Piccola nota:
Quando Erik dice "Sono solo un vecchio" mi sono immaginata Gandalf quando cerca di entrare alla corte di Re Theoden convincendo le guardie che il suo bastone è innocuo.
69. "Cosa ho fatto …"
La tensione all'interno della stanza era altissima, Charles sembrava serio e convinto ma Hank gli si avvicinò e gli posò una mano sul braccio.
"Charles, ti prego" disse supplicando con lo sguardo "Almeno tu cerca di ragionare, non possono arrivare a tanto, devi fermarli!"
Charles rispose al suo sguardo senza scomporsi.
"Fidati di me, Hank" disse "Ormai le parole sarebbero inutili, è da troppo tempo che hanno questioni in sospeso da sistemare e hanno esaurito la mia pazienza."
Hank esitò ma lo sguardo di Charles lo convinse, sospirò e annuì, rassegnato.
"Molto bene" disse Charles "Ora …"
"Possiamo venire anche noi?" chiese Scott "Vorrei vedere lo scontro tra quei due."
"Sì, in effetti anch'io" ammise Lester "Sarebbe interessante."
"No." rispose secco Charles "Non è un spettacolo, è una cosa che dovranno risolvere tra di loro. Loro soltanto."
Scott e Lester annuirono ma era evidente che avrebbero pagato per assistere. Charles chiuse gli occhi e si massaggiò le tempie per scacciare un mal di testa, quindi li aprì e si rivolse a Erik e Logan.
"Andiamo."
Senza aggiungere altro uscì dalla stanza seguito dai due, ancora perplessi ma eccitati all'idea di confrontarsi, per una volta fisicamente e senza alcuna restrizione o remora. Di tanto in tanto sia Erik che Logan osservavano Charles che camminava spedito lungo i corridoi della scuola per raggiungere l'ascensore che li avrebbe portati al sotterraneo, i suoi occhi erano distanti, era evidente che quella situazione lo aveva portato al limite della pazienza ma, come spesso faceva, stava cercando di celare la rabbia e la frustrazione; Logan riconobbe quell'espressione come quella che spesso aveva il Professor X, il vecchio Professor X, quello che lo redarguiva per il suo comportamento eccessivo non con le parole ma con uno sguardo capace di annientare chiunque.
Charles non ricambiò mai i loro sguardi, lasciandoli nel dubbio, non li guardò nemmeno quando giunsero alla Stanza del Pericolo e solo allora Erik osò parlare. Entrarono, Charles si diresse immediatamente verso un armadio a muro e lo aprì rivelando una serie di armi bianche fatte interamente di metallo.
"Imposterò la stanza in modo che possiate avere campo libero, potrete scatenarvi. Tu, Erik, avrai a tua disposizione delle armi, armi vere, niente di simulato."
"Stai scherzando?" chiese Logan "Credevo che …"
"Credevi male, Ciccio." rispose Charles senza nascondere l'irritazione nella voce "Vi volete affrontare? Bene, ma lo farete fino in fondo. Tu Logan sei avvantaggiato, sebbene cronologicamente tu sia più anziano di Erik, il tuo corpo è più sano e più giovane del suo, inoltre i tuoi poteri ti permetterebbero di attaccare senza problemi anche in un ambiente simulato, perciò è necessario che anche lui abbia delle armi a disposizione."
Logan e Erik si scambiarono uno sguardo ma l'ansia fu sostituita dall'astio che provavano reciprocamente.
"Molto bene" disse Logan "Cominciamo. Tu ci osserverai?" chiese perché, anche se era deciso a sfogare finalmente tutta la sua rabbia, una parte di lui voleva essere certa che Charles potesse fermarlo prima che facesse qualcosa di cui si sarebbe pentito.
"No," rispose Charles, deludendo le sue aspettative "Come ho detto, non è uno spettacolo, nemmeno io assisterò, mi limiterò ad impostare la stanza e voi uscirete in autonomia quando avrete finito."
Erik, che fino a quel momento aveva mantenuto contegno e tranquillità, esitò, la sua voce tremò leggermente.
"Sei certo di ciò che dici?" disse "Sei consapevole che la possibilità che uno di noi non esca vivo di qui è molto elevata?"
Il viso di Charles rimase impassibile, non rispose nemmeno a questa domanda ma si limitò ad uscire dalla stanza e a chiudersi la porta alle spalle, lasciandoli soli.
Erik e Logan rimasero immobili in attesa, entrambi incapaci di muovere un muscolo: anche se attendevano quello scontro da una vita, ora sembravano incerti, esitando nel trasformare le parole in fatti.
Il silenzio tra di loro fece crescere la tensione a tal punto che entrambi sussultarono quando videro che la stanza si stava rapidamente trasformando, ora si trovavano in una radura in mezzo ad un bosco, in un angolo c'era ancora l'armadio con le armi, si guardarono attorno per osservare l'ambiente circostante, poi tornarono a fissarsi negli occhi.
"Bene" disse Logan estraendo gli artigli "Cominciamo."
