La nuova minaccia proveniva stavolta dal centro commerciale Azabu, poco distante la pasticceria Taiyo. Quando Sailor Moon e le sue alleate accorsero sul posto, lo scenario che si prospettò loro dinnanzi era agghiacciante: marciapiedi ricoperti da vetri infranti dei negozi, alcune piante sdradicate giacevano ai lati delle aiuole, i cassonetti divelti ad invadere le corsie e persino i lampioni dell'illuminazione pubblica emanavano luce ad intermittenza. Alcune persone giacevano stremate al suolo, poichè erano appena state attaccate dall'ennesimo essere informe, che a sua volta era stato umano. La strategia offensiva dei death buster era ormai drammaticamente chiara: utilizzavano persone o cose che contaminavano di energia malvagia, per poi trasformarli in "daimon" ossia in corpi vuoti, privi di anima che potessero però ospitare questa energia, formando così un esercito pronto ad invadere la Terra. Ancor più drammaticamente chiaro era il fatto che a mano a mano che si avvicinava la fine dei tempi, questi esseri acquisivano sempre maggiore forza e risultavano sempre più difficili da debellare. Nonostante tutto però, le guerriere gli tenevano testa con i loro poteri: - Mars flame sniper! - - Mercury aqua rhapsody! - evocarono il loro potere Mars e Mercury che riuscirono a centrare in pieno il mostro. Dopo qualche attimo di defaillance però, quest'ultimo si riprese, diventando, se possibile, ancora più aggressivo. Sailor Moon provò a mettere fine al combattimento con il suo attacco, in genere quando lo faceva riusciva ad ottenere la vittoria, così intervenne: - Moon spiral hearth attack! - ma il nemico riuscì a schivarlo e a costringerle contro la vetrina di un negozio, senza alcuna possibilità di fuga. Fu allora che alle spalle del mostro, videro sopraggiungere una grossa sfera luminosa, accompagnata dal grido: - World shaking! - e finalmente Uranus e Neptune si schierarono sul campo di battaglia. Se l'intervento di Uranus costituì un diversivo per consentire alle altre di mettersi in salvo, altrettanto non fu efficace per il mostro che ancora più incattivito, era già pronto a sferrare l'ennesimo attacco. - Uranus, guarda, è Kaolinite che continua ad animarlo, è lì in cima a quell'edificio! - parlò Neptune, attirando anche l'attenzione delle altre Sailor. Fu in quel momento che videro una donna, o almeno così sembrava, con un lungo vestito rosso e scarpe con tacco. Aveva lunghi capelli rossi al vento e gli occhi stretti come due fessure che accompagnavano un ghigno di soddisfazione per i risultati che stava ottenendo. - Finchè non sconfiggeremo lei, questo mostro non tornerà mai a riprendere il suo aspetto umano! - dedusse Sailor Mars. - Kaolinite è affare nostro, voi pensate al daimon! - imperò Uranus, parandosi loro dinanzi per impedirgli di attaccare la nemica. In realtà più che sconfiggerla, le due guerriere del sistema solare esterno avevano intenzione di estorcerle informazioni, dato che supponevano fosse il braccio destro dello scienziato pazzo Tomoe. Se avessero avuto questa conferma, avrebbero potuto stabilire che la base del nemico e quindi la temutissima area Omega, da cui sarebbe partita l'invasione del pianeta Terra, fosse localizzata certamente all'interno dell'Accademia Infinity e che le forze del male quindi, stavano concentrandosi tutte in quel posto per attendere il prossimo risveglio di Sailor Saturn o peggio ancora del suo alter ego malvagio, ma in ogni caso c'era poco da essere ottimisti, avrebbe significato comunque l'apocalisse. Approfittando del fatto che i due gruppi di Sailor stessero battibeccando tra di loro su chi doveva fare cosa, il daimon colse l'occasione per attaccare nuovamente, ma di nuovo un urlo di battaglia si sentì alle loro spalle: - Solar storm! - ed in un solo istante il nemico fu spazzato via da una potentissima e luminosissima sfera di luce che lo investì a pieno e lo ritrasformò in essere umano. Entrambi i gruppi si voltarono meravigliati perchè non avevano mai visto nulla del genere prima, e fu solo allora che videro Sailor Sun ancora immobile, nella sua posizione di attacco. - Era di una potenza inaudita... - sussurrò Neptune ad Uranus. - Quell'attacco aveva una forza pari a cinque volte il mio attacco abituale... - constatò amaramente l'altra. Ma entrambe restarono colpite, dopo aver visto il reale potenziale della nuova guerriera. - Allora hai anche i tuoi attacchi personali! - le urlò stizzita Venus, che non le aveva ancora perdonato di aver usato il suo attacco in precedenza. - Certo che ho attacchi anche miei! Ma adoro usare i vostri! - replicò sfacciata Sun. - Ah, quindi non sei solo Sailor copiona! - la etichettò