Devo fare due premesse, vi prego, leggetele.
Spero che troverete la semi citazione a Matrix.
In questo capitolo avrà un ruolo importantissimo un mio personaggio originale. Si chiama Lester Hudson ed è un mutante che, come Smoker di One Piece, riesce a trasformare il suo corpo in fumo. Lester, però, non è solo un mutante … è anche e soprattutto un mago, addirittura un Auror! Non in questa fanfiction, ovviamente. Non posso mettere link esterni ma vi invito a dare una sbirciata alla pagina Facebook "Welcome to Hogwarts gdr". Lì, oltre a pubblicare articoli giornalieri su vari temi inerenti il mondo di Harry Potter, ogni sabato pubblichiamo un capitolo della Fanfiction che sto scrivendo a quattro mani con Jasmine Lily Luna. La Fanfiction si chiama "Giallo Tassocorvo" (perchè io sono Corvonero e Jasmine Tassorosso) e i suoi protagonisti non sono Harry, Hermione, Ron e tutti gli altri personaggi dei libri ma persone vere e proprie, i Professori e gli Studenti che hanno permesso al nostro gdr di andare avanti per ben otto anni! (Welcome to Hogwarts gdr, un gruppo Facebook). Fino ad ora abbiamo pubblicato due Gialli Tassocorvo: "L'amuleto dell'alchimista" e "Assassinio sull'Hogwarts Express", quest'ultimo è in via di conclusione e sarà proprio qui che troverete l'Auror Lester Hudson.
Punto tre? Non erano due? Ah, ecco! Buona lettura!
32. Tradimento
David piangeva, un pianto inconsolabile lo scuoteva da testa a piedi, aveva appena conosciuto suo padre, aveva avuto giusto il tempo di parlare con lui, di iniziare ad affrontare i suoi sentimenti e ora … ora glielo stavano portando via? No, non poteva accettarlo, non l'avrebbe permesso. Anni e anni di solitudine, di notti insonni in cui si era chiesto chi fosse, dove si trovasse e cosa facesse mentre lui soffriva la sua mancanza insieme a sua madre.
Sentiva di essere sull'orlo di un burrone, se avesse fatto un passo avanti sarebbe precipitato nell'abisso della disperazione e avrebbe perso il controllo ma no, non poteva permetterlo, non aveva intenzione di perdere se stesso, doveva restare lucido, almeno per una volta doveva e poteva vincere il caos che regnava nella sua mente. Con uno sforzo enorme, lo stesso che aveva fatto per affrontare il tornado della mente di Charles, richiamò quel potere, quello che aveva già usato in passato, poteva usarlo anche ora, ce l'avrebbe fatta. Continuando a ripetersi questo posò le mani sulla ferita di Charles e si concentrò, chiuse gli occhi sentì l'energia fluire e, lentamente, le ferite rimarginarsi. Aprì appena gli occhi per vedere, sentiva gli sguardi dei presenti puntati su di lui e anche lui si stupì di ciò che era riuscito a fare: gli abiti di suo padre erano ancora zuppi di sangue ma, al di sotto della stoffa strappata, la pelle era intatta. Ce l'aveva fatta, lo aveva guarito, aveva chiuso la ferita e ripristinato il sangue perduto, lo vide lentamente riprendere colore.
Aveva il fiato corto, l'emozione e lo sforzo fisico lo avevano stremato ma lui continuava imperterrito a guardare suo padre che ora aveva chiuso serenamente gli occhi e riposava, il petto si alzava e si abbassava con regolarità e, posandoci sopra la mano insanguinata potè sentire il ritmo rassicurante del suo cuore.
"Ce l'ho fatta …" disse "L'ho salvato …"
In molti sensi, pensò, ma non lo disse.
Tutti lo osservarno, spaventati per le conseguenze delle sue azioni e imperssionati per la portata del suo potere.
"Ragazzo," disse Logan con voce roca "sei stato coraggioso, ma lui …"
"Lui niente!" gridò David con rabbia a stento trattenuta "Non avete capito niente! Ora non è più pericoloso. I mutanti sono ancora lì fuori. Tu" disse, puntando un dito verso Jean "Sei una telepate, giusto?"
Lei annuì, era ancora visibilmente tesa ma notò che, almeno in quel momento, Charles era tornato inoffensivo.
David prese una coperta e spostò Charles in modo che fosse più comodo
"Bene. Esci da loro e cerca un certo Andrew Anderson. Guarda nella sua mente, guarda nei suoi ricordi e fammi sapere. Io resterò qui."
