Spero che riusciate a cogliere la citazione che ho fatto fare a Charles.

70. V.M.B.

"PERCHÈ?" chiese ancora Logan, la cui rabbia cresceva esponenzialmente, alimentata dall'indifferenza di lui "HAI CAPITO COSA È SUCCESSO? SAPEVI CHE SAREBBE ACCADUTO! PERCHÈ NON MI HAI FERMATO?"

Charles non si scompose, il suo sguardo era pacifico, quasi divertito.

"Logan" disse "Lasciami."

Lui obbedì, annientato dalla sua freddezza, esterrefatto da quel comportamento così distante dal suo essere.

"Non capisco …" mormorò "Cosa …"

Charles lisciò la superficie della camicia e della giacca, sgualcite dall'irruenza di Logan.

"Vacci piano" disse "È un Westwood."

Quella fu la goccia che lo fece esplodere, ringhiò con rabbia.

"COSA CAZZO VUOI CHE ME NE FREGHI!" gridò "BRUTTO BASTARDO!"

Ancora una volta Charles non si alterò.

"Logan" lo chiamò ancora con lo stesso tono di voce pacato "Voltati."

In quel momento Logan notò dove si trovavano, non erano nella radura nel bosco, erano ancora nello studio, con la coda dell'occhio vide tutti attorno a lui lo guardavano con gli occhi spalancati per lo stupore, solo Jean sembrava turbata. Lentamente, quasi con timore, si voltò. Alle sua spalle Erik era in ginocchio, pallido come un fantasma, la sua gola però era intatta e i suoi occhi, sebbene spaventati, si muovevano testimoniando che era vivo, anche il petto che si alzava e si abbassava al ritmo del suo respiro affannato lo rassicurò. Si voltò di scatto verso Charles per dargli un pugno ma lui si era già spostato e Logan, colpendo l'aria, perse l'equilibrio, cadde in avanti e restò in piedi solo grazie alla rapidità dei suoi riflessi.

"Credevi davvero che vi avrei permesso di arrivare a tanto?" chiese con voce piatta "Avete così poca fiducia in me?"

Logan crollò a terra, in ginocchio come Erik.

"Non capisco …" disse "Non … capisco …"

"Nemmeno noi!" esclamò Lester "Cosa è successo? Hai detto che era una cosa che dovevano risolvere solo tra di loro e poi Logan ti ha afferrato e ha cominciato a urlarti contro. Sinceramente credo di aver perso qualche pezzo …"

Charles sogghignò, Jean si alzò e si avvicinò a lui.

"Cosa hai fatto …" mormorò, era pallida per la paura, tra tutti era stata l'unica in grado di vedere cosa era successo "È stato brutale! È stato crudele! È stato …"

"Necessario" la 'interruppe Logan con voce roca "Charles … ciò che hai fatto …"

Entrambi respiravano a fatica, ancora sconvolti da ciò che era accaduto.

"Vecchio stronzo, ci hai manipolati, ci hai ingannati!"" disse Erik senza reale astio nella voce, semplicemente constatando ciò che era accaduto.

"Io continuo a non capire" disse Scott "Cosa è successo?"

"Io credo di aver capito" rispose Hank, che dopo anni di conoscenza con Charles aveva imparato a predire le sue mosse "Charles ha creato un'illusione in cui Erik e Logan hanno potuto sfogare il reciproco odio. Non posso esserne certo ma credo che, nell'illusione, Logan abbia ucciso Erik."

"È andata esattamente così" confessò Charles.

Jean era sconvolta, tremava ed era sull'orlo delle lacrime, Charles le si avvicinò e l'abbracciò per rassicurarla e lei si lasciò cullare come tra le braccia di un padre.

"Era davvero necessario?" chiese Raven alzando un sopracciglio "Mi sembra che sia stato eccessivo!"

Logan aiutò Erik ad alzarsi, lo fece sedere sul divano e andò al mobiletto degli alcolici dove prese una bottiglia di Whisky e due bicchieri.

"No, non lo è stato, è stato liberatorio e ci ha salvati" commentò, versandolo sui bicchieri "Come al solito il vecchio Charles ha visto più lontano di noi, ha capito che sarebbe stata solo questione di tempo prima ciò che oggi abbiamo vissuto come un'illusione si trasformasse in una triste realtà."

"Concordo" proseguì Erik accettando il bicchiere che Logan gli offriva "La tensione tra di noi era evidente da anni, prima o poi uno dei due, con più probabilità io, ne avrebbe pagato le conseguenze."

Charles avanzò verso di loro, aveva infilato di nuovo le mani nelle tasche dei pantaloni e le tirò fuori solo per versare del Whisky anche per se stesso.

