Nel precedente capitolo: dopo aver incontrato, nel Deserto della Quiete, un famoso divulgatore televisivo, Anita e Carlos hanno ottenuto un Fossilpiuma e un Fossiltappo mentre Ash ha catturato un Darumaka con delle difficoltà nel gestire la sua abilità Tuttafretta.

Incontri e scontri ad Austropoli

In uno dei numerosissimi edifici del quartiere amministrativo di Austropoli, il CEA, si trovava la sede dell'Associazione Lega Pokémon.

In quell'edificio venivano convocate le riunioni tra i diversi Membri della Lega Pokémon, in cui venivano prese le decisioni più importanti riguardo tutto ciò che concerneva le lotte in Palestra e i conseguenti tornei della Lega Pokémon che venivano disputati annualmente.

Oltre a questo, il Consiglio si occupava di nominare e ratificare nuovi Capipalestra, di sospenderli e riabilitarli dal loro ruolo e di organizzare la difesa della regione di Unima dalle catastrofi.

Solitamente quello che avveniva all'interno di quell'edificio non destava mai l'attenzione del grande pubblico. Ma quel giorno la situazione era completamente diversa.

Decine e decine di giornalisti si erano accalcati di fronte alle porte di quell'edificio, rendendo quasi impossibile l'accesso ai Capopalestra, ai Superquattro, alla Campionessa Iris e ai rappresentanti dell'Associazione Lega Pokémon.

Diverse Agenti Jenny avevano fatto cordone per permettere a tutti di entrare, cercando di allontanare i giornalisti e le loro domande. Al momento giusto sarebbero arrivate tutte le risposte del caso.

Il gruppo raggiunse un ampia sala, con al suo interno un tavolo dalla forma ovale circondato da diverse sedie. Capipalestra, Superquattro e la Campionessa si accomodarono. Due dei Superquattro si sedettero a destra di Iris, gli altri due alla sua sinistra. I Capipalestra si disposero a loro volta nei posti restanti. Infine presero posto un'Agente Jenny e un'Infermiera Joy. Davanti ad ogni presente un tablet e una bottiglietta d'acqua fresca.

Appena tutti presero posto, un inserviente, un uomo sulla trentina, capelli arancioni e occhi dello stesso colore, della barba rasata, vestito in giacca e cravatta entrò nella stanza. Teneva in mano un plico di documenti. «Questi sono gli ordini del giorno.» Spiegò, scaricando la pila sul tavolo, che tremò dal gran peso di quei documenti.

«Tuttavia, la questione più importante e il motivo per cui tutti quei giornalisti sono qui è un altro.» L'uomo si allontanò dalla stanza per alcuni istanti, per poi tornare con in mano una cartella verde.

«Come sapete Artemisio, che non è qui presente, è stato automaticamente sospeso dal suo ruolo di Capopalestra, nel momento in cui è stato arrestato. La Legge ha fatto il suo corso, dichiarando che è stato vittima degli eventi e dichiarando la sua innocenza. Il giudice ha stabilito che sarebbe stato vostro compito decidere il suo destino.» Spiegò l'uomo prima di allontanarsi e chiudere la porta dietro di sé.

«Sentite… qualsiasi cosa sia finiamola il più rapidamente possibile. Devo tornare a lavoro al più presto.» Si lamentò un uomo sulla cinquantina, dalla corporatura robusta.

Aveva i capelli castano scuro e delle grosse basette dello stesso colore dei capelli.

Indossava dei pantaloni marroni a zampa, con il cavallo turchese, un gilet dello stesso colore dei pantaloni che copriva in parte una camicia rossa. Indossava un grosso cappello bianco con una fascia gialla. Il suo sguardo era posato su di un vecchio telefono a tasti, mentre era intento a rifiutare una chiamata di lavoro dopo l'altra.

«Non fare così Rafan. Sai bene che per queste decisioni è richiesta la presenza di tutti. Poi, una volta che avremo preso la decisione sul futuro di Artemisio, potrai andare. Ma non sono sicura di quanto ti convenga, con tutti quei giornalisti assetati di notizie.» Lo riprese Aloé. L'uomo sbuffò, rimettendo il telefono a posto.

Risolta la parentesi, a prendere la parola fu un uomo sulla sessantina, capelli bianchi e barba dello stesso colore, dalla forma piuttosto scolpita. I suoi occhi, dal colore giallo, avevano un non so che di felino.

Indossava una camicia bianca con le maniche arrotolate e dei pantaloni grigi, tenuti su da delle bretelle viola, come i guanti e le scarpe. Al collo un gioiello viola scuro.

«Come immagino tutti voi sappiate, il Consiglio della Lega Pokémon è qui riunito per decidere le sorti del Capopalestra Artemisio, a seguito dei fatti che lo hanno visto coinvolto nella vicenda giudiziaria che ha portato all'arresto di Hiroshi Amon. La legge prevede che, in caso di indagine nei suoi confronti, un Capopalestra viene sospeso in automatico dal suo ruolo. Qualora la giustizia dovesse provare la sua innocenza, è nostro compito valutare se riammetterlo al suo ruolo o avviare le procedure per trovare un sostituto. Come prima cosa…» Ricordò l'uomo.

«Non serve che ricordi perché siamo qui, nonnino. Piuttosto… mi sembra che stiate discutendo sulla possibilità di assumere un undicesimo Capopalestra…» Una giovane dai capelli bianchi interruppe l' una lunga maglietta a strisce orizzontali viola e verdi. Era mezzo sdraiata, coi grossi scarponi poggiati sul tavolo. «Velia! Ti sembra questo il modo di rivolgerti ad un collega più anziano?» La riprese Aloé. «E poi ti sembra questo il modo di presentarti ad una riunione ufficiale? Togli subito i piedi dal tavolo!» La riprese. «Pure la mammina si mette a difendere il nonnetto,adesso!» Rispose la giovane, sprezzante delle conseguenze. «Se proprio ci tieni a sfidarmi, almeno aspetta che finisca questa riunione, dato che per te è così importante! Per quel che mi riguarda, se è innocente, può tornare al suo posto.» Detto questo, la giovane prese il suo Smart Rotom e si mise a navigare sui vari social, non prestando particolarmente attenzione alla discussione tra i colleghi e gli altri membri dell'Associazione.

«E poi Artemisio e Aloé sono i soli Capipalestra ad essersi scontrati con il Team Plasma. Non dimentichiamolo. Il loro contributo può essere fondamentale se vogliamo sconfiggerlo. Non possiamo permettere che il suo prezioso contributo venga perso per delle indagini che non hanno portato ad altro che alla sua innocenza.» Un altro Capipalestra si aggiunse alla conversazione. Un uomo dall'età indefinibile, dai capelli azzurri, abbastanza lunghi, tenuti in parte in una treccia. Indossava una sorta di fascia azzurra che gli copriva gli occhi e una sorta di abito dello stesso colore.

«Tranquillo, non preoccuparti di questo, Silvestro. So quanto tu ci tenga alla nostra immagine e so quanto tu desideri sconfiggere il team Plasma. Ma qui la situazione è molto delicata. Dovessimo riammetterlo subito, il Team Plasma potrebbe compiere delle rappresaglie.» Ricordò Aristide. «Ma, d'altra parte, non dovessimo riammetterlo, potrebbero fare lo stesso giochetto con qualcun altro di noi e, alla fine, molti cittadini potrebbero perdere fiducia nei nostri confronti e sarebbe la fine. Il Team Plasma potrebbe agire indisturbato. Detto questo, e, se nessuno di voi ha altre considerazioni da fare, possiamo aprire le votazioni. So che sapete come funziona, ma è sempre meglio ricordare che ogni Capopalestra e ogni membro della commissione, a eccezione dei Superquattro, esprime un singolo voto. Il voto dei Superquattro vale per due e il Campione o la Campionessa ha il diritto di veto.» Aggiunse poco dopo.

Non sentendo alcuna risposta, l'uomo armeggiò con il tablet davanti alla sua postazione per alcuni istanti. Dopo non troppo tempo, anche i tablet di tutti i presenti si attivarono.

Sullo schermo era formulato il breve quesito al quale si sarebbe dovuto rispondere:

"A seguito della prova della sua innocenza da parte delle autorità giudiziarie, ritieni che Artemisio Boug, debba essere reintegrato nel suo ruolo e nelle sue funzioni di Capopalestra della città di Austropoli?"

Sotto la domanda, tre riquadri, uno con la scritta "Si" uno con la scritta "No" e un terzo riquadro vuoto, da premere in caso di astensione.

Non ci volle troppo tempo prima che i risultati della votazione divenissero evidenti a tutti. Artemisio era stato riammesso nel suo ruolo. Nessun voto contrario, nessuna astensione.

«Bene, ora che abbiamo risolto questa cosetta, direi che possiamo occuparci delle cose più serie. Oppure hai paura?» Velia si rivolse ad Aloè con aria di sfida. «Una Capopalestra non rifiuta mai una lotta.»

Le rispose Aloè, pronta a dare una lezione alla collega più giovane. Gli altri membri della commissione non poterono fare altro che accettare la situazione.

Tutti i presenti si diressero verso gli ascensori, per raggiungere uno dei piani superiori dell'edificio, dove si trovava un

campo lotta, con tanto di spalti.

Di solito quel campo era utilizzato per esaminare i nuovi Capipalestra, ultima tra questi proprio Velia, ma in quel caso il campo avrebbe ospitato un confronto diverso, un confronto in cui quello che realmente contava era unicamente l'orgoglio.

Come se fosse una qualsiasi lotta contro una qualsiasi sfidante, Aloé impostò l'arbitro elettronico.

«La lotta di allenamento tra la Capopalestra Aloè e la Capopalestra Velia ha inizio. Sarà una lotta uno contro uno. Vince chi riesce a sconfiggere il Pokémon avversario.» Spiegò l'arbitro elettronico. «Mandate in campo i vostri Pokémon!» Dichiarò l'arbitro elettronico.

«Garbodor! Tocca a te!» Velia mandò in campo un grosso Pokémon dall'aspetto di un cumulo di rifiuti, con un sacchetto della spazzatura strappato in testa, che gli scende fino ai piedi formando una specie di mantello. Il corpo del Pokémon era ricoperto di placche rosa e azzurre. Aveva delle braccia molto lunghe dalla forma diversa: il braccio destro aveva tre dita di plastica all'estremità mentre il sinistro era semplicemente formato da un tubo coperto da immondizia. Le orecchie erano delle piccole sfere irregolari collegate alla testa tramite altri tubi di plastica. La sua bocca era piccola e formata da sei denti, tre di sopra e tre di sotto, collegati tra di loro.

«Io invece lotterò con te! Ursaring!» Aloé mandò in campo un Pokémon che assomigliava particolarmente ad un grosso orso bipede. La sua pelliccia marrone rivestiva l'intero corpo, tranne che il naso nero, la parte interna dell'orecchio, i polpastrelli sui piedi e un anello giallo sullo stomaco. La pelliccia sulle spalle, rispetto al resto del suo corpo era molto ispida rispetto al resto del corpo. Ogni zampa aveva tre artigli. La sua coda era piccola e gonfia.

«La prima mossa spetta a Velia!» Dichiarò l'arbitro elettronico.

«Non sprechiamo tempo! Mostriamo subito la nostra forza! Garbodor! Usa Velenogas!» Il Pokémon Discarica generò una nuvola di gas violaceo dall'odore nauseabondo e la scagliò in direzione del suo avversario.

«Ursaring! Schiva!» Il Pokémon Letargo si scostò dalla traiettoria di quella nuvola di gas, riuscendo ad inalare solo una piccola parte. «E ora è il nostro momento! Attacca con Forza Equina!»

Il corpo del Pokémon Letargo venne avvolto da un'aura arancione, mentre si muoveva a grande velocità contro l'avversario, pronto a colpirlo con una forza devastante.

«Tipico del tuo modo di lottare, attaccare direttamente gli avversari!» Commentò Velia. «Ci faciliti non poco le cose. Garbodor! Chiudiamola con Sporcolancio!» Il Pokémon Discarica generò dagli arti superiori un raggio di energia dal colore argenteo, che rapidamente si trasformò in un sacchetto della spazzatura, che venne scagliato contro l'Ursaring avversario, poco prima che il Pokémon Letargo scagliasse il suo attacco. Sul muso del Pokémon Letargo comparve un lieve alone violaceo. «Proprio come mi aspettavo, Sporcolancio di Garbodor non manca mai di avvelenare il suo avversario.» Commentò Velia in tono sprezzante. «Fossi in te, non ne sarei tanto felice.» Commentò Aloé. l'esperta di Pokémon di tipo Normale non fece quasi in tempo a completare la frase, che il Pokémon Discarica venne scaraventato dall'avversario con una violenza inaudita, contro uno dei muretti che delimitava il campo di lotta.

«È l'abilità Dentistretti di Ursaring. Se è avvelenato, paralizzato o bruciato, i suoi attacchi diventano molto più potenti.» Le spiegò Aloé. «È uno dei limiti della tua strategia.» Aggiunse poco dopo.

«Ne sei sicura? In realtà sta andando tutto secondo i miei piani.» Le rispose Velia. «Garbodor ha subito un duro colpo, ma è ancora perfettamente in grado di lottare. E di sferrare la nostra mossa speciale! Garbodor, usa Velenoshock!» Da una delle dita di plastica del Pokémon Discarica cominciò a sgorgare un liquido violaceo, che in alcuni istanti raggiunse una forte pressione. «Ursaring, usa Riposo!» Ordinò Aloé. Il Pokémon Letargo chiuse gli occhi, e rapidamente l'alone violaceo sul suo muso scomparve. «Ma come è possibile? Velenoshock avrebbe dovuto sconfiggerlo…» Velia sembrava affranta.

«E ora usa Sonnolalia!» Gli artigli del Pokémon si allungarono a dismisura, mentre vennero avvolti da un alone violaceo. «Avevo omesso il piccolo particolare che il mio Ursaring può sfruttare la sua abilità anche quando è addormentato.» In pochi istanti il corpo del Pokémon discarica venne dilaniato dagli artigli affilati del suo avversario, fino a quando non emise una potente onda d'urto che scagliò il grosso orso dal lato opposto del campo di lotta. Ursaring, sia pure un po' malconcio, era ancora in grado di lottare. «Quello era il nostro ultimo asso nella manica, l'abilità Scoppio di Garbodor.» Commentò la giovane, coprendo il verdetto dell'arbitro elettronico, che diede la vittoria ad Aloé.

Poco dopo le due fecero rientrare i due Pokémon nelle rispettive Poké Ball. Aloé era felice del risultato, e in cuor suo sperava che la pesante sconfitta avesse fatto almeno riflettere la giovane. Velia, tuttavia fu di altro avviso. "Devo migliorare. Non posso essere così prevedibile!" Pensò.

Dalla decisione del consiglio all'ufficiale riabilitazione non passò molto tempo, si può dire che, per Artemisio si trattò di una semplice formalità.

In seguito alla riabilitazione di Artemisio nel suo ruolo di Capopalestra, era giunto per Anita il momento della sua terza lotta in palestra. I ragazzi avevano fatto di tutto per essere in città il giorno della grande riapertura.

«Pensi di essere pronta per questa lotta?» Ash colse Anita a bruciapelo. «Non so. Ma non posso di certo tirarmi indietro. Abbiamo lavorato tanto con Herdier e con gli altri, ma sarà strano non poter lottare con Dewott.» Rispose Anita. «Lui è meglio che riposi ancora. Ricordi cosa ti ha detto l'Infermiera? E poi, anche se non conti lui, hai comunque una bella squadra.» Serena cercò di rassicurarla. «Dopotutto anche io, nei Varietà non mi esibisco solo con Delphox. Per quanto sia estremamente legata a lei.» Aggiunse poco dopo.

Anita si limitò ad annuire. Forse l'amica aveva ragione. Come al solito si stava preoccupando troppo. Ad ogni modo, la ragazza era consapevole del fatto che ormai il momento della lotta era giunto e che non si sarebbe più potuta tirare indietro.

Via della Palestra sembrava essere infinita, con una lunga serie di grattacieli in acciaio e lastre di vetro, che proiettavano sul terreno ombre minacciose.

L'edificio che ospitava la Palestra era l'edificio più basso di tutti quelli che si trovavano lungo la via. Come gli altri edifici, era realizzato in vetro e metallo. Una porta automatica di vetro permetteva l'accesso all'edificio.

Ash diede un'altro sguardo all'edificio. Davanti alla porta non c'era nessuno. «Mi sembra strano.» Commentò. «La Palestra ha chiuso per diverso tempo, non è strano che non ci siano degli sfidanti?»

I dubbi di Ash non durarono molto a lungo. Dalle porte automatiche della palestra uscì Ivan, con un'aria piuttosto frustrata. «E così io non sarei "abbastanza speciale" da essere il suo primo sfidante dopo il suo rientro. Mi chiedo chi sia questo allenatore di cui parla. Dubito possa essere al mio livello.» Ivan diede un calcio ad una lattina che si trovava in mezzo al suo cammino. Per poco non andò a scontrarsi con Ash e con gli altri, cosa che lo rese ancora più nervoso.

