Dopo il processo e la convalida dell'arresto di Hiroshi Amon e la conseguente scarcerazione di Artemisio, in un processo trasmesso in tutta la regione di Unima, Asami aveva deciso, con il benestare dello zio, di diventare un'Allenatrice.

Comincia un nuovo viaggio

I ragazzi, ora in cinque, avevano trascorso la notte in uno dei centri Pokémon di Sciroccopoli. Per Asami, che con il benestare dello zio aveva deciso di diventare un'Allenatrice, era la prima volta che passava la notte fuori dalle sue proprietà. Per la ragazza, dormire in un posto così diverso era stato piuttosto strano, già il solo pensiero di dormire in un letto in cui avevano dormito delle altre persone… per cui aveva chiesto ad Anita di condividere la stanza con lei. La giovane Allenatrice aveva accettato la sua proposta. Almeno Asami avrebbe trascorso la notte in un centro Pokémon in compagnia di un'altra persona, a differenza di Anita che aveva dormito con il Pikachu di Ash. Certo, Pikachu era stato davvero molto carino nei suoi confronti, tanto da vegliare su di lei fino a quando non si era addormentata, ma dormire con un Pokémon era diverso da avere una persona nel letto accanto.

La mattina, i cinque si trovarono nella sala colazione del Centro Pokémon. Davanti a cappuccini e paste, i cinque iniziarono a programmare la loro giornata.

«Sei contenta? Presto anche tu diventerai un'Allenatrice. Hai idea di quale sarà il tuo primo Pokémon? Hai già conosciuto Oshawott e Servine, che è l'evoluzione di Snivy, ti resta solo Tepig, che immagino conoscerai più avanti, magari sarà lui il tuo primo Pokémon?» Carlos si rivolse ad Asami, in tono curioso. Cercò di sorvolare sul fatto che il suo primo Pokémon fosse stato un Eevee. E che sua madre avesse dovuto compilare il documento B65, per consegnare il primo Pokémon a suo figlio. Sapeva anche che o Ash o Serena, in quanto maggiorenni, avrebbero potuto compilare quel modulo e consegnare alla ragazza il suo primo Pokémon, ma lui desiderava che la ragazza ottenesse il suo primo Pokémon in maniera tradizionale.

«Onestamente no, non ho ancora deciso. Ma non voglio avere fretta. So che sto iniziando il mio viaggio un anno dopo gli altri, ma nonostante questo vorrei godermelo.» Rispose la ragazza.

«Prima di tutto contattiamo la Professoressa Aralia.» Esordì Ash. «Non sappiamo se ora ha dei Pokémon, o se deve richiederli. Insomma, sapete come funziona quando un Professore consegna il primo Pokémon ad un Allenatore.» Spiegò.

«Possibile che tu debba sempre rovinare tutto?» Lo riprese Carlos, riprendendo un discorso già avviato altre volte. «Cerco solo di dire le cose come sono.» Gli rispose Ash, mentre manda un messaggio alla professoressa, per chiederle se era disponibile a fare una videochiamata.

«E ricevere il primo Pokémon non basta per partire per il tuo viaggio. Il tuo primo Pokémon sarà il tuo amico per sempre, sarete legati per tutta la vita. Per partire ti servirà anche un buon equipaggiamento. Il viaggio è lungo e può succedere di tutto. Devi sempre essere pronta ad affrontare ogni imprevisto.» Cercò di spiegare Ash.

Imprevisti. Erano forse la cosa che più Asami detestava. Fino al giorno dell'arresto di suo padre, per lei le giornate erano tutte praticamente uguali. Il lunedì e il giovedì frequentava le lezioni di arti marziali, mentre gli altri giorni della settimana, se non era a scuola o in giro con le amiche, sempre costantemente sotto la sorveglianza di Manuel, lo passava a guardare film a casa. Naturalmente solo quelli che suo padre le permetteva di vedere.

Ora, senza tutta quella sorveglianza, nulla poteva impedirle di decidere dove andare o con chi farlo. Se da una parte questo era positivo, dall'altra significava dover accettare la piena responsabilità delle proprie azioni, una cosa non da poco.

«Il laboratorio della Professoressa Aralia si trova a Soffiolieve, è un bel po' lontano da qui. Hai tutto il tempo per decidere.» Carlos tentò di rassicurarla. «Quello è il problema meno grave. Possiamo anche parlarne dopo.» Rispose. «Piuttosto voi siete in quattro. Due di voi sono Allenatori espertissimi. Anche se è la prima volta che viaggiate qui ad Unima, sapete come comportarvi… Carlos e Anita sono molto fortunati a viaggiare con voi.» Asami si complimentò con Ash e Serena, che sorrisero a quelle belle parole. «Vi ho già spiegato cosa vorrei fare da Allenatrice. Aiutare tutti i Pokémon che sono stati vittime del Team Plasma.» Esordì la ragazza. «Quindi non lotterai in palestra e non ti dedicherai ai Varietà?» Le chiese Carlos, incuriosito. «Non saprei. Ormai ho avuto prova di quanto le lotte siano affascinanti, per cui non vedo perché non possa anche sfidare le palestre.» Gli rispose la ragazza. «Ti posso assicurare che i Capipalestra sono davvero degli Allenatori molto forti. Ho perso la mia prima lotta in palestra e stavo per mollare tutto.» Le spiegò Anita. «Ma per fortuna ti abbiamo convinta a continuare.» Le si aggiunse Ash. La giovane Allenatrice si limitò a sorridere.

«Pastor lavora ancora per te.» Propose Carlos. Asami annuì. «Sì, certo, però vorrei viaggiare per Unima a piedi, come voi. E dormire nei Centri Pokémon, come voi e tutti gli altri Allenatori. Non voglio essere diversa dagli altri.» I quattro sorrisero alle parole dell'amica. Parole che coglievano in pieno lo spirito del viaggio Pokémon.

«Io lo dicevo solamente per poterti accompagnare a Soffiolieve. Il laboratorio della Professoressa Aralia si trova lì. Dato che sarà lei a consegnarti il tuo primo Pokémon.» Le spiegò Carlos. «Beh… si posso anche chiedergli di accompagnarci, ma ve l'ho detto. Vorrei viaggiare per Unima come un'Allenatrice qualsiasi. Come vi ho detto, dormendo nei centri Pokémon e cercando di aiutare tutti i Pokémon liberati dal Team Plasma. E impedire loro di continuare con le loro attività criminali.»

«Però non sempre riuscirai a dormire nel letto di un centro Pokémon.» La fermò Ash. «Per ora non c'è ancora capitato, ma potrà capitare di passare anche delle notti in tenda.» Le spiegò. «Sembra davvero affascinante!» Rispose Asami, che, ben presto si rese conto di un piccolo inconveniente: «Ma io non ho né una tenda né un sacco a pelo.» Ash le fece un piccolo cenno con la mano, quasi a frenarla. «Non è un problema. Qui a Sciroccopoli è pieno di negozi, troverai sicuramente quello che cerchi.» Carlos si intromise nella conversazione: «E non solo ti capiterà di dormire all'addiaccio. Dovrai anche prepararti da mangiare.» L'espressione di Asami mutò, diventando un po' meno entusiasta. «Io non ho mai cucinato in vita mia. Sarei capace di dar fuoco alla cucina cercando di preparare un piatto di pasta!» Ad Ash scappò una risata. «Sei in buona compagnia!» Le rispose. «Quello non è un problema.» Carlos la rassicurò in un tono quasi eroico. «Posso insegnarti a cucinare qualcosa. Sai, prima di partire con loro e diventare il loro chef personale, lavoravo in cucina alla palestra di Levantopoli. Che è anche la Palestra più vicina a Soffiolieve.» Spiegò Carlos. «Te ne sarei grata.» Gli rispose Asami. «Magari io potrei insegnarti a preparare i Poké Bignè.» Le propose Serena. «Sono dei dolci tipici della regione di Kalos. Piacciono sia alle persone che ai Pokémon.» Spiegò. «Si, mi sembra una buona idea.» Asami sembrava entusiasta di quella proposta. «Allora possiamo iniziare. La Professoressa Aralia mi ha detto che è disponibile, possiamo contattarla. Anzi, ha scritto che è molto contenta di vederci.»

Asami si alzò di scatto: «Non voglio favori. Se per ricevere il mio primo Pokémon, lo sto togliendo a qualcun altro, allora posso aspettare.» Ash le rispose immediatamente. «No, non le ho detto nulla. Le ho solo chiesto se potevamo sentirci in videochiamata. Non ho parlato di te.» Asami fece cenno di aver capito. «Scusa. Me la sono presa per nulla.» La ragazza fece un piccolo inchino. «Ora però andiamo. I dispositivi per le videochiamate sono qua vicino.» Li indicò Ash.

I cinque si avvicinarono al dispositivo, un ampio monitor provvisto di una telecamera e di un microfono, oltre che degli altoparlanti.

Il software del dispositivo era molto semplice da utilizzare, richiedeva solamente quale tipo di chiamata si sarebbe dovuto

effettuare e quindi di indicare l'identificativo di chi si voleva chiamare. Ash avviò il dispositivo e compose l'identificativo della Professoressa. Avrebbe dovuto semplicemente copiarlo dai messaggi.

Pochi istanti dopo, apparve sullo schermo una donna Sullo schermo del computer apparve il volto di una donna di circa

quarant'anni. Aveva i capelli castano chiaro, raccolti in una strana pettinatura e degli occhi verde chiaro. Indossava degli

orecchini rossi, di forma quadrata. Era vestita in borghese, in quel momento. Anche se dall'inquadratura si poteva notare unicamente la sua camicia a fiori.

«Oh! Salve ragazzi! Non ci sentiamo da un bel po' di tempo! Vedo che vi siete fatti degli amici! Come sta andando il vostro viaggio?» La donna si fermò prima di fare troppe domande.

«Piacere di conoscerla! Io mi chiamo Carlos, sono un Allenatore di Levantopoli. Forse si ricorderà di mia madre, June. Aveva compilato il documento B65…» La donna fece mente locale per alcuni istanti. «Oh! Si, certo che mi ricordo di lei. Come sta ora il tuo Eevee, ora?» Chiese. «È davvero in ottima forma! Si è anche evoluto in Umbreon.» Raccontò. «Sono molto felice di questo. Eevee si evolve in Umbreon solo quando stringe con il suo Allenatore un legame molto forte. Sai, ero un po' titubante sul firmare la delega, ma sapendo che Eevee ha stretto con te un legame così forte da evolversi, ho capito di aver fatto la scelta giusta.» Rispose. «Scusa se sono indiscreta, ma come hai conosciuto Ash e gli altri?» Chiese poco dopo. «Prima di iniziare a viaggiare con loro, lavoravo come assistente nella Palestra della città. Il mio obiettivo è quello di diventare un Allenatore migliore.» Il ragazzo parlò un po' di sé.

«Interessante!» Rispose la Professoressa, anche se, in quel momento, la sua attenzione si era rivolta ad altro. «Quegli occhi! Ditemi che non è vero! Tu sei la figlia di Kara, l'intrepida soccorritrice di Pokémon. Prima di quel tragico incidente in cui perse la vita, condivideva sempre con me i risultati delle sue ricerche. Curando i Pokémon sul campo, non era raro che scoprisse dei Pokémon con delle forme particolari o dei comportamenti di cui non avevamo idea fino a quel momento. Lei aveva degli occhi stupendi, e tu hai proprio quegli stessi occhi!» Asami si sentì un po' a disagio a sentire quelle parole. «Si… mia madre si chiamava Kara, ma di lei non so molto. È morta quando avevo quattro anni, a causa di un Pokémon che l'ha scambiata per una dei suoi carnefici.» Rispose la ragazza. «Perdonami. Non volevo evocare in te dei brutti ricordi.» Rispose la Professoressa. «Non fa nulla, si figuri.» Rispose la ragazza. «Ho saputo che tuo padre è stato arrestato per aver collaborato con il Team Plasma. Sono felice di vedere che tu non hai a che fare con loro.» Asami si limitò a sorridere. «A proposito di questo… fino a quando mio padre non è stato arrestato, ha cercato in ogni modo di impedirmi di avere a che fare con i Pokémon. Non mi ha permesso neanche di toccarne uno. Aveva un'opinione molto negativa degli Allenatori, dopo quello che era successo alla mamma.» Cercò di spiegare la ragazza. «Ho capito. E ora che tuo padre è in carcere, vorresti diventare un'Allenatrice come loro?» Chiese la donna. Asami si limitò a confermare con un piccolo gesto del capo. «Fai bene. Anche perché, sono sicura che avresti fatto lo stesso anche se non avessero arrestato tuo padre. So bene che più tieni qualcuno ingabbiato, più lo spingi a scappare.» Rispose la Professoressa. «E sei anche fortunata. Questo pomeriggio, o al più tardi domani mattina, arriveranno due aspiranti Allenatori che dovranno scegliere il loro primo Pokémon. Magari posso fartene scegliere uno prima di loro.» Asami fece un piccolo cenno di no con la testa. «Questo non lo posso accettare. Non voglio privarli della possibilità di scegliere. Mi accontenterò di allenare il Pokémon che resta.» La professoressa si limitò ad annuire. «Come preferisci.» Rispose, prima di rivolgersi ad Anita.

«Dimmi un po', Anita, come va con le lotte? Sei riuscita a vincere delle medaglie?» Anita estrasse il suo portamedaglie dalla borsa, per mostrarlo alla donna. «Ecco qui. Fino ad ora abbiamo vinto due medaglie. Ho catturato una Lillipup che si è evoluta in Herdier, una Vivillon e una Sewaddle.» Rispose la ragazza. «Di che forma è la tua Vivillon?» Chiese la donna. «Eccola qui! La sua forma è motivo Marino.» La ragazza la fece uscire dalla Poké Ball. «È davvero bellissima!» Si complimentò la Professoressa. Poco dopo, la donna si rivolse ad Ash «Dimmi un po'... Ash… Anita è una brava allieva?» Il nativo di Kanto le rispose con un sorriso. «Sta facendo davvero degli ottimi progressi. È una ragazza molto intelligente e impara molto in fretta. Certo ogni tanto si butta giù quando le cose vanno male.» Anita si sentì lusingata da quei complimenti. Accettò anche il piccolo rimprovero. La professoressa cambiò di nuovo argomento: «E te, Serena, come sta andando con i Varietà?» La nativa di Kalos mutò espressione. «Prima che i Varietà venissero sospesi, a causa di quell'attentato, io e i miei Pokémon siamo riusciti a vincere solo una chiave della principessa. Ora riprenderanno regolarmente. Anche se ci saranno molti controlli per il pubblico. Ci siamo comunque tenuti in allenamento, per cui speriamo di fare bene.» Rispose. «Molto bene. Sono felice di vedere che siete diventati un gruppo affiatato e che state riuscendo nei vostri obiettivi. Per il resto, Asami, ti aspetto nel mio laboratorio. E se volete venire pure voi, sarò felice di accogliervi.» Terminate le questioni più importanti, Ash poté finalmente fare una domanda che aveva in mente da un po': «Posso sapere cos'è questo documento B65? Sembra qualcosa di davvero complicato…» Il ragazzo si grattò la testa. «In realtà non è nulla di speciale. È un documento che permette a qualcuno di maggiorenne di consegnare il suo primo Pokémon ad un aspirante Allenatore. In questo caso basta solamente compilare questo modulo e consegnarlo a me o all'infermiera Joy. Immagino lo sappiate, che dopo la sentenza Amon, il governo ha stabilito che nessuno può impedire ad un aspirante Allenatore di farlo. Ora scusate, ma è meglio che mi rimetta a lavoro, ci vediamo più tardi!» Li salutò. «Arrivederci!» La salutarono.

Terminata la chiamata, i cinque uscirono dal Centro Pokémon, salutando cordialmente l'Infermiera. Appena usciti dall'edificio, il gruppo si mise immediatamente all'opera. «Dunque… da cosa cominciamo?» Chiese Asami, che, dopo la piccola parentesi con Ash, aveva recuperato tutto l'entusiasmo. «Potremo cominciare comprando tutto quello che ti servirà per il tuo viaggio.» Propose Carlos. «Dato che ti servirà un bel po' di materiale, potremmo separarci, almeno così finiamo prima di pranzo.» Si aggiunse Serena. «Io e Ash possiamo andare a comprare qualcosa da mangiare, magari compriamo anche gli ingredienti per i Poké Bignè, così ti insegno a prepararli.» Propose. «Mi sembra una buona idea!» Rispose Asami.

Il gruppo si divise in due. Ash, Serena e Pikachu si diressero a comprare gli ingredienti per i Poké Bigné, mentre Anita, Carlos e Asami si diressero verso la zona commerciale della città.

Come per Austropoli, anche a Sciroccopoli vi era un efficiente sistema di trasporti pubblici, che permettevano di spostarsi in ogni parte della città in tempi relativamente brevi e a ottimi prezzi.

La linea per il mercato cittadino era la linea LB, mentre quella per la zona commerciale era la TX. I due pullman passavano sui due lati opposti della strada, per cui Ash e Serena avrebbero dovuto attraversare.

«Quindi… normalmente… in città voi vi spostate così?» Asami, abituata a viaggiare scortata dal suo autista personale, indicò il grosso pullman che si fermava poco distante da loro. Dando uno sguardo all'interno, era evidente quanto fosse affollato. «Forse è meglio prendere il prossimo.» Propose Carlos.

Ash e Serena furono più fortunati. Il pullman che avrebbero dovuto prendere era quasi completamente vuoto. Contrariamente ai mezzi di Austropoli, i colori della livrea erano il bianco e il rosso. Una volta saliti a bordo, avrebbero dovuto attendere svariate fermate, prima di raggiungere il mercato.

A circa metà percorso, Serena chiamò la fermata, scatenando la curiosità di Ash. «Perché scendiamo qui? Il mercato è ancora lontano, cosa ci facciamo qui?» «Alcuni ingredienti dobbiamo comprarli in negozio. Per esempio le uova, la farina e il burro. Gli altri ingredienti li compriamo al mercato, dove sono più freschi.» Spiegò la ragazza. «Va bene.» Rispose Ash.

Poco dopo il pullman si fermò e Ash e Serena scesero dal mezzo, raggiungendo, in breve tempo, uno dei pochi supermercati di quella zona della città.

Il supermercato, uno dei tanti della catena Redson, era incastonato in uno dei condomini del quartiere. Le ampie finestre erano state coperte da delle stampe con immagini di pane e verdure.

Oltre a questo, alcuni cartelloni che riportavano le offerte del giorno. Offerte che, però, riguardavano dei prodotti che ai due non interessavano.

Appena entrati in negozio, i due si diressero rapidamente nel reparto dedicato agli ingredienti per prodotti dolciari, presero due pacchi di farina e altrettanti di zucchero, oltre a due confezioni di uova e mezzo chilo di burro.

«Dovrebbero bastare.» Commentò Serena, dopo aver caricato il carrellino. I due andarono a pagare e uscirono dal negozio.

«Ora possiamo andare a prendere la frutta al mercato.» Propose Serena.

I due dovettero aspettare alcuni minuti prima di prendere il pullman, finalmente in direzione del mercato. Come la volta

precedente, il mezzo non era molto affollato. Dopo alcune fermate, i due giunsero finalmente alla loro destinazione.

Il mercato alimentare si trovava in uno dei quartieri popolari della città, quel tipo di quartieri che solitamente vengono quasi completamente ignorati da parte delle persone che passano in città unicamente per visitarla.

Dopo svariate fermate, finalmente, i due giunsero alla loro destinazione. Dando un rapido sguardo agli edifici scalcinati e ricolmi di svariati graffiti, era subito chiaro il basso tenore di quel quartiere. Su di un lato della strada, svariate vecchie auto ammaccate e malmesse. Probabilmente l'auto più giovane aveva almeno trent'anni.

Appena scesero dal pullman, Ash e Pikachu si misero immediatamente in guardia. Quel quartiere non gli ispirava per nulla. Il rischio di essere aggrediti era notevole, e bisognava essere pronti ad ogni evenienza.

«Cerchiamo di stare il più vicini possibile. Questo posto non mi piace affatto.» Commentò Serena. «Hai ragione, meglio stare vicini.» Le rispose Ash. Quasi istantaneamente, la ragazza si avvicinò ancora di più ad Ash, prendendolo praticamente a braccetto.

Il mercato della città, si trovava in un'ampia piazza, ricolma di bancarelle e furgoni, la maggior parte dei quali presentavano dei segni di numerose battaglie. Ogni bancarella era ricolma di ogni tipo di oggetto possibile ed immaginabile.

Fra bancarelle che vendevano oggetti per la casa, quelle che vendevano dei giocattoli di dubbia provenienza, e quelli che vendevano dei pezzi d'arredo di dubbio gusto, c'era quasi da perdersi.

Non mancavano nemmeno i venditori di accessori per i Pokémon, che vendevano degli accessori di moda, spesso e volentieri imitazioni di accessori di marche famose. Prima di raggiungere la zona dedicata agli alimentari, i due dovettero

anche superare diverse bancarelle che vendevano vestiti, anch'essi imitazioni di marche famose. Nulla di interessante per

Loro. Prima ancora di raggiungere la zona dedicata agli alimentari, entrambi si accorsero di qualcosa che non andava. Un enorme gruppo di persone raggruppate tutte intorno ai banconi.

Nessuno, tuttavia, sembrava essere particolarmente interessato a comprare. Sembravano piuttosto essere interessati a qualcosa attorno ai banconi in cui erano esposti frutta e verdura.

«Mi chiedo se questa volta riescano ad acchiapparla!» Commentò uno dei presenti. «Secondo me la farà franca, come al solito.» Rispose un altro. «Ecco! Guardate, sta per uscire!» Una terza persona indicò una pila di mele, che lentamente stava iniziando a muoversi. Nel frattempo, Ash si avvicinò a quel gruppo di persone, lasciando Serena ad alcuni passi di distanza.

«Mi scusi, ma cosa sta succedendo?» Ash si rivolse ad uno dei presenti, che, da alcuni istanti stava osservando quella pila di mele smuoversi. A rispondere al ragazzo un uomo sulla settantina, dai capelli grigi e dalla lunga barba. Era di costituzione piuttosto robusta ed era alto almeno un metro e ottantacinque. Indossava una camicia bianca a righe azzurre e dei pantaloni in vellutino. Ai piedi delle scarpe in pelle marrone.

«Devi essere nuovo da queste parti.» Esordì l'uomo. «Da qualche tempo, ogni giorno, qui al mercato, i commercianti combattono contro una Pokémon che mangia la frutta esposta e che fa perdere un sacco di soldi. Ci hanno provato in tutti i modi a farla scappare, ma non ha funzionato nulla. Sono anche riusciti ad intrappolarla e a portarla in qualche bosco qui vicino, dove vive una colonia di suoi simili, ma niente da fare! Tempo due o tre giorni, ed eccola di nuovo qui!» Raccontò.

Pochi istanti dopo, da quella pila di mele fece capolino una testolina rotonda, principalmente bianca, sormontata da due grandi orecchie nere. I suoi occhi neri erano incastonati come gioielli nella parte frontale, e poco sotto due guance gialle e rotonde. «Emo!» Gridò prima di afferrare una mela e di addentarla.

