68. Conflitti da risolvere
Il giorno seguente Charles si svegliò verso mezzogiorno, Logan era accanto a lui e sonnecchiava seduto in poltrona ma si svegliò quando sentì la sua voce, seppur impastata dal sonno.
"Logan …" mormorò "Ho … ho fame …"
Logan alzò la testa, Charles aveva ancora gli occhi chiusi ed era ben percepibile un lieve rumore proveniente dal suo stomaco.
"Ho un buco nello stomaco …" disse "Anzi, tre …"
Charles rise piano alla sua stessa battuta ma Logan rimase serio e gli lanciò un'occhiata di rimprovero.
"Sei uno stronzo, Chuck."
Gli si avvicinò, Jean aveva preparato dei piccoli panini con della marmellata nel caso si fosse svegliato affamato e gliene porse uno ma Charles non mosse un muscolo.
"Ti devo imboccare io?" chiese scocciato ma un istante dopo l'assenza di risposta di Charles lo fece preoccupare, si avvicinò e notò che si era addormentato di nuovo.
"Chuck!" lo chiamò scuotendolo per una spalla "So che sei stanco e hai sonno ma devi mangiare qualcosa!"
Charles si risvegliò, aprì appena gli occhi e mosse la testa quel tanto che bastò per guardarlo.
"Scusa, ho fame ma anche tanto sonno …" sbadigliò a lungo e lentamente si mise a sedere e prese con un lento gesto del braccio uno dei panini che Logan gli porgeva.
"Mangia lentamente" gli ricordò lui e Charles annuì, prendendo un piccolo boccone.
"Ci hai fatto preoccupare" lo rimproverò "Ma sono felice che tu stia bene."
Charles masticò lentamente, assorto nei suoi pensieri, ingoiò il boccone e sospirò.
"Ti ringrazio, Logan" disse guardandolo "So quanto deve essere stato difficile per te dover combattere contro di me in quello stato, consapevole che avresti dovuto …"
Charles si interruppe, era difficile anche per lui affrontare quella consapevolezza, Logan lo intuì.
"Avanti, dillo" lo incoraggiò, il suo sguardo era serio e determinato "Ci ho già provato e lo rifarei, Charles, se dovesse servire a salvarti da te stesso."
Sebbene lui sorridesse, gli occhi di Charles si velarono di lacrime, la sua voce era ancora debole e parlò lentamente, ma era chiaro che quei pensieri erano ben radicati in lui.
"So che non avresti voluto uccidermi, Logan, ma in quel momento te ne sarei stato grato. Vedevo tutto ma non potevo fermarmi, ciò che mi ha fatto Sinistro è stato troppo anche per me, dovevo difendermi, dovevo evitare che si prendesse la mia mente, il mio corpo, i miei poteri."
Logan si limitò ad annuire, poi sorrise beffardo.
"Sai, lo farei ancora se dovesse essere necessario" disse e, notando l'espressione confusa di Charles continuò con sguardo truce "Soprattutto dopo che ho scoperto ciò che è quasi successo tra te e Ororo!"
Charles aggrottò le sopracciglia.
"Ieri me lo ha raccontato" spiegò scuotendo la testa con delusione "Mi ha detto fin dove vi siete spinti. So che vi siete fermati perché tu hai intuito che lei era innamorata di me, ma Chuck …"
Charles lo interruppe con una risata mista a tosse.
"Che ipocrita!" esclamò, la voce appena più energica "Tu cosa avresti fatto al mio posto?!"
Logan continuò a guardarlo serio, poi sorrise.
"Non mi sarei fermato, Chuck. Non mi sarei fermato."
Charles scoppiò a ridere, poi chiuse gli occhi per rilassarsi, il panino ancora a metà nella mano.
"Ah, Chuck" continuò Logan "Dobbiamo parlare di …"
Si interruppe, Charles aveva iniziato a russare piano e dal suo respiro capì che si era addormentato di nuovo.
"Dormi bene" disse Logan con un sorriso indulgente "Te lo meriti."
Nei tre giorni seguenti Charles dormì quasi ininterrottamente, si svegliava di tanto in tanto per mangiare qualcosa o per bere e poi tornava a dormire profondamente. Era ormai sera, Charles aveva dormito per tutto il giorno e si era svegliato solo per bere e per una breve doccia, poi era tornato a letto.
