Ciao! Non faccio premesse da un bel po' di tempo perciò mi sembrava giusto spiegare un paio di cose.
Mi rendo conto che avrei potuto prendermela con un po' più di calma, magari farli restare a Genosha un paio di giorni in più, diciamo che Pyro ha avuto fretta e ha dato a Logan il quadruplo della dose consigliata di siero, per questo ha fatto effetto così rapidamente.
Per quanto riguarda il destino di Erik e Raven, poco dopo aver pubblicato il capitolo ho pensato di aver accelerato un po' troppo le cose, il tempo trascorso da "Oddio, sono morti" a "Evviva, sono vivi" è stato decisamente breve, ma ho deciso che va bene così, non volevo allungare il brodo con Charles che insisteva nel dire che erano vivi e gli altri che lo prendevano per pazzo: ormai Charles ha superato la crisi derivata da anni e anni di emozioni represse, è tornato ad essere se stesso, razionale e ragionevole, nonostante ora si permetta di vivere quelle emozioni che prima si negava di accettare (quando piange nel suo studio). Per farvi capire quanto sia calmo ora, quando Hank rabbrividisce vedendo il suo sguardo, si stava effettivamente mordendo la lingua, in realtà avrebbe voluto dire questo a Jean: "Ascolta ragazzina, ho iniziato ad usare Cerebro quando non eri nemmeno nei pensieri dei tuoi genitori perciò non venire a dirmi come si fa!" o perfino qualcosa di più spinto.
Detto questo, buona lettura e, come sempre, lasciatemi una recensione!
Mini
85. Strategia
Il respiro di Charles si fece lentamente più regolare, tornò a sentire i suoni attorno a lui, si alzò e lentamente raggiunse gli altri.
"Sono vivi …" mormorò.
"Sono vivi!" esclamò Jean abbracciandolo.
"Dobbiamo partire subito!" disse Logan, accendendosi un sigaro "Non possiamo perdere un minuto di più. Charles, devi …"
Logan si interruppe, in quel momento Charles chiuse gli occhi e svenne, lui si mosse appena in tempo e lo afferrò prima che cadesse a terra.
"CHUCK!" gridò "Cosa ti succede? Svegliati!"
"Charles deve dormire ora" disse Cassandra, tutti si voltarono e capirono che era stata lei a farlo dormire usando i suoi poteri.
"Quando Hank lo ha svegliato stava dormendo da appena dieci minuti e la notte scorsa non ha chiuso occhio. Ora lasciatelo riposare, non potrà aiutare nessuno in quelle condizioni."
Logan annuì, imbarazzato, teneva Charles addormentato tra le sue braccia con timore, quasi avesse paura di romperlo.
"Lo porto a letto" disse Hank, prendendolo dalle braccia di Logan "Sono abituato a farlo." continuò, riferendosi al periodo in cui Charles era ancora paraplegico.
"Grazie" disse Cassandra osservandolo uscire dalla stanza con il fratello.
Jean sospirò di sollievo, per un istante aveva temuto il peggio, ora si sentiva più tranquilla.
"Vado a contattare Wanda, Pietro, Kurt e David" disse alzandosi "Sono sicura che saranno felici di sapere che i loro genitori sono vivi."
"Io vado dagli studenti" disse Ororo.
"Vengo con te" le disse Moira."
"Vi raggiungo anch'io" si aggiunse Scott "Inoltre dovremo stabilire chi resterà a casa stavolta."
"Sì, è vero" ammise Logan "Fa strano, no? Prima davamo per scontato che fosse sempre Charles, allora era indispensabile qui, ora lo è sul campo."
"Le cose cambiano!" disse Lester.
"Sì, una cosa non cambia: il mio desiderio di bermi una birra, desiderio che esaudirò subito."
Pian piano tutti uscirono dalla stanza e restarono solo Lester e Cassandra, entrambi imbarazzati.
"Cosa facciamo?" chiese Cassandra "Andiamo al laboratorio?"
Lester si voltò di scatto.
"Ah! No, no, non serve" disse "Prima di partire per la missione avevo contattato un mio amico che possiede una grosso panificio a New York, ho comprato una grande quantità di pane e l'ho fatto congelare in modo da poterlo usare pian piano. Non sapendo quanto saremo stati via ho abbondato, per qualche giorno saremo a posto."