«Non provarci nemmeno a chiedergli una lotta.» Il biondo si rivolse ad Anita. «Ha rifiutato me, non vedo perché debba voler lottare contro di te.» «Anzitutto ciao.» Ash cercò di far notare la maleducazione di Ivan. «E poi se Artemisio è di nuovo il Capopalestra di Austropoli, è anche merito suo.» Cercò di spiegare Ash.

«Non me ne importa nulla di quello che ha fatto. Non penso proprio che Artemisio voglia sfidarla. E ora ve ne darò la dimostrazione. Non lontano da qui c'è un Centro Pokémon. Useremo il loro campo di lotta.» Ivan propose una lotta ad Anita, che si vide praticamente costretta ad accettare.

«Allora… faremo una lotta totale… sei contro sei. Immagino che in tutto questo tempo tu sia riuscita a catturare almeno cinque Pokémon, in tutto questo tempo…» Anita scosse la testa. «Ecco… veramente…» Ivan sembrò piuttosto irritato dalla cosa. «In tutto questo tempo cosa hai fatto, allora? Non che mi importi, sia chiaro, ma se vuoi essere una degna sfidante,

devi catturare quanti più Pokémon possibile e portare con te solo quelli più forti, e liberarti di quelli più deboli.»

Ash stava iniziando ad innervosirsi non poco. Aveva già avuto a che fare con persone del genere. E altrettante volte aveva

Dimostrato loro che si sbagliavano. «E tu non pensare di agire in modo diverso da come faccio io.» Ivan si rivolse ad Ash

in tono accusatorio. «Ovunque tu sia stato hai sempre catturato dei nuovi Pokémon. Non lo hai mai negato. Anche qui ad Unima hai fatto lo stesso. Altrimenti perché catturare così tanti Pokémon?» Ash prese un bel respiro. «Perché catturare tanti Pokémon non è sbagliato. Quello che è sbagliato è non prendersene cura e non rispettarli o abbandonarli alle prime difficoltà come fanno le persone come te. Certo, anche io ho dovuto liberare dei Pokémon, ma lo ho sempre fatto per il loro bene, e per nessun altro motivo.» Ivan sbuffò: «Non mi interessa della tua storia. Il mio metodo di allenamento funziona e non ho intenzione di cambiare. In ogni caso… stiamo perdendo troppo tempo.» Ivan si rivolse di nuovo ad Anita. «Quindi lottiamo o cosa vuoi fare?» Propose di nuovo. «E va bene.» Rispose la giovane.

«Non è un problema se filmiamo durante la lotta?» Chiese Carlos. «Senti! Fai come ti pare. Basta che non mi riprendi.» Rispose Ivan, in tono seccato.

Quasi a voler seguire il pessimo umore di Anita, il cielo iniziò a ricoprirsi di uno spesso strato di nubi,

«Comincia la lotta tra Anita e Ivan. Sarà una lotta tre contro tre. Vince chi riesce a sconfiggere tutti i Pokémon dell'avversario. Le sostituzioni sono permesse senza alcun limite. Mandate pure in campo i vostri Pokémon.» Carlos diede il via alla lotta.

«Vivillon! Tocca a te!» Anita mandò in campo la Pokémon Farfascaglia. «Bene… allora io lotterò con te! Pignite!» Ivan mandò in campo un Pokémon bipede, simile a un maiale. Il suo corpo era arancione e piuttosto paffuto. Attorno alle spalle ai fianchi, al ventre e alle mani si trovavano delle fasce marroni,

I polsi erano circondati da delle fasce gialle, mentre sul petto si trovavano delle decorazioni gialle a spirale. Il suo naso era rosso e ricordava quello di un maiale. Le orecchie erano piuttosto appuntite. Dalla mascella inferiore spuntavano e due denti appuntiti. Le mani erano dotate due artigli ciascuna, mentre i piedi ne avevano solo una. La coda era arricciata e aveva un ciuffo di pelo sulla punta.

Anita scansionò quel Pokémon con la funzione Pokédex del suo Smart Rotom. «Pignite. Pokémon Suinfuoco. Tipo Fuoco e Lotta. Esemplare Maschio. Più mangia e più le fiamme che bruciano nel suo stomaco si rinvigoriscono, aumentando così il suo potere. Mosse conosciute: Nitrocarica, Sberletese, Rocciotomba, Granfisico.» Dopo essersi informata, Anita ripose il dispositivo in borsa.

«Ti do l'opportunità di sostituire il tuo Pokémon e di fare finta che la lotta inizi in quel momento. Sai bene quanto un Pokémon Coleottero e Volante sia svantaggiato contro un Pokémon come Pignite. Il tuo primo Pokémon, se non ricordo male era Oshawott… perché non lo fai lottare?» Chiese Ivan, in tono presuntuoso. «Non ti interessa.» Gli rispose Anita. Chissà come l'avrebbe presa Ivan se avesse scoperto il reale motivo per cui aveva deciso di non far lottare Dewott.

«Testa o croce?» Chiese Carlos, dopo aver aperto l'applicazione lancia monete del suo Smart Rotom. «Testa.» Rispose Anita. «Allora io Croce.» Rispose Ivan, seccato. «È uscita croce. Quindi la prima mossa spetta ad Ivan.» Dichiarò Carlos, prima di far partire la ripresa.

«Pignite! Usa Nitrocarica!» Ordinò il biondo. Il corpo del Pokémon Suinfuoco si rivestì di una coltre di fuoco, mentre quest'ultimo si mise a correre ad una velocità sempre crescente verso l'avversaria.

«Difenditi!» Ordinò la giovane Allenatrice. Era consapevole della pericolosità di quell'attacco, ma non era sicura di come gestire la situazione.

Senza ricevere un ordine preciso, la Pokémon generò dalle sue ali delle sottili scaglie, che rapidamente investirono il Pokémon Suinfuoco, generando una potente esplosione, che fermò la corsa del Pokémon in pochissimi istanti.

«Approfittiamone! Attacca con Eterelama!» Ordinò la castana. Dalle ali della Pokémon Farfascaglia si generarono delle sottilissime lame d'aria, che raggiunsero il bersaglio in pochissimi istanti, generando un leggero fischio durante la loro corsa. «Non pensare che io abbia sottovalutato la debolezza di Pignite alle mosse di tipo Volante. Pignite! Usa Rocciotomba!» Il Pokémon Suinfuoco recuperò rapidamente la sua posizione bipede, e non perse tempo nel generare una grandissima quantità di massi, che rapidamente iniziò a scagliare contro la sua avversaria.

«Presto! Rispediscili al mittente con Psichico!» Ordinò l'Allenatrice. Prima ancora che i massi potessero raggiungere la farfalla, questi vennero circondati da un'aura rosata e bloccati a mezz'aria. In un battito di ciglia, gli stessi massi vennero scagliati contro il maiale bipede. "Forse questa lotta sarà almeno decente". Pensò Ivan, prima di ordinare il contrattacco: «Frantumarli con Sberletese!» Le mani del Pokémon Suinfuoco si ingrandirono e vennero circondate da un'aura rossa, mentre colpiva e frantumava ogni singolo masso. Alcuni dei frammenti raggiunsero e colpirono l'avversaria, che subì diverse ferite. «Vivillon! Ritorna!» Anita fece rientrare la sua Pokémon nella Poké Ball. «Archen! È il tuo momento!» Anita mandò in campo il suo secondo Pokémon, l'uccello preistorico riportato in vita dal fossile donatole da Walter.

«Hai proprio una fissazione per i Pokémon Volanti!» Ivan diede uno sguardo al suo Smart Rotom per informarsi sul Pokémon avversario. "In ogni caso è meglio non sottovalutarlo." Pensò. «Pignite! Usa Nitrocarica!» Come la volta precedente, il corpo del Pokémon Suinfuoco si rivestì di uno spesso strato di fiamme, mentre si mise a correre in direzione della suo avversario. «Proviamo a fare come fa Ash. Usa Attacco Rapido per schivare!» In una frazione di secondo, il Pokémon Paleoucello si scostò dalla traiettoria avversaria, evitando del tutto l'attacco avversario.

«Non importa che Nitrocarica non sia andato a segno. Ora Pignite è molto più veloce. E te ne daremo prova! Usa Sberletese!» Il Pokémon Suinfuoco si avvicinò rapidamente in direzione del suo avversario, distante alcuni metri da lui. Come la volta prima, le mani del Pokémon Suinfuoco si ingrandirono e vennero circondate da un'aura rossa, pronto a colpire l'avversario con dei violenti schiaffi.

«Archen! Usa Attacco d'Ala!» l'ala destra del Pokémon Paleoucello si illuminò di un'aura bianca, mentre quest'ultimo iniziò a volare rasoterra, in direzione del suo avversario.

L'impatto fu violentissimo. Pignite venne sbalzato svariati metri indietro, atterrando di faccia. Tentò di rialzarsi, ma senza alcun successo. «Pignite non è più in grado di lottare. Vince Archen.» Dichiarò Carlos.

Ivan richiamò immediatamente il suo Pokémon nella Poké Ball. «Possibile che ogni volta che lottiamo contro di lei debba finire in questo modo? Di solito non fai così schifo. In ogni caso… Frillish adesso tocca a te!» Ivan mandò in campo il Pokémon Fluttuante. «La prima mossa è della Sfidante, a meno che non decida di sostituire il suo Pokémon.» «Resto con Archen.» Dichiarò Anita.

«E ora, Archen, usa Forzantica!» Il corpo dell'antico Pokémon volante si illuminò di un'aura violetta, mentre dal terreno si staccavano grandi massi, avvolti dalla stessa aura. In breve tempo, il Pokémon Paleoucello scagliò quegli enormi massi nella direzione dell'avversario.

«Frillish, proteggiti!» Ordinò Ivan. Il Pokémon Fluttuante generò una sottile barriera dal colore verdino, che avvolse completamente il suo corpo, permettendogli di non subire alcun colpo. Ogni singolo masso si infranse contro quella barriera apparentemente così fragile.

«E ora usa Surf!» Il Pokémon Fluttuante sollevò una gigantesca onda, per poi posizionarsi al di sopra di essa. La sua velocità era impressionante. Sembrava essere impossibile da evitare.

«Archen, cerca di schivare!» Ordinò Anita. Per sua sfortuna era troppo tardi. Archen venne colpito in pieno da quella

gigantesca onda. «Archen! Stai bene?» Anita sembrava preoccupata del suo Pokémon. «Ken…» Il Pokémon emise un suono

non molto convincente. «Se te la senti proviamo di nuovo. Usa attacco d'Ala!» L'ala destra del Pokémon Paleoucello si illuminò di una luce bianca, mentre quest'ultimo si dirigeva verso il suo avversario, pronto a colpirlo. «Appena si avvicina abbastanza, colpiscilo con Palla Ombra!» Ordinò Ivan.

Per sfortuna del suo avversario, Archen fu troppo veloce e riuscì ad evitare l'attacco avversario, ma, per sfortuna di Anita, l'attacco di Archen non fu potente come quello che sconfisse Pignite. "Perché non ci ho pensato. Sono stata una stupida! Se Archen viene colpito da attacchi molto potenti, i suoi attacchi diventano più deboli." Ivan approfittò della distrazione della sua avversaria per sferrare l'ultimo, decisivo attacco. Un potente Palla Ombra.

«Archen non è più in grado di lottare. Vince Frillish.» Dichiarò Carlos. «Ritorna, Archen. Hai fatto un ottimo lavoro. Scusami se ho dimenticato il tuo punto debole.» «Sewaddle! Tocca a te!» Anita mandò in campo la Pokémon Grancucito.

«Ma un qualche Pokémon un po' più interessante? Non mi sembra che tu sia in condizione di lottare con un Pokémon del genere.» Commentò Ivan, con il suo solito modo di fare. Né l'Allenatrice né la sua Pokémon presero bene quelle parole, desiderose di mostrare la loro forza ai suoi avversari. «La prima mossa va ad Ivan.» Dichiarò Carlos.

«Una sola mossa basta e avanza.» Commentò Ivan. «Usa Palla Ombra.» Il Pokémon Fluttuante generò una sfera di energia oscura dal colore violaceo, rivestita da delle scariche di energia, simili a dei fulmini.

«Sewaddle, schiva e usa Millebave!» Ordinò Anita. Rapidamente la Pokémon si spostò dalla traiettoria dell'attacco avversario. La sfera di energia si infranse contro il terreno, generando una gigantesca esplosione e sollevando una coltre di terra. Pochi istanti dopo, dalla nube di terra, uscì un sottile getto di bava, che, con grande rapidità raggiunse l'avversario e lo avvolse, bloccandolo completamente. "Devo ammettere che questo non me lo aspettavo." Pensò Ivan.

«Frillish! Cerca di liberarti!» Ordinò Ivan.

Il Pokémon fluttuante tentò in ogni modo di liberarsi dalla stretta avversaria, senza alcun successo. «E ora usa Foglielama!» Ordinò Anita, non prima di aver dato un rapido sguardo al cielo.

La Pokémon Grancucito generò un gran numero di foglie, le cui forma ricordava una sorta di mezzaluna, coi bordi sottili e affilati. Rapidamente le foglie affilate raggiunsero e colpirono l'avversario, ferendolo.

"Non la capisco proprio… perché legare il mio Pokémon se poi lo libera con il suo stesso attacco? Pensava forse di sconfiggerlo con quel misero Foglielama?" Pensò Ivan. «Forza, attacca con Geloraggio! Non abbiamo tempo da perdere.» Ordinò Ivan. Dalla bocca del Pokémon Fluttuante iniziò a generarsi un sottile raggio di energia gelida, diretto dritto di fronte a lui, proprio puntando alla testa della sua avversaria.

Nel frattempo, la coltre di nubi che copriva il cielo si era completamente diradata.

«Sewaddle, schiva e usa di nuovo Foglielama!» Anita diede un ulteriore comando alla sua Pokémon. Sewaddle si spostò dalla traiettoria dell'attacco avversario in un battito di ciglia, mostrando di possedere una velocità impressionante, mai avuta prima. Poco dopo, la Sewaddle lanciò contro l'avversario una grandissima quantità di foglie a forma di mezzaluna dai bordi estremamente affilati

colpirono in pieno il Pokémon Fluttuante, generando una potente esplosione.

«Frillish non è più in grado di lottare. Vince Sewaddle.» Dichiarò Carlos. Ivan fu costretto a richiamare il suo Pokémon nella Poké Ball. «Non ci siamo proprio.» Commentò il biondo.

«Sewaddle, te la senti di continuare?» Chiese Anita. «Waa! Waa!» Rispose la Pokémon in tono entusiasta. «Va bene, allora possiamo continuare.» Dichiarò Anita.

«Ora ti faccio vedere un Pokémon di tipo Coleottero un po' più serio.» Ivan mandò in campo il suo terzo Pokémon.

Dalla Poké Ball di Ivan apparve un Pokémon dalla forma rotonda, simile al cerchione di una ruota. Al centro era grigio scuro, il suo occhio era giallo e parzialmente aperto.

Il dorso era principalmente viola tendente al grigio, e decorato da degli anelli rossi. Era armato di spuntoni triangolari e provvisto di quattro antenne.

Anita scansionò quel Pokémon con la funzione Pokédex del suo Smart Rotom: «Whirlipede. Pokémon Rotopede. Tipo Coleottero e Veleno. Esemplare maschio. Attacca l'avversario turbinando rapidamente su se stesso. Può raggiungere una velocità di circa 100 km/h. Mosse conosciute: Agilità, Rotolamento, Velenocoda.»

«Dal momento che Ivan ha sostituito il suo Pokémon, la prima mossa va ad Anita.» Dichiarò Carlos.

«Bene, allora, Sewaddle! Usa Millebave!» Ordinò la giovane Allenatrice.

Dalla bocca della Pokémon iniziò ad uscire una sottile striscia di bava bianca, dall'aspetto piuttosto appiccicoso, nella direzione del suo avversario.

«Davvero prevedibile.» Commentò Ivan, seccato. «Schiva con Agilità.» Ordinò. Il corpo del Pokémon Rotopede si illuminò di una luce rosata, mentre si sollevava da terra, con grande rapidità.

«Attacca di nuovo con Millebave!» Ordinò Anita. Come poco prima, la Pokémon iniziò a lanciare dalla sua bocca una bava bianca e appiccicosa, sempre diretta verso il suo avversario.

«Schiva e usa Rotolamento!» Ordinò Ivan. Con una rapidità mai avuta prima il Pokémon di Ivan si scostò dalla traiettoria dell'attacco avversario, per poi mettersi a rotolare sul campo di lotta, ad una velocità sempre crescente.

«Sewaddle, cerca di schivare e difenditi con Foglielama!» Ordinò l'Allenatrice.

La Pokémon generò delle foglie dalla forma di mezzaluna, dai bordi estremamente affilati, che si scagliarono contro la corazza dell'avversario senza causare alcun danno.

Lo stesso non poteva dirsi della povera Sewaddle, ripetutamente travolta dal pesante avversario senza che la sua Allenatrice potesse opporsi.

«Sewaddle non è più in grado di lottare. Vince Scolipede.» Dichiarò Carlos. Anita richiamò la sua Pokémon nella Poké Ball. «Ti ringrazio, hai fatto un ottimo lavoro.»

In seguito, Anita mandò in campo la sua Vivillon.

«La prima mossa spetta ad Ivan.» Dichiarò Carlos.

