60. Sinistro

Lester preferì restare seduto in poltrona mentre Logan, puntando gli artigli sulla schiena di Erik, conduceva lui, Ororo, Hank,Raven e Moira verso la casetta. In pochi minuti, sempre minacciato da Logan, Erik aprì il sotterraneo, dal quale uscirono Jean e David, entrambi sembravano sconvolti e indossavano i collari inibitori.

"LOGAN!" gridò lei correndo ad abbracciarlo "Grazie! Grazie!"

Lui ricambiò l'abbraccio ma continuò a fissare Erik.

"Liberali." disse con tono severo.

"Non posso" mormorò Erik "Non abbiamo la chiave."

Logan grugnì e si avvicinò ai due.

"State fermi."

Non fu facile ma, dopo qualche sforzo, riuscì a spezzare entrambi i collari e a liberarli. Non appena Jean fu libera congelo all'istante tutti, fatta eccezione per David e Logan.

"Cosa … Jean? Cosa fai? Mi spieghi cos'è successo?"

"Non ora" disse lei, chiudendo gli occhi "Aspetta. È da stamattina che si comportano in modo assurdo, voglio capire cosa è successo."

Logan annuì, intuì che doveva entrare nelle loro menti per scoprire cosa fosse accaduto.

Jean aprì gli occhi, si trovava in un laboratorio, c'era un tavolo operatorio in mezzo alla stanza, circondato dai carrelli portastrumenti e sovrastato dalla lampada scialitica. Si guardò attorno con circospezione. Cercò a lungo e infine trovò ciò che cercava, i ricordi delle ultime ore, vide ciò che avevano fatto a Charles ma intuì che non erano loro ad essere padroni delle loro parole e dei loro gesti, qualcuno li aveva usati come delle marionette prive di volontà. Ora non poteva fare altro che capire chi e come avesse agito.

"C'è nessuno?"

Non si aspettava che qualcuno rispondesse, ma un'ombra alle sue spalle la fece sussultare, si voltò di scatto e lo vide: era enorme, la sua pelle grigia faceva paura quanto i suoi occhi rossi e il rombo al centro della fronte.

"SINISTRO!" esclamò lei "Cosa ci fai qui?!"

L'uomo sogghignò, il suo sguardo era trionfante e fiero.

"Ho preso momentaneamente il controllo della mente di questi poveri sciocchi mutanti" disse "Non è stato facile, lo ammetto, ma grazie all'aiuto di un'amica sono riuscito a prenderne il pieno possesso."

Jean impallidì e fece un passo indietro ma strinse i pugni e lo guardò con tutta la determinazione di cui era capace.

"Se pensi che ti lasci stare qui hai fatto male i tuoi conti!" disse "Adesso ti prenderò a calci in culo!"

Sinistro rise.

"Ah, non sarà necessario, mia cara, non ho intenzione di restare, te l'assicuro. Ormai ho ottenuto ciò che volevo …"

Jean aggrottò le sopracciglia ma un secondo dopo tutto svanì in una nube di fumo e lei si ritrovò, suo malgrado, fuori dalle loro menti.

Una volta fuori, Jean barcollò ma David riuscì a prenderla prima che cadesse a terra.

"Cos'è successo?" chiese Logan, guardando gli altri stesi a terra "Sono svenuti tutti! Cosa gli hai fatto?"

"Nulla" rispose lei scuotendo la testa "Nulla. Aiutatemi a portarli in casa, tra poco si risveglieranno."

David e Logan si scambiarono uno sguardo e annuirono così, mentre Logan prese Ororo tra le braccia, Jean trasportarono Erik, Hank, Raven e Moira con la telecinesi verso il salotto dove, profondamente addormentato su una poltrona, li attendeva Lester.

"Mettiamoli suoi divani" suggerì Jean.

Logan fece distendere Ororo su un divano, Jean posò Erik e Raven su un altro e Moira sul terzo, mentre Hank finì sul soffice tappeto.

"Jean? Puoi spiegarci cosa è successo? Cosa hai visto nelle loro menti?"

