82. Benvenuti a Genosha

Dopo colazione Lester decise di aiutare a sistemare e poi, finalmente, uscirono. Il borgo era composto da case prefabbricate, era evidente che fosse stato realizzato in pochissimo tempo: solo alcuni edifici, tra i quali c'era anche la casa di Pyro, erano stati costruiti con più cura.

"Non mi sembra male" disse Lester, osservando i mutanti che camminavano attorno a loro "Sembrano felici!"

"Appunto." sussurrò Charles "Sembrano."

Charles camminava tranquillo, come un turista tra le strade di una città mai vista prima, guardava ovunque, ogni tanto si soffermava ad osservare qualche dettaglio, poi riprendeva a camminare. Logan, Lester e Cassandra facevano fatica a stargli dietro, tutti e tre erano troppo impegnati a guardarsi attorno con circospezione, non riuscivano ad avere la sua stessa disinvoltura.

Attorno a loro il piccolo borgo era pieno di vita, sembrava davvero un piccolo paesino di campagna, solo abitato da mutanti: ognuno di loro era occupato in una specifica attività.

"Non capisco cosa ci sia che non vada" disse Lester "Da fuori sembrano tutti tranquilli."

Charles si voltò verso di lui e sussurrò.

"Guardali meglio."

Lester annuì e obbedì, quindi tornò a guardarsi attorno, cercando di focalizzarsi sulle espressioni delle persone e allora capì cosa intendeva Charles: erano tutti troppo felici. Sì, in effetti l'atmosfera sembrava pacifica, lui stesso si sentiva sempre felice alla scuola di Charles, ma lì c'era qualcosa che stonava, quei sorrisi da lontano sembravano sinceri, ma da vicino diventava man mano più evidente quanto fossero falsi. Lester si avvicinò a Charles per parlargli sottovoce.

"Sembra che abbiano una paresi, in effetti dopo un po' diventano inquietanti da osservare" disse trattenendo a stento un brivido.

"Sono drogati" precisò Charles "Tutti loro assumono il siero. Stanotte ho potuto notarlo su coloro che sono venuti ad accoglierci ma ora che anche gli altri sono svegli è ancora più evidente, quasi nessuno è qui di sua volontà. La maggior parte sono arrivati qui da soli in effetti, ma Pyro li tiene comunque sotto controllo con il siero, alcuni sono stati perfino rapiti. No, questo non è un posto sano."

"Che schifo" commentò Logan "Noi abbiamo ingerito quel cazzo di siero. Perché non sento ancora niente? Non dovrei già essere uno zombie anch'io?"

"Evidentemente ne serve di più" rispose Charles "Stiamo parlando di un siero derivato da quello principale, sicuramente avrà meno efficacia e ci vorrà più di un paio di dosi per cominciare ad avvertire i primi effetti."

"Quindi quanto potremo resistere? Un giorno? Due? Quanto? Charles, dobbiamo trovare quelle informazioni e dobbiamo farlo al più presto!"

Charles sospirò con impazienza.

"Calma, Logan. Calma." disse "Non possiamo permetterci errori. Dobbiamo ottenere le informazioni senza farci scoprire, è diverso. Non possiamo fare irruzione, prendere quello che vogliamo e andarcene, loro non devono sapere che noi sappiamo."

"In effetti ha senso" ammise Cassandra "Abbiamo noi il coltello dalla parte del manico ora, non possiamo permetterci di perdere questo vantaggio."

Lester iniziò a saltellare subito sul posto.

"Possiamo andare lì? Possiamo andare lì'?" chiese.

"Per fortuna hai evitato di indossare l'abito senza mutante" commentò Cassandra, intuendo che altrimenti lo spettacolo sarebbe stato poco decoroso.

"Ah, zitta!" rispose lui, eccitato "Hai visto? Lì c'è un panificio! Posso andare a vedere?"

Charles sorrise, Lester sembrava un bambino impaziente.

"Veniamo anche noi, sono curioso."

Entrarono nel piccolo panificio, non c'era nessuno perciò si presero tutto il tempo per guardarsi attorno: tutti i mobili erano fatti di acciaio, Charles vide che Lester già storceva il naso di fronte alla totale assenza di calore.

"È ovvio che è stato costruito da poco" spiegò Charles "Quindi hanno prestato più attenzione alla funzionalità rispetto all'estetica."

"Per me sono equamente importanti!" disse Lester "Qui non c'è amore! Non c'è anima!"

"Purtroppo è così." ammise Charles.

