17. Una vacanza
Charles dormì per un giorno intero e quando si svegliò, era notte. Al suo fianco non c'era più Erik ma Raven, sveglia.
"Charles …" sussurrò "Come stai? Hai dormito abbastanza?"
Lui non rispose, si mise a sedere e si stiracchiò.
"Sì, direi di sì. Mi sento bene."
"Ne sei sicuro?" chiese lei "Non devi essere sempre forte, lo sai?"
Charles le sorrise.
"Va tutto bene" disse ancora "Va tutto …"
"Stronzate!" lo interruppe lei "Devi smetterla di tenerti tutto dentro e cominciare a fidarti di chi ti sta attorno!"
Charles stava ancora sorridendo ma gli occhi tradivano i suoi veri sentimenti e ben presto il suo sorriso iniziò a vacillare, le labbra iniziarono a tremare e grosse lacrime iniziarono a bagnargli il viso.
"Ho visto tutto …" mormorò "Tutto il mio passato … tutti i miei errori … tutto il male che ho fatto …"
"Charles" lo interruppe ancora una volta lei "Sei umano, hai commesso errori come tutti, ma ciò non cancella tutto il bene che hai fatto. Erik potrà confermarlo, nonostante negli anni ci siamo allontanati ha sempre avuto il massimo rispetto per te e per tutto ciò che hai fatto per la nostra comunità."
Lui annuì.
"Ma …"
"Niete 'ma', Charles. Smettila di essere così egocentrico e comincia ad essere un po' più egoista!"
Lui si pulì il viso dalle lacrime.
"Non devi portare da solo il peso del mondo e dei problemi degli altri, Charles!" lo sgridò benevolmente lei "Devi imparare a fidarti degli altri!"
"Ma ora più che mai non posso permettermi di essere debole! Tutto ciò che ha fatto Sinistro per ottenere il mio cervello avrà conseguenze terribili!"
"Non è colpa tua e non dovrai essere tu a prendertene carico!"
"Ma …"
"Ancora? Ci sono i tuoi studenti, c'è Erik con i suoi figli, ci sono Hank e Logan e sono certa che anche gli Avengers ci aiuterebbero se gli spiegassimo la situazione. Magari perfino Cain sarebbe disposto a collaborare con noi sapendo che stiamo combattendo contro l'ex collega di suo padre."
Charles soppesò ogni parola, valutò ogni possibilità.
"Ma … tu? Io? Noi?" chiese, mentre la confusione iniziava a fargli girare la testa.
"Noi niente" rispose Raven con un sorriso "Tu ti prenderai una vacanza. Io e te, da soli, ovunque vorrai io ti seguirò. So che vorresti essere utile ma ora, in queste condizioni, non riusciresti ad aiutare nessuno. Prima risolvi i tuoi problemi, a quelli degli altri ci penseranno … gli altri."
Charles sorrise, Raven era stata molto convincente.
"Servirebbe a qualcosa se dicessi di no?" chiese.
Raven sogghignò, gli si avvicinò e lo baciò con passione, bacio al quale Charles rispose con altrettanto trasporto. Si sentiva pieno di energie, amato, compreso, gli incubi stavano lentamente svanendo dalla sua mente.
Dopo interminabili istanti, Charles e Raven si separarono per prendere fiato.
"Allora è così" disse Raven "Vuoi continuare? Mi consideri ancora una so-"
Charles le impedì di proseguire con un bacio ancor più audace e mentre con le labbra baciava ogni centimetro del suo viso, con le mani iniziò ad accarezzarla e a spogliarla, lei allontanò le labbra dal suo bacio.
"Charles … cosa … cosa fai …" chiese lei, senza provare a fermarlo.
"Hai cambiato idea?" chiese invece lui, senza fermarsi.
"No, no …" rispose lei "Solo … non mi aspettavo che prendessi l'iniziativa!"
Charles sorrise, ormai erano quasi del tutto nudi.
"Sei sorpresa? Pensavi che fossi un santarellino? Bene … ora scoprirai cosa vuol dire fare sesso con un telepate!"
Lei arrossì ma sorrise maliziosa.
"Deve essere interessante …" mormorò "Ma non credere di poter dirigere tutto tu!"
Charles rise, la strinse a sè e fece in modo che si alzasse in piedi insieme a lui.
"Sono più di sessant'anni che non lo faccio così" le disse, guardandola malizioso "Vedrai, ti piacerà."
Il mattino dopo Charles si svegliò rilassato e, dopo tanto tempo, in pace con se stesso. Accanto a lui c'era Raven, ancora addormentata. Senza svegliarla si alzò e andò alla doccia, era piuttosto tardi così chiuse la porta e aprì l'acqua calda per lavarsi. Era già nudo, perciò gli bastò mettersi sotto il getto caldo per godere del tepore dell'acqua. Stava per iniziare a insaponarsi, quando Raven aprì la porta e lo raggiunse, lui l'accolse con un bacio.
Più tardi, dopo aver fatto colazione, Charles e Raven raggiunsero gli altri, stavano studiando alcuni dei documenti di Sinistro.
"Buongiorno, Splendore!" lo prese in giro Erik "Hai dormito bene?"
Charles gli sorrise, aveva ancora in mano una tazza di earl gray che beveva a piccoli sorsi.
