9. "OPERAZIONE MUTEN : SALVATAGGIO NEL PACIFICO"
Il messaggio che comparve sui visori fu la prova che anche questa volta la piccola scienziata non ebbe torto a volersi fidare delle proprie sensazioni, quando disse che non avrebbero dovuto imbarcarsi. I rumori sempre meno incoraggianti emessi dall'aereo contribuirono a scatenare il panico totale tra l'equipaggio e fu così che tra tutti i passeggeri non ne rimase nemmeno uno in grado di mantenere un barlume di lucidità e di sangue freddo. Il comandante resosi ormai conto dell'ingestibile gravità della situazione, stava così iniziando a rassegnarsi all'idea di un tragico destino che stava inevitabilmente per colpirli tutti quanti, non potendo nemmeno tentare un atterraggio di fortuna essendo che il velivolo si trovava allo stato attuale delle cose nel pieno cuore dell'oceano Pacifico. Un'hostess che correva avanti e indietro senza tregua lungo il corridoio attirò così l'attenzione del piccolo detective, che prontamente le domandò se fosse a conoscenza di che cosa avesse scaturito tutto quell'inferno, ottenendo per tutta risposta che la benzina era terminata con il serbatoio che era rimasto ormai completamente a secco. Senza troppi giri di parole gli comunicò quindi che l'aereo sarebbe inevitabilmente precipitato. Dopo aver sentito il pilota esortare l'equipaggio ad affrettarsi ad indossare i giubbotti di salvataggio, i passeggeri si resero però presto conto che gonfiarli non sarebbe stato possibile, essendo che risultarono inaspettatamente tutti quanti bucati. Le paure del comandante si stavano ormai trasformando in una nuda e cruda realtà: nessuno, nemmeno il più ottimista di questo mondo sarebbe stato in grado di focalizzarsi sul lato pieno del bicchiere davanti a un simile scenario. Ogni speranza era ormai sul punto di andarsene, precipitando anch'essa con tutto il resto dell'equipaggio nelle profonde oscurità dell'oceano senza possibilità di salvezza. Tra i passeggeri qualcuno si mise ad invocare Dio supplicandolo di compiere il miracolo, qualcun'altro scelse invece di concedersi un ultimo pianto in solitudine, altri ancora che invece preferirono tenersi ben stretti ad un proprio caro, mentre i tre protagonisti furono certamente quelli che si dimostrarono psicologicamente più solidi e reattivi rispetto al resto dell'equipaggio:
- Tutti al portellone ragazzi! Veloci non abbiamo più tempo!
- Che cos'hai in mente Shinichi? - gli domandarono i suoi due amici mentre continuavano a corrergli dietro fiduciosi di potercela in qualche modo fare, perché quando si ha Shinichi in squadra, ogni ostacolo anche quello che possa sembrare come un tabù a dir poco insormontabile, riesce spesso e volentieri a venir ridimensionato facendo così riaccendere quella scintilla di speranza nelle persone che gli stanno intorno e che costantemente risulta essere l'elemento chiave e di svolta della situazione:
- Non appena avremo raggiunto una quota sufficientemente bassa lo apriremo lanciandoci dritti in mare. È l'unico modo che abbiamo per provare a sopravvivere!
Il piccolo detective gettò quindi la sua attenzione verso il resto dell'equipaggio con un senso di impotenza che si fece improvvisamente largo dentro di lui: Dio solo sa quanto avrebbe voluto poter provare a salvare le vite di tutti quanti i passeggeri ma purtroppo ormai il tempo era scaduto e l'aereo stava per schiantarsi in acqua ad una velocità proibitiva. Così non appena egli notò dal finestrino che il momento si fece finalmente propizio, prontamente esortò il Dottore ad aprire il portellone:
WHOOSH!
Una vampata di vento violentissima travolse i tre protagonisti tanto che Haibara volò contro la parte opposta del velivolo, sbattendoci malamente la testa e perdendo i sensi sciaguratamente:
- Dottore lei vada! Si butti ora! La recupero io Haibara! Lei si lanci adesso! Vada!