"Molto volentieri." rispose Erik, a sua volta armandosi facendo volare fuori dall'armadio i primi pugnali.
Non appena entrambi furono pronti attaccarono, quasi simultaneamente, Erik leggermente in ritardo ma comunque determinato a non farsi sopraffare. Controllando i campi magnetici levitò in aria, sfuggendo al primo attacco di Logan, e contemporaneamente gli lanciò contro una decina di pugnali: alcuni lo colpirono e lo trafissero al petto e alle gambe, altri lo sfiorarono. Logan si fermò, estrasse ad uno ad uno i pugnali dal suo corpo e mentre tutte le ferite guarivano tornò nuovamente all'attacco, stavolta non in direzione di Erik ma verso un albero poco distante, si arrampicò rapidamente lungo il tronco e, una volta raggiunto un ramo abbastanza alto, lo usò come trampolino per raggiungere Erik. Il signore del Magnetismo tuttavia schivò l'attacco con eleganza e gli artigli di Logan andarono a strappare solo l'orlo del suo mantello. Logan cadde a terra rovinosamente, se avesse ancora avuto lo scheletro rivestito di adamantio probabilmente se la sarebbe cavata con qualche graffio ma atterrando sentì distintamente le ossa che si spezzavano; ignorò il dolore mentre guarivano e tornò in piedi.
"Sei lento, Logan" disse Erik "Pensavo di essere in svantaggio, tuttavia ancora una volta la forza bruta non può nulla contro l'intelligenza!"
"Potrai anche volare" rispose Logan "Ma non mi sfuggirai per sempre, allora rimpiangerai ciò che hai detto!"
Erik sogghignò mentre faceva levitare altre armi che uscirono rapidamente dall'armadio, con un controllo straordinario le riuscì a indirizzare verso Logan e lo colpì alla schiena, facendolo gridare di dolore.
"Sei un vigliacco, Lensherr!" ringhiò Logan "Ti sembra leale attaccare alle spalle?!"
"Sono solo un vecchio" rispose Erik con sguardo falsamente innocente "Cosa vuoi che ti faccia? Devo tutelarmi come posso."
"Cazzate" ringhiò Logan "Sei il peggiore! Sei infido e codardo!"
"Può essere" concesse lui con un sorriso falso "Ma sono anche intenzionato a vivere. Perciò farò tutto ciò che è in mio potere per impedirti di uccidermi."
Logan con fatica riuscì ad estrarre le armi anche dalla schiena e tornò alla carica, con rinnovata energia si arrampicò su un albero ancora più alto, stavolta però non attaccò subito, attese il momento giusto e saltò, anche stavolta Erik riuscì a evitare il colpo ma non completamente, gli artigli di Logan riuscirono a lasciare una profonda ferita sul suo polpaccio sinistro, attraverso il tessuto strappato dei pantaloni si potevano vedere tre grossi squarci sanguinanti. Il dolore fece vacillare Erik che lentamente precipitò al suolo e, anche se attenuato dal suo potere, l'urto fu devastante, sentì chiaramente le ossa spezzarsi e il dolore quasi lo paralizzò.
"Un punto per te!" gridò, incapace di accettare una sconfitta "Non credere che basti questo ad abbattermi!"
Con uno sforzo enorme Erik provò a mettersi in piedi ma il dolore alle gambe era troppo per lui: in quel momento, incapace di muoversi, si sentì impotente e per un istante capì cosa aveva provato Charles per tanti anni.
"Stupida bestia!" gridò "Vieni qui se ne hai il coraggio! Affronta un vecchio debole!"
"Non mi sei sembrato molto debole poco fa" disse Logan.
"Piccoli trucchi" ribatté Erik sorridendo rassegnato, ormai consapevole della propria sconfitta "Ma non posso stare al passo, non più. Mi dichiaro sconfitto, Logan."
Logan per un istante sembrò provare compassione per lui, poi però nella sua mente tornò il dolore provato quel giorno, le parole che si erano scambiati proprio prima della battaglia, prima che Erik decidesse di voltare ancora una volta le spalle ai valori che Charles tentava così disperatamente di portare avanti.
Sta mentendo.pensòSta mentendo, non c'è altra soluzione, lui sta mentendo e io non posso cadere nel suo tranello. Quel sorriso è falso, quello sguardo rassegnato è solo una maschera per ingannarmi. Charles gli ha dato tante possibilità, troppe, ora è giunto il momento di porre fine a questa follia.
Lo sguardo di Logan si fece truce mentre avanzava diretto verso di lui, gli artigli della mano destra erano ancora sporchi del sangue di Erik.
"Finisce qui, Lehnsherr" disse "Ho portato abbastanza pazienza con te, ora basta."
Erik arretrò trascinandosi sulla ghiaia, incapace di muovere le gambe.
"Ti ho detto ciò che pensavo" continuò Logan "Non scherzavo, ti avevo avvertito, al primo passo falso te la saresti vista con me. Bene. Eccomi qui!" gridò.
