48. Confessione
Charles era furioso, la rabbia fluiva dal suo sguardo come lava incandescente, tutti temettero per un istante che i suoi occhi sarebbero diventati di nuovo neri, che lui avrebbe perso il controllo e David era già pronto ad entrare in contatto telepatico con lui per placare la sua ira, ma non fu necessario, Charles era furibondo ma lucido.
Raven arretrò di qualche passo e, spaventata, andò a sbattere contro la libreria facendo cadere qualche tomo a terra.
"Davvero, dopo tutto questo tempo, non avrei mai pensato che proprio tu potessi arrivare a tanto! Avresti potuto chiedere aiuto invece hai preferito fare di testa tua! Idiota!"
Charles non aveva alzato la voce ma suonava ugualmente spaventoso.
"Mi hai ingannato, sapendo che non avrei mai sospettato di te, sapevi che non avrei mai letto i tuoi pensieri e hai usato questa mia debolezza a tuo favore. Mi dispiace per te, ma il crimine perfetto non esiste e la verità, prima o poi, viene fuori."
Tutti stavano guardando Raven, Erik sembrava confuso e mosse qualche passo verso di lei per proteggerla, ma si fermò quando vide che invece Charles puntava il suo sguardo in un'altra direzione.
"Avresti dovuto prendere il mio posto" disse "Eri quello più razionale, il più saggio tra tutti gli X Men, il più posato, quello di cui mi fidavo di più … invece mi hai tradito, Scott."
Raven scoppiò a piangere e cadde in ginocchio, Erik le andò accanto per sostenerla, mentre Charles si avvicinava a Scott.
"Mi disgusti" gli disse "Sei un essere spregevole, non sei degno di …"
Non fece in tempo a proseguire, Scott gli puntò contro il suo visore e lo colpì in pieno petto con una scarica non tanto potente da ucciderlo ma abbastanza violenta da ferirlo e farlo cadere a terra.
"Tu non sai com'è stato qui quando te ne sei andato!" esclamò lui "Non sai cosa abbiamo passato! Aggressioni per le strade, quei cazzo di sensori ovunque, anche all'ingresso dei negozi! Arresti ingiustificati!"
Charles era andato a sbattere contro la parete, il dolore alla schiena gli ricordò quello provato quando fu colpito dalla pallottola che lo aveva reso paraplegico. A fatica si mise a sedere e poi in piedi. Il dolore al petto era fortissimo, gli sembrò di essere stato colpito da un macigno, si tastò la ferita e sentì che il sangue stava già uscendo ma, dal momento che non era tanto grave, decise di ignorarlo.
"No, non lo so" disse, parlando con molta fatica.
"Perché non c'eri!" gridò Scott "Non c'eri!"
Charles sorrise e scosse la testa.
"Dimmi, Scott, perchè avrei dovuto esserci?"
Tutti i presenti li stavano guardando con il fiato sospeso, il tradimento di Scott era stato come una doccia fredda, nessuno se lo sarebbe aspettato, la più sconvolta era giustamente Jean.
"Perché ci fidavamo di te! Ci fidavamo e tu ci hai abbandonati!"
Charles rise piano.
"Ci sono sempre stato, Scott, talmente tanto che tu ormai non puoi più fare a meno di me? Sei stato un ottimo leader per gli X Men, non lo nego, ma avevi sempre me alle spalle."
Scott non rispose, era evidente che le sue convinzioni, apparentemente solide, si stavano sgretolando davanti ai suoi occhi.
"Ero la tua rete di sicurezza, Scott, ma mi duole informarti che la rete su cui hai sempre fatto affidamento era piena di buchi."
Stavolta fu Scott a ridere.
"Buchi?" chiese "Sul serio? Vuoi fare la parte della vittima?"
"No, non è un ruolo che mi si addice" rispose lui pacato "Non voglio rimarcare ancora una volta quanto mi sia sacrificato per voi, non avrebbe senso, ma ha portato inevitabilmente delle conseguenze che non potevo ignorare."
"Sappiamo tutti quanto hai dato alla scuola e alla comunità dei mutanti, Charles" disse Erik "Ciò non toglie che …"
"Sono solo scuse!" esclamò Scott "Magari adesso verrà fuori che eri depresso, eh? Vuoi che proviamo compassione per te, io invece provo solo disgusto!"
Charles si fece serio.
"No, per mia fortuna no, non ho sperimentato le tenebre della depressione e di certo non cercherò la tua pietà descrivendo lo stato della mia salute prima che Wanda mi facesse ringiovanire. Vorrei che tu invece la smettessi di incolpare me per una decisione che è stata tua, interamente tua e che non ha minimamente a che fare con me."
Scott arretrò d'un passo ma Charles proseguì.