Jean lanciò un'occhiata a Logan, dal suo pugno chiuso ancora gocciolava il sangue di Charles, entrambi si sentivano confusi, ancora spaventati per ciò che era successo e per ciò che erano stati costretti a fare.
"Usciamo" disse Logan "Diamo retta a lui."
Jean annuì ancora anche se con esitazione.
"Potete fidarvi" disse Raven, raggiungendo David al fianco di Charles "È il figlio di Charles, sicuramente anche lui avrà visto qualcosa."
Tutti accusarono il colpo, non sapevano nulla, ma di tacito accordo decisero che avrebbero affrontato l'argomento più tardi.
Jean e Logan uscirono seguito dagli altri, i mutanti erano ancora lì fuori, si erano divisi in piccoli gruppetti e parlavano tra di loro mentre una delle donne finiva di medicare la ferita di Zuko. Jean cercò la mente di Andrew Anderson, la trovò, cercò ciò che aveva visto Charles e, quando finalmente lo vide, impallidì per il terrore. Andrew era un uomo di corporatura gracile e dallo sguardo sfuggente, i capelli brizzolati e la barba incolta non sembravano solo il risultato di settimane di prigionia.
Si trovava in una stanza bianca, vuota se non per un tavolo, alcuni documenti posati a terra e due sedie. Di fronte a lei era seduto un uomo della CIA in giacca e cravatta che sorrideva maligno.
"Abbiamo poco tempo, Signor Anderson" disse l'uomo "Il Professor Xavier sta attendendo di ricevere i fascicoli inerenti ai mutanti che porterà con sé a scuola. Il problema è … cosa diremo noi di lei?"
L'uomo si chinò a sinistra e riemerse con un enorme pacco pieno di documenti.
"Da quello che dicono i rapporti della polizia il suo potere è una saliva altamente corrosiva, giusto? Qui ha anche collezionato una serie di crimini decisamente notevole: furti di banche, negozi di vario tipo, case private … diciamo che non è proprio innocente, o sbaglio?"
L'uomo spostò il plico sulla sinistra, si chinò a destra e prese una cartellina decisamente più sottile, che posò a destra.
"Vede? Se lei uscisse di qui potrebbe andare da Xavier ma non passerebbe molto tempo prima che la sua natura la porti in prigione. Quindi cosa vuole fare? Quali informazioni darò al Professore?"
Jean vide che Andrew guardava alla cartellina sulla destra.
"Eccellente!" esclamò l'agente "Immaginavo che, dentro quella testa, ci fosse un po' di buon senso. Ovviamente, come potrà immaginare, tutto ha un prezzo …"
Jean era immobile, Ororo notò il suo disagio e le posò una mano sulla spalla.
"Qualcosa non va?" le chiese, ma lei aveva gli occhi fissi su Anderson "Jean?"
"Più di qualcosa non va" rispose infine lei "Ora capisco la reazione di Charles."
Si fece avanti e si mise al centro del cortile in modo che tutti potessero sentirla.
"Avete visto cosa è successo, ora vi spiegherò qualcosa che non sapete."
Tutti si voltarono a guardarla, Anderson fece un passo indietro ma Logan, intuendo che avrebbe potuto fuggire, gli sbarrò la strada.
"Ciò che è successo stanotte è molto grave. Tu" disse, puntando il dito verso Andrew "Ho visto la tua mente, ciò che è successo oggi e ora lo racconterò a tutti."
Anderson fece un altro passo indietro ma andò a sbattere contro Logan che lo guardò minaccioso.
"Oggi Charles è uscito dal centro di detenzione con tutti i vostri fascicoli, forniti dagli agenti della CIA. Uno di questi però era falso. Andrew Anderson è un mutante ma soprattutto è un delinquente e la CIA ha pensato bene di ricattarlo per i suoi scopi e lui si è fatto usare."
Uno dei mutanti si avvicinò, era un uomo alto, possente, con lo sguardo tagliente come una lama.
"Spiegati meglio, cosa avrebbe dovuto fare?"
"Il suo compito era uccidervi. Tutti."
Alle parole di Jean seguì un attimo di caos, tutti iniziarono a parlare insieme.
"ZITTI!" gridò l'uomo, riportando il silenzio "Cosa intendi dire?"