Sailor Moon. - Il mio nome è Sailor Sun e voi dovreste smetterla di bisticciare quando ci sono cose ben più importanti a cui pensare! - - Tipo? - chiese Jupiter polemica. Sailor Sun alzò lo sguardo verso l'edificio dove era Kaolinite e la indicò: - Ad esempio lei! Prese dal vostro battibeccare non vi siete accorte che questo era solo un diversivo, organizzato per tenervi lontano dai loro giochi e così mentre voi litigate come bambine su chi deve acciuffare la donna vestita di rosso, il nemico in questo momento sta radunando tutto il suo esercito per prepararsi a scagliare l'attacco finale! Voi siete qui che litigate e il mondo sta per precipitare nel baratro! - disse sprezzante Sun, mentre Kaolinite considerata l'ennesima lotta intestina tra Sailor, ne approfittò per dileguarsi indisturbata. - Neptune, Mars, non era forse quello lo scenario ultimo delle vostre visioni? - continuò interpellandole. Mars e Neptune si lanciarono rapide vicendevoli occhiate: entrambe avevano avuto le stesse premonizioni, allora come poteva essere che la natura della loro missione fosse così tanto diversa? - E tu cosa ne sai? - replicò esasperata Uranus, prendendola per la collottola. Sailor Sun sovrappose le sue mani su quelle di Uranus che la stringevano, e con forza allentò la presa, quindi sistemandosi il vestito stropicciato disse rivolgendosi ad un'altra misteriosa figura poco distante da lei: - Credo che sia arrivato il momento di chiarirgli un po' le idee, cosa ne dici? - - Non credo ancora che sia il momento giusto, Sailor Sun! - disse Sailor Pluto, uscendo dal cono d'ombra nel quale era stata fino a quel momento. - Pluto! - esclamò Sailor Chibiusa e la guerriera di Plutone le dedicò un sorriso affettuoso e materno. Sailor Moon e le alleate si guardarono tra loro smarrite e lo stesso fecero Luna ad Artemis, appena giunti sul posto per dare manforte alle amiche. Uranus e Neptune invece, lanciarono un'occhiataccia a Pluto. - Ma da che parte stai? Si può sapere? - le disse infastidita Neptune che non le aveva perdonato il voltafaccia sul campo di battaglia, così come non aveva ancora dimenticato lo screzio personale dei giorni prima. - Diglielo Pluto, o giuro che lo farò io! - intervenne risoluta Sun. - Ma così perderemo quel poco di vantaggio che abbiamo sul nemico! - - Se continuano a perdere tempo a farsi la guerra tra di loro, invece di focalizzarsi sui loro obiettivi finali, penso che l'effetto sorpresa servirà a poco! Tanto vale giocare adesso questa carta! - constatò la guerriera del Sole. - Cosa c'è da sapere? - chiese allora Neptune rivolta a Pluto, manifestando in quella risposta tutto il risentimento nei suoi riguardi. - Abbiamo motivo di credere che attualmente stiamo vivendo tutti in una distorsione spazio temporale, o meglio, più che distorsione è come se si fosse aperto un arco temporale all'interno di questo arco temporale! - - Ma non è possibile! - replicò Mercury. - Tecnicamente no, hai ragione! Eppure è successo, quindi c'è qualcosa nello spazio tempo che ha subito qualche variazione e si è creata una sovrapposizione di due archi temporali di cui il principale è quello che state vivendo voi, mentre il secondario è quello da cui proviene Sailor Sun. Al momento non siamo ancora riuscite a determinarne le cause, sappiamo però che il nostro arco temporale e quello in cui vive Sun, sono strettamente correlati da un comune denominatore: i death buster. Questi nemici provengono dalla Nebulosa Tau, localizzata in un'altra dimensione spazio-temporale; trattandosi quindi di viaggiatori dello spazio-tempo, potrebbe anche essere che queste forzature siano state causate da loro. Ma ancora non conosciamo come e quando questi nemici siano riusciti ad infiltrarsi nel nostro sistema solare. Sailor Sun è stata mandata qua dal XXX secolo per scoprire la verità, e deve farlo al più presto, dato che nel suo mondo ci sono persone le cui sorti appese ad un filo, dipendono proprio dalla buona riuscita di questa missione. Così la regina l'ha inviata sulla Terra per tentare di risolvere questo rompicapo... - spiegò loro Sailor Pluto. - Ciascuno dei gruppi qui presenti ha una propria specifica missione: mentre Sailor Moon e le Guardian devono proteggere la terra ed i suoi abitanti, Sailor Uranus, Neptune e Pluto devono impedire il risveglio di Sailor Saturn o del suo alter ego malvagio: Mistress 9; in ogni caso di colei che porterà all'apocalisse. La mia missione invece, nella quale inevitabilmente devo essere supportata da Pluto che è la nostra guardiana dello spazio-tempo, è quella di risalire alle origini di tutto, cioè al momento esatto in cui questi alieni si sono insinuati nel