Sono di nuovo qui! Vi chiedo scusa per l'assenza e per il tempo che sto facendo passare tra la pubblicazione dei vari capitoli, ma in questo momento mi sento bloccata, non so quanto durerà questo periodo, per ora vi lascio con questo capitolo! Vi chiedo di dirmi cosa ne pensate, le vostre recensioni sono un aiuto preziosissimo per il mio processo creativo!
Un abbraccio
Mini
77. Abbastanza ubriaco
Roy entrò con passo sicuro nella stanza, si vedeva bene quanto dovesse essere stanco dopo la serata perché andò a sedersi sul divano accanto a Erik senza farsi nessun problema.
"Ti dispiace se mi siedo qui?" chiese, tanto ormai si era già seduto, Erik lo fissava estasiato, senza parole e con la bocca spalancata per lo stupore.
"Non avrei mai detto di poter mettere a tacere un mutante potente come Magneto! Ecco, questa è una cosa che potrei dire in uno spettacolo per vantarmi!"
Erik non rispose, chiunque altro sarebbe stato in pericolo in una situazione del genere, così vicino a lui, ma Erik si limitò ad osservarlo mentre si toglieva le ciglia finte e la parrucca.
"Mi perdonerete se mi metto più a mio agio, dovrei sistemarmi anche in mezzo alle gambe ma per ora lascio stare, almeno non sono Trinity!"
Raven rise di gusto per la battuta e anche gli altri si unirono a lei perché, benché non potessero capirla, la trovarono ugualmente divertente pronunciata da Roy.
"Di cosa stavate parlando?" chiese posando la parrucca sullo schienale del divano "Di sesso?"
"Più o meno" rispose Raven "Stavamo discutendo delle discutibili attitudini di Charles per il corteggiamento."
"Oh, interessante! Continuate! Continuate! Com'è? Sono curioso!"
Charles lanciò un'occhiata gelida a Raven.
"Invece è il caso di cambiare argomento." rispose Charles seccato.
"Perché?" chiese Cassandra "L'argomento era così interessante!"
Roy si voltò verso di lei, poi guardò Charles, poi di nuovo guardò Cassandra.
"Ci vedo doppio? Ammetto di aver bevuto qualcosa prima, durante e dopo lo spettacolo, ma non penso di essere ubriaco a tal punto!"
Charles rise piano.
"Lei è mia sorella gemella, Cassandra."
"Oh, capisco!" commentò "Vi assomigliate proprio tanto, eh?"
"Sì, ma io sono più intelligente!" disse Cassandra.
Charles sospirò ma evitò di commentare.
"Lester ci stava parlando della birra che ha portato da bere stasera, giusto?" chiese invece, tanto per deviare l'argomento della conversazione
"Giusto, ma …" iniziò Lester "In realtà l'obiettivo della serata era farti ubriacare."
"Ho detto che avrei bevuto, non che mi sarei ubriacato, mi dispiace." rispose Charles.
"Le ultime parole famose" commentò Roy prendendo una birra "Vedremo come si evolverà la serata."
Charles si servì a sua volta ma non rispose, lasciò che fossero gli altri a parlare, lui sorseggiò la sua birra mentre Roy iniziò a parlare e parlare e parlare, ipnotizzando tutti i presenti, sembrava che potesse andare avanti all'infinito a fare battute, le quali spesso si incastravano una dentro l'altra come una matrioska e solo per miracolo i presenti riuscirono a seguire i suoi discorsi senza perdersi.
"A proposito" disse all'improvviso guardando Erik "Guardando Cassandra mi è chiaro che Charles potrebbe essere una bellissima Drag Queen … ma tu? Ci hai mai pensato? Magneto sarebbe un nome bellissimo per il palco!"
Erik impallidì, poi scosse la testa.
"No, decisamente no. Ora poi … sono troppo vecchio!"
"Ah, per quello non è un problema!" rispose Roy "Ci sono un sacco di Drag Queen ben più antiche di te che si presentano sul palco senza paura di rendersi ridicole!"
Tutti risero e a quel punto intervenne Charles, che fino a quel momento era rimasto in silenzio.
"A dir la verità non saresti male, sai?" disse malizioso.
"Tu cosa ne sai?" chiese Erik con imbarazzo.
"Ah, niente" rispose Charles sulla difensiva "Forse ho parlato troppo … hey!"
Cassandra si era alzata e aveva infilato la mano nella testa di Charles.
"Se lo hai detto ci deve essere un motivo … ecco! L'ho trovato!"
