64. Libertà?

La secchiata d'acqua colpì Charles all'improvviso, risvegliandolo dal torpore in cui era caduto solo mezz'ora prima. La stanza in cui si trovavano non era molto grande e Charles si sentì quasi soffocare.

"Ben svegliato" disse Sinistro guardandolo da poco lontano, Charles vide Scott con un secchio in mano e capì che era stato lui a rovesciarlo. Iniziò a rabbrividire, il camice che gli aveva procurato Cassandra era completamente bagnato e aderiva al suo corpo tremante; si sentiva debole, nonostante la sua incrollabile forza di volontà era evidente che il suo corpo stava cedendo alle torture e presto avrebbe rischiato di abbandonarlo del tutto. Sinistro si avvicinò al suo orecchio e sussurrò malevolo mentre Cassandra, dietro di lui, sussurrava qualcosa a Cain.

"Sei solo, Charles" disse "I tuoi ti hanno abbandonato, non sono venuti a salvarti, alla fine ti hanno davvero voltato le spalle."

Charles digrignò i denti, quelle parole lo colpirono ma lui non si lasciò scalfire, non aveva potere sul dolore fisico ma poteva ignorare le provocazioni mentali.

"Sei solo, sei inutile, sei debole …"

Sinistro continuò a parlare per farlo cedere ma lui si fece scorrere addosso quelle parole con facilità pensando invece a cercare di recuperare dal punto di vista fisico. Si stava concentrando sul dolore che gli procuravano le ultime ferite che gli avevano inferto quando si sentì attraversare da una specie di scossa elettrica, fu una sensazione strana ma durò meno di un secondo. Pochi secondi dopo la sensazione torno, poi ancora e ancora e ancora. Charles si concentrò e contò che quella piccola scarica tornava ogni sette secondi esatti. Si chiese di cosa si trattasse e quasi subito capì che erano i suoi poteri che, per quel secondo, si riattivavano. Lentamente e senza farsi notare si voltò verso Cassandra, la fissò per qualche istante e gli sembrò che lei stesse annuendo: c'era qualcosa di strano nello sguardo di lei e nel suo sorriso, che lo stesse aiutando? Se davvero in quel secondo lei utilizzava i suoi poteri per aprire leggermente il collare inibitore lui avrebbe potuto sfruttare i suoi per fondere i circuiti elettrici e liberarsi. Non era certo della sua teoria ma era sicuro che sarebbe valsa la pena provare. Attese altri tre secondi, arrivò la solita sensazione e da quel momento contò a ritroso partendo da sette.

"Sette … sei … cinque … quattro … tre … due … uno …"

La scarica arrivò come previsto e lui fu abbastanza veloce da approfittarne, usando i suoi poteri telecinetici si concentrò sui circuiti del collare e li fece fondere, subito dopo un fiume di energia invase il suo corpo, sentì le ferite sanarsi rapidamente e tornò perfino la sensibilità alle gambe. Come si era accorto lui del cambiamento, anche Sinistro si rese conto che l'uomo che era steso sul lettino era cambiato, fece qualche passo indietro, spaventato.

"Cosa … cosa è successo?"

Charles si mise a sedere e poi in piedi, il suo sguardo era minaccioso, quasi terrificante, l'azzurro del cielo dei suoi occhi era coperto da nuvole grigie di rabbia che riversò su Sinistro senza la minima esitazione, scagliandolo contro la parete con un'onda psionica imprevedibile e distruttiva. Sinistro si alzò, malconcio ma ancora lucido.

"Charles …" iniziò, tentando di manipolarlo con le parole ora che sapeva di non poterlo raggiungere mentalmente "Ragiona! Io e te, insieme, potremmo fare cose inimmaginabili! Con il tuo potere …"

Charles lo colpì con un'altra onda psionica facendogli sbattere ancora la testa sul muro.

"ZITTO!!" gridò "Tu hai giocato con me, mi hai usato e mi hai solo danneggiato! Se non fosse stato per te avrei sviluppato i miei poteri molto prima! Non avrei passato un'intera vita confinato in una sedia a rotelle! Non sarei stato schiavo dei miei sensi di colpa!"

