Una notte alla Sacra di San Michele
Palazzo Jarjayes
Cammino lentamente scortata dalla mia cameriera personale con tono allegro dico: "Aggià fà crianza (devo fare l'educazione) di chiedere a lu porc come sta! Ih ih ih ... non lo nego anzi so cuntenta assaje ca (molto contenta che) l'ucelletto è fuori uso! Cumme vurria (come vorrei) ca fosse per sempre!"
" …."
"Non dici niente? A cosa stai pensando?"
"Nulla Maestà!"
"Uhm … secondo me stai pensando al tuo innamorato, vero?"
"Beh … Maestà sono mesi che non lo vedo, da quando abbiamo lasciato Napoli."
"Nu c'è pensà chijù … tanto avrà trovato un'altra scrofa!"
"Ma …"
"E nu fare chillà faccia! … Guagnuncella, tu sii ancora picirella! (Ragazzina sei ancora piccola)"
"Con tutto il rispetto Maestà ma io sono sicura che il mio Antonio è fedele."
"Oh beh se ne sei convinta! Io intanto devo fare una visita di cortesia al MIO Ferdinando!"
"Come desiderate, Maestà. Volete che Vi accompagni?"
"Non è necessario, ormai sono incinta e lu Re almeno per adesso non potrà saltami addosso ... quindi puoi andare!"
"Bene Maestà. Allora torno dal Principino!" poi faccio un piccolo inchino e mi allontano. Anche se ... non mi dispiacerebbe assistere all'incontro.
Sorrido busso e camuffo la mia gioia e con tono fintamente cupo domando: "Ferdinà posso entrare?"
"Ohi ohi ohi ... Carulì ... come se putessi (potessi) vietarti qualcosa!" rispondo tutto dolorante, sdraiato nel mio comodo letto, con il mio amico gravemente ferito.
"Oh Ferdinà, mi dispiace assaje! ... Dimmi, stai meglio?"
"Carulì ... dimmi la verità! Sei qui a gioire delle mie ... infermità!"
"IO?! Ma ti ha dato di volta al cervello?! ... Ferdinà credi davvero ca io sia na brutta femmina? Si sempre lu padre delle mie creature."
"Un padre menomato ... ferito ... nel corpo e nello spirito. E non sorridere, mugliereme! TU ... Tu stai sorridendo!"
"Uè e che tieni la coda di paglia?" guardo lì sotto. "Beh forse meglio dire l'ucelletto di paglia. A proposito si è bruciato assaje?"
"Assaje ... e nun ridere! Lo vedo che ridi!"
"Ehhhh ma come potrei ridere di te?! Ma dimmi, il dottore l'ha fasciato?"
"Dico, ma sei matta? Lo ha medicato ... e adesso deve restare libero!"
"Del resto, è sempre libero, vero Ferdinà?"
"Non capisco a cosa alludi, Carulì!"
"E nu fingere cumme! Credi che sia na cretina? Tu e quelle zoccole di corte! ... Possibile ca nu ti sia mai preso ne brutta malattia? Spesso aggio pensato che San Gennaro, te lo mettesse fuori uso."
"Argh! Quindi è colpa tua, se lui si è bruciato! TIE'! Tu porti male, Carulì! E comunque ... se tu fossi più disponibile ... io non dovrei cercare sollievo altrove!"
"Io cosa?! Ma tu sii scemo!? E sti figli che teniamo?! Mica li ho fatti con un altro! E guarda ..." mi metto di profilo. "Per colpa tua teng a panzz! (ho la pancia) Disgraziato e traditore!"
"Ah, quindi secondo te dovremmo accoppiarci solo per fare figli? Quindici figli e quindici ... accoppiamenti? A me non basta!"
Gli punto il dito contro e ribatto: "Non ho mai preteso che ti astenessi ma che facessi marcia indietro SI! IO Maria Carolina d'Asburgo Lorena, sono più femmina io ca tutte le zoccole del Regno delle due Sicilie! E tu ... tu ... sii nu pourc e San Gennaro ti ha castigato e adesso ... frecate!"
"AAAHHHH! Non appena sarà guarito ... ti farò vedere io! No ti darò tregua, mia cara sposa! E vedrai, sarai tu ad allontanarmi ... e a mandarmi da quelle ... zoccolelle!"
"Per me te lo puoi pure bollire nel brodo ma TU non ti accoppierai più con me! Va va dalle tue zoccolette!"
"Lo vedi? Aggio la tua benedizione! E puoi non osare lamentarti, Carulì!"
Con aria di sfida sussurro sotto voce: "Statte attienti (sta attento) a volte basta una distrazione e ... ZAC ... un colpo secco e affida l'anima a San Gennaro!"
"TIE!" rispondo facendo tutti gli scongiuri a me noti.
"Ehhh ...quanto si superstizioso! Sii nu ignorante!"
"E tu si 'na jettatrice!"
"A proposito Ferdinà, non mi hai ancora detto a come sta tuo fratello."
"Potrebbe stare meglio ..."
"Oh ma quanto mi dispiace!" rispondo sarcastica. "Bene ... ho fatto il mio dovere adesso posso andare ..."
"Va' va' ... ca tu si 'na jettatrice!"
"Na jettatrice ca tiene a panzz per fatti tuoi!"(a causa sua è incinta)
"E ci manca solo ca sia per causa d'altri!"
"Statte ciet porc! Tu a me, non offendi, chiaro?" afferro un libro e glielo lancio dietro colpendolo in testa!"
"AHIAAAAA! Tu si pazza! Sparisci dalla mia vista!"
"Ringraziami che non ho colpito la tua ... carne morta! ... Buona guarigione Ferdinà!"
"Vattinne! Jettatrice!" Afferro un cuscino e lo lancio verso Carulì.
Sento il cuscino colpirmi dietro la schiena, mi giro fuori di me, lo raccolgo e con tutte le mie forze glielo lancio lì. "TIENI! A cussj impari a colpire la madre del tuo quindicesimo erede!"
Osservo Carulì lanciare il cuscino e poi uscire lesta dalla stanza, senza lasciarmi il tempo di rispondere. "Dannata donna! SEI LA MIA ROVINA!"
"E tu la mia!"
Sono nel letto abbracciata ad Andrè, con la culla di Sophie al mio fianco, proprio contro al letto, quando mi sveglio di soprassalto, disturbata da alcuni suoni inconfondibili. Mi volto ed osservo Andrè che dorme. Lo scuoto un poco e lo chiamo mentre con una mano afferro la spada. "Andrè ... svegliati, veloce!"
Mi sveglio di soprassalto e domando: "Cosa succede?"
"Non senti il rumore?!" Domando mentre mi alzo dal letto, osservo Sophie che dorme beata e poi mi volto verso Andrè. "Forza, muoviti!"
" ... Si, hai ragione!" mi alzo dal letto, afferro la spada e dico: "Tu resta qua ... vado a vedere!"
"E vorresti privarmi di tutto il divertimento? Ah no!" rispondo decisa. "TU resti qui a proteggere Sophie!"
"Dimentichi di essere incinta! Vado io!"
"Ma ... non è giusto! Ho anche io diritto ad un poco di movimento!"
"Vuoi forse mettere a repentaglio la vita di nostro figlio?"
"NO! Certo che no! Sgrunt ... muoviti almeno, corri!" rispondo decisa mentre lo spingo nel corridoio. "Il rumore arriva dalla stanza dei miei genitori!"
"Ma tu ... resta qui!" Sento la voce di Andrè mentre lo osservo andare veloce alla stanza da cui provengono questi suoni ed aprire rapido la porta. Io prendo Sophie in braccio, stretta al mio petto, pronta a tutto per difenderla, ed inizio a bussare alla porta di Alain e Gerard.
Dormo profondamente abbracciato a mia moglie, con la voce impastata dal sonno sussurro: " ... Oh ... Sabrina ... Sabrina mia quanti mi manchi ... ti voglio ... ronf ronf ..."
Sono di schiena, improvvisamente sento stringere la schiena con vigore, mi sveglio. "Ma cosa succede?!" vedo le mani di Alain avvolgermi il corpo. "Ma che diavolo succede?!"
"Ronff ... ronff ... Sabrina ... spogliati ..."
"CHE!? ALAIN SVEGLIATI! NON SONO SABRINA, SONO IO, GERARD. SVEGLIATI!"