Charles usò la telecinesi per costringerla ad estrarre la mano e allontanarsi.
"La vuoi smettere di fare così?" chiese massaggiandosi la testa "Vuoi imparare a usare la telepatia senza per forza infilare la mano nelle teste degli altri, per favore? È disgustoso!"
"Sì, in effetti preferirei dover guardare sotto la parrucca di Lady Bunny" commentò Roy.
"Lascia perdere" disse Erik con impazienza "Cosa hai visto?"
Cassandra sogghignò.
"Lo racconti tu o lo faccio io?"
Charles prese un profondo respiro.
"Siete fortunati" disse "A dispetto delle mie intenzioni ora sono abbastanza ubriaco per potervelo raccontare. Dunque, eravamo in missione per la CIA, stavamo reclutando dei mutanti ed eravamo finiti in un locale di lap dance, cercavamo una delle ballerine …"
"Sul serio?" chiese Scott scandalizzato "Con tutti i mutanti che potevate trovare siete andati a cercare una ballerina di lap dance?"
"Sì" rispose Charles stringendosi sulle spalle "Era molto dotata."
"Molto" confermò Erik.
"Mi chiedo perché si facesse chiamare Angel" disse Charles.
"Perché era il suo vero nome e inoltre aveva le ali!" rispose Erik "Mi sembra ovvio, no?"
"Sì, credo" rispose Charles "Ma lei non aveva ali da uccello le quali, per quanto non sia biblicamente corretto, sono di solito associate agli angeli. Lei aveva ali simili a quelle delle libellule, inoltre sputava fuoco, perciò avrebbe dovuto chiamarsi …" si interruppe, cercando un nome adeguato "Dragonfly."
Roy alzò un sopracciglio.
"Dragonfly non è un nome adatto a una ballerina di lap dance, tesoro" spiegò Roy "Angel va benissimo invece."
"Mah" disse Charles "Comunque, avevamo pagato per un colloquio privato …"
"Chiamarlo colloquio mi sembra fuorviante" disse Erik.
"Sì, quello che è. Eravamo lì e lei ci dice: "Per due costa il doppio" e noi "No, grazie … noi ti facciamo vedere il nostro se tu ci fai vedere il tuo …" continuò a raccontare con un tono involontariamente ambiguo.
"Davvero le avete detto così?" chiese Jean "Io vi avrei presi a schiaffi, no a pugni!"
"Calma! Calma ragazzina!" le disse Erik "Parlavamo dei nostri poteri ovviamente. Io feci levitare il secchiello del ghiaccio e lei rimase a bocca aperta, mentre Charles … ecco, adesso che ci penso, non ti ho mai chiesto perché ridevate!"
Charles scoppiò a ridere ma non era una risata normale, era la risata di uno completamente ubriaco.
"Vuoi vederlo? Davvero?" chiese.
"Noi vogliamo vederlo!" disse Lester entusiasta.
Charles sorrise malizioso, poi si portò le dita alla tempia.
"Questa è la versione di allora, quando Erik era ancora giovane e attraente …"
Erik si schiarì la voce soprattutto perché essere definito "attraente" da Charles era piuttosto imbarazzante, ma non protestò, almeno fino a quando non vide che tutti lo stavano osservando a bocca aperta per lo stupore.
"Guardati allo specchio, tesoro" disse Roy "Sei fantastico!"
Erik si alzò titubante e andò a osservare il proprio riflesso sullo specchio posizionato sopra il caminetto e rimase, come gli altri, a bocca aperta. Era lui, era giovane … e indossava un abito brillante di paillettes azzurro e una parrucca rossa con la frangetta.
"CHE COSA HAI FATTO?" chiese urlando "Angel mi ha davvero visto così?"
Charles rise ancora, poi chiuse gli occhi e l'immagine sullo specchio cambiò ancora, stavolta Erik era vecchio come doveva essere, ma stavolta indossava un semplice abito rosa con una collana di diamanti e un trucco più adatto a una "donna" della sua età."
Charles rise fino alle lacrime, restò addirittura senza fiato.
"Qualcuno lo può fermare?" chiese Lester guardandolo preoccupato "Sembra un bambino che ha mangiato troppe caramelle. Raven" disse rivolto a lei "Tu che lo hai visto nudo, c'è per caso uno scompartimento per le batterie o un pulsante "off" per spegnerlo?"
Raven, che già stava ridendo, rise ancor più forte.
"No, mi dispiace!" disse tra una risata e l'altra.
