EP 36 – UNA "VACANZA" UN PO' FORZATA.
Pam, quando aprì gli occhi, era già mattina e, rimanendo nel suo letto, rifletteva sugli eventi che avevano reso la giornata di ieri diversa dalle altre. Da quando aveva messo piede nel suolo dei Cyniclons, nulla era stato normale nelle sue giornate, ma non voleva perdere tempo in quelle sciocchezze.
Anche oggi, come in alcuni giorni, si era svegliata con un forte mal di testa, una sensazione di stanchezza, e dei violenti capogiri. Tuttavia, ciò che la preoccupava di più erano i grossi buchi di memoria. Spesso le capitava di dimenticare venti o addirittura quaranta minuti della sua giornata. Pam non riusciva a spiegarsi questi blackout, e poiché ultimamente stavano diventando sempre più frequenti, la cosa poteva diventare critica e pericolosa. Ora non solo doveva vegliare sui bambini e provvedere ai loro bisogni, ma doveva anche cercare di nascondere la presenza delle ragazze da Ishur.
Di lui non si fidava affatto e, non volendo dargli alcun pretesto per stringere ulteriormente la sua morsa su di lei, Pam preferiva trovare un'alternativa per rispedire le ragazze a Tokyo, e se possibile, fare in modo che potessero portare i bambini con loro.
Affacciandosi all'ingresso del suo bagno privato, la ragazza si appoggiò allo stipite, mentre i giramenti di testa continuavano a tormentarla. Si sentiva come se la stanza stesse girando. Dopo qualche secondo, quando i capogiri cessarono, riuscì finalmente a entrare con calma. Con le mani appoggiate al bordo del lavandino e la testa chinata, i suoi lunghi capelli le facevano da tenda, oscurandole la vista. Alzando leggermente il capo, alcune ciocche si spostarono e, attraverso il riflesso dello specchio, vide che il travestimento reggeva ancora. Tuttavia, il suo viso era pallido, scarno, con occhiaie così profonde da poterla far scambiare per un panda, e gli occhi spenti raccontavano chiaramente della nottataccia appena passata.
Il lungo silenzio che seguì sembrava aggravare ulteriormente il disagio dell'ereditiera, ma non voleva pensarci. Prima di occuparsi delle mille cose che doveva fare, aveva bisogno di una bella ripulita, prima di scendere di sotto per discutere con Lory e Strawberry un piano strategico.
Le due amiche erano già sedute in cucina, aspettando che Pam scendesse per fare colazione insieme. Era passato così tanto tempo dall'ultima colazione fatta tutte insieme prima della sua partenza. Nessuna di loro riusciva ancora a capacitarsi di ciò che si erano dette con Pam. Tutto iniziava a prendere senso: la segretezza del viaggio, i passaporti falsi, il fatto che Pam non si fosse tenuta in contatto con loro. Ripensandoci, sembrava alle due adolescenti come il frutto di un sogno condiviso.
Ora arrivava la parte più difficile: quando Paddy si sarebbe svegliata, loro due (sperando nell'aiuto di Pam) avrebbero dovuto spiegarle la dinamica del giorno precedente e i retroscena che le avevano portate a quel punto. Strawberry, tuttavia, era ancora preoccupata. Sapeva che in qualsiasi momento Kisshu si sarebbe accorto che loro tre erano sopravvissute alla caduta, grazie al suo portale, e avrebbe ricominciato la sua caccia spietata, in particolare contro di lei. Un brivido la percorse al pensiero che Kisshu potesse essere nei paraggi, cercandola con la sua ossessione.
Il suono di passi che si avvicinavano riportò Strawberry alla realtà. Lei e Lory videro Pam entrare in cucina. Vedendole già sedute, Pam si limitò a fare un piccolo cenno del capo in segno di saluto. Senza dire una parola, si diresse verso gli armadietti sopra il lavandino, tirando fuori tre ciotole per sé e per le sue ospiti. Dopo alcuni minuti di via vai, mentre sistemava il cibo sulla tavola, anche lei si sedette.
P.m:- Spero che vi accontentiate di quello che la casa-base ha da offrire. Come già sapete, non siamo più sul suolo umano, ma su quello alieno, quindi dobbiamo accontentarci di ciò che ci danno come viveri. -
La voce spenta rispecchiava la sua espressione opaca, e le due amiche si guardarono confuse per ciò a cui stavano assistendo. Che Pam fosse già stanca, lo avevano capito ieri, ma non l'avevano mai vista in quelle condizioni. Perfino Zanna Bianca non osava cercare le sue attenzioni, aspettando pazientemente il suo turno per mangiare, cosa che non dovette fare a lungo.
Un forte déjà vu si fece strada prepotentemente nelle menti delle due adolescenti, riportandole al ricordo di quando, il giorno dopo il loro arrivo, durante la colazione con il conte, la tensione si tagliava con il coltello. Solo ripensare a quel momento fece chiudere lo stomaco alla rossa. Pam, notando questo suo gesto, la fissò dritta negli occhi e, con tono spento, le disse:
P.m:- Strawberry, c'è qualcosa che non ti piace della tua colazione? –
S:- No, no!... anzi, credo che sia la colazione più originale che io abbia mai mangiato in vita mia. –
La bugia era evidente, ma Pam, non volendo prolungare la conversazione con convenevoli, non aggiunse altro. Lory si limitò a osservare in silenzio l'interazione.
L:- Ho notato che indossi ancora il tuo travestimento… lo fai anche quando sei qui da sola? –
Lory aveva trovato il coraggio di fare la domanda che le ronzava in testa da un po', e Pam sembrava disposta a rispondere.
P.m:- Forse non ve l'ho accennato molto ieri, ma io e Oscar abbiamo vissuto in questa casa-base per un certo periodo, e abbiamo dei guardiani che si prendono cura di noi. O meglio, che ci tengono costantemente d'occhio. – ᓀ ᓂ
L'ultima parte la disse tra sé, con un pizzico di ironia. Non aveva ancora finito di leggere tutte le carte che Oscar aveva a disposizione il giorno del suo "incidente" con la chimera canaglia. Pam non poteva lamentarsi, ricordando come, nei primi tempi, cogliesse ogni occasione per svignarsela dalla casa-base o per cercare prove compromettenti tra le cose del patrigno, senza trovare nulla. Sia lei che l'ambasciatore Larsson sapevano che Oscar era troppo astuto per lasciarsi scoprire così facilmente. Non avrebbe mai lasciato in giro documenti compromettenti, consapevole del suo ruolo di ambasciatore.
Pam si sentiva senza forze. Anche se si era limitata ad alzarsi dal letto, lavarsi e indossare vestiti che coprissero le bende ancora presenti su alcune parti del corpo, per non preoccupare ulteriormente le sue protette, aveva fatto un grande sforzo. Dopo aver controllato le condizioni di Paddy, era scesa a fare colazione.
Nel giro di poco, Paddy si sarebbe ripresa, e forse la sua vivacità avrebbe riportato un po' di allegria nella casa-base. Dopo la colazione con Lory e Strawberry, Pam decise di cambiarsi d'abito, optando per un outfit casual. Dopo una veloce doccia, si legò i capelli in una coda alta. In camera, davanti al grande armadio, prese qualche minuto per scegliere l'outfit adatto alla giornata. Il capo più evidente era un blazer nero, che le conferiva un tocco formale e raffinato. Le maniche erano leggermente risvoltate, rivelando un dettaglio bianco all'interno. Sotto, indossava una camicetta bianca, che contrastava con il nero del blazer. Pam abbinò al blazer dei pantaloni eleganti ma non troppo aderenti, creando un look monocromatico e snello. Completò il tutto con una cintura nera con fibbia dorata, che aggiungeva un tocco di stile.
Guardandosi allo specchio, Pam non trovava difetti nel suo look. L'unico rimpianto era di non poter abbinare una delle sue borse di lusso, poiché non voleva apparire sciatta davanti ai membri d'élite che avrebbe incontrato. Osò con i pantaloni semi-aderenti, visto che le ferite si erano rimarginate e non c'era rischio che la stoffa irritasse le zone ancora sensibili. Per completare l'outfit, scelse degli stivaletti con tacchi bassi, che si abbinavano perfettamente.
Scendendo le scale, vide che le sue due ospiti stavano giocando con Zanna Bianca. Al sentire i suoi passi, sia le ragazze che la lupa si voltarono verso di lei, rimanendo di stucco per il nuovo look. Zanna Bianca, con la lingua penzolante, scodinzolava felicemente e Pam le regalò qualche grattino sulla testa.
S:- Wow, Pam!... vestita così, dove pensi di andare? – ( ‿ )
Strawberry e Lory erano stupite dal fatto che Pam si fosse cambiata per la seconda volta, apparentemente pronta per uscire da un momento all'altro.
P.m:- Oggi ho il mio primo incontro con i membri d'élite… coff, coff… devo sostituire temporaneamente Oscar, quindi sono giorni che studio le sue carte… Ecco perché… devo presentarmi… al palazzo principale… coff, coff. -
Ogni tanto le veniva un colpo di tosse, e come già sapevano, finché continuava a prendere la pozione che le aveva dato Anthus, poteva parlare lentamente senza troppi fastidi. Il vero problema sarebbe sorto quando si sarebbe trovata davanti ai Cyniclons. Sapevano già della sua presenza (dato che avevano insistito affinché sostituisse Oscar), ma un campanello d'allarme suonava nella sua testa, avvertendola che la giornata non sarebbe stata semplice.
Dopo aver salutato e ammonito le sue protette di rimanere in casa, Nico Robin uscì e, oltrepassando la barriera che rendeva invisibile la sua abitazione temporanea, si avviò con una delle sue borse scure meno appariscenti, dove aveva riposto l'ampolla con la pozione del guaritore, una borraccia d'acqua e i documenti che studiava da giorni. All'esterno, la foresta le offriva un verde dalle mille sfaccettature, e i suoni degli animali la salutavano in un buongiorno che accoglieva volentieri. Attese, come concordato, che Ishur si palesasse appena fuori dalla barriera.
Come promesso, il giovane soldato si tele trasportò a poca distanza da lei, con un sorrisetto mattutino che fece sollevare un sopracciglio alla ragazza. Le offrì il suo braccio piegato, e Nico Robin, dopo aver controllato con un gesto casuale che il suo travestimento fosse ancora a posto, accettò l'offerta e insieme scomparvero nel nulla.
Qualche secondo dopo la loro partenza, i cespugli si mossero. Da un albero semi-nascosto uscì Kisshu, ghignando come un pazzo. I suoi occhi scintillavano di malizia, eccitati dal fatto di aver finalmente trovato ciò che cercava da ore.
Kisshu non era sorpreso di vedere l'umana che, qualche mese prima, con un semplice calcio, aveva messo K.O una chimera alla festa in suo onore. Non si sarebbe mai aspettato di rivederla sul suolo dei Cyniclons. Quando la vide uscire dalla barriera invisibile, capì subito che era la famosa umana di cui si parlava da tempo. Sapendo che lei era lì, era certo che la sua "bambolina" e le sue amiche si fossero rifugiate da lei. I suoi occhi si spalancarono dall'eccitazione di essere così vicino alla sua preda.
K:- Eccovi qui… non mi sfuggirete questa volta. Ora che siete nelle mie mani… - (‿)
Detto questo, si tele trasportò via, pronto a cogliere la prima occasione per catturare la sua "bambolina birichina".
Ishur si tele trasportò all'ingresso principale del palazzo dove risiedeva il sommo maestro, continuando a tenere per il braccio Nico Robin, che per tutto il breve viaggio era rimasta in silenzio. Dandole una rapida occhiata, la vide seria, con lo sguardo perso nel vuoto, mentre osservava il grande portone, ancora chiuso. Per loro fortuna, non dovettero attendere a lungo prima che il portone si aprisse e due sentinelle si facessero avanti per identificarli.
Ishur estrasse dal suo lungo mantello una placca e la mostrò alle due sentinelle, che dopo qualche secondo permisero loro di proseguire. Nico Robin poté nuovamente ammirare l'architettura del posto. Nonostante fosse stata al palazzo principale poche volte, rimaneva sempre colpita dalla varietà di stili che lo caratterizzavano. Ishur, accorgendosi dell'interesse della ragazza per l'ambiente circostante, prese l'iniziativa per rompere il ghiaccio.
