49. Raven

Westchester, 1946

Raven attendeva pazientemente il ritorno di Charles, Sharon le aveva dato un foglio e dei pastelli e lei aveva iniziato a disegnare per passare il tempo. Quante ore erano trascorse? Inginocchiata di fronte al tavolino in mezzo ai divani con il suo bel vestitino giallo, Raven osservò la pendola del salotto, erano quasi le dieci di sera, erano passate almeno cinque ore da quando il loro patrigno lo aveva portato via? Stava quasi per perdere la speranza quando sentì la porta d'ingresso aprirsi, lasciò il pastello sul tavolo, si alzò e corse all'ingresso: erano Charles e Kurt Marko. Ignorò il patrigno e corse verso Charles, era pallido e zoppicava appena ma non appena la vide le sorrise felice.

"Charles!" lo chiamò lei e lo abbracciò con gioia.

"Raven!" esclamò lui, ricambiando l'abbraccio con entusiasmo.

Marko li osservava con espressione severa.

"Andate a dormire" disse "Adesso."

Senza aggiungere altro oltrepassò i bambini che erano ancora abbracciati e andò a cercare Sharon.

Raven sciolse l'abbraccio e guardò meglio Charles.

"Stai bene?" gli chiese.

Lui non esitò nemmeno un istante e Raven non si accorse che stava nascondendo qualcosa.

"Certo!" rispose lui "Quando sono con te sto sempre bene! Andiamo a dormire adesso? Sono stanco …"

Poco più tardi erano nella loro camera, Sharon aveva deciso di farli dormire insieme per non farli sentire troppo soli. Charles era rimasto in bagno più del solito per mettersi il pigiama ma quando uscì sorrideva come sempre.

"Cosa hai fatto oggi pomeriggio?" chiese Raven, non aveva idea di cosa facesse Charles quando andava via, non capitava spesso ma quando tornava era sempre esausto.

"Niente di speciale" disse lui, mentendo "Tu, piuttosto?"

Raven esitò per un istante, sembrò quasi assicurarsi che lui fosse sincero, poi decise di lasciar perdere e iniziò a raccontargli di come lei e la cuoca avessero preparato i biscotti.

"... ma potremo mangiarli solo domani per colazione!" disse "Abbiamo cenato e poi avrei dovuto andare a dormire ma volevo aspettare, così mi sono messa a disegnare! Guarda!"

Raven sollevò l'opera che aveva quasi finito di colorare: aveva disegnato se stessa con la pelle blu e un paio di ali da fata e Charles che la guardava volare.

"Siamo noi, hai visto?" chiese "Però devo ancora finirlo …" disse, indicando le gambe di Charles che erano ancora prive di colore."

"Non fa niente" disse lui "A me piace tanto!"

Si distesero ognuno nel proprio letto, la stanza era immersa nel buio, Charles si voltò verso di lei.

"Raven?"

"Sì?

"Raven … puoi promettermi una cosa?"

Promettere? Non aveva mai promesso niente a nessuno, si chiese cosa volesse Charles.

"Dimmi …"

"Mi prometti che staremo sempre insieme? Che non permetteremo a nessuno di separarci?"
Quella richiesta stupì Raven, nessuno le aveva mai chiesto una cosa del genere, nessuno aveva mai voluto stare con lei, lo sguardo di Charles era limpido e sincero e le riempì il cuore di gioia.

"Te lo prometto!"

Westchester, 2024

"Allora, Raven? Cosa farai? Verrai con me?"

Tutti erano rimasti in silenzio, dopo qualche istante Hank si avvicinò a Ororo e Jean, sussurrò loro qualcosa e le due donne uscirono, andò anche da Logan e David e lo seguirono fuori dalla stanza, lasciando Charles, Erik e Raven da soli.

Erik continuava a fissarla, certo che lo avrebbe seguito in capo al mondo, Raven continuò a guardare prima lui poi Charles, infine sembrò aver avuto un pensiero rivelatore. Guardò ancora Charles, vide che la fissava a sua volta, capì che avrebbe voluto chiederle di restare ma che non avrebbe mai osato farlo. Si portò la mano alla fronte e chiuse gli occhi.

"Quanto sei stronzo!"

