«Voi due!» ringhia Hutch con affanno, raggiungendo la sommità con falcate faticose ma senza mai levare gli occhi di dosso a Bill e Doc e senza mai spostare la mira della sua carabina dalle loro facce. «Avete più di qualche spiegazione da dare» brontola. Bill accenna a spostare la mano alla fondina. «Via quelle manacce, iena!» quasi ruggisce, sollevando la mira puntandola fra le sopracciglia fulve. Bill esegue all'istante, facendo anche un paio di passi indietro per prudenza.
«Calma, bestione» interviene Doc in tono pacato, sollevando le mani a mostrare di non voler complicare oltre la situazione.
«Zitto, tu! Carogna… Che diavolo volevate fare con il mio oro, uh?! Pensi davvero di poter trattare con quel dannato serpente?»
Doc reclina appena la testa di lato e solleva di una frazione un angolo delle labbra. «Parti dal presupposto sbagliato. Tu vedi la tua cassa lì dove l'hai lasciata e supponi che sia esattamente com'era quando te ne sei andato. Puoi essere davvero certo che dentro ci sia il tuo prezioso oro?» spiega con tranquillità.
Bill dalla parte opposta sgrana gli occhi, poi li assottiglia. «Stavi cercando di giocarmi un brutto scherzo?» chiede, quasi incredulo della possibilità.
Uno sbuffo scivola fuori dalle labbra di Doc. È un suono che sa quasi di risata trattenuta. «Sul serio? Fai l'offeso con me? Ti sto solo ripagando con la tua stessa moneta.»
Bill fa scintillare le sue zanne al sole accecante. «Un tempo non ti saresti mai permesso di prenderti gioco di me in questo modo» sibila, trattenendosi a fatica dall'estrarre la pistola.
«Può darsi. Ma quello era un tempo in cui non mi avevi ancora sguinzagliato contro tutta la tua miserabile accozzaglia di idioti che chiami banda con la patetica scusa di vendicare la tua morte fasulla. Le prospettive cambiano. Lo puoi vedere tu stesso» mostra ragionevole, allargando le braccia a evidenziare la collina sulla quale sono al momento bloccati in quello scomodo stallo.
«E allora che diavolo pensavi di fare?» sbotta Hutch, già piuttosto stanco per quel battibecco infruttuoso.
Doc solleva le sopracciglia in modo significativo, sorprendendosi ancora una volta per quanto l'amico possa rivelarsi duro di comprendonio. «A te che sembra?» domanda retorico, facendo brevemente spaziare lo sguardo per l'altopiano brullo e soffermandolo alle spalle di Bill nel tentativo di far notare l'evidente a quello sciocco.
Hutch segue con titubanza la direzione degli occhi chiari di Doc e sembra ora notare per la prima volta un'altra cassa. Spalanca la bocca e si pietrifica per un lungo momento. «Sei fuori di testa» commenta allibito.
Sospira e scuote la testa frustrato. Pensare che si era persino preso la briga di avvertirlo delle sue intenzioni, dopo essere riusciti a nascondere l'oro recuperato. Si chiede, non per la prima volta, a che scopo sprecare fiato se quelli sono i risultati. Tanto sarebbe valso nasconderlo assieme all'oro, ben legato e soprattutto impossibilitato a intervenire a sproposito, con la concreta possibilità di mandare all'aria i suoi piani.
«Ti avevo già avvisato!» protesta sfibrato. «Ma tu agisci con il paraocchi, maledizione.»
«Sono fesserie. Non…» tenta invano di protestare Hutch, la bocca della carabina che oscilla senza troppo controllo sotto il suo avvilimento.
«Affatto. Hai un obiettivo e non prendi in considerazione la possibilità di variabili lungo la strada. Mi butti addosso l'informazione che la maledetta volpe è viva e ti aspetti che la ignori e mi prodighi per recuperare il tuo stupido oro!» gli urla addosso, gesticolando febbrilmente in direzione ora di Bill ora della cassa sepolta e ignorando le espressioni attonite di entrambi i suoi interlocutori a unico beneficio della sua pur giustificata rabbia.
«Voi siete pazzi» tiene a precisare Bill, valutando la situazione e le sue possibilità di uscirne sano e salvo.
«Zitto, tu!» lo aggredisce Hutch, sventolandogli contro la carabina. «E tu!» ringhia all'indirizzo di Doc. «Mi hai mollato senza un solo pensiero nelle mani di quel sadico bastardo solo per trascinare quello lì fin qui e farlo saltare in aria! Non sei per nulla migliore di me, nel caso te lo stessi chiedendo.»
«Non ho mai avuto la pretesa di esserlo» sibila assottigliando gli occhi. «Sei tu quello dagli ideali virtuosi» ritorce velenoso.
«Disgraziato!» si infuria definitivamente Hutch, facendo un minaccioso passo avanti e mettendo in allerta Doc.
Bill dardeggia velocemente lo sguardo da Hutch a Doc e, approfittando della distrazione di quest'ultimo per il movimento imprevisto di Hutch estrae agilmente il revolver dalla fondina e fa fuoco.