I.s: – Vedo che state ammirando gli interni del palazzo! –
Nico Robin non si aspettava che Ishur prendesse la parola per primo e, voltandosi verso la sua destra, incrociò lo sguardo del cyniclon. Vide la curiosità nel suo interlocutore, aspettando la sua risposta.
N.R: – In realtà… sono rimasta… molto colpita dal palazzo in generale… La sua struttura è qualcosa… che va oltre… la mia immaginazione… –
Come già si sapeva, la giovane ereditiera parlava lentamente, mettendo una certa distanza tra una frase e l'altra per non sforzare troppo la sua voce. Il soldato, consapevole delle sue condizioni, non si era mai lamentato del loro dialogo lento. Si limitava a seguire gli ordini e a tenere sotto controllo la nuova ambasciatrice, guidandola verso il suo primo incontro con i membri dell'élite per proseguire le trattative.
Durante il loro cammino, incontravano occasionalmente altri Cyniclons che, appena notata la presenza della ragazza, rimanevano interdetti. Alcuni sbattevano gli occhi per accertarsi di aver visto bene, mentre altri la guardavano con sguardi arrabbiati. Le occhiatacce che Nico Robin riceveva non la turbavano molto. Ishur, come un'ombra dietro di lei, osservava freddamente chiunque osasse mostrare ostilità nei confronti della sua protetta. Molti abbassavano lo sguardo, sentendosi intimiditi dal suo aspetto severo. Nico Robin, ignara della protezione silenziosa del suo bodyguard, rimaneva in silenzio, ma una domanda le frullava in testa da un po'. Fermandosi, si voltò verso Ishur.
N.R: – Ho una curiosità… che da un po' mi tormenta. Posso… osare chiedervi una risposta… sincera? –
Inclinando il capo verso sinistra, le labbra sottili di Ishur si sollevarono in un sorriso, segno che la sua curiosità era stata stuzzicata.
I.s: – Sapete, avete un modo tutto vostro di stimolare la mia curiosità... Avanti, esponete pure il vostro dilemma e farò del mio meglio per darvi una risposta soddisfacente. –
Nico Robin rimase in silenzio per qualche istante, studiando il giovane cyniclon di fronte a lei. Sembravano due condottieri di schieramenti opposti, pronti a confrontarsi.
N.R: – Mi stavo… chiedendo dove si trovi… l'ambasciatore. Dove si trova… in questo momento?... Avrei delle domande da fargli... – ᓀ ᓂ
I.s: – Vedo che avete qualche dubbio riguardo all'incontro, e posso dedurlo dalla borsa che avete portato con voi. Capisco che la vostra posizione è delicata, ambasciatrice... –
Ishur guidò la ragazza lungo un percorso alternativo, deviando da quello che stavano seguendo. Anche in questo nuovo tragitto incontrarono altri Cyniclons, che reagirono come i precedenti, ma Nico Robin sembrava avere fretta di incontrare il suo patrigno per discutere alcuni punti chiave dei documenti che aveva con sé. Alla fine, giunsero in una delle ali del palazzo, e Ishur bussò alla porta. Una voce femminile dall'altra parte diede loro il permesso di entrare.
Il rumore della porta dell'infermeria attirò l'attenzione di una giovane donna cyniclon. Indossava un lungo vestito azzurro e i suoi capelli castano chiaro erano raccolti in una treccia semplice che le scendeva sulla schiena. Quando vide Ishur accompagnato da una giovane umana, rimase così scioccata che sia la sua bocca che i suoi occhi si spalancarono. Senza volerlo, fece cadere il vassoio con le medicine e le bende che stava portando. ()
Il rumore degli oggetti caduti attirò l'attenzione di un'altra donna cyniclon, più anziana e di corporatura robusta, con uno sguardo severo. Quest'ultima, non accorgendosi della presenza di Ishur e Nico Robin, era furiosa con la giovane aliena, che, rimasta impalata, non si era nemmeno degnata di raccogliere ciò che aveva fatto cadere.
?: – Che cos'è questo casino? –
La voce della seconda Cyniclon fece tremare dalla paura la giovane aliena, che aveva già i primi lacrimoni agli occhi.
?: – Mi scusi, capo infermiera... io, non l'ho fatto apposta... – (.o.o。)
?: – Non mi interessano le tue giustificazioni, hai disturbato il riposo dei pazienti, che sono qui per essere curati e riposare. –
La donna lanciava occhiatacce alla giovane, mentre sia Ishur che Nico Robin osservavano la scena in disparte, senza intervenire. Ishur schiarì la gola con una finta tosse per attirare l'attenzione delle due donne. Come previsto, entrambe si girarono verso di lui, visibilmente felici della sua presenza. La capo infermiera lo accolse con un grande abbraccio. La differenza di altezza tra i due era evidente: la donna era molto più bassa del giovane soldato.
?: – Oh, mio caro Ishur!... Ma che bella sorpresa mi hai fatto, non ci vediamo da parecchio tempo. Dimmi, dimmi, come va il tuo nuovo incarico? – (‿ )
La donna sorrise mentre parlava, chiaramente affezionata a Ishur. Nico Robin osservava la scena, intuendo che la capo infermiera conoscesse il giovane da molto tempo. Spostando lo sguardo, notò come la seconda Cyniclon fosse rimasta in disparte, con le guance arrossate come un peperone. L'ereditiera immaginò che la ragazza potesse avere una cotta per il suo bodyguard.
I.s.: – Sto bene, grazie. Per quanto riguarda il mio lavoro, è un incarico molto importante, tanto che richiede la massima discrezione. Ho ricevuto ordini dall'alto per accettare il ruolo di guardia del corpo... –
Le due Cyniclon ascoltavano attentamente ogni sua parola. Ishur, non volendo prolungare troppo la conversazione, si spostò leggermente di lato per rivelare la presenza di Nico Robin. Come accaduto poco prima, entrambe le donne rimasero scioccate e si pietrificarono. Ishur non poté fare a meno di ridacchiare, mentre Nico Robin lo guardava rapidamente con la coda dell'occhio. Ancora sorprese, le due aliene impiegarono qualche secondo per riprendersi. L'anziana signora indicò Nico Robin con il dito tremante.
?: – Lei... chi sarebbe...? – (_)
Ishur, con tono pacato, prese il controllo della situazione.
I.s.: – Signore, permettetemi di presentarvi la signorina Nico Robin Uchiha. È la nuova ambasciatrice, che sostituirà temporaneamente l'altro ambasciatore fino alla sua guarigione. Se non ricordo male, l'ambasciatore è ricoverato proprio qui, in questa infermeria. –
?: – Ambasciatrice? – (-)
?: – Di cosa si occupa esattamente il vostro lavoro? –
Le due aliene erano chiaramente curiose. Ishur, per evitare malintesi, spiegò ulteriormente.
I.s:– In sintesi, la signorina Nico Robin e l'ambasciatore sono sotto la mia protezione, per ordine del Sommo Maestro. Egli desidera condurre trattative per stabilire la pace tra i nostri popoli e riportare a casa i nostri simili, attualmente prigionieri degli umani. Purtroppo, l'attacco recente ha complicato le trattative tra l'ambasciatore e i membri dell'élite, motivo per cui la signorina Nico Robin lo sostituirà. –
Le due donne si rallegrarono all'idea che il loro signore stesse lavorando a una trattativa diplomatica per il ritorno dei molti Cyniclon tenuti prigionieri. Non volendo far perdere altro tempo ai due giovani, la capo infermiera li accompagnò, guidandoli attraverso il palazzo. Come sospettato, la stanza dell'ambasciatore Oscar si trovava in una sezione speciale. Durante il tragitto, attirarono l'attenzione degli altri pazienti, che reagirono con stupore alla presenza di un'umana. I primi bisbigli cominciarono a diffondersi tra i presenti.
Arrivati davanti a una porta, la Cyniclon bussò e, dopo aver ricevuto il permesso, lei e Ishur entrarono. L'ambasciatore era semi sdraiato nel suo letto, e il broncio sul suo viso era evidente a tutti i suoi visitatori improvvisi.
C.O.: - Ci avete messo del tempo per decidervi a farmi una visita. Non sapete che noia ho sopportato restando chiuso in queste quattro mura senza poter prendere un po' d'aria? – (゚•̀皿•́)ノ゙
Egli, come un bambino lamentoso, stava dando sfogo alla sua frustrazione per la situazione in cui si trovava attualmente, ma di certo non si aspettava di sentire una voce a lui conosciuta.
N.R.: - Strano, Oscar… da quello che vedo, tu non ti… trovi in una stanzetta… ma in un appartamento molto ben arredato… Hai pure un balcone a tua disposizione… non capisco perché ti lamenti… - ( ͞ -͞) ?
Facendosi largo tra gli altri, la figliastra del conte fece il suo ingresso, e l'espressione sbalorditiva del conte era molto divertente dal punto di vista di Ishur, che non poteva trattenere il suo ghigno contro l'uomo impertinente. Almeno il giovane soldato si consolava con la presenza rinfrescante dell'accompagnatrice dell'uomo.
C.O.: - Nico Robin?... Che diavolo ci fai qui? Non dovresti essere alla casa-base ad aspettarmi… –
Il conte fu bruscamente interrotto dalla figliastra, che, non volendo che degli estranei fossero messi al corrente dei loro battibecchi, ci diede un taglio netto.
N.R.: - Oscar!... non ho tempo per le tue lamentele… sono venuta qui in veste di ambasciatrice… e prima che tu inizi una delle tue arringhe, sappi che ho ricevuto il permesso per sostituirti… fino al tuo completo recupero. – ᓀ ᓂ
Il conte divenne rosso dalla rabbia e, sbattendo il pugno sul comodino a sinistra, fece saltare in aria la giovane cyniclon, che aveva avuto pochi incontri con l'umano iracondo. Nico Robin diede una veloce occhiata alle persone che le stavano dietro di lei e, vedendole a disagio, con un cenno del capo indicò a Ishur di scortare le due donne fuori dall'appartamento dell'ambasciatore. Rimasti soli, ebbero l'ennesima discussione. Le arringhe di Oscar erano solo un bla, bla, bla per Nico Robin, che di solito rimaneva in silenzio, lasciando che fosse Oscar a gridare come un ossesso.
C.O.: - NICO ROBIN!... Cosa pensi di fare? Non hai le giuste competenze per sostituirmi. Cosa ti è passato per la testa per decidere di sostituirmi? – ( 益)
L'uomo era furioso, e le vene che gli pulsavano nelle tempie erano pronte a scoppiare in qualsiasi momento; non sembrava che la sua furia si sarebbe placata presto. Con le braccia incrociate sotto il seno, Nico Robin attese, come al solito, che il patrigno si calmasse prima di avere il suo turno di parlare. Nella sua mente si presentavano molte situazioni simili. Quante litigate erano nate dopo la morte della madre? Quante lacrime aveva versato per il carattere iracondo del patrigno, freddo e insensibile per il lutto appena subito dalla nuova figliastra? Quante volte Nico Robin aveva maledetto l'uomo di fronte a lei? Quante volte si era domandata perché le fosse toccato un destino così infame? La sua infanzia le era stata strappata davanti agli occhi, e la bambina che era era impotente e poteva solo assistere a come tutto ciò che era più caro le veniva portato via. Troppa rabbia era celata nel cuore di una bambina così piccola, ma con il passare degli anni la giovane ereditiera aveva ottenuto alcune sue rivincite nella vita. La sua maturità era un'alleata, il silenzio il suo fidato amico, pronto a consolarla nei momenti più bui della sua esistenza.
N.R: - Hai finito, Oscar? Posso parlare oppure vuoi continuare a litigare con me? Dopo il tuo "incidente", Ishur mi ha detto come sono andate le dinamiche… e con mia sorpresa ho ricevuto una lettera da parte di questo gruppo… l'élite. Loro hanno avuto l'iniziativa di farmi… sostituire. Ho espresso il mio disappunto, dicendo che non ho le tue stesse competenze; ma alla fine non ho avuto altra scelta che accettare il compromesso… -
Il conte era rimasto in silenzio per ascoltare il punto di vista della figliastra. Conoscendola, sapeva che lei non avrebbe mai osato sostituirlo di sua iniziativa, e riflettendo meglio, poteva aspettarsi un colpo basso da parte di quei fessi dell'élite. La rabbia in viso era ben visibile alla ragazza, e il pugno stretto in una presa ferrea le fece intendere che il patrigno stava scendendo contro voglia a patti con sé stesso.
