50. Come stai?
Si era allontanato rapidamente dallo studio per cercare gli altri. Jean e Ororo si erano ritirate nella stanza di quest'ultima e Charles capì che sarebbe stato meglio lasciarle in pace; Hank, Logan e David invece erano in cucina e, sebbene il regolamento della scuola vietasse la presenza di alcolici, stavano attingendo da una scorta di birre gelate gelosamente custodite da Logan in un piccolo frigo chiuso a chiave. Entrò in cucina e si unì a loro.
"Chuck" lo chiamò Logan "Come stai?"
Tutti lo stavano osservando, erano ancora sconvolti per il tradimento di Scott e anche lui faceva ancora fatica a credere che fosse accaduto. Si sedette accanto a loro ma rifiutò con un gesto della mano la birra che Hank gli offrì.
"Come voi." rispose "Piuttosto sono preoccupato per Jean."
Logan prese un lungo sorso di birra e afferrò quella che Hank aveva porto a Charles.
"Lei è forte, molto più di quanto pensiamo, inoltre c'è Ororo con lei."
"Ci saremo anche noi" disse Charles.
"Sì, ovviamente ci saremo" disse Hank "Ma noi ci riferiamo a quello!" disse, indicando la chiazza rossa sul suo petto.
Charles guardò in basso, il dolore era diminuito ma era ancora fastidiosamente presente.
"Va meglio" mentì.
"Sei sempre il solito."
Tutti si voltarono, Raven era appena entrata in cucina, Charles le sorrise.
"Sei rimasta" commentò Hank "Devo dire che non ci avrei scommesso."
Lei scrollò le spalle.
"Evidentemente non mi conosci abbastanza." disse, poi si rivolse a Charles "Avanti, spogliati, devo medicarti."
Lui arrossì lievemente.
"Avanti!" lo prese in giro Hank "Come se non ti avessi mai visto nudo!"
Charles sbuffò e, controvoglia, iniziò a sbottonarsi, giacca e camicia erano danneggiate ma per fortuna sotto la ferita non era tanto grave, attorno a un grosso ematoma c'erano diversi tagli profondi ma nessuno sembrava grave. Raven prese la cassetta del primo intervento e tirò fuori cotone, alcool, garze e cerotti, Charles era a petto nudo e lei iniziò a medicarlo.
"Sei sempre il solito" ripeté "Anche quando eravamo bambini sottovalutavi sempre la tua salute! Tornavi a casa pieno di tagli e botte per colpa del Dottor Milbury e non mi dicevi niente! Sembrava che fossi appena tornato da una passeggiata!"
"Non volevo farti preoccupare, tutto qui!" esclamò lui.
Lei sospirò e scosse la testa, non troppo convinta.
"A proposito" disse Logan, posando la bottiglia ed estraendo dalla tasca della giacca un grosso sigaro "Ci stavamo chiedendo cosa intendessi prima quando hai parlato del tuo stato di salute prima di tornare giovane."
Hank e David annuirono, Charles li guardò.
"Non ha più importanza ormai" disse scrollando le spalle.
"Ce l'ha invece!" disse Raven "Mi avevi già detto di essere stato malato ma non sei entrato nei dettagli. Adesso dovrai parlare."
"Sei con le spalle al muro, Chuck" disse Logan e si accese il sigaro.
Charles sospirò.
"Va bene. Ve lo dirò. Qualche tempo prima dell'arrivo di Wanda alla scuola avevo iniziato a sentirmi … strano. Spesso perdevo la concentrazione, usare Cerebro era diventato estremamente faticoso e di tanto in tanto mi capitava di perdere il controllo dei miei poteri."
"Sarà stata l'età" ipotizzò Hank, ma Charles scosse la testa.
"No. Per precauzione mi feci visitare da un neurologo, in seguito modificò la sua memoria, ma la diagnosi restò."
Si prese una pausa poi scoppiò a ridere.
"La cosa tragica è che …" si interruppe, incapace di trovare le parole giuste "Quando ero giovane, intendo davvero giovane, credevo che avrei potuto fare qualsiasi cosa. Ero intelligente e me la cavavo negli sport, per qualche anno avevo giocato a rugby e gareggiavo nelle competizioni di atletica leggera, tra i miei obiettivi c'era anche quello di entrare nella Marina se non fossi riuscito ad ottenere una cattedra."
Si interruppe ancora, guardò prima Raven e poi Hank.
"Poi sapete già cosa successe. Dopo l'incidente dovetti venire a patti con la realtà, non avrei più potuto fare affidamento sul mio corpo ma solo sulla mia mente e credevo che sarebbe stato così per molto tempo, ma …"
Si era fatto trasportare dai ricordi e si rese conto in quel momento che tutti aspettavano che arrivasse al dunque.
"Nemmeno il neurologo ha saputo dirmi con esattezza di cosa si trattasse ma mi ha descritto una malattia neurodegenerativa. Incurabile." aggiunse.
"Stai scherzando?" chiese Hank "Incurabile?"