"Posso confermare" disse Hank "Purtroppo ce lo dobbiamo tenere così, eppure vi avevo avvertiti che è pericoloso farlo ubriacare!"
"Aspetta un attimo" disse Erik esterrefatto "Tu lo hai visto nudo?"
"Certo!" rispose lui "Ti sembra strano? Fino a pochi mesi fa era un ottantenne disabile! Aveva bisogno di assistenza!"
"Anche noi lo abbiamo visto" disse Scott "In costume da bagno ovviamente e da lontano, ma …"
"A questo punto manco solo io!" protestò Lester "Anch'io voglio vedere Charles nudo!"
"Dovrei ritenermi offeso!" disse Erik "Nemmeno io l'ho mai visto."
Charles non rispose, era troppo occupato a ridere, Moira invece aprì la bocca per parlare ma proprio in quel momento sentirono un'esplosione in giardino. La paura risvegliò tutti i presenti e perfino Charles, che sembrava troppo stordito per reagire, si alzò in piedi e corse fuori insieme a tutti gli altri, richiamati anche dalle loro grida.
"MAGNETO! SAPPIAMO CHE SEI LÌ! VIENI FUORI!
Erano appena arrivati due ragazzi, sembravano molto giovani, uno dei due aveva ancora il braccio teso verso i cocci di un vaso che aveva appena fatto esplodere.
"Finalmente! Brutto traditore, ti abbiamo trovato!"
Erik sospirò, dal suo sguardo era chiaro che si aspettasse qualcosa del genere.
"Calmatevi." disse pacato "Possiamo parlarne …"
"No! Non ci calmiamo!" disse l'altro e sputò a terra un liquido che intaccò le piastrelle corrodendole "Sei uno sporco traditore! Hai deciso da che parte stare, giusto? Ora ne pagherai le conseguenze!"
Il ragazzo estrasse una pistola, la puntò verso Charles e sparò: sei colpi riecheggiarono nella notte ma Charles riuscì a usare la telecinesi per fermarne cinque, solo uno andò a segno, colpendolo sul fianco, la camicia strappata dal proiettile iniziò a tingersi del rosso del sangue ma l'emorragia venne subito fermata dal fattore rigenerante di Charles, il quale, fatti cadere a terra i proiettili rimasti, rimase per qualche secondo ad osservare il danno con occhi spalancati per l'orrore.
"Mi avete rovinato la camicia!" disse alzando verso i due ragazzi uno sguardo carico di disprezzo, Erik invece era furente.
"Volevate uccidere lui per farla pagare a me?" chiese mentre, preda dell'ira, faceva tremare la struttura metallica del tavolo del giardino."
"Peccato che non abbiano considerato il fatto che ora le pallottole non possono uccidermi." commentò Charles, guardando sconsolato il buco nella sua camicia."
"Noi sappiamo solo che tu sei un traditore, Magneto! Dopo tutti questi anni ti sei alleato con uno come lui! Un sudicio …"
"Piano con le parole, ragazzino!" sibilò Erik "Non hai idea di cosa stai parlando!"
"Ma …"
"Basta così!" gridò Charles "Sapete una cosa?"
Charles guardò tutti i presenti, i suoi occhi erano lo specchio della delusione, della sconfitta interiore, guardò i due ragazzi, era evidente che non avessero nessuna giustificazione per comportarsi come facevano, almeno Erik cercava vendetta per la sua sofferenza, ma loro? Da dove derivava tutto quell'odio immotivato?
"Mi arrendo."
Tutti lo guardarono sconvolti, non si sarebbero mai aspettati un'affermazione simile proprio da lui.
"Mi arrendo alla stupidità!" aggiunse Charles "È chiaro che, in tutti questi anni, ho sbagliato io, ho sbagliato approccio! Pensavo di parlare con esseri dotati di intelligenza, invece siete solo dei babbuini con dei poteri ma privi delle capacità e della consapevolezza per usarli!"
La voce di Charles si faceva man mano più dura, sembrava un professore che rimprovera la sua classe.
"Quindi" riprese dopo un lungo sospiro "Mi arrendo. Mi abbasserò al vostro livello, non ho altra scelta."
"Come osi?" chiese il ragazzo con la saliva corrosiva "Noi siamo intelligenti!"