nostro sistema solare ed hanno iniziato a giocare ad andare avanti ed indietro nello spazio-tempo tra il XX ed il XXX secolo, seminando panico, morte e distruzione. Scoprendo la verità potremmo riallineare lo spazio-tempo e portare la realtà ad un solo arco temporale, quello che ci consentirà di poter far scorrere il tempo nuovamente in maniera corretta. Solo così potremo smettere di vivere a cavallo di due archi temporali in cui tutto si sovrappone a tutto dove passato, presente e futuro si mescolano a caso tra di loro. Era questo il motivo per il quale vi dicevo che la mia missione era differente dalle vostre e che non volevo interferenze. Solo che spesso vi ho visto approcciarvi alle difficoltà litigando, non come un unico fronte compatto. Quindi prima di domandare alle altre "Da che parte stai?", fareste bene a chiederlo a voi stesse, perchè è la risposta che date a fare la differenza. Ad ogni modo, questo è al momento tutto ciò che sappiamo. Perciò la sola cosa più saggia che possiamo fare è attenerci scrupolosamente alle missioni assegnateci, o la distruzione avvenuta nel XXX secolo, si propagherà anche in questo spazio-tempo... - spiegò loro Sailor Sun. - E' tutto! - concluse, ed insieme a Pluto si incamminò per andare via. - Il nostro lavoro qui è finito, Neptune! - disse Sailor Uranus dileguandosi insieme all'altra sulla cima dell'edificio, nel tentativo di trovare tracce di Kaolinite. - Ecco perchè Sailor Sun è dovuta venire sulla terra: le sorti del XXX secolo dipendono da lei, così come quelle del XX dipendono da noi... - osservò Artemis pensieroso. - Sapevo che Sailor Sun non poteva essere una nemica! - esclamò rincuorata Sailor Moon. - Come hai potuto anche solo pensare che Hikaru potesse essere una nostra nemica? - replicò ingenuamente Chibiusa, rivelando in maniera piuttosto maldestra l'identità di Sailor Sun. - Hikaru? - esclamarono le altre sbigottite. - Stai parlando della pasticciera? - chiese conferma Makoto. La piccola guerriera dai capelli rosa scosse più volte la testa in segno di conferma. - Ma se sapevi fin dall'inizio che dietro l'identità di Sailor Sun si celava la tua amica, perchè non ce lo hai detto subito? - le chiese Luna. - Per prima cosa l'ho capito solo vedendola in pasticceria, e in seconda analisi voi grandi non date mai troppo retta ai bambini, li considerate ingenui, fantasiosi e spesso non date più di tanto peso a ciò che dicono. Comunque se me lo aveste chiesto vi avrei risposto! - le canzonò Chibiusa. - "Tutto combacia perfettamente adesso: le torte con i nomi dei pianeti, il dolce a forma di spilla di trasformazione e quella costante sensazione di conoscerla da sempre, di sentirmi realmente libera da vincoli e giudizi solo insieme a lei. Devo trovarla, ho bisogno di parlarle..." rifletté Sailor Mars, allontanandosi dal gruppo.
Hikaru si trovava in cima ad un grattacielo, in un ristorante italiano molto lussuoso. Era seduta ad un tavolo finemente apparecchiato e si guardava attorno piacevolmente colpita da quel posto con le luci soffuse e un leggero sottofondo di pianoforte. Quella sera era molto elegante: pantaloni e giacca blu, con al di sotto una camicia bianca, i cui primi bottoni slacciati lasciavano intravedere appena il petto ornato da una collanina con un pendente contornato da due delfini alati. Aveva i capelli raccolti in una coda e si era messa in tiro data l'importanza dell'incontro che avrebbe fatto di lì a poco. Mentre attendeva, si puntellava il mento con il palmo e gettava lo sguardo oltre la vetrata che dava uno scorcio sulla skyline di Tokyo, ripensando all'inaspettata telefonata di quella mattina che l'aveva condotta fin lì. - Eccomi, scusa se ti ho fatto aspettare! - la ridestò una voce, e finalmente la vide. Quella sera Rei era bella da mozzare il fiato: indossava un lungo abito rosso con scollo a V, scarpe rosse dai tacchi a spillo ed una borsetta bianca. I capelli le ricadevano morbidi sulle spalle fino a sfiorare il suo fondoschiena e Hikaru per un momento si sentì mancare l'aria da quanta meraviglia avesse di fronte. - Ci...Ciao... sei bellissima... - balbettò emozionata scattando all'impiedi, mentre inaspettatamente Rei le posò un bacio sulla guancia. - Lo sei anche tu... molto... - le sussurrò all'orecchio la mora, così l'altra spostò con galanteria la sedia dal tavolo per permetterle di sedersi. - Questa è per te! - le disse Rei porgendole un enorme e profumata rosa bianca - Una rosa bianca... - valutò Hikaru, il cui pensiero andò inevitabilmente al giardino di rose dove era solita incontrarsi con Mars nel XXX secolo. - Ti ringrazio... Ha un significato particolare? - le chiese dunque. - Dimmelo