Richard chiamò il locale dove sapeva sarebbero andate le sue donne e si fece mettere in attesa.
Erano arrivate da 5 minuti e Lorelai senior andò al bagno.
"Mi scusi. C'è una chiamata per lei"
"Per me"
"Trix?"
"Richard? Che succede?"
"Trix so che avrei dovuto parlartene mentre eri a casa e mi dispiace. Ma penso..."
"Si caro cosa? Avanti parla"
"Che non dovresti dare dei soldi a Rory"
"E perché mai, se posso chiedere? Sono i miei soldi e ne dispongo come voglio"
"Si lo so Trix e hai ragione ma..."
"È Emily non è vero? Sentivo come sbraitava. Non vuole che abbiano un rapporto con me?"
"Non vuole perdere il rapporto che ha faticosamente ricreato"
"Se fosse stata una buona madre a quest'ora non dovrebbe ricorrere a mezzucci per vedere sua figlia"
"Trix ti prego. Se Rory, e di conseguenza Lorelai, diventano... economicamente indipendenti... rischiamo di non vederle più. Nessuno di noi. Non vuoi questo vero?"
"Di certo non voglio che tu soffra"
"Grazie Trix"
"Valuterò io il da farsi. Come ho detto, sono i miei soldi. Ciao Richard"
Richard sedette nella sua poltrona preferita, pensando che aveva fatto il possibile.
Ma lo era davvero?
Speriamo non ne abbia a pentirsene. Se perdesse Emily...
Sua madre era un donna forte, a volte troppo.
Nel frattempo la donna anziana aveva raggiunto nuora e nipote e aveva sentito il loro alterco.
Decise di ritirare ufficialmente l'offerta dicendo che non erano mature abbastanza.
Emily voleva abbracciare la suocera. Richard ce l'aveva fatta.
Avrebbe voluto ringraziarlo in modo esemplare ma la oramai fissa mancanza di intimità e la presenza della suocera la frenarono.
L'importante era che Richard avesse capito e avesse agito.
Poi il pensiero che non l'avesse fatto per lei ma per non perdere Rory e Lorelai, la distrusse mentre tornavano a casa.
Era gelosa delle tre donne che le facevano concorrenza nel cuore del marito ma se lui era felice, lei sarebbe stata bene.
"Grazie" disse quando furono a letto.
"Per cosa?" chiese sorpreso che gli parlasse.
Era tornata con la coda tra le gambe e si era chiusa in camera fin quando, prima di cena era scesa a salutare la suocera che andava all'aereoporto.
Avevano cenato in silenzio e lei se ne era andata subito con la scusa del mal di testa.
"Per aver parlato con tua madre"
Richard sorrise tristemente.
"Piacere mio. Mi dispiace di essere stato così ottuso"
"Non importa. Ciò che conta è che non perderai le ragazze"
"Perderemo..."
"Si certo, come dici tu. Buonanotte"
"No Emily. Ora basta! Questa storia è andata avanti fin troppo" tuonò sedendosi sul letto e accendendo la luce.
"Che cosa vuoi dire?" ora era timida e spaventata. Aveva tirato troppo la corda?
"Non ce la faccio più Emily. Mi manchi. Dio... non riesco... a funzionare senza di te non lo capisci.
Questa non è più vita. Tu, Emily cara, tu sei la mia vita. E condividere una casa e un letto, in maniera puramente platonica, non mi basta. Non mi basta più. All'inizio era per il mio cuore. Va bene, te lo concedo. Eri preoccupata per me e ti amo ancora di più per questo.
Ma adesso... siamo due estranei. Ti rendi conto?
Non dormi abbracciata a me, non mi dai il bacio del buongiorno o della buonanotte e io... non so più che pensare" disse sconsolato.
"Nemmeno tu" sussurrò.
"Come?"
"Nemmeno tu hai più iniziato... qualcosa... credevo non mi volessi più"
"Come puoi anche solo pensare una cosa simile?" chiese inorridito.
"Oh non lo so... fammi pensare... forse perché non mi hai più guardato con interesse?
Non mi hai più sfiorato? A Martha's Vineyard tante belle parole e poi... niente"
Adesso stava urlando, si era alzata dal letto e girava per la stanza come una fiera in gabbia.
Lui la imitò.
"Anche tu se è per questo! Non mi hai più incoraggiato in nessun modo"
"Tua madre è stata qui fino a 5 minuti fa. E prima eri via per due settimane.
Come diavolo potevo fare qualcosa? E perché dovrei essere io? O solo io per lo meno?
Mi avevi detto PRENDIAMOLA CON CALMA MA NON TROPPA CALMA eppure qui ci sono ghiacciai che si sciolgono più rapidamente"
Erano viso a viso e lei cercava di mantenere intimidatoria la sua postura.
I due bottoni in alto della camicia di seta del pigiama tendevano così tanto sul seno che si erano aperti quando lei aveva drizzato le spalle.
"Ebbene? Non dici nulla?" chiese continuando a fissarlo arrabbiata, sperando in cuor suo che non stesse male.
Dal nulla la tirò per un braccio e schiantò le labbra contro le sue.
La sorprese ovviamente. All'inizio rimase ferma con gli occhi sbarrati ma sentendo le braccia di lui avvolgerla, si sciolse.
Alzandosi in punta di piedi fece strisciare le mani lungo le forti braccia muscolose fino a ché non si congiunsero dietro la sua nuca.
Le lingue lottavano per il dominio e i corpi avvolti nella seta strusciavano come pietre focaie.
"Io ti amo dannazione" ringhiò Richard.
"Anch'io ti amo"
"Se vuoi che mi fermi dimmelo ora. Niente sensi di colpa domani. Niente tornare a essere lontani.
Voglio te, adesso, tutto"
"Se ti fermi ora non sarà un infarto a ucciderti" disse sdraiandosi sul letto e tirandolo su di sé.