Si voltò verso Erik, il suo sguardo era carico di rabbia.

"In tutti questi anni mi hai convinta che Charles mi volesse controllare … invece sei sempre stato tu."

Erik restò interdetto da quella risposta ma le sorrise.

"Non sono io il telepate, mia cara."

"Non serve esserlo per plagiare le menti altrui, Erik." lo rimproverò lei "Hai inquinato la mia con le tue parole, lo hai fatto nel momento in cui ero più debole e hai approfittato dei miei dubbi per separarmi da Charles!"

Erik rise amaramente.

"Quindi rinneghi tutto ciò che abbiamo fatto finora? Cosa farai adesso? Non mi dire che è riuscito ad addomesticarti!" disse indicando Charles "Sei diventata di nuovo la sua Raven?"

"Alcune cose non le rinnego, altre sì" rispose lei "e no, non mi ha addomesticata. Hai davvero così poca considerazione di me da pensare che non possa decidere con la mia testa?"

Charles non disse nulla, non la voleva in nessun modo condizionare anche se intimamente sperava che lei decidesse di restare, se lei se ne fosse andata il suo cuore si sarebbe spezzato in modo irreparabile, ne era certo, non avrebbe potuto sopportare quella sofferenza un'altra volta e, soprattutto ora che Scott lo aveva tradito, sentiva che un'altra perdita sarebbe stato troppo per lui. Raven lo guardò negli occhi e intuì i suoi pensieri e i suoi sentimenti.

"Se c'è qualcosa che posso rimproverare a Charles è l'essere stato troppo ingenuo, ma lui ha sempre e solo voluto proteggermi e lo ha fatto sempre, anche quando ero lontana da lui, anche quando l'ho odiato, lui non ha mai smesso di tenere a me."

Raven si avvicinò a Charles e si mise di fronte a lui, come a volerlo proteggere.

"È vero, l'ho odiato, sono stata furiosa con lui perché non capivo come potesse vedere il buono anche dove non c'era ma, mi dispiace darti questa notizia così all'improvviso Erik, la tua visione del mondo in cui tutto è dolore e sofferenza è altrettanto distorta. Tu sei rimasto fermo agli anni quaranta: sei cresciuto, sei invecchiato, ma dentro di te sei ancora quel bambino spaventato e assetato di vendetta; Charles invece si è evoluto, è cambiato, non è più il ragazzo ingenuo che ricordi tu."

"Tu invece?" chiese Erik, che già aveva capito quale sarebbe stata la sua scelta "Sei cambiata anche tu? Ti sei evoluta?" le chiese beffardo.

Lei mosse qualche passo verso di lui.

"Esatto." disse "Volevo fare questo viaggio per noi due, per trovare di nuovo quel legame che si era spezzato tanti anni fa, non mi interessava il resto, ma mi sono dovuta ricredere. Ho visto le cose con occhi nuovi, liberi dai filtri, ho trovato un mondo che non è quello idilliaco che sogna Charles ma nemmeno quello marcio che mi hai sempre portato a vedere tu, un mondo dove ci sono mutanti che usano i loro poteri per soddisfare la loro sete di vendetta e umani che si impegnano per aiutare e proteggere i mutanti. In questi mesi al fianco di Charles ho capito che non tutto è bianco o nero."

Erik sembrava divertito ma sia Charles che Raven iniziarono a capire che si stava solo difendendo.

"A proposito di colori, mia cara" disse indicandola "Dimmi, durante questo viaggio quanto tempo sei rimasta con la pelle blu?"

"Molto poco" rispose lei senza esitare.

"Ah, capisco" disse lui "Quindi ti sei snaturata … e lo hai fatto per lui? Oppure è stato lui a chiedertelo? Non vedi? Ti sta ingabbiando! Se tornerai con me potrai essere libera!"

Raven scosse la testa.

"No, Erik, questi giochetti mentali non funzionano più con me."

"Giochetti mentali?" chiese Erik con enfasi "Ti ha costretta a nasconderti!"

"No" rispose lei scuotendo la testa "Tutto il contrario, Charles mi ha chiesto perché non mantenessi la pelle blu, sono stata io a decidere di apparire come un'umana. Non è stata un'imposizione, ho scelto ed è per questo che mi sono sentita libera."