Alzando il capo, lo sguardo furioso del conte incrociò quello freddo della figliastra, e dopo qualche secondo di silenzio, i due ambasciatori si studiarono a vicenda. Alla fine, dopo aver sospirato, prese la parola:
C.O: - Per cosa sei venuta, Nico Robin? Non credo che ti sia venuta una forte nostalgia per me. –
La sua ultima battuta era priva di umorismo e, non essendo in vena di scherzare, la ragazza estrasse dalla sua borsa scura dei fogli che attiravano l'attenzione dell'ambasciatore. Lei li consegnò al conte, che li riconobbe come documenti associati al suo lavoro per le trattative con i dieci membri dell'élite. Con uno sguardo confuso, lui alzò il capo e domandò alla ragazza.
C.O: - E questi? Come hai fatto a… - (_)
N.R: - Li ho ricevuti da Ishur. Dal momento che ti devo sostituire, ho ritenuto importante studiare i documenti per non trovarmi impreparata. Ho bisogno di alcune tue dritte; devo sapere come comportarmi con questi membri. Non voglio essere io quella in svantaggio. –
Oscar vide per la prima volta che Nico Robin stava chiedendo il suo aiuto e, non volendo che tutto il suo lavoro andasse in fumo, l'ambasciatore non ebbe altra scelta che istruire la figliastra nel poco tempo che avevano a disposizione. Entrambi erano all'oscuro del fatto che le loro interazioni fossero oggetto di spionaggio. Lo specchio attaccato al muro rifletteva un'ombra che aveva la sagoma di una persona incappucciata. L'ombra apparteneva sicuramente a qualcuno che lavorava all'interno del palazzo principale; egli osservava in silenzio come i due umani fossero in disaccordo. Nello specifico, il conte sembrava avercela con la sua accompagnatrice: ogni pretesa era buona per l'uomo per attaccare la sua sostituta.
A un certo punto, tutta l'attenzione della spia si focalizzò sul malessere della ragazza. Nel momento in cui il conte si distrasse, lei sembrò perdere l'equilibrio per qualche istante e scosse la testa, facendo finta che non fosse successo nulla. Ma con un'attenta analisi, la spia notò che i passi della ragazza non erano perfetti; una leggera zoppia era quasi celata agli occhi altrui e il suo viso non era così roseo come poteva apparire. L'ombra doveva aver visto abbastanza e, come era apparsa, scomparve senza lasciare traccia di sé.
Fuori dagli appartamenti dell'ambasciatore, sia le due donne Cyniclons sia Ishur erano rimasti fuori, aspettando qualche cenno che la porta si aprisse. L'attesa non migliorava il nervosismo della giovane cyniclon, ancora scossa dall'ostilità del primo umano contro l'altra umana. La capo-infermiera aveva mandato via alcuni ammalati che si erano avvicinati per cercare di ricevere qualche informazione sulla comparsa dell'umana, e le occhiatacce della donna anziana, lanciate loro, avevano scoraggiato ulteriormente.
Sia lei che la sua sottoposta non sapevano tutto, ma in grandi linee Ishur le aveva messe al corrente che la presenza dell'ambasciatrice era una buona notizia per tutti loro, ma che la segretezza di questi incontri doveva rimanere celata per non illudere le famiglie dei Cyniclons tenuti ancora prigionieri dagli umani. Le due donne si scambiarono sguardi complici e, con un cenno del capo, siglarono un accordo segreto di mantenere la parola data a Ishur.
A un certo punto, un messaggero giunse all'infermeria e, rivolgendosi a Ishur, comunicò che era richiesto al cospetto del sommo maestro. A queste parole sussurrate, le due donne si eccitarono all'idea che il loro conoscente avrebbe avuto un incontro privato a tu per tu con il loro maestro. Ishur, prima di partire, lanciò un'occhiata significativa verso la porta. La capo-infermiera capì cosa stesse pensando il soldato e con tono rincuorante gli assicurò.
?:- Non temere, caro. Se la nuova ambasciatrice dovesse uscire dopo la tua partenza, la avviseremo che sei dovuto andare via. –
Ishur la guardò con sguardo incerto; non era certo che la presenza dell'umana non creasse un certo disagio alle due donne e, dalle loro reazioni, alla signorina Nico Robin non sembravano così ottimali. Ma non avendo altra scelta, si limitò a dare alle due donne le dovute indicazioni su dove dovrebbe recarsi la sua protetta. Con le dovute rassicurazioni, egli partì verso la sala del trono. Egli estrasse la placca che indicava il potere conferitogli dal sommo maestro; le due guardie lo fecero entrare. Come sempre, la sala del trono era avvolta quasi totalmente dal buio. Ishur si mise al centro della grande sala e aspettò che il suo sommo maestro si degnasse di presentarsi. Una luce blu-traslucida apparve all'improvviso e la sagoma di Profondo Blu, circondata dai quattro animali sacri, faceva la sua bella figura. Ishur non smetteva mai di essere abbagliato dalla magnificenza di uno spettacolo simile e, inginocchiandosi, fece le sue reverenze al suo sovrano.
P.B:- Vedo che hai ricevuto il mio richiamo! – …
I.s:- Vivo per servire, mio signore, e che gli dei vi possano illuminare il vostro illustre cammino verso una lunga e gloriosa vita. –
P.B:- Ci sono delle novità sulle vostre indagini riguardo alla contaminazione della ragazza? –
Profondo Blu andò dritto al punto, e Ishur poteva solo dare una risposta chiara al suo sovrano.
I.s:- Le indagini, per il momento, stanno andando un po' a rilento. Il sospettato, come già si sapeva, è difficile da rintracciare. Ma sto indagando a fondo sul primo incidente analogo a questo e ho potuto rintracciare la testimone che vide la vittima scontrarsi contro il mago Claus. La ragazza era molto spaventata e ho avuto qualche difficoltà a farla parlare. In parole povere, la ragazza ha raccontato non solo quello che già sappiamo, ma ha anche aggiunto che, dopo l'avvelenamento andato a male, dice di aver visto il sospettato girovagare nei dintorni dell'abitazione della sua vittima. Sempre secondo la ragazza, dice di aver visto il mago Claus molto adirato per la sopravvivenza del suo obiettivo. –
P.B:- Quindi il mago in questione è tornato sulla scena del suo crimine. Hai avuto riscontri da possibili testimoni che possano confermare le parole della ragazza? –
Il tiranno domandò al suo sottoposto, e Ishur gli rispose che lui stesso era andato in giro a cercare conferme alle parole della ragazza e che alcuni commercianti ricordavano di lui, intorno a quel periodo, per via di uno strano individuo che si aggirava nei paraggi; tanto è vero che alcune donne erano spaventate e per un certo periodo non uscirono dalle proprie abitazioni. Il monarca rifletté per un po' e, dal momento che non aveva altre domande sull'argomento appena trattato, si spostò verso un altro.
P.B:- Vorrei sapere com'è andata a finire con la sostituzione dell'ambasciatore. Da quello che mi giunge, ancora si trova in un reparto speciale dell'infermeria del palazzo. –
I.s:- Non vi sbagliate, mio signore; l'ambasciatore ancora non è stato trasferito nei suoi appartamenti, per il momento, a causa delle sue condizioni. Mi dicono che dovrebbe stabilizzarsi prima di pensare al suo trasferimento. E se la cosa vi può interessare, proprio oggi ho accompagnato la signorina Uchiha a fargli visita. Credo che si stiano aggiornando sull'incontro a cui la ragazza dovrebbe presenziare per la prima volta. –
Una piccola risata beffarda fuoriuscì dalla bocca del tiranno; trovava quasi pena immaginare una ragazza come l'accompagnatrice dell'ambasciatore che, senza nessuna esperienza, dovesse sostituirlo. Ma con i tempi che corrono, ogni idea, buona o cattiva che sia, doveva essere presa con le pinze. Il sovrano fece l'ultima domanda prima di ritirarsi.
P.B: - Ci sono delle novità su Rem?* –
I.s: - Mi dispiace deludervi, mio signore, ma per adesso non ci sono novità… -
Profondo Blu non replicò; forse era disinteressato all'argomento, che sembrava stancarlo, secondo Ishur. Dopo aver ricevuto il permesso dal monarca di ritirarsi, egli si spostò nel posto dove aveva lasciato in precedenza la nuova ambasciatrice.
Come si sapeva, quando Nico Robin uscì dagli appartamenti del conte, vide che erano rimaste le due donne aliene, che, quando si accorsero che lei era uscita, smisero di parlare e la guardarono. Il silenzio imbarazzante si era creato tra loro tre e gli altri pazienti si limitavano a osservarle con molta attenzione. Nico Robin si guardò attorno nell'infermeria e, non vedendo Ishur, stava iniziando a domandarsi dove fosse finito. Vedendola spaesata, la giovane cyniclon timidamente si rivolse all'ambasciatrice.
?: - Se... se state cercando Ishur, lui non c'è!... Ehm... lui è stato convocato altrove, non credo che ci metta molto a ritornare a prendervi. –
Nico Robin vide che la ragazza stava facendo un enorme sforzo per interagire con lei. L'ambasciatrice, per rassicurarla, le regalò un sorriso dolce, e questo piccolo stratagemma funzionò. Facendo il classico saluto giapponese, vide che le due donne, anche se un po' confuse, ricambiarono in modo goffo il suo saluto. Nico Robin iniziò a incamminarsi verso la porta dell'infermeria, ma prima di uscire estrasse dalla sua borsa un'ampolla contenente quel poco che rimaneva della pozione di Anthus. La ragazza si avvicinò per dare un'occhiata più dettagliata e vide che non poteva ancora usufruirne del suo beneficio. Sconsolata, bevve tutto di un fiato il restante medicinale, e mentre si apprestava a uscire, ella non riuscì a proseguire quando, aprendo la porta, davanti all'ingresso trovò l'ultima persona che si aspettava di incontrare.
Nico Robin fu presa alla sprovvista quando vide la stessa maga con cui si era scontrata accidentalmente nel corridoio. La reazione di lady Zìilina era la stessa di quella della nuova ambasciatrice; entrambe si osservarono con stupore, non aspettandosi questo incontro voluto da qualche divinità. Ma il loro momento fugace fu interrotto da una nuova voce maschile che proveniva dalle spalle dell'anziana signora. Entrambe si voltarono verso il nuovo arrivato, il quale si presentava come un giovane uomo sulla trentina d'anni, alto, con un fisico ben strutturato e un viso giovanile. Egli indossava una maglietta bianca a maniche lunghe, che evidenziava le sue braccia muscolose, e pantaloni lunghi e grigi che offrivano ampia libertà di movimento grazie alla loro morbidezza e larghezza. I pantaloni si restringevano leggermente verso le caviglie, dove erano infilati in stivali da combattimento scuri. Il suo abbigliamento era un netto contrasto con i suoi lunghi capelli argentati trattenuti da una coda bassa.
Fermandosi a pochi passi dalla donna cyniclon, i suoi occhi si spalancarono alla vista di Nico Robin; il suo stupore era molto palese e non ci volle molto per intuire che l'umana davanti a lui era la stessa che si era scontrata accidentalmente con la maga. Vederla di persona era molto diverso dall'immagine che si era fatto. La maga Zìilina osservò le reazioni del nipote e della giovane umana; trovava le loro reazioni molto divertenti, ma vedendoli "bloccati" ridacchiò prima di rivolgersi alla giovane ereditiera.
Z.ì: - È da parecchio che non ci vediamo; come state?… –
La maga si rivolse a Nico Robin con un sorriso, e questo mise nel pallone il nipote Gabel, che guardava con uno sguardo stralunato sia la nonna che la nuova arrivata. La sua confusione era condivisa dai numerosi curiosi che si erano affacciati per osservare con interesse la dinamica tra le due protagoniste. Le due infermiere avevano gli occhi fuori dalle orbite, trovando pazzesco quello che stavano assistendo in questo momento.