"Non c'è nemmeno competenza!" aggiunse Lester dando un'occhiata alle pagnotte "Nemmeno un principiante farebbe del pane così male! Hey!" esclamò, perché Charles gli aveva dato una gomitata sul fianco per fargli notare che in quel momento era arrivato il panettiere.

"Buongiorno! Non vi avevo sentito." disse finendo di asciugarsi le mani "Stavo lavorando sul retro. Voi siete nuovi, giusto? Non vi ho mai visti prima …"

"Charles Xavier" si presentò porgendogli la mano.

L'uomo lo fissò con gli occhi spalancati.

"Oh! Adesso vi riconosco! Non avrei mai pensato di incontrarvi e, posso dirvelo? È davvero un onore! Un immenso onore!" l'uomo andò da Charles, gli prese la mano e la strinse con forza "Mi chiamo Michael."

"Mi fa piacere" rispose Charles dopo essersi liberato di quella stretta tanto potente "Qui sembra davvero un paradiso per i mutanti."

"Lo è." rispose lui con espressione seria "Un luogo dove finalmente i mutanti possono essere liberi. Volete comprare qualcosa?"

"Lo faremmo volentieri" rispose Charles "Ma al momento non abbiamo denaro con noi …"

"Non preoccupatevi, offro io." disse l'uomo, prendendo e porgendogli un vassoio su cui erano posate delle palle di pasta fritta cosparse di zucchero a velo "Ho appena sfornato questi krapfen con la crema!"

Charles si voltò verso Lester e vide che era inorridito.

"Molto volentieri, grazie!" disse Charles prendendone una "Ottima!" aggiunse dopo aver dato il primo morso."

"Ovviamente sono drogati, giusto?"chiese Cassandra telepaticamente.

"Ovviamente sì"rispose Charles"Tutto il cibo qui contiene quel siero. All'epoca Stryker lo applicava personalmente a chi doveva, in questo caso sono troppi, non riuscirebbe mai a somministrarlo individualmente, soprattutto perché deve farlo con regolarità."

Cassandra si strinse nelle spalle e prese un krapfen, imitata da un indifferente Logan e un diffidente Lester: l'assaggio fu terribile e fu quasi più difficile fingere che i krapfen fossero buoni rispetto a fingere di non sapere che lì dentro ci fosse il siero, tuttavia mangiarono tutto e se ne andarono non appena fu possibile.

"Cosa costava a Pyro assumere un panettiere competente?" chiese Lester "Quello fa schifo! Ce ne sarà un altro che sappia preparare il pane in questo villaggio? Inoltre si vedeva che era strano, sembrava quasi ipnotizzato."

"Parla piano" lo sgridò Charles "Non ci sono microfoni ma potrebbero sentirti."

"Inoltre non staremo qui tanto da permetterti di valutare tutti i panettieri dell'isola. Giusto Charles?" chiese Logan con un tono che somigliava più a una preghiera che a una richiesta di conferma.

"Se tutto va come vogliamo non resteremo qui più di un paio di giorni, va bene rischiare ma non possiamo esporci troppo. Per ora dobbiamo mantenere un profilo basso e fare ciò che Pyro si aspetta da noi."

Ovviamente Charles aveva comunicato telepaticamente, non poteva permettersi che nessuno in quell'isola potesse sospettare di loro.

"Nel frattempo mi chiedo quando inizierò a sentire gli effetti di quel siero, abbiamo mangiato parecchio da stamattina, quella colazione era molto abbondante e …"

"Parla piano" sussurrò Charles "Non devono sentirci."

Lester si portò una mano alla bocca e annuì.

"Adesso cosa facciamo?" chiese Cassandra dopo un lungo sbadiglio.

"Continuiamo con la visita turistica." rispose Charles "Per ora non possiamo fare altro."

Il resto della giornata trascorse più o meno allo stesso modo, passeggiarono a lungo dentro e fuori il villaggio, incontrarono molti mutanti e tutti, chi più e chi meno, avevano lo stesso sguardo perso di chi ha completamente perso la propria volontà. Videro le case, i negozi, la scuola di cui aveva parlato Pyro, campi coltivati, allevamenti. Su ogni casa era stato installato un pannello fotovoltaico e Charles capì che si stavano rendendo pian piano sempre più indipendenti anche da quel punto di vista. Nonostante gli aspetti apparentemente positivi, tuttavia, Charles cercò il più possibile di restare indifferente a ciò che c'era sotto in realtà, ma gli era difficilissimo ignorare quella violenza, lui che per primo era stato accusato di essere un manipolatore a causa dei suoi poteri, non poteva accettare che un siero, preso con la forza da un telepate come lui, potesse essere usato per scopi così bassi.