tu! - chiosò Rei fissandola negli occhi. - Beh, nel linguaggio dei fiori la rosa è il fiore dell'amore, se bianca esprime anche purezza... ma di preciso non saprei il significato che tu gli hai attribuito... - - Amore e purezza... ti descrivono perfettamente, non credi? - - Si, ma questo che vuol dire? - - Hikaru, anzi Sailor Sun... pensi che io non abbia avuto visione della me del XXX secolo in un giardino di rose bianche? - le rivelò Rei. - Dunque hai scoperto la mia identità... - parlò pensierosa Hikaru, glissando volontariamente sul giardino di rose e quanto accaduto in esso. - Tu invece sapevi che ero Sailor Mars fin dal nostro primo incontro al tempio, vero? - Hikaru annuì, quindi tornò a guardare fuori nel tentativo di raccogliere le idee. - Come mai siamo qui? - le chiese poi. - Perchè ti devo delle scuse per come mi sono comportata l'ultima volta che ci siamo viste. Mi spiace, non volevo colpirti, ma ero fuori di me dalla rabbia e profondamente delusa dalle mie amiche. Io ti ho pensata molto in questi giorni... - - E come mai? - -Perchè sei l'unica persona con cui posso essere davvero me stessa senza sentirmi a disagio. Sei l'unica con cui posso essere dolce, permalosa, timida, furiosa, fragile senza tuttavia mai essere giudicata. Sei l'unica con cui posso essere totalmente me stessa, nel bene e nel male, senza dover avere paura di essere considerata una squinternata. Tu mi calmi, mi dai serenità... Sei un raggio di sole in una giornata nuvolosa, e scusa la metafora, ovviamente mi riferisco ad Hikaru come persona non alla guerriera Sailor Sun! - le confidò Rei, le cui gote si tinsero di un lieve rossore. - Scusa, ma francamente mi riesce difficile credere che tu mi abbia fatto venire fin qua solo per dirmi questo. Stai continuamente nominando Sailor Sun. Se hai qualche domanda da farmi, falla pure. Ma non nasconderti dietro a questa situazione per soddisfare le tue curiosità. - le disse infastidita Hikaru. - Io non sono come le mie amiche! Non mi interessa nulla di Sailor Sun! Volevo semplicemente un vero appuntamento con te, lontano dai loro sguardi inquisitori. Ho sempre desiderato venire in questo posto e speravo prima o poi di poterci portare qualcuno... A proposito, non badare a spese stasera, non preoccuparti! Tanto pago con i soldi che il mio dolce papino latitante mi manda, per scaricarsi la coscienza! - - Il conto non è un problema per me... - replicò l'altra, lasciandole ad intendere che non avrebbe mai permesso che fosse lei a pagare. - Hikaru, la verità è che io stasera voglio solo essere la tua regina! Quindi per favore, smettila di stare sulla difensiva! Amami come fai tutte le volte che mi parli, che mi sorridi, quando mi accarezzi l'anima col tuo sguardo... Sono qui per te stasera, solo e soltanto per te. Senza alcun secondo fine! Quanto a Sailor Sun so che è una parte di te, allora come potrei non amare anche lei? - le disse Rei, allungando una mano per andare a coprire quella di Hikaru chiusa a pugno sul tavolo. Le parole della mora colpirono profondamente l'altra, che rimase spiazzata per qualche istante. In quel momento però, un cameriere si avvicinò al loro tavolo chiedendo con molta cortesia se volessero ordinare, così Hikaru aprì il menù e ordinò la prima cosa che le capitò a tiro, pur di tirarsi fuori da quella situazione imbarazzante. - "Non sembra la Rei di qualche giorno fa, e neppure Mars del XXX secolo, questa persona mi sembra nuova, e ho paura perchè mi piace ancora di più, se possibile. Questa serata mi sembra un bellissimo sogno, ma non vorrei svegliarmi domani, realizzando che è stato davvero solo un sogno... Qualcosa non mi convince in questa situazione, ma non credo si tratti dell'apertura di un ennesimo arco temporale... Quindi che senso ha tutto ciò? Perchè proprio adesso? O forse sono io che dovrei viverla diversamente? Finalmente ho un vero appuntamento romantico con la persona che amo e sto qua a farmi tutte queste paronoie?" - rifletteva tra se e se, ma la mora reclamò la sua attenzione. - Posso sapere cosa ti passa per la testa? - disse baciandole la mano che era ancora tra le sue. - Quindi sai che io sono Sailor Sun. -