Forse ignara di avere del pubblico, Nico Robin ricambiò il sorriso della donna cyniclon; e, facendole l'inchino giapponese, prese parola:
N.R: - Io sto bene… la ringrazio… per il suo interessamento… e voi come state? –
La donna cyniclon stava studiando il comportamento della ragazza; non capiva cosa la incuriosisse, ma il suo sesto senso le diceva di osservarla meglio. La maga non era una che sottovalutava le sue sensazioni, dal momento che non l'avevano mai delusa nell'arco della sua lunga vita. La nuova ambasciatrice le dava vibrazioni positive, però sentiva che c'era dell'altro, la stessa sensazione che aveva percepito al loro primo incontro. Nonostante i suoi sforzi, lady Zìilina non riusciva a "vedere" cosa si celasse dietro la giovane umana; non credeva che potesse diventare una possibile minaccia, non percepiva in lei malizia contro il popolo degli Cyniclons. Ma allo stesso tempo, non poteva far finta di non aver percepito, anche se solo per qualche secondo, una fonte di energia che non si aspettava di percepire in un'umana, dal momento che, da quanto sapeva, gli umani erano completamente diversi dagli Cyniclons. Il cruccio era ben palese nel suo volto mentre valutava se porgere o meno alcune domande discrete per evitare certi imbarazzi tra lei e l'ambasciatrice.
In quel momento di riflessione, suo nipote Gabel decise di interferire, riportando la mente della donna al mondo attuale.
Gab: - Scusate se mi intrometto, ma vorrei sapere a cosa sto assistendo in questo momento. – (_)
Giustamente, Gabel era confuso; sapeva della prima interazione tra sua nonna e l'umana, ma adesso, che stava assistendo con i propri occhi, si sentiva ancora più confuso di prima. Forse sua nonna non gli aveva raccontato tutto riguardo alla sua prima interazione con l'umana?
La maga voleva prendere tempo, forse in un ambiente poco aperto al pubblico, dal momento che gli ammalati ricoverati all'interno dell'infermeria non erano così discreti da passare inosservati. La maga si limitò a dare una risposta veloce al nipote.
Z.ì: - Gabel, forse stiamo intralciando la signorina; magari ha delle cose urgenti da fare. –
N.R: - No, si figuri!... Io… ho ancora un'oretta di tempo… prima del mio incontro con l'élite. –
Appena Nico Robin accennò al suo incontro con i membri dell'élite, il pubblico sussultò scioccato, non aspettandosi una svolta del genere, e i primi rumors iniziarono a circolare tra i sussurri degli osservatori. La maga lanciò un'occhiata fugace nella loro direzione prima di tornare a dare tutta l'attenzione alla ragazza, e sorridendole le fece una proposta. Forse questa ora libera della ragazza, Zìilina potrebbe spenderla per porgerle delle domande, e con la complicità del nipote, potrebbe avere qualche piccolo asso nella manica da giocare a suo favore.
Z.ì: - Se per voi va bene, posso rubarvi del vostro tempo libero rimasto per offrirvi qualcosa in segno di scusa per il nostro primo incontro disastroso? E per quanto riguarda il vostro incontro come ambasciatrice, posso chiedere a mio nipote qui accanto di accompagnarvi al luogo dell'incontro. –
Il giovane Gabel sbatté gli occhi come un gufo, confuso da come sua nonna lo avesse messo di mezzo in tutta questa storia; ovviamente voleva incontrare la giovane umana, ma questo era tutt'altra cosa rispetto a ciò che egli aveva in mente.
Nico Robin fu sorpresa di essere invitata da questa strana donna, ma, come al solito, la sua "lupa" non le stava dicendo di stare in allerta. D'altronde, farsi degli "amici" al palazzo principale durante la sua permanenza non sarebbe stato così male.
Inchinando il capo, le sorrise e decise di accettare l'invito.
N.R: - Come ho accennato prima… o del tempo libero… spero che voi… mi possiate… fare da ciceroni… Io ancora… non conosco molto bene questo palazzo… credo che ci sia il grosso rischio di… perdermi. –
La ragazza fece una battuta, tanto che Zìilina ridacchiò alle sue parole, trovandole molto divertenti e veritiere; entrambe erano già nel loro elemento, mentre Gabel e il restante pubblico rimanevano tagliati fuori.
Ancora memore di avere un pubblico un po' troppo ficcanaso per i gusti della maga, Zìilina guardò con uno strano sguardo dietro le spalle della nuova ambasciatrice e, con parole che potevano chiaramente essere interpretate come una velata minaccia, si rivolse alla sua interlocutrice senza mai distogliere lo sguardo dagli altri ficcanasi.
Z.ì: - State tranquille, mia cara; posso assicurarvi che passerete dei momenti indimenticabili. E per quanto riguarda la vostra guardia del corpo, sono molto sicura che verrà messo al corrente della vostra piccola deviazione. –
Le ultime sue parole furono sottolineate in modo così sinistro che vennero sentite forte e chiare dagli altri alieni, che, non volendo essere bersagli della donna minuta, alcuni inghiottirono a fatica la saliva e non esitarono a rientrare, mentre altri si limitarono a tremare dalla paura. Per le due infermiere, annuivano velocemente con il capo, capendo l'antifona e assumendosi l'incarico di avvisare Ishur di questa "deviazione" della sua protetta.
Nico Robin decise di seguire la strana coppia di nonna e nipote, e mentre questo improbabile trio si allontanava verso una meta sconosciuta alla ragazza, quest'ultima rispondeva ogni tanto ad alcune domande poste dalla donna e altre dal nipote.
A Nico Robin era molto chiaro che Gabel era molto incuriosito da lei e che, dal momento che tutti loro sarebbero arrivati a destinazione, il momento dell'interrogatorio sarebbe iniziato.
Il trio arrivò a una parte poco conosciuta del palazzo principale e Nico Robin, con gli occhi, studiava gli intorni per vedere se c'era qualche segno di tranello; ma non vedendo nulla di ciò, la nuova ambasciatrice proseguì il suo cammino, entrando in una sala dopo aver dato precedenza ai due Cyniclons. La sala si presentava simile a quella dove lei aveva pernottato qualche tempo prima, ma in questo caso era lei ad essere invitata.
Appena si accomodarono, calò un certo silenzio imbarazzante. Gabel era quello che mostrava in modo palese di trovarsi in una situazione fuori dalla sua zona di comfort, e Nico Robin sentiva che, se non avesse preso parola per prima, il cyniclon di fronte a lei sarebbe scattato come una molla.
N.R: - La ringrazio… per il vostro invito. Io… non credo che sarei stata in grado… di farcela senza il vostro intervento... coff-coff –
La tosse era ritornata e Nico Robin si coprì la bocca con un pugno chiuso della mano. La donna cyniclon le rispose che era il minimo, considerando come si erano scontrate l'altra volta.
Z.ì: - Questo è il minimo; per colpa mia ci siamo scontrate… –
N.R.: - Guardi, anch'io... ho la mia parte di colpa… ero distratta… e questo non… non mi ha permesso... di fare attenzione a dove mi stavo muovendo. –
Nico Robin scuote lentamente il capo; anche lei si sentiva in parte responsabile dello scontro nel corridoio. Tuttavia, la giovane ambasciatrice non voleva fare una gara a chi diceva per prima "mia culpa", e vedendo che il servizio da tè era già stato servito, si limitava a sorseggiare la sua tazza piena della bevanda calda. Anche la donna stava sorseggiando la sua bevanda, e il modo in cui entrambe, all'unisono, con gli stessi gesti eleganti, sorseggiavano il tè con una certa grazia, aveva fatto alzare il sopracciglio a Gabel, che trovava la scena bizzarra.
Zìilina, posando la sua tazza sulla superficie del tavolinetto, prese parola:
Z.ì.: - Signorina… vorrei anch'io precisare che ho una certa età; è normale che abbia i miei acciacchi e che mi sia distratta scontrandomi contro di lei. –
Il nipote Gabel non credeva alle sue orecchie. Il suo sguardo sconvolto era così palese che, più volte, aveva voltato il capo prima verso la nonna e poi verso la giovane umana che stava di fronte a loro. Il giovane soldato conosceva il forte temperamento della matriarca; ogni volta che qualcuno, per disgrazia, accennava anche solo lievemente all'età avanzata della maga, era un fuggi e fuggi. Gabel ricordava in molte occasioni che la maga in questione aveva dato sfogo alla sua collera su di lui, sul padre e sullo zio quando uno di questi tre uomini tirava fuori questo tipo di argomento. Ora era la nonna stessa a dire che era arrivata a una certa età, senza ribattere di essere ancora "nel fiore degli anni". Gabel non sarebbe stato creduto se avesse raccontato di questo strano evento di oggi. Forse era finito, a sua insaputa, in qualche multi-verso? Questo spiegherebbe come mai la sua parente non stesse facendo il diavolo a quattro per essere etichettata come meno giovane.
Gabel: (°Д°)
Gabel, in silenzio, studiava la strana interazione che sua nonna stava avendo con la ragazza e, non vedendo nessun accenno di ostilità da parte della nuova arrivata, poté abbassare la rigidità accumulata sulle spalle. Era contento che le due stessero andando d'accordo, anche se facevano parte di due schieramenti che si davano battaglia quasi ogni giorno. Gabel, come buona parte degli altri Cyniclons, era incuriosito dagli umani e dalla loro cultura, ma la guerra che stavano conducendo contro gli invasori non aiutava a stabilire delle tregue tra i due popoli. Gabel scosse la testa, cercando di scacciare un pensiero così ridicolo. Tuttavia, non tutto era perduto: sia lui che la nonna avevano di fronte un'umana e, tramite lei, avrebbero potuto ugualmente imparare qualcosa sugli umani.
Gab: - Ho sentito dire che voi avete avuto un qualche tipo di incidente appena arrivata, e questo è correlato al vostro modo lento di avere lunghe pause tra un discorso e l'altro? –
La sua domanda, un po' impertinente, aveva preso sotto gamba Nico Robin, ma vedendo lo sguardo stralunato della maga alla domanda del nipote, l'ereditiera si ricompose prima di concentrare la sua attenzione sul suo nuovo interlocutore.
N.R: - C'è stato… un piccolo incidente!... Non è nulla di grave, ho… avuto un guaritore… che si stava prendendo l'incarico di visitarmi… -
Gabel lo prese come uno spunto per farle altre domande, e l'ereditiera sembrava più che felice di rispondergli; per lo più le domande del cyniclon erano correlate alla cultura umana. Entrambi interagivano tra varie chiacchiere, mentre la maga era messa in disparte e in silenzio osservava attentamente l'umana, che sembrava a suo agio con il nipote.
Per quanto riguarda Nico Robin, lei faceva solo finta di non accorgersi che lady Zìilina non la stese scrutando con uno sguardo indagatore. La licantropa aveva un buon autocontrollo, ma non sapeva fino a che punto potesse tenere i nervi saldi. Nico Robin non era così ignara come dava a vedere; sapeva che dal primo incontro con l'anziana cyniclon era solo una questione di tempo prima che lei iniziasse a seguire la traccia del suo essere. Una donna come lady Zìilina non era così facile da ingannare, e anche se Nico Robin aveva imparato a sopprimere la sua vera natura, nulla poteva rimanere celato agli occhi di una praticante di magia.
Nico Robin conosceva molto bene lo sguardo indagatore della maga; era lo stesso che aveva quando i suoi sensi erano in allerta per studiare i movimenti di un potenziale avversario, ma la cyniclon sicuramente lo percepiva come un leggero sussurro, a volte astratto. La licantropa sapeva che mentre si trovava nei posti dove si sarebbe potuta incontrare la maga, doveva camminare in punta di piedi. Da un lato, a Nico Robin dispiaceva usare il trucco alla Lupin.* Dall'altro, sentiva che doveva usare metodi disperati per situazioni disperate per continuare la sua copertura nel suolo degli Cyniclons.
A sua volta, lady Zìilina continuava a scrutarla; la sensazione viscerale le diceva di guardare oltre, per indagare. Era una frustrazione per la maga non riuscire a dare un nome preciso alla sensazione estranea e allo stesso tempo così familiare. In passato, deve aver avuto modo di interagire, ma quando?
Lady Zìilina non poteva dare per il momento un nome o una forma, ma una cosa era certa: la ragazza che stava in quel momento interagendo con il nipote non era un'ambasciatrice comune.
