Eccomi con un nuovo capitolo e con nuove note prima di iniziare.

Come ho già specificato, la storia è ambientata dopo il finale del futuro di Giorni di un futuro passato perciò tutti i personaggi hanno l'aspetto della prima trilogia. Le uniche eccezioni sono ovviamente Charles, che ha l'aspetto di James McAvoy in First Class, e Raven la quale ha l'aspetto di Rebecca Romijn ma con i capelli biondi.

Lester invece ha l'aspetto di Brent Spiner e per Zuko ho scelto Dallas Liu (l'attore che interpreta Zuko nella serie Netflix "Avatar - La leggenda di Aang).

A proposito di nomi, mi potreste aiutare a trovare un nome per Mini Cerebro?

36. Partenza

La mattina seguente Charles trovò Zuko in giardino seduto su una panchina, stava parlando con Lester e sembrava malinconico.

"Oh, Charles!" lo chiamò Lester "Zuko vorrebbe parlarti!"

Charles si avvicinò e si sedette accanto a loro.

"Dimmi tutto, ti ascolto."

Zuko era a disagio, non riusciva a trovare le parole giuste per definire ciò che provava.

"Professore … hem …"

"Chiamami pure Chuck" gli ricordò Charles.

"Bene … hem … Chuck … hem … volevo dirti che sei stato fantastico l'altra notte! Non pensavo che fossi così forte!"

Charles lo guardò con gli occhi sgranati per la sorpresa, non solo Zuko non si era spaventato ma addirittura lo ammirava?

"Ti ringrazio, è molto importante per me."

"Però …"

"Vorresti tornare dai tuoi genitori?" gli chiese.

Zuko si limitò ad annuire.

"È normale, sei lontano da loro da tanto tempo."

"Però vorrei poter tornare qui, insieme a loro, loro non sanno molto sui mutanti …"

"Potrai farlo quando gli appartamenti saranno pronti, se i tuoi genitori vorranno."

"Convincerò io suo padre" disse Lester "Frank è cocciuto a volte, ma sposterebbe il mondo per suo figlio e lo stesso vale per sua madre."
"Allora è deciso. Per ora cerca di riposare e stare con la tua famiglia."

Zuko non rispose ma lo abbracciò stretto mentre Lester li osservava, sempre più meravigliato da quella magia che Charles era in grado di compiere e che andava al di là del suo potere: dare fiducia e speranza agli altri.

La valigia era pronta, i biglietti aerei e le stanze d'albergo prenotati, anche a scuola tutto era sotto controllo, Anne aveva iniziato a lavorare al suo progetto mentre gli altri nuovi ospiti cominciavano a sentirsi a proprio agio. Lester aveva accompagnato a casa Zuko con la promessa che sarebbero tornati con i suoi genitori.

Nel frattempo Charles si stava preparando alla partenza, sarebbe stato lontano dalla scuola per mesi e per lui era sarebbe stata una prova difficile da superare ma, pensava, non impossibile.

Dopo aver definito gli ultimi dettagli e dopo una lunga festa di buon viaggio era finalmente arrivato il giorno della partenza. Charles quasi aveva temuto che non sarebbe mai arrivato, dopo tutto ciò che era successo.

"Allora?" gridò Raven dal bagno "Sei pronto?"

Charles non rispose, era ancora in mutande, di fronte a lui, accuratamente distesi sul letto, c'erano due completi: a sinistra il suo preferito, giacca e pantaloni blu, camicia bianca e cravatta abbinata. A destra degli abiti che non vedeva da anni: pantaloni scuri, una camicia bordeaux dalle dubbie fantasie, una giacca di pelle e un paio di occhiali da sole.

Charles allungò la mano verso gli abiti a destra ma proprio in quel momento Raven uscì dal bagno, indossava un paio di jeans chiari, una camicia bianca e una giacca azzurra. Charles restò incantato a guardarla ma lei aveva già visto qualcosa che non le piaceva.

"No!" esclamò "Non osare. Non metterai quel completo."

Charles sospirò.

"Raven, davvero vuoi che indossi questa roba? Sono vestiti che metto negli anni '70!"

"Sei in vacanza, Charles" rispose lei avvicinandosi al completo blu "Questo ti concedo di portarlo per le conferenze e in caso per qualche evento formale ma ora" continuò, prendendo tra le mani la camicia "Ora ti voglio vedere con questi!"

Lui si sedette sul letto e si massaggiò il viso.

"Ti prego …"

"Non riuscirai a farmi cambiare idea!" lo prese in giro lei mettendosi a cavalcioni sulle sue gambe "C'è un motivo se ho scelto questi abiti."

Charles scostò le mani dal viso e la guardò negli occhi, lei ricambiò lo sguardo e gli accarezzò il viso.

"Non tagliarti la barba oggi" chiese "Lasciala crescere."

"Perché?" chiese lui, lei sospirò.

"Ricordi quel giorno a Parigi? Io ero lì, in aeroporto, tu eri qui e usasti Cerebro per contattarmi. Mi implorasti di tornare a casa ma io rifiutai. Capisco ora che, invece, avrei preferito che fossi tu a raggiungermi."

Lui le sorrise.

"Fu ciò che feci, no?"

Lei annuì.

"Quel giorno indossavi questi abiti … vorrei tornare indietro, vorrei cambiare tante cose …"

Charles prese tra le mani la camicia, il colore e la fantasia erano decisamente inguardabili.

"Il vintage va molto di moda" disse lei.

"Vintage?" chiese lui "Sarebbe un modo gentile per dirmi che sono vecchio?"

"Lo sono anch'io" rispose lei "Non vedo il problema …"

Charles sorrise e la interruppe con un bacio.

"Mi concedi almeno di scegliere la camicia?"