- Si, ce lo ha detto Chibiusa l'ultima volta che ci siamo incrociate sul campo di battaglia... - le rispose sbrigativa Rei staccandosi dall'effusione per far spazio alla portata che il cameriere stava mettendo in tavola. - E a te va bene parlare così liberamente con me, sapendo che potrei metterti i bastoni tra le ruote nella tua missione? - - Sei stata chiara, no? La tua missione è diversa dalla nostra ed è di natura più investigativa... Non ne so molto, ma spero davvero che tu riesca a proteggere le persone che vuoi proteggere nel XXX secolo...- - Perchè pensi che debba proteggere qualcuno? - giocava al gatto e al topo Hikaru, studiandola per scorgere in lei un segno di cedimento e per capire finalmente le sue reali intenzioni. - Lo sento... Ci hai spiegato che la regina ti ha dato l'autorizzazione a fare queste indagini, ma percepisco anche che parte di questa missione consiste nella ricerca di te stessa... sei un animo irrequieto ed hai bisogno di trovare un senso agli interrogativi che ti poni... E noi stiamo nuovamente parlando di Sailor Sun, invece che di te! - le disse Rei sorridendole, per poi prendere il tovagliolo e pulirsi compostamente la bocca. - Quindi ricordi un giardino di rose bianche? - cambiò ancora discorso Hikaru, che non voleva in quel momento fomentare le doti di legilimanzia della mora - Si, ho questa visione nitida nella mia mente... - - E nella tua visione c'è anche dell'altro? - Si tenne sul vago, per capire fino a che punto Rei ricordasse. - So che c'eri tu in quel giardino e ricordo una sensazione di calore, libertà, amore che mi pervadevano... ma null'altro... - - "Calore, libertà, amore? Io ricordo tutt'altro di quel momento e le tue parole rimbombano ancora nella mia testa: - Ma non ti rendi conto che non potremmo mai stare bene insieme? Tu sei una guerriera del sistema solare esterno, io una Guardian! Tu dovresti proteggere l'universo dalle minacce nemiche... Noi siamo la scorta della famiglia reale! Ed io e te siamo diverse come il sole e la luna, le nostre priorità sono agli antipodi, i nostri sentimenti sono sbagliati e se dovessi scegliere tra te e le mie compagne, sceglierei sempre loro, perchè ho visto cosa succede a chi disobbedisce, ed io non voglio fare quella fine, quindi, per favore, se mi ami davvero, smettila! - Ti stavo aprendo il mio cuore in quel momento, ma tu non hai perso occasione per farmi sentire stupida, sbagliata, meno importante del tuo amore e dalla dedizione per la tua regina... Con quella parola: "smettila!", hai messo a tacere per sempre i miei sentimenti nei tuoi riguardi, che percepivi come inopportuni, imbarazzanti e pericolosi... Come puoi dire adesso che sentivi calore, libertà e amore? Sei incoerente..." - pensò Hikaru, ed un moto di stizza le montò. Allontanò infastidita il calice di vino che aveva dinnanzi e tornò a guardare ostinatamente fuori dalla vetrata. Non voleva sostenere il suo sguardo, era arrabbiata ma non poteva certo spiegarle il perchè: Mars del XXX secolo le aveva chiesto di smetterla di comportarsi dolcemente e amorevolmente nei suoi riguardi, come se per smettere di amare qualcuno si potesse semplicemente premere un interruttore e spegnere per sempre il sentimento. E adesso quella del XX secolo le stava chiedendo l'esatto contrario. - Hikaru... Credi che io e te potremmo provare a costruire qualcosa insieme? Voglio dire... pensi che ci siano le premesse per poter stare insieme? Io... io non sono mai stata con una ragazza… A dire il vero neppure con un ragazzo, e quindi sono sicuramente inesperta però se l'altra persona sei tu posso provare a... - continuò il suo ormai monologo Rei, paonazza in volto. Di nuovo Hikaru si perse nei suoi ricordi: -" Ti amo anche io Sun ma a differenza tua, questo sentimento per me è soltanto una pietra d'inciampo nel mio cammino. Quindi ti devo dimenticare e devo tentare di vederti soltanto come una semplice Sailor, così come lo sono tutte le altre per me. Non sono pronta all'amore, né tantomeno sono pronta a te..." Si, perchè sei talmente ligia al dovere che a volte sembra che tu abbia i paraocchi. Devi proteggere la tua regina ipotecando così la tua vita per lei? D'accordo: fallo, nessuno ti ostacolerà! Devi sacrificare la tua vita e tutto ciò che vuoi per lei? Ok, ma non ti aspettare che io sia favorevole a tutto questo, né tantomeno che mi comporti come te! So bene cosa vuol dire la privazione affettiva, sono stata privata dei miei genitori quando ero solo una bambina e se devo permettere a qualcuno di stare al mio fianco, voglio che questa persona sia leale ed affidabile, voglio che mi ami davvero incondizionatamente, voglio essere io al suo primo posto! E so che per quanto sinceri possano essere i tuoi sentimenti per me, non saranno mai così forti da spingerti ad andare contro il volere della tua regina o il giudizio delle tue amiche. L'amore è un sentimento che solleva l'anima, che libera dalle paure, ma tu lo vivi con oppressione e angoscia e io non voglio essere un'angoscia per te, né adesso né mai..."