"Logan" tentò di ammansirlo Erik "Ragiona, siamo dalla stessa parte, se Charles sapesse che …"
"SMETTILA DI NASCONDERTI DIETRO CHARLES!" urlò Logan con tutto il fiato che aveva in gola "SMETTILA DI USARLO COME SCUDO!"
Logan ansimò, incapace di controllare il respiro per la rabbia.
"A malincuore devo darti ragione, Lehnsherr" disse con voce roca "Charles è troppo ingenuo, troppo buono per questo mondo, un mondo che ha ripagato la sua bontà con dolore e delusioni e tu, brutta testa di cazzo, sei tra coloro che più lo hanno ferito e deluso!"
Erik impallidì, negli occhi di Logan non c'era traccia di pietà o compassione.
"Sono stato sul punto di ucciderlo pur di salvarlo da se stesso e, fidati, non avrei nessun problema ad uccidere te per il suo bene."
Erik scosse la testa, era terrorizzato ma il suo orgoglio gli impedì di supplicare.
"Mi dici che non posso nascondermi dietro Charles" disse "Ma anche tu stai per uccidermi in suo nome, o sbaglio?"
"Sbagli" rispose Logan "Lo faccio per il suo bene … ma soprattutto per il mio!"
Era sempre stato un uomo d'azione, non di parole, aveva già parlato abbastanza per i suoi gusti, ma doveva essere certo che Erik sapesse perché stava per morire.
La distanza tra di loro era ormai quasi nulla, Logan mosse gli ultimi passi a testa bassa, come un rinoceronte all'attacco. Erik avrebbe potuto difendersi ma il dolore alle gambe e il terrore lo avevano paralizzato.
Il rumore degli artigli di Logan che tagliavano di netto la gola di Erik risuonò nel silenzio del bosco come un tuono.
Erik restò immobile, per un istante incapace di muovere un solo muscolo, mentre il sangue già iniziava a colare dalla ferita aperta.
Poi cadde.
Erik Lensherr, conosciuto come Magneto, cadde a terra, il suo volto pallido e segnato dall'età e dal dolore si tinse dei colori della terra mentre i suoi occhi azzurri, spalancati, restarono fissi su quel momento di terrore.
Anche Logan cadde in ginocchio, stremato dalla fatica emotiva, distrutto da ciò che aveva fatto. In quel momento gli tornarono in mente tutto il sangue che aveva versato, tutte le vite che aveva tolto … e poi vide Charles, la sua gentilezza, la sua pazienza, tutto ciò che gli aveva detto e che lui, nonostante avesse sempre creduto il contrario, non aveva mai veramente capito.
Iniziò a tremare e in quel momento vide Erik.
Il Signore del Magnetismo giaceva inerme davanti a lui, una pozza di sangue aveva iniziato ad allargarsi sotto il suo corpo senza vita e, mentre questo diventava sempre più freddo, una nuova consapevolezza attraversò la mente di Logan. L'aveva fatto. Lo aveva ucciso. Lo aveva ucciso davvero.
"Cosa ho fatto …"
Avrebbe voluto alzarsi, avrebbe voluto fingere che quella fosse solo una simulazione, ma non era così, erano stati i suoi artigli a recidere la gola di Erik, era stato lui a strapparlo alla vita. Tremando si coprì il viso con le mani: tutta la rabbia, tutto l'odio che aveva provato fino a quel momento per Erik svanirono sostituiti da un soffocante senso di colpa che non aveva niente a che fare con la soddisfazione che aveva pensato di trovare uccidendolo. No, non c'era stata alcuna vittoria in quella morte, tutto ciò che aveva fatto, per se stesso e per Charles, avrebbe portato solo altra sofferenza, altro odio, altro rancore. Già immaginò le reazioni di Pietro e Wanda sapendo che aveva ucciso il padre, di Raven quando avrebbe scoperto che lui era morto: li immaginò accusare lui, poi Charles per averlo permesso.
Stava proprio pensando a Charles quando sentì dei passi alle sue spalle, camminava tranquillo, le mani infilate dentro le tasche dei pantaloni, non sembrava colpito dalla visione del cadavere di Erik di fronte a lui.
Logan si alzò con un incredibile sforzo e lo affrontò, il senso di colpa si trasformò in rabbia cieca verso colui che lo aveva spinto in quella direzione. Si avvicinò e lo afferrò per il colletto della camicia
"Che cazzo hai fatto?" chiese "COSA CAZZO MI HAI FATTO FARE?"
Charles non rispose, il suo sguardo era fermo ma placido, come un lago di montagna.
"DAVVERO VOLEVI TUTTO QUESTO?" chiese "DAVVERO VOLEVI CHE LO UCCIDESSI? SAPEVI CHE LO AVREI FATTO! PERCHÈ ME LO HAI LASCIATO FARE?"
Charles non rispose, i suoi occhi limpidi incontrarono quelli di lui, infuocati di rabbia e dolore.
"Perché, Charles?" chiese, quasi supplicando una spiegazione a tutto quello "Perché?"