Il biondo non se lo fece ripetere due volte. Anzi. non dovette nemmeno aprire bocca. Il Pokémon Rotopede, non aveva ancora smesso di rotolare per il campo di lotta, e ormai aveva acquisito una velocità spaventosa.

Una velocità tale da poter prendere il decollo e colpire e atterrare l'avversaria in pochi istanti. «Vivillon non è più in grado di lottare. Vince Scolipede. Di conseguenza il vincitore della lotta è Ivan.» Dichiarò Carlos.

«Vi aspettavate un esito diverso?» Commentò Ivan.

«In ogni caso non ho dell'altro tempo da perdere. Se Artemisio non mi vuole sfidare oggi, allora sfiderò qualche altra Palestra e tornerò qui quando avrà cambiato idea.» Il ragazzo si girò di spalle e se ne andò senza nemmeno salutare.

Appena Ivan si allontanò dal loro sguardo, i quattro entrarono nel Centro Pokémon, così da affidare i Pokémon di Anita che avevano combattuto alle esperte mani dell'Infermiera Joy. Terminate le cure dei Pokémon, i quattro si diressero di nuovo alla Palestra, per fare in modo che Anita potesse provare a sfidarlo.

Raggiunta via della Palestra una via talmente lunga da sembrare infinita, con una lunga serie di grattacieli in acciaio e lastre di vetro, che proiettavano sul terreno ombre minacciose.

L'edificio che ospitava la Palestra era l'edificio più basso di tutti quelli che si trovavano lungo la via. Come gli altri edifici, era realizzato in vetro e metallo. Una porta automatica di vetro permetteva l'accesso all'edificio.

Come poche ore prima, di fronte alla Palestra non c'era nessuno.

«Siete sicuri di voler provare? Non avete sentito quello che ha detto Ivan? Che Artemisio avrebbe voluto affrontare un avversario abbastanza speciale?» Chiese Anita.

«Non dimenticare che se è stato riammesso come Capopalestra è anche merito tuo. Non penso che l'abbia dimenticato.» Le ricordò Ash. «Ash ha ragione. Fare un tentativo non costa nulla.» Rispose Serena.

I quattro raggiunsero la porta della Palestra, ed entrarono al suo interno. Prima di raggiungere il campo di lotta vero e proprio, dovettero percorrere un lungo andito, con le pareti completamente decorate da decine e decine di quadri, tutti dipinti dal Capopalestra.

Contrariamente a quello che si poteva pensare, i quadri non rappresentavano unicamente dei Pokémon di tipo Coleottero, ma anche dei paesaggi, delle lotte tra Pokémon, e non mancavano nemmeno delle opere astratte, che, come al solito, lasciarono Ash piuttosto perplesso.

Percorso il lungo andito, i quattro raggiunsero il campo di lotta.

La sola cosa che aveva in comune rispetto agli altri campi lotta, era la presenza di un sistema di arbitraggio elettronico.

Per il resto, il campo di lotta era completamente diverso da tutte le altre palestre che i quattro avevano visitato fino ad ora.

Anzitutto, il campo di lotta non era rettangolare, ma ottagonale, e non era circondato da delle tribune, ma da delle piante.

La sola tribuna presente si trovava lungo il lato lungo di fronte all'ingresso.

«Hey! C'è qualcuno?» Chiese Carlos, guardandosi attorno.

«Oh! Scusate! Non pensavo che sareste arrivati così presto.» Artemisio saltò da uno degli alberi che parzialmente circondavano il campo di lotta. «Perdonatemi… stavo finendo di potare un albero.» Spiegò l'uomo.

«Immagino che siate venuti qui per lottare.» Ipotizzò Artemisio. «Beh… si, ma…» Anita iniziò a spicciare qualche parola. «Non so se sono quella persona che cerchi.»

Lo specialista dei coleotteri sorrise. «Beh. Chi altri potrei sfidare se non l'Allenatrice che mi ha permesso di tornare qui? Non pensi di essere abbastanza speciale?» Chiese Artemisio, lasciando Anita piuttosto in imbarazzo.

«Lo sai anche tu che è stato Ash a fare tutto. Io ho avuto molta paura. A volte ho ancora gli incubi di quell'avvocato.» Rispose Anita.

«Sai, un Capopalestra può anche donare la sua medaglia ad un Allenatore o un'Allenatrice se lo ritiene meritevole. Ma credo che il modo migliore per celebrare il mio ritorno come Capopalestra sia una bella lotta. E, se fosse per me, ti sfiderei anche adesso, ma purtroppo abbiamo un problema da risolvere.» Artemisio assunse un tono autoritario. «Si tratta del Team Plasma?» Chiese Serena. «Proprio loro.» Rispose Artemisio, mentre metteva mano al suo Smart Rotom, decorato da una cover verde e dorata.

«Secondo la segnalazione, non si tratterebbe solamente di un avvistamento di Seguaci, ma sembrerebbe ci siano anche dei membri importanti dell'organizzazione. Sembrerebbe che si siano diretti verso le fogne della città.»

Spiegò. «Non è esattamente un luogo piacevole da visitare. Per cui ci andremo solo io e i ragazzi. Se non vi dispiace, voi potrete occuparvi di vedere cosa sta tramando il Team Plasma in superficie.» Suggerì Artemisio. Le ragazze non se la sentirono di dire di no.

«L'ingresso delle fogne è un po' lontano da qui. Farmo prima ad andare in macchina. Voi ragazze, invece, siete più fortunate. L'edificio dove sono stati avvistati i Seguaci del Team Plasma è a poco più di cinquecento metri da qui.»

Spiegò l'uomo. «Lo riconoscete perché non è attaccato ad altri grattacieli.» Aggiunse poco dopo, mentre iniziava ad incamminarsi verso l'uscita.

Artemisio prese le chiavi della sua auto e fece cenno a Ash e Carlos di seguirlo. Nel mentre, Serena e Anita avevano iniziato a dirigersi verso l'edificio indicato da Artemisio.

«Artemisio è stato davvero gentile a non farci andare nelle fogne con lui. Non voglio nemmeno pensare cosa ci scampiamo.» Commentò Serena, non appena i ragazzi si allontanarono un po'.

«Anche il nostro compito è importante, non dimenticare.» Le ricordò Anita. «Potrebbero esserci degli Allenatori molto forti.» Aggiunse poco dopo. «E noi li affronteremo.» La incoraggiò Serena.

Non molto lontano dalle due amiche, un'altra coppia di ragazze stava percorrendo una delle viuzze che si intersecavano tra le strade principali, una coppia di ragazze correva a perdifiato.

Una delle due ragazze aveva i capelli bordeaux e gli occhi viola. Indossava un top rosa e una gonna nera. Ai piedi delle scarpe sportive.

Accanto a lei una ragazza che, almeno dai tratti del viso, appariva di poco più grande di lei. Era bionda e aveva gli occhi verdi. Indossava una maglietta azzurra e dei jeans e delle scarpe dal taglio più elegante rispetto alla prima. Senza che nessuna delle quattro potesse sospettarlo, ben presto i loro passi si sarebbero incrociati.

«Hey! E voi chi siete?» Chiese la bionda. «Volete per caso lottare?» La bionda iniziò a frugare nella sua borsa. «Dannazione! Dove ho messo le mie Poké Ball! Certo che sono proprio una sbadata!» Si lamentò. Nel frattempo, Anita aveva già mandato in campo la sua Vivillon.

La ragazza dai capelli bordeaux, nel frattempo era rimasta alcuni passi indietro. Non era per nulla di buon umore, ma vedere quella scena la fece quasi sorridere.

Nel frattempo, dopo aver compulsivamente frugato nella sua borsa, finalmente la bionda trovò quello che cercava.

«Deerling! Vieni fuori!» La bionda mandò in campo il Pokémon Stagione, un Pokémon che Anita aveva già affrontato in precedenza, quando aveva lottato per la Medaglia Base contro Aloé. A quel punto, prima che una delle due Allenatrici potesse ordinare un qualsiasi attacco, Yara si avvicinò alla bionda e la tirò a sé per una spalla.

La bionda si girò di scatto.

"Ma cosa ti prende?" Le chiese. Essendo voltata di spalle, né Serena né Anita poterono vedere alcunché dei gesti della bionda. "La ragazza castana è una mia amica. La bionda non la conosco, ma non sembra cattiva." Rispose. "Come vuoi."

Dopo ciò, la bionda si girò di nuovo verso Serena e Anita.

«Scusatemi. Sono stata precipitosa. Volevo difendere Yara dopo quello che le è successo. Mi chiamo Angelica. Mi hanno incaricato di assistere Yara nel suo viaggio Pokémon. Non mi dilungo troppo, ma vi basti sapere che dopo l'arresto di Hiroshi Amon, un noto imprenditore…» Serena fece un piccolo cenno alla sua interlocutrice. «Non ti preoccupare. Ne sappiamo qualcosa.» Angelica cambiò rapidamente argomento. «Sono entrata talmente tanto nel mio ruolo che non vi ho permesso di presentarvi.» Angelica si scusò con un piccolo inchino.

Sia Serena quanto Anita si grattarono la testa, perplesse. «Non fa nulla.» Rispose la nativa di Kalos. «Io mi chiamo Serena.» Si presentò. «E io sono Anita.» Poco dopo si presentò anche la castana.

Yara richiamò nuovamente l'attenzione della sua assistente. "Sanno dove sono Ash e Carlos?" Chiese. «Yara vuole sapere dove sono Ash e Carlos. Che immagino siano vostri amici. E, a proposito, l'Ash di cui parla Yara è proprio quell'Ash? Il Campione del Mondo?» Riferì Angelica.

«Si. È proprio lui.» Rispose Serena. «In ogni caso Ash e Carlos sono con Artemisio. Sembrerebbe che siano stati avvistati diversi Seguaci del Team Plasma in città.» Aggiunse Serena, spiegando l'assenza dei due ragazzi.

Nel frattempo, Ash, Carlos e Artemisio avevano raggiunto l'ingresso delle fogne della città. Si trovava in uno dei numerosi

moli portuali della zona sud della città.

Il porto di Austropoli era uno dei più importanti della Regione, con gigantesche navi cargo cariche di decine di migliaia di container, e numerosissime navi passeggeri che arrivavano e salpavano di continuo.

Naturalmente non mancavano nemmeno le lussuose navi da crociera, che facevano scalo nella Capitale di Unima per fare rifornimenti e imbarcare passeggeri, prima di partire per le destinazioni più esotiche.

«Se siamo fortunati, al nostro ritorno, potremo incontrare la Nave Reale Unima, la più bella nave da crociera del Mondo.» Commentò Artemisio. «Ma la nostra destinazione non è altrettanto piacevole.» Aggiunse in tono ironico.

Artemisio svoltò rapidamente a sinistra, in una delle stradine che si intersecavano tra i numerosi magazzini portuali, fino a raggiungere la parte più orientale dell'enorme porto, e parcheggiare poco davanti ad un piccolo edificio.

A quel punto fermò l'auto e scese, invitando i suoi passeggeri a fare altrettanto.

Pochi istanti dopo indicò il piccolo edificio davanti a lui. «Quello è l'ingresso delle fogne. Dovrebbe essere chiuso, ma credo che le chiavi siano custodite nell'ufficio qui vicino.» Spiegò. «Non credo serva.» Gli rispose Ash.

Il nativo di Kanto notò come la porta, realizzata in metallo, presentasse dei gravi danni e apparisse quasi come se fosse stata scassinata. I tre si avvicinarono alla porta per guardare meglio.

«Hai ragione. Probabilmente sono stati i Seguaci del Team Plasma. Mi chiedo quali siano le loro intenzioni. Immagino che non ci sia altro da fare, a parte entrare e scoprirlo.» Commentò. Artemisio aprì la porta senza sforzo e guidò i tre all'interno. La luce del Sole che filtrava dalla porta illuminava i primi cinque o sei gradini che separavano la porta dal pavimento delle fognature.

Appena entrati, sia i tre Allenatori che Pikachu vennero accolti da un odore nauseabondo.

«La fognatura non ha alcun sistema di illuminazione. Un guasto elettrico potrebbe causare una disastrosa esplosione, con tutti i gas che si formano qui.» Spiegò Artemisio. «Ma per fortuna è un problema che possiamo risolvere. E lo stesso vale anche per questo odore nauseante.» Aggiuse. «Galvantula! Ribombee! Venite fuori!»

Dalle Poké Ball di Artemisio uscirono un Pokémon del tutto simile ad una tarantola. Il suo corpo era principalmente giallo, con della pelliccia blu nella pancia. I suoi sei occhi, di cui quattro sono molto piccoli, erano blu, come anche le sue quattro zampette. Sul dorso e attorno alla bocca aveva diversi segni violacei e un piccolo Pokémon con delle enormi ali bianche larghe e piatte decorate da tre anelli marroni. Le ali erano talmente grandi da apparire sproporzionate.

Al corpo, di un giallo pallido era attaccata una grande testa tonda. Il viso era a forma di cuore e come la coda era bianca.

Aveva dei grandi occhi con dei punti all'interno che ricordavano dei pixel, una bocca minuta e quattro piccole ciocche trasparenti sulla testa che sembravano antenne. Testa e corpo erano separate da una pelliccia marrone che ricordavano una sorta di sciarpa. Le ali sulla schiena sono larghe e piatte, bianche, con tre anelli marroni alla base. Aveva quattro zampette affusolate e dei piccoli piedi rotondi. «Galvantula, usa Flash! E tu, Ribombee, usa Profumino!» Ordinò il Capopalestra.

In pochi istanti il corpo del Pokémon Elettroragno, si illuminò di una luce gialla, che via via divenne sempre più intensa, fino ad illuminare una grossa area attorno a sé.

Nel mentre, il Pokémon Bombilide iniziò a muovere le sue ali, diffondendo nell'aria un profumo dolce e gradevole, che rapidamente si sovrappose al tanfo che aleggiava nelle fognature, fino a cancellarlo completamente.

Carlos scansionò entrambi i Pokémon del Capopalestra con la funzione Pokédex del suo Smart Rotom, a cominciare da Ribombee.

«Ribombee. Pokémon Bombilide. Tipo Coleottero e Folletto. Esemplare femmina. Odia la pioggia perché bagna il polline. Se il tempo si fa minaccioso, si infila nella cavità di un albero e se ne resta lì fermo. Mosse conosciute: Magibrillio, Sferapolline, Profumino, Entomoblocco.»

Poco dopo passò a Galvantula. «Galvantuala. Pokémon: Elettroragno. Tipo Coleottero e Elettro. Esemplare maschio. Tende trappole con fili elettrificati. Consuma poi con comodo le prede immobilizzate dalla scarica elettrica. Mosse conosciute: Fulmine, Ronzio, Flash, Velenpuntura.»

Durante la scansione dei Pokémon, i tre avevano percorso diverse decine di metri, scortati dai Pokémon del Capopalestra.

Dovevano camminare su di un marciapiede largo a malapena un metro. Dall'altra parte, separato da un rigagnolo marrone e maleodorante, un altro marciapiede, altrettanto stretto. «Mi chiedo quale sia il loro piano. Perché mai dovrebbero esserci dei Seguaci nelle fogne?» Chiese Ash.

«Ora che ci penso, potrebbero avere una ragione. Non vi terrò sulle spine. Il Team Plasma potrebbe aver messo le mani sui progetti delle fognature della città.» Spiegò Artemisio. «Come potete immaginare le fognature percorrono gran parte della città, e ci sono molti punti per entrare e uscire, come quella in cui siamo entrati noi.» Lo specialista dei Pokémon di tipo Coleottero fece una breve pausa. «E non solo. Sembrerebbe che una parte della fognatura sia collegata ad un antico sistema di gallerie sotterranee che si espandono per gran parte della regione di Unima.» L'uomo indicò una delle pareti.

«Gran parte della città di Austropoli è stata costruita meno di centocinquanta anni fa. E un mio trisavolo ha lavorato alla costruzione delle fogne. Lui e i suoi colleghi, durante gli scavi, avevano aperto un varco in una parete del sistema di gallerie. Dopo averlo esplorato, lui e i suoi colleghi rimasero sorpresi dalla sua complessità e dalla sua lunghezza, tanto che non riuscirono ad esplorarne solo una minima parte. Quando riferirono la scoperta ai loro superiori, questi ultimi ordinarono loro di chiudere ogni accesso a quel posto e di non farne parola con nessuno. Lui mantenne la promessa per diversi anni, almeno fino a quando non andò in pensione. A quell'età iniziò ad appuntare le sue memorie, tra cui questa sua interessante scoperta. Non so se i suoi colleghi fecero altrettanto.» Raccontò.

L'esplorazione delle fognature proseguì, mentre centinaia, forse migliaia di Zubat svolazzavano lungo i condotti, spaventati dalla presenza di estranei.

Dopo aver percorso almeno due chilometri, i tre non trovarono alcuna traccia dei Seguaci del Team Plasma.

«Forse la segnalazione era falsa, oppure hanno fatto in tempo ad andarsene.» Commentò Artemisio. «In ogni caso proseguiamo.» Aggiunse.

I tre continuarono a camminare, senza trovare nulla, fino a quando lo Smart Rotom di Ash non si mise a squillare, la suoneria interruppe il silenzio che si era creato fino a quel momento, mettendo il proprietario del dispositivo in leggero imbarazzo. «Scusate.» Ash chiese perdono con un piccolo inchino. «È Serena.»