- tirò le somme tra se e se Hikaru. - E... Ecco... Ehi, Hikaru! Ma mi stai ascoltando? - le chiese improvvisamente Rei, ridestandola dai suoi pensieri. - Eh, ah si! Certo, scusa, dimmi pure... - si giustificò l'altra. - Insomma, scusa se sembro un'imbranata perchè non so come si fa a dirtelo però... voglio provare a viverti perché, io mi sto innamorando di te... - concluse Rei ed Hikaru provò una sensazione dolce e amara: non aveva fatto altro nella vita che attendere una dichiarazione d'amore senza mezzi termini da parte di Mars, ma adesso che l'aveva avuta non era né felice né sollevata da ciò. - Ovviamente però almeno per il momento questo deve restare un nostro piccolo segreto perchè devo trovare il modo giusto per poterlo dire alle altre... - aggiunse Rei. - "Eccola la fregatura! Ecco la vera natura codarda e remissiva di Mars nei riguardi delle amiche, o delle Guardian e della futura regina. Potrebbero cambiare cento, mille archi temporali, ma non cambierebbe mai la paura di affrontare i suoi sentimenti a viso aperto con gli altri. Fosse per lei vivrebbe sempre nel nascondimento ma questa a lungo andare non sarebbe vita né per me né per lei... " - rifletté ancora Hikaru, valutando la situazione. Capì quindi che da ciò che avrebbe risposto a Rei sarebbe dipeso il loro destino nel presente e forse anche nel XXX secolo, e si rese conto che neppure in questo arco temporale la mora era pronta ad affrontare l'amore per lei, quindi ricordò la volontà di Mars del XXX secolo: "Smettila!" E decise ancora una volta di sacrificare i suoi sentimenti per proteggere da se stessa la persona che amava ed evitare di esporla ai giudizi altrui che l'avrebbero massacrata e colpevolizzata, esattamente come era accaduto con i suoi genitori in precedenza. Forse non lo meritava, però l'amava da sempre di un amore puro ed incondizionato, proprio come una rosa bianca. Quindi ponderò le parole da dire per non ferirla: - Ascolta Rei, mi piaci tanto anche tu e magari un giorno chissà, potremmo provare davvero a stare insieme, ma al momento io credo che la cosa più saggia da fare, sia vivere questa situazione che ci sta capitando in maniera libera, senza troppi vincoli né impegni. Senza contare che a me non piacerebbe vederti di nascosto, baciarti di nascosto e non poterti presentare come la mia ragazza, e mi rendo conto invece che finchè tu non risolverai questo conflitto, prima con te stessa e poi con le tue amiche, non potrai mai darmi niente di diverso da ciò che mi stai già dando. Vuoi un esempio? Domani riuscirai a dire alle tue amiche che sei stata qui con me a cena in uno dei ristoranti più romantici della città e che ci siamo fidanzate? Certo che no! Non lo farai perchè temi il loro giudizio, e in fondo anche quello di tuo nonno, di tuo padre e di qualunque altra persona tu conosca... Perciò per stasera ti lascio fare la mia regina con l'amarezza che da domani sarò di nuovo un re senza regno... - - Hikaru ma io ti amo! - le disse con le lacrime agli occhi. - Ti amo anche io Rei, ma l'amore da solo non basta. E' come una pianta: se non te ne prendi cura quotidianamente appassisce e muore. Non ti sto chiudendo la porta in faccia. Ti sto solo dicendo di prendere del tempo per te stessa e per capire davvero cosa vuoi, prima di gettarti a capofitto in una relazione. Ed è giusto che a dirti queste cose sia io, perchè te le dico con amore e non certamente per ferirti, come magari avrebbe potuto fare chiunque altro... - le parlò dolcemente Hikaru, avvicinando il volto al suo e spostandole con due dita una scomposta ciocca corvina dietro le orecchie. - Vedi? Mi stai respingendo ma questo mi fa innamorare ancora di più di te, perchè so che stai anteponendo il mio bene al tuo amore. Ed è proprio per questo che ti prometto che cercherò di lavorare di più su me stessa, per essere migliore per me e per essere una donna alla tua altezza, mio re! - disse Rei ed un bisogno disperato di sfiorarla si impossessò di lei, quindi prese a carezzarle dolcemente il volto guardandola negli occhi, visto che ormai erano fronte contro fronte. Un dubbiò però la assalì: - Ma tu mi aspetterai? - le sussurrò. - Per sempre! - bisbigliò sorridendole Hikaru, mentre le posava un bacio sulla fronte.