"Esatto. Scott mi ha chiesto se fossi depresso. No, per mia fortuna no, ma …"
Esitò, non voleva farli preoccupare ulteriormente.
"Perché non ce l'hai mai detto?" chiese Hank "Lo avresti fatto se Wanda nel frattempo non ti avesse fatto tornare giovane?"
"Io non … non …" esitò ancora, il ricordo di quei giorni era ancora vivo nel suo cuore nonostante ciò che era successo nel frattempo.
"No, non ve l'avrei detto. Probabilmente mi sarei tolto la vita senza farvi mai sapere nulla."
Raven lo guardò a bocca aperta.
"Adessi stai scherzando, vero? Ti saresti arreso senza combattere?"
"No, semplicemente avrei fatto la scelta più ragionevole. La malattia era in effetti incurabile e io avrei potuto perdere il controllo dei miei poteri e uccidervi tutti in qualsiasi e senza rendermene conto."
Tutti rimasero in silenzio per un po', turbati da quelle parole.
"Come ho già detto" disse Charles "Tutto ciò non ha più importanza: ho una seconda possibilità e non intendo sprecarla e, soprattutto, non lascerò che niente e nessuno me la porti via."
Logan espirò un lungo filo di fumo mentre David e Hank alzarono la loro birra per brindare alla sua decisione.
"Parlando di cose più urgenti" commentò Raven "Come intendete muovervi? Scott se ne è andato ma ormai il danno è fatto e temo che il Governo non attenderà molto prima di attaccare."
"Dovranno essere certi di avere l'opinione pubblica dalla loro parte" commentò Charles.
"Noi cosa faremo?" chiese Hank "Durante la costruzione delle nuove case abbiamo creato delle stanze sotterranee a prova di bomba in caso di emergenza … ma resteremo qui ad aspettare che ci vengano a prendere?"
Charles si alzò e andò alla finestra, da lì si vedevano le luci delle abitazioni dove già vivevano i mutanti con le loro famiglie. Il vecchio Charles non avrebbe mai preso l'iniziativa in una battaglia, avrebbe atteso restando sulla difensiva … ma lui non era più il vecchio Charles. Si voltò.
"No." disse "Non attenderemo. Per quanto i rifugi possano essere sicuri non voglio mettere a rischio chi non può combattere."
"Allora attaccheremo per primi?" chiese Hank "Non mi sembra molto diplomatico."
Charles scosse la testa con determinazione.
"La diplomazia puoi anche buttarla nel cesso per quel che mi riguarda. Non gli permetterò di venire qui. Attaccare per primi sarebbe azzardato ma li fermeremo prima che possano farlo loro."
Tutti si scambiarono degli sguardi confusi.
"Come intendi fare?" chiese Raven, dando voce ai pensieri degli altri.
Charles si indicò la tempia con l'indice.
"Userò i miei poteri per prevenire il loro attacco. Non potrò stare dentro Cerebro tutto il tempo, ma …"
Portò la mano sopra il bracciale che aveva sul polso sinistro e questo si aprì, rivelando una sfera che fece volare davanti a sé e, come gli aveva insegnato Tony, l'aprì.
"Questo è Cerebellum" spiegò "Nei prossimi giorni lo indosserò sempre, in questo modo potrò percepire l'attacco in qualsiasi momento."
Prese il mini Cerebro tra le mani e lo posò sul tavolo.
"Wow!" esclamò Hank "Allora è questo il dispositivo che ti ha permesso di restare in contatto con noi tutti questi mesi?"
Charles annuì.
"Non credo che attaccheranno nelle prossime ore" disse guardando l'ora "Perciò per oggi possiamo andare a dormire."
Tutti annuirono mentre lui rimetteva Cerebellum al suo posto.
"Cosa farai con Erik?" chiese Logan, esprimendo a voce alta una domanda che aveva aleggiato sopra le loro teste per tutto il tempo.
"Che vada a farsi fottere." rispose pacato Charles.
Logan scoppiò a ridere, Hank e David lo guardarono stupiti e Raven sogghignò.
"Se lo dici tu … a proposito" disse Logan, mentre gli altri si erano già alzati e si erano diretti verso la porta "Sono abbastanza ubriaco per farti una domanda che volevo farti da quando ho scoperto che David è tuo figlio."
Si voltarono ad osservarlo, Charles scocciato perché già aveva capito cosa volesse chiedergli senza nemmeno leggergli nel pensiero.
"Insomma … quando …" lanciò un'occhiata a David "Quanto tu e …"
"Gabrielle." rispose Charles.
"Ecco, Gabrielle. Quando lo avete concepito, è stato dopo il nostro incontro nel passato, giusto?"
Charles annuì.
"Tu eri già in sedia a rotelle, come avete … nel senso …"
Charles guardò prima Logan, poi Hank, con l'espressione di chi vorrebbe dire "Me l'ha chiesto davvero?" Invece sospirò, ignorò Logan ma andò da David, il suo sguardo era quello del padre che deve fare "il discorso" al figlio.