«Oh, ho capito. Arrivo subito.» Ash chiuse la chiamata dopo pochi istanti. «Scusate, ma devo andare. È molto urgente.» Spiegò Ash.

«Non dimenticare che qui è buio. Avrai bisogno di un Pokémon che conosce Flash.» Gli fece presente Artemisio. Poco dopo l'uomo prese l'ennesima Poké Ball dal suo abito. «Volebeat! Usa anche tu Flash, guida Ash fino alla fine del tunnel.» Artemisio diede delle istruzioni al suo Pokémon.

Dalla Poké Ball del Capopalestra uscì una sorta di lucciola. Il suo corpo era principalmente nero e azzurro. La sua testa era attorniata da una sorta di sciarpa rossa. Il torace era decorato da delle strisce gialle. Sulla testa aveva delle antenne gialle a strisce nere. La sua coda era piccola e dalla forma di una sfera.

Ash si mise a correre nella direzione opposta rispetto a quella di Artemisio e Carlos.

Ash corse talmente veloce da costringere Pikachu a stringere la presa sulla sua spalla, pur di non cadere. Per non parlare

del povero Volbeat, che, costretto a inseguirlo, aveva completamente esaurito le forze.

Dopo aver percorso due chilometri in meno di nove minuti, il Campione del Mondo uscì dal tunnel. «Grazie Volbeat. Ora puoi tornare da Artemisio.» Ash ringraziò il Pokémon.

«Dragonite! Ho bisogno del tuo aiuto! Dobbiamo aiutare una nostra amica!» Ash prese dal suo borsello la Poké Ball della sua Pokémon di tipo Drago.

Appena uscita dalla Poké Ball, la Pokémon lo strinse in un fortissimo abbraccio. «Lo so che mi vuoi bene… ma adesso andiamo. È importante!» Ash salì in groppa alla sua Dragonite, che rapidamente spiccò il volo. Rapidamente Ash raggiunse Via della Palestra. Da quell'altezza le persone e i Pokémon sembravano essere minuscoli. «Siamo arrivati.»

A quelle parole, Dragonite si abbassò di quota, atterrando dolcemente. Prima che Ash potesse farla rientrare nella Poké Ball, la Pokémon si mise a correre in direzione di Serena e di Anita, una cinquantina di metri davanti a loro.

Tuttavia, quando Ash raggiunse le sue amiche, era ormai troppo tardi. Entrambe erano state strette dalla Pokémon in un fortissimo abbraccio.

«Affettuosa come sempre, ma ora basta… non riesco a respirare!» Si lamentò Serena. Solo allora Dragonite mollò la presa.

«Siamo arrivati appena possibile. Appena ho sentito quello che è successo a Yara… se trovo un Seguace del Team Plasma io…» Serena si avvicinò ad Ash, per cercare di calmarlo: «So quanto tu ci tenga, ma vendicarti non serve a nulla.»

Ash si fermò di colpo. «Hai ragione. Ma sai bene cosa provo.»

Nel frattempo, nelle fogne, Carlos e Artemisio stavano continuando la loro ispezione. Fino a quel momento non avevano trovato nessuna prova della presenza di Seguaci del Team Plasma.

«Qui mi sembra tutto tranquillo. Forse la segnalazione era infondata.» Commentò il Capopalestra, senza fermarsi. «Forse possiamo anche tornare indietro. Anzi. facciamo una cosa. Io continuo ad ispezionare qui. Se vuoi tu torna pure dagli altri. Non preoccuparti, poi ti restituisco i soldi del taxi.» Lo invitò Artemisio.

«Non ti preoccupare. Resto con te. Per una volta vorrei essere io al centro dell'azione.» Gli rispose Carlos, continuando a seguirlo.

«Essere al centro dell'azione? Non siamo mica in un film. Sai bene quanto il Team Plasma è pericoloso. Non possiamo prenderlo sottogamba.» Lo riprese Artemisio.

«Quello che intendo dire…» Carlos cercò di spiegarsi. «È che ogni volta che c'è qualcosa di emozionante da fare, è sempre Ash a farlo. Come quando è inflitrato nel Team Plasma, o quando ha salvato quella ragazza che ci ha premiati al Torneo o al processo dove ti hanno dichiarato innocente o…» Cercò di spiegarsi.

«Sei per caso un po' geloso di Ash?» Chiese lo specialista dei Pokémon Coleottero. Carlos si fermò, rimanendo bloccato come una statua di sale.

«No. È che… voglio provare cosa significa essere un eroe. Lui ha viaggiato tanto, ha viaggiato a Kanto, a Johto, a Hoenn, a Sinnoh, a Kalos, ad Alola, a Galar, e ora ha deciso, di punto in bianco di venire qui ad Unima. E io che mi vanto di andare a Paldea dai nonni!»

Rispose il ragazzo, dopo diversi istanti di silenzio.

«Capisco… vuoi fare colpo su quella ragazza… mi sembra si chiami Anita. È così?» Carlos Alzò le mani, come a bloccare le parole del Capopalestra. «Ma no! Ma cosa dici? Non è per lei. È…» Carlos si bloccò.

«Da come parli sembra proprio che sia lei il motivo.» Artemisio lo punzecchiò ulteriormente.

Carlos alzò nuovamente la barriera. «Beh, ecco vedi… senza dubbio è davvero una bella ragazza, non lo metto in dubbio, ma no. No, non lo faccio per lei. E poi no. Non penso sia nemmeno il mio tipo. Per quanto la conosco è una persona che ha sempre bisogno di qualcuno che le stia al suo fianco e che la sostenga nei tanti momenti in cui si tira giù. E io non sono in grado di farlo. Al contrario di Serena e di Ash. Soprattutto Ash. dannazione! Lui trova sempre una parola buona per tutti! Mi chiedo come faccia. E sembra che sia riuscito ad insegnare questa sua abilità anche ai suoi Pokémon. Se ora sono l'Allenatore di Houndour è solo merito di Pikachu, che lo ha convinto a seguirlo e lo ha difeso, dato che lo abbiamo visto tirare un Fulmine… O il suo Incineroar che ha insegnato alla Lillipup di Anita come usare Rogodenti o…»

Artemisio prese al balzo la risposta del giovane Allenatore, per provocarlo ulteriormente: «Da come parli sembra che però ci sia una persona che ti piace.» Carlos sospirò, quasi come fosse stato scoperto.

«Si. Effettivamente c'è una persona che mi piace.» Artemisio si girò di scatto. «E di chi si tratta? Adesso sono curioso.» Per l'ennesima volta Carlos alzò le mani imbarazzato. «Ma chi vuoi che ci senta qui! Poi, non ti preoccupare. Io non lo dirò a nessuno. Parola di Capopalestra.»

Carlos sospirò. «E va bene. È Asami Amon. è così bella, carina, gentile… e poi ha un obiettivo veramente nobile…» Rispose.

«Si, so che vuole aiutare tutti i Pokémon liberati dal Team Plasma. E sono d'accorto con te. È davvero un obiettivo nobile. Il tuo, invece, qual è?» Chiese Artemisio, ormai preso dalla conversazione.

«Ad essere sincero? Non lo so. Ma non sono preoccupato. È abbastanza normale. Anche Serena ha raccontato di come abbia impiegato diverso tempo prima di decidere di diventare una Performer. Anche se ultimamente sto riflettendo parecchio su cosa fare. Soprattutto dopo aver lottato contro Spighetto.» «E com'è andata?»

«Abbiamo vinto. Non è stato per nulla facile, ma sconfiggere il tuo maestro, colui per cui hai lavorato diverso tempo… è qualcosa di davvero soddisfacente.» Raccontò il giovane Allenatore. «E mi ha parlato di come, secondo lui, non me la cavo male coi Pokémon di tipo Buio. E che non si sorprenderebbe se i Pokémon di tipo Buio diventassero la mia specialità. Mi chiedo cosa intendesse dire.» Artemisio si girò di scatto.

«Credo che intenda dire che tu abbia un futuro come Capopalestra di tipo Buio. Mi hai detto che lavoravi come assistente in palestra e come Capopalestra vicario. È così?» Chiese Artemisio, rallentando un po' il passo.

«Esatto. Anche se non ho mai vinto una lotta, tranne quando mi sono finto Capopalestra sfidando Anita. Ma in quel caso, Eevee si era già evoluto in Umbreon. E un Pokémon completamente evoluto contro dei Pokémon allo stadio base come Oshawott e Lillipup… in ogni caso…»

Prima che Carlos potesse finire la frase, sia lui che Artemisio, si accorsero di una sagoma di un quadrupede, abbastanza indistinguibile. Sembrava un Pokémon dall'aspetto piuttosto asciutto.

«Mi è sembrato che quel Pokémon fosse un Absol. Seguiamolo!» Artemisio indicò nella direzione dove quel Pokémon era fuggito. «Penso stia per succedere qualcosa di grave.» Aggiunse poco dopo.

I due accelerarono di nuovo il passo, seguiti dai Pokémon del Capopalestra, fino a quando non giunsero in una delle innumerevoli diramazioni del complesso sistema di fognature della città.

«Hey! Ma è sparito!» I due si guardarono intorno, piuttosto spaesati. Quel Pokémon era sparito nel nulla. Il Capopalestra e il giovane Allenatore si avvicinarono fino al fondo di quella diramazione.

La parete di fondo, come tutte le altre, era realizzata in mattoni rossi, ma quello che saltava all'occhio era la presenza di numerose cariche esplosive, collegate a dei cavi gialli.

Tutti i cavi erano collegati ad una piccola scatoletta di plastica, con un piccolo schermo a led rossi.

«Ma sono previsti dei lavori qui nelle fogne?» Chiese Carlos, osservando la parete.

Prima ancora che Artemisio potesse rispondere, una voce fece girare di scatto lui e il giovane Allenatore. «E voi cosa ci fate

qui?» Davanti ai due si palesarono due uomini dai capelli arancioni, vestiti come antichi cavalieri. Erano vestiti di grigio, nero e bianco. Indossavano un ampio cappuccio che copriva quasi totalmente i loro capelli. Su di esso si trovava una croce, realizzata con dei lacci neri. Indossavano una veste grigia con delle ampie maniche corte, coperta da una sopravveste bianca, tenuta da una cintura nera. Nera anche la maglia presente sotto la veste grigia e i pantaloni. Indossavano dei guanti e degli stivali grigi.

«Semmai siete voi che dovete dirmi cosa ci fate qui!» Artemisio puntò il dito verso i due Seguaci del Team Plasma.

«E quindi sei riuscito a uscire da dietro le sbarre?» Chiese uno dei due Seguaci, in tono accusato. «Ma non so quanto tu possa avere da festeggiare.» Aggiunse Il secondo.

I due Seguaci presero, dalle loro uniformi, due paia di cuffie anti rumore. «Siamo generosi e vi permettiamo di assistere a questo spettacolo senza rimetterci i timpani.»

Artemisio e Carlos presero le cuffie e se le portarono alle orecchie, quindi il Capopalestra fece rientrare i suoi Pokémon nelle rispettive Poké Ball. «Voi due vi sistemo dopo.» Li redarguì in tono minaccioso.

Uno dei seguaci prese, sempre dalla sua uniforme, un piccolo telecomando in plastica grigiastra.

«E ora conviene allontanarci, a meno che non vogliate essere travolti dai detriti!»

I quattro si allontanarono da quella zona di numerosi metri, prima che uno dei due Seguaci azionasse il telecomando, facendo saltare in aria la parete della fognatura, in una fragorosa esplosione di polvere, acqua sporca e detriti.

«E ora, finalmente, potremo accedere all'Antico Sentiero e potremo attraversare tutta Unima indisturbati!» Uno dei due Seguaci si fregò le mani con aria soddisfatta.

«Non così in fretta!» Gridò Artemisio, mentre metteva mano ad una delle sue Poké Ball. «Leavanny, diamogli una bella lezione!»

Dalla Poké Ball del Capopalestra si materializzò un bipede e dall'aspetto umanoide. Il suo corpo, piuttosto esile era di colore giallo, ricoperto in gran parte da foglie verdi.

La testa era tonda, coronata da una foglia con un taglio sulla parte superiore.

Aveva ha due occhi rossi e due antenne con la punta semicircolare.

Il suo torace e le sue gambe erano protetti da un'armatura di foglie verde scuro.

Anche le braccia erano a forma di foglia, sia pur di un verde più chiaro. Era evidente come fossero pittosto taglienti, ed erano dotati di un'incisione semicircolare che ricordava un morso. L'addome era coperto dalla coda a forma di foglia, facendo sembrare che il Pokémon stesse indossando un abito.

Nonostante la serietà del momento, l'espressione del Pokémon era piuttosto sorridente.

Carlos scansionò quel Pokémon con la funzione Pokédex del suo Smart Rotom: «Leavanny. Pokémon Balia. Tipo Coleottero ed Erba. Esemplare maschio. Quando incontra un giovane Pokémon gli fa un vestito di foglie che cuce con il filo appiccicoso prodotto dalla bocca. Mosse conosciute: Forbice X, Millebave, Fendifoglia, Ombrartigli.»

Carlos ripose il suo dispositivo nel suo borsello.

«Vuoi darmi una mano o resti lì imbambolato?» Artemisio riprese Carlos.

«Oh! Certo! Vieni fuori Umbreon!» L'Allenatore mandò in campo il suo primo Pokémon.

I due Seguaci si trovarono costretti a mandare in campo i loro Pokémon, uno Scraggy e un Liepard. «Se volete la lotta, allora la avrete.» Controbatterono i due Seguaci, dopo un rapido scambio di sguardi.

Anche Carlos e Artemisio ebbero un rapido scambio di sguardi.

«Scraggy! Usa Fuocopugno su Leavanny!» Ordinò il primo Seguace, mentre il secondo ordinò al suo Liepard di attaccare Umbreon con Ombrartigli.

I due Pokémon dei Seguaci si misero a correre rapidamente contro gli avversari, Liepard con i suoi artigli intrisi di energia violacea e Scraggy con il suo pugno infuocato.

«Umbreon! Vai con Attacco Rapido su Scraggy!» Ordinò Carlos. «E tu Leavanny, usa Energipalla su Liepard!» Ordinò Artemisio.

Con uno scatto felino, il Pokémon Lucelunare saltò addosso alla lucertola, prima che questa potesse raggiungere il Pokémon Balia, mentre la sfera di energia dal colore verdastro colpì il Pokémon Sanguefreddo, spedendolo contro una delle pareti della fognatura, seguito dallo Scraggy del collega.

Nonostante la violenza dell'impatto, entrambi i Pokémon erano ancora perfettamente in grado di lottare. «Scraggy, usa Calcinvolo su Leavanny!» Ordinò uno dei due Seguaci, subito seguito dal collega, che ordinò al suo Liepard di Usare Nottesferza. La coda del Pokémon si illuminò di una luce violacea, mentre diventava affilata come una spada.

«Umbreon! Attacca con Comete!» Ordinò Carlos.

Rapidamente il Pokémon Lucelunare generò dei raggi di energia dalla forma di stella e dal colore dorato. «Scraggy, Schiva!» Fece in tempo a dire uno dei due seguaci, mentre Liepard venne travolto in pieno e sconfitto.

«Leavanny! Difenditi con Fendifoglia!» Ordinò Artemisio.

Il braccio-foglia della mantide si illuminò di una luce verde chiaro, e si trasformava in una lama affilata. Scraggy venne scaraventato contro una delle pareti, non più in grado di lottare.

Artemisio e Carlos si diedero il cinque, in segno d'intesa.

«E ora, Leavanny, sistemiamoli per bene! Usa Millebave per intrappolarli!» Dalla bocca della mantide si generò un filo sottile e appiccicoso, che rapidamente avvolse i due Seguaci e li bloccò sul posto.

«E ora vediamo un po' cosa nasconde questo Antico Sentiero.» Commentò Artemisio. «Pensa un po' saremo i primi ad entrare dopo chissà quanti anni!» Rispose Carlos.

Nel mentre, in città, non troppo lontano dalla Palestra, Ash e le ragazze non avevano elaborato un piano per risolvere la delicata situazione in cui si trovavano e, più il tempo passava, più la situazione poteva peggiorare.

Ash si sporse dal lato dell'edificio verso la strada, notando un buon numero di Seguaci del Team Plasma avvicinarsi all'edificio con aria soddisfatta.

«Probabilmente loro ne sanno qualcosa. Voi, per ora restate qui. Poi vedremo cosa fare. Serena ha ragione. Non dobbiamo rischiare inutilmente.» Ash si rivolse alle ragazze. Come sempre, Angelica fece da interprete.

Ash si lanciò verso i Seguaci prima di ricevere la risposta e i complimenti per il coraggio da parte di Yara.

Il nativo di Kanto raggiunse, a grandi passi, i Seguaci del Team Plasma, che, per alcuni istanti, non si accorsero della sua presenza.

Stavano parlando dei possibili utilizzi che avrebbero fatto dell'Antico Sentiero appena riaperto.

«Hai! Ma non vi sentite… osservati?» Uno dei Seguaci interruppe bruscamente la conversazione. «Ma cosa dici? Ci siamo solo noi qui. È solo una tua…» Il secondo Seguace si girò di scatto. «…Impressione…» Concluse la frase con un tono discendente, quasi spaventato.