Cassandra annuì ma Lester capì che era delusa, dal suo viso capì che lei stava per dire qualcosa, avrebbe voluto chiederle se c'era qualcosa che non andava, se c'era qualcosa che voleva dirgli, ma preferì che fosse lei a fare il primo passo, così come gli aveva consigliato Charles. Lester attese, si sedette sul divano e si mise comodo, alla fine fu Cassandra a rompere il silenzio: era in piedi di fronte a lui, tesa come una corda di violino.
"Prima di conoscere Charles la mia vita era piuttosto monotona" disse "Il fatto strano è che nemmeno mi rendevo conto di quanto fosse …"
Si interruppe, la parola per descrivere la sua condizione era una, era breve, ma era pesante.
"... di quanto fosse vuota." concluse tristemente.
"Rendersene conto è già un grande passo avanti." le disse con dolcezza.
"Quando sono venuta qui però ho capito che esistono altri tipi di emozioni, oltre alla rabbia e all'odio."
Iniziare a parlare era stato difficile ma ora che si era aperta le fu impossibile fermarsi.
"Non posso dire di conoscere Erik e Raven bene quanto loro ma … hai visto anche tu? Hai percepito i loro dolore quando hanno pensato che fossero morti?"
"Nemmeno io li conosco bene" ammise Lester "Ma in effetti solo un sociopatico sarebbe rimasto indifferente."
Cassandra annuì.
"Per Charles è stata una doccia fredda" proseguì lei, tormentandosi le mani "Non se l'aspettava, si è sentito in colpa per ciò che gli era successo."
Lester annuì ma non parlò, lasciò che fosse lei a sfogarsi.
"Poi hanno scoperto che in realtà sono vivi" proseguì lei "Erano tutti così felici … È stato un viaggio sulle montagne russe! Però mi ha fatto capire un'altra cosa …"
Cassandra si avvicinò a Lester e si sedette accanto a lui che le sorrise per incoraggiarla.
"Ho capito che la nostra vita è troppo imprevedibile, un attimo prima sei felice e un attimo dopo il mondo crolla sotto i tuoi piedi …"
Lester annuì, il suo sorriso era un chiaro invito a proseguire.
"Per questo ho deciso che non voglio sprecare nemmeno un istante per cercare la mia felicità … e per ottenerla."
Cassandra sorrise, Lester annuì ad occhi chiusi con solennità, ma all'improvviso le sentì, le labbra di lei sulle sue, un bacio casto che si fece rapidamente più audace, lo accolse senza riserve, lasciandosi andare a quel gesto carico di sensualità ma anche di amore e profondo rispetto.
Entrambi aprirono gli occhi, quelli di lui erano sorpresi ma grati, quelli di lei traboccavano di felicità. Cassandra lo baciò ancora ma, prima che potesse fare altro, con un movimento disinvolto Lester mise il braccio sotto le sue ginocchia e la sollevò dal divano.
"Hey!"
"Forse desidereresti andare in un luogo più appartato?"
Cassandra si scostò leggermente dal suo viso.
"Mi hai letto nel pensiero …" lo prese in giro "Credo però di poterci arrivare con le mie gambe, non credi?" chiese.
"Lo so" rispose lui con un gran sorriso "Posso lo stesso portarti io?"
Cassandra lo fissò, era felice, davvero felice.
"Solo per questa volta" gli concesse con un sorriso complice.
Era ormai sera quando Charles si svegliò, non ricordava cosa fosse successo ma si ritrovò sotto le coperte del suo letto, qualcuno lo aveva portato lì di peso e, per non disturbarlo, si era limitato a togliergli le scarpe. Si mise seduto e si stiracchiò, con la vista ancora disturbata dal sonno cercò le scarpe e le indossò lentamente, si prese tutto il tempo necessario per muoversi con il corpo mentre, al contrario, i pensieri nella sua mente correvano.
Cercò gli altri e li raggiunse nel suo studio: Hank era seduto dietro la scrivania, Ororo e Cassandra erano accanto a lui e stavano leggendo i documenti relativi a Genosha; Jean, Scott, Logan, Lester e Moira erano invece seduti nei divanetti.
"Oh, ben svegliato!" lo salutò Lester.
"Grazie" rispose lui "Grazie anche a te, Jean, senza di te non sarei riuscito a dormire.
"Non guardare me!" rispose lei, indicando Cassandra.
