CREDO DI AVER
SISTEMATO TUTTO
BUONA LETTURA
SPERO SIATE ANCORA
SINTONIZZATI
Silenzioso come un topo, tornò nel salone facendo il giro largo, giusto in tempo per l'inizio.
Prese posto in piedi in fondo come consuetudine e fu sorpreso quando la donna dei suoi pensieri si fermò accanto a lui.
'Fa parte dello staff, il suo posto è qui. Anche se vorrei che stesse accanto a me per altri motivi' pensò tristemente mentre i soldati si susseguivano nello spettacolo.
"Eccovi finalmente, dove eravate nascosto? Vi ho cercato tutto il giorno. Credevo foste malato. E non pensavo di vedervi francamente, credevo che metteste questo divertimento sullo stesso piano delle fiere di paese" disse a bassa voce la signora Hughes cercando di ingoiare la bile mentre il maggiore Bryant iniziava ad esibirsi.
In quel momento il dottor Clarkson arrivò e si sistemò accanto a lui.
Non poteva cambiare posto e infondo era un brav'uomo così si allontanò solo di qualche centimetro quando sbattè contro la spalla della sua amata.
"Mi scuso. Sono stato molto preso qua e là. Mi dispiace di non esser stato disponibile. Sto bene e per quanto questa occasione di svago sia fuori dalle mie corde, sono qui come sostenitore di Lady Edith" disse sinceramente il maggiordomo, segretamente contento delle parole della collega.
"Vorrete dire di Lady Mary, non volevate perdervela cantare" replicò sorridendo la donna.
"No, signora Hughes intendo ciò che ho detto. Si è data così da fare per organizzare questa serata, per sollevare il morale a tutti, e gliene sono molto grato"
"È vero Lady Edith è una giovane donna adorabile"
'Come qualcun'altra che conosco' pensò il maggiordomo fissandola, e disse invece:
"Ha avuto un eccellente aiuto da parte vostra"
"Grazie" rispose arrossendo ed entrambi si voltarono in tempo per applaudire la fine del numero.
"Volete mettervi qui?" chiese timidamente disposto a cederle volentieri il posto vicino al dottor Clarkson.
"No grazie sto benissimo qui" rispose voltandosi verso il maggiore.
La signora Hughes si costrinse ad applaudire e guardò un paio di volte il collega chiedendosi cosa gli passasse per la testa, mentre l'uomo immobile aveva un ghigno strano mentre fissava gli anelli.
In realtà era sorpreso e piacevolmente felice che lei non avesse voluto cambiare di posto, forse quello che pensava era sbagliato dopo tutto.
A quel punto iniziò il duetto delle Crawley Sisters e non volò una mosca.
La governante dovette ammettere che la giovane Mary aveva una voce splendida e che Edith suonava con sicurezza il piano, le venne un brivido al sentire le parole che spesso aveva cantato pensando al maggiordomo.
Non sapeva che l'uomo accanto a lei pensava lo stesso.E quando la ragazza fece un cenno colsero subito, come gli altri del resto, l'invito a cantare.
Avevano cantato spesso spalla a spalla in chiesa ma questa occasione era speciale perché era come fare una seranata all'amato senza essere scoperti.
Gli unici che non cantavano erano la stizzita Lady Violet che non si sarebbe abbassata a quella mischia di disperati, e Branson che fissava Sybil.
D'un tratto Mary si fermò.
Matthew, e William, avevano fatto il loro ingresso nella sala e, pur mantenendo il contegno, tutti ne erano più che lieti.
La giovane innamorata, col cuore in gola, ringraziò Dio mentre il cugino si avvicinava e riprendevano tutti a cantare più felici di prima.
Finita la serata il signor Carson desiderava parlare con la signora Hughes ma si trattenne quando la vide ferma dietro il dottor Clarkson. Poteva essersi sbagliato nell'aver avuto ragione?
Poteva la governante essere innamorata del compatriota scozzese?
Forse prima non voleva stare accanto a lui per non destare sospetti?
Aveva sola la sua parola che lo avesse cercato, chi gli diceva che non fossero insieme fino a qualche minuto prima?
Vide la signora Hughes ringraziare una cameriera quando questa si avvicinò e le diede un messaggio.
Non poteva essere dell'altro uomo perché non aveva mai lasciato i soldati affidati alle sue cura, non avrebbe avuto materialmente il tempo di mandare un messaggio alla governante che per altro era dietro di lui.
Il maggiordomo si voltò vergognandosi di aver spiato così a lungo il maggiore Clarkson e la sua Elsie.
'Ma non è la TUA Elsie Charles e se lei vuole Richard Clarkson, devi esser felice per lei'
Non si accorse che la governante lasciò la stanza e scese da basso.
Le fondamenta di Downton erano buie e nessuno del personale era lì.
"Chi c'è? C'è qualcuno?" chiese con un po di trepidazione nella voce.
Non aveva mai avuto paura ma con la guerra e i pazzi in giro non si sa mai.
"Ethel?!" esclamò quando vide la ragazza uscire dal suo salottino.
"Che diamine ci fai ancora qui?"
"Dovevo venire signora Hughes. Perdonate l'invadenza ma io da sola non ce la posso fare. Dovete aiutarmi"
La signora Hughes era furibonda ma cercava di trattenersi.
Quante volte si sentiva di cameriere che erano state prese con la forza o raggirate da padroni di casa, valletti o maggiordomi, magari poi licenziate o ricattate. Ethel aveva potuto scegliere e si era rovinata con le sue stesse mani.
"Ti sbagli io non devo fare un bel niente!"
'Dov'è il tuo orgoglio eh? Dove la ragazza che voleva una vita diversa dal servizio?'
Aggiunse:
"Ma che intendi? Aiutarti per cosa? C'entra per caso il maggiore Bryant?"
La ragazza annuì lievemente.
"Mi rammarico solo di essere intervenuta così tardi. Devo proprio ammetterlo... e dimmi da quanto andava avanti?"
"Tanto da mettermi nei guai"
Lo sapeva prima che lo dicesse.
"Signora Hughes aspetto un bambino!"