«Prendetela!» Gridò la proprietaria della bancarella, una donna sulla cinquantina, dai capelli rossi, stretti in una coda. I suoi occhi erano dello stesso colore dei capelli. Indossava un grembiule che le proteggeva parzialmente i vestiti.

Gran parte dei presenti tentò di buttasi contro quella pila di frutta. Ma prima che potessero farlo, la Pokémon spiccò un salto, per poi appendersi ad una delle sbarre metalliche che tenevano sollevata la tela che ombreggiava il banco. Poco dopo, la piccola Pokémon, simile ad un piccolo scoiattolo. Il suo pelo era prevalentemente bianco, tranne per il dorso e per la testa, a eccezione della faccia. La coda e le orecchie, invece, erano nere. La fronte aveva due strisce appuntite nere molto corte, la coda pelosa aveva la forma di un fulmine. Le orecchie erano tonde con la parte interna gialla nella parte più esterna e bianca in quella più interna. Le sue guance erano gialle. Avava, inoltre ha un minuscolo nasino nero e grandi occhi dello stesso colore. Le zampe posteriori non avevano dita visibili, mentre quelle anteriori ne avevano tre. Dagli arti anteriori partiva una membrana gialla nella parte anteriore e nera in quella posteriore. La Pokémon aveva rapidamente raggiunto la tela, e stava per saltare, in modo da prendere lo slancio e poter planare, mentre ancora teneva una mela parzialmente mangiata.

Serena, che era rimasta un pochino in disparte, analizzò quella Pokémon con la funzione Pokédex del suo Smart Rotom: «Emolga. Pokémon. Petauro. Tipi Elettro e Volante. Esemplare femmina. Si serve della membrana simile a un mantello per planare. Emana scariche elettriche che possono colpire nemici e alleati. Mosse conosciute: Fascino, Energisfera, Codacciaio, Ondashock.»

Nel mentre, Anita, Carlos e Asami erano saliti a bordo del secondo pullman della linea TX. Contrariamente a quello precedente, l'autobus non era affollato. Vi erano anche dei posti liberi. Certo, uno di loro avrebbe dovuto sacrificarsi, viaggiando contromarcia.

Carlos sprintò come un centometrista, in modo da accaparrarsi il posto in senso di marcia, riservando ad Asami quello accanto a lui, condannando Anita a sedersi contromarcia.

Anche per loro il viaggio sarebbe stato di diverse fermate. La loro tappa era il centro commerciale "I Flamigo" uno dei più importanti centri commerciali della città.

Dopo una quindicina di fermate, finalmente il pullman raggiunse la destinazione. Aveva appena superato un edificio in mattoni rossi e uno realizzato in acciaio e vetro.

La loro fermata era davanti ad un lato dell'edificio che ospitava il centro commerciale. Un enorme prefabbricato di due piani, dipinto di rosa.

La prima cosa che saltava all'occhio era il logo di una famosissima catena di fast food,un ristorante della stessa catena dove Anita aveva pranzato la prima volta con Ash e Serena. Poco di lato, in una sorta di rientranza, una porta automatica in metallo e vetro. Sulla porta vi era un grosso adesivo che rappresentava proprio il Pokémon Sincronia.

Carlos e le ragazze entrarono all'interno del centro commerciale. Appena entrati, vennero immediatamente accolti da un odore misto tra il cibo servito nei diversi ristoranti e i profumi dei prodotti utilizzati per la pulizia.

Per il resto, il centro commerciale si presentava come un lunghissimo andito, con i diversi negozi disposti ai lati. Guardando verso l'alto, oltre ai balconi del piano superiore che davano sull'interno, era possibile scorgere il tetto in vetro, che rendeva estremamente luminoso l'interno, anche senza ricorrere all'illuminazione artificiale. Appesi al soffitto vi erano anche dei modellini di aerei, realizzati in cartone.

Nella parte iniziale dello stesso vi erano diversi ristoranti, principalmente dei fast food, ma non mancavano anche dei

ristoranti dal ritmo più tranquillo. Poco più lontano, dei bar/caffetterie.

Terminata la parte dedicata alla ristorazione, cominciò quella dedicata ai negozi di vestiti e accessori. Appena scorto il

primo di essi, gli occhi di Asami si illuminarono. «Se devo iniziare il mio viaggio, immagino mi serviranno dei vestiti da viaggio… un po' come i tuoi. Magari puoi darmi una mano a scegliere qualcosa.» La ragazza si rivolse ad Anita. «Beh… si… posso provare, ma non sono molto esperta in questo.» Rispose, in leggero imbarazzo. Carlos sospirò. Sapeva già che

sarebbe diventato il loro facchino.

«Sai? Questa è la prima volta che faccio shopping senza qualcuno che mi stia con il fiato sul collo. Le altre volte, Manuel mi spingeva sempre a fare in fretta. Ora so che con voi non ho di questi problemi.» Carlos deglutì rumorosamente. Quella sessione di shopping sarebbe stata eterna.

Asami trascinò Anita dentro uno di quei negozi, che appariva simile a tanti altri. La porta d'ingresso era al centro, mentre ai lati c'erano due vetrine su cui erano esposti dei manichini, tre a destra e tre a sinistra. Tre manichini erano manichini di corpi femminili, tre di corpi maschili, vestiti con degli abiti dal taglio sportivo. «Questo dovrebbe essere il posto giusto.» Commentò Asami. Anita non rispose, venendo trascinata all'interno del piccolo locale.

Carlos si sentì costretto ad inseguirle. Il negozio, dalla piccola metratura, sembrava quasi soffocare chiunque osasse entrare. L'ambiente era veramente poco illuminato, e le decine e decine di capi d'abbigliamento, che contribuivano a rendere l'ambiente quasi soffocante.

Al centro del piccolo negozio un tavolo su cui erano posizionate numerose magliette e diverse paia di jeans. Sugli espositori, dietro ai manichini femminili, oltre a degli altri pantaloni, sia in jeans che canadesi, erano esposte anche delle gonne di diversa lunghezza. Su un altro espositore vi erano poi delle giacche e su un ultimo anche delle camicie.

Dato che c'era, anche Carlos decise di comprare qualcosa per sé, controllando se, nello scarno reparto maschile ci fosse

qualcosa di suo gradimento.

«Posso darvi una mano?» Una voce femminile fece trasalire le ragazze, che avevano appena fatto in tempo ad avvicinarsi al tavolo su cui erano esposte le magliette. Anita e Asami si girarono, colte di sorpresa.

Dietro di loro si palesò una ragazza che poteva avere al massimo cinque o sei anni più grande di loro. Indossava una camicia

bianca e una gonna nera. Su entrambe era cucita la faccia di un Minccino. Era poco più alta di Serena. Aveva dei lunghi capelli biondi legati molto stretti. Aveva gli occhi azzurri, come Serena. Indossava anche dei piccoli orecchini e un rossetto rosso. «Beh… ecco… stavo cercando qualche vestito da viaggio.» Rispose Asami, abbastanza sorpresa. «Mi stava dando una mano la mia amica, ma si, va bene.» Aggiunse poco dopo.

«Quindi ti stai preparando per il tuo viaggio?» Chiese la commessa, rivolgendosi alla ragazza coi capelli neri. «Si. A dire il vero non ho ancora ricevuto il mio primo Pokémon, ma vorrei essere pronta quando sarà il momento.» Asami tirò un sospiro di sollievo. Per fortuna non era stata riconosciuta.

«Mi sembri una ragazza molto elegante, con un bel portamento e un bel fisico, potresti indossare qualsiasi cosa e ti andrebbe bene comunque.» Si complimentò la commessa, facendo arrossire leggermente Asami. «Pensavo a qualcosa di semplice e sportivo… qualcosa da viaggio.» Asami cercò di spiegarsi. La commessa prese alcune magliette dal mucchio.

Erano delle magliette molto semplici, in cotone.

Avevano delle stampe di svariato tipo. Alcune erano delle scritte, altre avevano, invece delle stampe. Asami ne prese alcune, senza badare troppo alle stampe o alle scritte. Comprò anche dei pantaloni e alcune gonne.

Appena concluso con i vestiti, affidati a Carlos, che, come temuto, si ritrovò a fare il facchino. Per fortuna aveva con sé il carrello. Nel mentre, le ragazze si diressero verso i negozi di scarpe. Carlos, come la volta precedente, decise di aspettare le due ragazze fuori dal negozio.

Come il precedente negozio, anche il negozio di scarpe era piuttosto piccolo e affollato di scatole e ripiani di vario tipo. Un paio di pouf permettevano di sedersi e di provare le scarpe.

Per fortuna del ragazzo, le amiche non ci misero troppo a scegliere delle scarpe adatte. Anche queste ultime erano delle scarpe dal taglio comodo e sportivo.

Comprate anche le scarpe, finalmente, i tre si diressero verso il negozio "PriSMart" il negozio più grande ed importante del centro commerciale.

Era un negozio in cui poteva essere trovato di tutto, dagli alimentari ai vestiti, passando per ogni dispositivo tecnologico possibile. Naturalmente non mancavano gli accessori per Pokémon e Allenatori, oltre a tutto quello che poteva servire ad un Allenatore per iniziare il suo viaggio.

La situazione per Ash e Serena, era cambiata di colpo, sia loro che Pikachu avevano rischiato di venire travolti dalla folla che stava tentando in ogni modo di catturare quella piccola Pokémon, che si era appena librata in aria, mentre continuava a mangiare quella mela che aveva appena rubato.

Appena terminato di mangiare, la Pokémon si buttò a capofitto in un altro mucchio di frutta, questa volta delle ciliegie. La Pokémon si era lanciata all'interno di quell'enorme mucchio di frutti rossi e aveva cominciato a divorarne una grande quantità. Adorava il loro sapore.

Una volta soddisfatta, come la volta precedente, era uscita dal grande mucchio di frutta e si era arrampicata, non senza difficoltà, su una delle sbarre metalliche che sorreggeva la tela che ombreggiava il bancone.

Come la volta precedente, la Pokémon tentò di saltare di nuovo sulla copertura e di lanciarsi su di un terzo bancone, su cui erano, invece, esposte delle albicocche.

Serena, nel frattempo, si era allontanata dalla folla. Non voleva essere nuovamente travolta.

Ash, invece, si era unito alla folla, cercando di aiutarli a catturare quella ladra. Sapeva che, per un Pokémon selvatico, per sopravvivere dovesse trovare degli escamotage per sopravvivere.

D'altra parte, sapeva che Emolga era un Pokémon che di solito viveva nei boschi e che si nutriva principalmente di frutta, per questo motivo Ash quasi ne giustificava la sua presenza in un luogo dove era presente così tanto cibo.

Nel mentre la Pokémon aveva iniziato a sparare dalla bocca i diversi semi delle ciliegie che aveva mangiato. La gran parte dei semi vennero sparati addosso ad una sola persona, nelle prime file.

Era un uomo sulla cinquantina, alto circa un metro e settantacinque, piuttosto corpulento. Era completamente calvo e sbarbato. Indossava una polo bianca a strisce e dei jeans.

Improvvisamente, la vittima di quello scherzo tirò fuori dal suo borsello una sorta di oggetto metallico, che rifletteva la luce del sole. Ad Ash li ci vollero alcuni istanti per capire cosa avesse in mano quell'uomo. Era una pistola. «A mali estremi… » Iniziò a dire l'uomo, intenzionato a farsi giustizia da solo.

«Non possiamo permetterglielo! Pikachu! Impedisci a quel signore di ammazzare quel Pokémon con Codacciaio!» Il Pokémon Topo spiccò un salto, mentre la sua coda si illuminava di una luce bianca.

L'omaccione venne colpito in piena schiena, e cadde a terra, con l'arma da fuoco caduta a diversi metri di distanza da lui. «Non le sembra di aver esagerato? Ammazzare un Pokémon per uno scherzo del genere?» Lo riprese Ash.

«E a te non ti sembra di aver esagerato? Chiedere al tuo Pokémon di colpirmi? Mi sembra che la lingua non ti manchi.» Lo riprese l'uomo a sua volta. «Se mi sono rotto qualcosa, la pagherai! E poi? Hai delle altre soluzioni? quel Pokémon fa perdere una valanga di soldi ai commercianti! Mi avrebbero visto come l'eroe che ha salvato il mercato da quella

seccatura.» Ash gli rispose a tono: «No, l'avrebbero vista come una persona che ha ucciso un Pokémon che cercava solo di

sopravvivere.» L'uomo, che nel frattempo stava cercando di rialzarsi, rispose a sua volta. «E tu, che soluzione avresti? E non

dirmi che basterebbe riportarla nel bosco qui vicino, perché non funziona. Ci abbiamo tentato tante di quelle volte che…» Spiegò l'uomo. «Vedrà che troveremo il modo. Secondo il Pokédex Emolga è un Pokémon abbastanza schivo. Lei sembra

non abbia paura delle persone.» Gli rispose Ash. «E con questo? Non giustifica il suo comportamento» Rispose l'uomo.

Nel frattempo, Carlos e le ragazze erano appena entrati da PriSMart, il negozio più grande di tutto il centro commerciale. «Dobbiamo fare diversi acquisti.» esordì Carlos. «Per cui pensavo che potremmo dividerci, per trovare più in fretta quel che ci serve. Una volta fatto ci vediamo vicino alle casse. Che ne dite?» Propose.

«Mi sembra una buona idea. Io e Anita andiamo a comprare le tende e i sacchi a pelo.» Rispose Asami. «Mi sembra un'ottima idea. Io mi occupo di comprare qualcosa da mangiare. Così magari posso insegnarti a cucinare qualcosa.» Le rispose Carlos a sua volta. «Va bene.» Rispose la ragazza, mentre iniziava ad incamminarsi nel reparto dedicato al campeggio e agli accessori affini.

Carlos fece marcia indietro, tornando all'esterno del centro commerciale, per prendere un secondo carrello. Aveva, infatti, affidato il carrello coi vestiti alle ragazze e non aveva voglia di portare a mano tutto quello che aveva preventivato di comprare.

Tornato in negozio, il ragazzo si precipitò immediatamente nel reparto dedicato agli alimentari, il vanto della catena. Una grandissima varietà di prodotti alimentari di ogni tipo e di ogni parte del mondo.

Oltre ai prodotti confezionati, non mancavano quelli freschi, i quali presentavano, a loro volta, una grandissima varietà e degli ottimi prezzi.

Il ragazzo cominciò le sue spese a partire dal reparto ortofrutta, dove iniziò ad imbustare vegetali di vario genere. Nei suoi piani, il ragazzo avrebbe preparato diversi assaggi di vari piatti. "Assaggi" per modo di dire, considerando l'appetito di Ash.

Mentre Carlos svaligiava il reparto alimentari, le ragazze si stavano dedicando a comprare gli accessori per il campeggio. Avevano già messo nel loro carrello un grosso zaino, un fornello a gas portatile e due bombolette di gas da campeggio.

Appena le due si erano avvicinati ad una delle tende esposte.

«Posso darvi una mano?» Questa volta, le due ragazze non si fecero cogliere di sorpresa dal commesso, un uomo sulla trentina dai capelli biondi e dagli occhi verdi.

Indossava una maglietta arancione con il logo del supermercato cucito sopra e dei pantaloni grigi. Ai piedi delle scarpe da lavoro. «Stavamo cercando una tenda, dovrei partire per il mio viaggio Pokémon e…» Cercò di spiegare Asami. «Ho capito.» Rispose il commesso. «Seguitemi…» Le invitò. «Lasciate perdere questa.» L'uomo indicò la tenda che le due ragazze avevano adocchiato. Era realizzata in una sottile tela blu.

«È un giocattolino. Solitamente le vendiamo ai bambini che vogliono giocare ai nativi di Unima. Per gli utilizzi più seri abbiamo altra merce. Vedo che con i fornelli e le bombolette avete fatto un'ottima scelta.» Spiegò, nel mentre.

Poco dopo l'uomo prese una grossa scatola, con stampata la foto di una tenda, rosa e azzurra. «Questo è il miglior prodotto possibile. È realizzata con dei materiali militari, che uniscono leggerezza e resistenza.» Spiegò. «È a due posti, per cui starete davvero comode.» Aggiunse poco dopo.

«Ecco… veramente… io viaggerò da sola.» Gli rispose Asami. «Metti caso che ti farai qualche amica, durante il tuo viaggio… cosa fai? Le dici di comprarsi la sua tenda? Almeno così potrete dormire insieme! E poi di questi modelli un po' più seri abbiamo solo tende a due posti.» Il commesso tentò di mettere in piedi una giustificazione.

«E va bene! La prendo!» Asami stava iniziando a stufarsi di quel venditore molesto. Quasi non fece in tempo a terminare la frase che l'uomo aveva caricato nel carrello anche due sacchi a pelo. «Sui sacchi a pelo abbiamo una promozione. Se ne prendi due, il secondo lo paghi la metà. Ho pensato che potesse essere conveniente, soprattutto con una tenda a due posti.» Spiegò il commesso. Asami stava iniziando ad esasperarsi. Se comprare quella tenda e quei sacchi a pelo l'avrebbe fatto allontanare, gli avrebbe comprati. «Vi serve ancora aiuto?» Chiese. «No. Siamo a posto.» Rispose Asami. Per fortuna le pentole, le padelle, i piatti e tutto il resto erano da tutt'altra parte.

«Il ragazzo ha ragione!» Una delle vittime di Emolga, una signora di circa sessant'anni, dai capelli grigi e dagli occhi castani, prese le difese di Ash. «È vero, Emolga mangia la nostra frutta, ma non ha mai fatto male a nessuno. Solo qualche scherzetto, come con i semi…» L'uomo che aveva tentato di uccidere Emolga, intanto, non aveva ancora digerito né lo scherzo né la reazione di Ash e Pikachu.

«Emolga vive qui da diverso tempo, ma si comporta così da un anno e mezzo o due al massimo.» La donna iniziò a raccontare, mentre Ash e Serena, che nel frattempo si erano ricongiunti, si avvicinarono al suo bancone. «Vedete… Emolga era il Pokémon di uno degli storici venditori del mercato. Il signor Vladimiros. Era uno dei venditori più popolari del mercato. Un signore anziano ed estremamente disponibile. Io l'ho sempre conosciuto, lavorava qui ancora prima che aprissi la mia bancarella, e io sono qui da oltre trent'anni.» L'uomo guardò la venditrice con aria annoiata. «E con questo? Ora Vlad è morto. E nessuno si è mai degnato di prendersi cura di Emolga.» la venditrice scosse la testa. «Mi fai finire?» Lo riprese. «Vlad si era preso cura di Emolga dopo averla presa in pieno con il suo furgone. Era ferita gravemente e sopravvisse per miracolo. Ogni giorno, prima di andare al mercato, la andava sempre a trovare, portandole sempre la frutta più fresca e succosa ogni giorno. Continuando a farlo anche quando ormai Emolga era di nuovo in perfetta salute. Per via di questo, i due iniziarono a stringere un legame molto forte. Vlad non la catturò mai, erano amici e basta. Emolga lo aiutava con le consegne, portando la frutta a tutti i clienti in città. Beh, tutto questo fino a quando poteva lavorare e anche oltre. Ogni tanto capitava che qualche ragazzo lo aiutasse a scaricare la merce e ad aiutare ad allestire la sua bancarella. Ma non è importante. Emolga lo aspettava qui ogni giorno, sempre pronta ad aiutarlo con le consegne, fino a quando lui poteva.» L'uomo era più scocciato che mai. «E con questo? Volevi farci forse commuovere? Qui si parla di AFFARI! Dovrebbe saperlo anche lei. E quel Pokémon Fa perdere un sacco di soldi.» «Lei ha la sua bancarella?» Gli chiese la venditrice, in tono seccato, per poi rispondersi da sola: «Non mi pare affatto. Quindi pensi agli affari suoi!» La donna cercò di essere il più minacciosa possibile. «E soprattutto impari a rispettare i Pokémon. O forse le serve un'altra lezione?» Si aggiunse Ash, con Pikachu che già iniziava a caricarsi di elettricità. L'uomo, intuendo il pericolo, si allontanò con la coda fra le gambe.

Senza più l'ingombrante presenza, Ash e Serena poterono parlare con più tranquillità con la signora. «Scusi, signora, ma perché non la cattura lei Emolga?» Propose Serena. «Fino ad ora è stata la sola a difenderla.» Aggiunse.

«Si. Signorina. Ci ho pensato, e ci ho provato tante volte, ma non ha mai funzionato. Evidentemente non sono alla sua altezza…» Il tono della donna divenne rassegnato.

«Dopo la sua morte nessun parente lo ha sostituito, ma già al suo funerale, gli adulti parlavano di come si sarebbero spartiti l'eredità, mentre i più piccoli speravano di accaparrarsi uno dei suoi Pokémon. Potete immaginare la loro delusione quando hanno scoperto che non ne aveva mai catturato uno. Certo, una sua nipote, Yara, sapeva di Emolga, e, sin da quando era piccola andava dal nonno per giocare con lei, quando non era impegnata con le consegne. Solo che… beh… i suoi genitori non vogliono che diventi un'Allenatrice e la tengono il più isolata possibile. E no. Non ha nulla a che fare con il Team Plasma.» Spiegò la signora, aumentando la curiosità dei due.

«Mi scusi se sono indiscreto, ma posso sapere come mai?» Chiese Ash. «Ecco, lei è… diversa. Per così dire. E i suoi fanno

di tutto per proteggerla.» «Proteggerla da cosa?» Chiese Ash. «Ecco… lei non è una ragazza come tutte le altre e i suoi genitori cercano di proteggerla ad ogni costo. Anche a costo di andare contro la legge. Pensano che la sua disabilità possa ostacolarla o in qualche modo possa mettere a rischio la sua incolumità… soprattutto da quando è morto Vlad. Da allora i suoi genitori sono diventati ancora più protettivi nei suoi confronti. Quando si interessa a qualche Pokémon o a qualcosa di simile, le fanno intendere che sia pericoloso. Cercano anche di tenerla lontana dalle lotte dal vivo, permettendole solamente di vederle in televisione. La portano al parco Montevite ogni pomeriggio e la tengono sotto strettissima sorveglianza, anche se sanno di andare contro la legge. Immagino lo sappiate che il governo ha decretato che nessun genitore può impedire ai suoi figli di diventare Allenatori.» Ash sorrise. «Non si preoccupi. Abbiamo sentito. Ho capito cosa lei desidera e faremo di tutto per aiutarla.» Rispose Ash.

«In questo caso, vi posso dire come riconoscerla. È alta più o meno quanto te.» La donna si rivolse a Serena. «Ha i capelli Bordeaux e gli occhi viola. Ha la carnagione piuttosto chiara e ha svariate lentiggini.» Cercò di spiegare la donna.

«Forse è meglio che vi dica come si chiama su PokéLink.» La donna si rese ben presto conto di non essere molto abile nelle descrizioni. Per questo prese il suo Smart Rotom e, dopo averci frugato un po' aprì il social. «Eccola qui. Si chiama YaraVander.» La donna mostrò il suo dispositivo ai due, in modo che anche Ash e Serena la potessero riconoscere.

