Eccomi di nuovo qui, vi ho fatto attendere parecchio, ma tra l'esame di alfabetizzazione digitale, il viaggio in Belgio e i figli ho dovuto mettere la scrittura in secondo piano. Prima di ricominciare con il capitolo, però, vorrei spiegarvi un paio di cose: perché ho deciso di scrivere questa storia? Perché Charles Xavier è il mio personaggio preferito?

Se non vi interessa non fa niente, altrimenti vi aspetto alla fine del capitolo.

Spero che il power up che ho deciso di dare a Charles vi piaccia, so che nei fumetti ha questo potere a livello limitato, ho voluto esagerare.

10. Un nuovo potere

Charles era preoccupato, nonostante le settimane di allenamento con Logan sentiva la tensione per l'imminente scontro.

"Per ora osserviamo" ripeté "Si stanno muovendo in silenzio, non sanno che li possiamo vedere."

"Non lasciamoli avvicinare troppo alla scuola" suggerì Scott "Potrebbe essere pericoloso."

"Non mi preoccupa qualche finestra rotta" commentò Charles "Per ora dobbiamo restare sulla difesa, non possiamo permetterci di attaccare per primi."

"Perché no?" chiese Erik "Già il fatto di essere qui è a tutti gli effetti un attacco, ogni nostra reazione sarebbe solo in difesa."

Charles scosse la testa.

"Non ne sono sicuro" affermò lui "Questo attacco non ha senso, è puramente provocatorio. Non possiamo permetterci di rispondere alla provocazione."

"Sei sempre troppo buono, Charles" commentò Erik "Loro non lo saranno altrettanto."

Charles annuì.

"Dove sono Wanda e Pietro?" chiese.

"Sono con gli studenti" disse Jean "è meglio che ci sia qualcuno con loro finché l'emergenza non sarà risolta."

"Molto bene. Jean" disse Charles, rivolgendosi direttamente a lei "Si stanno avvicinando troppo. Tra poco dovremo affrontarli in modo diretto ma hanno troppe armi e, dal momento che Erik non potrà aiutarti perciò sarai sola. Io farò del mio meglio per bloccarli ma non sarà sufficiente. Siete pronti?" chiese e, vedendo che tutti annuivano, abbassò la barriera mentale.

"ECCOLI! FATE FUOCO!"

Qualcuno aveva appena gridato e subito dopo i soldati che fino a quel momento erano rimasti nell'ombra vennero allo scoperto, sparando verso di loro.

Mentre Jean bloccava o deviava le pallottole, Charles e gli altri andarono ad affrontare direttamente i soldati per disarmarli. Charles si sentiva stranamente eccitato, durante tutta la sua vita aveva agito dalle retrovie, sempre in difesa, aveva anteposto la strategia alla forza bruta, eppure in quel momento stava combattendo; pensava che mesi e mesi nella stanza del pericolo lo avrebbero preparato a una simile circostanza, eppure era tutto nuovo, tutto incredibilmente stimolante. Si muoveva tra i nemici con sorprendente agilità, sfruttando la sua telepatia per prevedere e bloccare gli attacchi e allo stesso tempo per attaccare. Sentiva che tutto stava andando per il meglio, non c'era possibilità che quei soldati li potessero sopraffare, eppure … qualcosa dentro di lui gli diceva che era troppo semplice, che un attacco di quel genere, fatto in quel modo, non aveva senso. Sì, avevano procurato le armi in grado di annullare il potere di Erik, ma c'era ugualmente qualcosa che non andava.

Accadde tutto nel giro di pochi minuti e solo in seguito Charles riuscì a ricostruire i fatti singolarmente.

Il primo attacco arrivò inaspettato, né Charles né Jean si erano accorti che, mentre loro combattevano contro i soldati che avevano di fronte, c'era qualcuno che si stava avvicinando senza farsi vedere o sentire. Charles non ebbe il tempo di chiedersi perché non fosse riuscito a percepire la sua presenza, quando se ne rese conto stava già attaccando Jean con un grosso coltello a serramanico.

"JEAN!"

