li aveva allevati lei. Era lei la loro madre. Tuttavia nutriva ancora la speranza di avere i suoi figli vicino.

"Li troveremo Didyme", cercò di rassicurala Carlisle.

"Cercate dei caseggiati abbandonati, vecchie fabbriche in disuso, lui e le sue creature si rifugiano sempre là", avvertì Didyme.

"Le sue creature?", chiese Eleazar.

"Gli esperimenti venuti male. Con il suo potere è in grado di controllarli", rispose.

"Fantastico", disse Emmett.

Partirono alla volta del nord-Ovest della nazione. Arrivarono 4 ore dopo.

oOo

Irina aveva con se il cappotto grigio che le era stato prestato e lo mise sotto il corpo di Eva ancora addormentata. Tanya, invece usò la sua giaccha per coprirla, mentre Carmen con la sua fece un guanciale e lo posizionò sotto la testa di Evan per farla stare più comoda. Didyme le ringraziò. La sua famiglia aveva lasciato in fretta e furia la 'casa' dove abitavano e non avevano portato niente con loro.

Bree si era rifugiata in un angolo e osservava i Cullen e i Denali rimasti. Accanto le si era accucciato Scabbia. Aveva paura dei Cullen, in particolare di Jasper. Prima di lasciare la stanza il vampiro l'aveva squadrata di nuovo. La ragazzina ricordava l'ultima volta che lo aveva visto. Voleva ucciderla perché era una neonata e soprattutto una bambina immortale. Secondo la legge dei Volturi quelle come lei non dovevano esistere.

Esme guardò suo figlio Jake. Il bambino aveva ripreso a giocare con Jenna.

"Suo figlio ha due poteri. Uno lo ha visto, l'altro è davvero particolare", disse Didyme.

"Particolare?", chiese Esme.

"Si, come ha accennato il vostro amico prima, Jake usa i numeri per vedere i collegamenti tra persone che all'apparenza non hanno nulla in comune e non sono connesse tra loro. I miei figli credono che possa anche prevedere il futuro tramite complicati calcoli matematici. Riesce a percepire la presenza del mostro che gli ha creati e a vedere le sue mosse, com'è successo con i vostri amici".

"Non sono amici di Leah", disse Jenna: "Solo di quell'idiota di Seth".

"Vi prego di perdonare Jenna. Vuole molto bene alla sua famiglia, Bree compresa, e a Leah".

Esme sorrise dolcemente nel vedere come quella ragazzina proteggeva e amava la sua famiglia.

"Didyme, nel diario di quel vampiro non c'era scritto nulla sui poteri di Jake", disse Esme.

"Lui vedeva solo un ragazzo ritardato, non è mai andato oltre", rispose Didyme.

"Perché mio figlio è autistico, cosa gli ha fatto quel mostro".

"È stato un incidente, almeno credo. Quando lo ha modificato infuriava un terribile temporale. Erano fuori e una saetta ha colpito Jake. Il fulmine ha modificato in qualche modo il corpo di Jake donandoli il potere di poter emanare elettricità solo dalle mani Ma gli ha anche causato un danno a livello neurologico".

Esme ricominciò a piangere.

"Il mio bambino, il mio povero bambino".

"Suo figlio è molto amato, e non è mai stato più toccato da quel mostro. Lo hanno protetto sempre. Si facevano torturare al posto suo".

"Grazie, grazie per tutto l'amore che gli avete dato", disse commossa Esme.

Si posizionò vicino a suo figlio, accontentandosi, per ora, di guardarlo. Le ragazze Denali erano accanto a Evan, mentre Alice si avvicinò a Bree.

"Non temere, non voglio farti del male. Nessuno ti farà del male".

"Non gli credere Bree, è nella loro natura fare del male agli altri", disse Jenna.

"Non sei molto utile se fai così. Spaventi solo ancora di più la bambina", disse Rosalie che fino a quel momento era stata zitta e in disparte.

"Anche tu sei inutile. Finora non hai fatto nulla da quando sei arrivata. Solo un continuo bleah, bleah. Non ti piace la stanza Barbie Vampira? Cerca una scopa e pulisci se ti fa così schifo". Il tono di Jenna era astioso e irriverente.

"Come mi hai chiamata?"

"Barbie Vampira. È il soprannome che ti ha rifilato Mike".

Rosalie alzò un sopracciglio e disse rivolta a Didyme: "Suo figlio è davvero gentile".

"Oh si, il mio ragazzo è molto educato".

Jenna scoppiò a ridere, così pure Bree, le ragazze Denali, Alice ed Esme. Il piccolo Jake inclinò appena gli angoli della bocca. Esme vide quel lieve sorriso e il suo cuore si gonfiò d'amore per il suo bambino.