«E così il Campione del Mondo ha deciso di nuovo di metterci i bastoni tra le ruote. Ma non ti stanchi mai?» Chiese uno dei Seguaci, alquanto infastidito.

«Siete voi a mettermi i bastoni fra le ruote, semmai.» Rispose Ash, mentre dalle guance di Pikachu iniziavano a caricarsi di

elettricità. «Cercate di calmarvi, voi due. Io non so cosa cerchiate, ma se si tratta di qualche Pokémon, la risposta è molto semplice. Lo abbiamo liberato.» Uno dei Seguaci si rivolse ad Ash e Pikachu.

Inizialmente il nativo di Kanto rimase spiazzato. Il Seguace aveva subito scoperto le intenzioni di Ash. Al Campione del

Mondo ci volle un po' prima di recuperare. «Io non ne sarei così sicuro. Ho visto uno di voi mentre se ne andava con la Poké Ball di quella ragazza, mentre ci giocava con aria soddisfatta. Anzi, sembrava persino felice di aver preso il Pokémon di una ragazza disabile. Ma voi potete immaginare quanto quel Pokémon sia importante per lei?» Chiese Ash, in tono accusatorio.

«E a noi cosa credi che ne importi? Quello che più conta è liberare tutti i Pokémon dal giogo degli Allenatori.» Rispose il

Seguace, senza scomporsi. «Se proprio vuoi avere una speranza di restituire quel Pokémon alla tua amica, allora dovrai affrontare il capo faccia a faccia. E non credo che sarà così contento di avere a che fare con un prigioniero che gli è sfuggito da sotto il naso.» Aggiunse, cercando di essere il più fastidioso possibile.

Ash strinse il pugno, innervosito. Ma non poteva fare molto altro.

I Seguaci erano entrati all'interno dell'edificio e, con tutta probabilità, avrebbero riferito tutto ai loro superiori. Ash non ebbe altra scelta se non che tornare dalle ragazze.

«Purtroppo non ho ottenuto nulla.» Si rivolse alle amiche in tono sconsolato, con Pikachu che lo seguì a ruota.

«Non abbiamo scelta. Dobbiamo affrontare il loro capo.»

Come al solito, Angelica spiegò la situazione anche a Yara, che si mostrò visibilmente spaventata. «Si chiede se non stiate facendo troppo per lei.» Angelica fece da tramite. «Per un amica questo e altro.» Si limitò a rispondere Ash, mentre invitava le ragazze a seguirlo, invitandole a fare attenzione.

Rapidamente, i cinque raggiunsero l'ingresso dell'edificio, dove erano entrati i Seguaci del Team Plasma. Come da aspettative, il portone di ingresso era stato chiuso.

«Probabilmente quei Seguaci avranno avvisato e avranno detto di chiudere.» Commentò Ash, mentre tentava di spingere la porta, senza successo. «Dobbiamo trovare un modo di entrare.» Commentò Ash, retoricamente.

«Dragonite! Vieni fuori!» Ash fece uscire dalla Poké Ball la sua potente Pokémon.

«Potresti buttare giù questa porta?» Chiese Ash. L'imponente Pokémon diede una fortissima spallata alla porta, che si staccò dai cardini, volando all'interno dell'edificio, causando un gran frasuono.

Ash, insieme a Pikachu e Dragonite, restarono alcuni passi avanti rispetto alle ragazze, in modo da poterle difendere.

Il gruppo percorse alcuni passi, senza trovare nessuno.

Come se il Team Plasma aspettasse una loro visita e volesse attaccare a sorpresa.

La stanza in cui il gruppo si trovava, ricordava, per certi versi una sala d'attesa, pareti di un colore giallo spento, quadri appesi alle pareti, divani e poltrone su cui accomodarsi.

Più in fondo un ascensore, che permetteva di raggiungere i piani superiori.

Ash e i suoi Pokémon erano a pochi metri dalla porta dell'ascensore. Si sarebbero avvicinati ulteriormente, ma prima che potessero compiere un ulteriore passo, quando, improvvisamente l'ascensore si aprì.

Da quest'ultimo uscirono Ghecis, seguito da due uomini, un po' più bassi di lui. Erano piuttosto anziani. Entrambi avevano i capelli e gli occhi grigi.

Il primo aveva una folta barba, anch'essa grigia, il secondo unicamente dei baffi, sempre dello stesso colore.

Altra differenza tra i due era il colore del mantello che portavano sopra la veste, dal colore scuro. Su entrambi i mantelli era presente lo stemma del Team Plasma.

Il mantello di uno dei due anziani era sui toni del giallo, quello del secondo sui toni del marrone. Dietro i tre uomini, altrettanti Seguaci del Team Plasma, in piedi e in formazione come dei soldati.

Nel mentre, lungo l'Antico Sentiero, Artemisio e Carlos, dopo aver avvisato le autorità su quanto accaduto con il Team Plasma, avevano iniziato ad esplorare quel luogo, non visitato da chissà quanti anni, e avevano ripreso la loro conversazione, interrotta dal Team Plasma.

«Quindi, secondo te, potrei diventare un Capopalestra a tutti gli effetti?» Chiese Carlos. «Si. Beh. Tu mi sembri un ragazzo che ama davvero i Pokémon. Altrimenti non saresti un Allenatore. E l'amore per i Pokémon è uno dei più importanti requisiti per diventare Capopalestra. Si, ovviamente non basta. Questo per diventarlo.» Ricordò l'esperto di Pokémon Coleottero. «Per diventare Capopalestra devi scegliere un Tipo Pokémon in cui specializzarti. E questo frena molti Allenatori dal diventare Capopalestra. Io, ma immagino tu lo sappia già, io sono specializzato nei Pokémon di tipo Coleottero. Tu, invece potresti scegliere i Pokémon di tipo Buio, come diceva Spighetto.» Carlos alzò le mani, in segno di resa. «A dire il vero che due dei miei Pokémon siano di tipo Buio è una casualità. Il mio Eevee si è evoluto in Umbreon mentre lottavamo contro Ghecis. Lui si vantava di poter affrontare tutti i Pokémon da solo. Anche se con Umbreon non ci era riuscito, ricorrendo ad un Hydreigon.» Carlos rievocò i ricordi del primo incontro con Ash e Serena. «Mentre, se sono riuscito a catturare Houndour è solo merito di Pikachu. Come ti avevo raccontato.» Continuò. «E poi non ho catturato solo Pokémon di tipo Buio. Ho anche un Tirtouga. Riportato in vita da un fossiltappo che mi ha regalato Walter Angel.» Spiegò. «Capisco. Ma vedi, non è così tanto importante che tutti i tuoi Pokémon siano di tipo Buio. Anche banalmente Spighetto, che ha un Lillipup, o, se vedi i Capipalestra di Sinnoh… ti metti le mani nei capelli.» Gli rispose Artemisio, con una punta di ironia.

«E poi, ma dovresti saperlo, visto che lavoravi nella Palestra di Levantopoli, che non è solo una Palestra ma anche un ristorante. E, nel mio caso, prima che acquistassi quel famigerato deposito, era anche il mio museo personale. Tu, invece hai qualche passione oltre alle lotte?» Chiese Artemisio, in tono curioso.

«Beh, mi diverto parecchio a cucinare. Ma non so se considerarla una passione o qualcosa del genere.» Rispose Carlos, piuttosto sorpreso.

«Nel mio caso sono sempre stato attratto dall'arte. A scuola disegnavo sempre, durante le lezioni. Pure sui banchi. Sai quante volte la bidella me lo ha fatto pulire…» Raccontò il Capopalestra, richiamando alla memoria vecchi ricordi.

«Scusa se sono indiscreto, ma… come mai hai scelto di specializzarti nei Pokémon di tipo Coleottero e non in un altro tipo? Dipende dal fatto che la Palestra era già specializzata in Pokémon di tipo Coleottero, oppure, volendo poteva essere di un altro tipo?» Chiese Carlos, piuttosto incuriosito.

«Sul tipo in cui specializzarsi non ci sono delle regole precise. Quando ti assegnano ad una Palestra che esiste già puoi decidere di mantenere lo stesso Tipo oppure scegliere di specializzare quella Palestra in un altro Tipo. Non è stato il mio caso, dato che anche il precedente Capopalestra di Austropoli era specializzato nei Pokémon di tipo Coleottero. E io ho sempre amato i Pokémon di tipo Coleottero, sin da quando ero piccolo. Pensa che il mio primo Pokémon fu un Sewaddle. E ora è il mio fidato Leavanny. Sin da quando ero piccolo ho sempre visto molte persone ignorare i Pokémon di tipo Coleottero, bollandoli come deboli o inutili. Io invece no. Ho sempre riconosciuto il loro fascino e la loro forza. E, passando tanto tempo con loro, studiandoli e ritaendoli, che ho stretto un legame fortissimo, e riesco a capire, dal loro stato d'animo, se ci sono dei pericoli o se la situazione è tranquilla.» Spiegò Artemisio.

Carlos si limitò ad annuire, ammirato. «Io non ho questo legame coi Pokémon di tipo Buio.»

Poco dopo, il giovane Allenatore cambiò argomento: «Perdona la mia indiscrezione, ma se dovessi diventare Capopalestra, cosa dovrei fare?» Chiese.

«Non è nulla di troppo complicato. Ogni tanto la Lega Pokémon indice un concorso, o per sostituire un Capopalestra oppure per aprire una nuova Palestra. Quando il bando viene aperto, tutti gli Allenatori residenti nella regione si possono candidare alla posizione, inviando la loro candidatura online insieme ad alcuni documenti. Fatto questo, ti fanno fare una prima prova di teoria, e solo i candidati che ottengono più punti passano alla fase successiva. Un secondo esame teorico. Dopo di esso, vi è, finalmente, un esame pratico. Dovrai usare due dei tuoi Pokémon e un terzo Pokémon che ti verrà affidato dalla Lega. Dovrai quindi sostenere una lotta con uno del Capipalestra estratto a sorte. Non è importante vincere, ma aiuta. La lotta verrà valutata dagli altri Capopalestra, dai Superquattro, dal Campione o dalla Campionessa. E da due membri rappresentanti dell'Associazione Pokémon.»

Spiegò Artemisio, con Carlos che ascoltava interessato.

Nel mentre, nel palazzo del Team Plasma, la situazione era in stallo, con Ash e i suoi Pokémon parati davanti alle ragazze, come a difenderle dai nemici.

«Non ti smentisci mai, Ash. sei sempre pronto a mettere a rischio la tua stessa incolumità pur di aiutare gli altri. È una qualità che non tutti possono vantare di avere. E di certo non ci possiamo permettere di avere dei nemici come te. In ogni caso, sono un uomo magnanimo. Non voglio eliminarti davanti ai tuoi…»

Ash sbuffò annoiato. «Non voglio sentire una parola di più. Dimmi che fine avete fatto fare ad Emolga, o potrei non rispondere delle mie azioni.» Il capo del Team Plasma rimase impassibile.

«Non so di cosa tu stia blaterando.» Rispose l'uomo. «Probabilmente l'avremo già liberata. Come faremo anche con i tuoi

Pokémon, vedrai.» Lo minacciò l'uomo. «Dragonite. Iper Raggio!» Ordinò Ash.

Dalla bocca della Pokémon Drago inziò a generarsi una sfera di energia dal colore dorato, pronta a lanciarla contro l'omaccione.

Appena Dragonite abbassò leggermente la testa, l'uomo si accorse di chi Ash stava cercando di proteggere. «E così hai portato con te la tua biondina.»

L'uomo volse il suo sguardo verso Serena. «O forse credi che io abbia dimenticato quell'umiliazione che ho subito? Forse pensi che mi sia dimenticato di te? Pensi che io sia così stupido da non riconscerti? Non pensare che basti un paio di lenti a contatto per sfuggire dalla mia ira?» L'uomo si rivolse a Serena, cogliendola di sorpresa e facendole fare un passo indietro.

«Non chiamarmi biondina!» Protestò la nativa di Kalos.

Il malvagio prese una Poké Ball dalla sua veste.

«La Poké Ball di Emolga è questa. Sfiderò la biondina in una lotta. Se riuscirà a sconfiggermi, la restituirò alla tua amica. Tanto prima o poi anche voi sarete costretti a liberare i vostri Pokémon.»

L'uomo prese, dalla sua veste, una seconda Poké Ball e un telecomando, realizzato in plastica nera.

Poco dopo l'uomo premette un pulsante sul telecomando. In pochi istanti iniziò a risuonare un'allarme, mentre il pavimento inizava a vibrare.

Ash e i suoi Pokémon fecero alcuni passi indietro, seguiti dalle ragazze.

Poco dopo, il pavimento si aprì, come le porte di un ascensore, e dal pavimentò fuoriuscì un palco in metallo, spinto da alcuni pistoni idraulici. Dopo che il palco si assestò, dalle estremità più corte, comparvero degli scalini.

«Almeno così potremo lottare indisturbati.» Commentò l'uomo. «E tu, biondina, cosa aspetti?» Richiamò di nuovo l'attenzione di Serena, che non si fece intimorire.

Prima che Serena potesse salire su quella sorta di palco, Ash le si avvicinò. «Mi raccomando, fagli vedere i Rattata verdi!» Le sussurrò in un orecchio. Serena sorrise. «Lo farò.» Rispose.

«Allora? Ci muoviamo?» Si lamentò l'uomo. Serena si affrettò a salire su quella sorta di palco.

Durante tutta quell'attesa, tutti i Seguaci presenti nell'edificio si erano radunati per osservare quella lotta e sostenere il loro capo.

«Finalmente ti sei degnata di salire qui.» L'uomo mandò in campo il suo Hydreigon. «Vuoi mandare in campo il tuo Pokémon o…»

Senza farsi intimorire, Serena prese una delle sue Poké Ball dalla borsa e ne azionò il meccanismo di apertura. Quel fascio di luce biancastro, ben presto si trasformò nella sua fidata Sylveon. «Proprio come mi aspettavo.» Commentò il malvagio.

Appena entrata in campo, Sylveon rabbrividì. Il pavimento in metallo era gelido e scivoloso.

«Non perdiamo tempo, mostrimole subito perché non si deve scherzare con noi! Hydrogen, usa Dragopulsar!» Ordinò il malvagio. Dalle tre teste del Pokémon uscirono dei potenti raggi di energia che, ben presto prese la forma della testa e del collo di un drago.

Quella gigantesca quantità di energia raggiunse Sylveon e la colpì, senza che quest'ultima sortisse alcun effetto. «Ma come è possibile!» Si lamentò il malvagio, con visibile frustrazione. «Come osi resistermi?»

«Sylveon! Usa Comete!» Ordinò Serena.

La Pokémon Legame generò numerosi raggi di energia a forma di stella, dal colore rosato, che subito scagliò contro il drago, senza che questi potesse fare nulla per evitare l'attacco.

Nonostante la violenza dell'attacco e la fragorosa esplosione, il Pokémon Brutale era ancora in grado di lottare. «E pensavi che bastasse questo per battermi?» Il malvagio abbozzò un sorriso.

«Stiamo perdendo troppo tempo, chiudiamo la lotta subito! Hydregon! Usa Dragobolide!» Dalle tre teste del Pokémon Brutale si generarono tre sfere di energia di un colore tra l'arancione e il rosso.

Rapidamente il Pokémon le scagliò verso l'alto, prima che queste ultime esplodessero in decine di meteore più piccole, che colpirono il campo di lotta creando numerosi buchi nella piattaforma metallica.

Serena non rimase particolarmente sorpresa dalla mossa del suo avversario. Avendo viaggiato con Ash per tutta la regione di Kalos e aveva notato come, spesso, lui sfruttasse il campo di lotta a suo vantaggio. "Probabilmente non vuole che Sylveon si avvicini." Pensò Serena.

«Hydrogen, usa Frustrazione!» Ordinò l'uomo. Il corpo del Pokémon Brutale si rivestì di un'aura rossastra, mentre raggiunse la sua avversaria.

«Presto, Sylveon! Proteggiti!» Oridnò la nativa di Kalos. La Pokémon legame generò uno scudo di energia dal colore verdastro, che la protesse dall'impatto contro l'imponente Pokémon.

«E ora usa Attacco Rapido!» Ordinò Serena. Sylveon compì uno scatto felino, colpendo il suo avversario in pieno stomaco, lanciandolo contro il pavimento, in corrispondenza di uno dei buchi causati dal suo stesso Dragobolide.

Il Pokémon Brutale emise un fortissimo grido di dolore, a causa delle lamiere taglienti.

«E ora chiudiamo con Comete!» Ordinò Serena.

Come la volta precedente, a Pokémon Legame generò numerosi raggi di energia a forma di stella, dal colore rosato, che immediatamente colpirono il Pokémon Brutale, in una fragorosa esplosione.

L'uomo si avvicinò a Serena con fare minaccioso, ignorando totalmente il suo Pokémon, privo di sensi e con delle brutte ferite sulla schiena.

«E lui osa dirci come dobbiamo comportarci con i Pokémon?» Commentò Ash, mentre accarezzava Pikachu sulla testa.

Poco dopo sentì una mano tirargli la giacca, come per richiamare la sua attenzione.