Da quando Pam era partita, il duo di amiche era rimasto intanati dentro la casa-base; ancora non riuscivano a credere a tutto quello che nell'arco di 48 ore avevano vissuto. Entrambe erano rimaste in salotto, avvolte nei propri mondi, riflettendo, o forse riavvolgendo la memoria per rivalutare con una mente più ferma quello che si erano dette con l'amica più anziana. Strawberry ogni tanto lanciava un'occhiata veloce alla finestra per vedere se, fuori dalla barriera protettiva, c'era qualche segno di Pam. Ma non aveva nessuna voglia di rimanere in silenzio per tutto il tempo, e alzandosi dalla sua postazione, attirò così lo sguardo indagatore dell'amica, che la imitò quasi istintivamente.
L: - Strawberry, dove stai andando? –
Le domandò la dolce Lory. Strawberry rispose che stava salendo al piano di sopra per dare un'occhiata a Paddy, per vedere se la bambina si fosse svegliata. Lory la seguì a ruota, ed entrambe, facendo piano, entrarono nella stanza occupata dalla bambina. Paddy stava ancora dormendo, ma vedendola tranquilla e non in preda alla febbre, le due adolescenti si scambiarono degli sguardi speranzosi. Ma quando stavano per andarsene, sentirono un filo di voce della bambina che le chiamava. Lory e Strawberry si voltarono, e vedendo come con occhi socchiusi Paddy era riuscita a vederle, si avvicinarono al capezzale della piccola. Un abbraccio di gruppo era ciò che serviva al trio per riunirsi di nuovo dopo le peripezie dell'altra volta. Paddy, ancora mezza assonnata, non capiva in modo lucido ciò che stava succedendo, ma l'abbraccio improvviso era tutto ciò di cui aveva bisogno in quel momento, e le prime lacrime le stavano uscendo senza che lei le percepisse.
Il momento venne interrotto dall'arrivo di Zanna Bianca, che, vedendole avvolte in un abbraccio di gruppo, inclinò prima il capo con un'espressione confusa, ma poi, forse ricordandosi le parole della sua padrona di fare la guardia a loro tre, si incamminò verso di loro cercando di farsi strada in un piccolo varco. Strawberry sentì una presenza estranea e, voltandosi nella direzione dell'intrusa, il sorriso della rossa si assicurò quando vide che Zanna Bianca voleva aggregarsi al loro mega abbraccio. Facendo un po' di spazio, permise alla lupa di essere avvolta anche lei nel momento delle coccole. Lory e Paddy, inizialmente confuse, cominciarono a ridacchiare per la tenerezza della scena.
Il brontolio dello stomaco di Paddy smorzò il loro abbraccio, e mentre la diretta interessata diventava rossa per l'imbarazzo, le due adolescenti ridacchiavano. Il duo di amiche si separò: Lory sarebbe scesa al piano di sotto per preparare qualcosa per Paddy, mentre Strawberry le avrebbe raccontato tutto ciò che si era persa mentre era svenuta per tutto questo tempo.
Dire che la bambina era scioccata era un eufemismo. Paddy non credeva alle parole di Strawberry; la biondina ricordava perfettamente la passeggiata con Zanna Bianca e successivamente l'apparizione a sorpresa di Kisshu. La sua memoria era intatta fino all'inseguimento. L'inseguimento in questione era impresso nella sua mente, e solo ripensandoci, a Paddy venivano in mente l'enorme sforzo fatto da parte di tutte loro per seminare Kisshu. Era un'impresa così ardua che ancora percepiva i muscoli delle sue gambe contrarsi per l'enorme sforzo subito durante la lunga rincorsa. Paddy era una dolce bambina, molto allegra e anche esuberante. Ingenua, sì, ma stupida, neanche. La bambina non afferrava molte tematiche in modo così chiaro come le sue amiche più grandi, ma di certo, nel caso dell'inseguimento da parte del ragazzo cyniclon, e vedendo per la prima volta il suo vero volto, la biondina si sentiva sciocca per non aver notato prima il lato tossico del ragazzo. Neanche quando le sue amiche cercavano di metterla in guardia l'aveva ascoltata. Il suo disagio fu notato dalla rossa, e vedendola incupirsi in viso, si preoccupò per lei.
S: - Paddy, ti senti bene?... Ti serve qualcosa? – ( -)?
Paddy era avvolta con le braccia incrociate attorno alle sue gambe, il suo capo prima era chinato e la sua fronte era a contatto con le sue ginocchia. La piccola non rispondeva alle domande della mezzana, facendola preoccupare.
P.a: - Stai tranquilla, Strawberry, non ho niente... sto solo ripensando alla mia ingenuità, su come sono stata così sciocca a credere che Kisshu fosse diverso... –
Strawberry fu colta di sorpresa dalle parole così fuori tono di Paddy e, sbattendo gli occhi per mettere in ordine le parole appena pronunciate dalla bambina, la rossa in silenzio si limitò ad abbracciare la piccola. Strawberry sapeva che Paddy, per la sua ingenuità, era la bambina che sprizzava allegria da tutti i pori, e per questo lei e le altre limitavano l'esposizione della più giovane del loro gruppo a certi eventi che potessero influenzarla negativamente. La gioia con cui Paddy si rapportava con loro ogni giorno, le acrobazie che faceva al caffè Mew-Mew per intrattenere la clientela e la sua esuberanza insieme alla sua energia infinita erano un toccasana per tutti quelli che la circondavano. Paddy, mentre era avvolta nell'abbraccio di Strawberry, scoppiò a piangere; voleva solo che tutti andassero d'accordo, un suo pio desiderio che forse si era illusa di poter realizzare nella vita reale.
In quel momento, Lory, con il vassoio pieno di cibo, stava per entrare, ma la mano di Strawberry le indicava di passare un altro momento. La verdina vide le due giovani nel loro mondo e, con calma, fece dietrofront per dare loro il giusto spazio per i dovuti chiarimenti.
S: - Ehmm!... Paddy!?... Lo sai che tutto questo non è colpa tua. Ti sei fidata della persona sbagliata, tutto qui. Anche noi abbiamo avuto i nostri momenti bui, ma ci siamo sempre rialzate, affrontando a testa alta i nostri scogli personali. Se hai ancora fame, scendiamo sotto e ti facciamo un piccolo tour della casa, che ne dici? –
Paddy sembrava essersi un po' calmata e, dopo essersi resa presentabile con l'aiuto di Strawberry, scesero le scale per poi trasferirsi in cucina. Lory attendeva le più giovani seduta su una delle sedie e si rallegrò vedendole arrivare in ottimo umore.
L'allegria si diffuse in tutta la stanza e le domande a raffica da parte della bambina rallegrarono il duo. Mentre a turno rispondevano alle domande di Paddy, Zanna Bianca rimaneva accucciata all'ingresso della cucina, dando ogni tanto un'occhiata per accertarsi che tutte stessero bene.
P.a: - Ma come?... Ora che non siamo più sul suolo umano, dobbiamo ancora tenerci questi falsi nomi? – (・・) ?
Paddy era confusa; Pam aveva detto loro che durante la loro permanenza in Giappone era meglio usufruire delle false credenziali per la propria sicurezza. Ora che non si trovavano più nel suolo giapponese, dovevano ancora reggere questo gioco.
P.a: - Ma almeno possiamo fare una piccola escursione nei dintorni?... Avantiii!... Rimanere dentro a queste quattro mura mi farà impazzire. –
Paddy sapeva di avere ragione e che lo stesso pensiero era condiviso dalle altre, ma avevano ancora in mente i rocamboleschi tentativi di scappare dalle grinfie dell'alieno, e nessuna di loro si sentiva in vena di rischiare. Ma come potevano dire di no agli occhioni da cucciolo bastonato di Paddy? Le due adolescenti si scambiarono uno sguardo tra di loro e, ormai rassegnate, diedero il proprio consenso per poter uscire e perlustrare i dintorni, ma non sarebbero state sole: con loro sarebbe venuta anche Zanna Bianca.
(È un bonus contro Kisshu!? – K.j (‿))
All'inizio, le adolescenti più grandi erano molto intimorite all'idea di varcare la barriera, ma Paddy fu la prima a uscire, seguita a ruota dalla lupa. Entrambe, con gli occhi, osservavano tutto intorno e, come delle piccole trottole, cercavano in ogni dove qualsiasi cosa potesse attirare la loro attenzione. Lory e Strawberry si erano messe in disparte, vedendo come Paddy e Zanna Bianca si stavano divertendo; per quanto fossero contente di questa piccola svolta positiva, allo stesso tempo erano guardinghe e cercavano con gli occhi qualsiasi minimo segno di pericolo.
La giornata poteva anche tramutarsi in qualsiasi momento, e questo era il pensiero fisso della rossa, che, man mano che si addentravano nella strana foresta, sentiva un filo sottile che la teneva ancorata alla casa-base assottigliarsi, quasi sul punto di spezzarsi. Questo era un grosso campanello d'allarme che le risuonava nella testa. Tutte loro ignoravano che un paio di occhi famelici le scrutavano attentamente nei loro movimenti: occhi di un predatore pronti a lanciarsi all'inseguimento della sua preda.
Ogni tanto, le ragazzine riuscivano a intravedere qualche animaletto bizzarro, e Strawberry, con il suo cellulare, li immortalava in alcuni scatti. Alcuni di loro erano così buffi di aspetto che facevano provare una certa tenerezza; la loro peculiarità era molto insolita, ma non erano così orripilanti come si immaginava la mezzana.
A un certo punto, la lupa deve aver visto qualche animaletto sbucare da un antro della foresta e, per istinto, Zanna Bianca lo rincorse, trascinando con sé Paddy, che in quel frangente la stava tenendo al guinzaglio. Lory si mise subito al loro inseguimento, lanciandosi di getto senza pensare alle conseguenze delle sue azioni, e questo portò a una netta divisione all'interno del loro gruppo. Strawberry rimase indietro; la poverina, insieme a Mash, si era voltata attratta da un piccolo animaletto che ricordava una lucertola. L'animale aveva le sembianze di una tipica lucertola terrestre, ma sul suo capo era dotato di due piccole antenne mobili, sulle punte delle quali si potevano vedere dei fotofori* che ogni tanto emanavano dei piccoli bagliori di luce. Un'altra cosa che lo differenziava dalle normali lucertole conosciute dai terrestri era la sua stazza, poco più grande rispetto agli altri rettili comuni, e i tre occhi, che non avevano la classica pupilla stretta come quella dei rettili. Il dorso dell'animale, come il resto del suo corpo, presentava una livrea molto variabile: il colore lilla chiaro era dominante, ma si notavano anche piccole chiazze scure sulle sue minuscole zampe. Altre piccole macchie di vari colori si vedevano nel resto del corpo, dando un aspetto un po' buffo all'animale.
Strawberry era così incantata da questa strana lucertola che si era inginocchiata per osservarla meglio. Inizialmente, la bestiolina si era intanata dentro a una piccola buca sotto le radici di un albero, ma, forse vinta dalla curiosità, si era affacciata. Mash svolazzava vicino alla rossa, che, distratta com'era a riprendere lo strano animale con un breve filmato dal suo cellulare, non si rendeva conto del pericolo che stava per incombere su di loro. Strawberry esclamava su quanto fosse carino questo piccolo rettile, con occhi a cuore e monosillabi quasi sussurrati.
S:- Ma com'è carinoooo!... – ( )
Strawberry non andava pazza per lucertole, insetti molesti e scorpioni, ma questa lucertola era un'eccezione alla regola. L'adolescente stava impazzendo dalla gioia, tanto che per poco non perdeva l'equilibrio e cadeva a terra.
Dopo aver studiato attentamente la figura della ragazza, la bestiolina si era avvicinata un po' alla nuova arrivata. Strawberry, interpretando male le sue intenzioni, pensò che la poverina avesse fame e, cercando nella tasca della sua gonna, riuscì a tirare fuori una merendina ormai sbriciolata all'interno della sua confezione sigillata. La ragazza, vedendo in modo sconsolato l'aspetto della merendina, ma non avendo nient'altro, si limitò a fare spallucce prima di aprire la confezione. La bestiola, incuriosita dai gesti della rossa, l'osservava, alzando la sua piccola e graziosa testolina. Ma quando Strawberry avvicinò la mano per far cadere a terra alcuni pezzettini, l'animaletto si rintanò subito dentro la buca.
