Non lo sa perché continua a tornare lì. C'è qualcosa, però; qualcosa che gli sussurra di rimanere nei paraggi per… Per quale motivo? Lo ignora. Eppure è di nuovo accanto alla minuscola abitazione di quell'uomo. È una follia. Sa che lo è. L'ultima volta si è quasi fatto prendere, per la miseria! Per di più la sua dispensa non è neppure fra le più fornite dei dintorni e sta correndo il rischio di far morire di fame entrambi. Ma è di nuovo lì, e non sa che fare. No, a dir la verità lo sa quel che sta facendo: lo sta aspettando. Lo ha osservato mentre tornava dopo essersi incontrato con certa gente che ha giudicato per nulla raccomandabile, poi lo ha osservato uscire di nuovo, questa volta con un bagaglio appresso. E ora sta attendendo che faccia ritorno. Lo ha già detto che è una follia, vero? Se dovesse trovarlo nei paraggi, se la passerebbe davvero male. E se poi dovesse scoprire che lo tiene d'occhio… Non vuole neppure immaginare come potrebbe reagire. Sembra così grosso. Ma che sta dicendo: è grosso, non lo sembra solamente. Probabilmente lo spiaccicherebbe come un moscerino insignificante con un solo ceffone.

Sospira, sistemandosi meglio tra i rami dell'albero sul quale si è appollaiato per poter meglio tenere sott'occhio la strada senza correre il rischio di mostrarsi. Un fastidioso crampo allo stomaco lo fa tendere. Sbuffa, dimenandosi con cautela. Torna a osservare la strada e i paraggi, poi la piccola abitazione, di nuovo la strada, infine l'orizzonte. Il sole sta calando. Tra non molto scenderà la sera. Chissà se l'abitante della casetta farà ritorno prima che cali il buio. Non sa con certezza se augurarselo oppure sperare che rimanga lontano ancora un po'. Sì, beh, ha chiaramente dei seri problemi, che purtroppo non si limitano al suo stomaco vuoto. Forse dovrebbe far visita a una dispensa più fornita; se non altro risolverebbe il suo problema più semplice e immediato.

Di nuovo si guarda intorno. Magari quell'abitazione in fondo alla strada, quella più grossa, con un piccolo portico all'entrata e uno più grande sul retro. Sì, quella di certo avrà una quantità maggiore di provviste, e forse neppure si accorgerebbero se manca qualche cosa, o almeno non subito. L'uomo che abita nella casetta lo ha notato al volo, invece, e si è messo ad annusare in giro come un segugio e a tendere sciocche imboscate nella speranza di beccarlo. Come se davvero potesse cadere in tranelli così sempliciotti.

Un altro sospiro. Un ennesimo crampo allo stomaco. Digrigna i denti e riflette. Ha davvero fame. Ma se facesse ritorno mentre è lontano per la sua spedizione di ricerca di cibo? Cruccia le sopracciglia, incerto. Perché dovrebbe importargli se quell'uomo dovesse tornare a casa in sua assenza? Non capisce. Odia non capire. Al diavolo! Troppa fame, non riesce più a pensare in maniera lucida. Tornerà più tardi a sorvegliare la casetta di quell'uomo (ma perché, dunque?!).

«Ti avevo detto che non mi serviva nessun aiuto! Ma è chiaro che sei sordo, José. E pure idiota, a peggiorare tutto!»

Ha un soprassalto, che non è affatto una buona idea quando ti trovi in bilico su un ramo. Ma sfiderebbe chiunque a restare impassibile e non reagire in alcun modo se all'improvviso e dal nulla quel cavolo di bestione arriva (alla buon'ora!) strepitando come e peggio di un venditore ambulante di mercanzia truffaldina. Rimane appostato in ascolto per capire quel che può essere accaduto per averlo messo così di malumore.

«Avrebbe potuto creare problemi» cerca di giustificarsi il tizio che gli sta alle calcagna.

«Benissimo! E invece sei tu ad avermene creati. Ma che fortuna!»

«Alla fine però si è risolta» tenta di nuovo.

«José…»

«Eh?»

«Preferisci sparire all'istante, oppure preferisci che ti stacchi la testa dal collo e mi tolga per sempre il pensiero della tua inutile e seccante presenza?»

«Ehm…» Prima che abbia il tempo di prendere una decisione, la porta della casetta si apre e poi si richiude sbattendo con violenza davanti alla sua faccia perplessa.

Ciò nonostante il signor José non sembra in grado di afferrare il concetto del benservito appena ricevuto, così torna alla carica bussando. Oh, non gli garberebbe proprio per niente trovarsi nei suoi panni, per nessun motivo al mondo. Il tizio grosso ha una tale espressione che promette gran brutte cose. Si chiede come faccia questo José a non aver chiara quella semplice nozione: se ti sbattono la porta sul muso dopo averti minacciato di morte, tu ovviamente togli il disturbo, non insisti per proseguire nella conversazione. Fila il ragionamento? Beh, pare proprio di no. Il signor José deve avere molti problemi, sicuramente più di quanti ne abbia lui, che pure non è messo benissimo.

Ecco, ora hanno pure ripreso a litigare, dopo che il tizio grosso si è deciso a riaprire la porta per capire cosa diamine ci facesse ancora lì impalato il signor José. Chissà se finirà sul serio con l'ammazzarlo, a un certo punto. Immagina che, tutto sommato, se la sarebbe anche cercata, questo è poco ma sicuro. Si mette più comodo sul suo ramo e rimane a osservare lo svolgimento della lite con una certa curiosità. In qualche modo ha l'impressione che scoprire l'epilogo di quella storia sia importante, anche se non saprebbe spiegarne il motivo.

Scuote la testa, mentre i due là dentro scuotono invece la casetta. Spera solo che non facciano a pezzi anche la dispensa, oltre a tutto il resto. Conteneva ancora delle cose piuttosto interessanti, tipo un paio di chorizo stagionati, o quella piccola forma di formaggio che ha volutamente ignorato (anche se con molta fatica e parecchi rimpianti). Gli dispiacerebbe molto se andassero rovinati.

Ha un altro brusco sobbalzo quando le voci si alzano più ancora e il tizio grosso lancia un urlo abbastanza spaventoso. Per poco non casca sul serio dal suo ramo, questa volta. Neppure quando lo ha centrato con il coltello lo ha sentito gridare in quel modo. Diamine, dev'essere proprio furioso. Oppure è accaduto qualcosa di brutto?

Non deve attendere a lungo per scoprirlo. Meno di un minuto dopo la piccola finestra, che un momento prima dava sulla penombra della camera principale della casetta, prende a risplendere di luce mutevole e cangiante, dalla porta socchiusa scivola fuori del fumo, poi l'uscio si spalanca con violenza e il signor José schizza via, veloce e terrorizzato come una lepre con un coyote affamato alle calcagna.