Era Yara. Come Ash aveva osservato quella lotta, sperando che finisse al più presto in favore di Serena. Ma, contrariamente

al Campione del Mondo, non si era distratta dopo la vittoria della nativa di Kalos. Stava indicando il palco. Ghecis era ormai a pochi passi da Serena che sembrava essere paralizzata dalla paura.

Ash, ben presto, si rese conto che avrebbe dovuto agire il più in fretta possibile. Doveva elaborare un piano per salvarla e avrebbe dovuto fare in fretta.

Per fortuna, le sue doti da osservatore, gli permisero di elaborare rapidamente un piano.

Aveva notato come l'amica indossase va degli stivaletti in pelle con la suola in gomma, mentre i pesanti stivali del malvagio

avevano dei tacchetti in metallo.

«Certo! Può funzionare!» Commentò Ash, tra l'entusiasta e il preoccupato. «Pikachu usa Fulmine sul palco! Sylveon, penso che sia meglio che tu ti protegga!»

Ash non perse tempo, a trasformare il suo piano in realtà, con il topo elettrico che, in breve tempo, generò delle potenti scariche elettriche dalle sacche sulle sue guance, puntando direttamente alla struttura metallica, che in breve tempo venne caricata da decine di migliaia di volt.

Se per Serena il problema maggiore furono le suole delle sue scarpe che vennero parzialmente sciolte, per il malvagio, la situazione era ben peggiore, caduto a terra, in preda a delle incontrollabili contrazioni muscolari. Contemporaneamente, dalla sua veste, rotolò verso il pavimento, venendo rapidamente raccolta da Anita.

La più fortunata di tutti fu Sylveon che, essendosi protetta, non aveva ancora subito alcun danno.

Con fatica, la nativa di Kalos riuscì a scendere dal palco, con le scarpe che si attaccavano al terreno ad ogni passo. Vincendo la resistenza della gomma, mezzo sciolta, si precipitò a braccia aperte verso Ash, stringendolo in un forte abbraccio.

Il nativo di Kanto rimase sorpreso da quel gesto di affetto così improvviso. Non gli pareva di aver fatto nulla di così straordinario. Non avrebbe mai permesso al malvagio di torcere un capello a nessuna delle sue amiche o dei suoi amici.

Serena guardava il suo eroe con occhi sognanti, mentre tutto attorno a lei sembrava scomparire. Prima il palco, poi i Saggi, quindi i Seguaci del Team Plasma e, infine i suoi amici…

Lei e Ash erano soli in quella stanza, ormai non c'erano né Sylveon né Pikachu…

Si stava avvicinando ad un Ash sempre più vittima degli eventi, quando, ad un certo punto, una voce maschile la fece tornare alla realtà. «Ma ti sembra questo il momento per fare queste cose?»

Era uno dei Seguaci del Team Plasma. Il solo che non si era precipitato a soccorrere il suo capo. Senza perdere tempo il Seguace estrasse una Poké Ball dalla sua veste.

Riportata alla realtà e conscia della minaccia, Serena sciolse l'abbraccio con cui aveva avvolto il frastornato Ash.

Prima ancora che il Seguace potesse mandare in campo il suo Pokémon, Pikachu fece per saltare dalla spalla del ragazzo, avvicinandosi a Sylveon, anche lei pronta a difendere i due.

«Non preoccupatevi!» Ash cercò di rassicurare i due Pokémon. «Pensate a difendere Serena e a farli uscire e a farli allontanare!» I due Pokémon, un po' perplessi, accettarono l'ordine. Angelica non oppose alcuna resistenza, trascinando con sé Yara, che sembrava non volersi muovere, nonostante la spiegazione.

Yara sembrava essere molto preoccupata per Ash, e cercò di spiegarlo ad Angelica.

Serena dovette intervenire per tranquillizzarla. «Spiegale che non ci sono motivi per non fidarsi di Ash. E che se lui ci dice di andare, è perché non vuole che ci facciamo male. Lui se la caverà.» Anche se, in verità, quelle parole servivano più a rassicurare sé stessa che non le altre.

Angelica fece da tramite per la sua assistita, finalmente convinta ad abbandonare l'edificio, seguita dalle preoccupate Anita e Serena. Le ragazze, scortate dai Pokémon, riuscirono ad uscire dall'edificio e ad allontanarsi di diverse decine di metri senza che nessuno le minacciasse.

«Ora che le ragazze sono al sicuro possiamo combattere sul serio.» Ash prese una Poké Ball dal suo borsello. «Torterra, vieni fuori!» Davanti ai Seguaci del Team Plasma, che nel frattempo avevano aiutato il loro capo a rimettersi in piedi, si piazzò un ingombrante Pokémon quadrupede il cui corpo era protetto da un enorme guscio piatto dal contorno bianco.

In corrispondenza della testa, il guscio si allargava creando una forma simile a quella di un diamante.

Sulla sua corazza un enorme albero e tre piccole montagne.

I colori principali del corpo di quel Pokémon erano un verde spento e del marrone.

Il dorso era attraversato da numerose linee trasversali. Dalla testa sporgevano due enormi spine grigie. La bocca era frastagliata e sul muso vi era un becco marrone scuro. Le sue quattro gambe erano incredibilmente possenti. Ogni zampa aveva tre dita simili a piccole pietre grezze.

Il Pokémon Continente guardò i membri del Team Plasma con uno sguardo minaccioso, che fece gelare il sangue nelle vene ai Seguaci. Le sue pupille rosse brillavano minacciose, all'interno di quelle fasce nere.

«Torterra! Usa Verdebufera!» Ordinò Ash.

La colossale tartaruga generò un'enorme tempesta di foglie acuminate che sollevò come se nulla fosse tutti i Seguaci e tutti i Pokémon presenti all'interno dell'edificio, scagliandoli contro le pareti con una violenza inaudita.

Le ragazze, nel mentre, erano fuggite e avevano raggiunto quasi l'ingresso della Palestra. Finalmente vicine ad un luogo sicuro, poterono riprendere fiato.

«Yara ti ringrazia per aver lottato contro il capo del Team Plasma. Pensa che Sylveon sia straordinaria.» Spiegò Angelica «Eon!» Sylveon arrossì per il complimento, mentre avvolgeva uno dei suoi nastri attorno al braccio di Serena e un altro attorno al braccio di Yara, che non poté fare a meno di sorridere. Dopo alcuni istanti, la Pokémon mollò la presa, sempre con la sua solita delicatezza e tenerezza.

«Anche lei vorrebbe allenare un Sylveon, come te.» Angelica, come sempre, fece da tramite per Yara.

«Sono felice di questo. Sylveon è fantastica. Ma non è stato facile ottenere la sua fiducia. Quando era un'Eevee era molto timida e aveva paura delle persone e anche di molti Pokémon.» Raccontò Serena.

Poco dopo Serena prese dalla borsa il suo Smart Rotom.

Dopo aver atteso che il suo Pokémon riprendesse fiato, Ash, che nel frattempo era ad un passo dall'uscita dell'edificio ordinò un secondo attacco, senza nemmeno aspettare che i presenti potessero riprendersi dal precedente Verdebufera, che nel frattempo si stavano iniziando a rialzare: «Usa Pietrataglio!» Ordinò il Campione.

Il Pokémon Continente si sollevò sulle zampe posteriori, per poi lanciarsi violentemente sul terreno, creando una gigantesca serie di massi che in pochi istanti tapparono l'ingresso dell'edificio, rendendo impossibile la fuga.

Ash fece rientrare il suo Pokémon nella Poké Ball e si mise a correre, per allontanarsi dall'edificio e tornare dalle amiche al più presto. Dopo che il ragazzo percorse circa trecento metri, si udì un fragoroso boato, mentre il terreno venne scosso da una gigantesca onda d'urto.

«Ash! Starà bene? Gli è successo qualcosa?» Si chiese Serena in tono preoccupato, non vedendolo rientrare. A queste parole si aggiunse un pensiero rassicurante: "Ma certo che se la sarà cavata! È Ash! Lui se la cava sempre!" Serena cercò di pensare positivo.

E, per fortuna, il suo pensiero positivo si era realizzato. Ash le stava raggiungendo di corsa e sembrava stare benissimo.

Finalmente rassicurata dalla presenza di Ash, Serena recuperò il suo Smart Rotom, che svolazzava davanti a lei,

concludendo la sua ricerca.

«Nel Parco Austropoli si possono trovare degli Eevee, ma sono molto rari.» Spiegò Serena, con Angelica che fece da tramite per Yara. La ragazza dai capelli bordeaux non sembrava essere spaventata da quella notizia.

«Per vostra fortuna posso darvi un piccolo aiuto. Un regalino da parte di una mia amica.» Spiegò la nativa di Kalos con un sorriso. Anche Ash sorrise, capendo a chi si riferiva Serena.

«Potete spiegarmi cosa avete da sorridere?» Chiese Angelica, incuriosita. «Una nostra amica di Hoenn, Vera. È una coordinatrice molto famosa, tanto da essere soprannominata "la Principessa di Hoenn". Oltre che essere una maga delle Pokémelle.» Spiegò Serena.

«Abbiamo studiato i gusti preferiti da Sylveon e dalla sua Glaceon e anche della Eevee di Chloe, una nostra amica comune. E, sorprendentemente hanno dei gusti molto simili.» Spiegò ancora una volta

«Andiamo al Parco Austropoli oppure aspettiamo Artemisio e Carlos?» Chiese Ash. «Perché, se non ricordo male, ci vuole qualche ora perché facciano effetto.» Rispose Ash.

«Si, giusto, meglio andare. Tanto fino a quando Artemisio non torna, Anita non lo può sfidare.» Rispose Serena.

Rapidamente la nativa di Kalos cercò sull'applicazione delle mappe il percorso migliore per raggiungere il parco. La nativa di Kalos rimase sorpresa dalla grande quantità di linee che avevano una fermata vicino ad uno dei numerosi ingressi del parco. «Il parco Austropoli è il parco cittadino più grande del mondo.» Spiegò Angelica. «Ed è molto frequentato. Molte persone lo visitano per passeggiare, per fare sport, per lottare e, altri ancora per catturare dei Pokémon.» Concluse Angelica. «Capito.» Rispose Serena. «Ma dobbiamo avvisare Artemisio e Carlos, o potrebbero preoccuparsi.» Aggiunse poco dopo, mentre iniziava a comporre un messaggio verso i due.

Fatto questo, il gruppo raggiunse la vicina fermata del pullman.

Anita controllò sul suo Smart Rotom quale sarebbe stata la prima linea a transitare vicino al parco e a fermarsi in quella specifica piazzola, ma prima che potesse completare la sua ricerca, proprio in quella piazzola, si fermò un pullman della linea PE.

«Bene, prendiamo questo.» Propose Angelica, che, nel frattempo aveva già preso Yara per mano, come ad invitarla a salire. Dopo aver convalidato i loro abbonamenti, Ash e le ragazze si sedettero.

Dopo numerose fermate, finalmente, il mezzo si fermò di fronte ad uno dei cancelli d'ingresso del parco. Similmente al Parco Montevite, il parco era separato dal mondo esterno da una spessa cinta muraria, interrotta unicamente da alcuni cancelli in metallo che permettevano l'ingresso e l'uscita dal parco.

Dopo aver superato un piccolo spiazzo di cemento, da cui partivano numerose stradine in terra battuta, il gruppo si diresse verso la parte più interna del parco, superando numerose persone intente a fare sport, o semplicemente intente a passeggiare.

Dopo una lunga camminata, il gruppo raggiunse un gigantesco spiazzo, ricoperto di erba, morbida e lucente, con dei piccoli fiori colorati che spuntavano dal terreno.

Poco in fondo, delle piccole casette in legno colorate di bianco e rosso.

«Questi sono i contenitori per le Pokémelle.» Serena indicò una di quelle casette. «Dentro di loro ci sono delle piccole ventole che diffondono il profumo delle Pokémelle.»

«Ora credo che sia ora di mettere qualcosa sotto i denti…» La interruppe Ash, mentre si massaggiò la pancia, seguito da Pikachu. Nessuna delle ragazze se la sentì di protestare.

«Va bene, ho capito.» Rispose Serena un po' delusa.

Dopo un paio d'ore, ad Ash e alle ragazze si riunirono finalmente Artemisio e Carlos, proprio davanti all'ingresso della Palestra. Prima di raggiungere la Palestra, anche Artemisio e Carlos avevano approfittato per pranzare.

«Quando siamo passati, abbiamo visto che la strada per la Palestra era sbarrata e abbiamo dovuto fare il giro. Ho saputo che il Palazzo del Team Plasma è crollato… ne sapete qualcosa?»

Come con le ragazze, Ash fu piuttosto evasivo, dicendo di non saperne nulla, dopo aver raccontato di come avesse fatto allontanare le ragazze.

«In ogni caso, se ne stanno occupando i soccorsi. Noi saremo solo d'intralcio.» Spiegò Artemisio. «A parte questo, sfortunatamente la segnalazione si è rivelata corretta. Il Team Plasma era veramente interessato alle fogne della città, per poter sfruttare l'Antico Sentiero. Per attraversare indisturbati l'intera Unima.» Aggiunse poco dopo.

«Sì, abbiamo sentito parlare dei Seguaci del Team Plasma dell'Antico Sentiero.» Rispose Serena. «Proprio poco dopo che abbiamo cercato di salvare la sua Emolga dalle grinfie del Team Plasma.» Spiegò Serena, indicando Yara.

Artemisio fece cenno di aver capito.

«Bene…» Rispose il Capopalestra. «Cosa ne pensi, Anita. Ti andrebbe di lottare?» Propose lo specialista dei Pokémon Coleottero. La nativa di Unima non se la sentì di rifiutare.

«Solo una cosa…» Anita alzò leggermente la mano. «Dimmi tutto.» Rispose l'artista. «Potremo filmare la nostra lotta?» Chiese Anita. «Nessun problema. Se vuoi possono assistere anche le tue amiche.»

«Certo. Non posso impedirlo.» Rispose Anita.

Il gruppo entrò nella Palestra, guidato da Artemisio.

Appena varcata la soglia dell'edificio, Yara fece uscire Emolga dalla sua Poké Ball. «Almeno così assisterai alla lotta.» Angelica si rivolse alla Pokémon, senza nemmeno dover interpretare le intenzioni di Yara.

La Pokémon si posò sulla spalla della sua Allenatrice, imitando il Pikachu di Ash. Poco dopo la Pokémon strofinò la sua guancia contro quella della sua Allenatrice, facendola sorridere.

Poco dopo, il gruppo, a parte Anita, si sedette sulla sola tribuna disponibile, per poter seguire la lotta.

«Questa è la tua terza lotta in palestra, giusto?» Chiese Artemisio.

Anita annuì.

«Allora sarà una lotta tre contro tre, come previsto dalle regole della Lega Pokémon.» Spiegò il Capopalestra, mentre

impostava l'arbitro elettronico.

«La lotta in Palestra tra il Capopalestra Artemisio e la Sfidante Anita sta per cominciare! Sarà una lotta tre contro tre. Vince

chi riesce a rendere i Pokémon avversari non più in grado di lottare! Inoltre, solo alla Sfidante è concesso sostituire il suo

Pokémon. Allenatori schierate pure i vostri Pokémon!» Annunciò la voce elettronica del sistema.

Sfidante e Capopalestra misero mano alle loro Poké Ball, mentre Carlos aveva avviato la registrazione video con il suo Smart Rotom. "Eppure Artemisio sa di Archen e di Tirtouga. Oppure è una sua strategia?" Pensò Carlos. "Un bluff del genere me lo aspetterei da Ash, non da lei." Un secondo pensiero si contrappose al primo. Nel frattempo, tanto Artemisio quanto Anita avevano mandato in campo i loro Pokémon.

La ragazza aveva mandato in campo la sua Vivillon, mentre Artemisio mandò in campo un Dewpider, un Pokémon dall'aspetto di un aracnide, ma dotato unicamente di tre zampe. La sua testa, dalla forma sferoidale, era immersa in una bolla d'acqua che la proteggeva.

I suoi occhi erano blu, mentre la sclera era più chiara. Poco sopra di essi si trovavano due protuberanze di un blu simile a

quello della sclera.

Intorno alla bolla d'acqua possedeva tre arti di colore verde che si ricollegavano al ventre.

Il ventre era verde nella parte superiore e nero in quella inferiore. Le gambe erano di forma allungata e dello stesso verde degli arti che avvolgevano la testa.

Anita scansionò quello strano Pokémon con la funzione Pokédex del suo Smart Rotom: «Dewpider. Pokémon Bolladaqua. Tipo Coleottero e Acqua. Esemplare maschio. Con l'addome gonfia una bolla d'acqua in cui tiene infilata la testa. Fa a gara con gli altri Dewpider a chi ha la bolla più grande. Mosse conosciute: Bollaraggio, Geloraggio, Sanguisuga.» Anita ripose il suo Smart Rotom nella borsa.

«La prima mossa va alla sfidante!» Dichiarò l'arbitro elettronico.

«Vivillon! Usa Eterelama!» Ordinò Anita.

Dalle ali della farfalla si generarono delle sottilissime lame d'aria dal colore biancastro, che rapidamente vennero scagliate contro il terreno.