Lei scosse la testa.

"Aspettiamo che si sveglino."

Logan annuì, poi si rivolse a David, vederlo gli aveva fatto tornare alla memoria Charles.

"David …" mormorò, posando una mano sulla spalla "Mi dispiace per tuo padre … lui …"

David sembrò non averlo sentito, solo la parola "padre" lo aveva messo in allarme.

"Dov'è?" chiese "Lui dov'è? Dov'è mio padre? Jean?"

Logan aggrottò le sopracciglia.

"Non te l'hanno detto?" chiese "Charles è …"

"È vivo" lo interruppe Jean "Solo … solo non si trova qui, non riesco a percepire la sua mente."

Logan trattenne il fiato per la sorpresa.

"No" la contraddisse ma tremando per l'emozione "Erik mi ha detto che era ferito gravemente!"

"Sì, lo era" disse Jean "Ma a quanto pare ha sviluppato una nuova mutazione. Sinceramente non so come sia accaduto, ma a quanto pare ha acquisito il fattore rigenerante, era ricoperto di sangue ma stava bene. Tu non puoi saperlo perché eri ormai privo di sensi, ma sono successe molte cose e …"

Logan la guardò, sconvolto per quella rivelazione, ma Jean non terminò la frase perché gli altri si stavano riprendendo. Raven si massaggiò la fronte.

"Che mal di testa … cos'è successo? Dove .. ch-che ore sono?"

Jean sospirò, anche gli altri stavano svegliando e sembravano altrettanto confusi.

"Non ricordate nulla?" chiese Logan, che a questo punto era più preoccupato che arrabbiato.

"No" ammise Erik "Nulla."
"L'ultima cosa che ricordo è di essermi svegliato a casa, avevamo portato Charles e Logan che erano feriti e poi … poi non ricordo, credo che sia venuta qui una giornalista la mattina successiva, ma non … non ricordo …"

"Sì!" disse Moira "Aveva un pacco con sé, non ricordo cosa ci fosse dentro …"

Gli occhi di Jean erano lucidi di pianto.

"I vostri ricordi sono ancora lì" mormorò "M-mi dispiace … ma devo farveli vedere. Non dovete sentirvi in colpa per ciò che ricorderete, non eravate in voi …"

Raven iniziò ad ansimare in preda al panico.

"Cosa …"

"Rilassatevi" disse Jean, chiudendo gli occhi.

Non fu difficile per lei sbloccare i loro ricordi, ora che Sinistro non era più lì fu facile averne accesso. Quando riaprì gli occhi li osservò, erano devastati dal senso di colpa.

Raven scoppiò a piangere.

"Come … come ho potuto dirgli quelle cose … come …"

Hank e Erik si scambiarono uno sguardo, entrambi erano annientati dall'angoscia, anche Ororo e Moira piansero silenziosamente, entrambe divorate dall'ansia.

Gli unici che non capivano erano, ovviamente, Logan e David.

"Non capisco" disse Logan, che aveva ormai dimenticato la rabbia nei confronti di Erik, annullata dalla preoccupazione per Charles.

"Ora capisco …" sussurrò Jean "Ho visto Sinistro, nelle vostre menti" spiegò "Mi ha detto di essere riuscito a prenderne il controllo anche grazie a un'amica … credo che fosse la giornalista che avete incontrato stamattina. Non ho idea di chi sia però."

Raven si alzò e andò da Jean.

"Sinistro?" chiese "È stato lui a farci fare questo?"

Jean annuì.

"Questo cosa?" chiese David "Dov'è mio padre?"

Jean si sedette, le sue gambe erano molli come gelatina.

"Sinistro si è impossessato di voi, ha usato ciò che è successo alla fonderia per permettervi di cacciare Charles."

Logan spalancò gli occhi, la sua mascella vibrò mentre lui tentava di mettere insieme i pezzi.

"Loro … Cosa cazzo hanno fatto loro?" chiese mentre la rabbia cresceva nella sua voce.