Charles reagì immediatamente, diede un calcio al soldato che stava cercando di aggredirlo e corse da lei; nonostante fosse riuscito a muoversi rapidamente, arrivò giusto in tempo per scansarla e impedire che la uccidesse ma non riuscì a evitare che la ferisse gravemente.

Charles non si fece distrarre, cercò di bloccarlo con i suoi poteri ma trovò una barriera, perciò decise di metterlo fuori combattimento con un pugno ben assestato. Jean era a terra, aveva perso i sensi e una macchia di sangue si stava allargando sul suo fianco, Charles la prese di peso e la spostò in un luogo più riparato per analizzare la ferita e cercare di darle una prima medicazione, quando sentì qualcosa premere sulla sua schiena, la canna di un fucile. Si voltò appena e vide che quello che gli stava puntando contro l'arma era l'uomo a capo dell'operazione.

"Pensava davvero che fossimo talmente sprovveduti?" chiese "Si alzi!"

Charles si alzò lentamente e si voltò tenendo le mani sopra la testa, l'uomo era pronto a sparare, puntava dritto al suo cuore.

"Pensava che avremmo attaccato senza un minimo di criterio? I proiettili in ceramica non sono l'unica nostra arma. Conosciamo i vostri punti deboli e sappiamo come indebolire quelli forti, non potrete più difendervi."

Charles era confuso, ancora non capiva come non fosse riuscito a rendersi conto dell'arrivo dell'uomo che aveva ferito Jean.

"Ah, si sta chiedendo come siamo riusciti a prenderla alla sprovvista, vero? No, non si preoccupi, non sono un telepate, basta guardarla in faccia per capirlo. Diciamo solo che il signor Lehnsherr ha contribuito involontariamente a darci un grande vantaggio."

Charles capì immediatamente il significato di quelle parole ma li vide quando fu troppo tardi, li vide quando ormai non ci sarebbe stato più nulla da fare. Erano rimasti nascosti fino a quel momenti, vestiti con abiti scuri, celati tra l'erba e i cespugli, non riuscì a percepire i loro pensieri, capì che in qualche modo dovevano essere riusciti a schermarsi, usando qualcosa di simile all'elmo di Erik. Erano nascosti, erano impossibili da fermare ed erano armati.

Il mondo all'improvviso sembrò andare al rallentatore, Charles non si rese nemmeno conto di ciò che faceva, il pensiero diventò realtà ancor prima che lui si rendesse conto di averlo pensato. La paura svanì, tutto ciò che contava in quel momento era riuscire a proteggere le persone più importanti per lui. La parte razionale del suo cervello fu oscurata dal puro istinto, affrontò a viso aperto i fucili pronto a morire e fu allora, all'apice della disperazione, che qualcosa accadde nella sua mente, un'esplosione di consapevolezza lo attraversò come uno tsunami, travolgendo ogni sua certezza: protrasse le braccia in avanti, un istante dopo decine di fucili, compreso quello puntato su di lui, fecero fuoco, il rumore allarmò tutti, ma i proiettili non raggiunsero nessun bersaglio, si fermarono a mezz'aria sotto gli occhi sbalorditi dei mutanti e dei soldati.

Charles era altrettanto spaventato ma non permise alla paura di sopraffarlo, c'era un altro sentimento che invece cavalcò: la consapevolezza di possedere un potere che non aveva mai nemmeno sospettato di avere. Grazie alla sua intelligenza e alla sua rapidità di apprendimento riuscì a padroneggiarlo nel giro di pochissimo, mentre i soldati continuavano a sparare lui decise di disarmarli, usò i suoi nuovi poteri telecinetici direttamente sulle armi, togliendole dalle mani dei soldati e smontandole pezzo dopo pezzo, rendendole inutili, quindi agì sugli elmi che gli impedivano di raggiungere le loro menti, li tolse dalle loro teste e li fece cadere lontano.

Tra i vari pensieri percepì la sorpresa da parte dei mutanti e il terrore da parte dei soldati. Ora che tutti erano privi della protezione contro i suoi poteri psichici decise di fare qualcosa di estremo: prima stordì tutti i soldati e i loro superiori, facendoli cadere in ginocchio, poi parlò.

