Capitolo 1 Proprietà di Powder.
Polvere e oscurità. C'era solo questo. Polvere e oscurità, tra le macerie della vecchia casa d'infanzia dove io e Vi eravamo cresciute, prima che tutto si fermasse quel giorno, sul ponte. Quel giorno in cui tutto era cambiato, si era distrutto ed era riniziato ma non più come prima.
Torno spesso in questi posti, ripercorro i passi della vita che è stata e che non sarà mai più. Ogni volta che sono qui rivedo me stessa piccola ridere quando giocavo con Vi. Ma altrettante volte, anzi di più, vedo nella mia testa la me stessa piccola piangere: troppo fragile, troppo piagnucolona… Quando la vedo mi chiedo come abbia fatto ad essere io, quella bambina sempre con il moccio al naso, sempre attaccata alle sottane di Vi… Vi mi proteggeva… Da tutto… Non ero in grado nemmeno di rispondere a Mylo e Claggor, senza Vi…
Penso: Come potevo essere così debole? Come? Come potevo permettere che facesse tutto Vi? La seguivo come un cagnolino, sì, ero solo questo, non dicevo mai niente, non parlavo, non avevo pensieri. In quegli anni avevo paura del dolore, mi terrorizzava, ma ero piccola e tutti da piccoli hanno paura di avere male… Come quando quella volta ho buttato il borsone con le cose che avevamo rubato su a Piltover… L'ho buttato solo per non difenderlo, solo per non essere picchiata, solo per non provare dolore… Ora il dolore è fuso con ogni fibra del mio essere, non lo rifuggo. E come potrei? Mylo non me lo permetterebbe: mi segue sempre, è sempre lì a gridarmi nel cervello con i suoi occhi spenti. All'inizio gridava così a lungo che finivo per addormentarmi tra le lacrime. Succedeva, ma non capivo cosa dicesse. Ora lo capisco, e forse è ancora peggio, perché capisco che parla con me, proprio con me, e grida sempre le stesse cose, che sono una nullità e che non valgo niente e che non farà mai niente perchè non c'è più… Lui non c'è più… Ed è colpa mia.
Il dolore mi alimenta. Silco me lo diceva sempre "Il dolore ti renderà forte, Jinx, non dimenticarlo". Lui mi diceva di non avere paura dell'oscurità, di accettarla e adesso io sono così, vivo di oscurità e solitudine, mi alimento di rabbia e disperazione.
Però, Silco, non mi avevi parlato di questo vuoto… Mi parlavi di forza, dicevi che la rabbia mi avrebbe plasmata… Silco lo diceva sempre. Ma questo vuoto… Questo vuoto è troppo. Troppo profondo. Troppo infinito.
Ma io sono indistruttibile, sopravviverò. Anche a questo, perché sono indistruttibile, e sono letale.
"Sei perfetta" mi diceva Silco. Me lo ripeteva sempre. Silco, sono perfetta come una figlia o… Come un'arma? Io sono il prodotto di Silco, creata ingranaggio su ingranaggio dalle mani di Silco, sono una bomba inesplosa che ticchetta muovendosi: tutti hanno paura di sentire il mio ticchettio perché tutti lo sanno, sì, lo sanno, che una bomba prima o poi smetterà di ticchettare e quando smetterà, esploderà creando un grande cratere al suo posto.
In passato non potevo sapere tutto questo ma ora, sì, ora lo so e non tornerò mai come quella piccola Powder che piangeva e scappava: non scapperò mai più, lo faranno gli altri al posto mio…
Ma ci sono Mylo e Claggor che parlano… Le loro voci mi strappano dai miei pensieri…
Cosa stanno dicendo, oggi? Non li sento. O meglio, li sento ma non li sento: sento i loro brusii dentro la mia testa ma sono troppo lontani, oggi non parlano con me.