Nonostante un breve attimo di esitazione dove Agasa avrebbe voluto dirigersi anch'esso in soccorso della scienziata, si rese però subito conto che proprio come appena dettogli da Conan, il tempo era scaduto e fu costretto quindi a lanciarsi nel vuoto in preda ad un grido disperato:
- Haibara sono qui! Resisti coraggio! Non c'è più tempo! Dobbiamo saltare ora o sarà la fine per tutti noi!
Il detective si mise quindi la scienziata in spalla e si lanciò anch'esso dal portellone non prima però di aver dedicato un ultimo appello di vicinanza a tutto l'equipaggio, sentendosi terrificantemente in colpa e imperdonabilmente responsabile per tutte le loro vite che stavano per scomparire per sempre nei meandri dell'oceano:
- MI DISPIACE CAZZOOO!
I due "bambini" caddero a piombo in acqua da un'altezza sufficientemente bassa da non finire così troppo in profondità, riuscendo quindi a riemergere in una trentina di secondi, giusto in tempo per così poter prendere fiato e per sentire un tonfo colossale causato dall'aereo che si era appena schiantato in acqua e che sprofondando provocò una serie di onde gigantesche che fecero a dir poco rabbrividire i due protagonisti, i quali erano nel frattempo riusciti fortunatamente a ritrovarsi, complice la poca distanza che li separava dai loro rispettivi punti di impatto:
- Non mollare Haibara e tieniti forte a me Shinichi!Altrimenti quest'onda ci travolgerà e ci farà disperdere! Cerchiamo di rimanere uniti! - urlò il Dottore disperatamente. Non erano solo quelle onde giganti venute a crearsi il problema, persino il mare era in burrasca già di suo, il che complicò di non poco una situazione già sufficientemente compromessa. Non potevano fare altro che restare attaccati l'uno all'altro augurandosi che la buona sorte li potesse in qualche disparato modo assistere:
- AIUTOOO!
- NON MOLLARE LA PRESA SHINICHI! SE CI DOVESSIMO DISPERDERE SAREBBE LA FINE PER TUTTI NOI!
Quelle onde li stavano travolgendo da ogni angolazione possibile, facendoli prima sprofondare sott'acqua di diversi metri senza dar loro la possibilità di riemergere per riprendere fiato, poi quando tutto sembrava ormai perduto eccoli miracolosamente ritornare in superficie, poi nuovamente sott'acqua a metri e metri di profondità, fino a che un'onda in particolare travolse malamente il piccolo Conan, che sbattendo violentemente la testa contro il gomito del Dottor Agasa perse disgaziatamente i sensi. Prima Haibara e adesso anche Conan, con il Dottore che fu quindi il solo a rimanere vigile e cosciente, lottando con tutte le proprie forze e anche di più per evitare che si dividessero e che i loro corpi si potessero così disperdere. Cosa ne sarebbe stato di loro?
Nonostante tutta l'a dir poco ammirevole grinta e forza d'animo che il Dottore stava mettendo e manifestando, aveva purtroppo il fisico che era invece sul punto di abbandonarlo. La presa che stava esercitando sui corpi di Haibara e di Conan per cercare di rimanere uniti l'un l'altro si stava facendo sempre più debole, lasciando così spazio alla marcata sensazione che l'impatto che sarebbe scaturito con la prossima onda di una determinata importanza, sarebbe stato quello fatale che li avrebbe divisi e fatti disperdere per sempre. Fu così che quando ormai le forze erano ad un misero passo dal venirgli definitivamente a mancare, qualcosa di a dir poco surreale apparve all'improvviso davanti ai suoi occhi: ebbe il forte dubbio di essere ormai completamente impazzito nel momento in cui scorse una grande tartaruga marrone venirgli incontro e incominciare a parlargli, sostenendo di conoscere un posto nelle estreme vicinanze dove avrebbe potuto condurli tutti quanti in salvo:
- Coraggio signore, si sbrighi a salire sulla mia groppa! Vi porterò in un posto al sicuro!