S:- Oh no, ti pregoooo….non andartene via! Sei così carino, volevo solo darti qualcosina da mangiare. – (ToT)ノ
Era sempre stata così drammatica che anche per una piccola cosa come una lucertola ne faceva una questione di stato. Kisshu era celato agli occhi della ragazza e, per il momento, si stava godendo le reazioni drammatiche della sua bambolina, trovandole molto divertenti. Il ragazzo cyniclon aveva atteso un bel po' di tempo prima di vedere il trio uscire dalla barriera che le proteggeva. Kisshu sapeva il fatto suo e, adesso che la sua micetta era a pochi metri di distanza da lui, il ragazzo stava facendo una certa fatica a trattenersi dal buttarsi a capofitto per afferrare la rossa e portarsela via dove solo lui poteva averla tutta per sé. Sono questi i momenti che lui preferiva in assoluto: quando la sua micetta era ignara della sua presenza, lui aveva tutto il tempo di godersela, osservandola a una certa distanza nel suo elemento, mentre spensierata si godeva i suoi momenti di relax. Apprezzava molto anche i loro inseguimenti, ma certe volte Kisshu sentiva che il prolungamento di questi inseguimenti avrebbe fatto perdere loro parte del divertimento. Ecco perché l'altra volta aveva studiato nei minimi dettagli il piano di trasferire il trio nella sua madre terra, ma qualcosa doveva essere andato storto. Per fortuna, tutto si era risolto al meglio e i momenti di terrore vissuti da lui dopo la caduta da quel maledettissimo burrone lo facevano sentire come se potesse morire di crepa cuore.
Tornando alla sua micetta, vide con un certo divertimento che la lucertolina si era decisa a uscire dalla sua tana, avvicinandosi con fare guardingo alle briciole di cibo che la ragazza aveva fatto cadere sul suolo. Dopo aver annusato un pezzetto di brioscina, la lucertola ebbe il suo primo assaggio. Durante la degustazione, aveva inclinato il capo verso destra, forse per gustarsi meglio il nuovo cibo che le era stato appena offerto. Le pupille dei suoi tre occhi si espandevano, appagati dalla nuova prelibatezza, e vennero subito accontentati dalla rossa.
S:- Accidenti, come sei vorace!... Si vede che hai apprezzato la brioche che mi ero portata dietro… Lo sai? Questa doveva essere un mio spuntino, ma dal momento che si è sbriciolata, mi pareva un vero peccato. - ( ù_ù )
K:- Lo sai, anch'io sono molto affamato... Affamato di una graziosa bambolina come te! –
Una voce maschile a lei conosciuta le fece gelare il sangue nelle vene, e il colore roseo del volto di Strawberry calò drasticamente, diventando quasi paragonabile a quello del cyniclon che aveva appena parlato. Mash, come sua abitudine, era entrato nella modalità sveglia, strillando ripetutamente "ALIENO-ALIENO", mettendo in agitazione i nervi poco saldi della rossa. Strawberry freneticamente cercava l'origine della voce del ragazzo, ma, come sempre, egli era un vero maestro nel celarsi agli occhi di chi non voleva essere intercettato. Questi suoi improvvisi movimenti spaventarono la strana lucertola, che come un fulmine si intanò nuovamente nella sua postazione.
Mettendosi in posizione difensiva, la rossa cercava alcuni punti di fuga, ma non poté fare neanche un primo passo che venne messa a terra dal corpo del giovane che si era deciso a farsi vedere. La posizione era compromettente: lei era stesa a terra, e Kisshu era sopra di lei, a cavalcioni, trattenendole i polsi delle mani per impedirle una probabile fuga. Quel maledettissimo sorrisetto che le lanciava era una forma di provocazione, una sfida a fuggirgli come le altre volte. Strawberry si sentiva provocata da lui: quante volte avrebbe voluto prenderlo a schiaffi per togliergli quel sorrisetto scemo? La rabbia la portava quasi a ringhiare contro il suo aggressore, mentre si dimenava cercando in tutti i modi di scrollarselo di dosso. Questo lo divertiva ancora di più, tanto che era arrivato a scoppiare a ridere per la testardaggine della ragazza.
B: - KISSHUUU!... Lascami andare subito, o giuro che… - (皿 )
K: - Che cosa mi farai, bambolina?... Arrenditi, sei nelle mie mani. Non puoi immaginare la mia eccitazione nell'averti nel suolo del mio popolo. Abbandona l'idea di poter ancora sfuggirmi. Ammetto… tu e le altre siete state molto fortunate a sfuggirmi, ma questa volta sono io ad essere in vantaggio… Conosco questo territorio come il palmo delle mie mani, mentre tu e le altre siete delle estranee pronte a cadere nei primi tranelli che si presenteranno davanti a voi. –
I suoi occhi erano spalancati e brillavano per l'eccitazione di avere un contatto così intimo con la sua bambolina, una gioia che diventava realtà. Berry non voleva arrendersi e, continuando a mettere più forza, cercava di sottrarsi nuovamente dalle grinfie dell'alieno, che in tutta risposta ridacchiava ai suoi tentativi maldestri di fuga. La lotta tra i due continuava, e mentre Berry si disperava per cercare di sfuggire alle grinfie del ragazzo, Kisshu si stava godendo i movimenti del corpo della ragazza che si dimenava sotto di sé. Ma doveva essersi stancato e, trattenendo con una sola mano i polsi di Berry, con la mano libera fece apparire una corda, che usò per legare i polsi della sua micetta. Berry dovette aver intuito le vere intenzioni del ragazzo, poiché iniziò a dimenarsi ancora più freneticamente.
K: - SMETTILA DI DIMENARTI COSÌ… Non ho tempo da perdere, stai ferma e comportati come una brava bambolina che sei. –
Kisshu riuscì a legare strettamente il laccio ai polsi della ragazza, mentre lei lo guardava in modo cagnesco. Alla fine erano rimasti soli in mezzo alla foresta e chissà quando le altre sarebbero tornate. Kisshu si chinò, accorciando il distacco tra i loro volti; i suoi occhi erano spalancati, mettendo disagio alla ragazza, che non osava guardarlo con quell'espressione che stava mostrando in quel preciso momento. Lui non dava alcun peso al disagio dipinto sul viso della ragazza. Non contento, con la mano libera la costrinse a guardarlo dritto negli occhi; a lui non importava se le sue unghie lunghe potessero ferire la delicata pelle della ragazza sotto il mento.
K: - Non è eccitante?... Siamo solo noi due, soli in questa immensa foresta… dove nessun ficcanaso può disturbarci… Non puoi immaginare quante volte ho sognato di trovarmi con te in una situazione simile… mi sembra ancora di sognare. –
Il monologo del ragazzo sembrava così surreale a Berry che, certe volte, pensava che lui fosse così fuori di testa da alternare momenti di goliardia a quelli in cui impazziva quando non riusciva a ottenere quello che voleva. E lei si preoccupava che nei momenti di pazzia del cyniclon che era a cavalcioni sopra di lei, potesse tirare fuori uno dei suoi tridenti e provare a pugnalarla dritto al cuore. Berry si domandava spesso cosa avesse fatto di male per meritarsi di attirare l'attenzione del giovane cyniclon; era molto palese che lui non stesse bene. Ma quante volte lei e le altre avevano dovuto correre per mettersi in salvo da lui?…Troppe volte, da aver perso i conti per i troppi incontri ravvicinati in cui Kisshu era quasi riuscito ad acchiapparle. E ora che si trovavano disperse in questo posto sconosciuto, e lei in questa situazione così sfavorevole? Le lacrime stavano uscendo dai suoi occhi e, vedendola così spaventata, Kisshu sembrava riprendere un po' di senno; con un dito tolse con delicatezza la lacrima che stava scendendo verso il mento della ragazza spaventata.
K: - Non… piangere, piccola mia!... Lo sai che io non ti farei del male intenzionalmente. –
Con tono dolce, Kisshu cercava di rassicurare la sua amata, ma lei non sembrava credergli. Scuotendo il capo, Berry cercava di farsi coraggio; non voleva darla vinta al suo stalker e, trovando il coraggio di guardare il suo molestatore dritto negli occhi, la sua indole combattiva sembrava ravvivare il morale del ragazzo, che, vedendola battagliera come lui amava definirla, si eccitava e i suoi occhi ripresero la loro scintilla di gioia.
B: - Kisshu!... Lasciami andare, voglio tornare alla casa-base. Non voglio più giocare ai tuoi giochetti. –
Berry sembrava rianimata per opporsi al ragazzo, ma lui, ancora seduto a cavalcioni su di lei, lo trovava divertente. Un attimo prima, la sua micetta era spaventata per la brutta piega in cui si era ritrovata, e un attimo dopo eccola che riprende la sua vena combattiva. Era proprio per questo che lui ne era attratto: come faceva la sua bambolina a trovare la forza di superare le sue avversità con coraggio? La sua grinta lo intrigava parecchio.
K:- Mi dispiace, piccola, ma vedi… io non posso. Dopo tutta la fatica che ho fatto finora per averti in questa posizione, non credo di poterti accontentare nella tua richiesta… Dovresti ormai sapere che io non sono quel tipo di uomo che si priva di ciò che bramo, e tu sei tutto ciò di cui desidero. –
Se il suo discorso iniziale era suonato con un tono gioioso, come se stesse rimproverando non troppo seriamente un bambino piccolo, adesso la sua voce aveva preso una strana inclinazione, molto sinistra, che non prometteva nulla di buono alla ragazza. Ma vedendosi sfumare la sua chance di provare a "negoziare" con Kisshu, i suoi occhi si erano rianimati. Lei lo guardava ferocemente e, con tono infuriato, si rivolse a lui mentre riprendeva a dimenarsi:
B:- Kisshu, io non sono un giocattolo che puoi decidere se usarlo o meno… Voglio che tu ti scolli da me, ho perso la sensibilità alle mie gambe. –
Kisshu aveva inclinato il capo di lato, con il sorriso da stregatto, facendo innervosire ancora di più la rossa.
K:- Bambolina!... Se era questo che volevi, perché non me lo hai chiesto prima? Possiamo fare alcuni esercizi alle tue gambe per far ricircolare il sangue in modo fluente. – ԅ(‿ ԅ)
E, detto ciò, egli con le mani libere cercava di sforzarle ad aprirsi. Berry, capendo dove lui voleva arrivare, fece dei scatti ben precisi mentre era ancora stesa per terra, a causa del peso che il ragazzo stava ancora esercitando. Berry aveva posizionato le gambe piegate con i piedi ben saldi al suolo. Kisshu riconosceva una sfida quando gli si presentava e di certo non si era mai rifiutato di accettarla. Con le mani cercava di aprire con forza le gambe della ragazza, mentre Berry si sforzava a sua volta di tenerle chiuse. Questo tiro e molla non sarebbe finito in modo pacifico, e gli sforzi di entrambi non sarebbero stati vani.
K:- Apri queste ga-gambeee!... –
Kisshu stava sforzando di far aprire le gambe alla ragazza, ma come già sapeva, lei non si sarebbe mai arresa a lui senza prima combattere. E questo suo lato battagliero piaceva molto al cyniclon, ed è per questo che lui non era attratto da ragazze arrendevoli; lui cercava quel brivido di sfida che solo la sua bambolina era stata finora l'unica a dargli.
B:- Nooo!.. Io le chiudo! –
Anche Berry, pur essendo quella svantaggiata, stava resistendo come poteva; non voleva dare vinta a Kisshu. Troppe volte, sia lei che le altre erano scappate da lui. Ora il suo senso di prevalsa stava prendendo sempre più piede, e guardandolo con aria di sfida, la loro lotta si era prolungata ancora una volta.
K: - Apri!...
B: - Chiudo!...
K: - Apri!...
B: - Chiudo!...
K: - Apri!...
B: - Chiudo!...
Kisshu si stava stancando, e le vene che gli pulsavano sulle tempie la dicevano lunga sul suo sforzo prolungato per far prevalere la sua parte. E facendo il suo ultimo sforzo, con tono di finta supplica, il ragazzo si rivolgeva alla ragazza con una scintilla di malizia.
K: - Avanti, bambolina, apri le porte del paradiso. –
Un fruscio si fece sentire e questo prese alla sprovvista i due ragazzi che stavano avendo la loro colluttazione. Approfittando della distrazione della rossa, la cui attenzione era rivolta alla verdina, Kisshu riuscì a spalancare le gambe di Berry, ma non si rese conto del madornale errore di calcolo.
