Come promesso, al suo ritorno Emily lo ringraziò più e più volte per averla assecondata.
Mentre era impegnata con a dare ordini per la cena, a Richard venne un'idea e chiamò la nipote.
Il giorno successivo invece di incontrarsi nel luogo pattuito, si sarebbero visti a casa Gilmore.
Disse una piccola bugia, non era per stare più comodi o per gli spuntini migliori, no era qualcosa di più istintivo e animalesco. Voleva che Emily fosse nei paraggi.
Dopo la conversazione a letto, voleva che fosse in qualche modo coinvolta nella vita della nipote, anche se Rory non avrebbe potuto dedicarle troppo tempo.
Chissà magari si sarebbe fermata a cena.
Inoltre voleva che lo vedesse carico e al lavoro, chiamiamolo orgoglio maschile.
"Emily..."
"Si caro"
"Ho.. chiamato Rory poco fa" disse prima di masticare un boccone.
"Come mai?"
"Ho... cambiato il luogo del nostro incontro. Si farà qui. Mi dispiace di non avertelo chiesto prima ma..."
Venne interrotto dalle labbra di sua moglie.
Si era alzata e corsa ad abbracciarlo.
Tirò indietro la sedia e, senza interrompere il bacio, la fece sedere sulle ginocchia.
"Uao non me lo aspettavo..."
"Vuol dire che domani non ti perderò di vista..."
"Esatto"
L'unica cosa irritante ma che si poteva sopportare, fu l'arrivo fin troppo puntuale di Paris.
I due Gilmore senior stavano nell'ufficio di Richard, lei seduta in braccio a lui che sedeva sulla poltrona, e stavano tranquillamente limonando quando il campanello suonò.
Richard aveva la mano sotto la camicia di sua moglie, che non indossava il reggiseno, ed Emily lo stuzzicava muovendo il sedere da una parte all'altra.
"Signor Gilmore. C'è qui la signorina Geller. Dice che è attesa" disse la cameriera da dietro la porta.
"Arrivo subito, falla accomodare in salotto"
Poi rivolgendosi alla moglie:
"Devo andare"
"Ragazzina impertinente"
"È pari a Rory come ingegno. Forse anche una tacca sopra. Farebbe qualunque cosa per un buon voto"
"Qualunque?!" disse scettica, alzandosi dalle sue gambe, incrociando le braccia e fissandolo con le sopracciglia perfettamente arquate.
"Già"
Non fece in tempo ad alzarsi che la moglie piantò un ginocchio sul sedile, in mezzo alle sue gambe, e si sporse con le mani che artigliavano la spalliera.
Richard la fissò, anche se non sapeva dove dirigere lo sguardo, se sugli occhi o sul suo seno.
Si abbassò ancora e lo baciò forte, costringendo la lingua nella sua bocca.
Quando lui, dopo un iniziale momento di shock, iniziò a rispondere, lei si tirò indietro e gli disse all'orecchio:
"Per ricordarti qual è il tuo posto e quale DONNA occupa il tuo letto, e la tua scrivania, e la tua poltrona"
Il tutto detto mordicchiando e leccando il lobo.
Richard capì ma era troppo tardi: Emily era andata via, Paris lo aspettava, presto sarebbero arrivati gli altri, tra cui sua nipote, e lui aveva una tenda molto tesa nei pantaloni.
Poco dopo aver iniziato la riunione, Emily si presentò in sala da pranzo.
"Avete bisogno di qualcosa ragazzi?" disse facendo il giro del salotto per mettersi tra Richard e Rory, che sedeva capotavola.
Il marito distolse lo sguardo.
"No grazie Emily"
L'aveva squadrata e sapeva che stava giocando con lui. Si era messa il reggiseno!
"Come stanno procedendo i lavori?" chiese facendo finta di niente, drizzandosi ancora di più buttando il petto in fuori.
"Bene bene... Siamo molto impegnati"
"Gradite del gelato? Qualcuno di voi sicuramente lo vuole..." disse inclinandosi un po, la scollatura in bella vista.
'Gelato! Davvero?!' pensò Richard iniziando a scaldarsi.
Perentorio disse, mentre cercava di non fissarla:
"Emily cara.. Siamo al centro di una riunione d'affari"
"Oh certo mi dispiace tanto.. Scusate, non avevo intenzione di interrompervi" disse platealmente.
Mentre il marito riprendeva a parlare, fece il giro e parlò con la nipote:
"È soddisfatto!"
"Lo vedo"
"E non ha le mani e i vestiti unte di grasso!"
Si era piegata abbastanza in modo che lui, e solo lui, potesse vedere il suo petto.
"Emily per favore!" disse stringendo le labbra come se stesse dando un bacio.
"Sì me ne vado me ne vado" e lasciò la stanza sculettando mentre la voce di Paris rovinava il momento.