"Ah, sei stata tu?" chiese alla sorella, che annuì.
"In quelle condizioni non ci saresti stato d'aiuto. Non dico perché fossi sconvolto" precisò subito "Eri troppo stanco."
"Ho dormito proprio bene." ammise Charles.
"Per caso avevi letto il documenti relativo agli avamposti?" chiese Hank sollevando lo sguardo dal computer.
"No, non ancora" ammise Charles "Mi sono addormentato prima."
"Be', noi sì" disse Hank "Abbiamo trovato molte cose interessanti e abbiamo anche pensato a un piano d'azione."
Tutti lo guardarono, temevano che si sentisse scavalcato, invece Charles sospirò di sollievo, abbandonando la testa all'indietro, lieto di avere un pensiero in meno.
"Ottimo!" esclamò "Raccontatemi tutto!"
Hank posò le mani sulla scrivania.
"Tanto per cominciare, Pyro non si muove da Genosha. Il siero è stato modificato in modo tale che, chi lo assume, debba rispondere solo ai suoi ordini, riconoscendone la voce. C'è un'eccezione, però" continuò Hank "Se Pyro ordina a qualcuno che è sotto l'effetto del siero di obbedire agli ordini di un terzo, lui obbedirà."
"In effetti Logan e Lester hanno obbedito a Sunpowder quando lui glielo ha detto."
"Pyro usa questo stratagemma quando deve delegare" spiegò Hank.
"Come costruiscono gli avamposti?" chiese Charles "Un conto è aver costruito un villaggio a Genosha, altra cosa è colonizzare lontano da lì."
"Hanno un protocollo piuttosto rigido" continuò Hank "Devo dire che, almeno sulla carta, è davvero ben pensato."
"Sì" disse Logan "Stento a credere che sia opera di Pyro."
Charles sorrise, in effetti anche lui aveva i suoi dubbi in merito.
"Funziona così: oltre a Pyro ci sono una dozzina di mutanti che non assumono il siero. Tra di loro ce ne sono due che si occupano della creazione degli avamposti, si fanno chiamare Voltshade, che manipola l'eletricità; Espeon, invece, è una telepate. La prima fase avviene tutta a Genosha, per prima cosa individuano un'area promettente e lì cercano un edificio con le giuste caratteristiche per poter essere utilizzato: deve essere abbastanza grande per ospitare i mutanti, isolato e abbandonato. Una volta delimitata l'area stilano una lista di possibili obiettivi tra gli umani: politici o semplicemente personalità influenti anche dal punto di vista economico. Una volta stabiliti gli obiettivi e la strategia per raggiungerli, Voltshade e Espeon radunano una squadra di cinque mutanti che abitano a Genosha e li portano da Pyro, che gli ordina di eseguire i loro ordini. A questo punto inizia la fase due."
"Sembra molto complesso" ammise Charles "Devo dirlo, sono impressionato."
"Lo è" rispose Hank "Il processo su carta sembra complesso, trasformarlo in realtà lo è ancora di più, per questo è anche molto lento. Una volta arrivati sul posto, bonificano l'area. Nel documento è spiegato che buoni edifici da utilizzare possono essere ex ospedali, ex manicomi, ville abbandonate, fabbriche in disuso. Quando la squadra di Genosha arriva si suddividono i compiti: a Espeon spetta l'onere di sistemare le cose dal punto di vista burocratico, usa i suoi poteri per corrompere i proprietari, nel caso ci siano, o le forze dell'ordine."
"Molto onesto" commentò Charles con sarcasmo.
"Ah, certo!" rispose Hank "Nel frattempo Voltshade coordina i lavori nell'edificio. Non dico che arrivino a mettere i cuscini di pizzo sui divanetti, si limitano nella fase iniziale a renderlo abitabile, tutto ciò che è superfluo verrà sistemato in seguito. Nel frattempo Espeon, oltre a tenere lontani possibili intrusi, cerca i mutanti. Lei è una telepate piuttosto limitata e, non possedendo strumenti come Cerebro, è costretta a vagare a caccia di possibili obiettivi. Se trovano un mutante da solo lo adescano con le buone e solo in casi estremi arrivano alla violenza; nel caso di gruppi di mutanti, come quello di Padova, preferiscono usare la violenza fin dal principio."