"In certi casi è meglio sbattere contro la realtà a muso duro" spiegò osservando il liquido ambrato danzare nel bicchiere mentre lo faceva roteare "Se vi avessi semplicemente spiegato quali sarebbero state le conseguenze delle vostre azioni non mi avreste ascoltato, non mi avreste capito." bevve un sorso, storse le labbra e il naso, non abituato a quel genere di alcolici, quindi guardò Erik e Logan "Le mie sarebbero state parole al vento e voi nel frattempo vi sareste distrutti a vicenda." guardò il bicchiere come se gli avesse fatto un torto e lo posò sul tavolino.

"Grazie al cielo" disse Hank con un sospiro "Sei davvero un vecchio manipolatore bastardo, Charles!"

"Sei la terza persona che me lo dice" disse lui sogghignando "Dovrei iniziare a metterlo nei miei biglietti da visita: Professor Charles Francis Xavier, V.M.B."

Logan rise, la tensione del momento, il dolore e il senso di colpa scomparvero come bolle di sapone, il sorriso rassicurante di Charles lo tranquillizzò.

"Non avresti potuto dirlo subito?' chiese Lester "Insomma, credo che se Erik non è morto per gli artigli di Logan c'è mancato poco che ci rimanesse per un infarto!"

"Non sarebbe stata la stessa cosa" disse Logan "Se avessi saputo fin dall'inizio che sarebbe stata una finzione non avrei avuto alcuna soddisfazione e non avrei sperimentato fino in fondo le conseguenze delle mie azioni."

Charles annuì.

"Ciò che ho detto a Erik tempo fa e che ho ripetuto prima è vero" disse, si rivolse a Charles "Tengo immensamente a te e, anche se so bene quanto tu sia forte e che non abbia bisogno del mio aiuto, farò tutto ciò che è in mio potere per proteggerti."

Erik rise piano.

"Sembri una mamma orsa." commentò.

Logan gli lanciò un'occhiata ostile.

"Può essere. Forse è esattamente ciò che sono." disse, prendendo il bicchiere di Whisky che Charles aveva lasciato sul tavolino.

Il sorriso di Charles si allargò, il suo viso si illuminò di gioia.

"Ti ringrazio, Logan."

"Lo stesso vale anche per noi!" disse Scott, Jean era tornata a sedersi al suo fianco e lui le accarezzava dolcemente il ventre.

"Concordo" disse anche Ororo "Sei tu la ragione per cui noi siamo qui."

Charles chiuse gli occhi e abbassò leggermente la testa per celare l'emozione che lo aveva pervaso in quel momento.

"Però" commentò Lester, capace come sempre di alleggerire anche i momenti più pesanti "Charles, sei serio? 'È un Westwood'? Se fossi stato al posto di Logan ti avrei preso a pugni!" disse e poi scoppiò a ridere.

"In effetti ci ha provato" rispose Charles rialzando la testa, sorridendo con soddisfazione.

"Allora è vero che sei vanitoso!" disse Erik scuotendo la testa, Charles arricciò il naso, seccato.

"Non si tratta di vanità ma di buon gusto. Per chi mi hai preso?" chiese pacato "Per un barbone?"

Erik rise ancora più forte ma Charles gli lanciò un'occhiata infuocata.

"In ogni caso cosa volevi dire? Allora è vero?"

Visto che nessuno glielo aveva chiesto, Lester si servì da solo, prese un bicchiere e versò una generosa dose di Whisky.

"Quando eri ancora nel mondo dei sogni imitando la Bella Addormentata abbiamo avuto il piacere di parlare a lungo di te." spiegò "Raven ci ha deliziati raccontandoci i tuoi difetti."

Charles alzò un sopracciglio e guardò Raven, lei distolse lo sguardo ma lui sorrise.

"Ovviamente dovrai ricambiare il favore" disse Lester "Durante un'altra serata alcolica. Hank ci ha assicurato che da ubriaco sei spaventoso ma io non vedo l'ora di godermi lo spettacolo."

"Dovrai aspettare un bel po'" rispose Charles.

"A proposito di aspettare" disse Logan "Ora che io e Erik abbiamo superato la nostra ostilità c'è un altro punto che merita la tua attenzione: c'è qualcuno che ti aspetta nei sotterranei. Devi sapere che Cassandra è qui, l'abbiamo rinchiusa in cella. La trattiamo con i guanti, non ti preoccupare, ma le abbiamo fatto indossare un collare inibitore per precauzione."

Charles ascoltò tutto con attenzione, anche se aveva più che altro dormito, nei rari momenti in cui si era svegliato aveva pensato molto a sua sorella; il suo sorriso svanì, i suoi occhi iniziarono a vagare tra i pensieri, valutando ogni alternativa, ogni possibilità, li chiuse per un attimo, poi li riaprì.