"ARGH! GERARD?! E COSA CI FAI NEL LETTO AL POSTO DELLA MIA SABRINA?!" sbotto deciso e confuso.
"Come sarebbe cosa ci faccio?!"
Mi guardo intorno, mi rendo conto che siamo in convento, mi sposto di soprassalto, quasi schifato, digrigno: "Maledizione! Sono fuori di testa!"
"Eh no, Alain, direi piuttosto che Jean ti ha suggestionato ah ah ah ..."
"PIANTALA GERARD!"
"ALAIN! GERARD! MUOVETEVI!" Urlo mentre busso decisa con l'elsa della spada contro la porta.
"Hai sentito?! Il Comandante!"
"Che sia diventata sonnambula?"
Mi alzo di scatto dal letto, mi precipito alla porta. "Non dire sciocchezze! Il diavolo biondo non disturba mai nessuno se non è di effettiva necessità!" spalanco la porta. "Comandante cosa succede?" Domando mentre le osservo, con i capelli in disordine, la camicia un poco sbottonata, la spada in una mano e la figlia stretta al petto, tenuta con l'altra mano. Vestita. Il comandante ha dormito vestita. Questa donna è incredibile.
"Possibile che non abbiate sentito il rumore delle spade? Forse avete dimenticato di essere dei soldati, prima di ogni altra cosa?! E poi ... cosa ci fate mezzi nudi? Un soldato dorme vestito!"
Osservo i miei due soldati, con addosso appena la culottes, accidenti, possibile che in pochi mesi si siano già rammolliti.
"Ma siamo o non siamo in un convento?"
"Muovetevi!" ordino decisa mentre vedo Beau entrare rapido nella stanza ed afferrare i vestiti di Alain tra i denti.
"Comandante, non avete detto cosa succede! Comunque se è un'emergenza ..." afferro la spada. "posso combattere anche in mutande! Tanto siamo tra uomini ... mi riferisco ai frati ..."
"Nella stanza di mio padre ... veloce!" ordino mentre vedo Alain e Gerard eseguire immediatamente il mio ordine, li seguo cercando di non avvicinarmi troppo ma il rumore è decisamente inequivocabile.
Gerard ed io, in mutande, armati di spada, corriamo per il corridoio fino a raggiungere la stanza del Vecchio pazzo ...
Apro la porta deciso e mi rendo conto che è un assalto. Il generale ed Andrè si stanno battendo mentre madame Marguerite lancia tutto ciò che le capita in mano contro gli assalitori. Per fortuna Andrè riesce a tenerli sul bordo della finestra impedendo loro di entrare in massa.
"Arrivano i rinforzi!"
Sento la voce di Alain alle mie spalle, mentre giunge in mio aiuto.
Gerard ribatte mentre incrocia la spada con uno dei sette malviventi. "Ma non è possibile! Il mondo è giunto al termine, adesso nemmeno nei conventi si può stare tranquilli!"
"Così pare, amico mio!"
Mi avvicino con circospezione alla fonte di tutto questo caos, tengo Sophie stretta a me e la spada ben sguainata. Vedo mia madre occuparsi come può di un assalitore, la chiamo. "MADRE! Venite qui!"
"Oh Signore! Non possiamo mai stare tranquilli!"
Padre Giacinto ed io siamo in raccoglimento. Stringiamo tra le mani il rosario, inginocchiati davanti alla statua della Vergine, improvvisamente udiamo un frastuono. "Armand ... anche tu stai sentendo?"
"Si ... e non mi piace affatto! Potrei anche sbagliarmi ma ... sembrano spade"
"Spade?! Ma ne sei sicuro?"
"Beh ... sono figlio e nipote di generali ... si, ne sono abbastanza sicuro, Padre. anche se non capisco ... siamo in un convento ... sulla punta di una montagna ... come è possibile?!"
Mi faccio il sogno della croce e balbetto: "A ... Armand ... co ... cosa facciamo?"
"Andiamo a vedere ... c'è mio figlio là!" rispondo deciso mentre saluto Nostro Signore e mi alzo dalla scomoda posizione in cui ero per pregare e fare penitenza.
Afferro la spada e dico: "E' tempo che tiri fuori l'arte che ho messo da parte tanti anni fa! ... Andiamo Armand!"
"Padre ... anche Voi ... sapete usare la spada? Ma ... ma ... come è possibile?!" domando stupito. "Fino ad un attimo fa sembravate persino intimorito ed ora … una spada in mano!"
"Anch'io come Voi faccio parte di una famiglia di soldati e come Voi sono stato costretto a indossare quest'abito!"
"Quindi ... anche Voi avete una vocazione ... imposta?!"
"Con il tempo ho accettato il mio destino. Evidentemente era il disegno dell'Altissimo ... magari mi ha affidato un compito arduo proprio in casa Vostra!" Concludo mentre corriamo per il corridoio seguendo il rumore delle armi.
Armand mi sorpassa, lo affianco e con un gesto deciso quasi lo spingo ed entro per primo. Ciò che vedo è inaspettato, i nostri ospiti combattono contro degli intrusi, intervengo, anch'io incrocio l'arma contro uno di essi.
Alain e Gerard osservano stupiti e tra una stoccata e l'altra il primo dice: "Eh si, amico ... hai ragione i tempi sono cambiati davvero!"
"Madre ... però questo frate ... mi piace, sarà perfetto per noi! Non trovate?"
Il Generale continua: "Hai ragione Oscar! E' il frate che fa per noi!"
Incrocio la spada con un malvivente, in un attimo lo disarmo, mentre mia madre stringe a se Sophie che sorride. In pochi minuti abbiamo la meglio su questi uomini.
"Si può sapere cosa volete da noi?"
"I vostri soldi, ovviamente!"
Tra una stoccata e l'altra il frate ribatte: "Soldi? State scherzando?! Noi viviamo di carità ..."
"Ma i vostri ospiti sono ricchi!"
"Come fate a saperlo?! E poi avreste potuto chiede la carità invece di assalirli!"
"La carità ... i nobili non sanno cosa sia!"
Marguerite continua: "E' il caso di dire: chiedete e vi sarà dato!" poi lancio il primo oggetto che mi capita a tiro.
"Allora Madame ... dateci i vostri avere. Noi abbiamo fame!"
"Abbassate le armi e vi sarà dato. Vero Augustin?"
"Marguerite ... ma ci hanno assaliti! Tu li vuoi forse premiare?!"
certo che mia moglie è proprio strana, vorrebbe essere caritatevole con delle persone che ci hanno assaliti! Assurdo!
"Augustin, la fame è una brutta bestia!"
"Tu sei troppo magnanima, mia cara." poi mi volto verso Oscar ed aggiungo: "E tu, che sei il mio erede, cosa dici?!"
Spingo lontano il mio avversario e ribatto: "Ne riparleremo solo dopo che avranno gettato a terra le armi!"
"Ecco ... così si parla! Brava figliola!"
Non mi sono mai dovuta battere proteggendo mia figlia, che stranamente invece di piangere sembra felice del fragore delle spade, e la creatura che porto in grembo. Per fortuna i miei movimenti non sono ancora rallentati, mi sono mantenuta in costante esercizio al fine di rimanere autonoma. Mia amdre è alle mie spalle e Beau la sorveglia, ringhiando contro chiunque decida di puntare la sua spada verso di noi.
Dopo alcuni minuti siamo riusciti a disarmarli tutti, vedo Andrè correre verso di me ed osservarmi. "Andrè ... stai bene?!" domando mentre lo osservo sorridendo.
"Tu piuttosto come stai?"
"Benissimo! Questo movimento mi ha fatto davvero bene. Certo che è assurdo ... siamo stati attaccati all'interno di un convento!"
Uno degli assalitori digrigna: "Siamo affamati! ... Ecco perché ci siamo intrufolati in convento!"
"Invece di assalire dei poveri frati avreste potuto chiedere loro la carità!" sento la voce di mio padre, imperiosa, rispondere a questo gruppetto di assalitori, ormai tutti alla nostra mercè. Alain e Gerard recuperano le loro armi e li controllano. "Padre, cosa ne facciamo di loro?"
"Portateli in cucina!" poi li guardo severamente e continuo: "Che sia ben chiaro, non è un premio, dovrete guadagnarvi il cibo!"