Da un po' Emolga stava osservando quella scena. Si. Effettivamente si ricordava di lei. Di quella ragazzina dai capelli bordeaux. A dire il vero, poteva vantarsi di averla vista crescere. La conosceva sin da quando era una bambina. E, in effetti, non la vedeva da un bel po'. Forse quei due potevano aiutarla a ritrovare quella ragazza?

«Sei sicuro che sia la scelta giusta?» Chiese Serena, mentre la signora imbustava della frutta da dare ai due, per scusarsi del tempo che li aveva fatto perdere.

Appena i due si allontanarono, con il loro bel carico di frutta, mentre si dirigevano verso la fermata del pullman, Serena ripetè la domanda, dal momento che prima Ash non le aveva risposto: «Sei sicuro che sia la scelta giusta?» Ash sorrise. «Non so se sia la scelta giusta, ma entrambi sappiamo quanto viaggiare possa fare bene.» Rispose Ash. «Hai ragione. Viaggiare è importante.» Rispose Serena. «Ma non sappiamo se Yara si senta pronta, e se Emolga voglia veramente unirsi a lei, o se voglia semplicemente salutarla.» La ragazza tentò di riportare l'amico alla realtà.

Intanto, al PriSMart, Carlos aveva continuato con gli acquisti. Dopo aver svaligiato il reparto ortofrutta, dopo aver preso svariate confezioni di funghi, non dimenticando i peperoncini, l'aglio e la cipolla, si era dedicato a comprare numerosi barattoli di pomodori pelati, delle confezioni di olive in salamoia, dell'olio, della pasta. Era poi passato alla macelleria, dove aveva comprato diversi tagli di carne, compresa anche della carne macinata e della salsiccia. Non scordò neppure la salumeria, dove prese diversi tipi di affettati e del formaggio, sia intero che grattuggiato.

Le ragazze, nel mentre, si erano precipitate nel reparto dedicato alla cucina. Svariati tipi di pentole, piatti e bicchieri. Avevano preso tutto quello che serviva, e si erano ricongiunte con Carlos.

Stavano per accodarsi alla fila, in modo da poter finalmente pagare a tornare alla base. Carlos avrebbe preparato il pranzo e, dopo mangiato, avrebbero chiesto uno strappo a Pastor per raggiungere Soffiolieve, in modo da permettere ad Asami di ricevere il suo primo Pokémon.

Dopo aver pagato, i tre uscirono dal centro commerciale. Prima di lasciare i carrelli nell'apposito spazio, aveva riempito gli zaini con la spesa.

Si erano quindi diretti verso la fermata del pullman. Avrebbero dovuto aspettare un quarto d'ora prima di prendere il pullman, sperando di non dover aspettare il successivo.

Quello che i tre non potevano sapere, era che il destino aveva in mente ben altri piani.

Mentre erano in piedi ad aspettare il pullman, a loro si aggiunsero altre persone, anche loro clienti del centro commerciale, anche loro con la loro spesa.

Vi erano una coppia di anziani, un uomo e una donna, avevano entrambi almeno ottant'anni. L'uomo aveva i capelli di un bianco candido e una barba appena accennata. In testa una berretta marrone. Indossava una camicia a righe sottili viola e dei pantaloni marroni. Ai piedi dei mocassini in pelle marrone. La donna, invece, aveva i capelli tinti di biondo scuro, ed indossava una maglietta rosa e una gonna nera.

Oltre alla coppia di anziani, vi erano due uomini sulla trentina, dai capelli arancioni. Entrambi avevano gli occhi azzurri, Nessuno di loro aveva la barba. Il primo era vestito con dei jeans neri e una camicia a quadretti, mentre il secondo indossava una canadese e una polo.

La terza persona, invece, era una donna dai capelli rossi e dagli occhi verdi. Indossava una semplice maglietta e una gonna a righe. I due uomini, senza apparente motivo, si avvicinarono di scatto ad Asami e a Carlos, tenendoli fermi per le braccia. «Ora che abbiamo la figlia di Hiroshi, potremo chiedere uno scambio di prigionieri.» Commentò l'uomo che aveva preso Asami. « E libereremo anche i Pokémon di questo ragazzo.» Aggiunge il secondo.

Anita era pietrificata. I suoi amici stavano per essere rapiti e lei non sapeva che cosa fare. Di solito non si trovava mai in queste situazioni. Di solito era Ash a difendere il gruppo. Ma ora lui era dall'altra parte della città, con Serena. Carlos era imprigionato e non poteva far lottare nessuno dei suoi Pokémon.

«E te, ragazzina, cosa vuoi fare? Non pensi nemmeno di difendere i tuoi amici? Con te non vale nemmeno la pena di liberare i tuoi Pokémon. Sarai una di quelle che li libererà quando il nostro capo renderà illegale possedere Pokémon. Si vede che non tieni nemmeno a loro.» La donna si rivolse ad Anita. La ragazza rimase ferma, come una statua. "E adesso che faccio?" Pensò. "Non voglio deluderli! Contano tutti su di me!" Nel frattempo, la Seguace, davanti a lei, aveva mandato in campo un Liepard. «Ora che ho un Pokémon, con cui posso attaccare te o i tuoi amici? Non ti basta questo per tentare di difenderli? Cos'altro devo fare?» Sperava di ottenere una reazione da parte di Anita, ma non ottenne alcun risultato. La ragazza era ferma, immobile. Sembrava che fosse sovrastata dai pensieri negativi. Si chiedeva se fosse all'altezza del compito a cui doveva adempiere. La paura di non riuscire a difendere i suoi amici, temeva di fallire e di peggiorare la situazione, le stava impedendo di agire. Dall'altra parte sapeva di non poter nemmeno chiedere aiuto a Ash. L'amico era dall'altra parte della città e non sarebbe mai arrivato in tempo. «Tra poco arriveranno i rinforzi e avremo completato la nostra missione. Davanti ai tuoi impotenti occhi.» La Seguace cercò di infierire ulteriormente.

«Forza! So che sei in grado di farcela! Hai quasi battuto uno dei Pokémon di Ash! Quel Liepard, in confronto, è niente!» Carlos cercò di incoraggiarla. «Sono sicura che ce la farai! Hai dimostrato di saper fare grandi cose!» Anche Asami cercò di incoraggiarla a sua volta. «È inutile che cerchiate di aiutarla! È una buona a nulla. Non ha il benché minimo coraggio!» Il respiro di Anita si fece pesante. Sembrava che la ragazza stesse per collassare sotto le sue responsabilità. "Ora Ash non c'è. Loro contano su di me! Non devo deluderli!" Pensò.

«Proviamo! Peggio di così non può andare! Vieni fuori, Oshawott!» La ragazza mandò in campo il suo primo Pokémon. «Oshawott! Attacca con Acquagetto!» Il corpo del Pokémon Lontra si rivestì d'acqua, mentre quest'ultimo si lanciava contro l'avversario con grande rapidità ed energia. «Liepard! Neropulsar!» ordinò la donna. Dalla bocca del Pokémon Sanguefreddo uscirono una grande serie di anelli di energia dal colore violaceo, che rapidamente impattarono contro il Pokémon Lontra, scatenando una grossa esplosione. Oshawott venne lanciato diversi metri indietro, a causa della grande forza dell'impatto. «Stai bene, Oshawott?» Chiese la ragazza. Il Pokémon Lontra si alzò in piedi, dimostrando grande forza di volontà. «Proviamo con Geloraggio!» Ordinò la ragazza. Dalla bocca del Pokémon Lontra si generò un raggio di energia

gelida, che rapidamente raggiunse l'avversario. «Liepard! Difenditi di nuovo con Neropulsar!» Ordinò la sua avversaria.

Come la volta precedente, i due attacchi si scontrarono nuovamente, generando una gigantesca esplosione, che lanciò i due Pokémon indietro.

«Liepard! Usa Attacco Rapido!» Ordinò la Seguace. Il Pokémon Sanguefreddo si mise a correre a gran velocità in direzione del suo avversario, pronto a colpirlo e a spedirlo a grande distanza. «Proviamo qualcosa di diverso, Oshawott! Usa Geloraggio! Punta sul terreno!» Ordinò la ragazza. Il Pokémon Lontra obbedì alla sua Allenatrice, puntando il raggio di energia gelida contro il terreno, rendendo la superficie estremamente scivolosa. «Furbo da parte tua, ma non funzionerà!» Commentò la Seguace. «Usa Ombrartigli sul terreno!» Ordinò. Gli artigli del Pokémon Sanguefreddo crebbero di lunghezza e si illuminarono di una luce violacea, permettendogli di affondare nello strato di ghiaccio, permettendo al Pokémon di avanzare sul ghiaccio come se nulla fosse. Anita fu sorpresa dalla cosa, bloccandosi nuovamente. Pochi istanti dopo, la Seguace ordinò al suo Pokémon un nuovo attacco. «Usa Ombrartigli!» Gli artigli del Pokémon Sanguefreddo crebbero di

lunghezza e si illuminarono di una luce violacea, diventando affilati come rasoi.

Il corpo del Pokémon Lontra venne completamente ricoperto dai graffi del suo avversario, ma la lontra cercava in ogni modo di resistere. «E ora il colpo di grazia!» Gridò la Seguace. «Attacco Rapido» Il Pokémon Sanguefreddo si allontanò alcuni metri dal suo avversario, per poi caricarlo nuovamente a grande velocità.

Pochi istanti dopo il Pokémon Lontra venne sbalzato in aria dalla potenza di quell'attacco, per poi cadere con estrema violenza. «Oshawott! Stai bene?» La ragazza si avvicinò al suo Pokémon, estremamente preoccupata.

«Forse ho sbagliato. Forse non avrei dovuto farti lottare. Ma non ho avuto scelta. Asami e Carlos contavano su di noi e…»

La ragazza tentò di scusarsi con il suo Pokémon, mentre prendeva una Poké Ball dalla sua borsa, per farlo rientrare e far

lottare Herdier o Vivillon. Quello che accadde quando la ragazza tentò di far rientrare Oshawott nella Poké Ball.

Invece di trasformarsi in pura energia, all'interno della sfera bianca e rossa, il Pokémon venne avvolto da una luce rossa, ma

non scomparve all'interno della stessa. «Ho capito. Vuoi continuare a lottare! E va bene!» Il Pokémon Lontra si alzò in piedi, accumulando le sue ultime energie, mentre il suo corpo veniva illuminato da una luce fra il bianco e l'azzurrino. Piano piano il suo corpo divenne più alto e muscoloso. Pur restando bipede, e mantenendo il suo aspetto, simile a una lontra, il suo corpo mutò di colore, diventando quasi completamente azzurro. Aveva delle piccole orecchie nere, una cresta appuntita nella parte posteriore della testa, un naso rosso e lunghi baffi bianchi che formavano delle sorta di V inclinate. Possedeva due denti appuntiti. Le sue zampe anteriori avevano tre dita su ciascuna. Le zampe e la coda, dalla forma piatta erano nere. Intorno alla vita si trovava una grande pelliccia blu scuro con frange, con due mollusciabole posizionate sulle cosce.

«Deeew-ooot!» Gridò il Pokémon, prima di impugnare le due mollusciabole e attaccare il suo avversario con una potenza fino a poco prima inimmaginabile.

Incrociò le due mollusciabole, che, nel frattempo, si erano illuminate di una luce giallognola, in modo da formare una croce.

Non c'era dubbio! Quella mossa era Forbice X.

Liepard venne sorpreso dall'enorme potenza dell'attacco avversario tanto da venire lanciato numerosi metri indietro. Anita, grazie al coraggio ritrovato per via dell'evoluzione del suo primo Pokémon, riuscì ad ordinare dei nuovi attacchi. «Dewott! Usa Acquagetto!» Il corpo del Pokémon Apprendista venne rivestito da uno sottile strato d'acqua, lanciandosi contro il suo avversario. Per sfortuna del suo avversario, con l'evoluzione, Dewott aveva acquisito una forza molto maggiore. Liepard venne sbalzato da quell'attacco molto più lontano di quanto lui stesso avesse mai lanciato Oshawott.

Liepard tentò invano di rialzarsi in piedi, senza successo.

«E ora, Dewott, liberiamo i nostri amici!» Il Pokémon Apprendista impugnò le sue mollusciabole, e spiccò un salto, colpendo i due Seguaci sulla schiena, costringendoli a mollare la presa.

«E ora Geloraggio!» Ordinò la ragazza. Il Pokémon Apprendista lanciò dalla sua bocca un potente raggio di energia gelida, che congelò i due seguaci, prima di mirare alla donna, che fece la stessa fine dei suoi colleghi.

Pochi istanti dopo, Dewott crollò a terra, esausto. «Ora riposati. Sei stato fantastico.» Anita richiamò il suo Pokémon nella Poké Ball. «Senza il tuo coraggio non so cosa avrei fatto.» Aggiunse poco dopo, prima di venir abbracciata da Carlos e da Asami. «Anche te sei stata coraggiosissima. Ash sarebbe fierissimo di te!» Si complementarono i due.

Concluso l'abbraccio, Carlos chiamò la polizia, per avvisarla di quanto accaduto. Avrebbero probabilmente perso il pullman, mentre attendevano l'arrivo della polizia.

«Polizia di Unima, mi dica qual è la motivazione della chiamata» Una voce femminile rispose immediatamente alla chiamata di Carlos. «Dei seguaci del Team Plasma hanno aggredito me e le mie amiche. Ora non possono combattere, ma non so per quanto la situazione possa durare.» Spiegò il ragazzo. «Dove si trova?» Chiese la voce femminle, poco dopo. «Alla fermata del centro commerciale "I Flamigo", a Sciroccopoli.» Rispose Carlos. «Ottimo. È molto fortunato. Manderemo due agenti dalla nostra stazione locale.» Rispose, prima di attaccare la chiamata.

Cinque minuti dopo, i tre vennero raggiunti dalle poliziotte, vestite nella loro consueta uniforme marrone chiaro. «Salve ragazzi! È così questa sarebbe l'emergenza? Quelle tre statue di ghiaccio erano i tre seguaci del Team Plasma?» Esordì una delle due poliziotte. «Esatto!» Rispose l'anziana, che, come il marito, aveva assistito allo scontro. «I due uomini avevano preso la ragazza coi capelli neri e il ragazzo con il cappello. La ragazza coi capelli castani, invece, ha lottato contro la donna. Poi ha chiesto al suo Pokémon di congelarli.» Raccontò l'anziana. «Se posso permettermi, la ragazza con il suo Dewott hanno davvero fatto una bella lotta.» Commentò invece l'anziano.

«Molto bene…» Si aggiunse la seconda poliziotta. «A loro ci pensiamo noi. Se posso avere i vostri recapiti…» La poliziotta invitò Carlos e le ragazze a dare i loro nominativi e i loro numeri, cosa che fecero senza protestare. Stessa cosa per i due anziani. «In caso dovessimo avere problemi, vi contatteremo, ma dato che ci sono ben due testimoni, non dovrebbero esserci problemi.» Spiegò l'agente, permettendo ai cinque di prendere il pullman.

Finalmente Carlos e le ragazze poterono salire a bordo e raggiungere Ash e Serena al Centro Pokémon. I due, nel frattempo, erano entrati all'interno dell'edificio, mentre attendevano i loro amici. Mentre i due avevano preso la strada per il Centro Pokémon, qualcuno aveva seguito i loro passi.

Asami, Anita e Carlos arrivarono poco dopo. Sembrava quasi che la stessero portando in trionfo, anche se l'espressione della ragazza era tutt'altro che soddisfatta. Sembrava, anzi, piuttosto preoccupata.

L'Infermiera fu la prima ad accorgersi della situazione della ragazza. «Successo qualcosa?» Chiese. «Il mio Pokémon. Ha lottato tanto e ha delle brutte ferite e…» L'Infermiera fece cenno di aver capito. «Nessun problema, me ne occupo io.»

L'Infermiera cercò di rassicurarla. Anita si avvicinò al bancone, consegnando le sue Poké Ball alla donna dai capelli rosa, che immediatamente si recò nella stanza sul retro. «Stai tranquilla, ora ci pensa l'Infermiera.» Serena cercò di rassicurare l'amica. «Per il resto posso sapere cos'è successo? Hanno cercato di aggredirti o…?» Chiese Ash. Il ragazzo sembrava essere abbastanza preoccupato. Anita richiamò alla memoria gli eventi avvenuti poco tempo prima. «Dei Seguaci del Team Plasma. Hanno tentato di rapire Carlos e Asami. Io e Oshawott abbiamo cercato di difenderli e…» La ragazza sembrava quasi provare del dolore nel ricordare quei momenti.

«Non fare così, tu e Dewott avete fatto un ottimo lavoro… se non fosse stato per voi, saremmo stati in seri guai! Siete stati

coraggiosissimi.» Asami cercò di rassicurarla. «E così Oshawott si è evoluto?» Chiese Ash, quasi retoricamente. «Esatto! Sembrava stesse per perdere, ma si è rifiutato di entrare nella Poké Ball, quindi si è rialzato e ha mostrato quanto realmente

tenesse ai suoi amici.» Carlos esaltò il Pokémon Apprendista.

«Ma è fantastico!» Comemntò Ash. «Ora è meglio che si riposi, da quello che ho capito ha affrontato una dura lotta, ma una volta che sarà di nuovo in forma, mi piacerebbe vedere di cosa è capace.» Aggiunse. Carlos sorrise. «Ti sorprenderà.»

Pochi istanti dopo, il ragazzo guardò il suo Smart Rotom. «Forse è meglio che inizi a preparare il pranzo. Per poter usare la cucina devo preparare per tutti gli ospiti, e ci vorrà un bel po'. Cosa ne dici, Asami? Vuoi venire in cucina con me? Almeno così posso insegnarti a cucinare qualcosa senza dar fuoco alla cucina…» Propose. La ragazza dagli occhi verdi accettò la proposta senza protestare. Dopotutto se avesse iniziato a viaggiare avrebbe dovuto imparare a badare completamente a se stessa e quell'occasione era troppo preziosa per perderla.

La cucina di quel Centro Pokémon era piuttosto grande e ben fornita, gli ricordava quasi quella della palestra di Levantopoli, sia per come era disposta, sia per la quantità di accessori.

Ad ogni modo, non c'era tempo da perdere, se non avesse iniziato a cucinare subito, nulla sarebbe stato pronto in tempo, e Ash lo avrebbe mangiato vivo. «Direi che possiamo iniziare. Abbiamo poco più di un'ora e mezza. Non è molto tempo, per cui non prepareremo delle cose particolarmente elaborate, ma, dopotutto anche in viaggio è così. Non hai sempre tempo, e poi il materiale che hai a disposizione non è molto.» Cercò di spiegare, prima di estrarre, da una delle buste della spesa, dei guanti in lattice sterili. «Come prima cosa laviamo le mani. Poi è meglio che tu indossi questi. Hai lo smalto e, stando a contatto con il cibo, non è il massimo.» Asami si mostrò sorpresa dalla cosa. Per lei era una novità, ma dopotutto l'esperto era Carlos, per cui non si oppose. Dopo che entrambi si lavarono le mani e dopo che Asami finì di indossare i guanti, finalmente, poterono partire a cucinare.

«Quando viaggi, è importante preparare dei piatti molto nutrienti. Non pensavo, ma viaggiare consuma davvero molte energie!» Esordì Carlos. «Tanto per iniziare prepariamo delle polpette. Nulla di troppo difficile.» Iniziamo bollendo delle patate. Il ragazzo prese un paio di patate da una busta dell'ortofrutta, e dopo averle lavate, le mise in una pentola con dell'acqua. «Dopo che bolliranno saranno più facili da sbucciare.» Spiegò.

«Dato che per le patate ci vogliono almeno venticinque minuti, ti direi di iniziare ad avviare un sugo Extrarapido e dei funghi.» «Va bene… sei tu il cuoco…» Rispose Asami. Carlos prese, dal grande assortimento della cucina, una grossa pentola e una padella dal grosso diametro. Asami si era avvicinata ai fornelli su cui le due grosse pentole erano state posizionate.

«In entrambe ci servirà dell'olio, in dosi generose.» Esordì Carlos. «Visto che tu hai i guanti, è meglio che versi io… ma dopotutto questa è la parte semplice…» Nel caso dei funghi faremo un semplice soffritto con dell'aglio e del peperoncino, oltre a dell'olio piccante. «Intanto iniziamo a tagliare i funghi… cominciando dal togliere la parte bassa, con la terra.» Spiegò. Pochi istanti dopo mostrò il procedimento alla ragazza. In breve tempo, i due riuscirono a tagliare una buona quantità di funghi, tutti in fettine dalle dimensioni più o meno simili.

Poco dopo, ragazzo prese dal suo zaino una boccetta che al suo interno conteneva dell'olio con dei piccoli semini in sospensione. «È l'olio piccante più piccante che ci sia al mondo. Un cucchiaino dovrebbe andare.» Spiegò, mentre dosava quel liquido dorato. Nel mentre, Asami aveva iniziato a sbucciare l'aglio, che venne rapidamente messo a soffriggere dal ragazzo, accompagnato da due peperoncini. «Facendolo soffriggere un pochino, già questo sarebbe un buon condimento per degli spaghetti.» Commentò. «Aggiungi un altro po' di peperoncino o di olio piccante, e Anita ne uscirebbe matta.» Aggiunse, in tono scherzoso. «Ah… quindi puoi fare la pasta anche solo con un condimento così semplice?» Carlos si limitò a sorridere. «Proprio così. Facile e veloce. Beh, naturalmente a meno che la pasta non sia scotta. E naturalmente non dimenticare di cuocere la pasta in acqua salata. Ma se ti basi sul tempo di cottura sulla confezione, non sbagli mai. Mentre per il sale ti consiglio di non metterne troppo, nel caso lo aggiungi quando mancano un paio di minuti a cuocere.» Una volta che il soffritto aveva fatto il suo corso, il ragazzo buttò i funghi, in modo che potessero cuocere. «Ora facciamoli cuocere, basta girarli di tanto in tanto. Poi metteremo un po' di sale.» Mentre i funghi cuocevano, il ragazzo si mise ad affettare una cipolla.

«Questa ci servirà per il sugo. Anche il sugo ti offre tante possibilità. Puoi farlo semplice… con la carne macinata… con la carne a pezzetti, con la salsiccia…» Spiegò. «Poi ci sono altri tipi di sugo, ma non entro nel merito, perché ci sono così tante scuole di pensiero che…» Nel mentre avviò la carne macinata a cottura. «Dopo che la carne cuocerà un po' metteremo anche il pomodoro macinato…»

In quell'ora e mezza circa, il ragazzo propose all'amica diversi piatti semplici e veloci da preparare, anche per chi era alle prime armi, come Asami.

Dopo pranzo, i cinque stavano iniziando a preparare le loro cose, quando lo Smart Rotom di Ash emise un breve suono, avvisandolo di una notifica.