"Sai com'è" rispose lui "Ho subito un'operazione al cervello senza anestesia, avrei voluto vederti al mio posto!"
Erik sospirò ma Jean rise e Charles le fece l'occhiolino.
"Non è stato facile, ve l'assicuro" spiegò Charles "Anzi, è stato … devastante. Non sono del tutto a posto, ma almeno sono libero dalla sua influenza. In poco tempo ho dovuto affrontare molte cose e avrò bisogno di altro tempo per gestirle."
Erik annuì.
"Qualcosa lo abbiamo visto mentre stavi recuperando i ricordi, altro solo intuito leggendo questi documenti" spiegò Erik "Altre cose ce le ha raccontate Jean, almeno ciò che ha potuto vedere ieri mentre Sinistro era nella tua mente."
Charles bevve ancora un po' di tè.
"Dormire mi ha fatto bene, ero così stanco che non ho ricordo di aver sognato, inoltre …" aggiunse, guardando Raven con la coda dell'occhio, ma non proseguì
"Un po' di attività fisica gli ha fatto bene." disse Raven.
"Attività fisica?" chiese Logan, già impaziente "Chuck! Insomma! Dovresti essere più cauto!"
"Tre volte stanotte …" disse Raven sorridendo "E una stamattina, sotto la doccia, ma solo perché eravamo di fretta."
Charles sogghignò, Logan guardò prima lei, poi lui, poi prese una profonda boccata dal suo sigaro mattutino.
"Ah, capisco. Buon per voi."
"Finalmente!" esclamò Erik "Era da una vita che lo aspettavo!"
Charles nascose il viso dietro la tazza mentre finiva di bere il suo tè, quindi posò la tazza con un colpo secco sul tavolo.
"Tornando a noi" disse "So bene che questo è un momento … delicato, ma io ho bisogno di riprendermi, ho bisogno di … capire molte cose."
Fece una profonda pausa, ma Erik lo attaccò.
"Davvero vorresti abbandonarci ora? Davvero vorresti svignartela mentre noi …"
"ERIK!" lo riprese Raven, arrabbiata "Smettila. Charles ne ha bisogno! Non hai visto? Non hai letto?"
"Fai bene, Chuck" lo rassicurò Logan "Anch'io, al tuo posto, farei la stessa cosa."
Charles scosse la testa.
"Non me ne andrò e basta" disse "Prima ho intenzione di fare alcune cose che potrebbero aiutarvi mentre saremo via."
"Saremo?" chiese Jean.
"Andrò con lui" rispose Raven "Non voglio che resti solo."
Charles le sorrise.
"Comunque" riprese Charles "Prima di partire voglio contattare alcune persone. Non possiamo affrontare questo problema da soli, la Comunità dei Mutanti è molto ampia, ma non ha sufficiente peso per contrastare una simile minaccia."
"Stai pensando agli Avengers?" chiese Hank.
Charles sembrò esitare, poi annuì.
"Sì, per iniziare contatterò Tony Stark, poi … poi vedrò come muovermi."
Erik lo guardò con attenzione, conosceva quello sguardo, quella esitazione gli fece capire che Charles stava pesando con cura ogni parola; scelse di fidarsi.
"Molto bene, amico mio, ti basterà fare qualche telefonata o …"
"Userò Cerebro" rispose lui "Inoltre dovrò recarmi a New York. Da solo." aggiunse, vedendo che Scott si era già alzato per proporsi per accompagnarlo.
"Non esiste!" protestò Logan "Uno di noi dovrà accompagnarti. Potrai scegliere chi, ma …"
"Da solo." ripeté lui e il suo sguardo non ammetteva repliche, così tutti si arresero.
Da quando aveva riacquistato l'uso delle gambe aveva deciso di modificare leggermente la stanza di Cerebro, alla quale aveva aggiunto una piccola poltrona sulla quale sedersi durante l'uso. In quel momento, però, era talmente teso e sentiva talmente tanto l'urgenza che restò in piedi. Indossò il casco, chiuse gli occhi e cercò la mente di Iron Man.
"Tony, ho bisogno di parlare con te e con gli altri"
"Oh, Charles? Sei tu? Cos'è successo alla tua voce?"
"Te lo racconterò, per ora ho bisogno di voi."
"Molto bene. Ci pensi tu a contattare gli altri?"
"Sì. Possiamo sfruttare la tua torre per riunirci?"
"Quando vuoi, fammi sapere quando avrai deciso."
"Grazie."
Charles contattò tutti gli altri, riuscì a stabilire giorno e ora dell'incontro, quindi li comunicò a Tony.
"Ci vediamo domani. Sono proprio curioso di capire perché la tua voce mentale sembra quella di un ventenne."
"Lo vedrai. A domani."
Charles si tolse l'elmetto di Cerebro e si sedette. Gli pesava quel segreto ma, nonostante la tentazione di confidarsi con qualcuno fosse forte, continuava a mantenerlo per fedeltà nei confronti di coloro che gli avevano riposto la loro fiducia.
Boom! Charles nasconde un segreto! Immagino che voi abbiate già capito a cosa mi sto riferendo, vero?
Ah, Ero indecisa se inserire o meno la prima parte ma, citando Valentino di Hazbin Hotel: "Un po' di sesso ci voleva!"