"Generale Jarjayes ... potremo sfamarli per questa notte ... ma qui al convento non abbiamo molto lavoro. Siamo dei poveri frati benedettini ..."
"Ho visto che all'interno del convento c'è un immenso giardino pieno di erbacce, che le estirpino e innaffino le piante!"
"Bene Generale. Come desiderate ... ma ditemi, state bene? Avete la camicia tagliata"
"Sto bene ..."
"Alain, Gerard, conducete questi uomini alle cucine, con padre Giacinto."
Sissignore!" Rispondo in coro i due.
Gerard ordina: "Siete stati fortunati ad imbattervi nel Generale Jarjayes, è un uomo magnanimo."
Alain, con tono baldanzoso continua: "Al nostro Generale manca solo la tonaca e il rosario! ... Ehm senza offesa Signore!"
Il Generale con tono serioso ribatte: "Non cambierai mai! ... Presto, portateli via!"
"Agli ordini!" Rispondiamo mentre usciamo in fila.
Il Generale continua guardando il frate: "Certo che come frate siete una vera sorpresa, sapete impugnare una spada piuttosto bene ... "
osservo il nostro promesso padre spirituale, forse potrei pesino apprezzare un uomo così.
"Prima di votarmi al Signore ho avuto i migliori maestri d'armi."
"E Vi siete tenuto in esercizio ... complimenti. Credo proprio che siate il sacerdote che fa per noi, credo che mio padre concordi con me!"
"Sono lieto di avermi al mio palazzo."
"Bene, direi quindi di tornare a riposare ... così domattina prenderemo la strada di casa!" ordino decisa mentre prendo Sophie dalle braccia di mia madre. "Grazie Madre, Sophie è stata davvero tranquilla!"
cullo la mia piccola che mi sorride tutta allegra e con le sue deliziose manine afferra i miei capelli ed inizia a giocarci, bella sveglia ed attiva.
Poso un leggero bacio sulla fronte della piccola e dico: "La mia nipotina non si è spaventata anzi si è divertita moltissimo, ha perfino battuto le manine."
"E' una Jarjayes, cosa vi aspettate?"
"Avete ragione Padre, Sophie è una Jarjayes. E credo che ami il rumore delle spade ... "
"Sono sicuro che anche lei si diletterà con le armi."
"Ovvio! Crescerà libera ovviamente, ma la istruiremo, Andrè ed io, all'uso delle armi!" Aggiungo fiera mentre sento la mano di Andrè sfiorare la mia e sorridermi, con quel suo sorriso sincero.
"Ed io! Non penserai di mettermi da parte, spero!"
"PADRE! Non Vi permetterò di intromettervi nell'educazione dei nostri figli, che Vi sia ben chiaro! A Sophie e alla creatura che attendo ... penseremo Andrè ed io!"
"Spero che lascerete a me la parte spirituale, Madame"
Sento la voce di padre Giacinto intromettersi nella nostra piccola discussione.
"Ehm ... credo che non sia il momento di discutere, siamo in piena notte. Andiamo Andrè!"
"Si, hai ragione Oscar. E poi tu hai bisogno di riposo, lo sai che dovresti avere più cura di te."
Vedo mia figlia e André andare via, padre Giacinto dice: "Generale, Vostra figlia è una donna decisamente fuori dal comune. Spero vivamente che la Vostra progenie venga educata nella fede di nostro Signore."
"Ovvio Padre! Tutte le mie figlie sono donne per bene, timorate di Dio, bene educate e ben cresciute!" Rispondo deciso mentre vedo mia moglie nascondere un sorriso dietro ad una mano.
Almeno noi ci abbiamo provato ad educarle per bene … mica è colpa nostra se si sono guastate!
"Uhm ... avremo tempo di conoscerci. Armand, spero che almeno i tuoi figli crescano nell'amore di Dio!"
"Ehm ... si ... certo ..." rispondo imbarazzato, non è che Carlo sia proprio devoto …
"Certo che no! Carlo è indisciplinato! Mio fratello lo ha trascurato!" mi intrometto, tanto mio fratello non è in grado di ammettere le sue inefficienze.
"Non è vero! Mio figlio è un tantino vivace."
"Indisciplinato! Ed è solo colpa tua. Se non fossimo arrivati noi a Collegno ... TU ... mio caro fratellino, non avresti MAI preso in mano la tua vita!"
"Augustin, è inutile recriminale! Non è stata colpa mia se sono stato rinchiuso in un convento contro la mia volontà!"
"Ma è colpa tua se ti sei ... moltiplicato senza assumerti le tue responsabilità! Si chiama libero arbitrio ... lo conosci?!"
"Basta! Vado in camera mia anzi, nella mia cella!"
"Ottimo! Così ricorderai i tempi che furono! Ih ih ih" sorrido sarcastico.
"Ti ricordo che anche questa, è una cella! Buona notte!"
"Cella matrimoniale ... Buona notte Armand! Fai tanti bei sogni ... e che siano puri e casti ... mi raccomando!"
"Uff ... Santa notte a tutti!" Borbotto lasciando la cella.
Mio fratello è davvero impossibile! Santa Marguerite che lo sopporta da oltre quarant'anni!
"Ah ah ah ah ah! Marguerite ... con mio fratello non c'è nulla da fare! ah ah ah ah ah!"
"Eh ma anche tu!" aggiungo osservando mio marito, mentre gonfia il petto come un tacchino.
"Io cosa?!"
"Non fai che criticarlo ..."
Padre Giacinto interviene: "Scusatemi ma anch'io mi ritiro. Buona notte!"
"Buona notte, Padre. A domani! E preparate i bagagli, domani partiremo tutti per fare ritorno al castello."
"Sono già pronti."
"Perfetto! Non vedo l'ora di presentarvi il resto della famiglia."
"Ah no! Prima di ripartire serve un pellegrinaggio per la mia marmotta! Deve impazzire!"
Sento la voce di mia figlia Joséphine, forse tutto questo rumore l'ha svegliata ...
Padre Giacinto dice: "Buona sera Contessa."
"Marchesa …"
"Scusatemi, Marchesa!"
"Buonasera a Voi, Padre. Siete proprio la persona di cui necessito. Mi serve la Vostra intercessione ... so che avete avuto un incontro con mio marito ... che non ha sortito l'effetto desiderato. Quindi Voi ora pregherete affinchè la marmotta impazzisca! Deve essere senza tregua, sempre in movimento!"
"Marmotta?! Marchesa, nel convento abbiamo, le galline, un cane, un gatto e perfino un mulo ma marmotte nemmeno una. Mi dispiace ..."
osservo questa donna, bella, con i capelli lunghi lasciati sciolti, un poco ricci, scuri. Un bel sorriso, seppure un poco imbronciato, con due occhi penetranti.
"Oh, sono certa che ne avete anche Voi, Padre. Ma spero che rispettiate i sacri voti ... in ogni caso, dovete pregare. Mi sono spiegata? Pregate per la marmotta, deve impazzire!"
Vedo mia moglie irritarsi. " Taci Joséphine!"
"Madre! Non capisco perchè mai dovrei tacere! Cosa ho mai detto di male?!"
"TUTTO! E adesso torna da tuo marito!"
"Mio marito non vuole dividere la stanza ... anzi la cella, con me!"
Padre Giacinto esclama: "Ma non è possibile! Vostro marito non deve assolutamente abbandonare il talamo!"
"Ecco! Finalmente una affermazione sensata! Quindi ho ragione a pretendere che la marmotta impazzisca!" rispondo tutta fiera ed impettito, finalmente un sacerdote come piace a me.
"Marmotta!? ... Continuo a non capirVi ..."
"Capisco io e tanto basta! Voi pregate Padre! Pregate e pregate affinchè tutto accada come deve accadere!"
"Padre, perdonate mia figlia ... sapete ... lei è una bravissima moglie ma ... è un po' ... eccessiva!"
"Continuo a non capire ma approfondiremo quando saremo a palazzo. Adesso scusatemi ma tra qualche ora dovremo partire. Buona notte signori."
"Buona notte Padre ... e pregate! Pregate e pregate!" Poi guardo i miei genitori ed aggiungo: "Pregate anche voi!"
In coro rispondono: "SMETTILA!"
"Vado vado ... " rispondo leggera mentre lascio la loro stanza. "Possibile che nessuno mi comprenda? Sbuff ..."