Purtroppo per lui Doc ha notato per tempo il rapido spostamento e si è scansato all'ultimo momento. Così quello che doveva essere un colpo indirizzato al suo petto si conficca invece nella sua spalla destra, facendolo ringhiare di dolore ma lasciandolo saldo sulle gambe.
Nel mentre Bill si è già prodotto in una mezza torsione dei fianchi e ha sparato una seconda volta con l'intento, se non di abbattere, per lo meno di rallentare i suoi due scomodi compagni di collina. Ma anche in questo caso l'azione non produce i risultati auspicati perché Hutch, affatto intenzionato a collezionare piombo, si fa scudo con la pala che aveva portato con sé in previsione del lavoro di dissotterratura della cassa, così che il secondo colpo va completamente a vuoto rimbalzando sul metallo incavato e rischiando di finire addosso a uno qualsiasi degli altri presenti, i quali prontamente si accucciano per schivare qualunque sciagura ci sia in arrivo.
Hutch, che a quel punto ne ha fin sopra i capelli di quella maledetta storia, perde le staffe una volta per tutte e, impugnato il tozzo manico della pala come si trattasse di un giavellotto, lo indirizza su Bill, scagliandoglielo contro con forza.
Bill si getta a terra con un grido strozzato, evitando di stretta misura il lancio che finisce strusciando e tintinnando alcuni passi più indietro. Poi si rotola con poca grazia nella polvere per scansarsi dalla traiettoria degli spari della carabina, stringendosi al petto il revolver per non smarrirlo nel tafferuglio. Un proiettile della carabina rimbalza a sua volta sulla pala sprigionando scintille. Bill si volta sulla schiena, pianta un tallone fra le pietre e mira su Hutch, lo manca di nuovo con il primo sparo mentre questi indietreggia ad ampi balzi ma con il secondo riesce a colpire il fucile e la mano che lo regge di striscio, finalmente disarmandolo. Gli rimangono due proiettili. Si blocca con le spalle sul terreno e riflette febbrilmente, tentando di stabilire se sarà in grado di ammazzare entrambi senza che abbiano il tempo di farlo a brandelli. Respira con affanno, tenendo l'arma puntata a turno su entrambi, e pensa.
Più lontano, leggermente spostato sulla destra, Doc trae brusche e rumorose boccate d'aria e sfarfalla le ciglia, tentando di schiarirsi la vista offuscata a causa del trauma per il colpo incassato, nel mentre preme con forza il palmo sinistro contro la spalla ferita, sperando di rallentare la perdita di sangue.
Hutch tiene d'occhio Bill con scrupolosa concentrazione e al contempo si augura che Doc decida finalmente di ammazzarlo e farla finita, ma in verità non ci fa troppo affidamento perché, a guardarlo bene, non sembra trovarsi nella condizione adatta per spedirlo una buona volta al creatore. Come spesso accade i suoi calcoli si rivelano del tutto inesatti poiché, al movimento di Bill che ha accennato a sollevarsi a sedere e, all'apparenza, si è deciso a usare almeno uno dei suoi due proiettili superstiti, Doc si muove con una rapidità ai limiti dell'umano che sorprende tutti e un momento dopo uno dei suoi coltelli trafigge la mano di Bill che impugnava la pistola.
Bill emette l'ennesimo singulto rauco e si porta la mano offesa al petto, mentre l'arma finisce quasi dimenticata nella polvere. Doc beccheggia sulle ginocchia e scuote la testa stordito, fatto che se non altro conferma i sospetti di Hutch sulle sue effettive condizioni fisiche. A quel punto Hutch si convince, nonostante tutto, di potersi permettere di recuperare la sua carabina finita qualche metro indietro. Tuttavia nel momento in cui la raggiunge e si china per afferrarla la situazione precipita spedendo il pensiero della sua arma molto in fondo alle sue priorità.
Un assordante boato deflagra alle sue spalle. L'imprevista onda d'urto di un'esplosione lo sbalza con violenza a diversi metri dal punto in cui era caduta la carabina, sballottandolo malamente sul terreno accidentato e provocandogli innumerevoli lividi e graffi assortiti. Atterra in modo brusco sulla schiena e l'ossigeno viene espulso con forza dai polmoni. Sbatte le palpebre, mentre ancora i timpani gli risuonano del fragore di pochi istanti prima. Grugnisce, esalando una lunga boccata d'aria polverosa. Tossisce e geme, massaggiandosi la testa e cercando di mettersi carponi. Il primo tentativo fallisce miseramente, facendolo crollare di nuovo a terra. Al secondo va meglio, e con i palmi delle mani fa forza sul pietrisco e si impone di rimettersi in piedi. Confuso, contuso, con gli abiti laceri e impolverati molto più di quanto non fossero al suo arrivo sulla collina, si guarda intorno, scorgendo devastazione. Un fremito di angoscia percorre il suo corpo maltrattato.
«Che accidenti…» borbotta ancora sfiatato.
E poi rammenta: la cassa di dinamite alle spalle di Bill. Sgrana gli occhi, spalanca la bocca e volta la testa con violenza, facendo schioccare con suono sinistro il collo. Sbianca, scorgendo i resti laceri di un corpo umano parzialmente sepolti sotto il pietrisco.