Cosa avrebbe dovuto pensare il Dottor Agasa vedendo una tartaruga rivolgersi a lui nella sua stessa lingua, se non che tutto ciò fosse dovuto per forza di cose ad una serie di pesanti allucinazioni conseguenti alla situazione traumatica a cui stava venendo sottoposto? Ciò nonostante si trovava in una posizione talmente tanto aggravata che fu per forza di cose costretto a fidarsi, così da decidersi infine a salirle in groppa assieme ai due "bambini". La tartaruga aveva un timbro di voce da far facilmente intendere che si trattasse di un esemplare decisamente anziano, ma ancora sufficientemente forte da essere in grado di reggere e allo stesso tempo trasportare un omone con una stazza imponente come quella del Dottor Agasa:
- Qui vicino c'e un'isola! Si tenga forte signore! Vedrà che riusciremo a salvarci, glielo prometto! - Fu così che la tartaruga iniziò a dirigersi spedita verso una direzione specifica. Il Dottor Agasa era rimasto ormai completamente impotente davanti a quella serie di inspiegabili e surreali eventi susseguirsi uno dietro l'altro: questa tartaruga parlante era solo l'ultimo dei tanti clamorosi colpi di scena che aveva vissuto da dopo che lasciò la propria abitazione per dirigersi in aeroporto. In risposta a tutte quelle inspiegabili vicende senza logica, egli saggiamente decise di adottare un approcio del tutto pragmatico, concludendo quindi che allo stato attuale delle cose l'unica e sola priorità fosse la propria salvezza assieme a quella dei due "bambini", per cui si sarebbe riservato eventuali domande una volta che sarebbero arrivati su questa famigerata isola.
La tartaruga non mentì: dopo circa una quindicina di minuti fatti a nuoto si iniziò infatti a scorgere l'isola di cui parlava e man mano che essa si avvicinava, il Dottore riuscì chiaramente a capire che si trattava di un isolotto totalmente indipendente con una sola casa presente su di esso sulla cui facciata era ben visibile una scritta che recitava: KAME HOUSE.
La tartaruga fu dunque di parola riuscendo a portare i tre protagonisti sani e salvi a riva! Potevano ormai considerarsi finalmente fuori pericolo di vita, o quasi, dal momento che i due "bambini" non erano ancora rinvenuti a causa dell'ingente quantità d'acqua che avevano disgraziatamente bevuto, col Dottor Agasa che immediatamente adottò delle misure di sicurezza volte a far espellere tutta l'acqua dai loro rispettivi polmoni. Dopo qualche primo tentativo andato a vuoto ma prima che egli potesse in qualche modo iniziare a pensare al peggio, essi diedero i loro primi segnali di vita iniziando finalmente a tossire fuori l'acqua dalle vie respiratorie. Erano così ufficialmente riusciti a salvarsi contro ogni tipo di pronostico:
- Ce l'abbiamo fatta ragazzi! SIAMO SALVI!
- DOTTOR AGASA, cough! - vomitando gli ultimi residui d'acqua rimanente. - Che cosa è successo? E dove ci troviamo? - gli domandarono contemporaneamente Haibara e Shinichi.
- Ne so quanto voi ragazzi, posso solo dirvi che se siamo salvi lo è grazie a quest'a dir poco fenomenale tartaruga qui presente! - così facendo presentandogliela.
Agasa notò bene le loro due espressioni a dir poco incredule e così decise di raccontargli tutta la storia da dopo che persero i sensi.
- Molto piacere di conoscervi ragazzi, sono davvero contento che stiate tutti quanti bene. Io non ho mai avuto un mio vero e proprio nome, alla fine ho comunque pur sempre recitato in un ruolo ancor meno che secondario di un Manga che ha dato luce a personaggi che sono passati di diritto alla storia, ma da quando il vecchio Genio che abitava in questa casa che vedete qua di fianco è passato a miglior vita, ho deciso di prendere il suo nome, anche così da poter mantenere vivo il suo ricordo. Per cui mi potete tranquillamente chiamare Muten.
- Shi-Shinichi ha-hai sentito? Quella tartaruga sta veramente parlandoo! - tuonò in tutta risposta Haibara impossibilitata a darsi qualunque tipo di spiegazione logica:
- Ma com'è possibile? Come fai a parlare la lingua di noi umani? - domandò più pacatamente Conan a dir poco incredulo a sua volta.
La tartaruga si fece improvvisamente seria prendendosi così del tempo per riflettere prima di rispondere e alla fine non disse nulla che suonasse lontanamente esaustivo:
- Questo non è importante credetemi, ci sono tra l'altro cose di cui preferisco non parlare. Vi prego di non insistere se vi fosse possibile, ve lo chiedo come favore in cambio di avervi salvato la vita. Venite dai, entriamo in casa adesso, immagino che starete morendo di fame; troverete delle provviste con cui potrete rifocillarvi.