Vedo mia figlia allontanarsi. "Augustin, dimmi ... in cosa abbiamo sbagliato?"
"Vorrai dire, in cosa HAI sbagliato! ... Io non c'entro! Tu l'hai educata!" rispondo fiero e deciso.
"Chissà perché i pregi sono tutti merito tuo, i difetti invece li rinfacci a me!"
"Forse non ho ragione?!"
"Ovviamente no! Le mie figlie sono donne a modo, gentili ed educate ... e se hanno dei difetti ... è anche colpa tua!"
Mi infilo a letto e ribatto: "Sono davvero seccato! ... Mi ha dato davvero fastidio sentire mia figlia parlare in quel modo con il frate! Jo è una donna irrecuperabile, malata direi!" tiro su le coperte. "Buona notte Marguerite!"
"Buona notte Augustin. E speriamo che non arrivino altri disperati ad assalirci ... o tua figlia a disturbarci, ovviamente!"
"Sono davvero stanco ..."
E' quasi l'alba, prima di rimetterci in viaggio per fare ritorno al castello decido di sfruttare questo magnifico monastero per richiedere a Nostro Signore di donarmi il mio nipotino. Scosto le lenzuola e mi alzo, cercando di non svegliare mia moglie.
Dormo profondamente ma all'improvviso sento Augustin lasciare il letto. "Uhm ... ma non è ancora presto? ... E' buio ..." Sussurro appena con la voce impastata dal sonno.
"Si si ... ma io devo recarmi nella chiesa ... voglio accendere un cero a San Michele, magari mi farà la grazia di concedermi un bel nipotino, sano e forte. Ovviamente pregherò anche per la salute di Oscar, affinchè non abbia problemi con il parto. Uhm ... e già che ci sono, pregherò anche per Joséphine! Male non farà!" borbotto mentre mi vesto, nella cappella di sicuro farà freddino … meglio che mi copra bene.
Affondo la testa sotto il cuscino e farfuglio: "Uhm... va e prega anche per me ... ronff ..."
"Per te? Dico ... forse non stai bene, mia amata?" domando mentre mi avvicino a lei e le afferro la mano, un poco preoccupato.
"Ma no! Ma cosa hai capito!? ... Intendevo dire di recitare qualche preghiera da parte mia. Sono così stanca! ... Ah ... soprattutto chiedi a nostro Signore che al nostro rientro madame Battista non ci sia ..."
"Ti posso assicurare che non ci sarà ... o finirà male, molto male!"
" ... Meglio ... per ... lei ... ronff ronf ..."
"Meglio anche per me ..." sussurro mentre lascio la stanza. "Bene, ed ora mi serve Armand, ovviamente!" mi avvicino alla sua porta e busso deciso.
TOC TOC TOC
Sono vestito di tutto punto, prego, stringo il rosario tra le mani e inginocchiato davanti al crocifisso, mentre mio figlio Carlo dorme profondamente. "Pather Nostre qui es in caelis ..." sento bussare. Distolgo la mia attenzione. "Avanti!"
Apro la porta e, con sorpresa, mi rendo conto che mio fratello, con indosso un abito scuro, è inginocchiato a pregare. "Armand ... ma si può sapere cosa fai? Forse ti manca la vita del convento? … Sai inizio a preoccuparmi, che mio fratello sia impazzito."
"Augustin! … Ho abbandonato l'abito talare, non le mie abitudini. Tu piuttosto cosa ci fai a quest'ora? Mancano ancora due ore alla partenza." Mi volto appena ed osservo Augustin, ben vestito, impettito, con la sua parrucca in testa, un bel vestito indosso, la spada al suo fianco.
"Visto che ti piace così tanto pregare ... mi terrai compagnia! Forza, andiamo nella Chiesa, dobbiamo chiedere una grazia a San Michele!"
Sospiro e sussurro: "Immagino che vorrai chiedere a nostro Signore che ti dia l'erede!"
"Ovvio! E non solo quello ... forza, andiamo ... o vuoi forse svegliare tuo figlio?!"
"Certo che no! ... Seguimi!" Dico mentre faccio strada per raggiungere la chiesa.
"Bene ..." rispondo mentre affianco Armand. "E comunque io non ti seguo! IO sono il capofamiglia, quindi IO decido e sono sempre avanti a tutti!"
"Sig ... vai avanti! Spero che non ti perda, visto che non sai dove si trova la cappella."
"E allora affiancami! E comunque ... io so sempre tutto, cosa credi?!" rispondo tutto fiero mentre a passo deciso mi aggiro per i corridoi del monastero.
"Ma prego! ... Mi inchino davanti al capo famiglia!"
"Percepisco un velo di sarcasmo ... dovresti essere un buon Cristiano tu!" aggiungo mentre, dopo avere girato e rigirato, riesco a raggiungere l'ingresso della chiesa. Spingo la pesante porta in legno, cigola appena mentre ruota sui cardini, ed entriamo.
Appena entro, mi inchino davanti al Sacro cuore, faccio il segno della croce e avanzo verso il sacrale.
"Bene Armand, vedo che ti senti nel tuo ambiente naturale! Ottimo, allora adesso prega con me, con impegno, affinchè nel ventre di mia figlia Oscar ci sia il mio nipotino, maschio, sano, forte ed in salute. Ovviamente dovrai pregare anche affinchè il parto avvenga senza difficoltà alcuna, in totale salute per tutti e due. E ... già che ci sei, se non ti è di troppo disturbo, magari prega anche per Joséphine ... che si calmi un poco! Certi atteggiamenti non sono degni di una dama del suo rango!"
Lo guardo stranito e ribatto: "Augustin, le preghiere non vanno commissionate. Tu devi pregare!"
"Ma certo. Ma già che ci sei prega anche tu, di certo farà solo bene! Forza, in ginocchio!" Ordino deciso mentre metto le mani sulle sue spalle e lo spingo dolcemente fino ad obbligarlo ad inginocchiarsi. Non posso fare a meno di osservare il suo codino biondo ... il mio ormai è completamente bianco, accidenti!
Mi inginocchio anche io, osservo la chiesa, tutta in pietra, antica. Sembra incombere su di noi, con questa luce delle candele che tremula producendo ombre inquietanti, con le sue alte colonne, massicce. Una presenza che si fa sentire. Mi raccolgo, unisco le mani ed inizio anche io a pregare, sottovoce, a fianco di mio fratello Armand. Certo che questa costruzione sembra viva, mi pare persino di sentire dei passi alle nostre spalle, come se davvero l'edificio fosse vivo. Poi all'improvviso una mano si appoggia sulla mia spalla. Sussulto appena, mi volto e getto a terra il povero frate che ha osato avvicinarsi a me.
Mi volto e lo osservo, spero che Nostro Signore non mi punisca per avere colpito un suo emissario. "Padre! Vi siete fatto male?"
"La caviglia, la caviglia credo che si sarà slogata ... che male. Oh Signore aiutatemi!"
"Armand! Corri a cercare aiuto! Povero me ... spero che Nostro Signore ... e San Michele, non si vendichino per questo piccolo incidente ..."
"Corro!" Dico con tono cupo mentre lascio la chiesa.
Osservo il frate qui a terra, mi avvicino e mi inginocchio. "Però Padre ... anche Voi ... non lo sapete che non si deve mai giungere alle spalle di un soldato?!"
"Ma io non ho mai avuto a che fare con i soldati! ... Oh Signore, che male! Ahia ..."
"Ehm ... Padre ... Voi ... pensate che Nostro Signore si sia offeso ...?" domando titubante, io desidero il mio nipotino!
"Cosa volete che ne sappia! ... Ahiiii ..."
"Ah ... quindi non si offenderà per il nostro piccolo incidente?"
"Ma come fate a rimanere indifferente davanti a un povero frate sofferente!?"
"Indifferente? Io? Certo che no! Sono qui al Vostro fianco, attendo con Voi i soccorsi! Anzi ... forse potrei vedere io stesso la Vostra caviglia!"
"Siete un esperto?! Ahiiii che dolore!"
"Sono un Generale! Un buon generale!" rispondo deciso mentre afferro la caviglia del frate e la tasto.
"Vi prego, Vi prego, Vi pregooooo che male! Fate piano!"
"Uhm ... decisamente è una distorsione! Si si ... ne sono sicuro. Una buona fasciatura e passerà, vedrete!"
