Capitolo 295 – François Augustin Reynier è arrivato! (parte uno)
"Fedinà cosa stai leggendo?"
"Na missina arrivata dalla Germania ..."
"Ohhh e che vuole lu tedesco?"
"Vuole sapere a cumme stà la nostra alleanza." guardo ll panza di Carulina.
"E cumme a sta? Dico ... secondo a tia"
"Cresce, cresce! ... Certo non è grossa come quella della Generalessa ma cresce!"
"Già ... Madame Oscar, la nostra generalessa. Secondo me in quella panza c'è una bella sorpresa ... anzi due Ferdinà!"
"Magari due masculi e accussì (maschio così) lu Generale si dà na bella calmata e si mette l'anima in pace! ... E se poi nascesse un'altra femmina prepariamo lu funerale perché schiatta di sicuro!"
"Beh, abbiamo già l'ex cardinale pronto per l'estrema unzione ..."
"Carulina mia, lo sai perché non siamo ancora partiti nonostante l'uccelletto sia guarito?"
"Perchè tu vuoi sapere se sarà un maschio ... o una femmina, Ferdinà!"
"Esatto! Se sarà nu masculo brinderà e festeggerò con lu Generale magari facimmo festa con na bella tarantella e se sfortunatamente sarà femmina ... beh ... dovrò pure ricambiare la cortesia di averci ospitati, gli darò il mio sostegno. Lu Re presterà la sua spalla su cui piangere a lu Generale Jargette."
"Ah ah ah ah! Fernidà ... sarà masculo, la pancia è tonda!"
"Carulì ma che dici?! Quando è tonda è femmina! ... Invece quando è a punta è maschio! E alla Generalessa je a punta!"
"Ma tu che ne sai?"
"Non credi che ti abbia osservata abbastanza? A proposito quante creature abbiamo fatto? So otto o nove?"
"NON TI RICORDI NEPPURE QUANTE CREATURE ABBIAMO FATTO? TU NUN MI MERITI!" sbotto scocciata, dannato re, screanzato, indecente, maleducato.
"EEEEEE ma quanto sì scucciante! (scocciante) E adesso lasciami rispondere a lu tedesco! ... A proposito, hai visto Maurizio?"
"Chi, lu soldato n'ammorato?"
"E non scherzare! Comunque finalmente ha capito che a me piacciono le femmine ... spero ... ma io non mi fido, sono sempre in guardia! ... Fidarsi è bene ma non fidarsi è molto meglio! ... Roba da pazzi ... nella mia vita di grande amatore mai mi è capitato na cosa simile!"
"Ferdinà ben ti sta!"
"Ma quanto sii malvagia!"
"E tu si ..." tendo l'orecchio, ascolto un vociferare provenire dal corridoio. "Ma che succede?!"
"E' la voce di Agostino ... sembrerebbe che stia litigando con qualcuno ..."
Fronteggio Padre Romano e con tono grave dico: "Voi dovete lasciare perdere mia sorella, avete capito? E Vi consiglio di non abbandonare la tonaca tanto non servirà a nulla!"
"Voi non siete lei e non potete impedirmi di corteggiarla!"
"E invece si! Voi siete una persona fuori dalle rime e non siete un uomo adatto ad Adeline! E poi siete un monaco! Ma dico dove andremo a finire se tutti abbandonassero la veste talare?! NO!"
basta, ormai è davvero troppo! Ho già un fratello spretato, non voglio anche un cognato smonacato! Che resti monaco, ma altrove!
"E allora cosa mi dite di Vostro fratello? Ex cardinale, ex don Giovanni ... quanti ex ..."
"Appunto! Uno spretato in famiglia basta e avanza!"
"Due è meglio!"
"NO! E adesso tornatevene al convento, quello è il Vostro posto!"
"Non prima di avere parlato con Mademoiselle Adeline!"
"Uhm ... sono sicuro che non accetterà la Vostra proposta ..." lo guardo dall'alto in basso. "E poi con la tonaca sarebbe ridicolo. Come si fa a proporsi a una donna vestito da frate!?"
"L'abito non fa il monaco! Ah .. io sono monaco, non frate! Vedete di ricordarlo! E già che ci siete ... fate una bella donazione alla nostra Certosa!"
"Altro che donazione, andate a lavorare! Se i Vostri sottoposto vogliono il denaro possono guadagnarselo qui al mio palazzo!"
"Ma sono monaci, lavorano tutto il giorno! E Voi dovreste saperlo bene!"
"Che diano una mano alla servitù, li saprò ricompensare e adesso scusatemi!"
"Anvedi oh che taccagno!"
Mentre il Generale si allontana in tutta fretta, dalla finestra vedo la mia amata Adeline conversare con la Generalessa. Ecco questo è il momento giusto.
In tutta fretta percorro il corridoio e raggiungo l'ingresso, la cerco con lo sguardo. Eccola! ... Adesso la raggiungo ..."