"Non sono stati loro" disse Jean cercando di placare la sua ira "È stato Sinistro. Nel pacco c'erano i collari inibitori, li hanno usati su me e David perché saremmo stati gli unici sui quali non avrebbe potuto avere controllo. Ci hanno presi alla sprovvista e ci hanno rinchiusi nel sotterraneo, lasciando appena una fessura per farci respirare e cibo a sufficienza per almeno una settimana. Nonostante questo sono grata del fatto che Lester ci abbia trovati." aggiunse guardandolo dormire "Logan, tu sei stato risparmiato perché eri ancora incosciente."

"Poi cos'è successo?" chiese David.

Jean li guardò tutti, uno per uno.

"Hanno atteso che Charles si svegliasse e lo hanno aggredito, lo hanno accusato di cose di cui non era colpevole e lo hanno costretto ad andarsene, Hank è arrivato al punto di spezzargli la colonna vertebrale ma credo che, ovunque sia, stia già bene grazie al suo fattore rigenerante."

Logan annuì mentre l'angoscia gli toglieva il fiato. Raven scoppiò a piangere.

"Cosa avrà pensato di noi?" chiese "Ora ci odierà! Ora …"

"Ora è in pericolo" disse Jean "Sinistro mi ha detto di non avere ragione di restare nelle vostre menti perché ormai aveva ottenuto ciò che voleva."

Hank la guardò.

"Non capisco … perché fare tutto questo?"

Jean sospirò.

"Quando provò ad impossessarsi della mente di Charles per la prima volta lui reagì anche perché eravamo presenti noi. Per un telepate la componente emotiva è molto importante, fondamentale in certi frangenti. Ora Charles è solo, fisicamente ed emotivamente e per di più deve essere anche terribilmente fragile … era ciò che Sinistro voleva …"
Jean nascose il viso tra le mani mentre Raven crollò a terra.

"Ora sarà suo … sarà suo e non potrà opporre resistenza … Charles è riuscito a sopravvivere all'attacco delle Sentinelle ma ora … "

Jean li guardò tutti, uno per uno, tutti sentivano la tensione vibrare nell'aria come elettricità.

"Ora un cazzo!"

Tutti si voltarono, Lester si era svegliato e sembrava abbastanza Lucido, sorrideva compiaciuto.

"Punto primo: mai sottovalutare uno scozzese che beve. Punto secondo: mai sottovalutare Charles Francis Xavier. Ve l'ho già detto ma non guasta ripeterlo. Siete gli X Men, i suoi X Men, ma non lo avete mai davvero capito. Lui non è così debole come pensate voi, dentro di sé ha una determinazione e una forza vitale che raramente ho visto e sono sicuro che spaccherà il culo a Sinistro anche questa volta, anche senza di voi."

Tutti si scambiarono degli sguardi perplessi, non erano del tutto convinti, ma il sorriso di Lester gli aveva dato in qualche modo speranza.

"Piuttosto" disse, guardando la bottiglia ormai vuota "Che ne dite di cercarlo e di provare a salvarlo? Sarà anche forte, ma forse è meglio dargli un aiutino." distolse lo sguardo dalla bottiglia e guardò loro "Che ne dite?"

Charles aprì gli occhi a fatica, si sentiva ancora intontito, l'effetto del sedativo doveva essere stato molto potente perché le tempie gli pulsavano come dopo una sbornia. Era disteso, provò a muoversi ma qualcuno gli aveva legato polsi e caviglie e quando riuscì a mettere a fuoco l'ambiente circostante si rese conto di trovarsi in una sala operatoria.

Prima che potesse parlare sentì dei passi avvicinarsi, erano in tre e uno di loro era bello grosso perché i suoi passi rimbombavano come tuoni.

"Ben svegliato" disse una voce familiare "Mi fa piacere vederti così in forma, dopo tanto tempo, è bello anche che tu abbia finalmente sviluppato il fattore rigenerante, sapevo da anni che si trovava celato nel tuo DNA, se Marko non fosse morto e tua madre non mi avesse impedito di continuare con gli esperimenti su di te probabilmente sarei riuscito a farlo emergere anche prima."

