La signora Hughes fu sollevata quando il maggiordomo riunì tutti nella sala della servitù e disse che le nozze tra il suo pupillo e Daisy avrebbero avuto luogo.
Entrambi erano fiera della ragazza, non doveva essere facile per lei.
Avrebbe perso in modo permanente un amico e le sembrava di raggirarlo con la loro unione.
Lui d'altro canto, sarebbe morto in pace.
Diede gli ordini alle ragazze, tra cui la neo assunta Jane, e si ritirò nel suo salotto dove permise ad alcune lacrime di scendere.
'Pensa a divertirti per altri 10 anni almeno'
Era il 1913 quando glielo aveva detto, ricordava bene il momento.
Ed ora erano nel 1918.
Nemmeno 5 anni erano passati ed ecco che lui stava morendo.
Non aveva voglia di andare da Ethel ma doveva raccontarle del diniego del maggiore Bryant a leggere la sua lettera, e fortunatamente aveva già preparato il cesto.
Come al solito una volta arrivata non si accomodò nemmeno, non che ci fosse un posto dove farlo, né le fu offerto di farlo.
"Ci sono novità?" chiese la ragazza correndole incontro avendola vista avvicinarsi mentre stendeva.
"È meglio se entriamo"
"Non ce l'avete fatta" disse sconsolata tornando in casa.
"Mi spiace ma non potevi certo aspettarti di più. Specie dopo tutte quelle lettere a cui non ha mai risposto"
"Non so cosa mi aspettassi ma non ho mai smesso di sperare"
"Sei riuscita a trovare un lavoro?" chiese dopo qualche secondo, con un po di magone.
"Qualche pulizia. I posti in cui portare il bambino non sono molti"
Diede uno sguardo al pupo che dormiva pacifico e chiese:
"E cosa racconti?"
"Che mio marito è morto al fronte"
Si guardarono per un momento, la governante sospirò e poi aggiunse:
"È buffo... abbiamo una nuova cameriera, Jane, che è davvero vedova di guerra. Con un figlio, e noi la rispettiamo per questo. E infatti crediamo alla sua storia"
"Non è giusto!" esclamò Ethel piangendo cercando di non svegliare il bambino.
"Mi dispiace. Ci ho pensato. Davvero. Ma non so più come aiutarti"
"Lo so, lo so, me la sono cercata" disse amareggiata con sé stessa. Non si pentiva del piccolo, solo della sua stupidità. Se solo avesse pensato bene come le aveva suggerito la governante, invece che fare di testa sua...
Non voleva essere a servizio per sempre, lo ripeteva spesso alla grande casa, voleva di più, ed ecco che aveva un figlio e non aveva né lavoro né marito.
Non essendoci più nella che potesse fare, la signora Hughes tornò a Downton, lì almeno avrebbe evitato di pensare all'incresciosa situazione della giovane ex dipendente.
Certo, più stava con Ethel meno pensava al triste destino di William.
Passò il viaggio cercando di scacciare i cattivi pensieri, che in quel periodo erano molti, canticchiando.
Riuscì a tornare in camera senza essere vista e a cambiarsi nuovamente quando, ormai vicino alla cucina, sentì chiamare:
"Signora Hughes!..."
"Signor Carson..."
"Mi scusi signora Hughes se piombo all'improvviso ma ho bisogno di un favore"
"Dite"
"C'è una telefonata per Sua Signoria ma devo preparare l'ordinazione del vino, potrebbe pensare lei alla chiamata?"
"Oh ma certamente. Vada pure"
"Grazie signora Hughes"
La conversazione durò qualche minuto, poi salì a cercare il padrone di casa.
"Milord c'è una telefonata per...Jane?! Che cosa stai facendo? Servi in salotto non in biblioteca, va pulito mentre gli uomini sono fuori"
Lord Grantham, che aveva scambiato due parole con la serva, ne era rimasto colpito e apprezzò che non venisse strigliata troppo duramente, mentre la governante si sarebbe invece sotterrata per la vergogna.
"È molto volenterosa ma è ancora un po spaesata scusate"
'Dopotutto è arrivata questa mattina' voleva aggiungere ma si trattenne. Lo sguardo negli occhi dell'uomo era stato fugace ma abbastanza per non piacerle affatto.
"Oh figuriamoci. Per chi era la telefonata?"
"Per Lady Mary, sono ancora in attesa"
"Se vi affrettate forse la raggiungete è appena uscita"
Senza farselo ripetere, la donna se ne andò e chiuse la porta.
Fortunatamente riuscì nel suo intento, ma era un po contrariata.
Non c'era nessuno al piano superiore a cui chiedere di inseguire la signora e lei stessa dovette correre per il viale per richiamare l'attenzione del signor Branson al volante.