"Zia Adeline, ormai sono prossima al parto, lo sento. Voglio che siate Voi ad assistermi!"
"Ma certo Oscar! Sarà un vero onore per me. Ma dimmi ... chi ti ha aiutata quando è nata Sophie?!"
"Mio marito, sua nonna, mia madre e infine il dottor Lassonne!"
"Lassonne ... mi dispiace dirlo ma certe cose gli uomini non le possono comprendere!" borbotto, Lassonne sarà senza dubbio un ottimo medico ma lui non ha mai partorito ... beh in verità neppure io, ma questo non ha importanza."
"Esatto! E pensa che mio padre avrebbe voluto assistere! MIO PADRE! Assurdo!" sbotto un poco scocciata dall'invadenza del mio augusto e ingombrante genitore.
Mi avvicino con passo deciso, fronteggio la bella Adeline che è in compagnia della Contessa Generalessa. "Buongiorno!"
"Buongiorno" rispondiamo in coro, non posso fare a meno di notare che questo frate osserva la zia in modo troppo ... strano. Sembra quasi con una certa qual cupidigia, forse persino lussuria direi. Certo, io non sono molto pratica ma mi pare proprio lo sguardo di un rapace!
Osservo prima la Generalessa e poi la bella Adeline e dico: "Contessa vorrei parlare con Voi."
"Forse non Ve ne siete accorto ma qui siamo almeno in due, Contesse."
Osservo la bionda e con modi gentili ribatto: "Scusatemi, Avete ragione! Con tutto il rispetto desidero conversare con la Contessa Adeline."
"Oh ... con me? E non con ... l'erede del casato? Uhm, che stranezza! Ma no Padre, io non intendo conversare con Voi. Forse non ve ne siete reso conto ma noi stiamo amabilmente conversando. Noi, contesse. Chiaro?!"
"Vi prometto che non Vi ruberò molto tempo."
"E sia ... ma Oscar rimarrà con me! Non si confà ad una nobildonna del mio rango rimanere da sola con un uomo, seppure monaco."
Osservo la bionda poi la mia bella, faccio un sospiro e continuo: "E va bene, come desiderate! Vedete, Contessa Adeline, vorrei che vedeste al di là del mio abito, io per Voi rinuncio ai voti pur di ottenere il Vostro amore."
"COSA?! Dico, ma siete forse impazzito?!"
Osservo la scena tenendomi un poco a distanza, quel monaco, nel suo lungo abito bianco, con tanto di cappuccio, vorrebbe sposare Adeline. "Ih ih ... ehm .. Scusate" non riesco a trattenermi, sarà per via della gravidanza, ma non riesco a trattenere le risate. Possibile che la nostra famiglia attiri soggetti così strani?
"Con tutto il rispetto Contessa ma non ci trovo nulla da ridere! Io amo Vostra zia e desidero sposarla!"
"Ah, ecco ... adesso è tutto chiaro ... ih ih" non riesco proprio a trattenermi. "E ditemi ... forse la zia Adeline Vi ha dato qualche speranza?!" domando forse un po' troppo impertinente.
La guardo intensamente negli occhi e sussurro: "Lo spero ... Contessa Adeline, accettatemi. Con me sarete felice"
"Oh, ma lasciatemi in pace, padre!" sbotto un poco scocciata lisciandomi le pieghe della gonna.
"Forse Vi infastidisce il mio abito? Ma è solo un dettaglio! Chiederò immediatamente la dispensa ed io sarò Vostro ... il Vostro servo, il Vostro schiavo."
"Non mi serve nessun servo e nessun schiavo, chiaro? Ed ora lasciateci, grazie"
Vedo mio padre appoggiato al suo bastone avvicinarsi silenziosamente. Ha tutta l'aria di voler provocare un incidente ... ih ih ih ... solleva il bastone e con forza colpisce le gambe di Padre Romano.
"ANVEDI OHHHH ... MA CHI è STATO?!"
"IO ovviamente! Smettetela immediatamente di importunare mia figlia e mia nipote!"
"Generale, non importuno nessuno, sto semplicemente corteggiando Vostra figlia. Anzi ... visto che ci siete, chiedo formalmente il Vostro assenso."
"Permesso negato! Ed ora levatevi dai piedi. Esigo ben di meglio per mia figlia!"
"Ed io non sono abbastanza per lei?"
"Ovviamente no!" rispondo fiero e deciso, per la mia progenie voglio solo il meglio!
"Ma ... Io l'amo e con me sarebbe felice e poi Voi avrete sistemato una figlia che nessuno vuole ..."
"COME SAREBBE A DIRE CHE NESSUNO MI VUOLE? SONO IO A NON VOLERE NESSUNO, CHIARO? SIETE UNO SCREANZATO!" sbotto furiosa sotto lo sguardo severo di mio padre e divertito di Oscar.
Certo che Oscar è davvero una donna particolare, seria, decisa, autorevole, ma anche dolce, premurosa, timida.