"Come un pezzo di porfido!" lo riprese Charles "Ora, stupido ammasso di carne, ascolta. Lascerò da parte l'ideologia, la filosofia e tutti quei concetti troppo complessi per i vostri due neuroni che in questo momento stanno giocando a carte e mi concentrerò unicamente su concetti che potete capire" proseguì, scandendo ogni parola per farsi capire meglio.
Erik sogghignò ma Charles non ebbe pietà.
"Vale anche per te, non credere di salvarti, per anni ho cercato di farti capire perché sbagliavi, il fatto che adesso tu ci sia arrivato non cambia nulla."
Tutti gli occhi erano puntati su di lui, gli X Men sogghignavano mentre i due intrusi sembravano quasi essersi pentiti di aver invaso la scuola. Charles si interruppe, l'alcool lo stava disturbando ma era ancora abbastanza lucido da poter parlare.
"Cosa stavo dicendo? Ah, sì. Siete degli idioti perciò vi parlerò tenendo conto di ciò. Lasciamo perdere la convivenza pacifica, la paura del diverso, l'accettazione, l'auto accettazione … no, sono concetti troppo complessi per voi. Parliamo di questioni più basiche, più concrete. La guerra. La guerra" ripeté "perché, sì, quella in corso tra umani e mutanti è a tutti gli effetti una guerra ideologica. Ora, in una guerra la cosa fondamentale è stabilire il fine, l'obiettivo. Qual è l'obiettivo finale di questa guerra? Vi dò un indizio, è lo stesso per uomini e mutanti."
Nessuno parlò, Charles si guardò attorno, cercò con lo sguardo quelli di tutti i presenti.
"È una domanda." spiegò "Dovete rispondere!"
Nessuno osò parlare, erano tutti intimiditi da lui.
"Se devo dirvelo io la situazione è più grave di quanto avessi pensato!"
"La supremazia!" disse Lester alzando la mano come durante una lezione.
"Esatto!" esclamò Charles indicandolo "Esatto! Dieci e lode. È proprio così! La supremazia! Gli umani vorrebbero sterminare tutti i mutanti e i mutanti vorrebbero eliminare tutti gli umani, o almeno averli sotto il loro potere. Però, chiedetevelo, è un obiettivo realistico? È qualcosa che si può davvero ottenere?"
Un silenzio imbarazzato calò tra i presenti, tutti si sentivano come studenti interrogati ma impreparati, colti in fallo e sul punto di ricevere una insufficienza.
"No, non lo è" rispose Charles scuotendo la testa "Mi dispiace spezzare i vostri delicati cuoricini ma è un obiettivo irrealizzabile. Ormai dovrebbe essere evidente per tutti che i mutanti non potranno mai prevalere sugli umani e che gli umani non potranno eliminarci tutti. Perciò …" proseguì, iniziando a camminare avanti e indietro con le mani incrociate dietro la schiena "Perciò … quale sarebbe la prossima mossa? Cosa farebbe una persona ragionevole? Potrebbe per esempio usare l'intelligenza di cui è dotata … o almeno di cui io sono dotato, per voi non metterei la mano sul fuoco." disse rivolto ai due ragazzi.
I due, imbarazzati per il trattamento subito, si scambiarono uno sguardo imbarazzato, poi tornarono a guardare Charles che li stava fissando con impazienza.
"Hem … dunque …" iniziò uno dei due "Noi …"
"Voi non sapete nulla" disse Charles "Non sapete come si combatte una guerra, non avete idea di cosa sia una strategia! Comportandovi da terroristi o, nel vostro caso, da teppisti, non fate altro che dare al vostro nemico una giustificazione in più per potervi attaccare! Se non vogliamo essere attaccati dobbiamo essere noi i primi a renderci inattaccabili!"
Erik aprì la bocca per parlare ma Charles sembrava inarrestabile perciò, mentre lui continuava a parlare ai due malcapitati, lui si limitò a sporgersi verso Raven e a commentare sottovoce.
"No, davvero, tu che lo hai visto nudo, hai idea se ci sia un interruttore per spegnerlo?"
"A quanto pare è entrato nella modalità 'professore' non credo che ci sia un modo per disattivarlo." rispose lei.
"Credo che quei due avrebbero preferito dover combattere contro di noi" si aggiunse Lester "Charles li sta stordendo con le parole!"
"Dovremmo fermarlo?" chiese Scott unendosi alla conversazione.
"No, no, lascialo fare" disse Hank "È divertente!"
"Da voi è sempre così?" chiese Roy affiancandosi "Avrei materiale per almeno una decina di spettacoli!"
Hank sogghignò.
"Questo è solo l'inizio!"
