Entrambi andarono a letto sentendosi così leggeri che sembrava loro di fluttuare su una nuvola.

Erano felici perché le cose nel loro piccolo erano tornate alla normalità.

Come al solito era molto tardi e, mentre stavano per prendere sonno, un urlò squarciò la notte.

Tutto il personale fu in piedi in tempo 0.

La signora Hughes aprì la porta di comunicazione tra i settori e tutti insieme (chi nervoso, chi arrabbiato, chi impaurito) seguirono la voce.

Era il signor Lang. Vedere gli ufficiali a Downton lo aveva reso più sensibile e instabile del solito, tanto che quella notte aveva sognato di essere tornato al fronte.

Il signor Carson era riuscito a svegliarlo e la signorina O'Brian si era precipitata al suo fianco per aiutare.

La governante era sconcertata mentre assimilava più dettagli che poteva.

Non aveva mai visto la cameriera personale di Sua Signoria essere cosí pronta e gentile nei confronti di un altro essere umano.

Non aveva mai visto un uomo così terrorizzato da qualcosa.

Ma soprattutto non aveva mai visto il signor Carson così bello, gentile e premuroso, specie a quell'ora di notte in pigiama e vestaglia.

Adorava quel ricciolo e si chiedeva quando avrebbe potuto rivederlo dallo scontro Thomas VS William.

Il maggiordomo intanto aveva gli stessi identici pensieri.

La signorina O'Brian era così dolce e affabile col povero uomo.

Il valletto era spaventato come un bimbo durante il temporale.

E la signora Hughes nella sua vestaglia fantasia bianca e rossa era bellissima.

L'immaginazione dell'uomo era forte, e nonostante fortunatamente l'abito di lei fosse accollato e la sua stessa vestaglia spessa, ci fu un enorme movimento sul davanti che i colleghi avrebbero visto con facilità.

Uscirono dalla stanza e lui, sempre cavaliere la fece passare avanti, per non farle vedere la sagoma del suo orgoglio maschile che tendeva nei pantaloni e per dare una sbirciata al suo lato b.

I suoi capelli, raccolti in una traccia, lo sfioravano dolcemente a ogni passo.

Dio quanto voleva toccarla!

"Povero uomo" disse tristemente la donna.

Il maggiordomo si scosse dai suoi pensieri impuri pensando a quanto lei fosse dolce.

"Già ... deve averne viste di ogni"

"Beh abbiamo qualche altra ora di sonno" disse sopprimendo uno sbadiglio.

"Buona notte signora Hughes" disse amorevolmente.

"Buona notte. A tra poco"

Entrambi avevano ora materiale per i loro sogni e sarebbe durato per un po!

Ore dopo erano tutti tirati a lucido in un comitato di benvenuto per il generale Stratt.

Thomas si comportava come Dio in terra e Carson lo guardava con un misto di derisione e rispetto.

Derisione perché il giovane era convinto di essere a capo di qualcosa solo perché abbaiava ordini a destra e sinistra, rispetto perché comunque per l'età sembrava aver trovato un lavoro che gli cadesse a pennello, senza creare troppi problemi.

Diversi stati d'animo aleggiava o tra le mura di Downton:

Isobel rischiò di mettere tutti in imbarazzo con la sua presunzione, e Mary raccontò a Lavinia i sospetti di nonna e zia.

Daisy era terrorizzata della proposta che William secondo lei le avrebbe fatto a breve e la signora Patmore le disse senza mezzi termini di accettarla.

Durante il giro, Edith dimostrò di fare per i pazienti molto più di Sybil, Isobel e la famiglia messa insieme (tanto che a cena ebbe un riconoscimento davanti a tutti).

Quel pomeriggio, in un attimo di pausa subito dopo l'ora del tè, nella sala della servitù si ritrovarono Daisy, la signora Patmore, la signora Hughes e William.

Il ragazzo stava esprimendo i suoi pensieri circa l'andare in guerra, dicendo che non aveva paura, e le tre donne avevano sentimenti contrastanti.

Daisy era troppo giovane e troppo ingenua per capire, preoccupata sì che l'amico potesse farsi male ma ancor più presa dai suoi stessi sentimenti.

La signora Patmore era commossa alle lacrime, in quanto ricordava il nipote.

La signora Hughes invece non si permetteva di mostrare i suoi sentimenti. Aveva già perso Gwen ed era ben consapevole che avrebbe potuto non rivedere più il giovane se le cose fossero andate male.

Inoltre sentire tirar in ballo la madre del giovane l'aveva rimessa al suo posto, ricordandole che forse non aveva il diritto di provare certe cose.

"Quando abbiamo salutato il nostro Archie ricordo..."

La cuoca si soffocò con le lacrime, non solo rimembrando di averlo perso ma per come lo aveva perso.

Non si era soffermata a pensare che era lo Stato che serviva che glielo aveva tolto brutalmente, e non una pallottola nemica.

Non gli avevano dato una chance, un aiuto, come la CASA aveva dato al signor Lang.

La governante la spinse a continuare a parlare, perché spesso esternare le cose aiuta più che tenerle sepolte dentro di noi.

"Che cosa ricordate signora Patmore?" disse gentilmente.

Poi quando la collega la guardò, lei continuò:

"Ve lo dico io... voi ricordate un ragazzo per bene che si è arruolato prima del precetto e che ha dato la vita per il suo paese. Perché oggi sarebbe vivo e vegeto se non avesse scelto di andare in guerra"

Stava parlando con la sua amica ma sotto sotto parlava anche con William, un ultimo disperato tentativo di farlo ragionare.

"Ha ragione!" esclamò Daisy e la cuoca al sentire quelle parole sorrise.