Ash diede un rapido sguardo al suo dispositivo: Era un messaggio della Professoressa Aralia. Il ragazzo si affrettò a leggere:

"Ciao Ash, so che ci siamo sentiti questa mattina e che avevo promesso ad Asami che questa sera avrebbe ricevuto il suo primo Pokémon, ma purtroppo c'è stato un piccolo imprevisto. Uno dei due ragazzi che avrebbe dovuto ricevere il suo primo Pokémon ha avuto un piccolo inconveniente. Nulla di grave. Potrà essere al laboratorio solo domani mattina."

Il ragazzo, prima di avvisare gli amici, rispose al messaggio:

"Nessun problema. Ci vediamo domani!"

Poco dopo, si occupò di avvisare gli amici: «Scusate… era un messaggio della Professoressa Aralia. Nulla di che. Uno dei due ragazzi che oggi avrebbe dovuto ricevere il suo primo Pokémon ha avuto un piccolo imprevisto e quindi dovremo aspettare domani.» Spiegò la situazione. «Nessun problema… tanto, ormai un giorno in più o uno in meno… non cambia.» Rispose Asami. «Ne approfitteremo per preparare qualche Poké Bigné, cosa ne pensi?» Propose Serena. Asami accettò l'invito. Anita, invece, si era avvicinata al bancone dell'Infermiera. «Sì, Anita… dimmi pure.» Le rispose l'Infermiera. «Oh… si.. certo… potrei andare a trovare Dewott?» Chiese la ragazza. «Si, vieni, ti accompagno, ma mi raccomando, fai attenzione. Deve riposare. Per fortuna le sue ferite sono meno gravi del previsto, ma ho notato che si è sforzato molto.»

L'Infermiera accompagnò la ragazza nella stanza dietro il bancone, dove si trovavano i Pokémon ricoverati nella struttura.

In quel momento, oltre a Dewott, erano ricoverati anche degli altri Pokémon, come per esempio un Mienfoo, un Pansage, un Litleo. L'Infermiera la accompagnò poco più avanti, dove si trovava il letto in cui riposava il suo Pokémon.

Era sdraiato su di una sorta di lettino, con il corpo parzialmente coperto da delle bende e degli elettrodi, che ne misuravano i parametri vitali. «Ti lascio sola, ma mi raccomando, cerca di non fare troppo rumore. Per evitare che faccia sforzi, sarebbe meglio che non restassi più di dieci minuti o, al massimo un quarto d'ora.» La avvisò la donna, mentre porgeva alla ragazza uno sgabello dove sedersi. Anita si limitò ad annuire.

Appena la donna dai capelli rosa si allontanò dalla stanza, la ragazza si avvicinò leggermente al suo Pokémon. Iniziò ad

osservarlo, mentre respirava delicatamente. Sembrava stesse dormendo. Forse non era il caso di svegliarlo, ma alla ragazza

interessava solo passare del tempo con il suo Pokémon.

«Grazie. Davvero. Se non fosse stato per te, non saprei come sarebbe andata a finire. Hai fatto davvero tanto. Sono davvero

fortunata ad averti.» La ragazza si congratulò con il suo Pokémon.

«Forse è brutto da dire, ma la verità è che non mi sarei mai aspettata di trovarmi qui con te. Avevo paura che tutto sarebbe andato male e che a quest'ora sarei già tornata a casa. Ma Ash e Serena mi hanno fatto capire che posso sempre contare su di loro e su di voi Pokémon, e tu, lo sai bene, sei il mio primo amico. Ma dimmi? Tu puoi contare su di me? Io ci ho provato, quando ho cercato di farti rientrare nella Poké Ball, l'ho fatto perché non volevo ti sforzassi più di quanto avessi già fatto.

Eppure Tu ti sei rifiutato. Forse ho sbagliato? Forse pensavi che non mi fidassi di te? Oh! Che pensiero orribile! Sono davvero una frana! La verità è che volevo proteggerti. E immagino che tu volessi fare lo stesso.» La ragazza fece una pausa di silenzio. «La verità è che quando ti ho portato qui, ho seriamente avuto paura di perderti. Paura che l'Infermiera mi dicesse che non c'era più nulla da fare… o chissà cos'altro. E questo non me lo sarei mai perdonato.»

Nel frattempo, qualcuno era arrivato al Centro Pokémon e no, non si trattava di una persona, ma di un Pokémon. Un Pokémon simile ad un piccolo scoiattolo. Il suo pelo era prevalentemente bianco, tranne per il dorso e per la testa, a eccezione della faccia. La coda e le orecchie, invece, erano nere. La fronte aveva due strisce appuntite nere molto corte, la coda pelosa aveva la forma di un fulmine. Le orecchie erano tonde con la parte interna gialla nella parte più esterna e bianca in quella più interna. Le sue guance erano gialle. Avava, inoltre ha un minuscolo nasino nero e grandi occhi dello stesso colore. Le zampe posteriori non avevano dita visibili, mentre quelle anteriori ne avevano tre. Dagli arti anteriori partiva una membrana gialla nella parte anteriore e nera in quella posteriore.

Non c'erano dubbi. Era Emolga. Sembrava volesse entrare la dentro, ma che le fosse impossibile farlo. Quella porta automatica non voleva saperne di aprirsi.

Per sua fortuna, Ash, seduto su uno dei divanetti, si accorse della sua presenza e si avvicinò alla porta, in modo che quest'ultima potesse aprirsi.

Appena entrata, la Pokémon si avvicinò immediatamente a Ash, cercando anche la ragazza che l'accompagnava, senza trovarla.

E no. Non era la ragazza appena uscita dalla stanza là in fondo. Si ricordava bene che la ragazza che l'accompagnava aveva i capelli corti e soprattutto non erano così scuri.

«E così ci hai seguiti fino a qui per lei? In questo caso non posso dirti di no.» Il ragazzo si rivolse ad Emolga. «Però meglio avvisare Serena.» La Pokémon atterrò, ed iniziò a seguire Ash, mentre si dirigeva nella cucina.

Serena a Asami erano intente a preparare dei Poké Bignè. A dire il vero, la prima infornata era stata appena conclusa, e le due ragazze stavano procedendo con la seconda, intanto che i primi dolci non si raffreddavano.

«Abbiamo visite!» Esordì Ash, in tono scherzoso, mentre, poco dietro di lui, fece capolino anche Emolga. «E così ha deciso di seguirci… deve tenerci davvero tanto ad incontrarla per averci seguito fino a qui.» Serena si rivolse alla piccola Pokémon, che fece capolino da dietro le gambe di Ash.

«Io però non posso andare con voi. I Poké Bignè non si preparano da soli e poi… conoscendovi so che ne dovremo preparare in quantità.» La ragazza si rivolse all'amico, senza distrarsi dalla preparazione dei dolci.

Ash sbuffò leggermente. Avrebbe preferito incontrare Yara con lei. Sebbene si trovasse bene anche con Anita e Carlos, avrebbe preferito sbrigare quel genere di faccende con Serena. «Va bene. Allora andremo io Carlos e Anita. Speriamo di non fare tardi.» Rispose Ash. «A dopo!» Lo salutò Serena.

Poco dopo, Serena soddisfò la curiosità di Asami, spiegando all'amica chi fosse Yara e perché Ash volesse portare con così tanta insistenza quell'Emolga da lei.

Ash dovette fare lo stesso con Anita e Carlos, con il ragazzo che si mostrò particolarmente entusiasta di fare la conoscenza di quella ragazza.

Rapidamente, i tre raggiunsero la fermata del pullman, poco lontana dall'uscita del Centro Pokéball. Per raggiungere il parco, avrebbero dovuto prendere due pullman. La linea LB e poi la XZ.

«Hai detto che è una grande appassionata di lotte Pokéball, se non sbaglio.» Ricordò Carlos, mentre i tre aspettavano l'arrivo del mezzo. «Si. Ma i suoi le permettono di guardarle solo in televisione.» Rispose Ash. «Potremo allenarci vicino a lei e ai suoi. Di sicuro non ci possono cacciare.» Propose Carlos. «Dopotutto noi due abbiamo un allenamento in sospeso da un po'.» Aggiunse poco dopo. «Non so se sia una buona idea. Per ora vorrei solo che lei ed Emolga possano passare del tempo assieme. Per allenarci abbiamo tutto il tempo del mondo.» Gli rispose Ash. Anche Emolga, che nel frattempo si era accasata sul suo cappello, sembrava essere d'accordo con lui.

Intanto il pullman era arrivato. Senza indugiare ulteriormente, i tre salirono a bordo. La loro permanenza su quel mezzo sarebbe stata piuttosto breve, giusto sette fermate.

Avrebbero poi dovuto cambiare mezzo, per un'altra dozzina di soste. Per loro fortuna, la linea XZ li portava proprio davanti all'ingresso del parco.

I tre, scortati da ben due Pokéball di tipo elettro, scesero dal pullman, per dirigersi all'interno del parco. L'area verde era separata dalla città da delle alte mura di mattoni, interrotte unicamente da dei cancelli in metallo, in modo da poter entrare.

Superato un piccolo spiazzo in cemento, da cui partivano diverse stradine in terra battuta, circondate da alberi ed erba.

Non lontano dagli alberi, vi erano delle panchine. Alcune di esse davano verso la strada, delle altre, più lontane, erano rivolte verso il parco.

«Ora che siamo qui, credo che sia il caso di dirmi come pensi di trovare quella ragazza, tra le centinaia di persone che ci sono?» Chiese Carlos. «Non è un problema. Ho una sua foto, quindi non sarà un problema trovarla.» Gli rispose Ash, mentre mostrava agli amici una foto della ragazza, direttamente dal suo profilo Poké Link.

I tre iniziarono a camminare per il parco, cercando di essere il più naturali possibile. Avevano anche fatto uscire alcuni Pokéball dalle loro Poké Ball. Ash aveva fatto uscire il suo Lycanroc, mentre Carlos Umbreon e Houndour. Anita aveva fatto lo stesso con la sua Herdier. I tre camminarono per un po', passando per i vari sentieri che attravaversavano il parco.

Sedute sulle panchine vi erano diverse persone sedute per gli affari loro.

Come era lecito aspettarsi, vi erano persone di ogni età. Sul prato non mancavano delle persone sdraiate a prendere il sole o giocare con i loro Pokéball.

Non mancavano anche degli studenti e delle studentesse intenti a studiare su alcuni tavoli. Ma, per ora, nessuna traccia di Yara e dei suoi genitori.

Nessun problema. Magari ancora non erano arrivati, oppure si trovavano da qualche altra parte. Dopotutto quel parco era enorme. Era considerato come il polmone verde della città.

Quando i tre furono vicini alla resa, finalmente trovarono la persona che stavano cercando. Una ragazza dai capelli Bordeaux e dagli occhi viola.

Indossava una maglietta rosa con un piccolo Krookodile cucito sulla parte superiore sinistra. Indossava dei semplici blue jeans con un cinto in pelle chiara e delle scarpe sportive.

Seduti al suo fianco, coloro che, presumibilmente, erano i suoi genitori. Un uomo sulla cinquantina dall'aria seria. Aveva i capelli brizzolati e degli spessi occhiali da vista. La sua barba era piuttosto lunga, ma non per questo poco curata.

Aveva gli occhi castano scuro. Indossava una semplice canadese di una nota marca.

E una donna dai capelli bordeaux e dagli occhi viola, come la figlia. Indossava una polo verde a maniche lunghe e una gonna scura. Ai piedi degli stivaletti bassi.

«È lei?» Ash si rivolse alla Pokémon sulla sua testa. «Mo! Mo!» La Pokémon spiccò un piccolo volo, avvicinandosi alla ragazza. Appena la ragazza, appena vide la piccola Pokémon, volare nella sua direzione, scattò come una molla, pronta ad accoglierla tra le sue braccia. «Allora si che era lei.» Commentò Ash a bassa voce.

Dopo essersi ricongiunte, Emolga salì sulla spalla della ragazza, in maniera del tutto simile a Pikachu. Poco dopo, la ragazza toccò la spalla al padre, per richiamare la sua attenzione.

L'uomo si girò verso la ragazza, per poi risponderle, con la lingua dei segni. "Che succede? Non sei contenta di aver ritrovato Emolga?" La ragazza rispose immediatamente "Quel ragazzo è il Campione del mondo. Posso fare una foto con lui?" L'uomo assunse un'espressione scocciata. "Non disturbarlo per una stupidaggine." Le rispose l'uomo. «Yara vuole fare una foto con te. Suo padre non vuole, pensa che ti disturbi troppo.» Carlos si rivolse all'amico. «Non sapevo conoscessi la lingua dei segni.» Commentò Anita, piuttosto sorpresa. «Ho lavorato come assistente in palestra. E, tra i compiti degli assistenti c'è anche quello di assistere gli Sfidanti con disabilità.» Spiegò il ragazzo. «Per così poco? Magari tutte fossero così gentili.» Carlos rispose alla ragazza, che, salvo la breve parentesi con il padre, non aveva mai staccato gli occhi da Ash. "Per lui non è un problema. Spero non sia un problema se faccio da interprete. Lui non conosce la lingua dei segni". I genitori rimasero piuttosto sorpresi, contrariamente a Yara, che sapeva bene quanto Ash fosse molto cercasse di essere il più disponibile possibile con i suoi ammiratori.

La ragazza si alzò, avvicinandosi al gruppo. Prese il suo telefono dalla borsa e aprì la fotocamera, quindi si avvicinò a Ash e Pikachu. Il ragazzo fu ben felice di scattare delle foto con quella ragazza.

Ash si posizionò in modo da dare le spalle ai genitori della ragazza, con Carlos al suo fianco. Davanti ai due Anita e Yara. In questo modo i genitori della ragazza non avrebbero potuto sapere quello che stava succedendo.

Dopo le foto, Carlos, essendo il solo a conoscere la lingua dei segni, fece le presentazioni.

«Dille che "Mi hanno detto che sei una grande appassionata di lotte Pokémon, cosa ne dici se ti diamo una dimostrazione"? Usa come scusa il fatto che andiamo a prendere un gelato.» Ash parlò a bassa voce, rivolgendosi verso l'amico. Carlos fece da interprete per la ragazza, che non ci mise molto a rispondere. "I miei non vogliono. Hanno paura che mi faccia male". Carlos, come prima, fece da interprete, verso Ash e Anita. "Non preoccuparti di questo. Noi avevamo intenzione di andare a prenderci un gelato. Se vuoi venire con noi, sei la benvenuta" La ragazza rispose a sua volta, spiegando come dovesse almeno avvisare i suoi genitori. Operazione che riuscì, con delle piccole problematiche.

Per i genitori della ragazza, Ash si stava disturbando troppo. Potevano capire il fatto che, in qualche modo, fosse risalito a lei e le avesse fatto rincontrare Emolga, ma addirittura volerle offrire un gelato… Ad ogni modo, la ragazza fu abbastanza convincente, e i suoi genitori acconsentirono.

Anita si mise una mano davanti alla bocca, cercando di coprire una leggera risatina. Se Serena lo avesse scoperto…

In ogni caso, i quattro si diressero verso uno dei bar presenti nel parco. Durante la passeggiata, Yara si era messa a giocare con Emolga.

Finalmente, i quattro raggiunsero il bar, un prefabbricato in cemento dalla forma di esagono. Come tutti i bar del parco, vendevano anche dei gelati apposta per i Pokémon, che non contenevano determinate sostanze che potessero causare allergie.

Ash fece uscire i suoi Pokémon delle rispettive Poké Ball, ed invitò Carlos e Anita a fare lo stesso.

Dopo la pausa gelato, era finalmente giunto il momento della lotta dimostrativa, promessa in precedenza. I quattro si diressero in uno spiazzo poco lontano, in modo da avere lo spazio per lottare senza rischi.

«Direi che questo è il posto adatto.» Commentò Ash. «Lì c'è anche una panchina dove sedersi.» Il ragazzo indicò una panca di legno e metallo, non troppo distante da dove si trovavano.

Carlos, anche per non sfigurare, si offrì di essere lui a lottare con Ash. Per la lotta, fece lottare Umbreon. Ash, invece mandò in campo il suo Lycanroc.

«Oltre a lavorare sulla lotta vera e propria, lavoreremo anche sul come schivare ed evitare gli attacchi.» Spiegò Ash. «Ma ora direi che possiamo iniziare. Cominciate pure voi.» Li invitò Ash.

«E va bene! Due cose in una…» Rispose Carlos. «Umbreon, usa Palla Ombra!» Dalla bocca del Pokémon Lucelunare si generò una sfera di energia oscura dal colore violaceo, tendente al nero. Sembrava fosse circondata da delle scariche elettriche dal colore viola, più chiaro. Ash rimase alcuni istanti in silenzio, prima di ordinare qualcosa al suo Pokémon. «Lycanroc! Schiva con Rocciarapida!» Il corpo del Pokémon Lupo si illuminò di una luce biancastra, mentre si metteva a correre a grande velocità, facendo schiantare la sfera di energia contro il terreno, facendo sollevare una discreta nuvola di polvere.

Ora il Lupo di tipo Roccia era a brevissima distanza dal suo avversario. Se il suo Allenatore non avesse fatto nulla, Umbreon sarebbe stato colpito in pieno. «Forza, cosa aspetti?» Lo incoraggiò Ash. «Umbreon, fai come Lycanroc! Evitalo con Attacco Rapido!» ordinò il ragazzo.

Il Pokémon Lucelunare si scostò rapidamente dalla traiettoria avversaria, evitando di venire colpito. «Ottimo.» Si

congratulò Ash. «Però non devo essere io a ricordartelo.» Al complimento si aggiunse un piccolo rimprovero.

«Lycanroc, ora usa Pietrataglio!» ordinò Ash. il Pokémon Lupo colpì violentemente il terreno con le zampe anteriori, facendo uscire rapidamente dal terreno dei giganteschi massi accuminati. Questa volta Ash non diede alcun consiglio all'amico. Voleva che lui se la cavasse da solo.

«Umbreon, cerca di schivare con Attacco Rapido!» Ordinò Carlos, cercando di imitare la tecnica usata in in precedenza. «Lycanroc! Usa Metaltestata!» ordinò l'esperto Allenatore.

Il Pokémon Lupo si mise a correre a grande velocità contro il suo avversario, mentre la struttura della sua testa mutava, diventando dura come l'acciaio. Umbreon venne colpito in pieno e lanciato in aria. Atterrò pochi istanti dopo, per fortuna sulle sue zampe. Carlos era piuttosto perplesso. «Ma come? Ho fatto quello che mi hai detto di fare, eppure Lycanroc mi ha colpito lo stesso.» Ash scosse la testa. «Non puoi sempre evitare gli attacchi avversari.» Gli spiegò. «A volte devi affrontarli frontalmente.» Aggiunse. «Affrontarli frontalmente?» Carlos sembrava non capire. «Avresti potuto dire ad Umbreon di colpire le pietre con Palla Ombra o con Neropulsar. Almeno così le rocce l'avrebbero protetto.» Gli spiegò Ash. «A volte schivando rischi solo di esporti agli attacchi avversari.» Carlos fece cenno di aver capito. «E non è finita.» Carlos quasi trasalì. Cosa poteva esserci di altro? «Se Umbreon se la sente, possiamo continuare.» Lo richiamò Ash.

L'allenatore più giovane si rivolse al suo Pokémon: «Che mi dici? Te la senti di continuare?» Il Pokémon Lucelunare si limitò ad accennare un sorriso. «Se Umbreon se la sente, possiamo continuare.» Ash avvisò l'amico. «Iniziate pure voi.» Li invitò.

«Umbreon! Usa Comete!» Ordinò Carlos. Il Pokémon Lucelunare spiccò un salto, mentre iniziò a lanciare dei raggi di energia dal colore dorato, la loro forma sembrava ricordare quasi delle stelle. «Difenditi con Pietrataglio! Tutto intorno a te!» ordinò Ash. Rapidamente il Pokémon Lupo si circondò da una coltre di massi accuminati, contro cui i raggi di energia si infransero senza causare il minimo danno. «Direi che può bastare così.» Annunciò Ash, con Carlos, che fece da tramite per Yara. Nel frattempo Emolga aveva iniziato a tirare la ragazza per una spalla, cosa che venne notata immediatamente da Ash. «Credo che Emolga voglia lottare.» Commentò il Campione del Mondo. Carlos fece ancora una volta da tramite per Yara, spiegando la situazione.

«Magari potrebbe essere un buon allenamento anche per Anita… cosa ne dite?» La giovane Allenatrice venne colta un po' di sorpresa. Non perché non volesse lottare, ma le sembrava un po' strano lottare contro un'avversaria così.

Yara, dal canto suo, aveva degli altri dubbi. Presto resi comprensibili a tutti da Carlos. «Dice che non è sicura di lottare. Non lo ha mai fatto prima e ha paura che qualcosa possa andare male.» Dopo aver fatto da tramite, il ragazzo tentò di rassicurare la giovane, spiegandole che non aveva motivi di preoccuparsi e di pensare solo a divertirsi, e di passare del tempo con Emolga. Un pensiero che sembrava fosse uscito dalla testa di Ash.

Carlos, come sempre, fece da tramite, in modo che Yara potesse impartire i comandi ad Emolga. Cosa che venne accettata tanto dalla ragazza, quanto dalla Pokémon. Anita avrebbe lottato con la sua Herdier. Carlos informò Yara sulle mosse conosciute da Emolga. Operazione che si rivelò inutile. Nonostante la ragazza non fosse uno Smart Rotom, il telefono della ragazza disponeva della app Pokédex. Ash, dal momento che Carlos avrebbe fatto da interprete, si offrì di arbitrare la lotta.

«Sarà una lotta di allenamento. Per cui non è importante chi vince. Inizieranno Yara ed Emolga.» Esordì Ash. Come sempre, Carlos fece da interprete. «Usa Energisfera!» Carlos diede l'ordine per Yara.

La Pokémon Petauro generò dalla sua coda una sfera di energia dal colore giallo, rivestita da delle scariche elettriche. «Forza! Schiva!» Ordinò la ragazza. Il Pokémon Lealtà si scostò rapidamente, facendo impattare con il terreno quella sfera di energia.

«E ora usa Carineria!» Ordinò Anita. La Pokémon Fedeltà si mise a correre a gran velocità, mentre il suo corpo venne rivestito da un'aura rosara, fin quando la Pokémon Non spiccò un grosso salto in direzione dell'avversaria.

«Ondashock!» Lo scoiattolo elettrico generò una potente scarica di elettricità che rapidamente investì la sua avversaria, facendola cadere a terra.

«Herdier!» Gridò Anita, in tono preoccupato, ma per sua fortuna, la Pokémon stava ancora bene. «Codacciaio!» La Pokémon Petauro si precipitò contro l'avversaria, mentre la sua coda si illuminava di una luce biancastra, in modo del tutto simile a quella di Pikachu. «Tieniti pronta con Rogodenti!» Anita voleva mettere in campo una strategia che qualche tempo prima le aveva permesso di vincere la sua prima medaglia.

«Mordi la coda con Rogodenti!» Ordinò la ragazza. Rapidamente la bocca della Pokémon si contornò di delle ampie fiammate, mentre l'avversaria la stava per raggiungere.