Raven sbuffò.

"Concesso."

Charles buttò quell'imbarazzante pezzo di stoffa e iniziò a baciarla per interrompersi pochi istanti dopo.

"Continuerei ma rischiamo di perdere l'aereo …"

"Avremo tutto il tempo quando saremo arrivati" rispose Raven "La nostra vacanza è appena iniziata!" si alzò e iniziò a piegare il completo blu "Ora vestiti, metterò questo in valigia, tra poco arriverà il taxi!"

Charles sospirò e, lentamente, indossò gli abiti che lei gli aveva preparato. Poco prima di uscire dalla stanza si rese conto di una cosa importantissima, mentre lui si vestiva qualcosa era cambiato in lei.

"Raven?"

"Sì, Charles?"

"Raven … non sei blu."

Lei sospirò.

"No, Charles. Non sono blu."

"Ma …"

Era confuso, sapeva quanto lei fosse fiera della sua pelle, della sua vera pelle, del suo vero aspetto, allora perché nascondersi?

"Niente 'ma', per favore, è già abbastanza difficile per me. Vorrei essere blu, lo vorrei davvero, ma questa è la nostra vacanza, tu hai bisogno di rilassarti e non avere altre preoccupazioni. No, Charles" si affrettò a dire, vedendo che lui stava per ribattere "È una mia scelta, lo faccio per te, lo faccio per noi. Vedrai, andrà tutto bene."

Lei sorrise o, meglio, tentò di sorridere, il suo viso cercava di esprimere gioia e convinzione ma non ci riusciva del tutto. Lui la baciò sulle labbra e lei si tranquillizzò.

"Ti ringrazio."

Erano pronti, le valige erano chiuse e presto sarebbero state caricate sul taxi che li avrebbe portati in aeroporto. Dopo la festa del giorno precedente tutti stavano ancora dormendo, solo Erik e Logan erano già svegli ed erano scesi in giardino per salutarli.

"Siamo tornati indietro nel tempo?" chiese Erik, osservando gli abiti di Charles che alzò gli occhi al cielo, seccato.

"Lascialo stare!" esclamò Raven "Sta benissimo così!"

Charles trattenne a stento una smorfia di disapprovazione ma vedere Raven così felice gli fece tornare il sorriso.

"Ti stai lasciando andare, amico mio?" gli chiese Erik "Non ti sei rasato stamattina."

"Sono in vacanza, Erik. Per un po' andrà bene così. Ora, se non ti dispiace sta arrivando il nostro taxi. Ci sentiamo presto!"

Un taxi giallo rallentò e parcheggiò davanti a loro, mentre Charles caricava le valigie Raven ne approfittò per abbracciare Erik.

"Come mai non sei blu?" le chiese.

"Per praticità, non voglio che ci fermino all'aeroporto.

Erik annuì comprensivo.

"Te lo affido" le disse "Prenditi cura di lui."

"Lo farò, te lo prometto."

Nel frattempo Logan si era avvicinato a Charles.

"Fai buon viaggio, Chuck" gli disse, tenendo tra le dita il sigaro ancora spento, consapevole di quanto il fumo gli desse fastidio "Se avrete bisogno di noi non dovrai fare altro che chiamare e vi raggiungeremo."

Charles chiuse il bagagliaio.

"Spero che non ce ne sia bisogno, ma grazie."

Entrambi salirono a bordo e mentre il taxi si allontanava lanciarono un ultimo saluto agitando la mano.

L'aeroporto era molto affollato, il taxi aveva scaricato Charles e Raven di fronte all'entrata e i due, una volta recuperate le valigie, erano entrati all'interno.

"Manca ancora un po' alla partenza ma dobbiamo imbarcare le valigie e fare il controllo di sicurezza." disse Charles, guardando i cartelli per capire dove andare.

"Io vorrei visitare i negozi!" esclamò lei "Non guardarmi così! Per troppo tempo ho viaggiato per le ragioni sbagliate, oggi vorrei fare la semplice turista! Posso?"

Charles alzò le mani in segno di resa.

"Hai ragione" rispose "Chi sono io per impedirti di divertirti? Cosa ti piacerebbe comprare?"

Raven rifletté per qualche istante.

"Non lo so ancora, magari un profumo, magari una confezione gigante di cioccolato. Vedrò al momento e … Charles? Qualcosa non va?"

Si era fermato all'improvviso.

"No … io … non lo so. C'è qualcosa che non va in aeroporto, non riesco a capire cosa, c'è qualcuno che si lamenta ma …"

Raven scoppiò a ridere.

"È un aeroporto, Charles!" esclamò "Ci sarà sempre qualcuno che si lamenta! Andiamo!"

Lei lo prese per un braccio e iniziò a tirare per convincerlo a muoversi.

"Dobbiamo imbarcare le valigie!"

Charles si lasciò trascinare da lei ma continuò a sentire che qualcosa non andava. Una volta lasciate le grandi valigie all'addetta all'imbarco si diressero verso l'area destinata ai controlli di sicurezza: si tolsero le giacche e tutto ciò che era metallico per metterlo negli appositi cestini e passarono sotto l'arco del metal detector che non suonò al loro passaggio; avevano appena recuperato i loro averi e stavano per proseguire quando sentirono suonare un allarme.

"Cosa succede?" chiese Raven guardandosi attorno.

"Non capisco …" mormorò Charles indossando il mini Cerebro, poi vide che accanto al computer adibito alla radiografia dei bagagli a mano e dei cestini c'era uno dei sensori che identificavano i mutanti.

In quel momento arrivò un agente che brandiva un grosso manganello.

"Mi dispiace" disse con tono autoritario e per nulla dispiaciuto "Dovete seguirmi."