Arrivò sera, Logan e Lester iniziarono a lamentare un lieve mal di testa ma sembravano ancora piuttosto lucidi. Ovviamente Pyro li invitò a cenare con lui, stranamente lui aveva già mangiato un panino durante il lavoro perciò fece loro compagnia con un altro caffè.

"Com'è andata la giornata?" chiese osservandoli mangiare l'arrosto con le patate"Vi è piaciuto stare qui? Vi ricordo che potrete restare quanto vorrete."

"Sembra tutto perfetto" mentì Charles "Una vera oasi per mutanti."

"Sì, lo ammetto" rispose lui con un sorriso sornione "Credo che sia addirittura meglio della sua scuola, Professore. Voglio dire, questo è un villaggio, le persone vivono qui, lavorano, prosperano, non ci sono solo studenti e soldati. Certo, ci dobbiamo difendere, ma non è quella la nostra priorità."

"Belle parole"pensò Charles "Peccato che sia tutto falso."

Stava quasi per sperare che anche quella sera sarebbe andato tutto bene e che sarebbero riusciti a mantenere il controllo sulla propria mente, quando si voltò verso Lester e Logane e impallidì: stavano continuando a mangiare ma i loro movimenti si erano fatti più rigidi, innaturali, come quelli di una bambola, il siero doveva aver fatto effetto.

Pyro sogghignò, ormai aveva imparato a riconoscere i primi segni dell'efficacia del siero: prima Lester, poi Logan, infine Cassandra e Charles avevano ceduto, tutti e quattro sembravano ipnotizzati, i loro occhi si erano fatti spenti, senza vita.

"Molto bene" commentò Pyro osservandoli e girando attorno a loro come uno squalo affamato "Devo essere sincero, non pensavo che avrei vinto così facilmente. Insomma, vi siete fidati di me come degli ingenui alle prime armi …" si avvicinò a Charles e si mise proprio di fronte a lui "Ma cosa potevi aspettarmi da un idiota che pensa che la pace tra mutanti e umani sia possibile?"

Si avvicinò ancor di più al viso di Charles, un sorriso disgustoso gli deformò il viso.

"Però è un vero piacere averti" gli disse "Una bella vendetta, dopo tutte le stronzate che mi hai fatto credere, non pensi? Inoltre mi chiedo cosa penserebbe Magneto se ti vedesse così, se mi vedesse così! Ora il Professor X è dalla mia parte … no!" gridò, ancor più eccitato "Il Professor X è mio! Il mio schiavo!"

Pyro si avvicinò ancor di più e lo baciò sulla guancia.

"Sei mio, Prof. Tutto mio."

Si allontanò di pochissimo, poi gli leccò il collo.

"Buono…" mormorò "Hai davvero un buon sapore, sai?"

Pyro sogghignò malefico.

"Come potrei umiliarti ancora di più? Ah, ecco …"

Si avvicinò ancora al suo viso e stavolta gli infilò la lingua tra le labbra, Charles non protestò mentre Pyro lo baciava.

"Delizioso…" sussurrò dopo essersi allontanato "Veramente delizioso, la vittoria ha un sapore ottimo!"

Pyro si leccò le labbra ad occhi chiusi, assaporando quel momento, restò così qualche istante, poi si voltò verso Sunpowder.

"Credo che qui abbiamo finito" disse "Non mi aspettavo di riuscire a conquistare la mente più potente del pianeta in così poco tempo, dovrò pensare bene come usarlo … per ora portali nei loro alloggi, direi che ci possiamo fidare, ormai non possono più fare nulla per contrastarci …"

Pyro si avvicinò di nuovo a Charles e gli accarezzò una guancia.

"Ci vediamo, Prof. Seguite Sunpowder, vi porterà nella vostra nuova casa e, mi raccomando, fate ciò che vi dice."

Sunpodwer sospirò.

"Andiamo!" disse di malavoglia e Charles, Logan, Lester e Cassandra lo seguirono fuori, ormai era sera, il cielo era coperto dalle pesanti nuvole di una pioggia imminente.

"Se fosse per me starei a casa al caldo" disse mentre lo seguivano verso una delle ultime case del villaggio "Tra poco però ci sarò! Vi mollerò nella vostra nuova cas-anzi, la vostra nuova cella, poi me ne andrò a dormire!"

Dieci minuti dopo Sunpowder aprì la porta di una casa prefabbricata.

"Voi starete qui, andate a dormire, immagino che Pyro abbia in mente grandi progetti per voi, domani. Non sarà difficile trovare ciò di cui avete bisogno. Buonanotte!"