"No, no mi sono spiegato male, volevo dire che siete un medico e un uomo si sentirebbe inferiore al Vostro cospetto mentre io ne sarei estremamente orgoglioso."
"MA IO NON VOGLIO VOI! CHIARO?"
Il Vecchio Generale ribatte con tono grave: "Avete sentito? SPARITE SE NON VOLETE CHE VI MANDI AL CONVENTO CON LE GAMBE SPEZZATE!"
"Oh Anvedi Oh ma che Vecchio aggressivo che siete! Io sono solo un uomo innamorato e Voi vorreste spezzarmi le gambe? Ma dico, che razza di famiglia che siete?"
"Siamo i conti Jarjayes! E Voi qui non siete il benvenuto. Tornate dai vostri confratelli!"
"Datemi una possibilità, una sola ..."
"Oscar, potresti per cortesia prestarmi la tua spada? Non credo di sopportare oltre questo individuo!"
Reynier continua: "E dove si è mai visto che un uomo votato alla chiesa e per di più in abito talare faccia proposte di matrimonio a una giovane donna per bene?!"
"Anvedi ohhh allora Vi rinfresco la memoria! Dimenticate che Vostro figlio ha rinunciato ai voti per sposare la Contessa Anna?!"
Oscar ribatte con tono minaccioso: "Mio zio era contraccambiato, Voi no! Quindi Vi invito a lasciare il mio palazzo!"
Padre Romano guarda intensamente Adelaide e domanda: "E' questo ciò che volete?"
"Voglio che Ve ne andiate, subito!" sbotto scocciata, questo individuo è insopportabile! Arrogante, prepotente e saccente.
Concludo stizzito: "Voi avrete anche rubato il mio cuore ma ciò non toglie che ho il mio orgoglio! Me ne andrò e non tornerò più se non per questioni che riguarderanno Vostro fratello e me! ADDIO!"
Mi volto verso Oscar, sbuffo. "Uff ... ma che individuo insopportabile! Meglio rientrare Oscar, fa freddo e tu, nel tuo stato, devi stare al caldo!"
"Si, in effetti sento freddo .." mi guardo il ventre. "E poi ormai sono vicina al parto, questa pancia enorme non fa che ricordarmelo. Sono diventata pesante, riesco a camminare appena. E' così diverso! ... Quando aspettavo Sophie ero molto leggera." Borbotto mentre mi accarezzo il ventre, sento la mia creatura muoversi, scalciare o tirare pugni.
"Beh, non tutte le gravidanze sono uguali. Su, vieni. Appoggiati a me e rientriamo!" poi mi volto verso mio padre ed aggiungo: "Rientrate anche Voi, Padre?"
"Certo! ... Tzè ... per fortuna quel frate è andato via. Manca poco che si auto invitasse per la cena della Vigilia di natale. Su entriamo in casa, vediamo come procedono i preparativi."
"Si meglio entrare Nonno! Ho un poco di appetito ... quasi quasi chiedo a Nanny di prepararmi una cioccolata calda, in attesa della cena!"
Con fatica attraverso il cortile, raggiungo la scalinata di accesso al castello, salgo uno scalino alla volta, avvolta nella mia pesante cappa. Annuso un poco l'aria, sa di neve. Il cielo è grigio, coperto di nuvole. Entro nell'atrio, seguita dal nonno e affiancata da Adeline, una cameriera ci viene in contro.
"Se volete darmi le cappe ed i guanti ... monsieur Andrè Vi attende nel salone, Madame le Comte."
"Grazie Michelle, lo raggiungo subito. Puoi chiedere a Nanny di farmi portare una cioccolata calda?!"
"Ma si, certo ..."
"Grazie ..." rispondo mentre lascio cappa e guanti a Michelle e mi avvio verso il salone.
Piano spingo la porta, apro ed entro. Vedo Andrè sorridermi, davanti ad un enorme abete decorato, la sala illuminata da numerose candele e l'aria pervasa da un profumo di cannella e vaniglia. Sotto all'albero sono posti diversi pacchi, tutti ben decorati. Sophie è seduta su un tappeto di lana e sta giocando con Beau.
"Andrè ... ma cosa ..." domando un poco sorpresa, è tutto così bello.
"Ti piace? Non è magnifico?" osservo Oscar, si guarda attorno con aria felice, sorridente.
"Molto ... lo hai realizzato tu?!" domando quasi commossa mentre Beau corre verso di me, seguito dalla nostra piccola che gattona veloce.
"Si. E ne sono soddisfatto!" mi avvicino a mia moglie, poso un leggero bacio sulla fronte, accarezzo il suo viso. "Come ti senti? Ho l'impressione che tu sia affannata, fai molta fatica a camminare."
"Si ... in effetti non ne posso più! Questa pancia è enorme! Guardami! Sembro ... sembro ... una palla con le gambe! Non vedo l'ora che nasca!"