Herdier si mosse rapidamente, mandando a vuoto l'attacco avversario, per poi mordere la coda dell'avversaria. «E ora lanciala!» Ordinò Anita.

Grazie ai potenti muscoli del collo, la Pokémon lanciò la sua avversaria con una forza immensa. «E ora usa Carineria!» Herdier si mise a correre a gran velocità contro la sua avversaria, mentre il suo corpo veniva rivestito da un'aura rosata. Rapidamente Emolga venne colpita e lanciata nuovamente in aria, per poi ricadere a terra. «Emolga non è più in grado di lottare. Vince Herdier.» Dichiarò Ash.

Terminata la lotta, Yara si avvicinò ad Emolga, che nel frattempo aveva ripreso i sensi. Appena raggiunta, la ragazza prese in braccio la Pokémon, che subito si arrampicò sulla sua spalla.

Carlos tradusse anche il complimento di Ash. Secondo il nativo di Kanto, infatti, Yara ed Emolga erano davvero una bella coppia. Nonostante i complimenti, per la ragazza i dubbi erano ancora parecchi.

«Dice che non sa se sia degna di essere l'Allenatrice di Emolga. Ha paura di non essere abbastanza. Pensa che sarebbe giusto che a catturare e allenare Emolga fosse uno di noi tre. Te, in particolare.» Carlos indicò Ash. «Dice anche che, secondo lei, Pikachu ed Emolga sarebbero davvero una bella coppia.» Pikachu, a quelle parole, finse di svenire. No. decisamente quelle cose non erano per lui.

Ash scosse la testa. Per altri motivi. Il significato del suo gesto era chiaro a chiunque. «Emolga, quando ha sentito che stavamo parlando di te, e del fatto che vi avremo fatte incontrare, ci ha seguito fino al Centro Pokémon.» Carlos continuò con la sua opera da interprete. «Capisce quello che intendi, ma non sa sia la scelta giusta, per tutte e due.» «Almeno possiamo provare. Ricorda del documento che ha compilato tua madre…» Carlos fece cenno di aver capito. Poco dopo spiegò anche alla ragazza, che si mostrò favorevole alla proposta.

«E tu, Emolga, vuoi diventare la Pokémon di Yara?» Chiese Ash, quasi con il tono di chi stava per celebrare un matrimonio. In ogni caso, la Pokémon si mostrò piuttosto entusiasta della proposta.

Carlos spiegò alla ragazza che, per fare in modo che Emolga diventasse la sua Pokémon, avrebbero dovuto compilare dei documenti. Nulla di troppo complicato. Sarebbero dovuti andare in un Centro Pokémon.

E, per loro fortuna, ne era presente uno proprio nel parco.

Certo, era diverso da quelli a cui Ash e Serena erano abituati, ricordava più un chiosco, o qualcosa del genere. Seduta su di una sedia, dietro quel bancone, una giovane Infermiera, assistita dal solito Audino, poco lontano da lei.

«Finalmente qualcosa da fare!» Esclamò l'infermiera, alzandosi in piedi.

«Salve ragazzi.» Li salutò l'Infermiera, cercando di mantenere un filo di professionalità. «Questo è un Centro Pokémon di primo soccorso, quindi, se è qualcosa di urgente, trasferiremo i vostri Pokémon in un'altra struttura.» Carlos fece da interprete.

«In realtà, il motivo per cui siamo qui è il motivo sono loro.» Ash indicò Yara ed Emolga.

L'infermiera si rivolse alla ragazza, comunicando con la lingua dei segni. "Sei la nipote del vecchio Vlad, no sei un'Allenatrice, vero?" La ragazza confermò. «E siamo qui proprio per il documento B- qualcosa.» Spiegò Ash. L'Infermiera fece cenno di aver capito. «Capisco, dici il documento B65.» L'Infermiera fece cenno di aver capito.

«Nessun problema… Ve lo stampo subito. Intanto… immagino che il Pokémon in questione sia Emolga. Se non lo avete catturato, procedi pure.» Ash prese una Poké Ball dal suo borsello, quindi si rivolse ad Emolga. «Bene. Ora, se vuoi diventare la Pokémon di Yara…» Ash non fece in tempo a completare la frase che, subito Emolga, che era planata dalla spalla di Yara, e aveva toccato il meccanismo di sblocco della Pokémon, in modo da farla aprire e di venire assorbita al suo interno. Poco dopo la Poké Ball si mosse a destra e a sinistra diverse volte, prima di scattare definitivamente. Ash consegnò immediatamente la Poké Ball a Yara, che, immediatamente azionò il meccanismo di sblocco, per far uscire Emolga.

Come prima, Emolga si appollaiò sulla spalla della ragazza.

Nel frattempo, l'Infermiera, aveva finito di stampare il documento B65, un semplice foglio con alcuni campi da compilare. Campi che dovevano essere in parte compilati dalla persona che consegnava il Pokémon a in parte da chi lo riceveva. Oltre a questo si doveva allegare un certificato medico per i Pokémon scelto, e le copie dei documenti di riconoscimento di entrambe le persone coinvolte. «Purtroppo, la burocrazia una brutta bestia. Rischia sempre di farti diventare folle!» Commentò l'Infermiera, in tono scherzoso, mentre Ash e Yara compilavano quel documento.

Prima ancora che i due potessero consegnare il documento, che mancava solo della firma di Ash, l'Infermiera chiese a Yara di consegnare Emolga, in modo da poter stampare il certificato medico.

l'Infermiera completò i suoi esami con una certa rapidità. Per fortuna, nonostante la non giovanissima età, Emolga godeva di ottima salute.

«Ho visto che tu conosci la lingua dei segni…» L'Infermiera si rivolse a Carlos. «Spero ti vada di fare da interprete.» Il ragazzo, che sino a quel momento non aveva fati molto altro, non se la sentì di rifiutare.

«Sappi che la tua condizione non è un problema. Ci sono tante associazioni che si occupano di permettere anche alle persone con disabilità di compiere il loro viaggio. Se vuoi posso metterti in contatto con una di loro.»

In seguito all'intermediazione di Carlos, la ragazza sembrava piuttosto indecisa. Temeva che i suoi genitori non volessero.

L'avevano trattata sempre come se fosse fatta di cristallo.

«Capisco, ma non devono preoccuparsi. Per legge, ogni settimana, alle persone a cui è assegnato un supporto, viene sottoposto un questionario. In modo da essere certi che tutto proceda per il meglio. Fino ad ora, i pochi cambi che ci sono stati, erano dovuti a incompatibilità di carattere.» Poco dopo, l'Infermiera si rivolse a Yara, spiegando come, da quel momento, fosse diventata un'Allenatrice. Terminate le operazioni, i quattro si allontanarono, salutando.

Quando si allontanarono un po' da quello strano centro Pokémon, Yara si fermò quasi di scatto, spaventando Ash e i suoi amici.

I tre percorsero la breve distanza che li separava dalla ragazza, rimasta ferma, come una statua di sale.

Improvvisamente, quando i tre furono abbastanza vicini, Yara si lanciò su Ash, stringendolo in un forte abbraccio, che lasciò il ragazzo parecchio sorpreso.

Poco dopo, la motivazione del suo gesto venne resa chiara a tutti da Carlos. «Ti ringrazia per il tempo trascorso e per averle permesso di diventare l'Allenatrice di Emolga.»

Poco dopo lo stesso destino toccò ad Anita, meglio preparata a livello psicologico. Anche in questo caso il motivo del gesto venne rapidamente reso noto.

«Ti ringrazia per la bella lotta con Herdier. Dice che non la dimentic…» Prima che il ragazzo potesse terminare la frase, anche a Carlos toccò il medesimo destino. Voleva ringraziarlo per aver fatto da interprete per tutto quel tempo.

Ash, poco dopo, tentò di accennare un "Grazie" allontanando la mano aperta dal mento. Un "grazie" piuttosto abbozzato, compreso con non poca fatica. Si era anche chiesta per cosa Ash l'avrebbe dovuta ringraziare. Avevano fatto tutto lui e i suoi amici.

Intanto i quattro avevano raggiunto la panchina dove si trovavano i genitori di Yara, che non avevano smesso un secondo di preoccuparsi per la figlia.

«Vedo che l'avete trattata bene…» Commentò il padre della ragazza. «Altrimenti ve ne sareste pentiti amaramente.» L'uomo sembrava essere piuttosto teso, cosa che venne anche notata dalla figlia, che cercò immediatamente di spegnere le fiamme.

"Sono stati gentilissimi. Mi hanno anche permesso di conoscere i loro Pokémon!" La ragazza cercò di sorvolare sul fatto che avesse preso parte ad una lotta. "E ora sono ufficialmente un'Allenatrice." A quel punto lo sguardo di entrambi i genitori divenne piuttosto perplesso. "Domani compirai diciott'anni. Volevamo che fosse un regalo per il tuo compleanno." La ragazza scosse la testa. "Non sarebbe mai stata Emolga. Ash l'ha catturata per me abbiamo compilato un documento." Spiegò, lasciando i suoi genitori piuttosto sorpresi. Sapevano che, per legge, non potevano opporsi al documento B65.

"Quel che è fatto è fatto. Ma non ti prendere altre libertà. Ti accompagneremo noi ad ogni singola lotta in palestra e cattureremo per te tutti i Pokémon che desideri." Carlos, come sempre, fece da interprete.

Pur cercando di alleggerire quelle parole, Carlos non riuscì a calmare Ash. «Yara se la può cavare benissimo anche da sola. Se proprio vuole ricevere aiuto, ci sono delle associazioni che aiutano le persone come lei.» L'uomo rimase sorpreso dalle parole di Ash. Dalle varie telecronache dei tornei, aveva sentito della sua testardaggine. Se si metteva in testa qualcosa, era praticamente impossibile fermarlo.

E poi, come avrebbe potuto fermarlo? Sfidandolo in una lotta Pokémon? No. Sarebbe stato del tutto inutile. Ash avrebbe vinto senza difficoltà. Sarebbe poi andato anche contro i suoi stessi principi di tenere sua figlia lontana dalle lotte. Beh. Per il poco che ancora avrebbe dovuto farlo.

Sfidare i suoi amici non gli sembrava allo stesso modo un'opzione valida, oltre che per il precedente motivo, per il fatto che loro non si erano intromessi nella questione. L'uomo guardò negli occhi Ash, quindi la figlia e, infine, la moglie, quindi tirò un profondo sospiro. Quindi si rivolse di nuovo alla figlia. "E sia. Proviamo a contattare una di quelle associazioni. Proverai per due settimane. Poi, vedremo come comportarci.".

La ragazza sembrava essere piuttosto entusiasta della cosa. Due settimane sarebbero state più che sufficienti per dimostrare ai suoi genitori che avevano sempre esagerato nei loro comportamenti. Yara ringraziò nuovamente Ash e i suoi amici. Solo allora, prima ancora che Ash potesse ricevere una telefonata intrisa di gelosia da parte di Serena, i tre tornarono al Centro Pokémon, salutando Yara e i suoi genitori.

Prima di andarsene, come all'inizio, Ash, Yara e Anita avevano fatto da scudo per Carlos, in modo che il ragazzo potesse spiegarle che avrebbe potuto contattarli in qualsiasi momento in caso di problemi. (Leggasi genitori che non mantengono le promesse).

Come per l'andata, per raggiungere il Centro Pokémon, i tre avrebbero dovuto prendere i mezzi pubblici, percorrendo a ritroso la strada che avevano percorso all'andata.

Arrivati al Centro Pokémon, la prima cosa che si parò davanti ai loro occhi furono Serena e Asami, intente a trasportare dei grossi vassoi ricolmi di Poké bignè.

Vedendo le due ragazze tanto impegnate, Carlos decise di alleggerire un po' la situazione. «A chi di voi due è sfuggita la farina?» Chiese in tono ironico. Serena e Asami lo ignorarono, invitandolo, piuttosto, a dar loro una mano, cosa che fecero anche Ash e Anita.

Trasferiti tutti i vassoi, e distribuita una parte dei Poké Bignè agli ospiti della struttura, venne, per Serena e Asami, il momento del meritato riposo.

Durante la cena, rigorosamente preparata da Carlos, i cinque ebbero modo di raccontare cosa avessero fatto durante il pomeriggio, con Serena e Asami che si mostrarono particolarmente interessate dal racconto degli amici. Alcune ore dopo, andarono a coricarsi. Come la notte prima, Asami e Anita dormirono nella stessa stanza. Ad Anita sarebbe anche piaciuto visitare Dewott, prima di andare a letto, ma purtroppo ciò non risultò possibile.

Il giorno seguente, i cinque si alzarono alla buon'ora. Dopo colazione, Anita si recò al bancone dell'Infermiera, per avere notizie sul suo Dewott. l'Infermiera, senza dire una parola, la condusse nella stanza dove si trovava il suo Pokémon.

Dewott ancora riposava nel letto, con gli elettrodi.

I suoi parametri vitali, agli occhi inesperti di Anita, sembravano decisamente migliori rispetto alla precedente visita. «Rispetto a ieri sta molto meglio. Potrebbe tornare con te, ma mi raccomando, per i prossimi giorni deve riposare. È meglio che eviti le lotte. Tra una settimana potrà iniziare di nuovo con gli allenamenti, ma meglio essere progressivi.» Le spiegò l'Infermiera, mentre le riconsegnava la Poké Ball. Anita si limitò ad annuire. Avrebbe fatto di tutto per i suoi Pokémon.

Dopo aver ringraziato l'Infermiera, la ragazza si unì ai suoi amici, intenti a discutere sul da farsi.

Asami aveva già contattato Pastor, il suo autista, che li avrebbe accompagnati fino a Soffiolieve, dalla Professoressa Aralia.

La ragazza sembrava essere piuttosto dubbiosa. Si stava domandando cosa avrebbe fatto una volta lasciati i suoi amici. Sarebbe riuscita, come loro, a trovare delle persone con cui viaggiare e di cui fidarsi?

Da una parte sarebbe anche voluta restare con loro, ma sapeva che se voleva dispiegare completamente le ali, lo avrebbe dovuto fare da sola. Ma ancora non era il momento. Dopo qualche tempo, davanti alla porta dell'edificio, si parcheggiò il minivan condotto da Pastor.

I cinque, dopo aver salutato l'Infermiera e averla ringraziata per il suo lavoro, i cinque salirono a bordo del mezzo, in direzione Soffiolieve. Durante il viaggio, Ash contattò la Professoressa Aralia, per assicurarsi che tutto fosse a posto. Cosa che venne rapidamente confermata dalla donna. Secondo le stime del navigatore, sarebbero arrivati al laboratorio della Professoressa entro le undici e mezza. L'incontro con gli altri due giovani Allenatori, sarebbe dovuto avvenire verso mezzogiorno.

Appena parcheggiato davanti al laboratorio, Pastor fece scendere i suoi passeggeri, che iniziarono a dirigersi verso l'ingresso del laboratorio.

Ash suonò il citofono. Riconoscendo lui e i suoi amici, la donna premette il pulsante di apertura a distanza della porta. I cinque entrarono e fecero alcuni passi avanti.

Come la volta precedente, l'interno del laboratorio era piuttosto ordinato. Solo alcuni tavoli, ingombri di delicati strumenti di misura, per creare una sorta di corridoio, verso il tavolo centrale, posato contro la parete opposta all'ingresso, dove erano depositate le tre Poké Ball degli starter.

«Oh! Eccovi, finalmente! Accomodatevi pure!» Li invitò la Professoressa, facendo cenno ai cinque di seguirla. I cinque raggiunsero un'area del laboratorio che non avevano ancora visitato. Nemmeno Ash e Serena, che avevano atteso Anita nel piccolo appartamento della Professoressa.

Alcuni divani posati sulle pareti, con sopra di essi dei quadri di Pokémon. Su delle altre pareti vi erano delle librerie colme di pubblicazioni scientifiche. Davanti ai divani un tavolino in legno e vetro.

«Solitamente, in questa zona del laboratorio la uso per incontrarmi con i miei colleghi, ma credo che sia adatto anche a questo scopo.» Commentò la donna.

Poco dopo la Professoressa diede un'occhiata al suo orologio. «Ora dovrebbero arrivare i due ragazzi a cui devo consegnare il loro primo Pokémon. Spero di non metterci molto.» La donna iniziò ad allontanarsi da quella zona del laboratorio.

Nessuno si oppose alla scelta della Professoressa, probabilmente dovuta al voler evitare spiacevoli inconvenienti con Asami. La notizia dell'arresto di suo padre era ancora fresca.

Per loro fortuna, la consegna del primo Pokémon per i due ragazzi, non si tirò particolarmente per le lunghe. I due ragazzi giunsero alla porta della Professoressa pochi minuti dopo. Erano due ragazzi di sedici anni, come Anita.

Uno dei due aveva i capelli biondo chiaro e gli occhi verdi. Alto e piuttosto magro. Indossava una camicia a righe e quadri verdi, rossi e arancioni. Indossava un paio di jeans con le ginocchia strappate e delle scarpe di marca bianche.

Sulle spalle un grosso zaino nero.

L'altro ragazzo, più basso e robusto di lui, indossava una maglietta a maniche lunghe grigia e blu piuttosto leggera, una canadese blu scuro e delle scarpe di tela. Aveva i capelli castano scuro, quasi neri, e occhi dello stesso colore. Anche lui, come l'altro ragazzo indossava un grosso zaino, non nero ma verde scuro. Mentre i due si guardavano negli occhi, finalmente la Professoressa aprì loro la porta, accogliendoli nel suo laboratorio. «Perdonate se vi ho fatto aspettare… ho avuto un piccolo contrattempo.» La donna si scusò coi suoi ospiti, che non se la sentirono di rispondere. Si limitarono a scambiarsi un rapido sguardo, seguendo la donna.

«Piacere di conoscera… io mi chiamo Jenson.» Si presentò il ragazzo più alto. «E io, invece mi chiamo Victor.» Si presentò il secondo.

Nel frattempo, i tre avevano raggiunto l'interno del laboratorio, nella zona dove la Professoressa avrebbe consegnato ai due il loro primo Pokémon.

Appena arrivati la professoressa aprì una alla volta, permettendo ai due di poter scegliere il suo Pokémon iniziale. «Loro sono Snivy, Tepig e Oshawott» li introdusse.

I du si avvicinarono ai Pokémon, per osservarli meglio. Jenson incrociò il suo sguardo con Snivy, lo starter di tipo Erba. Il suo aspetto ricordava una sorta di serpente. La sua testa era rotonda con il muso a punta rivolto all'insù. La maggior parte del suo corpo era verde, mentre il ventre era color crema. Tutto il dorso, fino alla coda, era percorso da una striscia gialla. I grandi occhi marroni erano circondati da delle marcature gialle. Dalle spalle partivano protuberanze gialle che sporgevano all'indietro. Nonostante sembrasse un serpente, possedeva degli arti completamente sviluppati. Braccia corte e sottili dello stesso colore del corpo, con tre dita e piccoli piedi color crema e privi di unghie. Il Pokémon Serperba guardava il ragazzo a sua volta. La serpe aveva uno sguardo piuttosto speranzoso.

Nel mentre, Viktor aveva posato il suo sguardo su Tepig.

L'aspetto del Pokémon ricordava quello di un piccolo maiale. Il suo corpo era principalmente arancione, mentre altre parti del corpo erano nere, rosa e gialle. Aveva grandi occhi, un naso rossastro-rosa e una spessa striscia gialla sul muso. La maggior parte del suo viso era nera, come le orecchie, lunghe e rettangolari, posizionate sulla parte superiore della testa. Le sue gambe erano corte, e le estremità delle zampe anteriori erano nere. Un'altra banda nera era presente sul dorso inferiore e posteriore. Da lì si estendeva la coda a spirale, sormontata da un ornamento rosso vermiglio.

Contrariamente a Snivy, Tepig sembrava piuttosto felice dell'attenzione ricevuta.

Infine, entrambi incrociarono i loro sguardi su Oshawott.

Era un Pokémon bipede e assomigliava ad una lontra marina. Aveva la testa bianca e rotonda, con delle piccole orecchie triangolari blu scuro posizionate sui lati della testa. I suoi occhi erano scuri, mentre il naso era arancione scuro e di forma ovale. Le guance erano coperte da diverse lentiggini. Il suo corpo era rivestito da una pelliccia azzurra, che prendeva una forma simile a delle bolle, attorno al collo. Aveva delle braccia bianche e arrotondate, mentre i piedi erano blu scuro e avevano tre dita ciascuno. La sua coda era blu scuro simile ad un timone. Sul ventre aveva una conchiglia giallo chiaro.

Volontariamente o meno, entrambi gli aspiranti Allenatori avevano adocchiato lo stesso Pokémon.

Percependo la tensione tra i due ragazzi e il Pokémon Lontra, e non volendo esserne vittima, Snivy, decise di defilarsi, dietro le gambe della Professoressa, senza che nessuno dei due ragazzi se ne accorsero nemmeno.

«Vai… prendi te Oshawott… io sceglierò Tepig!» Victor invitò l'altro ragazzo. «No! Prendilo tu!» Ribatté Jenson. «Insisto! Sarai avvantaggiato quando lotteremo. I Pokémon di Tipo Acqua sono forti contro quelli di tipo Fuoco!» Aggiunse ancora Victor. «Ne avete ancora per molto?» Gli riprese la Professoressa. «Avete fatto scappare Snivy!» La donna prese le difese del Pokémon iniziale di tipo Erba, ancora nascosto dietro la donna. «Che importa! A me non interessa!» I due eliminarono immediatamente dalle loro scelte il Pokémon Serperba, rendendolo ancora più triste. Ora aveva persino iniziato a tirare il camice della Professoressa, in segno di protesta.

La donna gli aveva promesso che anche lui sarebbe stato affidato ad un Allenatore, o ad un'Allenatrice ma non sembrava stesse mantenendo la sua promessa.

«E va bene… allora io prendo Tepig.» Dopo un lungo rimbalzarsi, alla fine fu Jenson a cedere. Rapidamente la Professoressa consegnò le due Pokéball ai ragazzi, quindi spalancò due Pokéball, in modo da far uscire altrettanti esemplari di Rotom, in modo da poter trasformare i loro smartphone in degli Smart Rotom.

I due non accettarono nemmeno la proposta di confrontarsi in una lotta. Secondo entrambi si trattava di un inutile perdita di tempo che avrebbe sancito inutilmente la momentanea superiorità di uno dei due. Ricevuti i Pokémon e Rotom, i due ragazzi se ne andarono, salutando la Professoressa.

Vedendoli andare, Snivy tirò un sospiro di sollievo, mettendosi in piedi davanti alla Professoressa. Ora che quei due tizi avevano girato i tacchi, la sua espressione appariva più rilassata. Non mancava una punta di delusione, dovuta al fatto che la donna non avesse mantenuto la sua promessa. «Su, seguimi! Ho una bella sorpresa per te!»