"Non eri solo, Scott. C'era Jean, c'era Hank, c'erano Erik, Ororo … Mi accusi di avervi abbandonato, in realtà ho semplicemente fatto ciò che era necessario perché altrimenti non sarei mai riuscito ad essere utile per voi se prima non mi fossi preso cura di me stesso. Ho dovuto arrivare ad avere ottantaquattro anni per capirlo."
Scott sembrò esitare per un istante, poi tornò all'attacco avanzando verso di lui.
"Ma …" iniziò, interrotto però da Charles.
"Ma un cazzo, Scott. Perché non dici a tutti il vero motivo per cui ci hai traditi? O vuoi che lo dica io?"
Scott digrignò i denti, non sembrava intenzionato a parlare.
"Molto bene, lo farò io. Mi hai detto che questi mesi sono stati duri per te, pensavi di essere abbastanza forte da poter sopportare tutto questo, ma è successo qualcosa che ti ha fatto dubitare di te stesso e della tua vita, hai pensato che non saresti più stato capace di poter affrontare ciò che fino ad ora è stata la tua realtà perché nel frattempo è cambiato qualcosa."
Charles si fermò, guardò Jean, la quale annuì.
"Non capisco" disse Ororo prima che Charles potesse continuare "Siamo sempre stati una squadra, abbiamo sempre lavorato insieme! Cosa può essere cambiato per indurti a voltarci le spalle?"
"Jean è incinta!" gridò Scott "Io non potevo sopportare che mio figlio crescesse in un ambiente simile, nel costante pericolo di essere aggredito o discriminato!"
Charles scosse la testa.
"Avresti potuto parlarne con loro, esporre le tue paure le quali, benché legittime, non giustificano le tue azioni; invece hai preferito fornire a coloro che vogliono distruggerci le armi per farlo in cambio di protezione per te e la tua famiglia … ma a che prezzo?"
"Un prezzo che sarei stato disposto a pagare." rispose lui lapidario.
Charles scoppiò a ridere.
"Credi davvero che avrebbero rispettato i patti? Sono stato spesso accusato di essere troppo ingenuo, ma tu mi batti! In questo momento il Governo non può permettersi di trattare il tema "mutanti" alla leggera, per questo motivo hanno cercato di cacciarci seguendo una via legale, sei stato tu a rivelargli il mio legame con Cain Marko, purtroppo non eri a conoscenza dei termini del testamento e questo approccio è fallito, ma non ti eri limitato a dirgli questo."
"Non vorrai dire che …" iniziò Hank, consapevole che ciò che aveva predetto si sarebbe avverato.
"Ha fornito tutti i documenti relativi a Cerebro, al jet, alla Stanza del Pericolo … tutto!" elencò Charles sempre più furioso "Con queste informazioni potrebbero giustificare un massiccio attacco militare, dicendo che ci stavamo preparando per una guerra!"
"Non è vero!" gridò David, che fino a quel momento era rimasto in ascolto "Voi volete solo difendervi, non avete mai fatto del male a nessuno, anzi!"
Charles annuì.
"Questo è vero, ma la gente fuori di qui non lo percepirebbe, per loro noi saremmo un nemico da abbattere."
Anche Logan era rimasto in silenzio fino a quel momento, spense il suo sigaro e si avvicinò a Scott e lo guardò dritto in faccia.
"Stronzate" disse "Tutto quello che hai detto sono solo stronzate. Sono d'accordo con Chuck, sappiamo tutti che non è perfetto e che ha commesso degli errori, ma non hai nessun diritto di rivolgerti a lui così e a usarlo come capro espiatorio per le minchiate che fai tu. Come ha detto lui, avresti potuto chiedere aiuto. Hai fatto più danni tu da solo in pochi mesi che Magneto con la sua cazzo di Confraternita in decenni. Se fosse per me ti caccerei di qui a calci, anzi, dovrebbe essere proprio Chuck visto che ora può farlo."
Charles lo guardò, pensando che non sarebbe stata una cattiva idea ma fu Jean a parlare.
"No, nessuno di voi ha il diritto di cacciarlo" disse, il suo sguardo era gelido come una notte invernale, per un istante Scott sperò che lei sarebbe stata dalla sua parte ma lei lo guardò senza nascondere la sua ira "Solo io posso farlo."
Tutti si voltarono verso di lei, il suo viso era la maschera della rabbia, sembrava quasi che fosse nuovamente posseduta dalla Fenice.
"Ciò che hai fatto è più grave di ciò che appare" disse "Hai tradito Charles, hai tradito gli X Men, hai tradito tutti i mutanti … hai tradito me!"
Si avvicinò rapidamente e gli diede uno schiaffo talmente forte da fargli girare la testa.