Non fu però il cibo la prima cosa che all'interno dell'abitazione catturò l'attenzione e l'interesse dei tre protagonisti, bensì l'immensa quantità di riviste porno disperse per tutto il salotto:
- Che schifo! Siamo finiti nella casa di un pervertito! - si disgustò pubblicamente Haibara.
- Non posso darti torto, il vecchio Genio era un uomo tanto di grandi princípi quanto di grandi perversioni. Era inoltre un grandissimo conoscente, praticante e anche maestro di arti marziali. Purtroppo però non molto tempo fa la vecchiaia ha deciso di consumarlo e così ha fatto il suo tempo lasciando tanti bei ricordi legati alla sua persona, ma anche questi.
Anche i tre superstiti si erano effettivamente resi conto che quel posto appariva decisamente particolare ma che tuttavia non infondeva cattive sensazioni. In fin dei conti era la casa di una testuggine che aveva appena loro salvato la vita, per cui non c'era alcun motivo di cui doversi preoccupare. Banchettarono quindi con del pesce fresco che era stato cacciato e pescato in mattinata da Muten, con i loro sguardi che nel frattempo avevano iniziato a curiosare in giro per cercare di capirci qualcosa in più del posto in cui si trovavano. Notarono immediatamente che sulle pareti della casa erano appese e incorniciate una grande quantità di fotografie: diverse raffiguravano un signore anziano, calvo, con gli occhiali da sole e la barba lunga che a quanto pare capirono dovesse essere questo famigerato Genio recentemente morto e che abitava quella casa, fino a che la loro attenzione ricadde su di una fotografia in particolare:
- Ehi ragazzi ma a voi.. quel bambino lì...quello lì con quel bastone da combattimento a tracolla sulla schiena non vi sembra che sia estremamente simile a una nostra recente e nuova conoscenza?- disse Conan con lo sguardo proiettato e ipnotizzato sulla foto in questione, mai potendosi nemmeno lontanamente immaginare che ciò che gli si stava presentando davanti agli occhi potesse corrispondere alla realtà:
- Oh mio Dio! Shinichi hai ragione! È identico a..- quasi come se neppure Haibara riuscisse a crederlo possibile a sua volta.
- A GOKU! - esclamarono infine tutti quanti e tre increduli.
All'udire di quel nome ben più che familiare, la tartaruga non potè fare a meno che domandar loro come facessero a conoscerlo:
- Per cui non si tratta di una semplice e casuale somiglianza! Ci stai davvero confermando che questo bambino in foto è Goku?! È un nostro nuovo amico che abbiamo conosciuto a Tokyo! Ci sembra impossibile vederlo rappresentato in tutte queste foto. Qual è dunque il collegamento che lo lega all'isola?
La tartaruga iniziò saggiamente a riflettere prima di dare qualunque tipo di risposta, cercando per il momento di non rivelare troppe informazioni sul Sayan, non essendo ancora a piena conoscenza di chi fossero le tre persone che aveva appena salvato, nonostante gli stessero comunque facendo un impressione tutto sommato più che positiva:
- Egli era un allievo del maestro Muten, ma non uno qualunque, bensì il migliore per distacco che sia mai capitato qui: un vero genio delle arti marziali!
Dal canto suo Conan, grande investigatore qual era, colse il lieve momento di diffidenza da parte della tartaruga, decidendo così di non smettere di indagare, andandoci però più ponderato con le domande:
- Mentre quella divisa arancione che ha indosso è per caso la sua tuta da combattimento?
- Precisamente. È uno dei suoi elementi distintivi che lo caratterizzano. Ci è sempre stato molto affezionato, tanto che quando era qui sull'isola non se la cambiava mai ed era già solo un miracolo che la lavasse.