Charles riconobbe immediatamente la sua voce e quando lo vide impallidì: era lui, Sinistro.

L'ex Dottor Milbury avanzò lentamente, la sua pelle grigia era appena illuminata dalla lampada scialitica creando un contrasto netto con il suo abito blu e con il rombo rosso al centro della fronte. Appena dietro di lui Charles riconobbe Scott, che lo aveva sedato nel taxi, e Cain: Scott era immobile, fermo come una statua, Cain sogghignava soddisfatto, felice di potersi vendicare del fratellastro.

"Sei solo, povero piccolo Charles?" chiese Sinistro con la voce di chi si rivolge a un bambino "Non preoccuparti, tra poco le tue sofferenze finiranno."

Charles era spaventato ma non aveva nessuna intenzione di lasciarsi sopraffare da lui, non glielo avrebbe permesso, non dopo tutto ciò che aveva dovuto passare. La realtà era però che si sentiva debole, fisicamente e mentalmete, Sinistro avrebbe avuto pieno accesso alla sua mente e lui, Charles, sarebbe svanito per sempre.

Un pensiero attraversò la sua mente e lui lo seguì d'istinto, senza farsi domande, senza opporre resistenza. Chiuse gli occhi e respirò profondamente, allungando di volta in volta ogni respiro.

Sinistro gli si avvicinò, lo sovrastava con la sua presenza.

"Ti chiedo scusa per l'inconveniente del collare, non è molto elegante ma mi serve per tenere a bada i tuoi poteri, ora sei inerme di fronte a me!" concluse con voce trionfante.

Charles rise come chi è consapevole di aver già vinto.

"Sei patetico" disse "Ora ho capito tutto. Ho capito perché Scott mi ha tradito, c'eri tu dietro!"

Sinistro si voltò verso Scott, il quale restò immobile e inespressivo.

"Sì, esatto." disse e tornò a guardare Charles.

"Lo stesso vale per gli altri" continuò Charles "Loro non mi avrebbero mai cacciato! Non mi avrebbero mai accusato di manipolarli!"

Sinistro scoppiò a ridere.

"Ti ho sottovalutato, ma in effetti avrei dovuto prevedere che ci saresti arrivato. Come ti senti ora? Ti senti più sereno? Più in pace con te stesso ora che sei consapevole che non ti hanno mai realmente voltato le spalle?"

Charles rise ancora, il suo viso era tirato in un ghigno perverso, guardava dritto davanti a sé qualcosa che solo lui poteva vedere.

"Credi che io li voglia perdonare? Credi che il fatto di essere stati sotto il tuo controllo li assolva? No, non posso dimenticare, non posso ignorare il fatto che siano stati deboli a tal punto."

Man mano che parlava il suo volto si faceva sempre più scuro, avvolto da un'aura oscura come la notte. Sinistro socchiuse gli occhi, osservava Charles con sospetto.

"La loro fedeltà nei miei confronti non si è dimostrata abbastanza forte da resistere al tuo attacco mentale, cosa potrei fare di gente così inutile?"

Un altro sorriso spietato sfiorò le sue labbra per un istante, i suoi occhi incontrarono quelli rossi di Sinistro, sfidandolo.

"Se credi che io sia spacciato, hai fatto male i tuoi conti. Mi libererò e tornerò da loro e …"

Sinistro sorrise, compiaciuto dalla piega che stavano prendendo le cose, Scott continuò a non reagire e Cain sogghignò ancora divertito mentre, poco lontano, nell'ombra, due labbra soffici e rosa si incresparono in un sorriso eccitato. Charles esitò, ma solo per un istante, inspirò profondamente e poi mentre le sue labbra si incresparono in una smorfia di disgusto, parlò con voce roca e profonda guardando sempre di fronte a sé.

" …e allora sperimenteranno cos'è la vera paura, desidereranno di morire, li farò soffrire e, solo quando saranno sfiniti … sarà allora che li ucciderò. Uno per uno."