"Lo spero! ... Oh Signore alleviate la mia sofferenza e allontanante da me qualsiasi forma di dolore ... io non posso farcela!"
"Oh, adesso non esagerate! Non è nulla! Due settimane di riposo e ritornerete come nuovo! Ora venite, Vi aiuto io ad alzarvi!"
"Ma come faccio? Io non ci riesco, dovreste prendermi di peso ma fate attenzione alla mia caviglia!"
"Certo, certo ..." rispondo mentre lo sollevo da terra. "AHI! La mia povera schiena! Ohi ohi ohi!"
Il Generale mi solleva, metto le braccia intorno al collo, lo guardo e sussurro: "Mi dispiace per la Vostra schiena ma davvero non posso camminare ..."
Con fatica cerco di muovermi, un passo alla volta, un dolore ad ogni passo. "Di certo questa è una punizione di Nostro Signore ... ohi ... che dolore!"
Osservo, sorrido, continuo: "Però devo ammettere che siete un uomo molto forte! Avete delle braccia muscolose e possenti ... siete un vero uomo."
Sento le mani del monaco tastarmi, sobbalzo, poi una fitta alla schiena, lancinante. "AAAHHIIIAAAAA!" Urlo mentre d'istinto lascio cadere a terra il frate.
Sento sciogliersi le forti braccia del generale, in men che non si dica mi ritrovo sul pavimento. "NOOOO AHIAAA! Ma Generale che modi! Perché l'avete fatto?"
"E Voi ... perchè mi avete ... toccato?!" domando con sospetto, non è che questo frate ha idee … particolari?
"Temevo di cadere! Ahiiii ... adesso come faccio?"
"Voi non lo so ... ohi ohi ... io attenderò mio fratello. ARMAND! DOVE DIAVOLO TI SEI CACCIATO?! DANNAZIONE!"
Corro verso mio fratello e protesto: "Ma come osi peccare di blasfemia proprio in un convento!?"
"E TU? QUANTI CI VUOLE A CERCARE AIUTO?! OHI ... LA MIA POVERA SCHIENA! ARMAND!"
Sono seduto sul pavimento, continuo ad osservare il Generale che si piega su stesso. Osservo le sue spalle, la sua schiena, le sue gambe, il suo fondoschiena ...
"ARMAND! AIUTAMI! E in quanto a Voi ... Padre, non guardatemi così!"
Sussulto: "IO?! Noooo ma cosa dite?!"
"Voi mi state guardando male ... con ... con ... concupiscenza!"
"Con ... COSA?! Vi ricordo che state parlando con un frate."
"Concupiscenza Padre. Lussuria! Così Vi è più chiaro?!"
"Come osate!? Le Vostre insinuazioni potrebbero danneggiarmi."
"Ohi ohi ohi ... Armand ... aiutami ... riportami dalla mia Marguerite! Ohi ohi ohi ..."
"Possibile che ti cacci sempre nei guai?"
"IO? E' solo colpa sua!" rispondo indicando al frate. "Possibile che in seminario nessuno vi insegni a non giungere alle spalle di un soldato?"
"Nessuno! Però Signor Generale, permettetemi di dirVi che siete alquanto permaloso."
"Affatto!" rispondo deciso. "Allora Armand, vieni qui e fammi appoggiare a te ... e poi cerca qualcuno che aiuti questo ... questo ... frate!"
"Stanno per arrivare i confratelli. Dai tirati su."
Sento dei passi arrivare in lontananza, pian piano si avvicinano, con un seguito di litanie. Mi rendo conto che sono i frati che abitano in questo monastero.
Vedo i miei fratelli spirituali venire in mio soccorso, con tono pacato dico: "Fratelli, aiutatemi ..."
"Armand ... è già ora delle lodi mattutine?!"
"In un convento si prega sempre! Su sollevati e appoggiati a me!"
"Si si ... ma tu aiutami ... ohi ohi ohi ..." mi appoggio a mio fratello, con fatica mi rialzo da questo freddo pavimento in pietra. "Che ... perchè nei monasteri c'è tutta questa pietra? Un bel pavimento di legno sarebbe stato meglio!"
"Su ... non protestare e metti il braccio intorno alla mia spalla!"
"Si ma ..." appena ci allontaniamo sussurro: "Armand, sono sicuro che quel frate sia parente di Jean ... non so se mi spiego ..."
"Augustin sei forse impazzito?!" domando sospettoso. " Dare del sodomita ad un povero frate timorato di Nostro Signore."
"Certo che no! Quel frate mi guardava con concupiscenza! Assurdo! Ohi ohi ohi"
"Secondo me, soffri di manie di persecuzioni."
"Assolutamente no! Ed ora muoviti, portami dalla mia Marguerite ..."
"Si si ... santa donna Marguerite ... Santa ..." borbotto mentre accompagno mio fratello nella stanza che il padre priore ha riservato loro.
"Armand, sono esausto: Jean è innamorato di me, per fortuna si è rassegnato, quella pazza di madame Battista diverse volte ha tentato di sedurmi e non essendoci riuscita mi ha stretto così forte le natiche da lasciarmi dei lividi così ... maturi da sentire ancora dolore e per finire ... per finire mi sono appena imbattuto in un altro sodomita, qui in convento! ... Armand, sono molto preoccupato, che attiri solo guai su di me?!"
"Uhm ..." mi fermo, accarezzo un poco il mio pizzetto ed aggiungo con aria pensierosa: "In effetti è possibile ... forse Nostro Signore ti sta punendo per qualcosa ... uhm ..."
"Punendo?! E cosa avrei fatto di grazia? Io sono solo un Generale, marito e padre di sei figlie ribelli! … E poi ci manca solo che mio fratello porti jella! Accidenti a te!"
"Ih ih ih … Vediamo ... uhm ..." continuo ad accarezzarmi il pizzetto. "Uhm ... hai mentito, quando è nata Oscar. Mentito a tutti ... soprattutto al nonno. O forse sbaglio?!"
"Ma io non volevo che gli venisse un colpo e ci rimanesse secco! ... Ohhh ma come mi esprimo! Oh mio Dio! ... Armand, voglio partire, questo posto non mi piace, non mi sento a mio agio! A proposito, spero che frate Giacinto non sia anche lui un amico di Jean perché io voglio … anzi esigo che sia un prete normale!"
"Povero me ... e comunque hai commesso anche altri crimini, agli occhi di Nostro Signore. Non credi?!" Aggiungo mentre busso alla porta della stanza in cui alloggia quella santa donna che è mia cognata. "Santa, dovrebbero farla. Santa subito! Perché diciamocelo, sopportarti è una vera impresa!"
" Sopportarmi!? Crimini?! Quali crimini? Armand, che ti sia ammattito?"
"Mi hai rinchiuso in un convento, contro la mia volontà. Questo forse non è un crimine?"
"Ero un ragazzo e non avevo la maturità per comprendere certe situazioni. E poi ... ti ho aiutato." Aggiungo fiero. "Ma perché dobbiamo rivangare sempre il passato? Sempre le stesse cose!"
"Si certo ... solo perché è stata Oscar a chiedertelo ..."
Sento la voce leggermente sarcastica di mio fratello.
"Ti avrei aiutato comunque e poi non potevo permettere che l'onore di Anna venisse compromesso a causa tua e soprattutto che uno Jarjayes, Carlo, crescesse lontano da suo padre!"
"Di questo ti do atto ... un pentimento tardivo ... ma sincero. Però vedi, dovresti espiare le tue colpe ... se vuoi il tuo nipotino, ovviamente. E naturalmente dovrai fare ammenda ... anche e soprattutto con Oscar ... e con Marguerite! Ed ora muoviti, entra da quella santa donna ..."
"Ohhh ma quanto sei pedante!"
"Lo vuoi o non lo vuoi il nipotino? E vuoi o non vuoi liberarti dei tuoi ... corteggiatori? Ih ih"
"Non prendermi in giro! Non te lo permetto! ... MARGUERITE SVEGLIA! DOBIAMO PARTIRE!"
Sento le urla di mio marito, possibile che anche in un convento debba comportarsi in questo modo? Sposto le lenzuola, mi stiro appena ed aggiungo: "Entra pure Augustin. Ma non urlare in questo modo."
"Invece urlo! Voglio partire!"