"Hai ragione, amore mio. Ormai manca poco! ... Su, vieni a sederti."
"André, non manca poi così poco! ... La creatura nascerà circa tra un mese."
"Si, hai ragione ... un mese passerà in fretta, vedrai! Su, ora mettiti comoda sul divanetto. Guarda come Sophie si diverte con Beau!"
"Cresce di giorno in giorno e credo che ti somigli sempre di più."
"Io invece credo che abbia il tuo stesso carattere! Guarda come comanda su Beau!"
"Già ... ah ah ah ..."
Osserviamo Sophie mentre si appoggia alla povera bestiola e cerca di sollevarsi.
"Andrè ... guarda!" sento la voce di Oscar emozionata mentre osserviamo la nostra piccola che cerca di mettersi in piedi, sostenuta da Beau.
"Sta ... sta ... camminando! Bravissima Sophie!"
"Nghe ... Beh ..."
La sentiamo borbottare qualcosa mentre, appoggiata a Beau, inizia a muovere i suoi primi passi. D'Istinto apro le braccia, invitandola a venire da me. Sono commossa, sento le lacrime salire. "Andrè ... "
"Sono tanto felice!"
"Anche io ... Sophie ... vieni" sussurro piano, emozionata.
"Oh Andrè, sarà un Natale magnifico. Ci pensi, il primo Natale della nostra Sophie!"
"E il prossimo avremo un'altra creatura tra le braccia."
"Già ... incredibile! Solo due anni fa ... non sapevo neppure di ... amarti, ed ora ... guardaci!" Poso una mano sulla pancia e con l'altra avvicino Sophie a me.
Dopo una sontuosa cena, a cui ha partecipato anche il nostro nuovo padre spirituale, o confessore di famiglia, ci accingiamo a prepararci per la Santa Messa di Natale, nella nostra piccola Cappella di famiglia. Poi, domani mattina, parteciperemo alla Santa Messa nella parrocchiale, con i nostri fittavoli, abitanti nel borgo. "Andrè, andiamo a mettere Sophie a letto prima di recarci nella cappella!"
"Si ... va bene!" prendo in braccio mia figlia. "Su andiamo, piccolina! ... Ma lo sai che tra non molto diventerai la sorellina maggiore?"
Sorrido alle parole di Andrè mentre Sophie si muove un po' mentre cerca di afferrare i capelli di Andrè. Li seguo su per le scale, per raggiungere la culla e sistemare Sophie. Di sicuro Beau resterà con lei, ormai sono inseparabili. Raggiungiamo la nostra nursery, nella stanza ci sono già le mie sorelle, Joséphine e Marianne, che cercano di mettere a dormire le loro piccole, e Sabrina che cerca di sistemare il "piccolo" Augustin. "Oh, siete tutte qui!"
"Oscar! Su, vieni qui!"
"Si ... mettiamo a nanna Sophie e poi scendiamo nella cappella. Nostro padre ci aspetta ... sembra che questo Natale lo stia agitando. Vuole persino farci cantare, ricordate quando eravamo tutte piccole, nella cappella di palazzo?"
"Vero! Ah ah ah ..."
"Uh ... vuole persino farci cantare ... ricordate quanto impegno ci mettevamo?"
"Oh, lo ricordo bene anche io, le vostre prove hanno assordato l'intero palazzo!" mi intrometto tra le sorelle mentre appoggio Sophie nella culla.
Osservo di schiena mia sorella e mormoro: "Oscar, a vederti sembri prossima al parto ..."
"Ma no, cosa dici? Mancano ancora tre settimane ..."
"Si, si, lo so ma ... il modo in cui cammini, il tuo affanno ... non si direbbe."
"Beh ... questa pancia è diventata enorme, non lo nego. Ma sono sicura che ... insomma ... è accaduto ... tra noi ... oh insomma, so benissimo quando è che abbiamo ... " balbetto un poco imbarazzata mentre sento le gote diventare completamente rosse.
"Si, ma tante volte i bambini nascono in anticipo."
"Uhm ... onestamente ... se fossi certa che per la nostra creatura non sarebbe un problema ... ecco, vorrei che nascesse subito. Sono davvero stanca!" aggiungo mentre mi passo una mano sul ventre. "Ormai non ho più nulla da mettermi!"
"Se vuoi, ti passo i miei vestiti."
"Ah no! Io non metterò mai quei cosi larghi, lunghi, pieni di fiocchi! Meglio i miei pantaloni! Vorrà dire che ne farò cucire degli altri! E per tenerli su ... metterò delle bretelle!"
"Oh beh ... fa pure. Comunque sei alla trentatreesima settimana, ne mancano ancora tre o forse più."
"Beh, prima nasce e meglio è! Ma ora è meglio andare ... il coro ci aspetta!" poi mi volto verso Beau, lo osservo ed aggiungo: "E tu ... resta qui buono, buono, chiaro?!"
BAU BAU BAU
"Sabrina, resti tu con le nostre piccole?"