"Sta cominciando a diventare frustrante!" disse Logan, sfogandosi con Jean mentre finivano di sistemare alcune carte nello studio "Non fa altro che dormire e nel frattempo c'è sua sorella chiusa in cella! Non mi preoccupa averla lì ma vorrei risolvere la questione il prima possibile!"
Jean sospirò, nel suo sguardo era celato un dolore intenso.
"Lascia stare, Logan" disse "Se sapessi cosa ha passato, cosa gli ha fatto Sinistro… "
Logan divenne ancor più serio.
"Cosa gli ha fatto? Dimmelo!"
Jean scosse la testa.
"No, lui non vorrebbe, è troppo. Davvero. Quando l'ho visto ho pianto, non so come abbia resistito alle torture."
"Avanti, Jean!" la esortò lui bruscamente "Devo sapere!"
"Non devi sapere proprio niente."
Entrambi sobbalzarono, sebbene la voce di Charles fosse tranquilla non si erano aspettati che li raggiungesse. Si voltarono verso di lui e lo videro entrare nello studio: perfettamente rasato e vestito con eleganza e gusto, il suo sguardo era limpido e determinato.
"Non è necessario che tu sappia, Logan" proseguì "Ti basti sapere che colui contro il quale hai dovuto combattere era il risultato diretto di quelle torture. Non è stato facile ma è qualcosa che ho superato."
Logan sogghignò.
"Come preferisci, Chuck" disse "L'importante è che tu ti sia svegliato e stia meglio."
Charles annuì.
"Decisamente meglio. A dir la verità non mi sono mai sentito meglio in vita mia."
Si avvicinò a loro con disinvoltura.
"Questi ultimi mesi sono stati impegnativi per me" spiegò "Non è stato facile affrontare tutto ciò che mi è successo, ma stavolta credo di essere finalmente arrivato a un punto di svolta."
In quel momento si aprì la porta ed entrarono Hank, Rave, Moira, Scott, Ororo e Lester.
"Grazie per essere qui." disse Charles.
"Siamo arrivati il prima possibile" disse Hank "Siamo lieti che tu ti sia svegliato, ma c'è qualcosa che non va?"
Charles scosse la testa e con un gesto della mano li invitò a sedersi sui divanetti.
"Vi ho chiamati qui per chiedervi scusa."
Tutti si scambiarono degli sguardi perplessi.
"Non capisco" disse Jean "Non c'è nulla di cui tu ti debba scusare."
Charles sorrise.
"Come stavo dicendo" continuò osservando mentre si sedevano ma restando in piedi "Ho vissuto momenti difficili, ogni volta in cui pensavo di aver superato la crisi si presentava un problema più grande. Mi rendo conto di essere stato profondamente egoista, ho dimenticato tutto e mi sono concentrato unicamente su me stesso."
Nella stanza calò un silenzio imbarazzato, nessuno osò parlare o contraddirlo.
"Parliamoci chiaro" disse senza perdere il sorriso "So bene perché Scott è arrivato al tradimento. Anche se è difficile da accettare, è stato per causa di questo mio egoismo."
"Non dire sciocchezze!" esclamò Hank, imbarazzato ma non del tutto convinto.
"Non sono sciocchezze" rispose lui calmo "Sinistro è riuscito a metterci Scott contro amplificando questi pensieri ma, siate onesti, erano cose che anche voi avete pensato."
Nessuno rispose, il loro silenzio fu già una risposta.
"Non vi biasimo per averlo pensato" continuò Charles con voce pacata e serena "Ho mostrato un lato di me che vi era sconosciuto, per la prima volta ho messo me stesso al primo posto e questo ha destabilizzato anche le vostre vite e la visione che avevate di me ma, ve l'assicuro, avevo assoluta necessità di farlo."
Ancora una volta nessuno rispose, tutti attendevano che fosse Charles a parlare.
"Non è stato facile affrontare problemi che per troppo tempo avevo ignorato, sono tornati tutti insieme e mi hanno travolto, un'ondata dopo l'altra. È probabile che non sia finita qui, che abbia altre cose da dover riconsiderare, ma sento di essere arrivato a un punto di svolta, ho trovato una nuova consapevolezza, un nuovo modo di affrontare i problemi."