Mossa infine dall'immensa stima e rispetto che la tartaruga ha da sempre nutrito per Goku, decise che era così arrivato il momento di chiudere quella conversazione scegliendo di congedarsi:
- Comunque sia so solo che è sempre stato un eccellente combattente e che era un allievo dell'ormai defunto maestro Muten. Se non vi dispiace sono molto stanco e adesso avrei bisogno di andare a riposarmi. Mangiate quello che ritenete opportuno, rilassatevi, fatevi una bella dormita rigenerante e poi senza fretta, quando vi sentirete pronti fatemelo sapere che ci organizzeremo per farvi tornare a casa vostra. - mentre piano piano si allontanava in direzione del mare.
I tre protagonisti rimasero a quel punto soli nella Kame House, iniziando così a riflettere a mente lucida su tutti gli avvenimenti folli capitatigli in quella giornata maledetta:
- Ascoltami Shin, ormai è chiaro come l'Organizzazione sia a conoscenza delle nostre identità e di come persino il Dottor Agasa sia ora in grave pericolo. A volte vorrei essere più sicura delle mie capacità senza dipendere troppo dal tuo sangue freddo ma arrivati a questo punto credo che le cosa migliore sia che sia tu a continuare a decidere cosa dovremmo fare e come comportarci d'ora in poi. Quando vuoi, sono tutt'orecchi Shin.
- Haibara devo ammettere che le tue sensazioni erano fondate anche questa volta e che sarebbe stato meglio se ti avessimo dato ascolto quando ancora ci trovavamo al check-in, io in primis. È evidente come l'Organizzazione abbia calcolato tutto il piano nei minimi dettagli, a partire dallo svuotamento del carburante fino al sabotaggio dei giubbotti di salvataggio. Ciò che tristemente potrebbe giocare a nostro favore è il fatto che purtroppo in quell'aereo non sarà rimasto alcun superstite e che quindi penseranno probabilmente che saremo ormai morti, almeno così avremo tutto il tempo per organizzarci senza la loro pressione addosso. È comunque arrivato il momento di stare pronti a contrattaccare ragazzi. Ho deciso di smetterla di scappare!
Il detective si alzò infine dalla sedia, portandosi a pochissimi centimetri di distanza da una delle fotografie raffiguranti Goku, per così concludere dicendo:
- Sono certo che offrendoci il suo supporto sarà proprio lui a rappresentare la chiave di volta definitiva per poter sconfiggere l'Organizzazione una volta per tutte! - così afferrando e mostrando con fierezza la foto di Goku al pubblico. Le dubbiose espressioni dei presenti imposero però a Conan di spiegare più nei dettagli come nello specifico avesse in mente di agire:
- Ho visto veramente di tutto in quest'ultimo periodo, fino addirittura ad arrivare a dialogare con una tartaruga che ci ha salvato la vita in mezzo alla burrasca in pieno oceano, per cui in base alle mie deduzioni sono convinto che sia Goku il bambino dai capelli biondi di Tokyo e sono certo che se ci offrirà la sua protezione le nostre vite saranno allora decisamente più al sicuro. Inoltre la tuta da combattimento che indossa in questa foto rappresenta l'identikit dell'outfit che ha pure il bambino dai capelli biondi. Per quanto mi riguarda essi sono in realtà la stessa persona e al contempo non penso nemmeno che Goku sia un essere umano allo stesso modo in cui lo siamo noi altri. Riconosco che ha dei poteri inimmaginabili e totalmente impensabili da possedere per un normale essere umano. Sono convinto che il bambino dai capelli biondi sia una specie di trasformazione che riesce a fargli aumentare ancora di più la straordinaria forza che già possiede e con la quale riesce a tenere scisse le sue due identità. Se deciderà di offrirci il suo prezioso aiuto e se resteremo al suo fianco, le possibilità che ci possa succedere qualcosa di spiacevole si ridurrebbero considerevolmente:
- Credo proprio che tu ti stia riferendo al Super Sayan, mio caro! - si udì così inaspettatamente una voce da fuori la finestra:
- Tartaruga Muten! Ma eri ancora qua fuori allora?!
- Spero che non stiate pensando che mi sia messo ad origliare di proposito. Non era assolutamente mia intenzione ascoltare i vostri discorsi, è solo che sulla terraferma sono molto più lento a muovermi rispetto a quando sono in acqua, per cui non ho potuto fare a meno che sentire ciò di cui avete parlato. Mi sembrate delle persone per bene ma al contempo in grande difficoltà, per cui sono certo che Goku sarà più che ben disposto ad aiutarvi se glielo chiederete.