"Si si ... ma calmati! Dobbiamo ancora vestirci, fare colazione ... e poi magari i frati gradirebbero la tua presenza alle lodi mattutine, non trovi?" aggiungo con voce allegra e leggera.
"No, no, no, nooooo ... ho deciso, niente lodi mattutine!"
"E la colazione?"
"Mangerò un tozzo di pane, mi basterà."
"A me non basterà. E neppure alle mie figlie!" rispondo fiera ed un poco civettuola, mentre passo una mano tra i capelli.
"Fate pure ma io non ci sarò!"
"Come desideri caro, come desideri. Ci vediamo più tardi allora, direttamente alla carrozza?" Domando con leggerezza.
"Si! ..."
"Bene" rispondo dopo essermi vestita. "Allacciami il corsetto per cortesia Augustin" aggiungo mentre mi avvicino a mio marito, con fare un poco civettuolo.
"Vieni qui! Facciamo presto!"
"Uhm ... quanta fretta ... e quanta foga! Una volta questa foga era solo per svestirmi ... una volta ..."
"Non è il momento! Voglio rientrare quanto prima a palazzo."
"Si si ... comprendo ..." lascio la frase in sospeso mentre esco dalla stanza a passo leggero, sorridendo. "A dopo, mio caro ... e buon digiuno!"
"Grunt ... portami un poco di pane!"
Indietreggio, fronteggio mio marito e domando: "Adesso mi dirai perché hai deciso di non desinare con noi! Avanti, parla!"
"Ebbene te lo dirò! ... Marguerite, in questo convento ci sono gli amici di Jean. Adesso hai capito?"
Osservo mio marito, inizio a credere che sia posseduto da qualche spiritello dispettoso, non è possibile che dica certe cose!
"Gli amici di Jean? Del tuo valletto personale? Oh ... ma che belle amicizie che ha quel ragazzo! Degli uomini di chiesa, timorati di Dio. Questa è un'ottima frequentazione"
"Possibile che tu non abbia capito?! Quando dico amici di Jean, mi riferisco ai ... sodomiti!"
"Sodomiti? In convento? Oh Augustin ... tu sei proprio fissato!"
"Le mie non sono fissazioni! E adesso va e portami del pane! E muoviti, ti ho detto un'infinità di volte che desidero partire! ... Spero che sia un ritorno tranquillo!"
"Se hai fretta ... mettiti in sella e parti!" sbotto decisa, quando è troppo … è troppo!
"Non posso abbandonarvi al destino ignoto. Su vaiiii!"
"Destino ignoto? Oh Signore ... ma perché per gli uomini è tutto così ... tragico?!" Borbotto mentre esco e chiudo la porta alle mie spalle. "Assurdo ... ora è anche impazzito, vede sodomiti ovunque!"
"Grunt ... dannazione! ... Almeno è andata! ... Ci manca anche il sodomita in convento! Tutte a me, solo a me e sempre a me! Ma dico, perché non ad Armand oppure a ... Charles?! NO! Invece sempre al Generale Jarjayes, nemmeno se fossi avvolto dal miele!"
Esco dalla stanza in compagnia di Andrè e Sophie, seguiti da vicino da Beau. Andrè ha già sistemato i nostri bagagli da viaggio nella carrozza, poche cose in verità. In fondo siamo due soldati, a noi basta poco. Sento la voce di madre mentre borbotta qualcosa, di sicuro è riferito a mio padre. "Madre ... aspettate!"
"Oscar, vedo che siete pronti ..."
"Certo, andiamo a fare colazione poi potremo partire. Ma ... dov'è mio padre?"
"Ha deciso di digiunare ma vuole che gli porti del pane."
"Digiunare? Ma ... oh beh, che faccia come crede, io ho fame!"
"Andiamo figliola, devi nutrirti."
"Io, Sophie, Andrè, Beau ... tutti dobbiamo mangiare. Su andiamo, veloci!"
Dopo una veloce colazione, che devo ammettere essere stata piuttosto appagante, con latte, biscotti, pane, burro e marmellata, raggiungiamo il cortile in cui sosta la nostra carrozza, pronti per il rientro. Mia madre è stata davvero gentile, ha imburrato qualche fetta di pane, ha spalmato la marmellata ed ora le sta portando a mio padre, già pronto nel cortile, in nostra attesa. Non appena Beau lo vede gli corre incontro, scodinzolante felice e sazio.
"Certo Madre che Voi avete una pazienza ... ma come fate?"
"Come non averla?! Dimentichi che sono moglie e madre di sei figlie?!"
"Certo ... ma siete soprattutto moglie ... ed è su questo punto che mi chiedo dove troviate tutta questa pazienza! Portate pure la colazione a mio padre, dopo che ha brontolato come … come ... oh, davvero, Voi siete troppo paziente!"
"E' mio marito! ... Forse Andrè non paziente con te?"
"Beh ... non saprei ... alla fine ci conosciamo da sempre ... eravamo due bambini ..."
"Anch'io ero una ragazzina quando ho conosciuto tuo padre. Certo ha molti difetti ma ha anche tante buone qualità." sorrido. "Scusami, ma adesso gli porto qualcosa da mangiare, sarà affamato. A dopo cara!"
"Prego Madre ..." rispondo mentre la vedo allontanarsi sorridente. Sento Andrè avvicinarsi a me, mi abbraccia da dietro, si avvicina al mio orecchio e sussurra: "Hai visto, dopo oltre quarant'anni si amano ancora come il primo giorno!"
"Già ..." mi giro, lo fronteggio e continuo: "Anche noi ci amiamo come il primo giorno."
Sento la voce dolce di mia moglie, osservo il suo sorriso, i suoi occhi, in cui potrei perdermi.
"Certo Oscar. Non potrei mai vivere senza dite ... e ora anche senza Sophie e ... la nostra prossima creatura!"
Poso la mano sul ventre, l'accarezzo. "Sta crescendo in fretta, a breve diventerò una balena."
"Una balena? Non credi di esagerare? Con Sophie non sei diventata così grande! Alla fine ... era solo un poco di pancetta!"
Sento la voce dolce di Andrè, il suo sorriso rassicurante.
"Ma questa volta non sarà così. Guarda! Appena saremo a casa dovrò indossare i pantaloni con i laccetti. Povera me … diventerò enorme!"
"E allora? In fondo lì dentro c'è un piccolo, o una piccola, ma per la salvezza di tuo padre preferirei fosse un piccolo, Grandièr-Jarjayes!"
"Hai un argomento di riserva?"
"Un argomento di riserva? In che senso?!"
"Al riguardo preferisco cambiare argomento." osservo Beau, si avvicina a una panchina dove è seduto un frate preso dalla lettura del suo breviario. Spalanco gli occhi, sussurro mentre lo vedo alzare la zampa posteriore. "Oh no!" Ma niente, Beau fa la pipì.
"BEAU! NO!" Urlo disperato mentre corro verso il nostro cagnolino. "Padre, perdonatelo. E' ancora un cucciolo ... è un poco indisciplinato ..."
Mi alzo, scuoto l'abito talare e dico: "Lo vedo! ... Comunque non preoccupateVi, anche lui è una creatura di Dio!" osservo l'alone sull'abito. "Ha bagnato tutto l'orlo, devo cambiarmi. Scusatemi ma come capirete, devo recarmi nella mia cella."
"Si, certo. E grazie per la comprensione, Padre" rispondo un poco imbarazzato. Poi abbasso lo sguardo ed aggiungo: "E tu ... hai fatto una brutta cosa!"
Beau si allontana, annusa le aiuole e continua a espletare i suoi bisogni, anche quelli più importanti. Dopo essersi liberato comincia a scavare sollevando un gran polverone che si dirige verso André e il frate che, a grandi falcate, si allontana.
"BEAU! E basta! Accidenti!" borbotto mentre cerco di scrollarmi gli stivali. "Forse ha ragione il generale, devo educarti un poco!"
"IO HO SEMPRE RAGIONE, GENERO NONCHE' FIGLIOLO!"
Sento la voce acuta di mio suocero.
"Generale perché non siete venuto alla mensa? Forse non state bene?"
"Sto bene, anzi benissimo, io! Ora, se la bestiaccia ha terminato con i suoi bisogni, possiamo partire?!" domando sarcastico. "Dobbiamo pure attendere i comodi del quadrupede peloso!"
"Certo, Generale!"