"Sarò breve. Gli agenti della CIA sapevano che tra di voi ci sono tre umani e sapevano che Charles sapeva. Per questo motivo avevano chiesto a lui di aiutarli a buttare merda sugli umani. Avrebbe dovuto uccidervi tutti con un coltello rubato dalla cucina poi avrebbe preso i corpi degli unici umani presenti, li avrebbe portati lontano e li avrebbe fatti sparire grazie alla sua saliva corrosiva o semplicemente li avrebbe buttati nel lago. Successivamente sarebbe scappato per impedirci di leggergli nella mente e noi il mattino dopo avremmo trovato tutti i mutanti morti con un metodo che solo un umano avrebbe usato e gli umani spariti. In questo modo noi avremmo sicuramente incolpato gli umani e il nostro odio nei loro confronti sarebbe aumentato tanto da spingerci a una reazione violenta. Il problema è che si è fatto scoprire, voleva uccidere per primo Zuko perché pensava che fosse il più debole, invece è riuscito a difendersi! Inoltre non aveva notato che David non era ancora tornato e ha dovuto fermarsi."
La donna che aveva medicato Zuko lo strinse in un abbraccio.
"Per questo Charles era così arrabbiato, per questo ha perso il controllo. Avrebbe potuto capire un'azione violenta da parte di un umano nei confronti di un mutante, ma non è riuscito a tollerare e reggere il tradimento di un mutante verso la propria razza."
Nel frattempo era arrivato anche Erik e guardò Jean, che con lo sguardo gli fece capire che gli avrebbe spiegato tutto più tardi.
Anderson fece per scappare ma Logan lo trattenne.
"Decideremo cosa fare con te" disse guardandolo con disprezzo. Nel frattempo" continuò, rivolgendosi ai presenti "Immagino che siate tutti spaventati e confusi e sarebbe comprensibile se ora voleste andarvene …"
L'uomo che prima aveva parlato si fece ancora avanti.
"Non hai capito un cazzo."
Jean aprì la bocca per ribattere ma lui scosse la testa.
"No, no, ho già capito dove vuoi andare a parare" continuò lui "Non serve essere un telepate, si vede dai vostri occhi."
Tutti si voltarono a guardarlo, dai loro sguardi Jean capì che doveva essere una specie di leader, uno su cui avevano fatto affidamento fino a quel momento.
"Spaventati? Confusi? Con chi credi di parlare, eh? Sì, forse potremmo essere stati spaventati e confusi fino a un momento fa, prima di capire cos'era successo, ma ora più che altro siamo incazzati e con giusta causa!"
Jean e Ororo si scambiarono uno sguardo confuso.
"Mi presento, mi chiamo Lester Hudson e ora vorrei spiegarvi un paio di cose. Voi siete gli X Men, è chiaro, ma sapete chi siamo noi? Voi siete gli eroi, mettete a rischio le vostre vite ogni giorno per il bene dei mutanti, ma ve ne state qui al sicuro … e noi? Noi siamo i mutanti che ogni giorno vengono discriminati, picchiati, emarginati, siamo coloro che vivono questa situazione di merda in prima linea!"
Tutti attorno a lui annuirono.
"Pensate davvero che dopo giorni e giorni di torture fisiche e psicologiche noi possiamo spaventarci solo perché gli umani complottano contro di noi o perché Charles è andato in modalità Berserk nemmeno fosse l'EVA01? Ci credete deboli a tal punto da fuggire per così poco?"
Altri cenni di assenso e qualche frase di incoraggiamento.
"Noi sappiamo bene chi è Charles Xavier, prima lo conoscevamo per fama ma abbiamo avuto la fortuna di vederlo all'opera oggi. Fino a stamattina eravamo disperati, immersi nella nebbia dell'incertezza e della disperazione … poi è arrivato lui. Era messo malissimo, pieno di lividi e tagli, ma non ha mai, mai perso il sorriso, ha letteralmente portato una ventata d'aria fresca e di speranza in tutti noi … e non sapevamo nemmeno chi fosse!"
Lester si avvicinò a Zuko.
"Zuko è il figlio di un mio carissimo amico, abitiamo nello stesso palazzo. Dopo l'incidente che lo ha sfregiato ha smesso quasi del tutto di parlare, anche con i suoi stessi genitori, ogni tanto si confidava con me, ma solo perché sapeva che ero un mutante. Per settimane, mesi, ho provato ad aiutarlo ma è stato tutto inutile. Quando siamo stati arrestati si è chiuso ancora di più. Poi è arrivato Charles. Ve lo giuro, ho assistito personalmente alla scena ed è stato un miracolo. È bastata una mano sulla spalla, un sorriso e una parola e Zuko si è aperto, si è confidato, gli ha parlato e …" aggiunse, asciugandosi le lacrime sfuggite alla sua emozione " … lo ha abbracciato! Non avrei mai pensato che potesse essere possibile! Eppure ce l'ha fatta!"