La donna invitò il Pokémon di tipo Erba a seguirla, verso la zona del laboratorio dove si trovavano Ash e i suoi amici. La donna aveva ancora in mano la Pokéball di Snivy e una seconda Pokéball, all'interno della quale si trovava un esemplare di Rotom. Il Pokémon di tipo Erba seguì la donna senza protestare, fino a raggiungere la zona del laboratorio in cui si trovavano Ash e i suoi amici. «Scusate se ci ho messo tanto, ma quei due non sapevano proprio decidere…» La

Professoressa si scusò con un piccolo inchino. «E, come, da accordo, ecco a te, Asami il tuo primo Pokémon.» La donna si rivolse ad Asami, scostandosi leggermente, facendo fare a Snivy alcuni passi avanti.

Il Pokémon Serperba sembrava essere soddisfatto da quelle parole. La donna aveva mantenuto la promessa. Quella ragazza dai capelli neri che, ora, aveva in mano la sua Poké Ball.

Contrariamente ai due ragazzi, che lo avevano snobbato, quella ragazza sembrava essere piuttosto felice di aver ricevuto la sua Poké Ball. «Snivy è un pochino timido. Ma sono sicura che sarete una bella coppia.» La Professoressa introdusse il Pokémon alla futura Allenatrice. «Intanto che fate conoscenza… immagino che tu abbia uno Smartphone, giusto?» La Professoressa si rivolse nuovamente ad Asami. La ragazza fece un cenno affermativo.

«Puoi passarmelo un attimo?» Chiese la donna. «Rotom scalpita per entrare al suo interno e trasformarlo in uno Smart Rotom.» Sia pur un po' dubbiosa, la ragazza accettò la proposta della Professoressa, con il piccolo spiritello elettrico che si fuse con il telefono. «Adesso sei un'Allenatrice a tutti gli effetti. So che lo desideravi tanto, ma finalmente è arrivato il momento. Sono sicura che tu e Snivy andrete molto d'accordo.» Aggiunse poco dopo. Nel frattempo, Rotom si era unito allo smartphone, trasformandolo in uno Smart Rotom.

«Grazie all'integrazione con Rotom, ora il tuo Smartphone ha anche la funzione Pokédex. Se vuoi provarla, fai pure. Poi, dato che sei un'Allenatrice, mi piacerebbe sfidarti in una lotta.» Propose la donna.

«Si… un attimo, vorrei solo provare il Pokédex.» Rispose Asami, mentre aveva inquadrato, con l'applicazione aperta, il Pikachu di Ash. «Pikachu. Pokémon Topo. Tipo Elettro. Esemplare maschio Ha delle sacche sulle guance in cui immagazzina l'elettricità, che rilascia se minacciato. I maschi e le femmine differiscono per la coda. Mosse conosciute: Fulmine, Attacco Rapido, Codacciaio, Elettrotela.» Il dispositivo terminò di esaminare il Pokémon Topo.

Poco dopo, la ragazza toccò sullo schermo l'immagine del Pokémon, mostrando la differenza tra un esemplare maschio e una femmina. «Quindi la coda delle femmine ricorda un cuore… davvero affascinante! Chissà se mai ne incontrerò una!» Commentò la ragazza, prima di rivolgere il suo dispositivo verso Snivy.

«Snivy. Pokémon Serperba. Tipo Erba. Esemplare maschio. È dotato di intelligenza e sangue freddo. Quando riceve luce solare in abbondanza, i suoi movimenti si fanno agilissimi. Mosse conosciute: Azione, Frustata, Fogliamagica.»

Poco dopo Asami ripose il dispositivo nella sua borsa. «Chiedo scusa. Ora possiamo andare.» La Neo Allenatrice fece per alzarsi. «Figurati, nessun problema.» Le rispose la Professoressa.

I sei uscirono all'esterno del laboratorio e, guidati dalla Professoressa, raggiunsero il campo di lotta. Non era cambiato di una virgola, rispetto all'altra volta.

Ad aspettarli, seduto sulla panchina, Pastor, che fino a non troppo tempo prima il aveva aspettati in macchina. Ash, Carlos, Serena e Anita si erano seduti nella stessa panca. Stavano un pochino stretti, ma tutto sommato, la situazione era accettabile.

Nel frattempo, Asami e la Professoressa si erano disposte sui lati opposti del campo. «Se sei pronta possiamo cominciare.» Propose la Professoressa. Asami incrociò lo sguardo con il suo primo Pokémon, sorridendogli. «Sei pronto?» Chiese.

Nella testa della piccola serpe, quelle parole così gentili lo convinsero a seguire le sue indicazioni.

«Io lotterò con te! Vieni fuori Minccino!» Dalla Poké Ball della donna uscì un Pokémon dall'aspetto simile a quello di un roditore. Il suo corpo era piuttosto peloso, principalmente grigio. Del pelo bianco, invece, si trovava sulla testa, all'interno delle orecchie e sul collo. Aveva delle grandi orecchie, ricoperte di pelo e posizionate ai lati della testa. I suoi occhi erano grandi e marroni. Gli arti erano piuttosto arrotondati e piccoli, la sua coda era lunga e particolarmente pelosa.

Asami analizzò il Pokémon con la funzione Pokédex del suo Smart Rotom. «Minccino. Pokémon Cinccillà. Tipo Normale. Esemplare femmina. È un maniaco della pulizia e non sopporta neanche la più piccola traccia di sporco. Usa la coda come una scopa per pulire ogni superficie. Mosse conosciute: Semebomba, Fulmine, Spazzasberla.»

Dopo aver nuovamente riposto il dispositivo nella borsa, la ragazza diede il primo comando al suo Pokémon. «Sei pronto? Iniziamo con Frustata!» Ordinò la ragazza.

Dalle protuberanze sulla schiena uscirono rapidamente due liane, che si avvicinavano contro il Minccino della Professoressa. La donna sorrise, quasi aspettandosi quella mossa da parte della giovane.

«Schiva e usa Spazzasberla!» Ordinò la donna. Rapidamente il Pokémon Cincillà si scostò dalla traiettoria delle fruste, raggiungendo senza quasi farsi farsi vedere.

«Cerca di evitare!» Ordinò Asami. Per sfortuna della ragazza, Minccino era troppo veloce, e Snivy venne colpito numerose volte dalla coda dell'avversaria. «No! Snivy!» Gridò Asami, preoccupata.

«VI!» Il Pokémon Serperba, nonostante i colpi subiti, era ancora in piedi, pronto a continuare. «Allora, se vuoi ancora continuare, proviamo questo! Usa Fogliamagica!» Ordinò la ragazza.

Il Pokémon Serperba generò una grande serie di foglie colorate che lanciò contro l'avversaria. «Sbarazzatene con la coda!» Ordinò la Professoressa. Con dei rapidi movimenti della coda, la piccola Pokémon, si sbarazzò di tutte quelle foglie.

«Ora usa Azione!» Ordinò Asami. Rapidamente il Pokémon Serperba raggiunse la sua avversaria, pronto a colpirla. «Usa Semebomba!» Dalla bocca del Pokémon Cincillà si generò un gigantesco seme dal colore verde, rivestito da un'aura giallognola.

Pochi istanti dopo il seme esplose, lanciando i due Pokémon nelle direzioni opposte.

L'urto fu, però troppo per Snivy, che ne uscì sconfitto.

Notandolo, la Professoressa diede ad Asami dei sali revitalizzanti, un cristallo a forma di bipiramide dal colore giallo chiaro e dall'odore di lavanda e ammoniaca.

«Con uno di questi, dovrebbe tornare in forma.» Le spiegò la Professoressa. «Per essere la tua prima lotta, non te la sei cavata male.» Aggiunse poco dopo.

«Ora però direi che è ora di mettere qualcosa sotto i denti, voi che dite?» Propose Ash, massaggiandosi la pancia.

«Sinceramente non mi sembra una cattiva idea.» Gli fece eco Asami. «Non preoccupatevi. Offro io.» Aggiunse poco dopo. «Vi accompagno io. Conosco un ristorante davvero ottimo, non troppo lontano da qui. È proprio a Quattroventi.» Pastor, rimasto in silenzio tutto quel tempo, si era unito alla conversazione. Nessuno tentò di obiettare. Dopotutto era veramente tardi, e le soluzioni erano poche. E ora il cognome di Asami non aveva più il peso di prima.

Dopo pranzo, il gruppo si divise.

Pastor aveva accompagnato la Professoressa al suo laboratorio, come da lei richiesto. Aveva del lavoro da fare e già quel pranzo era un imprevisto.

Una volta accompagnata la donna, Pastor avrebbe avuto il resto della giornata libera. Asami gli aveva esplicitamente chiesto di non accompagnarla.

Da quando suo padre era stato arrestato, aveva, finalmente, iniziato a poter realizzare qualche suo desiderio, tenuto sopito fino a qualche tempo prima. E tra questi desideri vi era quello di passare una notte in campeggio.

Ne aveva anche parlato con Ash e gli altri. E nessuno se l'era sentita di obiettare. Per Serena e Ash si trattava di un ritorno al passato, a quando avevano viaggiato per Kalos insieme a Lem e Clem. Per Anita e Carlos, invece si trattava di una novità.

I cinque, appena fuori dal ristorante, iniziarono ad incamminarsi per Levantopoli. Data l'ora tarda, avrebbero dovuto per forza di cose passare la notte in tenda.

«Stavo pensando ad una cosa…» Asami ruppe il silenzio che si era creato in quel momento. «Vai, non tenerci sulle spine.»

La incoraggiò Ash. «Non so quanto ancora potrò viaggiare con voi. Sento come se fossi un peso per voi.» Rispose la ragazza, lasciando sbigottiti tutti gli amici. «Non lo sei affatto. Non devi nemmeno pensare una cosa del genere!» La incoraggiò Carlos, sulla falsariga di Ash. «No. Non voglio dire questo. Dico solo che voi avete fatto così tanto per me… mentre io non ho fatto altro che segurivi e chiedervi delle cose che per voi sono scontate, e voi siete sempre stati così gentili, nel spiegarmi ogni cosa, ma credo che presto arriverà il momento in cui dovrò scegliere da sola la mia strada.» Tutti rimasero particolarmente colpiti da quelle parole, che suonavano come un addio.

«Ma non preoccupatevi, quel momento ancora non è arrivato. Sarei felice di vedervi assistere alla mia prima lotta in palestra. Poi deciderò cosa fare.» La ragazza cercò di spiegarsi meglio.

«Nel tuo caso dovrai lottare contro Chicco, che è specializzato nel tipo Fuoco. Ha anche un altro Pokémon, per cui per la tua prima lotta in Palestra dovrai catturare almeno un altro Pokémon.» Le spiegò Carlos.

«E tu hai deciso di aiutare tutti i Pokémon liberati dal Team Plasma, e non è semplice sapere dove li liberano. Ho catturato Hondur solo grazie a Pikachu, che lo ha convinto a seguirlo.» Aggiunse poco dopo. La ragazza si limitò ad annuire. Sapeva che il suo desiderio era difficile da realizzare, ma lei avrebbe fatto di tutto per farcela.

Dopo quello scambio di parole, i cinque non parlarono per diverso tempo. Nessuno si aspettava quelle parole di Asami, e nessuno sapeva come comportarsi in una situazione del genere.

Camminarono in silenzio per diverso tempo, fino a quando i cinque non superarono i confini della città e giunsero in aperta campagna. «È strano tornare in un posto dove siamo già stati.» Commentò Ash, rompendo il silenzio che si era creato fino a quel momento. «Ti ricordi? Qui è dove avevi catturato Lillipup. È già passato più di un mese, anche se non sembra.» Serena si aggiunse alla conversazione, rivolgendosi ad Anita che, come lei era rimasta alcuni passi indietro, rispetto a Ash, Asami e Carlos.

«Più di un mese?!» Anita sembra davvero sorpresa, non voleva credere che fosse passato già così tanto tempo. Non voleva minimamente credere che il suo viaggio durasse da così tanto tempo.

Nel frattempo, i cinque avevano raggiunto una piccola radura, il luogo ideale per accamparsi. Ash fu il primo a togliersi dalle spalle il grosso zaino, seguito a ruota dagli altri.

«Diamo una sistemata alle tende, poi possiamo dedicarci ad un po' di allenamento. Abbiamo ancora un po' di luce.» Commentò Ash, mentre controllava l'area in cui montare le tende. Avrebbe dovuto spostare solo alcuni rami e dei sassi, ma nulla di troppo impegnativo.

Sistemato il terreno sia dal suo lato che dal lato delle ragazze, il ragazzo si dedicò a montare la tenda. Serena, dopo averlo ringraziato per aver sistemato il terreno, si mise a montare la sua tenda, aiutata da Anita.

Carlos e Asami erano, invece, alle prese con la tenda di quest'ultima. Era forse quella più difficile da montare delle tre, nulla di impossibile, ma il suo montaggio richiese più tempo del previsto.

Terminato il montaggio, Carlos si dedicò a preparare la cena, mentre Ash e le ragazze si spostarono in un'altra radura poco lontano per allenarsi.

Per loro fortuna, quando erano andati al PrisMart, Carlos, Anita e Asami avevano comprato delle lampade da campeggio. Delle lampade a batteria che potevano essere ricaricate a delle normali prese elettriche, con dei pannelli solari o, eventualmente con le scariche di Pokémon di tipo Elettro. Nonostante le dimensioni compatte, quelle lampade, dalla forma di parallelepipedo, illuminavano un'area discretamente ampia. Per il momento non sarebbero ancora servite, ma quando sarebbero calate le tenebre, avrebbero fatto estremamente comodo.

«Ve la sentite di fare un piccolo allenamento, prima di cena?» Propose Ash, rivolgendosi ad Anita e Asami. Serena, nel frattempo, si era allontanata di alcuni passi, per lavorare sull'esibizione libera.

Anche se non era ancora sicura di farla debuttare, avrebbe lavorato anche con Lilligant, che ormai, grazie agli sforzi di Sylveon e della sua Allenatrice si era quasi completamente integrata con la squadra.

«Per me va bene, penso che Snivy si sia ripreso del tutto.» Rispose Asami. Anita, a quel punto si trovò costretta ad accettare. Ovviamente avrebbe lottato con Sewaddle, l'ultima arrivata in squadra. «Sarà un allenamento, non importa chi vincerà.» Precisò Ash. Ormai Anita si era abituata a quel modo di fare, mentre per Asami era ancora una novità.

«Se siete pronte, possiamo iniziare con l'allenamento.» Propose Ash.

Le due ragazze si allontanarono di alcuni passi, in modo da avere abbastanza spazio per lottare, senza disturbare Serena.

Anita mandò in campo la sua Sewaddle, mentre Asami lanciò la Poké Ball del suo Snivy.

«Iniziate pure voi.» Le invitò Asami.

Anita si limitò ad annuire. «Cominciamo con Azione!» Ordinò la ragazza. Rapidamente la Pokémon Grancucito si lanciò contro il suo avversario. «Prova a difenderti con le tue liane!» ordinò Asami.

Dalle protuberanze sulla schiena del Pokémon uscirono due sottili liane, che rapidamente si incrociarono davanti al corpo del Pokémon, creando una sorta di scudo, che respinse il bruco.

«Ora usa Fogliamagica!» ordinò la ragazza. In pochissimi istanti,il Pokémon Serperba generò una gigantesca quantità di foglie dei più svariati colori, che rapidamente investirono la sua avversaria, generando una piccola esplosione.

«Proviamo a fare qualcosa di diverso! Sewaddle, usa Millebave!» Ordinò la ragazza. Immediatamente, dalla bocca della Pokémon si generò una sottile bava bianca che, senza quasi far percepire la sua presenza, avvolse l'avversario.

«E ora tira verso di te!» Muovendo il collo, la piccola Pokémon, riuscì a far perdere l'equilibrio al suo avversario, che giaceva a terra, incapace di muoversi.

«Cerca di liberarti con Frustata!» Il Pokémon Serperba cercò di far uscire le sue liane dalle protuberanze dietro la schiena, ma senza alcun successo.

«E ora usa Coleomorso! Punta alla coda!» Ordinò Anita. Sewaddle sgusciò rapidamente, puntando alla coda del suo avversario e mordendola. Snivy fece una forte smorfia di dolore, sentendo i denti della sua avversaria conficcarsi nella coda.

«Prova a reagire! Prova a lanciarla con la coda!» Ordinò Asami, tentando di abbozzare una qualche strategia.

Raccogliendo le sue ultime forza, il serpente mosse rapidamente la sua coda, proiettando in aria la sua avversaria, che atterrò poco dopo. «Direi che come allenamento può bastare.» Ash interruppe l'allenamento prima che ci fosse una reale vincitrice. «Avete fatto entrambe un ottimo lavoro. Può andare bene così.»

Appena Ash fece terminare la lotta, Sewaddle liberò immediatamente l'avversario dalle sue stesse millebave. Finalmente Snivy poteva muoversi normalmente.

Poco dopo anche Serena terminò i suoi allenamenti, piuttosto soddisfatta del lavoro svolto, soprattutto con Lilligant. «Com'è andato il vostro allenamento?» Chiese la ragazza, con un sorriso.

«Hanno lavorato davvero bene. Direi che, ora però che è ora di cena. Immagino che Carlos ci starà già aspettando.» Le esortò Ash. Le ragazze e i loro Pokémon lo seguirono senza esitare.

Dopo cena, i cinque non tardarono ad andare a dormire. Avevano camminato parecchio ed erano piuttosto stanchi.

Come la notte precedente, Anita dormì in tenda con Asami, lasciando Serena da sola.

Se tutto fosse andato secondo i suoi piani, quella sarebbe stata la sua ultima notte con i suoi nuovi amici. Nelle sue intenzioni avrebbe dovuto sfidare la Palestra di Levantopoli e quindi ringraziare i suoi amici e proseguire per la sua strada. Ma ora non era il momento di pensare a quelle cose. Ora avrebbe dovuto pensare a dormire, per essere pronta agli allenamenti del giorno successivo.

La notte passò tutto sommato tranquilla. Carlos, Asami e Anita dovettero fare i conti con il passare la prima notte in tenda. Dormire a contatto con il terreno, separati solo dal sottile e morbido strato del sacco a pelo. Ash e Serena, al contrario, erano piuttosto abituati a quelle condizioni, e, anzi, era un piacevole ritorno al passato.

Il giorno seguente, Asami fu la prima a svegliarsi. Già solo dopo una notte all'addiaccio, stava già avendo nostalgia di un letto vero e proprio.

Accanto a lei, Anita stava ancora dormendo, i suoi lunghi capelli castani erano sparsi ovunque. Si chiedeva quanto tempo le ci sarebbe voluto per sistemarli.

Uscì in silenzio dal suo sacco a pelo e si cambiò, cercando di non dare fastidio all'amica. Dopo aver indossato i suoi vestiti da viaggio, la ragazza fece per uscire dalla tenda, aprendo, il più silenziosamente possibile, la zip che teneva la tenda chiusa.

Quel che la ragazza si trovò davanti, per poco non la fece urlare. Ancora un po' assonnata, aveva scambiato quella piccola creatura bianca e con una sorta di caschetto verde. Ancora stordita dal sonno, la ragazza l'aveva scambiata per una bambina. «Ra-u!» la piccola creatura emise un flebile verso, ma rimase immobile.

Riusciva chiaramente a percepire la sincera curiosità di quella ragazza, sia la forte motivazione che l'aveva spinta ad avvicinarsi a quella ragazza.

Non si spaventò nemmeno quando la ragazza prese il suo Smart Rotom dalla borsa. Riusciva a percepire la grande curiosità di quella ragazza.

Prima di avviare la scansione, Asami abbassò al minimo il volume del dispositivo, in modo da non svegliare Anita.

«Ralts: Pokémon Sensazione. Tipi Psico e Folletto. Esemplare femmina. Ralts percepisce le emozioni delle persone usando le corna poste sul capo. Raramente si fa vedere dagli esseri umani, ma se percepisce un'energia positiva provenire da qualcuno è possibile che si avvicini. Mosse conosciute: Palla Ombra, Doppioteam, Magibrillio, Confusione.» La ragazza ripose il telefono nella borsa, con un po' più di consapevolezza su quella piccola Pokémon.

«E così tu sei una Ralts, eh… ma è strano… qui non dovrebbero esserci dei Ralts…» Asami si mise la mano davanti alla bocca, riflettendo. «Per cui è probabile che tu appartenga ad un Allenatore o che…» Senza che neanche la ragazza se ne potesse accorgere, la Pokémon era sgattaiolata dentro la tenda e si era avventata verso la borsa della ragazza, iniziando ad estrarre i vari oggetti al suo interno, lanciandoli anche contro l'incolpevole Anita.

«Ehi! Che succede?» La ragazza si svegliò improvvisamente, con il cuore a mille, mentre si guardava nervosamente attorno. «Sono entrati dei ladri nella nostra tenda?» Chiese, con il respiro ancora pesante.

«Non ti preoccupare, era solo una Ralts selvatica che…» La ragazza cercò di spiegare alla compagna di tenda quel che era successo. «Una Ralts? Ma qui Ralts non si trova…» Le rispose Anita, mentre si guardava intorno.

Asami si girò in direzione della sua borsa, dove, fino a pochi istanti prima, stava venendo frugata da Ralts. Al posto della piccola Pokémon, una Poké Ball chiusa.

«Quindi voleva che la catturassi, sono stata una sciocca a non capirlo.» Asami si accusò da sola. «Era stata liberata da quelli del Team Plasma e aveva percepito come io fossi intenzionata ad aiutare i Pokémon come lei.» Anita cercò di rassicurarla, non senza difficoltà. Invidiava molto Ash su quel fronte. Lui era capace di trovare le parole giuste per tutti, e quello era uno dei motivi per cui ancora non era tornata a casa.

Asami, per gentilezza, uscì dalla tenda, per permettere ad Anita di cambiarsi senza sentirsi in imbarazzo, anche se il problema più urgente della nativa di Unima, era quello di sistemarsi i capelli, che, dormendo nel sacco a pelo, si erano parecchio scombussolati. Asami aveva approfittato del fatto di essere già fuori dalla tenda, per svegliare Serena e i ragazzi.

Dopo colazione, i cinque ritirarono tutto il materiale con cui si erano accampati e si misero in cammino verso Levantopoli.

Durante la colazione, Ash aveva pianificato l'allenamento per Anita e Asami.

Il ragazzo, dopo aver saputo della cattura di aveva elaborato una sorta di simulazione di una lotta in palestra, in modo da permettere ad Asami di imparare a conoscere il funzionamento delle lotte in Palestra, mentre per Anita, quel miscuglio tra allenamento e gioco di ruolo, secondo Ash, sarebbe stato utile per entrare nella mente di un Capopalestra e imparare a ragionare come uno di loro, per poter affrontare meglio le lotte in palestra.

Ma, prima di tutto, avrebbero dovuto raggiungere Levantopoli. Secondo l'applicazione delle mappe sarebbero arrivati in città prima di pranzo, avendo giusto il tempo di lavarsi.

Questo significava che Asami avrebbe potuto lottare in palestra solo il giorno dopo, contrariamente a quello che aveva pianificato. E, come anche suo padre, non sopportava che gli eventi andassero diversamente da come pianificato.