"Credete di poter venire qui e fare ciò che volete? Noi non vi abbiamo mai attaccato e mai lo faremo, ma non abbiamo mai detto che non ci saremmo difesi. Siete solo degli ignoranti, accecati dalle più basse emozioni. Ora andatevene."

L'ultimo ordine fu dato con perentorietà e nessuno poté opporsi a quel volere, obbedirono senza nemmeno rendersi conto di ciò che facevano. Nel giro di pochi minuti si erano allontanati e sul campo erano rimasti solo gli elmi e i resti delle armi smembrate.

Charles era stremato, la tensione e quell'uso nuovo dei suoi poteri lo avevano messo a dura prova. Si voltò verso gli altri, riuscì a intravedere Logan che gli andava incontro, poi tutto si fece sfocato prima di precipitare nel buio.

Se avete ancora voglia di leggere …

La mia passione per il personaggio ha due origini diverse.

Prima di tutto gli X Men: da bambina guardavo sempre il cartone animato e il mio personaggio preferito era Ciclope (mi chiedo perché, adesso è quello che amo di meno). Questa passione mi è rimasta per molto tempo, poi come spesso accade è stata sostituita da altro, ma non è mai del tutto scomparsa, infatti quando nel 2000 uscì il primo film lo guardai con molto entusiasmo.

La seconda cosa è Star Trek e Sir Patrick Stewart.

Nel 2007 andai a convivere con quello che ora è mio marito, un appassionato di Fantascienza. Un giorno, come auto regalo per il suo compleanno, si comprò il cofanetto con le tre stagioni della Serie Classica di Star Trek. Io inizialmente non ero interessata, poi lentamente iniziai a guardare gli episodi con lui. In poco tempo guardammo tutta la Serie Classica e i film e quando arrivammo a "Generazioni" Mario si comprò anche tutti i DVD di The Next Generation (ora abbiamo anche Enterprise, Deep Space Nine, Voyager e Picard).

Guardando i primi episodi non fu facile abituarsi ai nuovi personaggi dopo essersi affezionati a Kirk, Spock, McCoy e tutti gli altri, ma presto mi affezionai a un personaggio in particolar. Famoso, tra le altre cose, per il suo iconico facepalm e per il suo amore per l'Earl Grey caldo: il Capitano Jean-Luc Picard.

A mio parere lui è, a mani basse, il miglior Capitano di Star Trek; ho seguito con crescente passione le sue vicende, il modo in cui ciò che gli accade lo fa cambiare episodio dopo episodio, stagione dopo stagione.

Ad un certo punto pensai: "Aspetta un attimo, dove l'ho già visto? Nel film degli X Men!

Andai a rivedere quello e i film successivi, guardandolo con un interesse crescente proprio per il Professor X, per questo iniziai a raccogliere informazioni sul personaggio, sul suo passato. Mi ricordavo che quando ero bambina per me il Professor X era il papà, il punto di riferimento per gli X Men, colui su cui si poteva sempre fare affidamento.

Complice l'interpretazione di Sir Patrick Stewart mi appassionai e andai sempre più in profondità, cercando sempre più informazioni e più cercavo più mi rendevo conto che in realtà è un personaggio grigio: all'apparenza senza macchia come il Professor Silente ma in realtà, proprio come il Preside di Hogwarts, nasconde delle ombre nel suo passato che lo rendono ancor più interessante.

Di certo non posso dire di conoscere tutti gli aspetti del Professor X e nemmeno tutta la sua storia nei dettagli, ma vorrei in qualche modo riuscire ad inserire alcuni nella mia fanfiction, cercando di poterli integrare con la storia narrata dai film.

Altro piccolo appunto personale: so che non sarebbe giusto paragonare due personaggi di due film diversi solo perché interpretati dallo stesso attore, ma se i Potterhead dicono che Cedric Diggory è diventato un vampiro dopo essere stato ucciso da Voldemort, io posso dire questo: e se l'Universo avesse voluto premiare Charles per ciò che ha fatto in vita dandogli una seconda possibilità? Magari in un Universo parallelo, dove non è un mutante telepate ma il Capitano di una Nave stellare, che esplora Galassie lontane e risolve molteplici conflitti tra razze aliene (Klingon, Cardassiani, Romulani …) quando da mutante non ce l'aveva fatta.