"Certo! Andate pure. Io andrò a messa domani mattina."
"A noi toccano ben due messe ... beata te! Su forza, andiamo!"
"A dopo."
Usciamo dalla nursery, Andrè mi porge il braccio per aiutarmi a scendere le scale. "Che fatica! Con Sophie non è stato così!" borbotto mentre scendiamo, uno scalino alla volta.
Sento la voce di Adeline alle mie spalle. "Devi convincerti che ogni gravidanza è sè. Magari la prossima sarà migliore ..."
"La prossima? Ah no! Io ho chiuso! Chiaro?! Due figli bastano ..." poggio il piede sull'ultimo scalino, "Che fatica, uffa!"
Raggiungiamo l'atrio, infiliamo le mantelle, i guanti e gli stivali pesanti, mi siedo su una poltroncina con difficoltà, Andrè si china e mi aiuta con le calzature. "Che vergogna, io che ho sempre voluto fare da sola!"
"E' solo momentaneo. Su, non fare quell'espressione. Vedrai che tra meno di due mesi tornerai la donna di un tempo."
"Spero anche prima! Dopo la nascita di Sophie ho indossato i miei soliti abiti a distanza di pochi giorni. Almeno spero che in questo non cambi nulla. Bene, possiamo andare ... se mi aiuti ad alzarmi! Accidenti ... "
"Su ... dammi la mano."
"Si ... tirami su, Andrè ... e ricordati ... dopo questo ... basta!"
"Si, si ... non fai che ripetermelo ih ih ih ..."
"E cerca di tenerlo bene a mente ... e durante l'allattamento si può concepire! E questa pancia ne è la prova! Andiamo Andrè ... la cappella ci aspetta!" infilo la cappa, sistemo il cappuccio in testa e piano ci avviamo verso la cappella, poco distante dal castello.
Attraversiamo il cortile, alcuni piccoli fiocchi di neve iniziano a scendere, leggeri, come se danzassero. "Guarda Andrè ... non è magnifico? C'è anche la neve."
"E' proprio la notte di Natale ... e tra qualche ora sarà il tuo compleanno."
"Il primo Natale di Sophie ... ed anche un anno che abbiamo Beau con noi!"
Attraversiamo il cortile ed entriamo nella cappella, già in parte gremita dalla nostra famiglia. Sento la voce di mio padre "Finalmente siete arrivati! Su forza figliole! Sistematevi tutte dietro l'altare, questa sera voglio sentirvi cantare, come quando eravate solo delle ragazzine!"
"Augustin ... come ti vengono certe idee?!" osservo mio marito, tutto felice di avere le nostre figlie qui, nella capella, lontano da Parigi.
"Come sarebbe? Forse le nostre figlie non hanno una bella voce?"
"Certo, ma non sono più delle ragazzine. E non credo abbiano provato nulla!"
"Se la caveranno, sono delle Jarjayes!"
"Quindi adesso anche sapere cantare sarebbe una attitudine dei Jarjayes?"
"Anche! I Jarjayes primeggiano in tutto."
Osservo mio marito, tutto fiero. Alzo la testa e rispondo decisa: "Anche le De La Borde! Vero zia Lorene?!"
"Anche le De Borde."
"Oh ... siete impossibili quando vi alleate, voi due!" sbotto mentre osservo mia moglie e sua zia ridere complici.
"Hai ragione figliolo, queste donne, quando si alleano, posso essere terribili. Ne so ben qualcosa io!"
"Padre ... ricordo bene cosa vi ha fatto passare la cara Lorene ... e quando Marguerite si è alleata con lei ... meglio andare oltre. Venite, sedetevi qui, sul cuscino, così sarete più comodo. E' uno dei dieci che ho acquistato per Oscar l'anno scorso ... Non ho avuto una bella idea? Non sono comodi? Visto che sono utili!?"
"Si si Augustin ... sei uno Jarjayes ... puoi solo avere ottime idee. Ma ora prepariamoci per la funzione ... "
"Armand dovrebbe anche servire la messa! Ih ih ... almeno questo dovrebbe saperlo fare!"
"Augustin per favore!"
"Marguerite ... cosa c'è ora che non va? I cuscini sono stati un'ottima idea! E guarda ... sono utili anche adesso!" aggiungo tutto fiero ed impettito mentre mio padre si siede sul posto che gli ho riservato.
Osservo le mie figlie, si sistemano tutte attorno all'altare, si osservano e a un cenno di Andrè, che come loro complice si assicura che siano coordinate, iniziano ad intonare un canto natalizio. Le loro voci sono diverse, piene, acute, solide. Molto diverse da quelle che erano da ragazzine. Mi volto verso Marguerite e sussurro appena: "Sono felice, Marguerite. Sono molto felice. La nostra famiglia è tutta qui, al sicuro, unita" prendo una mano di mia moglie e la stringo appena, la mia amata Marguerite. Siamo tutti qui, al sicuro.
