Il giorno successivo, la vita sembrava tornata normale a Downton.
A parte il signor Gordon che dava di matto davanti a tutti, le due Lady Grantham andarono dalla cugina Isobel sperando che avesse accettato l'idea di fare qualcos'altro ora che la guerra era finita, restituendo così la villa ai proprietari.
La signorina O'Brian parlava di Vera Bates nella sala della servitù nel momento in cui Jane tornò da un incontro per vedove di guerra.
Quando la donna provò a parlare con Daisy, la giovane sguattera si rifiutò per la seconda volta.
"Vuole farmi passare per una vedova di guerra. Ma io non lo sono. Lo sapete tutti. Ho sposato William sul letto di morte e quindi non conta. Non sono stata onesta con lui. Credeva che lo amassi ma non lo amavo, non come lui amava me. Non avrei mai dovuto accettare di sposarlo solo per.."
Nella sala non volava una mosca.
Se solo la guerra fosse finita prima William sarebbe lì con loro.
Il signor Carson era rimasto con la testa voltata verso la ragazza per tutto il tempo ma non la stava guardando direttamente avendola alle spalle.
Non poteva dar torto alla ragazza né dire nulla.
Infondo la capiva.
Lei aveva voluto bene al giovane ma non ne era innamorata, unico motivo per il quale la gente (almeno del loro status) dovrebbe sposarsi.
Se William fosse stato vivo e non si fossero sposati quando lo avevano fatto, certo avrebbe dovuto rifiutarlo, e questo avrebbe reso le loro vite miserabili anche al lavoro.
Se la guerra fosse finita dopo il loro matrimonio e lui fosse rimasto vivo, sarebbero stati entrambi infelici. Così vicini eppure così lontani.
Era come si sentiva con la signora Hughes, in un limbo.
Avrebbe potuto dirle i suoi sentimenti ora che stava per trasferirsi?
O avrebbe dovuto tacere?
Cosa aveva da offrirle?
In realtà non si stava ritirando in pensione, stava cambiando luogo di lavoro, e lei non era stata chiamata nell'altra casa.
Poteva sottrarre a Downton la governante oltre che sé stesso?
Ad Haxby avrebbero accettato la presenza della signora Hughes? Come sua moglie per giunta?
Ma soprattutto... Elsie avrebbe accettato, tanto di cambiare casa quanto di sposarlo?
Che provasse dei sentimenti per lui era chiaro per il maggiordomo, ma se fossero come quelli di Daisy per William non lo avrebbe sopportato.
Non avrebbe mai voluto costringerla a dire sì, né metterla in imbarazzo con un no.
Preferiva lasciare le cose come stavano, magari sperando che il tempo fungesse da guaritore, piuttosto che perderla definitivamente anche come amica e confidente.
Del resto, lui stesso ancora doveva decidere il da farsi.
Il pensiero che lei lo dimenticasse o, peggio, qualcuno la reclamasse (il dottore o qualcuno del villaggio, un valletto o un ospite, il nuovo maggiordomo, o un ex corteggiatore) lo colpì profondamente.
In quel momento, la signora Hughes interruppe Daisy:
"Sposare William è stato un atto di grande bontà"
Si voltò a guardare la donna che amava e quelle parole lo sciolsero e lo fecero decidere.
NON le avrebbe detto nulla.
Avrebbe continuato ad amarla fino alla fine dei suoi giorni in silenzio, perché altrimenti anche lei avrebbe mostrato BONTÀ, ma la bontà non è amore.
Con questo in mente, decise di ritirarsi fino all'ora di cena nella sua dispensa.
"Signor Carson?" bussò il signor Bates più tardi.
"Avanti, dite pure"
"Sua Signoria mi ha chiesto di darvi questo" disse porgendo un biglietto al maggiordomo.
"Grazie... ah lasciate pure la porta aperta"
Appuntò la nota nello spillone e tornò al registro dei vini.
Poco dopo sentì i passi familiari della governante e sperò lo superasse ma non ebbe questa fortuna.