Logan sogghignò, aveva già tirato fuori il suo immancabile sigaro e ormai lo aveva fumato a metà.
"Ora hai anche nuovi poteri" disse "Cassandra ci ha spiegato come hai ottenuto il fattore rigenerante. Non male, no?"
Charles sorrise.
"Ora come ora non riesco ancora a padroneggiarlo a dovere" spiegò "Consumo molte energie, lo scontro di qualche giorno fa ne è stato la prova. Sono sicuro però che qualcuno con più esperienza sarà in grado di aiutarmi in questo senso."
"Molto volentieri." rispose lui "Se hai bisogno di qualcuno che ti faccia a fette per poter guarire sono a disposizione."
Charles rise di gusto e anche gli altri si unirono alla risata.
"Parlando di problemi" riprese Logan "Cosa intendi fare con Lensherr?"
Charles aggrottò le sopracciglia.
"Cosa intendi?"
Logan si alzò e si mise di fronte a lui per poterlo guardare negli occhi senza lasciargli via di scampo.
"Fino ad ora ho lasciato correre perché ero più preoccupato per te" disse "Ma ora dobbiamo affrontare questo problema, ovvero ciò che ha fatto lui" disse indicando Erik "durante l'attacco alle Sentinelle. Lo sai cosa ha fatto, mi hai salvato e di questo ti sono grato, ma lui …" continuò, voltandosi verso Erik e guardandolo con disgusto "Lui non merita perdono. Ci stava per tradire, stava per mandare in merda ciò per cui abbiamo lavorato e …"
Charles posò la mano aperta sul petto di Logan e con eleganza lo spinse indietro per avere più spazio.
"Ciò che ti ha fatto Erik è grave, Logan" disse con voce dura "Ma non riguarda noi. Sì, ha sbagliato, si è lasciato trascinare dalla rabbia, ma ora è qui."
Logan strinse i pugni e ringhiò.
"Quindi lo perdoni? Dopo ciò che ha fatto? Quante possibilità gli hai dato? Credi davvero che questa sia la volta buona? Credi che sia davvero cambiato?"
Charles si voltò verso Erik, gli altri iniziarono a parlare tra di loro ma Charles li zittì con un'occhiataccia.
"Ripeto: ciò che ha fatto Erik è grave e non è giustificabile ma non siamo qui per condannare nessuno e soprattutto per qualcosa fatto durante un momento di debolezza."
"Debolezza!" esclamò Logan, esasperato perché nel frattempo Erik non aveva ancora parlato "Debolezza! Chuck, questo tizio ci sta solo prendendo in giro!"
Erik si alzò, con la sua solita eleganza avanzò verso Logan.
"Non vi sto prendendo in giro" disse "Sto cercando di adeguarmi a una visione del mondo che fino a poco tempo fa disprezzavo e non capivo. Se davvero non fossi intenzionato a cambiare ora non mi troverei qui con voi ma sarei già andato via."
"Non te ne sei andato perché altrimenti saresti stato solo! Sbaglio o tutti i tuoi cari confratelli ti hanno abbandonato?"
Lo sguardo di Erik si fece truce.
"Potrei raccogliere seguaci in qualsiasi momento!" gridò "Mutanti che come me sono stanchi di essere discriminati e cacciati dagli umani come fossero delle bestie! Se avessi voluto farlo ora sarei con loro! Eppure sono qui, con voi, mentre tento di capire perché, dopo tutto questo tempo, ancora vi fidate di Charles!"
"Quindi dovrei darti il beneficio del dubbio?" chiese Logan "Dovrei davvero credere che tu sia cambiato? Ringrazia solo che non ti ho ancora fatto a fette!"
"Perché no?" chiese Erik con un sorriso di sfida "Perché non lo hai ancora fatto?"
"Perché so che Charles non approverebbe, ecco perché! Lui potrà anche averti perdonato … io no."
La tensione all'interno della stanza era altissima, tutti si chiedevano come sarebbe andata a finire la discussione, tutti osservavano Logan e Erik affrontarsi faccia a faccia, senza nascondere l'odio che provavano reciprocamente. Tutti erano in ansia per l'esito di quel confronto, tutti tranne Charles.
Charles, piuttosto che preoccupato, sembrava arrabbiato a sua volta, si mise tra di loro, il suo sguardo era anche più determinato.