"E come deve essere." Rispondo con una punta di orgoglio.
"Hai ragione ..." sento alle nostre spalle le vocine dei nostri nipoti, i più piccoli sono rimasti nel castello, pronti per andare a dormire, mentre gli altri sono con noi, accanto ai loro padri.
La messa inizia, il nostro padre spirituale inizia il suo rito mentre Armand si destreggia come chierichetto. Sorrido, lo ricordo da ragazzo quando faceva la stessa cosa nel nostro palazzo. Siamo lontani da Parigi, ma siamo uniti e questo è quello che più conta.
E' quasi giunta la mezzanotte, la messa è quasi terminata, quando vedo Oscar fare una strana smorfia e mettersi una mano sul ventre. Abbassa un attimo lo sguardo e poi osserva Andrè, quasi smarrita. Abbasso lo sguardo e mi rendo conto che c'è qualcosa ai suoi piedi e i suoi pantaloni hanno una macchia, come se avesse fatto la pipì. "Marguerite ... cosa sta succedendo?"
"Oh oh … a breve avremo un altro bambino a palazzo!" raggiungo mia figlia. "Oscar è tutto sotto controllo … dobbiamo tornare immediatamente a palazzo."
"Ma ... è presto, Madre!"
"Ma la creatura non la pensa così! ... Su, andiamo!"
Alzo lo sguardo verso Andrè, lo vedo corrermi incontro e sorridermi. "Oscar ... stai tranquilla. Sarà il Natale più bello della nostra vita!"
L'afferro per il bavero e digrigno: "E tu sarai con me! Intesi?!"
"Si, certo. Come con Sophie ... l'abbiamo fatta assieme ed assieme la vedremo nascere! Ma ora vieni, appoggiati a me. Devi cambiarti, fa freddo e tu sei tutta bagnata"
"Ah, lo spirito del Santo Natale si è posato su questa famiglia. Preghiamo insieme affinchè la Contessa dia alla luce una creatura sana ed in salute, in questa Santa Notte! Pater Noster ..."
Oscar ribatte stizzita: "Padre, non sono morta e questo non è il mio funerale! Ma dico, possibile che tra tutti i prelati, uno, uno normale non c'è mai stato?!"
"Normale ... in che senso? IO sto pregando affinchè il parto vada bene, senza complicazioni, in questa notte particolare! Dovreste ringraziarmi, Madame!"
"Fatemi il favore di tacere!" guardo dritto negli occhi mio marito e concludo: "Andiamo Andrè!"
"Andiamo!" passo un braccio attorno ai fianchi di mia moglie al fine di sorreggerla meglio e piano ci incamminiamo verso l'uscita della cappella.
Osservo con attenzione l'andatura di mia figlia Oscar, mi avvicino a mia moglie Marguerite e domando: "Cosa succede? Perché Oscar cammina in quel modo? ... Dà l'impressione di essersi rovesciata una tinozza d'acqua addosso."
"Più o meno ... Augustin, non voglio farti agitare ma ... diventeremo ancora nonni, proprio questa notte!" sorrido felice, avremo un altro piccolo per casa.
"COSA?! CHE?! NOOOOO ..." rincorro mia figlia, la fronteggio e dico con affanno: "Appoggiati a me! Ti porterei in braccio ma non sei più una leggiadra donzella! Su presto appoggiati!"
"Padre ... " faccio un respiro nel tentativo di non agitarmi quando sento una fitta nel basso ventre. "Accidenti ... Andrè andiamo, veloce. Non credo che la creatura abbia molta pazienza!"
"AHHHH finalmente sta per nascere François!" tiro su lo sguardo al cielo. "Grazie Bambin Gesù! Grazie!"
"Signore ... per cortesia, non fate agitare Oscar ... e poi ... non è certo che sia un maschio ... non dimenticatelo"
"BASTA VOI DUE! ANDRE', ANDIAMO! VOGLIO ANDARE NELLA NOSTRA STANZA E CHIUDERE LA PORTA A CHIAVE!"
"LASSONNE DOVE SEI? VIENI QUA!"
"Arrivo ... arrivo. Ma tu, Augustin, devi restare calmo"
"Calmo?! Calmo, dici? Sta per nascere l'erede, il mio erede! Spiegami come potrei calmarmi!?"
"Magari cercando di non farti venire un attacco di cuore, se vuoi vedere il tuo erede!" rispondo tranquillo mentre mi chiedo se mai il mio amico riuscirà a rimanere tranquillo.
"Sono un uomo forte e ponderato. Quindi non preoccuparti per me e occupati di mio nipote! SBRIGATI!"
Osservo Madame Oscar, si volta un attimo e mi lancia una occhiata piuttosto eloquente. "Augustin, io non credo che tua figlia voglia il mio aiuto, sai?"
"Ma mio nipote ha bisogno di te e tra uomini ci si aiuta!"