Erik la guardò confuso.

"Non capisco … perché?"

"Cazzi miei. Piuttosto, vuoi che venga con te perché sarei libera, giusto?" chiese aggredendolo "Libera da cosa? No, Erik, con te sarei chiusa in una prigione dalla quale è quasi impossibile uscire, una gabbia le cui sbarre sono forgiate dall'odio e dal rancore. Mi hai chiesto se sono la Raven di Charles o Mistica, ma intendevi la Mistica di Erik, giusto? Bene, non sono nè l'una nè l'altra. Chiamami Mistica, Raven, Rebecca, Jennifer, come vuoi … ma io rimango io e non sono proprietà di nessuno, libera da condizionamenti, libera di fare ciò che è giusto per me."

Erik abbassò lo sguardo, sconfitto.

"Voglio stare con Charles, Erik." disse lei, dandogli la mazzata finale "Amo Charles come non ho mai amato nessuno e lui prova lo stesso per me."

Charles, che fino a quel momento si era limitato ad osservare, si avvicinò a Raven e le prese la mano che lei strinse.

"La vera domanda è: cosa farai tu, Erik?" chiese Raven "Resterai chiuso nella tua gabbia di rancore e vendetta … o ti deciderai a esplorare il mondo, finalmente libero?"

Erik non rispose, ora non sembrava più tanto propenso ad andarsene.

"Vorrei sapere cosa ha da dire Charles" disse, rivolgendosi direttamente a lui e sfidandolo con lo sguardo "Non hai detto nulla, amico mio."

Charles sostenne il suo sguardo ma non colse la sfida.

"Cosa vuoi che ti dica, Erik? Che avevi ragione tu e che Scott ci ha traditi e se ne è andato per colpa mia? Vuoi che ti dica questo? Oppure preferisci che mi prostri ai tuoi piedi implorandoti di restare? Perché, amico mio, non farò nulla di tutto ciò."

Erik sogghignò.

"Ah, no? Non cercherai di manipolarmi? Non userai i tuoi poteri su di me? Non sto indossando l'elmetto, potresti farlo."

Lo sguardo di Charles si fece cupo.

"Non l'ho fatto in passato e non lo farò ora" disse "Elmetto o non elmetto."

"Però se avessi potuto mi avresti impedito di uccidere Shaw, sbaglio?"

"Era una situazione del tutto diversa" disse Charles "Ti avrei impedito di farlo non solo perché non ritenevo che fosse giusto ma anche perché, non so se ne sei consapevole, ma ero dentro la sua testa, quella moneta trapassò anche il mio cervello."

Erik restò interdetto di fronte a quella rivelazione ma notò che Charles era calmo.

"Non ho intenzione di entrare nella tua testa, Erik" disse pacato "Non voglio e non posso essere responsabile delle vite altrui, ciò che ti accadrà sarà solo e soltanto conseguenza delle tue scelte. Certo, hai sbagliato a dire quelle cose a Scott, ma è lui che è andato nella direzione sbagliata. Per quanto mi riguarda puoi restare o, se vorrai, potrai andartene."

Avrebbe voluto aggiungere altro, per esempio che se Erik se ne fosse andato sarebbe rimasto solo, ma lasciò che lui lo capisse da solo e decidesse di conseguenza. Osservò Raven, la vide combattuta, nonostante la chiara intenzione di restare era evidente che separarsi da Erik l'avrebbe fatta soffrire, per questo decise di lasciarli soli. In quel momento il dolore al petto si fece sentire e gemette piano, si portò la mano alla ferita e capì che doveva essere medicata.

"Vado a vedere come stanno gli altri" disse oltrepassando Erik e, una volta uscito dalla stanza, si chiuse la porta alle spalle lasciandoli soli.

Una volta rimasta sola con Erik, Raven gli si avvicinò.

"Non ti chiederò di restare, Erik, ma ti dirò una cosa" disse "In tutti questi anni sono stata al tuo fianco … per una volta potresti mettere da parte il tuo stramaledetto ego e ricambiare il favore."

Non aggiunse altro, lasciò che il suo sguardo parlasse per lei, si assicurò che il messaggio fosse giunto e uscì dalla stanza, lasciandolo solo.