"Qui…" sorrido quando con l'indice tocco una incisione sullo stipite della porta "Qui… La mamma… Qui… Segnava… Le nostre altezze…"
Da qualche parte si riesce ancora a leggere i nostri nomi: "Pow" e "Vi". Ricordo il giorno in cui aveva segnato queste due tacche: quella sera Mylo era arrivato tutto entusiasta per una scoperta che aveva fatto nelle tubature del distretto 6. Quando la mamma lo aveva visto, aveva notato subito che aveva il ginocchio destro sbucciato e anche l'avambraccio aveva una ferita non troppo superficiale che gli faceva colare un rivolo di sangue fino al polso. Era subito corsa a prendere garze e cerotti e lo aveva medicato… Quando la garza nuova si era sporcata un po' di sangue, avevo disegnato col sangue uno smile su di essa, per far sorridere Mylo, a cui probabilmente bruciava la zona… E alla fine avevamo passato tutta la serata ad attaccarci cerotti dappertutto per poi disegnarci sopra delle facce ridenti! Era stato fantastico! In quegli anni c'era sempre la mamma e ridevamo, scherzavamo, ballavamo sempre… In quel periodo io e Vi eravamo inseparabili, sempre insieme… Ricordo che una volta, pur di portarmi con lei in una missione, aveva rischiato di buscarle anche da Vander… Ma forse quello era successo dopo… Era dopo che la mamma se n'era andata? No, no, forse, sicuramente era prima… Vi mi portava sempre… Tranne quando con gli altri due faceva delle missioni troppo pericolose per me…
Ma ora non c'è più niente. Solo polvere. Solo macerie.
Finito. Adesso è tutto finito. E' stato tutto distrutto. Solo polvere e oscurità, c'è solo polvere e oscurità qui, adesso. Quando… QuandoquandoquandoquandoQUANDO è iniziata la fine? Quando Vi ha iniziato ad allontanarsi? Quando ha capito, sì, quando, QUANDO si è resa conto che non andavo bene, che sarebbe stato meglio vivere senza di me? Ma io la capisco: ero troppo schifosa, troppo debole. Ero una palla al piede, una sorella che Vi non aveva scelto, lei non mi aveva scelto. Lei e la mamma sarebbero state più felici se la mamma avesse partorito solo lei… Ma nessuno queste cose me le ha mai dette perché se lo avessero fatto avrei pianto, ero solo in grado di piangere e correre… Nessuno mi ha mai detto nulla, anche Vi, che ha sempre fatto finta di volermi bene… Diceva che voleva proteggermi…
"PROTEGGERTI?" Una voce esplosiva, nel cervello, mi costringe a premermi forte le tempie con le dita, cado in ginocchio: è la voce di Mylo, dentro la mia testa "Lei ti lasciava a casa perché voleva allontanarti, non sapevi fare niente, perché non eri in grado di fare niente e rovinavi sempre tutto. E infatti hai rovinato tutto. Ci hai fatto esplodere. Te lo ricordi?".
L'amarezza per quello che sento da Mylo è un fiume in piena che mi fa affogare: affogo tra le lacrime che mi rigano il volto, perché Mylo dice una verità che fa male, che mi fa male ogni volta. Non ero sufficiente, non andavo bene e ho rovinato tutto.
Mi scaglio sullo stipite della porta: con i pugni e con i calci distruggo la parte di muro con i nostri vecchi nomi. Le mie nocche affondano nel muro, le ossa si incrinano ma non sento male, solo odio e disperazione. Prendo a pugni il muro finchè il mio vecchio nome non diventa altro che un simbolo indistinto sotto al sangue lasciato dalle mie mani.
Dentro di me lo sento. Sento che questa distruzione non è sufficiente: DEVO RADERE AL SUOLO TUTTO. Mi guardo in giro, per terra, trovo un sasso, è enorme, è talmente grande che con quello sì che potrei distruggere ogni parola, ogni segno, ogni ricordo da questo posto…
Prendo il masso, lo alzo sulla testa, lo alzo, sì, lo faccio con tutta la forza che ho in corpo, lo alzo così tanto che quasi mi sfugge di mano: se succedesse mi fracasserei il cranio e così addio me, fine della mia vita, ma sarebbe troppo semplice...
E invece lo fermo, in tempo, il masso è sopra la mia testa. Un quadernino. Ma da dove arriva? E' caduto dall'alto. Ma da dove? Apro le mani, allento la presa, lascio andare la roccia oltre alla mia schiena. Cade per terra con un fragore immenso, una scaglia di stacca, un frammento torna a conficcarsi nella mia carne del polpaccio, non sento niente.
"Proprietà di Powder": tre parole sulla copertina. Un conato di vomito mi assale. No. No. Perché sta succedendo? Powder non c'è più. Lo butto via.
Ma cosa…? Cosa è caduto dal diario? Cos'è? Un disegno? La monkey bomb. Perché? Perché proprio ora? Apro il diario. Devo sapere."