Sollevò Sinistro con la telecinesi e lo fece sbattere ripetutamente al muro finché non perse i sensi.

"Non c'è problema" aggiunse, facendolo risvegliare forzatamente "Ora posso rimediare ai tuoi errori. Ora sarò chi tu volevi che io fossi … peccato che tu non farai parte di questo progetto."

Charles lasciò la presa sul corpo di Sinistro, che si accasciò a terra ansimante. La sua rabbia però non si era ancora estinta, la rivolse verso Cain il quale però era immune ai suoi poteri e non ne fu toccato.

"Calmati, Charlie" lo prese in giro Cain "Sai che non puoi ferirmi. Sinceramente ora non ho più motivo di stare qui, non mi interessava realmente aiutare Sinistro, volevo solo ferire te. Per ora non ho altro da dirti."

Cain gli voltò le spalle e se ne andò sfondando una parete, Charles avrebbe voluto inseguirlo ma la sua attenzione fu attirata da Scott, era stato lui a torturarlo il più delle volte e avrebbe subito la sua vendetta.

Cassandra rise divertita, come aveva previsto la personalità che Charles aveva creato per difendersi da Sinistro aveva preso il sopravvento, oscurando completamente il suo vero se stesso. Per divertirsi ancor di più liberò Scott dal condizionamento mentale e gli diede una piccola spinta di incoraggiamento per sradicare le idee negative che Sinistro aveva fatto crescere nella sua mente. In pochi istanti Scott ritrovò se stesso e si rese conto che Charles lo stava affrontando con l'intento di farlo soffrire prima di ucciderlo.

"Cosa … dove sono? Non capisco … io … Charles!" esclamò "Mi dispiace! Non avrei mai dovuto tradirti ma ti prego! Non … non … perché mi guardi così?"

Charles non rispose, continuando a guardare Scott minaccioso allungò una mano verso uno degli armadietti presenti nella stanza e lo aprì, con la coda dell'occhio diede un'occhiata all'interno ma non trovò ciò che cercava così ripetè l'operazione con quello successivo, stavolta mosse ancora la mano e fece volare verso di lui una tuta intera nera, antiproiettile, che i poliziotti indossavano sotto gli abiti. Con un gesto brusco si strappò di dosso il camice rimanendo nudo ma non a lungo, con movimenti rapidi ed eleganti indossò la tuta e con altrettanta disinvoltura liberò Cerebellum dal bracciale e lo indossò.

"Mi hai tradito, Scott" disse con voce piatta "Non posso perdonarti per questo. Soffrirai. Avrai paura. Morirai."

Scott impallidì e per il terrore colpì quello che era stato il suo maestro con un raggio ottico direttamente in pieno petto. Il colpo fu tremendo e Charles fu scagliato contro la parete, Scott trattenne il fiato temendo di averlo ucciso ma Charles si alzò e tornò verso di lui. Al di sotto di Cerebellum non si potevano vedere i suoi occhi ma le sue labbra erano immobili in una smorfia di ira non trattenuta.

"Non puoi uccidermi, Traditore" disse con rabbia "Io però posso uccidere te."

Cassandra osservava la scena in disparte, sembrava divertita ma qualcosa in lei era cambiato, quasi come se si stesse pentendo della situazione che lei stessa aveva contribuito a creare. Charles era esausto, nonostante questo riuscì a concentrarsi abbastanza per entrare nella mente di Scott e farlo soffrire senza infliggergli ferite fisiche ma introducendo nella sua mente pensieri strazianti, sorrise vedendolo cadere in ginocchio tenendosi le mani sulla testa nel disperato tentativo di difendersi da quegli attacchi.

"No, Charles! Ti prego! Ti prego! Basta! Ho sbagliato! Ho sbagliato! Perdonami!"

Charles non rispose ma lo ferì con un attacco psionico che lo fece gridare per il dolore.

