Giochino:
Vi propongo un piccolo gioco, mi rivolgo soprattutto a voi, lettori silenziosi. Ad un certo punto Lester sussurrerà all'orecchio di Cassandra qualcosa che la farà ridere: cos'è? Vi sfido a inventare una breve battuta che Lester potrebbe dirle.
86. Rallentare
Charles spiegò a Sarah la situazione, le raccontò del siero, del fatto che non avrebbero potuto liberare subito i mutanti dell'avamposto italiano ma avrebbero dovuto aspettare il ritorno di Espeon e Voltshade a Genosha. Restò in silenzio a lungo, prima per ascoltare le risposte di Sarah, poi per riflettere, guardò gli altri, sembrava che stesse decidendo chi fosse più adeguato per partire, solo dopo una lunga riflessione riprese a parlare.
"Sì, solo due" disse, attorno a lui tutti si ribellarono ma Charles li zittì con un sguardo "Sì, esatto, non possiamo dare troppo nell'occhio, verremo per monitorare la situazione più da vicino … no, non so dove sia esattamente … perfetto, il tuo aiuto sarà fondamentale per trovarlo. Arriveremo il prima possibile … esatto, a Venezia. Grazie, ti terrò aggiornata. A presto."
Non fece in tempo a chiudere la chiamata che gli altri tornarono a protestare, le loro voci si sovrapponevano l'una all'altra ma tutti erano ugualmente indignati.
"Insomma, Chuck!" esclamò Logan "Come puoi pensare di partire solo in due? Non è fattibile! Dobbiamo andare in tanti!"
"Stavolta vorrei venire anch'io!" disse Ororo "Non puoi dimenticarti di noi! Non siamo babysitter!"
"Ha ragione!" concordò Scott "Non puoi lasciarci indietro come l'ultima volta!"
"Di solito ti appoggio sempre, stavolta sono d'accordo con loro" si aggiunse Hank.
L'unico che non parlò fu Leser, che sussurrò qualcosa all'orecchio di Cassandra, facendola ridere. Charles li ascoltò uno per uno, apparentemente impassibile.
"BASTA COSì!" aveva gridato ma la sua voce era rimasta comunque ferma "Non sto lasciando indietro nessuno, non vi sto sottovalutando e non vi sto chiedendo di fare da babysitter" spiegò guardandoli tutti negli occhi "Al momento la situazione è molto delicata, Pyro non sa e non sospetta nulla del nostro vantaggio e noi dobbiamo fare in modo che continui così."
"Capisco." borbottò Logan incrociando le braccia al petto "Immagino che tu non sappia dirci quando tornerai, giusto?"
Charles rise di gusto.
"Non avete capito, io non andrò da nessuna parte."
Tutti lo fissarono sorpresi.
"Ah, no?" chiese Ororo "Allora chi …"
"Lester e Cassandra" disse voltandosi verso di loro.
"No, aspetta un minuto!" intervenne Logan "Noi siamo più esperti, siamo più qualificati per questa missione. Perché dovrebbero andare loro?"
Charles alzò gli occhi al cielo poi tornò a fissare lui.
"Ti rispondo con un'altra domanda: perché dovresti andare tu?"
Logan aprì la bocca ma non uscì alcun suono, così Charles proseguì.
"Dimmi, se non ci fosse la missione avresti un buon motivo per andare in Italia?"
Logan esitò, poi scosse la testa.
"Appunto. Ti ricordo che lì si trova una telepate che, benché sia di scarso livello, ha il preciso compito di cercare i mutanti. Se dovesse trovare te inizierebbe a farsi delle domande scomode e potrebbe riferire a Pyro, cosa che noi non vogliamo. Questo discorso vale per te e per tutti noi" proseguì guardando anche gli altri "La questione è diversa per Lester e Cassandra. È vero, Pyro li ha visti entrambi, ma Espeon non li conosce e li potrebbe scambiare per due normali mutanti che non hanno a che fare con noi."
"Certo che la parola 'normale' in una frase che parla di me non è molto appropriata." disse Lester.
Charles sogghignò per la battuta ma proseguì con la spiegazione.
"I loro poteri poi sono perfetti per ciò che ci serve. Lester può entrare praticamente ovunque e Cassandra, che non potrà usare la sua telepatia verso Espeon, potrà invece proteggerlo per evitare che venga scoperto. Inoltre hanno anche una perfetta copertura, per la quale non dovranno nemmeno fingere."