Dopo essersi finalmente lavati e cambiati e dopo aver pranzato, finalmente le due ragazze poterono mettere in pratica l'allenamento ideato da Ash.

Tanto Serena quanto Carlos erano estremamente curiosi di vedere come le due si sarebbero comportate durante quell'allenamento così particolare. Ash, Serena e Carlos si erano seduti su di una delle panchine accanto al campo di lotta, in modo da godersi la lotta tra le due.

Per rendere la lotta ancora più realistica, Anita avrebbe lottato con Vivillon e Sewaddle, simulando una lotta in una Palestra specializzata in Pokémon di tipo Coleottero, allenamento che sarebbe tornato utile anche alla stessa Anita, dovendo lottare contro Artemisio, specializzato nei Pokémon di tipo Coleottero. Le due ragazze si erano schierate ai lati opposti del campo di lotta, pronte per iniziare l'allenamento.

Appena Ash diede il via alla lotta, le due mandarono in campo i rispettivi Pokémon. Anita mandò in campo la sua Vivillon, mentre

Asami mandò in campo la sua Sewaddle, come pianificato.

Asami, invece, decise di far lottare per primo il suo Snivy. Avrebbe fatto lottare la nuova arrivata solo in un secondo momento. Nella sua testa battere uno dei Pokémon della sua amica era già un grande traguardo.

«Inizia pure te!» La invitò Asami.

Anita si limitò ad annuire. «Cominciamo con Azione!» Ordinò la ragazza. Rapidamente la Pokémon Grancucito si lanciò contro il suo avversario. «Prova a difenderti con le tue liane!» ordinò Asami.

Dalle protuberanze sulla schiena del Pokémon uscirono due sottili liane, che rapidamente si incrociarono davanti al corpo del Pokémon, creando una sorta di scudo, che respinse il bruco.

«Ora usa Fogliamagica!» ordinò la ragazza. In pochissimi istanti,il Pokémon Serperba generò una gigantesca quantità di foglie dei più svariati colori, che rapidamente investirono la sua avversaria, generando una piccola esplosione.

«Proviamo a fare qualcosa di diverso! Sewaddle, usa Millebave!» Ordinò la ragazza. Immediatamente, dalla bocca della Pokémon si generò una sottile bava bianca che, senza quasi far percepire la sua presenza, avvolse l'avversario.

«E ora tira verso di te!» Muovendo il collo, la piccola Pokémon, riuscì a far perdere l'equilibrio al suo avversario, che giaceva a terra, incapace di muoversi.

«Cerca di liberarti con Frustata!» Il Pokémon Serperba cercò di far uscire le sue liane dalle protuberanze dietro la schiena, ma senza alcun successo.

«E ora usa Coleomorso! Punta alla coda!» Ordinò Anita. Sewaddle sgusciò rapidamente, puntando alla coda del suo avversario e mordendola. Snivy fece una forte smorfia di dolore, sentendo i denti della sua avversaria conficcarsi nella coda.

«Prova a reagire! Prova a lanciarla con la coda!» Ordinò Asami, tentando di abbozzare una qualche strategia.

Raccogliendo le sue ultime forza, il serpente mosse rapidamente la sua coda, proiettando in aria la sua avversaria, che

atterrò poco dopo.

«Sewaddle, ora che Snivy è immobilizzato, usa Azione!» La Pokémon si mosse in direzione dell'avversario, pronta a colpirlo. Snivy era immobilizzato, non poteva fare altro che incassare il colpo.

«E ora usa di nuovo Coleomorso! Punta alla coda!» Ordinò Anita.

Sewaddle si mosse rapidamente, puntando alla coda dell'avversario, come prima. L'ondata di dolore fu enorme, forse persino peggio della prima volta.

«Forza! Prova di nuovo a liberarti! Sono sicura che questa volta riuscirai a liberarti!» Asami cercò di incoraggiare il suo Pokémon, che, in risposta alle parole della sua Allenatrice, aumentò ulteriormente i suoi sforzi.

In pochi istanti, il corpo del Pokémon si rivestì di un'aura verdastra. Con una forza mai sperimentata prima, il Pokémon Serperba riuscì finalmente a liberarsi da quella prigione appiccicosa.

«È l'abilità Erbaiuto di Snivy!» Ash rimase sorpreso dall'andamento di quella lotta. «È l'abilità dei Pokémon iniziali di tipo Erba. Quando si trovano in difficoltà le loro mosse diventano più forti. Anche i Pokémon iniziali di tipo Acqua e di tipo Fuoco hanno delle abilità simili. Ma non tutti i Pokémon riescono a controllarla.» Aggiunse poco dopo.

«Snivy! Io sono sicura che tu sei in grado di controllare questo potere. Usa Fogliamagica!» Il Pokémon Serperba generò una gigantesca tempesta di foglie, dal colore violaceo, che investirono Sewaddle.

«Prova a difenderti!» Ordinò Anita. Senza forse volerlo, Sewaddle generò una gigantesca tempesta di foglie affilate simili a delle falci, che si scontrarono con l'attacco avversario, e colpirono anche Snivy, che cadde a terra, privo di sensi.

«Snivy non è più in grado di lottare! Vince Sewaddle!» Dichiarò Carlos, che, pure se non gli era stato chiesto, aveva quasi involontariamente agito come arbitro.

Asami dovette far rientrare il suo Pokémon nella Poké Ball. Come immaginava, non era stata in grado di sconfiggere il Pokémon dell'amica, ma almeno era riuscita a metterlo alle strette.

«Ora riposa, Snivy, hai fatto davvero bene.» La ragazza richiamò il suo Pokémon nella Poké Ball, pronta a mandare in campo la nuova arrivata. «E ora tocca a te, Ralts!» La ragazza mandò in campo la Pokémon che la stessa mattina si era unita alla sua squadra.

Sin da quando era uscita dalla Poké Ball, immediatamente percepì l'ardente desiderio di vittoria della sua nuova Allenatrice, e avrebbe fatto il possibile per soddisfarlo.

«Ralts, sei pronta? Usa Palla Ombra!» Ordinò Asami. La Pokémon generò rapidamente una sfera di energia oscura dal colore violaceo, circondata da scariche di energia di un violetto leggermente più chiaro, per poi scagliò rapidamente contro l'avversaria. «Sewaddle! Cerca di difenderti con Millebave!» Ordinò Anita.

Dalla bocca della Pokémon si generò un sottile strato di bava appiccicosa e tentò di avvolgere la sfera di energia, senza successo. Anzi. La piccola Pokémon venne colpita in pieno da quell'attacco. «Sewaddle non è più in grado di lottare.» Dichiarò Carlos, che, come prima, aveva agito come arbitro. Anita fece rientrare la sua Sewaddle nella Poké Ball, per far entrare in campo la sua Vivillon, come programmato.

Asami, ben presto si rese conto di quanto la vera lotta fosse iniziata solo in quel momento.

«Cominciate pure voi.» Le invitò Anita. «E va bene… iniziamo con Palla Ombra!» Come prima, la Pokémon lanciò contro l'avversaria una sfera di energia oscura, circondata da scariche violacee, ma prima che quest'ultima potesse colpire l'avversaria, la sfera venne disintegrata in pochi istanti, da una sottile e velocissima lama d'aria.

«Proviamo ad usare Doppioteam!» In pochi istanti, la Pokémon generò una ventina di copie illusorie che, in pochi istanti, circondarono l'avversaria.

Anita non rimase sorpresa dalla scelta dell'amica, anzi, sembrava quasi se lo aspettasse. Ash le aveva insegnato a gestire situazioni simili. E, per affrontarle, anzitutto non doveva andare nel panico. E, in più, la sua Vivillon era forse il Pokémon più adatto ad affrontare una situazione del genere.

«E ora, Ralts usa Palla Ombra!» Ordinò Asami. Ogni clone di Ralts si diede da fare per lanciare il suo attacco, diretto verso l'avversaria. «Usa Comete e poi Schiva!» Ordinò Anita.

In pochi istanti, Vivillon generò dei raggi di energia a forma di stella, dal colore dorato che attraversarono senza problemi gli attacchi avversari e distrussero ogni copia di Ralts.

Appena sferrato l'attacco, la Pokémon Farfascaglia salì di quota di alcuni metri, facendo collidere gli attacchi avversari, che, nell'urto, generarono una potente esplosione, che investì anche la vera Ralts, sconfiggendola.

«No! Ralts!» Nonostante se lo aspettasse, Asami rimase piuttosto delusa dall'esito della lotta. Sapeva bene che l'amica, per quanto l'amica avesse ancora tanto da imparare, fosse ad un livello decisamente superiore al suo.

La ragazza fece immediatamente entrare la sua Pokémon nella Poké Ball. «Ti prometto che la prossima volta andrà meglio. Le lotte sono affascinanti, ma sono davvero difficili.»

Pochi istanti dopo, anche Anita fece rientrare la sua Pokémon nella Poké Ball, prima di avvicinarsi ad Ash. la castana sorrideva, soddisfatta della vittoria, ma, oltre alla soddisfazione per la vittoria, dentro la ragazza albergava un'altra sensazione. Non sapeva descriverla, ma, forse Ash avrebbe potuto darle una mano.

Ormai la ragazza era a due passi dalla panchina dove Ash, Serena e Carlos erano seduti. Conoscendo un po' meglio Ash, aveva capito che, per chiedergli consigli non serviano chissà quali giri di parole, potendo l'avrebbe sicuramente aiutata.

«Scusa… Ash… vorrei chiederti una cosa.» La ragazza parlò con un filo di voce, quasi come se avesse paura di un rifiuto. «Tutto quello che vuoi. Io sono qui per te. Lo sai. Se vuoi possiamo parlarne solo noi due.» propose il ragazzo. Anita accettò senza problemi. I due si allontanarono, entrando nel Centro Pokémon e quindi nella stanza che Ash condivideva con Carlos.

Appena entrati, i due si sedettero in uno dei due letti. «Ora che siamo da soli, puoi dirmi tutto.» la invitò Ash.

«Stavo pensando alla lotta contro Asami. Si, io e i miei Pokémon abbiamo vinto, ma ho paura di aver esagerato. Di aver fatto quello che Ivan ha fatto con me, quando abbiamo lottato.» Ash scosse la testa. «Ti capisco. Ma no. Non penso che tu abbia esagerato. È stata una bella lotta e tu e Vivillon avete vinto perché ve lo siete meritato.» Ash cercò di rassicurarla. «Sono io ad aver vinto delle lotte in quel modo. E quando è successo a me, ho capito quanto sia umiliante perdere così.» Le spiegò. «Però se ogni volta che vinci pensi questo, non potrai mai diventare Campionessa.» La giovane Allenatrice sembrava essere piuttosto perplessa. «Tutti noi sappiamo cosa vuol dire perdere, ma anche cosa vuol dire rialzarsi. Tu lo hai imparato con Ivan e con Spighetto… sai. Forse la cosa migliore è parlarne con lei e chiederle cosa ha provato lei. E poi, ricorda, una lotta, tra amici è prima di tutto un piacere, oltre ad essere il miglior allenamento.» Le propose.

Anita si alzò, seguita poco dopo da Ash.

Rispetto a quando si era avvicinata ai tre, appariva molto più tranquilla. Le parole di Ash l'avevano aiutata parecchio. Quasi spinta dal ragazzo si avvicinò ad Asami.

«Scusa per la lotta, mi sono fatta prendere la mano. Ho fatto quello che gli altri hanno fatto su di me, hanno approfittato della loro forza. E…» Asami si voltò verso l'amica.

«Non dire così. Avete vinto perché ve lo siete meritato. E, in più, ho imparato come affrontare una lotta in palestra. Probabilmente avresti vinto lo stesso, ma, se dovessimo lottare di nuovo, non farei lo stesso errore.» Anita saltò come una molla, pensando alle parole di Ash di poco prima.

«Ash mi ha detto che le lotte tra amici, oltre ad essere un piacere sono il miglior allenamento. Io avevo paura di aver esagerato, di aver lottato con un Pokémon troppo forte e…» Asami le fece cenno di non dire altro.

«Va benissimo così. Anzi, lottare contro di te è stato un piacere. Ho capito quanto devo ancora imparare. Ma no. Non sono triste per aver perso. Anzi.» Le rispose. «Sono sicura che quella non sarà la nostra ultima lotta. Ma la prossima volta mi assicurerò di essere io a chiederti di lottare e sono sicura che non vincerai tanto facilmente.»

Anita sorrise. Come al solito si era fatta più problemi del necessario.

Il giorno seguente era finalmente giunto il momento per Asami di affrontare la sua prima lotta in palestra. Erano le otto e mezza del mattino e i cinque si trovavano nella sala colazione del Centro Pokémon.

«Ti vedo molto tranquilla.» Esordì Ash, rivolgendosi all'amica. «Io, invece ero nervosissima. Ash mi ha forzato a mangiare qualcosa, altrimenti sarei andata a digiuno.» «E sarebbe stato decisamente peggio.» Le rispose Ash a sua volta.

«In ogni caso… dato che il tuo primo Pokémon è Snivy, tu affronterai Chicco, Capopalestra specializzato nel tipo Fuoco.» Spiegò Carlos. «Ma non ti preoccupare. Sono sicuro che riuscirai a vincere la medaglia.» Il ragazzo tentò di rassicurare l'amica.

«Ammetto che per me sarà strano tornare in quella Palestra, è da più di un mese che non ci vado. Mi piacerebbe lottare contro Spighetto o contro Maisello, voglio dimostrare quanto sono migliorato come Allenatore.» Carlos sembrava persino più entusiasta di Asami.

Dovettero percorrere quasi un chilometro a piedi, prima di raggiungerela. Si trovarono davanti ad una piazza, leggermente più piccola di quella su cui era affacciato il Centro Pokémon, ma realizzata in modo simile.

Era realizzata con degli ampi lastroni di marmo bianco, che rifletteva la luce, in modo quasi fastidioso. Sulla piazza erano presenti anche delle aiuole, realizzate nel medesimo materiale, ricche di una folta vegetazione, una calamita per piccoli Pokémon di tipo Erba e Coleottero.

La Palestra era un edificio alto e dalla forma semicilindrica. Era realizzata in cemento e vetro. Era preceduta da alcune colonne di cemento, realizzate in modo da ricordare degli edifici antichi.

La parte inferiore dell'edificio era decorata in mattoni più chiari, rispetto al cemento, e nella parte superiore erano presenti sei finestre dalla forma arcuata.

L'ingresso era una porta di legno scuro, estremamente alta. Sembrava volesse incutere timore verso i visitatori. Era sovrastata da un balcone in cemento. Nella parte superiore del tetto vi era una scultura a forma di Poké Ball, tipica di tutte le Palestre.

Contrariamente alla prima volta, Ash non tentò inutilmente di spingere la porta, ma si limitò a suonare il citofono. «Ah, siete voi! Vi aspettavo.» Li accolse Spighetto, prima di aprire la porta. Un rumore elettrico confermò l'apertura della porta. Ash la spinse, permettendo agli altri di entrare.

Il pavimento era realizzato in finto legno, e nella stanza erano presenti numerosi tavoli con delle sedie. Ogni tavolo era coperto da una tovaglia che arrivava quasi a terra. Le pareti, di un colore caldo, erano decorate con svariati finimenti, dando al locale un tocco di classe. Sul soffitto diversi lampadari in vetro metallo, anch'essi molto eleganti e curati.

Prima che potessero osservare ulteriormente, vennero raggiunti da Spighetto. «Ciao, Spighetto!» Lo salutarono. «Ciao ragazzi. Immagino siate venuti qui, per la sfida di Asami.» Chiese. «Si. Non vedo l'ora di lottare.» Rispose la ragazza.

«Bene. Allora seguitemi, che vi porto al campo lotta. Poi, dopo la lotta, indipendentemente dal risultato, è tradizione della Palestra offrire il pranzo o la cena a chi la sfida e a chi l'accompagna.» Spiegò.

Per Carlos era strano sentire quelle parole. Di solito era lui ad accogliere gli sfidanti, probabilmente dal giorno della sua partenza, i tre fratelli si alternavano nell'accogliere gli sfidanti.

Intanto il gruppo aveva raggiunto il campo lotta. Come da tradizione, sui lati lunghi del campo erano presenti delle gradinate per permettere agli ospiti di assistere alla lotta.

Intanto i tre avevano raggiunto il campo lotta.

Come da tradizione, sui lati lunghi del campo erano presenti delle gradinate per permettere agli ospiti di assistere alla lotta.

«Come immagino tu sappia, questa Palestra è specializzata in tre tipi. Erba, Fuoco e Acqua. La regola prevede che io sfidi gli Allenatori che hanno scelto Oshawott come primo Pokémon, mio fratello Chicco sfidi gli Allenatori che hanno scelto Snivy come primo Pokémon, mentre Maisello sfidi gli Allenatori che hanno scelto Tepig come primo Pokémon. Da quando Carlos ha deciso di viaggiare con voi abbiamo chiesto agli Sfidanti di compilare una domanda, per richiedere una lotta contro di noi. Se non ricordo male, tu hai scelto Snivy, per cui dovrai lottare contro Chicco. È la tua prima lotta in Palestra e hai due Pokémon. Tutto giusto?» Chiese il Capopalestra. Asami si limitò a confermare con un cenno del capo.

«Perfetto. Allora vado a chiamare Chicco.» Il Capopalestra iniziò ad avviarsi. «Vorrei chiederti un favore. Dopo la lotta tra Chicco e Asami mi piacerebbe lottare contro di te. Voglio mostrarti quanto sono migliorato.» Il Capopalestra si voltò verso l'ex assistente. «la nostra lotta non avrà valenza ufficiale, ma non vedo altri problemi. Però prima lotteranno Asami e Chicco.» Rispose. «Anzi. Rendiamo la cosa un pochino più piccante.» Il Capopalestra accennò un leggero sorriso. «Se vinco io, tu lavorerai qui come cameriere per un mese. Se vinci tu, tu e i tuoi amici potete invitare qui chi volete a mangiare gratis una volta al mese. Accetti?» «Si. Assolutamente.» Rispose Carlos. Dopo alcuni minuti, il ragazzo dai capelli verdi tornò dai suoi ospiti, accompagnato da un ragazzo quasi completamente identico a lui, fatto salvo per il colore degli occhi e dei capelli, che, invece di essere verdi erano rossi.

«Lui è Chicco. È specializzato nei Pokémon di tipo Fuoco e sarà il tuo avversario per questa lotta.» Spighetto presentò il Capopalestra ad Asami. Il ragazzo dai capelli rossi programmò l'arbitro elettronico in modo da poter arbitrare la lotta.

«Questa è la tua prima lotta in palestra, hai due Pokémon e il tuo primo Pokémon è stato Snivy. Direi che, se sei pronta, possiamo iniziare.» Asami sorrise. «Sono pronta.»

«La lotta in Palestra tra il Capopalestra Chicco e la Sfidante Asami sta per cominciare! Sarà una lotta due contro due. Vince chi riesce a rendere i Pokémon avversari non più in grado di lottare! Inoltre, solo alla Sfidante è concesso sostituire il suo Pokémon. La prima mossa va alla sfidante. Che la lotta cominci!» Dichiarò l'arbitro.

«Snivy! Iniziamo!» La ragazza mandò in campo il suo primo Pokémon. Ormai il Pokémon Serperba si stava abituando a quel mondo. E, le numerose sconfitte subite avevano aumentato la sua sete di vittorie.

Chicco, invece, mandò in campo il suo Lillipup. Un esemplare del tutto identico a quello con cui, qualche tempo prima il fratello aveva affrontato l'Oshawott di Anita.

«Snivy, cominciamo con Frustata!» In pochi istanti dalle protuberanze sulla schiena del Pokémon, uscirono due sottili liane, che, in pochi istanti fendettero l'aria fino a raggiungere e colpire l'avversario.

«Lillipup! Usa Azione!» Il Pokémon Cagnolino si ricompose, quasi come se non fosse mai stato colpito e si lanciò rapidamente contro l'avversario.

«Snivy! Schiva e usa Fogliamagica!» Ordinò la ragazza. Il Piccolo serpente d'erba si mosse con grande agilità, evitando con grazia il colpo dell'avversario, per poi investirlo con una tempesta di foglie dal colore violaceo.

«Lillipup! Usa Morso! Punta alla coda!» Ordinò il Capopalestra. Il Pokémon Cagnolino si mosse con rapidità, puntando alla coda dell'avversario, il modo del tutto simile alla Sewaddle di Anita. "Non andrà come le altre volte!" Pensò la ragazza.

«Appena si avvicina, colpiscilo con la coda!» Ordinò Asami.

Chicco, probabilmente ignorando la risposta della sua avversaria, non diede alcun contrordine al suo Pokémon, che, con una rapidità inaudita, venne scaraventato contro il muretto che separa il campo di lotta dagli spalti.

«Visto? L'allenamento contro Sewaddle le è servito.» Commentò Ash, rivolgendosi ad Anita. Nonostante il complimento, la

ragazza non rispose. Troppo concentrata sulla lotta.

In quel frangente, Lillipup era riuscito a divincolarsi dalla scomoda posizione in cui si trovava e, seguendo il comando del suo Allenatore, aveva usato Cuordileone.

Il corpo del Pokémon cagnolino si era illuminato di una leggera luce marroncina, mentre quest'ultimo accumulava le ultime energie rimaste nel suo corpicino. Poco dopo il piccolo Pokémon iniziò a caricare il suo avversario, con una forza mai mostrata prima.

«Snivy, cerca di difenderti!» Ordinò Asami. Il Pokémon Serperba spiccò un balzo poco prima di essere raggiunto dall'avversario, scagliando contro di esso un gigantesco vortice di foglie.

«Wow! Snivy ha imparato Vorticerba!» Commentò Carlos. «È una mossa molto potente, ma non sono sicuro che basti per vincere.» Gli rispose Ash.

Le parole dell'esperto Allenatore sembravano essere smentite dalla realtà. Lillipup era riverso a terra, apparentemente privo di energie. Poco dopo, il piccolo Pokémon si rialzò in piedi, pronto ad attaccare, tentando di nuovo di caricare l'avversario. «Colpiscilo con Frustata!» ordinò Asami.

Dalle protuberanze sulla schiena uscirono rapidamente due liane, che si avvicinavano rapidamente contro l'avversario, colpendolo in pieno e generando una piccola esplosione.

«Lillpup non è più in grado di lottare. Vince Snivy.» Dichiarò l'arbitro elettronico. «Qualora lo desiderasse, la sfidante può sostituire il suo Pokémon.» Asami scosse la testa. Per il momento avrebbe lottato ancora con Snivy.

«Ora però facciamo sul serio! Pansear, tocca a te!» Il Capopalestra mandò in campo un assomigliava ad una scimmia. La sua testa era estremamente grande, rispetto al resto del corpo, mentre le sue orecchie erano arancio con piccoli punti. La metà superiore della sua testa era rossa. I suoi occhi erano ovali, mentre la metà inferiore del suo viso era gialla. Il suo naso era piuttosto piccolo. La parte superiore del suo corpo e le sue zampe anteriori tendevano al giallo, mentre le sue mani erano prive di dita, eccetto il pollice. La parte inferiore del corpo era rossa, la sua coda era capovolta e aveva la forma di una punta di freccia.