"Dovete pagare per avermi tradito, luridi ingrati" disse Charles, nella sua voce non c'era più nulla di lui, era roca, rabbiosa, priva di pietà. Cassandra lo osservava da lontano, con la coda dell'occhio vide Sinistro riprendere conoscenza e fuggire via, consapevole del pericolo che correva ora che Charles si era liberato.

"Ho dedicato la mia intera vita a voi, l'ho sprecata, buttata via … per cosa? Per essere tradito così? Non vi meritate niente! Nemmeno la pietà di una morte rapida."

Cassandra sogghignò.

"Finalmente Charles" disse lei "Sai, questa personalità che ti sei costruito mi piace molto, vedrai che così andrai molto lontano e potrai fare tutto ciò che fino ad ora ti sei sempre negato, per prima cosa una giusta vendetta nei confronti di Magneto, per esempio."

Charles allentò la presa sulla mente di Scott e si voltò verso di lei.

"Non sarai tu a dirmi ciò che devo fare" disse con voce glaciale "Finalmente sono libero e non permetterò a nessuno di mettersi tra me e la mia volontà. Ho dato agli umani e ai mutanti troppe possibilità, ora non meritano altro che morte e distruzione."

Scott impallidì, il dolore alla testa era ancora forte ma lui era determinato a combattere.

"Charles …" mormorò "Cosa ti è successo? Sono stato io a ridurti così? È a causa del mio tradimento che ora hai dimenticato chi sei?"

Charles scoppiò a ridere, gli si avvicinò e gli diede uno schiaffo talmente forte da farlo cadere a terra.

"Stupido ragazzo!" esclamò "Credi di essere tanto importante? Tu non sei niente, sei un minuscolo granello di polvere spazzato dal vento! Meriti di essere punito per ciò che hai fatto ma la tua esistenza non ha alcuna influenza sulla mia."

Le labbra di Charles erano tese e pallide mentre lui parlava.

"Hai capito chi hai di fronte? Credi che sia un semplice professore? Un uomo mite e gentile? Dimenticati di questa immagine! Questo sono io, questo è il vero me stesso! Sono più potente di quanto tu possa immaginare, potrei ucciderti in un istante! Ora che so cosa voglio fare sottometterò alla mia volontà mutanti e umani e nessuno potrà disobbedirmi e chi oserà farlo verrà ucciso senza alcuna pietà!"

Scott tremava, dalla voce di Charles era evidente che non stesse scherzando.

"Ho sprecato la mia vita tentando di usare la diplomazia per il Bene Superiore ma ho fallito. Tutti voi, umani e mutanti, siete troppo primitivi per capire ciò che volevo fare! Ora però mi sono stancato di perdere tempo, non c'è più spazio per le parole."

Logan era atterrato con il Blackbird sul giardino dell'edificio, insieme a lui c'erano Raven, Erik, Hank, Ororo, Pietro, Wanda, David, Lester e Jean la quale, nonostante il pericolo, aveva ugualmente deciso di partecipare, consapevole che il legame che aveva con Charles avrebbe potuto aiutarla a farlo tornare in sé.

"Qualcosa è cambiato" disse Jean "Prima la mente di Charles era appena percettibile, ora la sento più forte che mai, quasi amplificata … ma è diversa … Si deve essere liberato del collare inibitore!"

Jean impallidì e iniziò a tremare.

"Sento che è lui ma … ma è diverso … la sua mente è piena di odio, rabbia e violenza … temo che sia troppo tardi."

Logan strinse i pugni.

"Non è troppo tardi!" disse "So che Charles è ancora lì, seppellito sotto quella falsa personalità! Dobbiamo solo trovarlo!"

Jean scosse la testa.

"Non lo sento. Se ci fosse lo sentirei, anche se lontano, ora sento solo il suo odio."

David abbassò lo sguardo, Logan lo guardò per un istante poi tornò a fissare Jean.

"Come possiamo fare per ucciderlo? Ora ha il fattore rigenerante, anche se lo ferissi guarirebbe."