"Padre, André, PADRE! Possibile che ti sia tanto difficile chiamarmi Padre?! Ma che male ho fatto per non avere questo onore? Forse sono un pessimo suocero? Padre? Avanti, forza!"
"Eh ... si si ... certo, Padre. E' che non vorrei mai che Oscar si offendesse ... sapete, l'avete allevato come fosse un maschio ... io non vorrei mai usurpare il suo ruolo!"
"Sono sicuro che ad Oscar non darà fastidio, vero figliola?"
"Certo Padre ... anche se non comprendo questa Vostra necessità di essere chiamato padre da una voce maschile!"
"Ecco! Appunto! Mi manca sentirmi chiamarmi da una voce maschile. Ho allevato Andrè come se fosse mio figlio, forse non lo merito?"
"Potreste farvi chiamare padre anche dagli altri generi!" rispondo fiera e decisa.
Non tollero favoritismi, io!
Vedo avvicinarsi il frate che mi ha toccato, indietreggio inutilmente, avanza, sorride e dice: "Generale, Signori, spero di rivederVi presto!"
Le parole del frate mi urtano, rispondo bruscamente: "Non credo che ci saranno altre occasioni. Oscar, André, su presto, partiamo immediatamente!"
"Si Padre ... ma manca Padre Giacinto!"
Sento alle spalle la sua voce: "Eccomi! Sono qui! ... Ho già caricato il mio bagaglio sulla vettura. Possiamo partire!"
"Immagino che vorrete viaggiare in carrozza ..."
"Si, anche se preferirei andare a cavallo!" vedo il frate tentatore guardarmi e continua ...
"Vi capisco! Anche a me piace tanto andare a cavallo!"
Sussulto alle parole di questo sfrontato che mi parla in un modo che non mi piace e con voce alterata, urlo alla mia famiglia: "SIETE PRONTI?!" Tutti si girano, mi guardano. "SALITE TUTTI SULLE CARROZZE! SI PARTE!"
Joséphine dice a padre Giacinto: "Padre, appena arriveremo a Palazzo, il primo da esorcizzare dovrà essere mio padre! Magari si darà una calmata!"
Il Generale fuori di sè, continua: "ZUT E SALI!"
"Madame ... in verità trovo che il Vostro augusto genitore sia un poco eccessivo. Un esorcismo mi pare eccessivo ma una bella sessione di preghiere ... sarebbe una buona soluzione."
"Avrete modo di conoscerlo!" Rispondo mentre salgo sulla vettura.
Mi guardo attorno, vedo il generale salire in carrozza con la moglie e la figlia, erede del casato. Ma si, voglio conoscergli meglio, viaggerò con loro. Raggiungo la loro carrozza, mi affaccio e domando: "Posso viaggiare con Voi?!"
"Siete il benvenuto. Salite!"
Entro nella carrozza, mi guardo attorno, vedo un poco di spazio accanto al quadrupede, sul sedile su cui si è accomodata Madame Oscar con in braccio la piccola neonata. Mi siedo e osservo la piccola, mentre afferra le orecchie della bestiola.
Alain chiude lo sportello e dico: "Ehi Sassoin fai attenzione durante il percorso!"
"Come sempre, Generale! Come sempre! Ih ih ih …"
Sento la carrozza iniziare a muoversi, Andrè guida la nostra piccola spedizione mentre la carrozza di Joséphine e Charles segue la nostra. Il nostro nuovo padre spirituale ci osserva, poi chiude gli occhi, giunge le mani e sembra che inizi a pregare.
Dopo esserci allontananti per un lungo tratto, un gruppo di uomini armati e nascosti dai cespugli, dicono: "Eccoli! Finalmente quei maledetti aristocratici hanno lasciato il convento!"
"Era ora!"
"Faremo un bel bottino!"
"Li attacchiamo adesso?"
"No! Voglio che si allontanino il più possibile dal convento... Appena imboccheranno la strada per Collegno, li attaccheremo!"
SIPARIETTO
Generale: "Mie gentile Lettrici, miei gentili Lettori, avete saputo cos'altro hanno tramato le Arpie?! Un altro attacco! E come se non bastasse hanno deciso che saremo assaliti nuovamente durante il viaggio di ritorno e non solo …."
Arpie: "TACETE!"
Aizram: "Non dovete spoilerare!"
Generale: "ZUT ARPIE! STREGHE!"
AlexandarAna: "Forza generale, sono solo due uomini, li batterete sicuramente. Mi sa, che siete capitati nella sede centrale degli imbroglioni.
Magari i due ladri, Sono due Fraticelli, Dello stesso casato di frate Romano "
Generale: "No, no! Erano dei poveri diavoli affamati. Ed io che pensavo che lasciata Parigi avrei avuto una vita più tranquilla, invece …"
ValeAlcazar: "Avete ragione! Almeno per questa volta avete pienamente la mia solidarietà! … Dopo tutto ciò che è accaduto c'è stato il colpo di scena finale del ladro."
Generale: "Madame, Madame! Oh povero me! Ahhh queste Arpie!"
Rotelle: "Ma caspiterina, neanche in convento il mio povero generale trova pace."
Generale: "Madame, giuro che sono sull'orlo del collasso!"
Rotelle: "Come darVi torto!? Prima il frate un po' troppo tradizionale …"
Generale: "L'idea di un frate serio è stata di Madamigella Arpia perché se fosse stato per Madame, mi avrebbe messo in casa un altro "strano!" Pazzesco! … Eppure l'Arpia ha fatto in modo che mi imbattessi in un altro … Jeans! … Oh mio Dio ma che male ho fatto?"
Rotelle: "Povero il mio Generale, quanti problemi! … Jo che si lamenta del marito. Ora ci mancano pure i ladri che entrano nella stanza del mio generale, ma non sanno con chi hanno a che fare, oltre al generale, Oscar è rimasta vestita …"
Oscar: "Il mio intuito non sbaglia mai! Ma come ha detto mio padre, erano poveri uomini affamati. Che tristezza!"
Elektra: "Oscar lo sai anche tu, che dormi bene solo tra le braccia di André … però neanche in convento potete stare tranquilli"
André: "Impossibile, le Arpie sono sempre in agguato."
Arpie: "ANDRE'!"
Aizram: "Mi meraviglio di te!"
André: "Madamigella dovete ammettere che non ci lasciate mai tranquilli! Forse non meritiamo un poco di pace?"
Arpie: "Certoooo ah ah ah …"
Elektra: "Mi ero dimenticata di leggere il capitolo, per fortuna mi è venuto in mente
Anche se ancora non è successo niente di strano al Generale…"
Generale: "Ehi Tigre, forse non è abbastanza quello che mi succede?"
Elektra: "No! Non è abbastanza!"
Generale: "Grunt dannazione!"
Emilia:😅😅😅😅😅Caro generale JARJAYES
Sa come si dice a casa mia?
Che con questo passo di mazurca il piccolo François non nasce neanche al 1000 capitolo😅😅😅😅😅"
Generale: "Credete che non l'abbia capito?! Madame, Emilia, sono molto ma moto preoccupato."
Emilia: "Adesso la saluto e le auguro una buona serata scappo a leggere il capitolo...👋👋👋👋
Generale: "Vi aspetto alla prossima, Madame Emilia …."
AlexandarAna: "Charles, non cedere!"
Charles: "Ovvio!"
Joséphine: "CHARLES MA COSA DICI?! Sei forse diventato matto o … impotente?"
Charles: "IO COSA?!"
Joséphine: "Hai sentito bene, impotente!"
AlexandarAna: "Jo, possibile che non sai resistere?"
Joséphine: "Resistere a cosa!? Ma state scherzando?"
ValeAlcazar: "Su, coraggio Jo! …"
Joséphine: "Ho coraggio da vendere, Madame!"
ValeAlcazar: "Certo che la visita per il padre spirituale è stata come sempre piena di imprevisti e poi Jo hai chiesto di parlare con Charles, che da un po' ti ignora."
Joséphine: "BOUUUUU Non ricordatemelo! AHHHHH …."
Frate Giacinto: "Che strana famiglia! Ma penserò io ad aiutarla!"