Asami scansionò la scimmietta di fuoco con la funzione Pokédex del suo Smart Rotom. «Pansear. Pokémon Testacalda. Tipo Fuoco. Esemplare maschio. È molto intelligente e ha l'abitudine di arrostire le bacche prima di mangiarle. Adora aiutare gli esseri umani. Mosse conosciute: Graffio, Bruciatutto, Cuordileone.»

Chicco rimase piuttosto sorpreso dalla scelta della sfidante. «Lottare contro un Pokémon di tipo Fuoco con uno di tipo Erba. è piuttosto rischioso, non trovi?» Nonostante la raccomandazione del Capopalestra, Asami non sostituì il suo Pokémon. «Mi chiedo come mai Asami non abbia sostituito Snivy. Ha lottato tanto ed è in svantaggio contro un Pokémon di tipo Fuoco.» Commentò Carlos. «Non è che non si fida di Ralts? Non sembra abbia molta esperienza nelle lotte.» Si chiese. «Pensi che la precedente Allenatrice di Ralts fosse una Performer» Gli chiese Ash. «Si. Appena ho scoperto che Asami aveva catturato Ralts, mi sono informato un po' e ho scoperto che Ralts e le sue evoluzioni sono molto popolari tra le Performer. La sua evoluzione, Gardevoir è considerato uno dei Pokémon più eleganti in assoluto.» Spiegò il ragazzo. «Pensandoci bene, hai ragione. Quando ha attaccato con Palla Ombra, dopo aver usato Doppioteam, ha semplicemente circondato Vivillon. In un'esibizione o in una gara di lotta è una tecnica molto bella da vedere, ma in una vera lotta non è il massimo.» Rifletté Ash. «E non tutte le Performer sono come Serena, che è molto brava nelle lotte, per cui…» Serena arrossì per il complimento, prima di posare nuovamente lo sguardo sulla lotta. Snivy era allo stremo delle forze, mentre il suo avversario sembrava essere ancora in perfetta forma. Poco dopo, il Pokémon Serperba venne colpito dall'ennesima palla di fuoco scagliata dal suo avversario. «Snivy non è più in grado di continuare. Vince Pansear.» Dichiarò l'arbitro elettronico. «Snivy, ritorna. Hai fatto un ottimo lavoro.» Asami fece rientrare il suo primo Pokémon nella Poké Ball.

«Ralts! Tocca a te!» La ragazza mandò in campo la sua seconda Pokémon. «La prima mossa spetta al Capopalestra.» Dichiarò l'arbitro elettronico. «Ottimo! Pansear usa Bruciatutto!» Ordinò il Capopaestra.

In men che non si dica, la scimmietta di fuoco generò una palla di fuoco che scagliò con grande rapidità contro la sua avversaria.. «Presto! Schiava e poi proviamo con Confusione!» In pochi istanti la piccola Pokémon si scostò dalla traiettoria del colpo avversario, per poi concentrare tutti i suoi poteri psichici nel suo attacco.

Il Pokémon avversario venne avvolto da un'aura rosata, quindi venne scagliato contro uno dei muretti che separavano il campo di lotta dagli spalti, non troppo distante da dove, in precedenza, era stato scagliato Lillipup.

Nonostante la violenza dell'impatto, la scimmietta si rialzò senza problemi. «E ora usa Graffio!» Il Pokémon Testacalda si mise a correre contro l'avversaria. Aveva una mano dalla forma acuminiata, con degli artigli che riflettevano la luce.

«Ralts! Schiva e usa Palla Ombra!» Poche frazioni di secondo prima che il Pokémon Testacalda potesse colpire la sua avversaria, Ralts si scostò dei pochi centimetri necessari ad evitare l'attacco, quindi iniziò a generare una sfera di energia oscura, ma prima che ci potesse riuscire, venne colpita in pieno dalla palla di fuoco lanciata dal suo avversario.

«Graffio era solamente una trappola per poi attaccarti davvero con Bruciatutto.» Spiegò il Capopalestra. Asami diede un piccolo sguardo alla sua Pokémon. Era ormai riversa a terra, e sembrava fosse allo stremo delle forze.

«Ralts! Te la senti di continuare?» Asami sembrava essere davvero preoccupata.

Ralts si voltò verso la sua Allenatrice e abbozzò un leggero sorriso. Poco dopo il suo corpo venne avvolto da un'aura azzurra, mentre mutava forma.

La sorta di vestitino che portava si trasformò un una sorta di gonna, la capigliatura passò dall'assomigliare ad un caschetto ad essere più lunga, creando una sorta di frangia. Il singolo corno si sdoppiò.

«E così Ratlts si è evoluta!» Commentò il Capopalestra. «Immaginavo avessi qualche asso nella manica.» Asami approfittò della breve pausa per esaminare la sua Kirlia con la funzione Pokédex del suo Smart Rotom. «Kirlia. Pokémon Emozione. Esemplare femmina. Lo spirito gioioso è alla base dei suoi poteri psicocinetici. Quando è felice si lancia in danze e piroette. Mosse conosciute: Palla Ombra, Confusione, Doppioteam, Magibrillio.»

«Kirlia, ora sono sicura che ce la possiamo fare. Usa Confusione!» La Pokémon concentrò i suoi poteri psichici, che rapidamente avvolsero il corpo della Pokémon e poi, poco dopo l'avversario, che venne scagliato con grande violenza contro il muretto.

«E ora usa Palla Ombra!» Ordinò Asami. La Pokémon generò l'ennesima sfera di energia oscura che scagliò con grande potenza contro l'avversario. «Pansear non è più in grado di lottare. Vince Kirlia. Di conseguenza si aggiudica la lotta la Sfidante.» Dichiarò l'arbitro elettronico.

Dopo la bella vittoria, Kirlia si avvicinò alla sua Allenatrice. «Sei stata fantastica.» Si complimentò la ragazza. Poco dopo venne raggiunta dagli amici, che si complimentarono a loro volta per la sua vittoria.

Nel mentre, Chicco aveva recuperato la medaglia della Palestra.

«Questa è la Medaglia Tris, è la prova che tu e i tuoi Pokémon avete sconfitto questa Palestra. Ti restano ancora nove lotte in Palestra, prima di poter affrontare la Lega. E, ricorda, ogni volta che sfidi una Palestra, anche le lotte successive saranno più difficili.» Detto questo, il Capopalestra e la ragazza si strinsero la mano.

Asami estrasse dalla sua borsa il portamedaglie, un dono della Professoressa Aralia. Era realizzato in metallo ed era dipinto di nero e rosa. All'intero era rivestito da della gommapiuma nera, sagomata in modo da poter contenere le medaglie.

Anita non fece in tempo ad infilarla, che subito venne richiamata dal Capopalestra.

«A-A-A, prima di metterla nel portamedaglie dobbiamo scattare la foto di rito.» La ragazza era un po' spaesata. Di certo non

si aspettava che il cerimoniale post lotta prevedesse anche questo.

Si avvicinò lentamente al Capopalestra, tenendo ancora in mano la Medaglia Tris appena vinta.

Avendo assistito alla lotta, e non potendo contare su Carlos, fu Spighetto ad occuparsi delle foto di rito, tornando poco dopo con, appesa al collo una grossa macchina fotografica.

Chicco si avvicinò ad Asami e la invitò a mostrare in camera la medaglia appena vinta.

Spighetto scattò alcune foto da diverse prospettive, ma ad un certo punto si fermò.«Ormai è tradizione scattare delle foto anche con i Pokémon.» Ricordò. Allenatrice e Capopalestra misero mano alle loro Poké Ball.

«Venite fuori!» La ragazza ed il Capopalestra fecero uscire i loro Pokémon. Tanto i Pokémon del Capopalestra, quanto Snivy, avevano ripreso i sensi, sebbene fossero ancora un po' acciaccati.

Dopo le foto di rito, finalmente la ragazza ripose la medaglia nel portamedaglie, per poi infilarlo di nuovo in borsa. Carlos diede uno sguardo al suo Smart Rotom.

«È ancora molto presto per pranzare, cosa ne dici di fare quella lotta?» Propose Carlos. «Nessun problema. Come detto prima, la nostra lotta non avrà valenza ufficiale.» Ricordò Spighetto.

«Nessun problema. Quindi possiamo anche sostituire i nostri Pokémon quando vogliamo, anche se sarà una lotta due contro due?» chiese Carlos. «Si. Nessun problema. Dammi solo il tempo di impostare l'arbitro elettronico.» Rispose Spighetto. Pochi istanti dopo, il Capopalestra si diresse verso il dispositivo elettronico, smanettando con i vari paramentri per un paio di minuti. «Ora possiamo cominciare.» Ricordò il Capopalestra.

«La lotta dimostrativa tra il Capopalestra Spighetto e lo sfidante Carlos sta per iniziare. Entrambi gli Allenatori potranno usare due Pokémon. Sia Sfidante che Capopalestra potranno sostituire i loro Pokémon.» Dichiarò il dispositivo.

I due Allenatori si schierarono ai lati opposti del campo di lotta, pronti a mettere mano alle loro Poké Ball. «Houndour! Vieni fuori!» Carlos mandò in campo il Pokémon Buio, catturato qualche tempo prima.

«Io invece lotterò con te! Vieni fuori Maractus!» Lo specialista di Pokémon di tipo Erba mandò in campo un Pokémon simile ad un cactus. Il suo piccolo corpo aveva una forma cilindrica. Possiede una sola zampa nera con tre dita. Il resto del corpo, salvo alcune decorazioni verde scuro sul collo, nella parte più interna delle orecchie e sulle mani è verde chiaro. Le mani, a forma sferica erano dotate di tre spine gialle. Il Pokémon aveva due occhi gialli, una bocca a zig-zag, mentre nella sua fronte si trovava una spina gialla più grande delle altre. Aveva due orecchie simili a quelle Buneary alle cui estremità si trovavano due fiori rosa.

Carlos scansionò quello strano Pokémon con la funzione Pokédex del suo Smart Rotom. «Maractus. Pokémon Cactus. Tipo Erba. Esemplare maschio. Con danze e suoni a ritmo vivace scaccia i suoi predatori, i Pokémon uccello, che divorano i semi dei suoi fiori. Mosse conosciute: Missilspillo, Semebomba, Agodifesa, Cotonscudo.» «La prima mossa spetta allo sfidante!» Dichiarò l'arbitro elettronico.

«Iniziamo con Rogodenti!» Ordinò Carlos. La bocca del Pokémon Buio venne avvolta da delle fiamme prima di dirigersi verso il suo avversario.

«Usa Agodifesa!» Ordinò Il Capopalestra. Il Pokémon Cactus generò davanti a sé una barriera di energia dal colore verdastro, rivestita da degli spuntoni più scuri. «Cai! Cai! Cai!» Il Pokémon buio mugolò di dolore, non appena impattò contro lo scudo creato dall'avversario.

«Questo è l'effetto secondario di Agodifesa. Oltre a proteggere il Pokémon che la usa, colpisce anche quello che attacca, a meno che non attacchi dalla distanza. Ma un attacco debole come Braciere non ha speranze di infliggere danni.» Spiegò il Capopalestra. «E ora usa Missilspillo!» Ordinò il Capopalestra.

Dal corpo del Pokémon Cactus si staccarono diverse spine dal colore dorato che lanciò contro l'avversario. «Facciamo come ci ha insegnato Ash! Difenditi con Braciere!» Dalla bocca del Pokémon Buio si generò una leggera fiammata che incenerì gran parte delle spine lanciate dall'avversario.

«Attacca di nuovo con Braciere!» Ordinò Carlos. Come prima, dalla bocca del Pokémon si generò una leggera fiammata che avanzò verso l'avversario.

«Difenditi con Cotonscudo!» Ordinò il Capopalestra. Il corpo del Pokémon venne avvolto da una sorta di lanugine verdastra che rivestì il corpo del Pokémon, proteggendolo dall'attacco avversario.

«Un attacco debole come Braciere non potrà mai penetrare la barriera di Cotonscudo.» Commentò il Capopalestra. «E immagino che nemmeno Umbreon ne conosca.» Aggiunse poco dopo.

«Io non ne sarei così sicuro! Houndour! Proviamoci!» Gridò il ragazzo. Senza esitare il Pokémon Buio generò dalla bocca una grande palla dal colore viola scuro, che rapidamente raggiunse l'avversario, penetrando la barriera lanuginosa. «Quella mossa è Fangobomba!» Commentò il Capopalestra. «È una delle mosse di tipo Veleno più potenti. E…» Il Capopalestra si voltò verso il suo Pokémon. Sotto i suoi occhi era comparso un alone violaceo. «Fangobomba è anche in grado di avvelenare l'avversario. Sei stato davvero furbo.» Commentò il Capopalestra.

«Houndour, ritorna!» Carlos richiamò il suo Pokémon nella Poké Ball. «E ora, tocca a te, Umbreon!» Carlos mandò in campo il suo secondo Pokémon, per far riposare un po' Houndour.

«Dal momento che lo sfidante ha sostituito il suo Pokémon, la prossima mossa tocca al Capopalestra, a meno che non decida di sostituire il suo Pokémon.» Dichiarò l'arbitro elettronico. «Resto con Maractus.» Dichiarò il Capopalestra. «E ora, prima che il veleno corroda completamente il corpo di Maractus, portiamoci a casa questa vittoria! Usa Missilspillo!» Come la volta precedente, dal corpo del Pokémon si staccarono diverse spine dal colore dorato, dirette contro l'Umbreon avversario. «Schiva e attacca con Comete!» Ordinò.

Il Pokémon Lucelunare si scostò con grande rapidità poco prima che i numerosi aghi appuntiti potessero colpirlo. Questi ultimi impattarono sul terreno, sollevando un enorme polverone.

Carlos sorrise. Stava per mettere in pratica un altro degli insegnamenti di Ash. Dalla coltre di polvere apparvero numerosi raggi di energia a forma di stella, dal colore dorato, che impattarono contro Maractus, prima ancora che questi potesse difendersi. Il Pokémon Cactus era ormai allo stremo delle forze. «Umbreon è migliorato molto dalla lotta contro Snivy.» Si complimentò Spighetto. «Ma non sono sicuro che possa bastare.» Aggiunse poco dopo. «Usa Semebomba!» IL Pokémon Cactus generò con gli arti superiori un grosso seme dal colore giallognolo, rivestito da un'aura verde chiaro, che, pochi istanti dopo scagliò contro l'avversario. «Umbreon! Colpiscilo con Palla Ombra!» Il ragazzo sorrise, pensando ai tanti allenamenti fatti con Ash per affinare la precisione delle mosse del suo Pokémon.

E infatti, la sfera di energia oscura, generata dal suo Pokémon colpì il grosso seme esplosivo lanciato dal suo avversario, facendolo esplodere in aria, non troppo distante dal Maractus avversario. Pochi istanti dopo, Maractus cadde a terra, esausto e corrotto dal veleno. «Maractus non è più in grado di lottare. Vince Umbreon.» Dichiarò l'arbitro elettronico. «Sinceramente non mi aspettavo questo risultato, ma non posso che farti i complimenti. Ma ora è il momento di fare sul serio. Lotterai contro il mio Pokémon più forte! Pansage tocca a te!» Il Capopalestra mandò in campo il suo secondo Pokémon, il suo Pokémon più fidato.

«Dal momento che il Capopalestra ha sostituito il suo Pokémon, la prima mossa va allo sfidante.» Dichiarò l'arbitro elettronico.

«Sentito, Umbreon? È il nostro momento! Usa Neropulsar!»

Dalla bocca del Pokémon Lucelunare si generarono diversi anelli di energia oscura, dal colore violaceo, che, in breve tempo

quasi raggiunsero l'avversario.

«Cerca di schivare! Poi usa Rocciotomba!» Ordinò il Capopalestra. In un batter d'occhio, la scimmietta di tipo Erba si spostò dalla traiettoria dell'attacco avversario, che impattò sul terreno, sollevando una coltre di polvere.

Dalla coltre di polvere, in pochi istanti apparvero numerosi massi, circondati da un'aura arancione. «Forza, schivali con Attacco Rapido!» Ordinò il ragazzo. Il corpo del Pokémon Lucelunare venne rivestito da una sottile aura biancastra, quindi si mosse a gran velocità, quasi danzando sui massi.

Sembrava che tutto stesse andando per il meglio, fino a quando Umbreon non venne colpito da uno di quei massi. L'impatto fu talmente violento da fermare la sua corsa e generare una piccola esplosione. Nonostante la violenza dell'impatto, il Pokémon era ancora in grado di lottare.

«Vedo che Umbreon è diventato molto più resistente dalla lotta contro Snivy, ma non sono sicuro che basterà.» Commentò Spighetto. «Pansage! Il prossimo attacco sarà fondamentale! Preparati con Cuordileone!» Il corpo del Pokémon Scipmerba venne avvolto da un'aura tra il giallo e il verde, mentre concentrava le sue forze, per rendere i suoi attacchi più potenti.

«E ora usa Semitraglia!» Il Pokémon Scimperba inziò a sputare una grandissima serie di semi dal colore tra il giallo e il verdastro, diretti verso l'avversario.

«Attacca con Palla Ombra!» Dalla bocca del Pokémon Lucelunare si generò una grossa sfera di energia oscura dal colore violaceo, rivestita da scariche di energia di un colore simile, ma più chiaro.

I due attacchi si scontrarono all'incirca a metà del campo, generando una potente onda d'urto che fece indietreggiare entrambi i Pokémon. «Umbreon, riposa un po'!» Carlos richiamò il suo Pokémon.

«Houndour! Conto su di te!» Il ragazzo mandò di nuovo in campo il Pokémon Buio, che presentava ancora gli acciacchi della lotta, un po' come Pansage.

«Dal momento che lo sfidante ha sostituito il suo Pokémon, la prima mossa spetta al Capopalestra.» Dichiarò l'arbitro elettronico.

«Pansage! Usa Rocciotomba!» La scimmietta elementale generò una grande serie di massi, che rapidamente scagliò contro il suo avversario. Houndour cercò in ogni modo di schivare quella raffica di massi, ma sembrava che, per quanto ci tentasse, quella scimmietta fosse sempre un passo avanti.

«E ora attacca con Morso!» Ordinò il ragazzo. Il Pokémon Buio si mosse con grande rapidità, schivando ed evitando ogni singolo masso. «Furbo da parte tua, ma avevo pensato anche a questo… Pansage! Usa Graffio!» Da una delle mani del Pokémon uscirono degli artigli affilati che riflettevano la luce. Con una rapidità impressionante il Pokémon Scimperba colpì l'avversario in pieno muso, lanciandolo ad alcuni metri di distanza.

«Houndour non è più in grado di lottare, vince Pansage!» Dichiarò l'arbitro elettronico. «Ad entrambi gli Allenatori resta ora un singolo Pokémon.» Dichiarò poco dopo. Carlos richiamò Houndour nella Poké Ball, per poi rimandare in campo di nuovo il suo Umbreon. «La mossa va allo Sfidante!» Dichiarò l'arbitro elettronico.

«Proviamo con Attacco Rapido!» Ordinò Carlos. In pochi istanti il Pokémon Lucelunare si mise a correre, mente il suo corpo veniva avvolto da una tenue luce biancastra, mentre si lanciava contro l'avversario, che non potè far nulla per evitare il colpo. «E ora attacca con Palla Ombra!» Ordinò Carlos.

L'ennesima sfera di energia oscura si infranse sul corpo della scimmietta, decretando la vittoria del Pokémon Lucelunare.

«Pansage non è più in grado di lottare. Vince Umbreon, di conseguenza il vincitore della lotta è lo Sfidante.» Spighetto fece rientrare il suo Pansage nella Poké Ball, per poi avvicinarsi al suo sfidante.

«Devo farti i miei più sinceri complimenti. Sei migliorato tantissimo come Allenatore. E devo ammettere che non te la cavi affatto male coi Pokémon di tipo Buio. Non mi sorprenderei affatto se i Pokémon di tipo Buio diventassero la tua specialità, in futuro.» Si complimentò il Capopalestra. «Dici davvero?» Carlos rimase piuttosto sorpreso da quelle parole. «Non ho motivi per mentire.» Gli rispose Spighetto. «E adesso direi che è ora di pranzo.»

Dopo l'abbondante pranzo, costituito da antipasti di terra, due primi di terra, due secondi di terra, un sorbetto, due primi di mare a altri due secondi di mare, i cinque si congedarono coi Capipalestra, con anche la promessa di un pasto gratuito al mese per loro e per i loro amici.

Appena usciti dalla Palestra, l'espressione sul volto di Asami si fece triste e cupa. Non sembrava quella di colei che aveva appena vinto una medaglia. Sembrava quella di una persona che stava per dare una brutta notizia.

«Amici! Qualche ora fa ve ne avevo parlato come se fosse la cosa più normale e tranquilla di tutte, ma ora che è arrivato il momento non so davvero che cosa dire. Se non fosse stato per voi, non avrei mai capito quanto affascinanti e meravigliosi potessero essere i Pokémon, e per questo non vi ringrazierò mai abbastanza. Non fosse stato per voi, non avrei mai potuto capirlo. È per questo che vi ho chiesto di assistere a questa lotta, volevo mostrarvi i miei miglioramenti. Grazie di tutto.» Asami corse ad abbracciare ognuno dei suoi amici.

Prima Bunz e Pikachu, quindi Serena, Carlos e, infine, Anita. «La prossima volta che lotteremo vincerò io. Te lo prometto.» Le sussurrò in un orecchio. «Non contarci.» Le rispose Anita con un sorriso.

"Tra loro due è nata la rivalità più bella di tutte, quella tra due amici che si spingono a vicenda per migliorare!" Pensò Bunz.

Alcuni minuti dopo, poco davanti alla Palestra giunse il minivan della famiglia Amon, guidato come sempre da Pastor.

Lo ammetto, questo capitolo non è esattamente come volevo che fosse e questo e mi dispiace. Questo capitolo, nel corso del tempo, potrebbe subire smussature, come anche per un altro capitolo, in passato. Anche perché, in origine doveva raccontare tutt'altro. Lo so, è strano da dirsi, ma è la verità.

Detto questo… finalmente Oshawott si evolve, per cui abbiamo qualcosa da festeggiare.

Finalmente anche Asami è diventata un'Allenatrice. Riuscirà nel suo intento? Il Team Plasma la lascerà in pace o continuerà ad attentare alla sua incolumità?

Detto questo, nonostante non ritenga soddisfacenti i risultati che la storia sta ottenendo, continuerò comunque a pubblicare regolarmente fino alla fine.

E, piccola chicca, ho realmente creato il documento B65!

Speravo di riuscire a pubblicare il capitolo il 4 di agosto, ad esattamente un anno dalla pubblicazione del primo capitolo, e mi dispiace assai non esserci riuscito.

Ah. E non vi preoccupate. Asami tornerà. Ve lo prometto.

Metagross