"Ma tua figlia è una donna ... e senza offesa, quando vuole è persino più testarda ed irragionevole di te! Quindi io non vado, almeno se non sarà lei a volerlo"
"Ma io mi riferivo a François! E' lui che ha bisogno di te. Siete uomini oppure no?"
"Io si, tu pure ... ma Oscar no, decisamente no. Anche se ci hai provato a farle credere di esserlo ... non lo è" rispondo con tranquillità. "Detto ciò vorrei comunque essere a sua disposizione, nel caso in cui volesse il mio aiuto. Quindi Augustin, con il tuo permesso, io andrei ..."
"Dove? Ma dove vai?"
Mi fermo, sento la mano di Augustin afferrare il mio braccio. "Come sarebbe dove vado. Vado al castello, dietro la porta dell'appartamento di tua figlia, a fare il mio lavoro! Oh povero me, se sei così adesso ... tra qualche anno come sarai?!"
"Oh oh bene! Allora vai! VAI!"
"Oh, grazie!" alzo gli occhi al cielo, attraverso il cortile e cerco di raggiungere il castello. Nevica, la coltre bianca inizia a posarsi sul terreno. "Che notte! Sembra la stessa in cui è nata lei"
"Lo ricordi ancora, vero Edmond?" sento la voce di Rosy, mia moglie.
"Certo che lo ricordo ... ma il parto è in anticipo di ben tre settimane."
"Vedrai che andrà tutto bene, caro. I Jarjayes hanno una tempra durissima! Ora vieni, entriamo!"
"La creatura nascerà sotto peso, sono preoccupato."
"Ecco, lo vedi che abbiamo bisogno di te?"
Sento la voce del mio amico Augustin alle mie spalle. "Muoviamoci, anche tu Marguerite, forza, veloci! Tutti di sopra!"
"Si si Augustin ... ma tu magari ... ecco, va nello studio con .. con Charles, Louis e gli altri! Su su ... vai!" aggiungo una piccola spinta sulla schiena di mio marito per indirizzarlo verso lo studio, meglio tenerlo alla larga dalle stanze di Oscar.
"Io nello studio?! No, Signore! Io mi apposterò dietro la porta della camera del mio erede!"
"Augustin ..." dico esasperata. "Ma perché vuoi farla agitare? Te lo chiedo davvero come forma di cortesia ... VAI NEL - LO STU - DIO"
"Beh?! Lei sarà dentro mentre io attenderò fuori. Non lo saprà se nessuno glielo dirà!"
"Come se tu fossi capace di stare lì fuori, ben nascosto ed in silenzio ..." sbuffo scocciata mentre raggiungiamo la stanza di Oscar. "Tu non entri, chiaro?" ordino decisa mentre appoggio una mano sul suo petto.
"Ma io voglio sapere come sta..."
"Tu resti qui" sottolineo una parola alla volta, decisa, autoritaria.
"Marguerite ma insomma!"
"Insomma niente. Tu resti qui, e fine del discorso"
Vedo Giovanna seguita dalla uno stuolo di cameriere arrivare con dei paioli d'acqua. Si avvicina, mi vede e con evidente agitazione dice: "Padrun spostatevi! Questo non è posto per uomini! ... E' un momento molto delicato per Madame le Conte e Voi siete di troppo!"
"IO non sono mai di troppo, chiaro? Vi ricordo, Giovanna, che questa è casa mia e Voi siete alle mie dipendenze."
"Lo so bene, Padrun! Ma in questo momento il palazzo è assediato da noi donne! Quindi ..."
"Quindi niente. Voglio vedere mio figlio .. ehm ... figlia. Adesso!"
Giovanna non curante delle mie parole, fa irruzione della camera di mia figlia seguita dalle sue cameriere.
"Madame le Conte qui fuori c'è Vostro padre, vuole vederVi, Cosa gli dico?"
"NO! ASSOLUTAMENTE NO!"
Sento le braccia di Andrè stringermi. "Oscar, non agitarti."
"André assicurati di chiudere bene a chiave la porta!"
"Si certo. Ma possiamo fare entrare tua madre? E magari anche mia nonna e ... Lassonne?"
"L'importante è che non entri mio padre!"
"Bene, allora vado alla porta, faccio entrare solo loro e poi richiudo, promesso. Posso lasciarti qui ... un istante?"
"Si, ma fa presto!"
Raggiungo la porta apro piano. "Madame ... Oscar vuole che entriate. E anche Voi, dottore." Poi mi volto verso il generale ed aggiungo: "Ehm .. Voi, Signore, potreste cercare mia nonna?!" domando quasi imbarazzato.
"Io chi dovrei cercare?! Io rimango qui! Voglio sincerarmi che a mia figlia e a mio nipote vada tutto bene!" spingo Lassonne verso la porta. "E tu datti da fare! Guai se dovesse accadere qualcosa a tutti e due. Mi sono spiegato?"
