"Voglio che domani chiami Rory e le chiedi scusa!" disse imperiosa entrando senza bussare nello studio del marito.
"COSA?!" era allibito.
"Voglio che la chiami, e dici che ti dispiace. Che non ti sentivi bene, che Dean è un ragazzo stupendo ed è il benvenuto"
"Ma sei impazzita?! Per niente al mondo io..."
"Nostra figlia sta per sposarsi!"
Richard non sapeva che dire, così lei continuò:
"Sta per sposarsi e non ce l'ha detto"
Ancora silenzio, al ché aggiunse:
"Quando Rory deciderà di sposarsi vorrei che ce lo dicesse. Chiamala domani" e con questo lo lasciò solo e sbigottito, chiudendo la porta.
Altrettanto devastata, Emily si appoggiò al tavolo con i fiori lì vicino e sentì le lacrime appannarle gli occhi.
Perché?
Perché sua figlia non aveva detto niente?
Sookie sembrava così a suo agio nella notizia, come se desse per scontato che loro sapessero, essendo i genitori.
Il suo cuore si strinse e calde lacrime le rigarono il viso.
"Emily..." sussurrò Richard uscendo dallo studio.
Era rimasto seduto per qualche minuto senza sapere cosa pensare.
Poi un pensiero lo colpì: sua moglie doveva essere in una tempesta di emozioni, così decise di raggiungerla ovunque fosse.
La trovò subito dietro la porta e il cuore si spezzò al vedere la sua bella, sexy e forte moglie, messa nuovamente a terra da quella forza della natura che era la loro figlia.
Sorrise tristemente, pensando a quanto in realtà le due donne della sua vita fossero simili.
Se solo si dissero un'opportunità.
"Emily.."
"Sto bene Richard vado a letto"
"No Em non stai bene!" disse prendendola per un polso e fermandola sul posto.
Lei non si voltò.
"Emily cara.. parlami"
"Non so che dire"
"Mi dispiace cara, sono stato uno sciocco" aggiunse avvolgendola tra le braccia mentre lei poggiava la schiena al suo petto.
"Era l'amica chef di Lorelai al telefono. Mi ha detto che nostra figlia si sposa e sabato prossimo ci sarà una festa in quel paesino dimenticato da Dio dove vive. Voleva sapere se andavamo...
Non so che fare.
L'appoggio, non mi dice niente.
La contraddico, mi risponde.
La ignoro, mi stuzzica.
La sgrido, si arrabbia.
Cosa c'è che non va in me?"
La fece girare e, tenendole le braccia forte ma senza farle male, la costrinse a guardarlo.
"Niente. Hai capito? Non c'è assolutamente niente che non vada in te. Sei sua madre e la tratti come meglio credi, o in base al suo atteggiamento del momento. Sei buona.
Sei paziente quando ti punzecchia. Dio sa come a volte vorrei tirarle uno schiaffo.
Eppure riesci a mantenere la calma la maggior parte delle volte. E devo dire che è eccitante"
"RICHARD!"
"È vero. Vedere quel fuoco nei tuoi occhi, il modo in cui i tuoi fianchi si muovono spinti da nuova energia è altamente afrodisiaco per me. Non per niente dopo finiamo a lottare tra le lenzuola..." disse sorridendo e facendo ballare le sopracciglia.
Lei rise tra le lacrime.
"Eccoti. Sei bellissima. Una madre premurosa e amorevole. Forse sta aspettando il momento giusto per dircelo"
"Ma siamo i suoi genitori Richard"
"Lo so ma per lei siamo solo chi l'ha messa al mondo e, ultimamente, un portafoglio sicuro"
"Mi dispiace che tu non abbia un rapporto con lei, è..."
"Non dire che è colpa tua. Se non era per te non avremmo le cene del venerdì. Con alti e bassi sono comunque una tua idea per riavvicinarci a loro. Non hanno fatto niente in questo senso.
Ho te e mi basta"
"Davvero?"
"Se vieni di sopra ti faccio vedere" disse iniziando a sbottonarle la giacca.
"Mmm.. si può fare" replicò slegandogli il papillon.