"La cena sarà servita tra un minuto" disse la voce angelica entrando nella dispensa.
Lui alzò lo sguardo e la squadrò da capo a piedi.
Era così bella, e la luce della lampada la rendeva più affascinante.
Non riusciva a sostenere il suo sguardo e il suo lieve sorriso così abbassò gli occhi e disse, senza guardarla, la prima cosa che gli venne in mente:
"Abbiamo messo insieme una buona cantina...non dico che sia leggendaria, ma non è neanche poi così malvagia"
Per un momento alzò gli occhi e si ritrovarono con la stessa espressione sul viso, fissandosi e con le labbra tirate. La tristezza scritta sui loro volti.
Ritirò nuovamente lo sguardo, chiuse il registro e lo strinse a sé.
'Dille qualcosa, qualsiasi cosa. Non parlare del vino dannazione ...'
Come sempre fu la signora Hughes ad avere il coraggio di affrontare l'elefante nella stanza:
"Immagino che abbiate deciso?!"
Era ovvio dal suo atteggiamento che avesse fatto una scelta e quella domanda per lei fu più straziante di quella sulla famiglia.
"Credo di si" disse faticando ad alzarsi. Era come se volesse assorbire tutta Downton prima di lasciarla, comportandosi al rallentatore.
Lei rimase immobile, con le mani giunte per non far vedere che tremavano.
"Si credo di aver deciso"
Lei lo fissava per ricordare ogni dettaglio della sua persona, anche se le faceva male vederlo così spaurtito, mentre lui guardava ovunque tranne lei.
Se lo avesse fatto, Elsie avrebbe letto i suoi sentimenti.
Solo un secondo alzò lo sguardo per riabbassarlo subito mentre diceva sommessamente:
"Ma l'ho fatto con la morte nel cuore signora Hughes"
'Deve pensarmi un volta gabbana. Proprio in questa stanza le dissi che i Crawley erano la mia sola famiglia e che non li avrei mai lasciati e ora guardami. Sì, aiuterò Lady Mary ma era necessario?'
Più lui si avvicinava più lei trovò di non riuscire a guardarlo.
La luce tenue, il suo profumo, le stavano facendo venire il magone.
Si voltò da lui e indietreggiò:
"Proprio quando pensavamo di tornare alla normalità!"
Doveva uscire da questa stanza al più presto prima di rendersi ridicola.
Il signor Carson fece un passo avanti, squadrandola ancora, non pronto a lasciarla andare, e fece una cosa che non avrebbe mai fatto se fosse stato sano di mente e non malato d'amore: fece lo sbruffone.
"Non ditemi che vi mancherò?!"
Si sarebbe sparato appena le parole gli uscirono dalle labbra ma oramai il gatto era fuori dal sacco, non rimaneva che aspettare, con un sorriso stupido sulle labbra.
Come scottata lei si voltò. Per un secondo si sentì offesa da quella domanda, come se i suoi sentimenti non volessero nulla.
Poi però alzò lo sguardo su di lui e decise di essere sincera.
La signora Hughes non diceva mai bugie solo che a volte c'erano cose che non diceva, come il suo amore per lui.
'Se vuoi la verità te ne darò una parte, vecchio sciocco'
Con voce leggermente tremante disse guardandolo negli occhi:
"Ebbene sì signor Carson!"
Il suo sguardo però non le permise di continuare a fissarlo, così lo abbassò e aggiunse:
"E anche molto! E non mi costa nulla dirvelo"
'Non è vero Elsie sei una bugiarda! Hai il cuore spaccato in mille pezzi, e ora non puoi nemmeno correre in camera a piangere'
Si costrinse ad alzare gli occhi.
"Grazie. È molto importante per me" le rispose fissandola.
'Tu sei molto importante per me. Ti amo e se sapessi che oltre alla bontà ci fosse l'amore per me, te lo direi...'
Si fissarono alcuni secondi interminabili e si abbozzarono un sorriso finché la signora Patmore non chiamò tutti a tavola.