"Ovvero?" chiese Lester, guardandoli attentamente.
Charles li osservò a sua volta mentre un sorriso malizioso gli illuminò il volto.
"L'Italia è considerata una delle mete romantiche più famose al mondo … una coppia di innamorati passerebbe completamente inosservata."
Lester arrossì, Cassandra sorrise.
"Coppia di innamorati?" chiese Jean "Mi sono persa qualcosa?"
"No, è una novità" rispose Cassandra guardando il gemello "Charles però non ha perso tempo per ficcare il naso in affari non suoi."
"Non è colpa mia se è così evidente!" rispose lui alzando le mani "Non dirmi che non ti farebbe piacere partire con lui!"
"In effetti sarebbe piacevole." ammise, avvicinandosi a Lester, che la cinse in un dolce abbraccio.
"Ti chiedo scusa, Chuck" mormorò Logan "Non dovevamo dubitare di te."
"Non c'è problema" rispose lui "Questa sarà solo la fase uno. Lester e Cassandra dovranno trovare la base e avvertirci quando Espeon e Voltshade la lasceranno, poi partirà la fase due."
Charles sospirò e si mordicchiò il labbro inferiore, pensando a ciò che avrebbero dovuto fare.
"La vostra idea è eccellente" disse iniziando a camminare avanti e indietro con le mani incrociate dietro la schiena "Il problema è che non possiamo prevedere cosa succederà quando i mutanti verranno liberati dall'effetto del siero: potrebbero essere spaventati, arrabbiati, perfino ostili."
"Quindi cosa pensi di fare?" chiese Scott "Potresti usare la telepatia per …"
"No!" lo interruppe Charles.
"Perchè no?" chiese lui, quasi aggressivo "Non possiamo rischiare di …"
"Cosa non vorresti rischiare, Scott?" chiese Charles.
"Non puoi metterci in pericolo così. Dobbiamo controllarli!"
Scott era furente, il suo sguardo andò a Jean, la sua pancia era ormai visibile sotto gli abiti, mancava sempre meno al parto e lui diventava giorno dopo giorno sempre più protettivo nei suoi confronti. Charles sospirò con la pazienza di un padre che spiega per l'ennesima volta un concetto al figlio.
"Controllarli, Scott? È questo che vorresti? No, non possiamo farlo. Il nostro compito non è controllarli ma liberarli dal controllo di Pyro. Se, una volta liberi, usassi la mia telepatia per impedirgli di fare qualcosa di male non sarei diverso da chi fino ad ora li ha tenuti buoni con la droga. La fiducia è un sentimento prezioso e fragile che va coltivato con tempo e pazienza, non si può imporre ed è tanto difficile da ottenere… quanto facile da perdere …"
Charles chiuse gli occhi, i recenti avvenimenti avevano riportato a galla altri ricordi del suo passato, li accantonò per il momento, ci avrebbe pensato più tardi; Scott, invece abbassò lo sguardo, nemmeno lui era più convinto di ciò che aveva detto.
"Terremo alta la guardia" spiegò Charles riaprendo gli occhi"Ma non significa che ci imporremo su di loro. Il nostro obiettivo è liberarli, non indottrinare. Stiamo parlando di decine, centinaia di persone che hanno i propri pensieri e le proprie opinioni, anche solo cercare di calmarli usando la telepatia sarebbe una violenza."
"Una violenza giustificata." disse Logan.
"Non se viene usata per prima. Il nostro compito è liberarli e spiegare loro la situazione. Punto. Ciò che decideranno di fare dopo sarà unicamente una loro responsabilità."
"Non se noi gli permettiamo di fare del male." disse Ororo.
"Non glielo permetteremo" ripose Charles calmo "Affronteremo anche quello, per il momento suggerisco di concentrarci su un problema alla volta."
"Tra l'altro credo che sia difficile che possano essere pericolosi per noi" intervenne Lester "Se scoprissi di essere stato tenuto sotto controllo per tanto tempo sarei incazzato, sì, ma non certo con chi mi ha liberato!"
Charles annuì.
"Anche questo è vero ma, come ho detto, dobbiamo mantenerci concentrati, non possiamo permetterci di essere colti di sorpresa. Sicuramente i mutanti del centro di Padova saranno dalla nostra parte, per quanto riguarda gli altri non ci scommetterei."
Logan spense su un posacenere il suo inseparabile sigaro.
"Magari potrebbero venire con noi a Genosha" disse estraendone un altro dalla giacca e accendendolo.