"Dobbiamo provare a decapitarlo" suggerì Hank "O in alternativa a trovare uno di quei collari inibitori, senza quello perderebbe la capacità di guarire."

Lester non rispose, anche se non era d'accordo con quel piano era consapevole che, se si fossero trovati costretti, avrebbero dovuto agire in quel senso.

"Non agiamo in modo sconsiderato" disse Erik "Se ci fosse anche la minima possibilità di ritrovare il vero Charles dobbiamo coglierla."

"Non possiamo esitare" disse Logan "Sarà doloroso, ma sarebbe ancor più doloroso per Charles, lui morirebbe piuttosto che farci del male. Lo so."

Un silenzio pesante calò all'interno del jet, il silenzio opprimente che precede una battaglia spaventosa, tutti sentivano il peso di quel momento e di quella decisione. Charles era stato per tutti loro una guida, un faro nella notte, ora lui stesso era perso nell'oscurità e loro non erano certi di riuscire a salvarlo da se stesso.

Attesero qualche altro istante per raccogliere le energie fisiche e mentali per prepararsi a ciò che li attendeva e poi, senza nemmeno parlare, si alzarono insieme e uscirono dal jet per entrare nell'edificio dove tutto si sarebbe deciso.

Charles non era soddisfatto, vedeva il dolore nel volto di Scott ma non era abbastanza per lui, avrebbe voluto colpirlo ma sentiva che le energie fisiche si erano esaurite. Le torture che aveva subito avevano quasi distrutto il suo corpo e per ripristinarlo con il fattore rigenerante aveva consumato troppa energia, ora non gli rimaneva che quella mentale e non sapeva se sarebbe stata sufficiente a respingere un eventuale attacco se gli X Men fossero arrivati in quel momento.

"Tu sarai il primo" disse a Scott colpendolo con un'altra ondata di dolore psichico e godendo vedendolo contorcersi a terra, ormai senza fiato per gridare "Poi quando mi sarò ristabilito completamente andrò dagli altri e anche loro soffriranno … oh, soffriranno! Sarò ripagato per tutta la sofferenza che ho patito per colpa loro! Per colpa del loro egoismo! Per aver data per scontata la mia presenza in tutti questi anni!"

Scott scoppiò a piangere, il dolore che gli stava infliggendo Charles non era niente paragonato allo strazio emotivo nel vederlo così, per lui fu come vedere il sole collassare su se stesso lasciando tutti al buio.

"Charles … ti prego …" mormorò "Torna in te …"

Cassandra rise.

"Lui è in se stesso!" disse "Perché vuoi castrarlo? Perché dovrebbe sacrificarsi per gente inutile come voi? Non vedi com'è bello? Com'è felice e completo adesso?"

Scott osservò Charles, in lui non c'era traccia di felicità né di libertà, vide solo un uomo prigioniero delle proprie emozioni.

"TU SEI PAZZA!!" gridò con tutto il fiato che aveva in gola "CHARLES NON È COSÌ!"

In quel momento la porta si spalancò ed entrarono gli X Men. Charles lasciò definitivamente la presa sulla mente di Scott, che si accasciò a terra respirando a pieni polmoni, e si concentrò sui nuovi arrivati.

"CHARLES!" gridò Jean cercando di concentrarsi su di lui per cercare la sua vera personalità "SIAMO NOI! SIAMO QUI PER TE! NON TI ABBIAMO ABBANDONATO!"

Le parole di lei gli scivolarono addosso come acqua sulla pietra, lui sorrise malevolo.

"Il Charles che conoscevate non esiste più. Non preoccupatevi però" aggiunse sogghignando "Non vi ucciderò. Non subito almeno."

Logan estrasse i suoi artigli ossei, pronto ad attaccare.

"Prima sperimenterete cos'è il vero terrore. Se avete pensato che Magneto potesse essere un nemico spaventoso… ora capirete cosa vuol dire avere me dall'altra parte della barricata!"

Le parole e la voce di Charles avrebbero fatto arretrare chiunque ma non loro, i suoi allievi erano lì per lui, per aiutarlo, a qualsiasi costo.