Dolcemente trae a sé le redini e, poco per volta, il loro mezzo rallenta fino a fermarsi. Si volta indietro, prendendo atto ancora una volta che i suoi compagni di viaggio sono tutti più o meno allegramente persi nel mondo dei sogni. Con un poco di esasperazione scuote la testa.
«Doc? Ehilà, sveglia!»
«Stiamo andando a fuoco?» borbotta la voce strascicata di Maloney.
«No. Siamo al capolinea» avvisa asciutto.
Il dottore, un momento prima mezzo addormentato, spalanca gli occhi e si mette seduto in modo più brusco del previsto, procurandosi una vertigine.
«Ow» lamenta, premendosi un palmo sulla fronte.
«Sembrate un alcolizzato afflitto da un doposbornia. Ma non vi ho mai veduto bere una sola goccia di liquore.»
Maloney storce il naso al solo pensiero. «Per l'amor del cielo. Non parlatene neppure» protesta.
«Siete astemio?»
«Non direi. Sono reduce da un'orribile esperienza di disintossicazione. Che è poi il motivo per cui non oso neppure pensare di ingerire alcolici.»
«Oh… Merda» commenta Hutch, non per la prima volta chiedendosi per quale dannato motivo dovessero per forza capitare nello studio di quell'uomo, con tutti quelli esistenti in giro per il mondo. Tutta colpa di Bill dannato Sant'Antonio. «Beh, almeno non giocate d'azzardo. Non… giocate d'azzardo, vero?» si accerta, diffidente.
Al dottore sfugge un risolino divertito e un poco desolato. «No, niente ludopatia. Per vostra informazione non sono nemmeno un tipo violento, e neppure un pedofilo molestatore. Non siete felice?»
«Nemmeno un po'» ringhia scontento Hutch. «Avrei di gran lunga preferito che foste un noiosissimo medico di campagna, magari con moglie e figli, e un cane anche.»
«Direi che siamo ben lontani dall'obiettivo. Di certo è l'ultimo scopo della mia vita metter su famiglia, e coltivare un giardino dietro casa» soppesa, tremando all'idea.
«Su quest'ultimo punto avevo ben pochi dubbi. Pensare a voi con le mani e le ginocchia sporche di terra sembra abbastanza improbabile da rasentare il ridicolo.»
«Ne convengo» concorda appieno il dottore. «Quindi, se ho ben inteso, siamo alla stazione ferroviaria» vuole accertarsi.
«Quasi. Siamo poco fuori dal confine del centro abitato. Non sono esattamente un asso nel progettare, ma credo sia più prudente rimanere fuori vista fintanto che non saremo davvero pronti per imbarcarci. Dobbiamo anche stabilire come muoverci. Il carro ovviamente va lasciato qui, ma c'è comunque il problema di come sistemare Cat, per non parlare dell'oro» gli ricorda, sperando che abbia qualche buona idea. In caso contrario dovrà prendere in considerazione l'eventualità di svegliare Cat, e quella possibilità, beh, non è esattamente in cima alle scelte migliori da prendere.
«Uno di noi dovrà occuparsi di fare rifornimento di viveri e medicinali. Entrambi iniziano a scarseggiare. E serve procurarsi i biglietti per il viaggio in treno. Dovremo come minimo trovare uno scompartimento che possieda i letti. E… signor Bessy, temo che serva cambiare una minima parte di quell'oro con del denaro contante. Per quanto prezioso, l'oro è scomodo in più di un modo: attira attenzione, e non è quel che vogliamo, sbaglio?»
«Proprio no» concorda Hutch. «Allora voi vi occuperete del cambio. Io dei rifornimenti e della sistemazione.»
Maloney ammicca, stupefatto in modo non proprio piacevole. «E il motivo sarebbe?» indaga perplesso.
«Che avete un aspetto più rispettabile. Il che dimostra oltre ogni dubbio quanto limitarsi alle apparenze possa fregarti in più di una maniera» tiene a precisare.
«Mh… Non sono certo se essere compiaciuto oppure offeso» pondera, nonostante tutto divertito.
«Doc, potete pure rallegrarvene, ma io l'intendevo tutto fuorché come lode» fa presente.
«Già, lo immaginavo.» Si stringe nelle spalle. «Ma infine, poco importa. Farò quel che devo e tornerò da voi con i fondi perché possiate acquistare le provviste necessarie.»
Detto ciò non si prende la briga di attendere risposta e invece scende dalla vettura, recupera una manciata di monete e parte per la sua spedizione, lasciando dietro di sé un Hutch dubbioso ad attenderne il ritorno.
Un'ora dopo è ancora in attesa. Sospira, ben oltre lo stadio della frustrazione.
«Chissà che diavolo starà combinando» si domanda sfiduciato.
«Siamo arrivati?» lo distrae dall'attesa una voce roca poco distante.
«Ehi. Sei sveglio» si rallegra Hutch, avvicinandosi all'amico. «Siamo poco fuori paese. Ho spedito il dottore alla banca.»
Dalla bocca di Cat esce un suono strano, che non sa riconoscere con chiarezza. Sembra uno sbuffo annoiato, eppure vi è anche del cinico divertimento.
«Ed è tornato?»
«No. Spero che non l'abbiano ammazzato strada facendo» pondera seccato.
«Spero che non stia sperperando soldi e attirando attenzioni sgradite» rettifica il ragazzo.
Hutch replica con un brontolio sordo, foriero di gravi ripercussioni se mai le previsioni dell'amico dovessero rivelarsi veritiere.
«Quell'idiota. Ho scoperto che è un ex alcolizzato» lo informa, cupo.
«Cazzo» è l'unico, secco commento di Cat.
«Già» ringhia infastidito. «Tu come stai?» indaga a quel punto, lasciando da parte il pensiero irritante del loro dottore depravato.
Cat sembra prendersi qualche momento per riflettere con serietà sulla domanda postagli. «Mi sembra un po' meglio. Fa meno male e ho… la testa meno annebbiata.»
Sorride. «Bene. Avrai del tempo per riposare come si deve adesso. Sempre ammesso che Maloney non abbia combinato qualche casino, ovvio.»
«Ehi! Non ho combinato proprio nulla di male!» protesta l'appena sopraggiunto dottore, che si arrampica sul retro del carro raggiungendo i due intenti a calunniarlo.
«Che gradita sorpresa» lo accoglie Cat con tono marcatamente sarcastico, facendo sogghignare Hutch.
«Faccio come meglio posso per essere d'aiuto» si difende piccato.
«E anche per essere una fottuta spina nel fianco» aggiunge Hutch, mentre Cat annuisce in completo accordo con il giudizio dell'amico.
Maloney leva gli occhi al cielo e decide di soprassedere. Invece tende a Hutch le banconote che era stato incaricato di procurarsi, rendendogli chiaro che è il suo turno di darsi da fare.
«Vi ho compilato una lista di ciò che mi è necessario. Per quanto concerne le provviste alimentari lascio a voi la scelta. Buon viaggio» lo congeda seccamente, richiudendo la tenda del retro sul suo naso.
«Depravato» borbotta Hutch. Volta le spalle al carro, recupera il cavallo (quello nero, sempre lietissimo di averlo come nuovo padrone) e si incammina verso il centro abitato, deciso a recuperare tutto l'essenziale più in fretta possibile e rientrare prima che uno dei due abbia deciso di trucidare l'altro.