"Sì, potrebbe anche essere," rispose Charles annuendo "ma non sono mutanti addestrati al combattimento, potrebbero mettersi inutilmente in pericolo."
"Non ci avevo pensato" ammise Logan.
Charles si sedette e chiuse ancora gli occhi, restò in silenzio qualche istante, poi li riaprì e si rivolse alla sorella e a Lester.
"Per ora non possiamo fare altro che aspettare. Voi due partirete il prima possibile, fate con calma i bagagli, io penserò a prenotare il volo."
"Non usiamo il jet?" chiese Lester "Non ti fidi abbastanza di noi per farcelo pilotare?" chiese con una punta di ironia.
"No, niente del genere" rispose Charles con un sorriso "Il Blackbird servirà a noi quando voi ci darete il via libera, inoltre viaggiando come normali passeggeri darete meno nell'occhio."
"Ha senso." ammise.
Ad uno a uno tutti uscirono dal suo studio e Charles rimase solo, per ultima fu Jean ad alzarsi dal divano, Charles l'accompagnò alla porta.
"Quando torneranno Wanda e gli altri?"
"Wanda mi ha assicurato che saranno qui al più presto, immagino che siano impazienti di tornare dopo aver scoperto che i loro genitori sono vivi." rispose lei con la mano ormai sempre posata sul ventre. Charles le posò una mano sulla spalla e le diede un bacio sulla testa. Vederla così lo riempì di orgoglio e gioia, immediatamente sentì il senso di colpa tornare a colpirlo: non era lì quando Erik e Raven avevano bisogno di lui, era stato lui a permettere che li portassero via e nella sua mente iniziò a formarsi la convinzione che non avrebbe più permesso a se stesso di commettere un tale errore.
"Jean, non voglio prometterti ciò che non posso mantenere" disse guardandola negli occhi "Sappi però che farò tutto ciò che potrò per proteggerti."
Jean rise, il suo volto si illuminò di gioia.
"Non devi preoccuparti per me, Charles" gli disse posando la mano sulla sua "Devi smetterla di preoccuparti così tanto per tutti."
"Ascoltala, ragazzo, ha ragione lei."
Jean e Charles si voltarono e videro che Logan li stava osservando, era uscito dalla stanza ma era rimasto poco distante e li aveva sentiti. Charles sorrise sentendosi chiamare "ragazzo" da lui, era strano eppure era vero, rispetto a Logan era molto più giovane; si strinse nelle spalle e sorrise con innocenza.
"È un vizio che non riesco a superare" ammise "Con Jean però è diverso, è sempre stata come una figlia per me e …"
"Ah, sì?" disse Logan "Non mi dire che ti stai preparando per diventare nonno!"
Charles rise, Jean arrossì.
"Più o meno …" ammise lui.
"Hey, potrei diventare geloso!"
Tutti si voltarono, in fondo al corridoio stavano avanzando David, Pietro, Kurt e Wanda, che fu la prima ad accelerare il passo per raggiungerli, andò subito da Charles e gli afferrò un braccio, allontanandolo da Jean.
"Allora quando partiamo? Ora? Domani mattina? Jean mi ha già parlato del piano, dobbiamo subito …"
"Calmati, Wanda" la fermò Charles "Non così in fretta. Non possiamo partire ora, dobbiamo …"
Wanda strinse di più, fino quasi a fargli male, della gioia che aveva manifestato entrando era rimasto ben poco, la luce si era trasformata nell'oscurità più buia.
"Cosa vuoi dire?" chiese con rabbia "Non andremo a salvarli?"
"Sì, lo faremo, ma …"
Wanda strinse ancora, Charles represse una breve smorfia di dolore.
"Ma, cosa?" chiese lei "Perché parli al futuro? Perché non possiamo farlo ora? Quando vorresti andare? Quando sarà troppo tardi? Quando li avrà uccisi veramente?"
Pietro si fece avanti, liberò Charles dalla presa della sorella e la allontanò da lui, temendo che volesse fargli del male.
"Calmati" le disse "Sembra strano detto da me, ma devi rallentare. Se il Prof dice che non possiamo salvarli subito avrà le sue ragioni, giusto?" chiese, rivolgendosi per un momento a Charles, che nel frattempo si stava massaggiando il braccio dolorante.
"Esatto, noi …"
"Non mi importano le sue ragioni!" esclamò lei con rabbia "È colpa sua se sono stati catturati e ora non vuole fare nulla per salvarli!"