"Adesso basta!" esclamò, attirando l'attenzione di tutti, soprattutto quella di Erik e Logan "Logan, cosa significa che non lo hai ancora fatto a fette perché altrimenti non avrei approvato?" chiese.
"Lo sai, Chuck!" rispose Logan.
"No" lo contraddisse lui "Non lo so."
"Ci hai insegnato a perdonare, giusto? In questo caso non lo posso fare, ciò che ha fatto è troppo grave, ma mi sto trattenendo per non rovinare la pace che tu hai così faticosamente creato!"
Logan lo guardò in cerca della sua approvazione ma questa non arrivò, gli occhi di Charles erano duri come la pietra, inflessibili, gli sguardi di un insegnante deluso dal suo studente, gli occhi del vecchio Charles, del Professor X. Bastò quello sguardo carico di rimprovero per fargli perdere l'equilibrio, Logan vacillò per un istante, poi tornò all'attacco, arrabbiato con Charles più di quanto lo fosse con Erik.
"Non puoi decidere tu se io posso perdonare o no!" gridò, rosso in viso "Non è a te che ha strappato il metallo dalle ossa! Non sai quanto sia stato doloroso! Non sai cosa ho passato! Vaffanculo, Chuck! Ho fatto tante cose per te, ma stavolta stai esagerando! Non puoi chiedermi di perdonarlo! Non stavolta!"
Charles non si scompose, il suo viso rimase impassibile nonostante l'attacco di Logan.
"Non ci siamo, Logan" disse, scuotendo la testa con disapprovazione "Non ci siamo. Credi che il perdono riguardi me? Credi che riguardi Erik?" chiese.
Logan non rispose, la rabbia era ancora evidente dal suo viso contratto ma lasciò che Charles si spiegasse.
"Non devi perdonare per me" proseguì Charles con voce ferma ma gentile "Non devi perdonare per lui. Logan, tu devi imparare a perdonare … per te stesso. Vuoi davvero continuare a vivere sopportando il peso di questo odio?"
Logan respirava affannosamente, tutto il suo corpo era teso per la rabbia, le parole di Charles non bastarono per placarlo.
"Per me stesso?" disse "Stronzate! Non posso perdonarlo, non lo farò mai. Nemmeno se me lo chiedi tu, Chuck."
Charles restò immobile qualche istante, poi annuì.
"Molto bene" disse "Molto bene. Faremo a modo tuo."
"Charles! Aspetta!" intervenne Hank, preoccupato per la piega che stavano prendendo le cose "C'è sempre un modo di risolvere le cose, no?"
"Logan, per favore" intervenne anche Ororo "Cerca di ragionare!"
"No!" disse Charles prima che Logan potesse rispondere male a Hank e Ororo "Faremo a modo loro."
Lester si avvicinò a Hank.
"Quindi adesso si picchieranno?" chiese sussurrando con lo sguardo di chi, potendo, avrebbe volentieri sgranocchiato dei pop corn "Non credo che Erik abbia qualche speranza."
"A quanto pare sì," rispose Hank ansioso "Spero solo che Charles sappia ciò che sta facendo …"
Entrambi osservarono Charles, era serio e concentrato, lui invece guardò intensamente prima Logan e poi Erik, infine parlò. la sua voce era fredda come il ghiaccio.
"Sono stanco di questa situazione, soprattutto sono stanco di essere tirato in mezzo a un conflitto con il quale non ho nulla a che fare e che affonda le sue radici ben prima dell'attacco alle Sentinelle. Ora voi due risolverete i vostri problemi una volta per tutte."
Logan sogghignò, soddisfatto.
"Grazie, Chuck" disse "Non mi tratterrò."
"Nemmeno io" rispose Erik, consapevole del suo svantaggio rispetto all'avversario ma ugualmente deciso a combattere fino all'ultimo respiro.
Charles annuì ad entrambi mentre gli altri trattenevano il fiato per la tensione e la sorpresa di quella svolta inaspettata.
"Bene. Lo farete, ma non qui." disse guardandosi attorno "Questo è lo studio di mio padre, molti quadri e mobili sono pregiati." spiegò con voce fredda e pragmatica "Non vorrei che involontariamente li danneggiaste o li macchiaste di sangue. Seguitemi" aggiunse, avviandosi verso la porta "La stanza del pericolo sarà perfetta."