- Ne ho già sentito parlare di questi Sayan, ma ho sempre pensato che si trattasse di una leggenda per bambini. - gli rispose Conan.
- No ti sbagli.. ↔️ - disse la tartaruga scuotendo al contempo la testa. -..o per meglio dire, ormai lo sono quasi diventati perché che io sappia Goku è l'ultimo Sayan rimasto in vita, anche se su questo mi potrei anche sbagliare, mentre la trasformazione a cui ti stavi riferendo esiste e si chiama Super Sayan. Quando Goku si trasforma in Super Sayan non c'è niente e nessuno che possa fermarlo, per cui se state temendo per le vostre vite, con lui al vostro fianco sarete immuni da tutto e tutti, ve lo posso garantire.
La tartaruga decise così di tornare nuovamente dentro la Kame House e con l'aiuto dei tre protagonisti si diresse verso un mobile, dal quale estrasse altre fotografie raffiguranti Goku nei suoi momenti più memorabili durante gli allenamenti all'isola del Genio:
- Che cos'è questa specie di sfera luminosa tra le mani di Goku? - domandò Haibara incuriosita e super attratta da quella particolare tecnica.
- È l'onda energetica, cioè il suo attacco speciale, il suo asso nella manica. Tra l'altro è una tecnica che apprese proprio dal vecchio maestro Muten. Niente e nessuno può resistere alla sua onda energetica, nemmeno un esercito fatto di milioni di soldati. - rispose la tartaruga sicura di non aver per nulla esagerato con l'ultimo paragone appena fatto. Nel mentre che Conan continuava a sfogliare l'album fotografico sempre più incuriosito da ciò che di altro avrebbe potuto scoprire, venne così attratto da un'immagine in particolare che fu capace di catturare la sua attenzione:
- Perdonami tartaruga Muten! Immagino che questo sia sempre Goku considerata l'estrema somiglianza, ma è decisamente più grande rispetto al Goku che abbiamo conosciuto noi e di cui stiamo parlando, quasi come se in questa immagine venga mostrato nella sua versione adulta.
Muten non rimase per nulla indifferente dall'intelligenza e dalle strabilianti capacità analitiche di Conan: dovette quindi constatare che per essere solo un bambino era decisamente molto sveglio:
- È proprio così: la vera età di Goku non è in realtà quella del bambino che avete conosciuto. Tempo fa è avvenuta una specie di metamorfosi nel suo corpo ed è quindi tornato piccolo. Immagino che vi possa suonare come qualcosa di inconcepibile ma è proprio così che è andata.
- Si fidi tartaruga Muten..- intervenne a quel punto Haibara. -..tra tutte le assurdità che ci sono capitate, questa in qualche modo è quella a cui facciamo meno fatica a credere. 😅 - implicitamente ironizzando sul fatto che venire a sapere di un adulto ritornare bambino fosse un film già bello che visto e molto familiare.
- Non è che involontariamente hai per caso dato l'APTX anche a Goku? 😏 - ironizzò Conan.
- Sei peggio di un baka, Shinichi! 😒 - gli rispose la sua amica.
Muten, ormai stremato, salutò quindi i tre superstiti e si diresse lentamente verso il mare per poter andare a riposare; ne avrebbe avuto proprio bisogno considerata anche la sua età bella avanzata. Fu a quel punto che Haibara ritornò momentaneamente su un argomento che i tre protagonisti stavano affrontando precedentemente quando si trovavano ancora sull'aereo:
- È come pensavo io quando ho detto che sei fissato con lui perché siete tanto diversi quanto simili. A parer mio voi due rappresentate equamente chi la forza combattiva (lui) e chi quella deduttiva (tu). Mi trovi d'accordissimo con te quando hai detto che la cosa migliore da fare è quella di chiedere aiuto a Goku, dal momento che sono più che certa che se voi due uniste le vostre forze non potrebbe fermarvi veramente più nessuno.
- Grazie per la fiducia Haibara!👍 Vedrai che così facendo finalmente l'incubo dell'Organizzazione giungerà al termine una volta per tutte. Ho deciso! Ho intenzione di fare squadra con Goku per poter sconfiggere definitivamente la banda degli Uomini in Nero una volta per tutte!