"Si si ... vado. Ma tu non entrare, chiaro? É già un mezzo miracolo che tua figlia faccia entrare me, ricordalo!" Entro seguito da Madame Marguerite, poi Andrè chiude la porta e gira la chiave, deciso.
"Madame Oscar ... posso?!" domando con calma, la conosco bene, non vorrei finire con un pugnale in una gamba.
Sono seduta sul sofà, scruto Lassonne come se fosse un soldato in rassegna e con tono perentorio, rispondo: "Prego! Ma se pensate di assistermi nel parto, lo farete dall'anticamera! Con me oltre a mia madre, la nonna ci sarà zia Adeline e ovviamente André!"
"Oh ... certo, come desiderate. L'importante è che vada tutto bene e che siate a Vostro agio. Posso sapere come Vi sentite?" domando mentre mi avvicino con circospezione, ha uno sguardo che fa paura.
"Sto perfettamente! … Sento solo un po' caldo."
"Posso ... posso tastare il Vostro ventre?" domando un poco titubante
"A cosa servirebbe?"
"A controllare che vada tutto bene, ovviamente. Sono un medico ... faccio il mio lavoro."
"Va bene ... ma non crediate di alzare la mia camicia. O di convincermi a guardare ... lì. Chiaro dottore?"
"State tranquilla, non ... non ci ho nemmeno pensato ..."
"Meglio ... prego, avvicinatevi pure, dottore" lo osservo mentre si avvicina, un passo alla volta. Si siede sulla poltroncina accanto alla mia e allunga una mano verso la mia pancia.
Allungo la mano, piano, e la appoggio sul ventre di Madame. Sento la creatura muoversi, la pancia tesa, dura.
Poi mi rendo conto che Madame deve avere avuto una contrazione, un sussulto piccolo, una smorfia sul suo viso. Ma nessun lamento, nulla.
"Tutto bene Madame Oscar?"
"Ne dubitate?"
"Ho sentito un sussulto ..."
"Sarà stato Beau."
"Sto visitando Voi non il Vostro cane."
"E allora? Beau avrà avuto un sussulto mentre si è sistemato sui miei piedi ..."
"Madame, il Vostro cane è a mezzo metro da Voi!"
"Siete anche veterinario, dottore?!"
"E' inutile che sviate il discorso, i Vostri pantaloni sono bagnati ciò significa che siete in procinto di dare alla luce la Vostra creatura."
"Ah ... guardate, non me ne ero affatto accorta!" aggiungo sarcastica. In certi momenti persino Lasonne mi è insopportabile.
"Uhm ... dunque non negate l'evidenza!?"
"Mi prendete forse in giro, dottore? Sono un soldato, non dimenticatelo" poi sussulto appena, un'altra fitta nel basso ventre.
Siparietto, La protesta del Generale
Generale: "Che cosa avete fatto?! Ditemi, cosa avete combinato? ... Su, rispondente ... e non guardatemi così!"
Aizram: "Noi? Nulla ... perchè?"
Generale: "NULLA?! NULLA!? Ma se avete tagliato il capitolo a metà! Perché Perché? Sta per nascere François e VOI avete diviso in due il capitolo?! Siete delle Arpie!"
Aizram: "Perchè è troppo lungo ... non si può leggere un capitolo di oltre 30 pagine. Abbiamo diviso ... un unico capitolo pubblicato in due tempi ... lo abbiamo già fatto ... nel bordello ... ricordate?"
Generale: "Il bordello non ha nulla a che vedere con la nascita di François! Io voglio che mio nipote nasca adesso! Stasera!"
Aizram: "Si certo, pubblichiamo la parte uno e poi terminiamo di scrivere della nascita del vostro erede ... o forse della vostrA erede!"
Generale "CHE?! COSA?! Uè uè non fate scherzi!"
Terry: "Uè adesso parlate anche napoletano? Uhm ... bravo il nostro Generale!"
Generale: "Arpia non cambiate discorso! IO esigo che pubblichiate anche l'altra metà del capitolo!"
Aizram: "Domani ... o dopodomani! Su su ... cosa cambia? Un paio di gironi e saprete cosa abbiamo deciso circa la vostra sorte!"
Generale: "Arpia sapete bene che domani sarà impossibile pubblicare, visto che non ho ancora l'incontro con le mie lettrici e soprattutto François non è ancora nato!"
Terry: "Allora domani finiamo di scrivere il capitolo e dopodomani pubblichiamo. Così va meglio?"
Generale: "BOUUUUU BOUUUUUU ... sniff ... mi arrendo ... forza, pubblicate ... ARPIE!"
Aizram: "Grazie Generale. Siete sempre molto gentile!"
Generale: "PREGOOOOO SNOBBBB SNIFFFF "
Terry: "E non piangete ... sniff ... o fate piangere anche noi ... sigh ... sob ... Terryyyyyyyy sniff ... piango anche io ... con il generale ... sobb"
Aizram: "Piangiamo insieme ah ah ah ..."