"Quindi li catturano così … e poi gli danno subito il siero?"
"Sì." rispose Cassandra annuendo "Non hanno a disposizione dei collari inibitori per tenere prigionieri i mutanti, per questo devono subito drogarli. Basta una breve telefonata con Pyro per tenerli sotto controllo. Una volta raccolto un numero sufficiente di mutanti, Voltshade e Espeon tornano a Genosha e lasciano lì i cinque che si sono portati dietro, che di conseguenza diventano i capi dell'avamposto. Finita la fase due inizia la fase tre, ovvero il consolidamento: i mutanti presenti eseguono gli ordini: continuano i lavori di ristrutturazione e si fanno assumere dagli umani per poter somministrare loro il siero. Al resto poi pensa Pyro, basta una telefonata per impartire gli ordini agli umani."
Charles restò in silenzio per qualche minuto, erano tante informazioni, tutte molto interessanti, ma la situazione era veramente grave e delicata.
"Quindi …. avete detto di aver pensato anche a un piano, giusto?" chiese.
"Esatto." rispose Cassandra "Inizialmente avevamo valutato l'idea di usare la stessa strategia che ci ha permesso di fuggire da Genosha, poi l'abbiamo scartata, in questo caso sarebbe troppo complesso."
"Volevate liberare i mutanti negli avamposti e convincerli a fingere di essere ancora sotto il siero per mantenere fino alla fine il nostro vantaggio?" chiese Charles.
"Sarebbe stato perfetto" spiegò Hank "Ma il processo è troppo lento, non sappiamo quanto tempo ci voglia per disintossicare qualcuno che ha assunto il siero così a lungo, inoltre sarebbe anche difficile da controllare, alcuni mutanti potrebbero reggere il gioco, altri potrebbero tradirsi. Voi eravate solo in due, qui si parla di decine di persone."
"Sono d'accordo" rispose Charles "Quindi?"
"Non possiamo permetterci di perdere il nostro vantaggio mentre li liberiamo tutti." spiegò Jean "Per questo abbiamo pensato a Wanda. Ho sentito lei e gli altri, torneranno presto qui. Come ha riportato il tuo corpo allo stato in cui era prima dell'incidente, può riportare i corpi di quei mutanti a com'erano prima di aver assunto il siero per la prima volta."
Charles annuì lentamente.
"In effetti potrebbe farlo" ammise "Ma di quanti avamposti stiamo parlando?"
"Come ti ho detto, la creazione di un avamposto è un processo lento, fino ad ora ne hanno creati tre: in Gran Bretagna, Francia e ora si stanno occupando di quello in Italia. Ovviamente hanno pensato di stare lontani dagli Stati Uniti o tu li avresti scoperti molto prima."
Charles annuì, pur restando pensieroso.
"Tutto qui?" chiese "In fin dei conti non è così grave, possiamo farcela."
"Esatto" confermò Logan.
"Dovremo aspettare però che anche l'avamposto in Italia venga terminato." disse Charles.
"Perché mai?" chiese Hank "Possiamo partire non appena Wanda …"
"No." rispose lui "Se dopo la fine della fase due Espeon e Votshade lasciano l'avamposto per ricominciare con la fase uno a Genosha, vuol dire che passerà del tempo prima che inizino con la costruzione del quarto. Non dimenticate che, dopo aver smantellato gli avamposti, dobbiamo occuparci di Genosha, non possiamo permetterci di essere scoperti."
"A questo non avevo pensato" disse Hank "Dobbiamo tenere monitorata la zona per capire quando stanno per partire."
"Sarà bene avvicinarsi" disse Charles "Posso provare a cercare Espeon con Cerebro ma così lei ci scoprirebbe. Inoltre …"
"Sì, lo so" disse Cassandra "e sono d'accordo. Dobbiamo anche capire come stanno Erik e Raven."
Charles annuì, grato che la sorella lo avesse capito, prese il telefono dalla scrivania e cercò nella rubrica il numero di Sarah.
"Le telefoni?" chiese Cassandra indignata "Non usi Cerebro?"
"No, meglio non rischiare, Espeon potrebbe percepirmi in qualche modo."
"Non credo che sia abbastanza potente da farlo" disse Hank.
"Non importa" rispose Charles portando il telefono all'orecchio "Preferisco cos-ah, Sarah! Sono Charles. Ho buone notizie per te."