La pallida luce dei lampioni illuminava il cortile antistante il grattacielo, che si stava ormai spopolando data l'ora tarda. Le panchine davanti alle aiuole si erano svuotate e solo di tanto in tanto si sentiva il rumore delle ruote di qualche trolley che strisciava sul sentiero basolato, appartenente a qualche viaggiatore che si fermava in hotel per riposare. Era quasi mezzanotte quando Haruka e Michiru decisero di rincasare. Quella sera avevano cenato anche loro nello stesso raffinato ristorante, in cui avevano avuto modo di scorgere Hikaru e Rei sedute solo a pochi tavoli di distanza da loro. Ma anche loro erano state piuttosto impegnate a fare il punto della situazione circa Sailor Sun. Proprio in quella sede infatti, le due convennero che le apparizioni della nuova guerriera coincidevano con le tempistiche dell'apparizione di Hikaru in città e capirono che non potevano essere soltanto coincidenze. Hikaru doveva essere per forza la misteriosa guerriera proveniente dal XXX secolo, il che trovava conferma nel fatto che si era presentata sul campo di battaglia con Sailor Pluto, che era anche la tutrice legale di Hikaru. Avevano bisogno di risposte per poter capire la situazione, soprattutto Michiru che sperava inoltre, che Sailor Sun potesse essere finalmente colei che desse la corretta interpretazione del suo incubo. Sapevano però che non potevano prendere Hikaru a braccetto e chiederle: "Ehi, sei Sailor Sun?". Avrebbe certamente negato per proteggersi e per proteggere le persone per conto delle quali stava indagando; perciò se volevano sperare di smascherarla per ottenere risposte, dovevano necessariamente coglierla di sorpresa. Stavano solo decidendo l'occasione, quando il destino propizio sembrò mettergliene subito una a portata di mano: quella sera anche lei era lì, in compagnia certo, ma sarebbe pur arrivato il momento in cui sarebbe rimasta sola. Alle due sembrò evidente doverla affrontare proprio in quel momento. Si avviarono così verso la loro auto, attraversando il viale alberato, mentre continuavano a parlottare tra loro, ma se Michiru si era decisa finalmente a mettere in chiaro le cose, per porre fine ai suoi tormenti interiori, Haruka, pur concordando in pieno con la compagna, sembrava in vena di voler discutere con la pasticciera di tutt'altro: - Ma le hai viste? Non immaginavo ci fosse del tenero tra di loro! - parlava meravigliata la bionda. - Si le ho viste! Sono molto carine insieme! - disse infervorata Michiru che aveva notato un certo affiatamento tra le due. Haruka la fissò perplessa e fu sicura che se fosse stato possibile, per un attimo i suoi occhi sarebbero diventati a cuoricino. Scosse il capo continuando: - Tra tutte le persone al mondo proprio di Rei si doveva innamorare? Ma poi cos'era un appuntamento romantico? - - E anche se fosse? Perchè, tu non ne hai mai avuti? - la punzecchiò Michiru. - Michiru non mi sei di aiuto! Io devo capire! - blaterava Haruka. - Haruka, non c'è nulla da capire, tranne il fatto che non sono affari nostri! Perciò, limitiamoci solo a chiederle spiegazioni circa Sailor Sun! - - Si, ma ha un flirt con Rei! - - E Allora? Cosa c'è di male? Rei è una bellissima ragazza ed è anche molto intelligente! Sarebbe perfetta se solo smussasse un po' alcuni dei suoi tratti caratteriali come la testardaggine e l'orgoglio... Ma in fondo anche io sono insieme ad una cocciuta della peggior specie, quindi come posso biasimarla? - - Ma Michiru, se davvero Hikaru e Rei fossero... - - Adesso smettila! Ti stai comportando come un papà geloso al primo appuntamento della figlia! - la rimproverò Michiru. - Io non sono un papà geloso, né tantomeno ho una figlia! - brontolò la bionda, ma in realtà ciò che aveva appena detto la compagna colpì entrambe profondamente nell'anima, lasciandole abbastanza turbate. - Guarda, sta arrivando! - le disse poi la violinista, indicando una figura in lontananza. - Mi raccomando parliamo solo di Sailor Sun. Evitiamo di farci scappare di bocca commenti su lei e Rei insieme, per favore! - la redarguì, ed Haruka scosse il capo confermando. - Ma che bella sorpresa, Hikaru! Cosa ci fai qui? - attirò dunque l'attenzione della pasticciera che passava in quel momento di fianco a loro. - Ehi, scusatemi non vi avevo viste! Cosa ci fate da queste parti? State cercando un posto dove cenare? Perchè in tal caso lassù c'è un favoloso ristorante italiano che... - ma l'entusiasmo si spense sul volto di Hikaru quando vide l'espressione di Haruka e Michiru farsi cupa. - Tutto bene? - chiese quindi. - Neptune planet power, make up! -
- Uranus planet power, make up! - e richiamando i loro poteri le due si trasformarono sotto gli occhi sbalorditi di Hikaru. Perchè si stavano trasformando così d'improvviso rivelando la loro identità Sailor? Non che non ne fosse già a conoscenza, ma perchè lo stavano facendo in quel modo, senza alcun nemico in giro e senza nessuna particolare imminente minaccia che si profilasse all'orizzonte? Quando la trasformzione fu compiuta le due guerriere si pararono dinnanzi a lei e la fissarono mute.