Lester si guardò attorno, anche gli altri annuivano perché erano d'accordo con lui.
"Certo, noi non conosciamo Charles quanto voi ma a quanto pare siamo più capaci di dare valore a ciò che ormai voi date per scontato. Io non sono un X Men, non posso e non potrò mai paragonarmi a lui, ma so cosa significa avere il peso della vita di qualcun altro sulle proprie spalle, so quanta fatica si fa ad andare avanti, giorno dopo giorno, ad annullarsi per qualcun altro e ritrovarsi poi al buio, incapaci di trovare la speranza dentro se stessi. Io non ho idea del peso che abbia portato Charles sulle sue spalle durante tutta la sua vita, sicuramente ciò che ho provato io è una briciola in confronto … ma è questo ciò che ha fatto: ha donato se stesso per voi, per un bene superiore, vi ha accolto, vi ha dato una casa, una famiglia, vi ha guidato, vi ha aiutato. Ora" disse, puntando un dito accusatore contro gli X Men "Ora è lui che ha bisogno di voi, è lui che ha bisogno del vostro aiuto. Se anche per un solo istante avete pensato di abbandonarlo, di lasciarlo solo o di poterlo emarginare perché è diventato un pericolo per se stesso e per gli altri … allora non siete altro che dei codardi irriconoscenti."
Lester aveva parlato senza quasi interrompersi, le sue parole erano scese come grandine, la voce era ferma ma la mano tremava, ciò nonostante non aveva vacillato nemmeno per un secondo. Ororo, Scott, Jean, Hank … tutti si scambiarono degli sguardi imbarazzati, ciò che aveva detto Lester era vero.
Scott, che fino a quel momento era rimasto impietrito per lo shock che aveva fatto riaffiorare vecchi e dolorosi ricordi, sembrò recuperare lucidità. Erik si era messo in disparte, immerso nei suoi pensieri, forse rivolti a Charles.
Logan estrasse un sigaro dalla tasca, lo portò alle labbra e nascose il viso dietro le mani mentre lo accendeva, anche in quel momento vedere il sangue di Charles rappreso sulle sue nocche gli diede la nausea. Accese il sigaro, inspirò profondamente ed espirò un lungo filo di fumo verso il cielo mentre grosse lacrime gli rigavano il volto tirato per la tensione. Prese altre due boccate, poi parlò.
"Anche se una persona sbaglia, perde la strada, la strada non è perduta per sempre…" disse Logan, riferendosi alle parole che Charles aveva pronunciato in più di un'occasione "Vale per noi, vale anche per lui. Hai ragione" disse, rivolgendosi a Lester "Charles ha bisogno del nostro aiuto, lui non lo ha mai negato a noi … e noi faremo lo stesso."
Lester sorrise, tutti percepirono che la tensione era svanita.
"Vorrei parlare anch'io."
Tutti si voltarono verso Sophie, la ragazza tremava ma il suo sguardo era deciso.
"I-io non sono una mutante, sono un'umana … fino a stamattina avevo paura dei mutanti, sono cresciuta nel terrore dei mutanti a causa dei miei genitori … ma mi è bastato parlare insieme a Charles per cinque minuti e ho cambiato radicalmente la mia visione. Quando gli ho confessato di essere terrorizzata perché temevo che volesse farmi del male sapendo che ero umana ho visto in lui qualcosa … forse rabbia? Forse dolore? In ogni caso è durato poco, appena un istante, invece di insultarmi o di arrabbiarsi con me è stato paziente, mi ha spiegato il suo punto di vista senza imporlo ma facendomi ragionare. Dopo il suo discorso avrei potuto sentirmi in colpa, avrei potuto vergognarmi dei miei sentimenti … ma lui ha saputo mettermi a mio agio, senza mettermi pressione. Anche ora, dopo ciò che ci hai raccontato, potrei vergognarmi di essere un'umana ma no, non mi vergogno. L'atteggiamento di uno non può condannare un'intera specie. Vale per gli umani e vale per i mutanti. Ripeto, non sono una mutante e so che anni di paura non possono svanire come per magia nella mia testa perciò, con il vostro permesso, vorrei restare, vorrei imparare a conoscervi perché è ciò che non conosciamo che ci spaventa e io non voglio più aver paura."
Tutti, attorno a lei, annuirono, anche Zuko.
Logan guardò Hank, che sogghignò divertito.
"Sapete una cosa?" disse guardandosi attorno "Credo che qui ci sia troppo poco spazio!"