Dewpider, senza che il suo Allenatore proferisse parola, aveva ricoperto il terreno di lotta con un sottile strato di ghiaccio, permettendo al ragnetto di scivolare come un pattinatore e di evitare l'attacco della farfalla.

«Bollaraggio!» Il comando di Artemisio non si fece attendere.

Il ragnetto sollevò una delle sue zampe e iniziò a generare una lunga serie di bolle d'acqua, sparandole nella direzione della sua avversaria.

«Comete!» Numerosi raggi di energia a forma di stella dal colore dorato si schiantarono con le bolle, facendole esplodere in aria in tante sottilissime gocce d'acqua.

A vedere quella lotta veniva da chiedersi se si stesse assistendo ad una gara Pokémon e non ad una lotta in Palestra.

«Per essere solo alla tua terza lotta in Palestra, devo ammettere che te la cavi bene nell'arte della lotta.» Si complimentò Artemisio. Anita non rispose, concentrata com'era sulla lotta.

«Usa Psichico!» Ordinò Anita. Il corpo di Vivillon venne avvolto da una sottile aura rosata, che ben presto avvolse anche il Dewpider avversario, con il ragnetto che cercava in ogni modo di divincolarsi dalla potente energia psichica che lo avvolgeva, con una forza tremenda.

E, a peggiorare la situazione, ora il ragnetto veniva scaraventato con un'incredibile violenza contro i muretti della palestra.

«Forza, Dewpider, cerca di attaccare con Geloraggio!» Ordinò Artemisio.

Da una delle zampe del ragnetto scaturì un sottilissimo raggio di energia dal colore azzurrino, ma che venne rapidamente deviato sul terreno dai poteri psichici della farfalla.

«E ora Comete!» Ordinò Anita. I raggi di energia dorati impattarono contro il ragnetto, creando una potente esplosione, ma, nonostante la violenza dell'attacco, il ragnetto era ancora in grado di lottare.

«La vera lotta inizia solo ora!» Artemisio incoraggiò il suo Pokémon. «Usa Geloraggio per librarti in aria!» Ordinò Artemisio.

Il ragnetto si sollevò in aria, sfruttando i raggi di energia gelida.

Grazie alla propulsione data dal suo attacco, Dewpider si sollevò in aria, raggiungendo l'altezza di volo della sua avversaria, in attesa del prossimo comando del suo Allenatore.

«Usa Sanguisuga!» Ordinò Artemisio. Il ragnetto, grazie alla propulsione del Geloraggio, raggiunse le spalle della sua avversaria, ad una velocità impressionate.

Era pronto a attaccare una delle sue zampe al corpo della sua avversaria, per risucchiare la sua energia vitale.

«Vivillon! Dietro di te!» Anita la avvisò appena in tempo.

La farfalla batté le ali con veemenza, generando una potentissima corrente d'aria, che investì il ragnetto e lo scagliò con violenza contro il terreno.

«Dewpider non è più in grado di lottare. Vince Vivillon!» Dichiarò l'arbitro elettronico. «Se la sfidante lo desidera, potrà sostituire il suo Pokémon.» Aggiunse poco dopo la voce robotica e monotona del dispositivo.

«Cosa ne pensi, Vivillon?» Chiese Anita.

La farfalla si avvicinò all'Allenatrice, venendo rapidamente riassorbita nella Poké Ball. Stesso destino per il Dewpider di Artemisio, sconfitto.

«Sai, Anita. Credo che la tua Vivillon abbia appena imparato Tifone. È una delle mosse di tipo Volante più potenti.» Si complimentò Artemisio. Anita si limitò a sorridere per il complimento.

Nel frattempo, la giovane Allenatrice e il Capopalestra avevano mandato in campo il loro secondo Pokémon.

Anita mandò in campo la sua Herdier, mentre Artemisio mandò in campo un Karrablast, un Pokémon prevalentemente di colore blu; l'addome e la pancia, percorsi da bande orizzontali, erano gialli. Gli arti erano molto piccoli e neri.

Anche la sua faccia era jera, con una piccola macchia azzurra. Gli occhi avevano l'iride arancione, mentre il resto era completamente giallo. Aveva due incisivi aguzzi e un piccolo corno blu, rivolto verso l'alto.

Anita scansionò quel Pokémon con la funzione Pokédex del suo Smart Rotom: «Karrablast. Pokémon Addentatore. Tipo Coleottero. Esemplare maschio. Se avverte un pericolo respinge il nemico spruzzando un liquido acido dalla bocca. Prende di mira Shelmet. Mosse conosciute: Giravvita, Megacorno, Velenpuntura, Acido.» Anita ripose il suo Smart Rotom nella borsa.

«Dal momento che la Sfidante ha sostituito il suo Pokémon, la prima mossa spetta al Capopalestra.» Dichiarò l'arbitro elettronico.

Artemisio non se lo fece ripetere due volte. «Karrablast, usa Giravvita!» Ordinò.

Karrablast si mise a ruotare rapidamente su se stesso, come un trapano, dirigendosi rapidamente verso Herdier. «Cerca di fuggire con Fossa!» Ordinò Anita. Rapidamente Herdier scavò un buco nel campo di lotta evitando l'attacco avversario.

«Furbo da parte tua.» Commentò il Capopalestra. «Ma abbiamo una strategia apposta per questo.» Artemiso sorrise.

«Buttati nella fossa e usa di nuovo Giravvita!» Ordinò Artemisio.

Karrablast si buttò nel fosso scavato da Herdier, ruotando rapidamente su sé stesso, come la punta di un trapano.

«Presto, Herdier, esci fuori!» Ordinò Anita, sperando che Herdier la udisse da là sotto.

Per fortuna della ragazza, Herdier sbucò dal terreno, dal lato del campo del Capopalestra, seguita, poco dopo dal Karrablast di Artemisio. «Ora attacca con Carineria!» Ordinò.

Il corpo di Herdier si rivestì di una sottile aura rosata, mentre caricava il piccolo Pokémon Coleottero davanti a lei.

Karrablast venne colpito e scaraventato con violenza contro uno dei muretti della Palestra, creando un grosso buco. Nonostante la violenza dell'impatto, Karrablast riuscì a divincolarsi dal buco, pronto ad attaccare di nuovo.

«Usa Megacorno!» Ordinò Artemisio.

Il corno di Karrablast si illuminò di una luce giallognola, mentre il piccolo Pokémon si scaraventava verso la sua avversaria.

Per fortuna di Anita, Karrablast non era un Pokémon particolarmente veloce, permettendo alla ragazza di elaborare un contrattacco efficace.

«Proviamoci, Herdier, appena arriva, afferralo con Rogodenti!» Ordinò Anita. Herdier spalancò la bocca, mentre questa venne avvolta da uno spesso strato di fiamme roventi.

Appena Karrablast fu sufficientemente vicino, la Pokémon assalì Karrablast con violenza, afferrando il corno di Karrablast e fermando la sua corsa.

Karrablast era bloccato, sospeso ad alcuni centimetri dal suolo, bloccato e stretto tra le fauci di Herdier.

Nonostante le evidenti difficoltà del suo Pokémon, Artemisio sembrava essere piuttosto tranquillo.

«Karrablast! Usa Acido!» Ordinò Artemiso.

Karrablast iniziò a secernere dalla sua bocca una sostanza dal colore violaceo e dall'alto potere corrosivo, proprio nelle fauci della sua avversaria, costringendola a sputarlo.

Per sua sfortuna, Karrablast non uscì completamente illeso dalle fauci della sua avversaria. Non solo, infatti presentava sul corpo degli evidenti segni della dentatura della sua avversaria, ma percepiva anche una forte e anomala sensazione di calore. Era stato scottato.

«Karrablast, proviamoci di nuovo! Usa Velenpuntura!» Ordinò Artemisio.

Il corno di Karrablast si illuminò di una luce violacea, mentre quest'ultimo iniziava a secernere un potente veleno.

«Herdier, so che possiamo farcela! Usa Carineria!» Ordinò Anita.

Il corpo di Herdier si rivestì di una sottile aura rosata, mentre caricava il piccolo Pokémon Coleottero davanti a lei. Karrablast venne colpito e scaraventato con una violenza inaudita verso l'alto, prima di precipitare a terra.

«Karrablast non è più in grado di lottare. Vince Herdier.» Dichiarò l'arbitro elettronico. «Se la sfidante lo desidera, potrà sostituire il suo Pokémon.» Aggiunse poco dopo la voce robotica e monotona del dispositivo.

«Herdier, vuoi continuare?» Chiese Anita.

Contrariamente alla compagna di squadra, Herdier, fece cenno alla sua Allenatrice di voler continuare. Anita decise di non opporsi alla scelta della sua Pokémon.

«Leavanny, conto su di te!» Artemisio mandò in campo il suo Pokémon più forte.

Anita, rapidamente, scansionò il Pokémon Balia con la funzione Pokédex del suo Smart Rotom, poco prima che l'arbitro elettronico annunciasse come, non avendo sostituito Herdier, Anita avrebbe avuto diritto alla prima mossa.

«Herdier, proviamo con Carineria!» Ordinò Anita.

Per l'ennesima volta, Herdier si mise a caricare il suo avversario, colpendo la mantide in pieno petto, senza che senza che questa si muovesse di un millimetro.

«Fendifoglia!» Il braccio-foglia della mantide si illuminò di una luce verde chiaro, e si trasformava in una lama affilata. Herdier venne scaraventata contro una delle pareti della Palestra, creando un grosso buco, simile a quelli creati in precedenza dai Pokémon del Capolaestra.

«Herdier non è più in grado di lottare. Vince Leavanny.» Dichiarò l'arbitro elettronico.

«Ritorna, Herdier, ha fatto un ottimo lavoro.» Anita fece ritornare Herider nella Poké Ball. «Vivillon! Conto su di te!» Anita mandò di nuovo in campo la sua Vivillon, che, durante la pausa si era un po' ripresa.

«La prima mossa va al Capopalestra!» Dichiarò l'arbitro elettronico.

«Leavanny! Millebave!» Artemisio non se lo fece ripetere due volte. Dalla bocca della mantide uscì un sottile flusso di bava dal colore bianco e dalla consistenza appiccicosa.

«Vivillon, vola dove vuoi e schiva!» Ordinò Anita, cercando di mettere in pratica una delle tecniche di lotta che Ash le aveva insegnato.

La farfalla obbedì, svolazzando leggiadra da una parte all'altra della Palestra, passando anche attraverso i rami degli alberi, costantemente in fuga dal flusso di bava del suo avversario, che nel frattempo si stava applicando ovunque, dai rami degli alberi alle travi che reggevano il tetto.

In breve tempo, nel campo di era rivestito dalla bava della mantide, senza che però quest'ultima avesse mai nemmeno sfiorato la farfalla.

«Proprio quello che mi aspettavo!» Commentò Artemisio, lasciando sbigottita la sua sfidante. «Adesso taglia il Millebave con Fendifoglia!» Le breccia-foglia della mantide si illuminarono di una luce verdastra, mentre la mantide tagliava quella bava come fosse burro, lasciando sospesi in aria centinaia di brandelli dalla forma irregolare.

Questa volta, a sorridere fu Anita. Poteva, finalmente applicare la strategia che le aveva insegnato Ash. «Usa Psichico per controllare la bava!» Ordinò la ragazza.

Il corpo della farfalla si rivestì di un'aura rosata, mentre concentrava i suoi poteri psichici sollevando in aria tutti i brandelli di bava e gli scagliava contro la stessa mantide, costringendola a terra, bloccata a terra dalla sua stessa bava collosa.

«E ora usa…» Prima ancora che Anita potesse concludere il suo comando, la farfalla iniziò a precipitare a terra, ormai esausta.

Prima che potesse cadere a terra, Anita la fece rientrare nella Poké Ball. «Sei stata fantastica. Ti meriti di riposare.» Anita cercò di nascondere la sua preoccupazione.

«Archen! Conto su di te!» Anita mandò in campo il suo terzo e ultimo Pokémon.

"Allora non stava bluffando." Pensò Carlos.

«Dal momento che la Sfidante ha sostituito il suo Pokémon, la prima mossa va al Capopalestra!» Dichiarò l'arbitro elettronico.

«Leavanny, liberati subito!» Ordinò Artemisio. Dalle bende di bava iniziò a filtrare una luce verde chiaro, mentre rapidamente le braccia-foglia della mantide affettavano la bava, parzialmente rinsecchita, come burro.

«Attaccalo con Millebave, come prima!» Ordinò Artemisio. Dalla bocca della mantide uscì un sottile flusso di bava dal colore bianco e dalla consistenza appiccicosa.

«Schiva, volando ovunque!» Ordinò Anita, volendo ripetere una strategia simile a quella adottata in precedenza con Vivillon, lasciando Artemisio piuttosto sorpreso.

«Perché lo sta facendo? Archen non conosce Psichico. Cosa ha in mente?» Chiese Carlos, incuriosito.

«Lasciala fare. Io credo di aver capito cosa ha in mente. È molto rischioso, ma potrebbe funzionare.» Commentò Ash, con una punta di orgoglio.

«Ora usa Sassata! Continua a volare!» Ordinò Anita. L'antico uccello generò, durante il suo volo, lasciava dietro di sé un'ampia scia di massi, che venivano rapidamente inglobati dalla bava del suo avversario.

«Ora vola intorno a Leavanny!» Ordinò la ragazza.

A causa dell'enorme peso di quei sassi, per la mantide fu sempre più difficile controllare quel flusso di bava, tanto più che,

nel tentativo di colpire il suo avversario, Leavanny doveva costantemente ruotare su sé stesso, arrotolando attorno al suo corpo la sua stessa bava, con tutte quelle pietre accuninate.

Bastava anche solo un piccolo colpo per fargli perdere l'equilibrio e…

«Archen, usa Attacco Rapido!» ordinò Anita.

In una frazione di secondo, il corpo dell'antico uccello si rivestì di un'aura biancastra, mentre quest'ultimo colpiva il Leavanny di Artemisio in pieno petto, facendolo sbattere violentemente contro il terreno.

Il violento impatto della mantide sul terreno venne ulteriormente peggiorato dai massi lanciati da Archen, avvolti dalla sua stessa bava.

Sembrava fosse fatta per Anita e Archen, ma, prima ancora che Archen potesse pensare di aver vinto, il corpo di Leavanny si illuminò di una sottile aura verde chiaro, per poi rialzarsi in piedi e strappare tutta la bava che avvolgeva il suo corpo, con anche le rocce.

«Questa è l'abilità di Leavanny, Aiutinsetto.» Spiegò Artemisio.

«Quando Leavanny è al limite delle forze, entra in gioco la sua abilità Aiutinsetto. I suoi attacchi di tipo Coleottero diventano molto più forti.» Spiegò Artemisio, intimorendo Anita e il suo Pokémon.

«Forbice X!» Le braccia-foglia della mantide si illuminarono di una luce giallognola. Rapidamente la mantide incrociò le braccia, come a formare una X, dai bordi affilati.

«Attacca con Sassata!» Ordinò Anita.

Archem generò numerosi massi accuminati, che rapidamente scagliò contro la mantide, ma prima che questi potessero raggiungerla, vennero completamente sbriciolati dalle falci della mantide.

«Leavanny non può continuare così a lungo. Prima o poi esaurirà le forze.» Commentò Angelica, osservando la lotta.

«Non contro Archen. Se si stanca troppo non riesce a lottare al massimo.» Spiegò Serena.

Angelica si limitò ad annuire. «Speriamo bene.» Rispose poco dopo.

«Archen, così non funziona. Dobbiamo provare qualcosa di diverso.» Anita si accorse di come Leavanny stesse respingendo aggraziatamente e con grande forza ogni singolo masso lanciato dal volatile.

"Anche se gli chiedessi di usare Attacco Rapido, Leavanny lo respingerebbe, e Archen verrebbe sconfitto. Dobbiamo provare qualcosa di diverso… andiamo… cosa farebbe Ash?" Pensò Anita. "Continuare ad usare Sassara è inutile. Dobbiamo provare qualcosa di diverso. Ma cosa? Andiamo!" Anita cercò di concentrarsi.

«Ma certo! Ci sono! Credo che potrebbe funzionare. Archen, usa Forzantica!» Il corpo dell'antico Pokémon volante si illuminò di un'aura violetta, mentre dal terreno si staccavano grandi massi, avvolti dalla stessa aura. In breve tempo, Archen scagliò quegli enormi massi nella direzione dell'avversario.

«Leavanny, continua a distruggere i massi con Forbice X!» Ordinò Artemisio, continuando a imporre il ritmo della lotta insieme al suo Leavanny.

«Ancora Forzantica!» Ordinò Anita, con finalmente in mente una strategia in mente. Come la volta precedente, Il corpo dell'antico Pokémon volante si illuminò di un'aura violetta, mentre dal terreno si staccavano grandi massi, avvolti dalla stessa aura. In breve tempo, Archen scagliò dei massi ancora più grandi di prima nella direzione dell'avversario.

Anche questa volta Leavanny riuscì a distruggere i massi, sia pure con maggiore difficoltà.

«Archen! È il momento! Usa Attacco d'Ala!» Ordinò Anita.

Con una rapidità mai avuta prima, l'ala sinistra di Archen si illuminò di una luce bluastra, mentre l'antico uccello sperimentava una forza e una velocità mai avute prima, colpendo Leavanny in pieno petto prima che potesse reagire.