Uno strano rumore si udì, e mentre Berry diventava rossa in viso, Kisshu, inizialmente fermo, si bloccò. Dopo aver sentito uno strano odore, riuscì a localizzarne la provenienza e svenne per lo shock, irrigidendosi come un palo. Tutto avvenne troppo velocemente: Berry si allontanò dalla sua posizione, mortificandosi per quanto era appena accaduto.
Dall'altra parte, Kisshu era ancora svenuto, colpito da convulsioni che ogni tanto prendevano il sopravvento sul suo corpo privo di sensi. Con il viso contratto da una smorfia sotto shock, aveva una strana schiuma che fuoriusciva in modo abbondante dal lato della bocca.
K: (。﹏。*)
(AHAHAHAHA!...Dio mio, dammi la forzaaa! – Kledy. (≧▽≦q)
Berry, vedendolo svenuto, approfittò per svignarsela, lasciando il cyniclon steso a terra. Allontanandosi dal luogo della sua imbarazzante situazione, si concentrò ad aumentare la distanza tra sé e il ragazzo. A un certo punto, la rossa sentì la forte necessità di fermarsi per riprendere fiato. Il suo petto si alzava e abbassava velocemente, e il suo cuore batteva così forte da sembrare che stesse per uscire dal suo petto in qualsiasi momento.
Con qualche difficoltà, Berry riuscì a liberarsi e poté massaggiare i polsi doloranti; per tutto il tempo in cui Kisshu l'aveva tenuta in ostaggio, i polsi della ragazza non avevano mai smesso di farle male. A Berry sembrava che la circolazione sanguigna nei polsi si fosse fermata, e continuando a massaggiarseli, percepì che piano piano la vita in quella parte dolorante del suo corpo stava riprendendo a rivivere.
Nel frattempo, Kisshu stava ancora cercando di riprendersi dopo la caduta dovuta al suo "stordimento" di poco fa. Osservando intorno, si rese conto che Berry era di nuovo scappata e fece un piccolo sorriso quasi malinconico mentre rimaneva ancora a terra. A quanto pare, la sua caccia personale alla sua micetta non si era conclusa completamente.
A fatica, stava riprendendo la sua compostezza e, con il busto ancora inclinato in avanti e le mani appoggiate sulle ginocchia, Kisshu iniziò a sorridere e poi a ridacchiare per la stramba situazione che lo aveva reso protagonista di questa vicenda surreale.
K: - Proprio non ti vuoi arrendere a me, bambolina? –
La domanda era più rivolta a sé stesso che alla ragazza in questione, e con un piccolo scuotimento del capo, Kisshu si trasportò in un sorriso. Berry, ancora stremata, si stava riprendendo dalla corsa frenetica verso la sua salvezza e si sedette accanto a un grosso tronco di un albero.
Berry, ancora sconvolta dal modo così folle in cui il cyniclon si era comportato con lei, provava brividi. Tutto ciò si stava evolvendo in una trama sempre più sinistra; cosa poteva fare lei per impedire a Kisshu di continuare il suo comportamento sempre più disturbante? Tutto questo la stava portando alla pazzia; le sembrava di perdere le forze e anche la sanità mentale. È ben risaputo che Kisshu è un osso duro e non voleva allentare la sua ossessione su di lei, e questo le toglieva il sonno molte notti. Berry si rannicchiò, seduta per terra con le ginocchia piegate e le braccia avvolte attorno a esse; il suo capo era semi-inclinato in avanti, celando in parte il suo viso, ma non nascondeva mai il suo sguardo perso nel vuoto e un'infinita tristezza.
Per fortuna non ci voleva molto per il suo rientro alla casa-base, e finalmente poteva tirare un sospiro di sollievo: la barriera che vegliava silenziosamente la base era stata clemente con lei, permettendole di oltrepassarla senza fare storie.
Erano trascorse alcune ore dal suo incontro disastroso con Kisshu, e Berry optò per il silenzio, dal momento che fu la prima a rientrare. Il suo vantaggio lo usò per darsi una veloce sistemata prima del rientro di Ondina e Nené. Sembrava che Nené si fosse divertita e non si fosse accorta del disagio della rossa; sulla stessa cosa non si poteva dire di Ondina, che con un'occhiata si era accorta che qualcosa non andava con l'amica, ma il sorriso tirato di Berry le fece capire che in un secondo momento avrebbero avuto il loro momento per parlarne.
Nel pomeriggio, il giovane trio si era spostato nel retro della casa e si stava godendo alcuni momenti di spensieratezza, ma non si accorsero della presenza del cyniclon. Kisshu, in qualche modo, si era intrufolato all'interno della casa-base; sicuramente doveva aver scoperto qualche falla nella barriera e, sfruttando questa sua conoscenza, poté tele trasportarsi dentro. La prima cosa che vide fu un arredamento carino, ma quando le sue lunghe orecchie captarono i suoni delle risate femminili, le sue labbra si alzarono in un sorrisetto. Kisshu si muoveva seguendo il suono delle voci e vide che il trio, ignaro della sua presenza, stava scherzando tra di loro. Kisshu stava escogitando un nuovo piano che avrebbe condotto Berry dritta tra le sue braccia; doveva solo creare un piccolo diversivo per separarla dalle altre senza creare clamore.
Nené si era interessata a uno strano vaso intagliato secondo le tradizioni dei Cyniclon, ma la parte interessante era il suo materiale, completamente di legno scuro. La biondina lo stava ammirando, non credendo alla sua esistenza. Ondina era un po' preoccupata, temeva che nelle mani della bambina l'oggetto potesse danneggiarsi. Berry stava bevendo dell'acqua nel suo bicchiere e, avendo sete, stava per versarne altra quando si accorse che la brocca era vuota. Con un piccolo preavviso da parte sua, si allontanò dalle altre e, facendo rientro nella casa-base, si stava recando in cucina quando un corpo a lei estraneo la bloccò in mezzo al corridoio. Due braccia magre ma ben salde la trattenevano, e dopo un attimo di smarrimento, il suo pallore in viso fece la sua nuova ricomparsa quando sentì una voce a lei conosciuta che le sussurrava dietro.
K:- Pensavi di scappare da me, così impunemente, senza pagare le conseguenze delle tue azioni, bambolina mia? – (ᓀ ᓂ )
La sua voce sussurrava alle orecchie della sua preda, come colate di miele che potevano ipnotizzare chiunque l'ascoltasse. Questo era ciò che preoccupava maggiormente la rossa, terrorizzata all'idea che Kisshu fosse stato così scaltro da trovare un modo per oltrepassare la barriera, che sembrava impenetrabile agli estranei, come le aveva detto Nico Robin prima di partire per svolgere il suo nuovo ruolo da ambasciatrice.
La sua voce sussurrava alle orecchie della sua preda, colata di un miele che poteva ipnotizzare chiunque l'ascoltasse, e questo era ciò che preoccupava maggiormente la rossa. Era terrorizzata dal fatto che Kisshu fosse stato così scaltro da trovare un modo per oltrepassare la barriera, che sembrava impenetrabile agli estranei, come le aveva detto Nico Robin prima di partire per svolgere il suo nuovo ruolo da ambasciatrice.
Dimenandosi dalla presa ferrea del ragazzo, riuscì a voltarsi e incrociare lo sguardo malizioso del suo inseguitore, che trovava questa nuova interazione tra loro molto eccitante dal suo punto di vista e sembrava contento di questa piega improvvisa.
B:- Kisshu, come hai fatto a entrare qui? – \ᶘ ʘ̥Дʘ̥ ᶅ\
Berry si stava agitando molto e, vedendo che la situazione non stava mutando, lo guardava con un'espressione cagnesca, notando che lui ridacchiava per la sua presa di posizione.
K:- Ohh, avanti bambolina!... Pensavi che non avrei scoperto dove tu e le altre vi foste rintanate?... Te l'ho già detto prima, quando voglio qualcosa, in un modo o nell'altro la ottengo. –
Con una mossa, la spinse contro il duro muro del corridoio e, con la mano, riuscì a inchiodare i polsi della ragazza sopra il capo, ritrovandosi nuovamente in una posizione simile a quella di stamattina, che le fece venire i brividi su tutto il corpo.
L'arrivo provvidenziale di Ondina fu una piccola ventata di aria fresca. La verdina rimase di sasso quando vide Kisshu con Berry spalle al muro e, trovando quella situazione molto pericolosa, non sapeva cosa fare, rimanendo impalata al suo posto. Kisshu, voltandosi verso di lei, le lanciò un sorrisetto che non prometteva nulla di buono. Ritornando alla sua bambolina, Kisshu si avvicinò, e la ragazza poteva chiaramente percepire che lui era eccitato dalle loro posizioni attuali. Ondina voleva intervenire, ma sapeva che Kisshu le avrebbe impedito di liberare l'amica dalle sue mire.
O:- Kisshu... cosa stai facendo qui? –
Ondina temeva la risposta di lui, e le posizioni compromettenti dell'amica e del ragazzo erano un chiaro indizio delle vere intenzioni dell'alieno.
Kisshu fece finta di accorgersi della sua presenza e, con finto stupore, le regalò un sorriso, come un dolce benvenuto da parte sua; ma Ondina non si lasciava ingannare dalla falsa apparenza di lui.
K: - Oh, ciao Ondina, che bella sorpresa vederti… Mi piacerebbe scambiare due chiacchiere con te, ma come puoi vedere… sono un tantino occupato. – (-‿)
La sua voce mielosa non era riuscita a sciogliere i nervi poco saldi della verdina, e quell'occhiolino così spavaldo era stata l'ultima goccia per la rossa, che con una gamba cercò di dargli un calcio ai suoi gioielli di famiglia. Ma Kisshu intercettò in anticipo le manovre della sua bambolina, scansandosi con molta facilità.
K: - Ammettilo, micetta, ci hai sperato che funzionasse? –
Il sorrisetto stampato era tutto ciò che Berry voleva togliergli, ma Ondina non avrebbe apprezzato molto il suo lato animalesco, che solo Kisshu sapeva tirare fuori.
Il loro attrito fu interrotto dal suono della porta d'ingresso che si apriva, e con stupore tutti videro che Nico Robin stava rientrando dal suo lavoro. Lei non era entrata del tutto, ma si era bloccata quando si accorse della situazione. Per qualche istante, la sua faccia confusa fu vista dai tre adolescenti; quando i suoi occhi si posarono sulla figura del ragazzo e sulla sua posizione incastrato con Berry attaccata al muro, l'ereditiera strinse gli occhi in due fessure, dando ai tre adolescenti un brivido collettivo. Kisshu si accorse di essersi ficcato in un grosso guaio e questa volta non sapeva se fosse in grado di uscirne quasi indenne.
K:- Oh, merda! – ⊙﹏⊙∥
( Kisshu!...sento che ti sta per andare molto male. Kledy. (.o.o。))
La sua esclamazione era il perfetto esempio dello sguardo spaventato del ragazzo; in quel frangente gli venivano in mente alcune dinamiche della festa, quando, scioccato, assistette allo scontro tra questa nuova arrivata e una chimera, riuscendo ad abbatterla con un solo calcio. Deglutendo rumorosamente, Kisshu sentiva di esserne il prossimo obiettivo dell'ereditiera.
La calma di Nico Robin era ciò che spaventava maggiormente le due amiche, che, conoscendola molto bene, sentivano che da lì in poi si sarebbe scatenato l'inferno sulle loro povere anime. Nico Robin, con movimenti lenti, chiuse la porta dietro di sé, senza mai distogliere lo sguardo dall'intruso. Vedendolo impietrito al suo cospetto, un sopracciglio rialzato dell'ereditiera era tutto ciò che si poteva aspettare da quest'ultima.
N.R:- "Allora non è così incosciente come sembra!" – ᓀ ᓂ
Il suo pensiero sarcastico rispecchiava la sua onesta opinione su tutto questo teatrino; e vedendo come Berry si era scollata di dosso Kisshu, allontanandolo come se fosse scottata, Nico Robin studiava la dinamica dei tre adolescenti prima di prendere parola.
N.R:- Cosa sta succedendo? – ᓀ ᓂ
Il suo tono duro mise in soggezione i tre adolescenti, e facendosi coraggio, Berry fece un passettino avanti, pronta a prendere parola.