"Sapevo che questo giorno sarebbe arrivato." disse serio "Allora, David, devi sapere che quando un papà e una mamma si vogliono tanto, tanto bene …"
Raven lo interruppe dandogli uno scappellotto
"Idiota!" lo prese in giro.
"Avanti, Charles!" lo incoraggiò Hank "Anch'io sarei curioso di sapere …"
David lanciò al padre uno sguardo preoccupato, non era certo di voler sapere certe cose da lui, Charles aprì la bocca e sembrò che stesse per raccontare tutto …
"Buonanotte." disse semplicemente e, senza aggiungere altro, uscì dalla stanza, seguito da Raven che scuoteva la testa rassegnata e da David che invece rideva.
Hank e Logan si guardarono, Hank si strinse nelle spalle.
"Probabilmente lei stava sopra."
Il giorno seguente Charles si svegliò intontito, aveva atteso che Raven si addormentasse e poi era uscito in giardino e lì aveva pianto tutte le sue lacrime. Il tradimento di Scott era stato un duro colpo per lui e l'abbandono di Erik lo aveva ferito ancor di più. Non voleva che quelle emozioni lo ostacolassero, dopo aver sfogato tutta la rabbia e la frustrazione era tornato in camera dove aveva trovato rifugio accanto a Raven e lì si era addormentato.
Si alzò e vide che era molto tardi, Raven si era già alzata. Controvoglia andò in bagno, era completamente sudato dopo una notte trascorsa a rigirarsi nel letto tormentato da sogni, ricordi e pensieri che si stavano rapidamente dissolvendo sotto la luce del sole. Controvoglia si spogliò, sapeva di doversi lavare ma non ne aveva molta voglia sapendo che la ferita al petto gli avrebbe fatto male. Si mise sotto la doccia e, facendo attenzione a non bagnare troppo la medicazione, cercò di togliere la maggior parte del sudore poi, ancora nudo, andò di fronte allo specchio. Il suo viso era giovane ma i suoi occhi erano vecchi e stanchi, i pensieri lo stavano schiacciando e lui sapeva di dover fare qualcosa per risollevarsi. Si accarezzò la barba rossiccia per qualche istante, poi prese il rasoio. Era stanco, debilitato fisicamente e mentalmente, la sua mano tremava ma lui iniziò a radersi con cura e sembrò che quell'attività potesse riuscire a calmarlo … fino a quando vide una cosa che non aveva notato prima. Si sfiorò la guancia, il suo cervello iniziò a lavorare valutando e scartando un'ipotesi dopo l'altra, pensò che avrebbe dovuto parlare con Hank di ciò che aveva scoperto, ma proprio in quel momento qualcuno bussò alla porta.
"Charles?" la voce di Hank lo riportò al presente "Charles! Svegliati, vestiti e vieni giù! C'è qualcosa che devi vedere!"
"Arrivo!"
Ormai aveva finito di radersi, si pulì rapidamente, finì di asciugarsi e si vestì, nemmeno cinque minuti dopo raggiunse Hank in salotto dove trovò anche Raven e Logan insieme a David, Pietro, Wanda e Lester. Stavano tutti guardando la televisione: Tony Stark era seduto su una comoda poltrona di fronte a un giornalista, tale James Miller, che lo stava intervistando.
"Oh, ben svegliato Charley!" lo salutò Logan "Hai dormito bene? Abbiamo aggiornato Pietro, Wanda e Lester su ciò che è successo ieri e … guarda chi c'è lì. Mi chiedo cosa dirà ora." Oh, ti sei tagliato la barba? Peccato, stavi meglio prima."
Charles non gli rispose, ignorò anche l'ennesimo nomignolo irritante, la sua attenzione era stata catturata dalle immagini in televisione, mentre il giornalista parlava si potevano vedere scorrere dietro di lui foto di Magneto durante l'incidente alla stazione dei treni, quando aveva rapito Rogue.
Miller in quel momento si stava rivolgendo agli spettatori commentando le immagini.
"La questione dei Mutanti è ancora all'ordine del giorno, recentemente i Servizi Segreti hanno trovato le prove che sotto la Scuola del Famoso Professor Charles Xavier ci siano delle armi e che i suoi mutanti siano dunque ostili …"
"Mi chiedo da quanto tempo fossero pronti con queste buffonate!" disse Logan parlando sopra Miller "Scott se ne è andato solo ieri e guarda che caos!"
"Avranno iniziato a prepararsi dopo il fallimento con Cain" spiegò Charles "Ancora non mi spiego perché se ne sia andato così, ma sicuramente è da allora che stanno preparando tutto questo, forse addirittura da prima, da quando Scott ha fornito loro le informazioni. Non potendo cacciarci con le "buone" la CIA non ha perso tempo per usare le maniere forti."
James Miller nel frattempo aveva ripreso a porre delle domande a Tony.
" … sapere cosa ne pensa. Qualche mese fa aveva appoggiato il lavoro della Securtech, ora li continuerà ad appoggiare?"
Tony sfoggiò un sorriso inquietante, quel sorriso che non prometteva niente di buono e che preludeva allo scoppio di una bomba.
"Mi dissocio."