La mantide venne sbalzata con estrema violenza contro il muro.

«Leavanny non è più in grado di lottare. Vince Archen. Dal momento che nessuno dei Pokémon del Capopalestra è in grado di lottare, la vincitrice della lotta è la Sfidante.» Dichiarò l'arbitrio elettronico.

Appena il sistema di arbitraggio diede il suo verdetto, Artemisio si affrettò a far rientrare il suo Leavanny nella Poké Ball, seguito poco dopo da Anita con Archen.

Ash e i suoi amici non persero tempo a scendere dalla tribuna per congratularsi con Anita per la bella vittoria, prima ancora che Artemisio potesse stringerle la mano.

«E adesso, in qualità di Capopalestra di Austropoli, ti conferisco la Medaglia di questa Palestra, la Medaglia Scarabeo.» Artemisio porse alla ragazza un distintivo realizzato in ottone vetro verde chiaro.

La forma della medaglia ricordava una foglia, divisa, al suo interno, in due foglie più piccole e in una terza foglia a forma di cuore.

«Grazie.» Rispose Anita, mentre riponeva la medaglia nel suo portamedaglie.

«Grazie a te. Hai lottato davvero bene. Tu e i tuoi Pokémon vi siete meritati di vincere questa medaglia.» La ringraziò Artemisio a sua volta. «E a proposito, cosa ne dite di festeggiare il mio ritorno come Capopalestra? Non vi preoccupate. Vi offro la cena in uno dei ristoranti più famosi della città. Big George. Se volete, potete venire pure voi.» Artemisio invitò anche Yara e Angelica.

«Ci dispiace ma non possiamo. Dobbiamo prendere il pullman per Levantopoli. E se già Yara deve catturare Eevee al Parco Austropoli…» Rispose Angelica.

«Nessun problema. Spero di rivedervi presto e di lottare anche con Yara, prima o poi.» Rispose Artemisio.

Come al solito, Angelica fece da tramite per la ragazza.

«Dice che per sfidarti dovrà allenarsi tanto, ma non vede l'ora di sfidarti.» Angelica fece da tramite.

«Quanto a voi…» Artemisio si rivolse ad Ash e gli altri: «Vi avviserò poi per l'ora.»

Il gruppo abbandonò la Palestra, per poi dirigersi alla fermata del pullman, in modo da raggiungere nuovamente il parco cittadino.

Appena scesi dal pullman, il gruppo si diresse rapidamente verso quel gigantesco spiazzo, ricoperto di erba, morbida e lucente, con dei piccoli fiori colorati che spuntavano dal terreno, dove, poco in fondo, si trovavano dei contenitori per le Pokémelle, che vennero rapidamente monopolizzati da Serena.

Rapidamente, nell'aria si diffuse un profumo dolce e leggermente speziato, un profumo che, secondo gli esperimenti di Serena, Vera e Chloe, avrebbe dovuto attirare degli esemplari di Eevee.

Per sfortuna della nativa di Kalos, sembrava che nessun esemplare della volpina presente in quel parco fosse interessato a quelle caramelle.

«Sei sicura che funzionino?» Chiese Angelica, mostrando non poca impazienza.

«Ci vorrà un po' di tempo, prima che le Pokémelle facciano effetto. Magari se ci allontaniamo è anche meglio.» Spiegò la nativa di Kalos.

«Va bene.» Rispose Angelica, in tono di resa. «Sei tu l'esperta.»

Pochi istanti dopo, Yara richiamò l'attenzione della sua assistente, tirandola per una spalla.

«Dice che il Team Plasma le ha preso tutte le Poké Ball. Pensavano avesse degli altri Pokémon oltre ad Emolga.» Spiegò Angelica.

«Nessun problema. Le posso dare una delle mie.» Rispose Serena. «E non la chiederò indietro, contrariamente a qualcun'altro.» La nativa di Kalos non potè fare a meno di lanciare una piccola frecciatina.

Serena porse all'amica una delle sue Poké Ball vuote.

Dopo mezz'ora di estenuante attesa, alcuni cespugli poco lontano, fece capolino una testolina marrone chiaro, sormontata da due grandi orecchie a punta.

Poco dopo spuntò un ampio collare di pelo beige, quindi un corpicino ricoperto da una folta pelliccia marroncina, quindi una grande coda dalla punta bianca, che ricordava un fiore.

Attratta dal profumo, la volpina si stava rapidamente avvicinando alla fonte di quel profumo, che sembrava la stesse richiamando.

In pochi istanti, la volpina corse verso la fonte di quel profumo, senza preoccuparsi della sua provenienza. Probabilmente ciò era dovuto al fatto che fosse al mondo da poco, ma la curiosità era troppo forte.

La volpina corse fino a quelle casette, iniziando a graffiare una di quelle casette, quasi a cercare di arraffare il contenuto di quella casetta.

Notando Eevee che cercava di arraffare la Pokémella presente nella casetta, Serena ebbe un'idea.

Prese dalla sua borsa un'altra Pokémella e la porse a Yara, che comprese immediatamente il piano della nativa di Kalos.

La ragazza, con in mano una piccola caramella rosa dalla forma di parallelepipedo, si inginocchiò vicino ad una delle casette, con la caramella che, dalla sua mano, emanava un dolce profumo.

Sentendo quel profumo ancora più intenso, Eevee, si avvicinò alla sua fonte, la Pokémella nella mano di quella ragazza dai capelli bordeaux.

Senza esitare, la volpina iniziò a leccare quella caramella, facendola sparire in men che non si dica.

La volpina, non contenta, aveva continuato anche a leccare la mano della ragazza, facendola sorridere.

«E-Ve?» La volpina sembra perplessa dalla reazione della ragazza. Perché sorrideva? Ad Eevee sembrava tutto normale.

Poco dopo, la volpina sentì una delicata carezza sulla sua testa, provando una sensazione davvero piacevole.

Dopo alcuni istanti, la volpina smise di leccare la mano della ragazza, con la stessa Yara che, subito dopo smise di accarezzarle la testa.

«Sai come si catturano i Pokémon, e credo che se tu voglia catturarlo, ora devi lottare.» Le ricordò Ash, con Angelica che, come sempre, fece da tramite. Yara si limitò ad annuire.

Emolga planò dalla spalla della ragazza e si piazzò davanti ad Eevee, in attesa di istruzioni. Istruzione, che, come sempre sarebbero giunte per bocca di Angelica.

«Codacciaio!» La Pokémon Petauro si precipitò contro l'avversaria, mentre la sua coda si illuminava di una luce biancastra, in modo del tutto simile a quella di Pikachu.

Eevee, che non si aspettava di essere attaccato, indietreggiò di alcuni passi, prima di caricare Emolga a sua volta, lanciandola in aria.

«Enegisfera!» La Pokémon Petauro generò dalla sua coda una sfera di energia dal colore giallo, rivestita da delle scariche elettriche, che colpirono la volpina, facendole rizzare parzialmente il pelo.

Seguendo unicamente il suo istinto, Yara lanciò verso Eevee la Poké Ball che le aveva donato Serena.

E, per fortuna della ragazza, quello era il momento giusto.

La Poké Ball, dopo aver assorbito la volpina, oscillò per tre volte, prima di chiudersi, emettendo delle piccole scintille.

Poco dopo, la ragazza raccolse la Poké Ball.

«Ora è meglio portare Eevee in un centro Pokèmon, e poi è il caso per noi di andare.» Angelica cercò di velocizzare il procedimento, venendo rimproverata dalla sua assistita. "Almeno fammi salutare i miei amici"

Angelica sbuffò. "Come vuoi. Ma non lamentarti se perdiamo il pullman."

Yara si affrettò a salutare gli amici, abbracciandoli uno alla volta.

E, poco dopo anche Emolga fece altrettanto, con Pikachu.

Finalmente (almeno per Angelica) le due ragazze si congedarono con il gruppo, che, a sua volta si diresse verso il centro Pokémon dove avevano trascorso la notte, per permettere ai loro Pokémon di riposare e per prepararsi per l'invito a cena.

Alcune ore dopo, i quattro raggiunsero il ristorante indicato da Artemisio, con il Capopalestra che già li attendeva, mentre era intento a chiacchierare con un uomo alto almeno un metro e novanta, dalla corporatura robusta.

Indossava un maglione rosso e una salopette in jeans che ne evidenziava la grossa pancia. L'omaccione era scuccato e aveva una barba tra il grigio e il bianco, piuttosto lunga.

Indossava anche degli occhiali da vista dalla forma squadrata.

Sulla spalla dell'omaccione era seduto un piccolo Pokémon dall'aspetto umanoide. Era prevalentemente rosso, e sembrava indossasse una sorta di casco, con una grossa lama.

Anche le sue braccia terminavano con delle lame, e altre due lame si trovavano attorno alla sua vita. Gli occhi, parzialmente nascosti dal casco, erano gialli.

«Vedo che i tuoi ospiti sono arrivati.» Commentò l'omaccione, riferendosi ad Artemisio. «Non sapendo se ti avessero riabilitato come Capopalestra o meno, ti sei trovato un lavoro come agente matrimoniale? Sai bene che questo ristorante ha le salette private per le coppie.» L'omaccione punzecchiò Artemisio.

«Non esattamente.» Rispose Artemisio. «Volevo solo festeggiare con la prima sfidante con cui ho lottato dopo tutto quello che era successo, e con i suoi amici.» Si affrettò a spiegare.

Per fortuna del Capopalestra, nessuno dei presenti aveva ascoltato quel siparietto.

Ash aveva approfittato di quel momento per analizzare lo strano Pokémon sulla spalla dell'omaccione con la funzione Pokédex del suo Smart Rotom: «Pawniard. Pokémon Lamafilatta. Tipo Buio e Acciaio. Esemplare maschio. Incalza il nemico con le lame che ha sul corpo, e le mantiene sempre taglienti affilandole con pietre di fiume. Mosse conosciute: Ferrartigli, Metaltestata, Tagliofuria, Nottesferza.» Ash si affrettò a riporre il suo Smart Rotom nel borsello.

«E così loro sono i tuoi ospiti?» L'omaccione indicò Ash e i suoi amici.

«Beh, si, certo.» Rispose Artemisio, facendo cenno ai quattro di avvicinarsi.

«Piacere di conoscervi!» Si presentò l'omaccione. «Io mi chiamo George, e lui…» L'uomo indicò il Pokémon sulla sua spalla

«È il mio fidato assistente Pawniard.»

«Piacere di conoscerla! Io mi chiamo Ash!» Poco dopo il Campione del mondo indicò il Pokémon sulla sua spalla. «E lui è il mio carissimo amico Pikachu.»

«Pika-Pikachu» Si presentò il roditore elettrico.

«Ma tu sei Ash Ketchum, il Campione del Mondo! Mi pare di avere già avuto una tua prenotazione qualche tempo fa, ma purtroppo ero impegnato in servizio.» George cercò di scusarsi.

Poco dopo si presentarono anche Serena, Carlos e, infine, Anita.

«Intanto che vi preparano il tavolo, potete mangiare liberamente al buffet di stuzzichini.» Li invitò George, indicando un grosso tavolo, imbandito con ogni leccornia possibile ed immaginabile.

Sul tavolo si trovavano degli ampi vassoi di ceramica rossa e delle grosse insalatiere realizzate nel medesimo materiale.

Sull'esterno di ogni insalatiera e sul bordo di ogni piatto, vi era una scritta dipinta di nero "Con affetto, Big George"

Su uno dei vassoi vi erano disposte numerosissime fette di prosciutto crudo, di prosciutto cotto, di pancetta, centinaia di rondelle di salame e di salsiccia secca, oltre che parecchie fette di formaggio.

Su un altro piatto troneggiavano una gigantesca quantità di ravioli dalla forma di mezzaluna, di colore dorato.

Su degli altri piatti vi erano numerose torte salate, con farciture di vario tipo, con le fette già perfettamente separate.

In un altro vassoio non mancavano delle pizzette sfoglia.

Una delle insalatiere ospitava delle olive con olio, aglio e prezzemolo.

Su un'altra ancora dell'insalata di mare, e su un'altra ancora delle polpette fritte.

«Mangiate pure tutto quello che volete, ma tenete dello spazio per la cena. Ah, ovviamente anche tutti i vostri Pokémon sono invitati!» Si raccomandò George.

Prima ancora che l'uomo potesse finire la frase, Ash fece uscire i suoi Pokémon dalle rispettive Poké Ball, per poi precipitarsi, scortato dalla sua squadra verso tutto quell'ottimo cibo.

«Un ultima cosa. Quando volete, chiedete pure per i primi. Ora scusatemi, ma ho un po' da fare in cucina. Almeno così sarò con voi per i secondi e per i dolci.» George si rivolse al gruppo.

Un po' di tempo dopo, finalmente l'appetito di Ash e della sua squadra si era calmato, finalmente il gruppo si diresse al

tavolo che era stato assegnato loro.

Quasi non fecero in tempo a sedersi, che subito vennero raggiunti da una delle cameriere. «Bene, immagino voi abbiate ordinato il menù classico. Tra un po' arriveranno le vostre portate.» Li rassicurò la giovane.

Appena la cameriera si allontanò a sufficienza, Artemisio si rivolse ai suoi invitati: «Non vi ho ancora detto una cosa. Potreste darmi i vostri indirizzi di casa? Vedrete, sarà una bella sorpresa.» Nessuno se la sentì di protestare, e tutti e quattro inviarono il loro indirizzo al Capopalestra.

Dopo una ventina di minuti, la stessa cameriera di prima, iniziò a servirli portando loro dei grossi piatti strabordanti di tagliatele al ragù.

«Se volete potete pure chiedere il bis. Poi, quando avrete finito, passo con il secondo primo.» Spiegò la donna.

Appena tutti furono serviti, Ash e Pikachu si gettarono a capofitto sul piatto, e subito si sentirono in paradiso.

«È delizioso! Dovete assolutamente provarlo!» Si raccomandò Ash, che nel frattempo aveva spazzolato il suo piatto, con tanto di scarpetta.

Il nativo di Kanto dovette attendere che i suoi amici terminassero di mangiare, prima di poter ricevere il secondo primo. Della pasta dalla forma abbastanza allungata, con un buco al centro. Condita con della panna, dei funghi, della salsiccia e delle noci.

Come il precedente, anche in questo caso, il Campione del mondo e Pikachu divorarono quell'enorme quantità di pasta con una rapidità impressionante.

Alcuni minuti dopo, arrivarono i secondi, della carne arrosto e del brasato, serviti da Big George in persona, che, pochi istanti dopo aver servito i primi piatti, prese una sedia e si sedette accanto ad Artemisio.

Poco dopo la solita cameriera e un suo collega, terminarono di servire la restante carne e l'insalata di contorno, oltre all'ennesimo giro di bibite.

«Come promesso, eccomi qui. Vedo che avete apprezzato la mia cucina.» Commentò George.

«Tutto delizioso, complimenti!» Si congratulò Ash.

«Ne sono felice.» Rispose l'omaccione. «A proposito…» George si rivolse ad Artemisio. «Sembra che la tua agenzia matrimoniale funziona a meraviglia.» Cercò di provocarlo.

A causa di quelle parole, a Serena andò di traverso il suo boccone. Ma ora anche un perfetto sconosciuto doveva farglielo notare?

«Dico a te, Ash. Un Campione del tuo livello ha sicuramente tante ammiratrici, voglio dire, essere l'Allenatore più forte del Mondo, non sarà il momento di dedicarsi ad altro? E poi, pensa che prestigio daresti all'agenzia di Artemisio, soprattutto con le due bellezze che ti ha portato Artemisio…» George, con la sua grossa mano, indicò le due ragazze. «Io ormai ho già dato, ma tu…» George continuò il suo discorso.

Non notando alcuna reazione da parte di Ash, ma accorgendosi del rossore di Serena, George rincarò la dose:

«Vedi? Sembra che la bionda sia interessata a te… non so, ma se fossi in te, non mi farei sfuggire l'occasione!» George continuò la sua opera di provocazione, fino a quando non venne ripreso da Artemisio.

«Non ti sembra di esagerare? I ragazzi hanno i loro tempi. Anche per me non è stato affatto semplice trovare una persona con cui stare, e quando l'ho trovata… è stato il momento migliore di tutta la mia vita.» Artemisio cercò di calmare le voglie di George. «E sono sicuro che, presto o tardi accadrà anche a voi.»

Beh, che dire… Se leggete questo, vuol dire che ho deciso di mettere un flashback in cui raccontavo di come si sia svolto il consiglio della Lega Pokémon, e avete avuto un piccolo assaggio della personalità di Velia. E non pensate che la batosta che ha subito l'abbia resa più rispettosa nei confronti degli altri Capipalestra e altri membri dell'Associazione.

Ammetto che sì, avevo in mente di far tornare Yara, ma non mi aspettavo di farla tornare così presto. È un personaggio abbastanza complesso da scrivere, ma devo ammettere che mi piace.

E ci crederete che non sono riuscito a decidere che titolo dare al capitolo, nemmeno a metà dello stesso?

Ok, forse avrei dovuto scriverlo sul capitolo precedente, ma il motivo del lungo ritardo nella pubblicazione, interrotto dalla side story, deriva dal fatto che volessi avere due capitoli pronti e iniziare il prossimo, per evitare di avere meno buchi.