Logan si fece avanti e si mise tra Wanda e Charles come a volerlo proteggere.
"Calmati, ragazzina" le disse burbero "Vedi di moderare i toni …"
Si interruppe, Charles aveva alzato una mano per calmarlo, lo oltrepassò e si avvicinò a lei.
"Wanda, coprendo bene i tuoi sentimenti perché, in effetti, li condivido."
Tutti si voltarono di scatto verso di lui, Charles era serio ma tranquillo.
"Sì, anch'io penso che sia colpa mia. Sì, anch'io penso che se avessi preso delle decisioni diverse tutto ciò non sarebbe accaduto, ma …" aggiunse, e fece una pausa per enfatizzare maggiormente ciò che avrebbe detto poi "So anche un'altra cosa. So che è inutile soffermarsi su ciò che non è e dimenticare ciò che è. Non possiamo farci trascinare dalle emozioni, dobbiamo restare lucidi e fare ciò che è necessario."
"Ma …" iniziò Wanda, il suo sguardo tradiva ancora la sua rabbia ma la sua voce aveva iniziato a tremare. Charles emanava un'aura di serenità e controllo, la sua voce, i suoi gesti, il suo sguardo erano calmi e pacifici.
"È frustrante anche per me, te l'assicuro. Stiamo parlando dei vostri genitori" disse sorridendo, rivolgendosi anche a Kurt "non dimenticare però che Erik è anche il mio più caro amico e Raven è la donna che amo, inoltre …"
Charle sospirò, il suo sguardo deviò per un istante per rincorrere ricordi lontani, si fece improvvisamente serio e tornò a guardare Wanda negli occhi."
"Erik e Raven sono anche altro, sono anche Magneto e Mistica. È probabile che le mie azioni abbiano solo fatto accadere ora qualcosa che sarebbe avvenuto in ogni caso. Noi non pensiamo a loro in quel modo, ma per Pyro sono due leader che hanno abbandonato e tradito chi si fidava di loro, ciò che gli è accaduto è sì conseguenza delle mie decisioni ma anche di ciò che loro hanno fatto nella loro vita e di ciò che sono stati."
Wanda aveva perso tutta la sua aggressività, abbassò lo sguardo, sconfitta e incapace di ribattere; alzare nuovamente la testa per ricambiare lo sguardo di Charles fu difficile ma in qualche modo ci riuscì.
"Ti chiedo scusa" gli disse con un sussurro imbarazzato "Non avrei dovuto essere così emotiva."
Charles le posò delicatamente una mano sul braccio, nello stesso punto in cui lei invece aveva stretto.
"Non devi preoccuparti" la rassicurò "Come ti ho detto, i tuoi sono sentimenti che io stesso condivido, non vanno repressi ma osservati. Ora, però, concentriamoci su cosa fare per salvare Erik e Raven."
Charles ritirò la mano e Wanda annuì, rassicurata, anche il suo respiro si fece più profondo, il peso dell'ansia si era dissolto, Pietro e Kurt si avvicinarono per darle il loro sostegno mentre David andò dal padre.
"È bello rivederti" disse.
"Eri preoccupato?" chiese Charles.
"No …" rispose David esitando "Un po'. Sarò sincero, lo ero." ammise infine.
"Non devi preoccuparti per tuo padre" lo rassicurò Logan "Chuck ha la pelle dura!"
Charles li osservò entrambi, Logan era il figlio che aveva cresciuto e che ora si comportava con lui come un padre, David era il figlio che non sapeva di avere e che ora stava iniziando a conoscere come tale. La sua vita era sempre stata piena di emozioni contrastanti, di forti gioie e di dolori annichilenti ma lui ora sapeva che, anche dopo l'ora più buia, sarebbe tornata l'alba.
Jean si intromise e gli fece vedere l'ora.
"La smettete di parlare? Andiamo, è ora di cena!"
Charles rise di cuore, poi annuì.
"Voi andate, io vi raggiungerò tra poco."
Tutti annuirono ed uscirono dalla stanza, lasciandolo solo. Non era stato facile gestire la rabbia di Wanda, non tanto per la difficoltà di calmarla ma perché, in realtà, anche lui si sentiva come lei, avrebbe voluto correre subito a salvare Erik e Raven ma sapeva di dover aspettare.
"Calmati" si disse "Tutto si risolverà. Torneranno e non permetterai più a nessuno di fargli del male."
Un respiro profondo gli permise di calmarsi, spense la luce e seguì gli altri a cena.