B:- Beeh!... Ecco Nico Robin, noi stavamo... a rilassarci quando mi sono accorta che nella brocca mancava l'acqua e stavo andando a prenderne un po' quando Kisshu mi ha presa da dietro. –
Berry farfugliava alcune frasi quasi sensate, e l'imbarazzo di essere stata beccata da Nico Robin stessa in quella posizione compromettente le causava ancora molta vergogna; questo giustificava il suo farfugliamento e il suo viso rosso.
Kisshu si stava divertendo vedendola in imbarazzo, ma forse non si rendeva conto del potenziale pericolo rappresentato dalla nuova arrivata.
K:- Beh! Bambolina, io non credo che le cose siano andate cos... –
N.R:- FAI SILENZIO!... – ̥ ͞
Kisshu fu messo a tacere dal tono duro di Nico Robin; lei lo stava fulminando e, vedendola così seria, anche lo sguardo del cyniclon si indurì. In quel momento, le due amiche messe in disparte sentirono un brivido condiviso che accapponava i peli dei loro corpi, già intuendo che la situazione sarebbe precipitata in qualsiasi momento.
K: - Io non capisco perché tutto questo casino! –
Kisshu sembrava voler sdrammatizzare la tensione, ma non era stato molto apprezzato da Nico Robin, che socchiuse freddamente gli occhi in due fessure, guardando la figura intera di Kisshu e inviandogli un chiaro messaggio di non essere il benvenuto in quella casa.
N.R: - E io ti dico… non sei… il benvenuto in questa casa. –
K: - Se pensi che le tue minacce possano mettermi paura, ti sei solo illusa. Io, Kisshu Ikisatashi, non mi spavento di nulla. –
Kisshu si mise in posizione per confermare quello che aveva appena detto; le due amiche lo guardavano con un certo timore, e quando si voltarono verso l'ereditiera divennero ancora più intimorite dalla sua faccia di pietra.
N.R: - Bene, Kisshu Ikisatashi… io non faccio minacce… io faccio promesse, e le mantengo!... –
K: - Delle tue promesse non me ne faccio un bel niente; non pensare che io mi arrenda con Berry. –
Kisshu le lanciò una delle sue frecciatine sotto forma di ghigno. Nico Robin alzò il sopracciglio destro con uno sguardo scettico, ma non gli rispose. A ogni scambio di battute tra i due sfidanti, Berry e Ondina si voltavano di continuo seguendo il flusso dei colpi di battute, senza perdersene neanche una, come se stessero seguendo una importante partita di tennis. Entrambe avevano il timore di emettere anche un minuscolo suono, non volendo essere coinvolte nelle loro diatribe.
?: - Ehi!... Che cosa sta succedendo? –
Una nuova voce si era intromessa, e tutti e quattro si voltarono simultaneamente verso sinistra. Con sorpresa, videro Nené con uno strano vaso che teneva tra le mani. La piccola li guardava con il suo sguardo confuso; sicuramente era passato parecchio tempo da quando le due adolescenti se ne erano andate, e dopo aver aspettato per un bel pezzo, Nené si era decisa a dare un'occhiata per sapere cosa le stesse intrattenendo così a lungo.
N.R: - Ciao Nené! -
Nico Robin la salutò con un sorriso genuino, mentre Kisshu si limitava a salutare la nuova arrivata con un gesto della mano. La bambina continuava a osservarli da lontano, e quando il suo sguardo indagatore si posò sulla figura dell'ereditiera, i suoi occhi si illuminarono come stelle.
N: - NICO ROBIN ONE-CHAN!... – (/≧▽≦)/
Nené era sorpresa dalla figura di Nico Robin; era da parecchio che non la vedeva, ma dopo quello che Berry e Ondina le avevano raccontato, la bambina voleva sentire il racconto dalla stessa Nico Robin. Quando si accorse della presenza di Kisshu, il suo sguardo si riempì di stupore.
K:- Ciao, nanetta! –
Il saluto di Kisshu portò l'ereditiera a fulminarlo con lo sguardo in modo cagnesco, e il cyniclon ricambiò la cortesia.
N.R:- Proprio non ci riesci?... –
Nico Robin lo guardava male; non gradiva che Kisshu fosse così accomodante con la bambina. Kisshu la scrutava seriamente quando le rispose per le rime.
K:- Che ci posso fare!... IO faccio quello che voglio. – ( ù_ù )
Con un'alzata di spalle dimostrava la sua superficialità. Berry, vedendolo agire in quel modo così menefreghista, divenne pallida in volto e, per qualche secondo, sembrò voler dire qualcosa per redarguirlo.
Purtroppo, avvenne l'inevitabile: quando Nené prese a correre per salutarli con uno dei suoi abbracci, accidentalmente il suo piede inciampò su un ostacolo non visto in tempo e, durante la sua caduta, il vaso le scivolò dalle mani e fece un volo, tutto questo fu visto da tutti i protagonisti di questa intricata tragicommedia.
Tutti gridarono il suo nome, e mentre il vaso continuava il suo volo, ciascuno si addossò le proprie emozioni:
O:- NICO ROBIN! –
B:- KISSHU! –
K:- BERRY! –
N.R:- BERRY! –
B:- ONDINA! –
O:- NICO ROBIN! –
Ognuno di loro si chiamavano con toni sempre più sconcertanti, e la confusione creava un caos che far perdere *
N:- NENÉÉÉ! – ٩(ᵔ 0ᵔ )۶
Alla fine, anche la piccola Nené si era aggregata a questo strano e cacofonico caos. Tutti smisero di urlarsi a vicenda quando videro che il vaso si era rotto a contatto con il duro pavimento del corridoio, e i suoi pezzi si erano sparpagliati ovunque. Dopo un attimo di silenzio, Kisshu lo interruppe con una piccola risata; ora si rendeva conto di sentirsi come un personaggio di una scena tragicomica. Il suo ridacchiare fu subito messo a tacere quando sentì una forte presa alla punta del suo orecchio sinistro. Una Nico Robin seria in volto non aveva apprezzato affatto l'ilarità del cyniclon e, con una forza tipica della sua razza lupina, lo trascinò verso la porta d'ingresso della casa-base. Kisshu, il poverino, non fece mistero nel mettere a nudo le sue lamentele riguardo al trattamento duro che stava ricevendo dalla giovane ambasciatrice. Il trio era rimasto in silenzio, ancora sotto shock per quello a cui stavano assistendo, e dall'espressione poco rassicurante di Nico Robin intuirono che per un bel po' non avrebbero visto neanche l'ombra di Kisshu.
K:- AHIA, AHIA, AHIIAAAA! - 。・゚゚・())・゚゚・。
Kisshu stava dando sfogo alle sue proteste, e di certo questo non aveva impedito a Nico Robin di trascinarlo fuori dall'area della barriera protettiva. Con uno slancio poco elegante, lei gli strinse in modo brusco l'orecchio, e questo quasi lo fece perdere l'equilibrio. Kisshu riuscì a mettersi in piedi mentre si massaggiava la parte presa in ostaggio dalla ragazza. La fulminò con una rabbia non celata, e per quanto riguardava Nico Robin, si trovava di fronte a lui con le braccia incrociate sotto il seno, guardandolo con uno sguardo duro, pronta a intervenire al primo passo falso del cyniclon.
K:- Non c'era bisogno di essere così manesche! – (﹏)
Kisshu espresse le sue lamentele, avendo una voglia matta di tirare fuori i suoi amati tridenti, mentre le mani gli tremavano per la frenesia di combattere contro la sua persecutrice. Ma una vocina di autoconservazione gli suggeriva di non sottovalutarla. In quel frangente, gli tornò in mente il giorno della festa, quando i suoi occhi assistettero alla facilità con cui quella umana, che si trovava di fronte a lui in quell'occasione, era riuscita a sottomettere la chimera che aveva creato caos in quella serata. Una forte deglutizione lo portò a esitare nel suo intento di attaccare la sua interlocutrice.
Nico Robin continuava a osservarlo con molta attenzione, inclinando il capo di lato, gli "sorrise" anche se era più che altro una piccola rialzata delle labbra che durò una manciata di secondi. Con due falcate, si avvicinò a lui e lo bloccò contro un grosso tronco d'albero, la chioma del quale faceva ombra ai due interlocutori. Kisshu provò lo stesso disagio che aveva fatto provare alla povera Berry mentre la teneva alle strette tra sé e il muro del corridoio della casa-base. Nico Robin sembrava soddisfatta della realizzazione del cyniclon, e questo era evidente da un micro espressione del suo viso prima di tornare al suo aspetto inespressivo e procedere a rispondere.
N.R:- Sai cosa me ne frega… delle tue lamentele… Odio ripetermi… non… ti voglio… vicino… a Berry… Se ti becco ancora… girovagare… nei dintorni della casa-base… giuro che ti farò… pentire di essere nato… Hai capito… ragazzino! – ̥ ͞
Dopo il suo ringhio finale, lei si allontanò da lui come se fosse scottata, e dopo un'ultima occhiata alla figura del giovane cyniclon, voltò le spalle ed entrò nella barriera invisibile, svanendo dalla sua visuale. Dopo un momento di sconcertamento, Kisshu fulminò con lo sguardo il punto dove aveva visto la giovane ambasciatrice svanire. Le sue occhiatacce erano rivolte verso la direzione presa dall'ereditiera.
Odiava provare quella viscerale sensazione di imbarazzo; era stato trattato come un poppante di cinque anni, soprattutto davanti agli occhi della sua Berry. Nessuno lo aveva preso per le orecchie e trascinato fuori quasi di peso, soprattutto considerando la sua veneranda età di quindici anni, e quell'affronto non lo avrebbe perdonato.
Dopo un'ultima occhiata verso la direzione presa da Nico Robin, Kisshu, ancora rosso in volto, decise che oggi aveva subito abbastanza umiliazioni e si tele trasportò.
Un brusio di foglie e rami spezzati indicava la presenza di una terza figura rimasta celata per tutto questo tempo. Un cavaliere, avvolto nel suo mantello, si era mostrato nello stesso punto in cui un attimo prima si trovava Kisshu. Il cappuccio era calato sul suo capo, ma i suoi occhi rossi, iniettati di sangue, erano l'unico elemento visibile del suo aspetto nascosto.
La sua risata echeggiava nell'area sottostante; non avrebbe mai immaginato di essere così fortunato da assistere a uno scontro del genere: il giovane irrequieto Kisshu Ikisatashi, messo al suo posto dalla nuova ambasciatrice.
?: - Affascinante! –
La sua voce non celava il divertimento che provava, stuzzicato dalla forte temperanza della ragazza che di recente aveva attirato la sua attenzione. Un pensiero gli attraversò la mente: forse un piccolo accampamento nei paraggi gli avrebbe permesso di assistere ad altre interazioni intriganti tra quel scellerato di Kisshu e la nuova ambasciatrice umana. E, dopo aver riflettuto su come dovesse essere la sua prossima mossa, anche lui decise di ritirarsi per meditare.
ANGOLO AUTRICE:
* Profondo Blu, si riferisce alla lupa bianca. Se non vi ricordate, andate a cercare nei capitoli precedenti, per avere le idee più chiare.
* Nico Robin si riferisce al fatto che per qualche tempo per fare passare le acque deve adottare altri travestimenti per non farle saltare la sua copertura, e quindi agirà come farebbe di solito Lupin. E di certo la maga Zìilina non sarà del tutto ingannata (questo dettaglio sarà approfondito in futuro).
* i fotofori, non so voi avete presente il primo film "alla ricerca di Nemo" del 2003?. Beh!... lo strano pesche che Marlin e Dory incontrano nella fossa sottostante viene chiamato l'illicioche usa la sua antenna che ha sul suo capo per predare piccoli animali che sfortunatamente cadono nel suo tranello.
*Non so voi, ma no voluto fortemente replicare la scena comica del film Shrek 2 la cena con i suoceri. Ho pensato di metterci qualcosina di questo pezzo che io ho trovato molto divertente e ricco di significati.
E niente, volevo solo scusarmi per il mega ritardo, questo capitolo mi ha fatto sudare sette camice e per le molte volte che ho dovuto riscrivere molte parti; ma cosa ci posso fare questo è il rischio del mestiere dello scrittore.
Kledy. ❤️