"Hai usato la fiducia che Charles aveva nei tuoi confronti per poter agire nell'ombra e lo stesso hai fatto con me. Se Raven non fosse stata a conoscenza delle informazioni in possesso della CIA probabilmente noi non avremmo mai pensato ad un informatore esterno e tu eri certo che noi non avremmo mai sospettato di te e non avremmo mai cercato nella tua mente! Ma, davvero, credi che avrei accettato di crescere nostro figlio con queste premesse? La verità non va lontano, Scott, prima o poi lo avrei scoperto, sono lieta di averlo fatto ora."
Scott sembrò cedere per la prima volta da quando era stato scoperto, la consapevolezza che anche Jean ora lo guardava con disprezzo gli aveva spezzato le gambe.
"Vattene Scott. Ora."
Scott esitò qualche istante, sembrò che stesse per parlare ma capì che, qualsiasi cosa avesse detto, nessuno sarebbe stato dalla sua parte. Sconfitto, uscì dalla stanza e chiuse lla porta alle sue spalle con un gran botto sotto lo sguardo allibito dei presenti; nessuno si mosse fino a quando non sentirono il rombo della sua moto che si allontanava nel vialetto ghiaioso che portava alla strada principale.
Hank fu il primo a muoversi, tremando dalla testa ai piedi andò a cercare una sedia e lì si accasciò.
"Non posso crederci … è tutto così assurdo! Tutto così assurdo! Mi chiedo come diavolo gli sia venuto in mente di arrivare a tanto!"
Charles non rispose ma si voltò verso Erik.
"Che c'è?" chiese lui, sentendosi osservato "Non c'entro nulla!"
"Giusto, perché dovresti essere coinvolto?" chiese Charles sarcastico e senza smettere di osservarlo.
Erik mantenne la calma per qualche secondo poi, sentendo che tutti gli sguardi erano puntati su di lui, perse la pazienza.
"Oh, non ho fatto nulla per spingerlo a comportarsi così!" esclamò "Credi che volessi questo? Credi che volessi distruggerti? Non l'ho mai voluto, ciò che ho sempre perseguito è la supremazia dei Mutanti, non la loro distruzione!"
"Però hai parlato con Scott!" lo accusò Charles "Non mi avrebbe mai mosso certe accuse se non fosse stato avvelenato da qualcuno!"
Erik era semper più impaziente, fremeva in preda alla rabbia.
"In effetti Charles non ha tutti i torti" commentò Hank "Scott è sempre stato fedele a Charles e nessuno di noi avrebbe mai pensato che potesse avere certi pensieri repressi."
Jean scoppiò a piangere e Ororo le si avvicinò per farla sedere e per confortarla.
"Come può aver pensato di farci questo? Come può aver pensato che io lo avrei accettato?"
Charles non rispose, fu Erik a parlare.
"Io mi chiedo invece come possiate avere ancora fiducia in Charles." disse Erik con tono di sfida "Non so se ve ne siete resi conto ma le cose non hanno fatto altro che peggiorare. Ci hai chiesto di aspettare, di avere fiducia, ma a cosa è servito? A nulla! Nulla!"
Nessuno rispose perché, in effetti, da quando erano stati introdotti i sensori sembrava che tutto non potesse far altro che peggiorare."
"Noi ci fidiamo di Charles" disse Ororo "Non saremmo stati al suo fianco per tutti questi anni se non fosse stato così. Certo, non amiamo chi ci odia ma non abbiamo mai voluto abbassarci al loro livello! È questo che non capisci!"
"No, mia cara, non capisco. Non dovete abbassarvi al loro livello ma elevarvi a un livello superiore!"
Charles scoppiò a ridere.
"Mi sembrava strano che fossi rimasto tranquillo tutto questo tempo, per un po' ho pensato che finalmente avessi iniziato a ragionare, invece non sei cambiato, non lo farai mai, Erik."
"Perché tu sei cambiato, Charles?" chiese lui.
"Non hai idea di quanto!" rispose Charles.
Erik sospirò, nessuno dei presenti sembrava d'accordo con lui.
"Immagino che il prossimo a lasciare la villa sarò io, giusto?" chiese "Non preoccupatevi, non mi metterò dalla parte degli umani come quel cretino di Scott, ma nemmeno attenderò che vengano a prendermi."
Si avvicinò alla porta e l'aprì, ma restò fermo sulla soglia.
"Tu cosa fai?" chiese, voltandosi verso Raven "Resterai o verrai con me?"
Raven esitò, guardò prima lui, poi Charles.
"Dimmi, è riuscito ad addomesticarti?" chiese "Sei tornata ad essere la Raven di Charles … o sei ancora Mistica?"