Lupen: "Come darVi torto!? Anche Beau ha combinato subito un guaio ,ha fatto cadere il povero fraticello e Voi, padre spirituale, Vi renderete conto che la famiglia Jarjayes è molto speciale! Prima di accettare, Vi consiglio di pensarci bene se non volete perdere la tranquillità ,sappiamo che a Palazzo Jarjayes può succedere di tutto! "
Generale: "Signora, le Vostre parole mi incutono un certo timore."
Generale: "Arpie! Dove siamo? Esigo delle spiegazioni, subito. E poi ... noi dobbiamo parlare! Adesso! ARPIEEEEEE!"
Terry: "Eeeeeee e non gridate! Credete di essere al mercato ittico?"
Generale: "Macchè mercato! IO sono un generale, un conte. Quindi Voi e la Vostra complice vi sedete qui e mi ascoltate. Anzi no, risponderete alle mie domande. Chiaro?!"
Aizram: "Un Conte che non sa fare i conti!"
Generale: "Certo che so fare i conti, io. Voi piuttosto ..."
Aizram: "Noi cosa?"
Generale: "Conoscete il calcolo differenziale? I limiti? Le derivate? Gli integrali?! Ditemi ditemi ..."
Terry: "Ma ... ma ... Voi mi confondete!"
Generale: "Ecco ... adesso siete confusa. SedeteVi, non vorrei mai che nella Vostra confusione cadiate a terra e Vi facciate male. Sono un gentiluomo, io!"
Terry: "Voi ... siete un'Arpia! Ecco cosa siete Generale, un'arpia!"
Generale: "Arpia? Io? Dico ... ma io sono un uomo! E l'arpia è femmina."
Aizram: "E con ciò?! Siete pure un sessista! Ai nostri tempi, maschi e femmine sono uguali! E adesso tacete e seguiteci!"
Generale: "NO! Prima dovete rispondere alle mie domande! Adesso"
Terry: "Aizram rispondi!"
Aizram: "E come faccio a rispondere se non so quale è la domanda?"
Generale: "Ih ih ih ... dunque mi sbagliavo? Non siete poi tanto istruite come sembrate ..."
Terry: "E no, questa proprio non la mando giù!" afferro la piuma magica e decido di far fare un scivolone al vecchio pazzo.
Generale: "ARG ... MALEDIZIONE! SIETE ... UNA STREGA!"
Aizram: "Ben VI sta. ED ora ditemi, cosa volete sapere, Generale?!"
Generale: "Ho dimenticato la domanda! ... Ohi ohi che dolore ..."
Aizram: "Bene, ottimo. Avete altre richieste Generale?"
Generale: "CERTO! Il mio nipotino!"
Terry: "Manca ancora qualche mese. Adesso godiamoci il nostro volo."
Generale: "Volo? Macchè volo! Io non volo! Chiaro? E poi ... cos'è questa faccenda dell'assalto? Un altro assalto? E poi tutti questi amici di Jean? Ma dico io ... ma sfogate la vostra rabbia repressa su Charles, su Louis, su Armand, Joséph, Maxime o uno qualsiasi degli altri uomini di questo racconto! Ecco!"
Aizram: "Peccato però che Voi siate il più simpatico di tutti! Ah ah ah ..."
Generale: "Modestamente ... ho il mio fascino, io! Ih ih"
Terry: "Basta! Meglio partire! Aizram apri il drobox!"
Aizram: "Agli ordini Terry! Dove vuoi andare?"
Terry: "In un posto dove è andato in vacanza mio cugino! Sai, ho sbirciato sul suo stato di wathsap dove ha pubblicato delle foto meravigliose! La località si chiama Saint-Pierre in Valle D'Aosta."
Aizram: "Perfetto! Clima freschetto in questo periodo. Prendo un piumino e andiamo!"
Terry: "Andiamo!"
Generale: "Voglio un piumino anche io! Meglio stare al caldo ... ed uno anche per la mia Marguerite ... e un altro per il mio erede. Ah, uno piccolino anche per la mia nipotina, la mia Sophie!"
Arpie: "Agli ordini!"
Generale: "Brrr ... fa freschino qui ... datemi il piumino che lo infilo. E datemi la mia nipotina, la tengo io al calduccio."
Oscar: "Sophie sta benissimo tra le mie braccia!"
Generale: "Ehhhh ma quanto sei esagerata! Forse con me, suo nonno non sta bene?"
Oscar: "Con me starà meglio!"
Generale: "Andrè, tua moglie mi preoccupa, è possessiva e mal fidata!"
André: "E' Vostra figlia, Signore. L'avete cresciuta Voi, a Vostra immagine e somiglianza!"
Generale: "Ma io ..."
Terry: "E basta! Aizram, partiamo!"
Aizram: "Terry ... temo che il troppo caldo ti abbia fatto maluccio ... siamo già partiti e arrivati"
Terry: "Ops ..." mi guardo intorno, osservo il panorama. "Ma è magnifico! ... Quello deve essere il castello! Aizram, dacci delle delucidazioni!"
Aizram: "Io? E perchè io? Questa volta potrebbe pensarci ... il nostro generalone!"
Generale: "IO?! E perché io? Questa volta potrebbe pensarci madame Arpia!"
Terry: "IO?! E perché io? Questa volta potrebbe pensarci Oscar!"
Oscar: "Ma come siete noiosi! Ci penso io!
Collocato su uno sperone roccioso in località Tache, inconfondibile per la sua foggia fiabesca, il castello di Saint Pierre rappresenta un unicum nel suo genere.
Le famose quattro torrette laterali (aggiunte nell´800) rendono quasi disneyano quello che risulta essere uno tra i più antichi manieri della regione. La struttura primitiva dovrebbe risalire al XII secolo in quanto, nella famosa Carta delle Franchigie del 1191, figurano i nomi dei fratelli de castro Sancti Petri, comproprietari di una parte del castello. Tra i proprietari che si susseguirono merita una citazione Pietro Filiberto Roncas, che ampliò il castello e diede al suo interno numerosi ricevimenti.
Da allora, era il Seicento, il castello subì alcune modifiche e soprattutto cambiò più volte i proprietari sino ai giorni nostri dove, divenuto di proprietà del Comune di Saint Pierre venne utilizzato come sede del Museo Regionale di Scienze Naturali dal 1985 fino alla sua chiusura, resasi necessaria per lavori di restauro.
Messe in sicurezza le strutture architettoniche e consolidati i solai lignei ed i pavimenti, sono stati installati nuovi impianti tecnologici ed un ascensore. Il restauro delle facciate esterne e delle sale interne ha permesso il riallestimento del museo e la sua riapertura a fine 2022.
E adesso entriamo! Forza truppa! E anche tu, Beau! Smettila subito di fare la pipì sulle scarpe di mio padre!"
Terry: "Bravissima Oscar! Sei un ottimo cicerone!"
Oscar: "Grazie! Ma se devo essere sincera ... ho trovato questo opuscolo che ne racconta la storia ... Vi ricordo che sono nata e cresciuta qualche secolo fa, io!"
Terry: "Sei stata brava comunque! E adesso possiamo accomodarci dentro!"
Aizram: "Entriamo ... prima che Terry abbia freddo! Qui ci saranno 15°C!"
Generale: "Un momento Arpie! Sul mio cellulare, mi è appena arrivata una e-mail! ... Devo leggerla!"
Oscar: "Voi avete un cellulare!? E da quando?"
Generale: "Da quando ho conosciuto queste Arpie!"
Aizram: "Grazie a noi, tuo padre, Oscar, si è modernizzato!"
Generale: "Sono un uomo moderno io! Non ho forse allevato una figlia come se fosse un maschio?"
Oscar: "Padre, lo sanno tutti! Adesso leggete la posta elettronica!"
Generale: "Calmati figliola, adesso leggo! ...Ecco! ... Uhm ..."
Oscar: "Cosa avete, siete preoccupato. Avete ricevuto cattive notizie?"
Generale: "Al contrario! ... Una donzella, di nome Susannina, legge le nostre disavventure, dice non solo che adora le nostre disgrazie ma anche che la nostra è una bellissima storia!"
Aizram: "Hai sentito Terry?"
Terry: "Che bello! E poi tanti ma tanti lettori ci leggono anche se restano in silenzio!"
Generale: "Marguerite!"
Marguerite: "Dimmi caro!"
Generale: "Guarda le facce soddisfatte delle Arpie!"
Marguerite: "Vedo ..."
Generale: "Dopo quest'altra missiva chi le ferma più!? Sig ..."