- Carine queste divise, vi donano molto... - disse sorridendo nervosamente la ragazza, ma le due avanzavano minacciose verso di lei. - Avanti! Non hai nulla da mostrarci? - la gelò Neptune. - World shaking! - urlò il suo attacco Uranus e la potentissima sfera di energia fu direzionata direttamente su Hikaru, che con enorme agilità riuscì a schivarla. - Ma che state facendo? - si arrabbiò. - Hai un solo modo per uscire indenne da questo scontro! E tu sai bene qual è! - le disse sprezzante Uranus. - Deep submerge! - fu la volta di Neptune, e di nuovo Hikaru schivò. Schivò ancora, ancora ed ancora, finché si rese conto che l'unico modo per far cessare quella follia era quello di trasformarsi, ben consapevole che le due non aspettavano altro. Ma in quel momento era più importante sopravvivere che continuare a tenere la sua identità nascosta. - Sun star power, make up! - urlò finalmente e stavolta fu il turno delle altre di assistere alla sua trasformazione, fugando così qualsiasi loro dubbio. - Immagino che fosse questo ciò che volevate, no? E adesso che sapete la mia identità, cosa volete fare? Dichiarare guerra anche a me, come fate con le Inner Senshi ogni volta che vi incontrate sul campo di battaglia? - - World shaking! - ripeté Sailor Uranus. - Venus love me chain! - parò il colpo Sailor Sun. - Deep submerge! - incalzò Neptune. - Burning mandala! - respinse di nuovo l'attacco. - Ora basta: ne ho abbastanza! Se è la guerra che volete, che guerra sia! - disse spazientita Sailor Sun, che concentrò tutte le sue forze ed urlò: - Solar storm! - Una potentissima energia si sprigionò dalle sue mani, scagliandosi violenta contro Uranus e Neptune che ebbero il merito di contenerne i danni, ma non quello di riuscire a schivarla. Appena dopo che il polverone alzatosi dalla violenta onda d'urto si ridepositò per terra, Sun poté scorgere le due inginocchiate e ferite, così corse verso di loro. - Come state? Perchè mi avete costretto a farlo? - disse, tentando di pulire un rivoletto di sangue dal braccio di Sailor Uranus. - Devo ammettere che è molto frustrante avere a che fare con te: sei una persona ed una guerriera molto irritante! I tuoi poteri sono più forti dei nostri ed è un peccato che tu non faccia squadra con noi! Ci saresti certamente tornata utile! - le disse Sailor Uranus sorridendo mentre si rialzava. - Avevamo bisogno di capire esattamente chi tu fossi e questo era l'unico modo per metterti alla prova... - le spiegò Neptune. - E provare a parlarne no? - obiettò Sailor Sun. - E tu avresti risposto? - incalzò la guerriera di Nettuno, che con maggior fatica rispetto alla compagna provò a rialzarsi. Sun le tese la mano per aiutarla e lei la afferrò al volo. - E così la nostra piccola orfanella Hikaru è in realtà la potentissima Sailor Sun! - disse poi carezzandole il volto con fare materno. Fu allora che Neptune lesse lo smarrimento e la paura negli occhi di Sailor Sun: - Non temere, non vogliamo farti la guerra, non ti abbiamo mai percepita come una reale minaccia, per questo non ti metteremo i bastoni tra le ruote, almeno finchè lo riterremo opportuno... - cercò quindi di rincuorarla. - Non mi piace combattere contro le mie compagne guerriere che siano esse Inner o Outer, perciò, spero che questo non accadrà più! Quanto alla mia missione e alle domande che tu, Michiru, vorresti farmi, perchè lo so che è così, non posso dirvi nulla di più quello che già è stato detto, e non perchè non lo voglia fare, ma perchè ho bisogno ancora di un pò di tempo per far quadrare delle cose, anche se ormai il tempo è agli sgoccioli. La reputazione di due persone a me molto care nel XXX secolo, può essere riabilitata solo se scopro la verità, per questo, vi prego, non intralciatemi. Lasciate che possa aiutarle! - disse Sun, mentre l'effetto della sua trasformazione svaniva e tornava ad essere semplicemente Hikaru. - Sono sicura che siano in buone mani queste persone... Chiunque esse siano! - incalzò Neptune, tornando Michiru. - Vieni orfanella, ti diamo un passaggio a casa che si è fatto tardi! - le disse Haruka, per poi continuare: - Però una domanda te la devo assolutamente: ma davvero stai con Rei? - - Pff... Eccola, ci risiamo! - alzò gli occhi al cielo Michiru rassegnata. - E tu che ne sai? Mi avete spiato? - si mise sulla difensiva la pasticciera. - No di certo! Abbiamo cenato anche noi in quel ristorante ed eravamo soltanto tre o quattro tavoli più in là del vostro... Vi abbiamo semplicemente viste, ma è stata una coincidenza, giuro! - tentò di giustificarsi Michiru. - Allora? Aspetto una risposta! - incalzò Haruka, e Michiru le strattonò un braccio. - Non lo saprai mai, paparino! - la prese in giro Hikaru. - Ben ti sta! - la canzonò Michiru e tutte e tre risero mentre sfrecciavano via sull'auto della pilota.