"Ci ho pensato a lungo" disse "Prima di agire vorrei avere la vostra approvazione."

"No, Charles" disse Logan "Sei tu il nostro leader, sei tu che prendi questo tipo di decisioni. Inoltre" aggiunse guardandolo con serietà "è di tua sorella che stiamo parlando, non abbiamo nessun diritto di dirti come comportarti nei suoi confronti."

"Lo capisco" disse Charles "Ma i suoi poteri sono potenzialmente pericolosi e lei ha dimostrato di essere imprevedibile."

"Taglia corto, Charles" lo riprese Hank "Cosa volevi fare?"

"Vuole toglierle il collare" rispose Raven per lui "Ovvio, no?"

Charles esitò, poi annuì, aspettandosi un'ondata di critiche per la sua ingenuità.

"Io sono d'accordo" disse invece Jean "Ho visto nella sua mente, in questo momento è confusa, sta cercando di capire cosa sta provando, toglierle il collare potrebbe essere un buon modo per avviarla nella giusta direzione."

Charles abbassò lo sguardo, non provava rancore nei confronti di Cassandra per ciò che aveva fatto, anzi, più che il suo odio percepiva il dolore che l'aveva portata a prendere certe scelte. Alzò appena lo sguardo e si voltò verso Erik, per anni lo aveva visto trasformare il suo dolore in odio e alla fine era lì, insieme a lui: sarebbe stato ingiusto lasciare lei in balia delle proprie emozioni. Mentre lo osservava entrò involontariamente in contatto con la sua mente e vide un pensiero talmente rumoroso da essere impossibile da ignorare e talmente dolce da farlo sorridere. Rialzò completamente lo sguardo e guardò ognuno dei presenti prima di parlare.

"Le toglierò il collare" disse.

Tutti annuirono, avevano capito che la sua decisione era stata presa dopo un lungo viaggio nella sua mente e non alla leggera. Raven si stiracchiò, si alzò e si avvicinò a Charles.

"Ha aspettato fino ad ora" disse "Potrà aspettare fino a domani mattina."

Charles le prese la mano e la attirò a sé per baciarla dolcemente sulle labbra.

"Avevi qualche idea?" le chiese accarezzandole la schiena.

"Qualsiasi cosa sia, vi prego di farla quando sarete soli!" disse Logan.

Charles si trattenne per qualche istante, poi scoppiò a ridere.

"Andiamo a fare una passeggiata?" chiese a Raven "Ho bisogno di prendere un po' d'aria."

"Io invece ho bisogno di sgualcire questo Westwood" disse lei, lui storse il naso ma sorrise.

Charles si limitò a sorridere.

"Buonanotte" disse rivolto agli altri "Immagino che voi abbiate bisogno di riposare.

Sentì a malapena le risposte degli altri, prese Raven per mano e la condusse fuori dalla stanza.

Il cielo era nuvoloso, la luna compariva e scompariva tra le nubi accarezzando il giardino con la sua tenue luce, Charles si sentiva finalmente in pace con se stesso, libero di esprimersi senza limiti o paure. Raven camminava al suo fianco, sembrava felice di essere lì ma c'era qualcosa che comunque la turbava.

"Qualcosa non va?" chiese Charles "Hai cambiato idea?"

Raven scosse la testa.

"No, solo …" iniziò, cercando con cura le parole "Più passa il tempo e più mi rendo conto di quanto tu sia potente. Ho sempre avuto paura dei tuoi poteri, ma ora …"
Incrociò le braccia al petto, tutto l'entusiasmo di pochi minuti prima sembrava svanito.

"Hai ingannato Logan e Erik" disse "Hai usato i tuoi poteri per manipolare le loro menti … e questo mi spaventa."

Charles non fuggì di fronte alla sua paura, le prese le mani e le baciò.

"I nostri poteri ci rendono ciò che siamo" le disse "Io sono convinto che ogni mutante abbia il potere perfetto per se stesso. Ti immagini se un uomo come Erik fosse capace di manipolare i pensieri altrui usando la telepatia con il fine di fare del male? Oppure riesci a pensare cosa potrei fare io se avessi gli artigli come Logan?"

Raven rise, se il primo esempio l'aveva fatta tremare di paura, il secondo le fece tenerezza.

"Tu saresti ridicolo!" disse Raven "Ma ho capito dove vuoi arrivare" disse "Il potere di condizionare le menti altrui è spaventoso e porta con sé una grande responsabilità, ma sono certa che tu sia pienamente in grado di gestirla."

Charles sorrise e la baciò sulle labbra con dolcezza e lei ricambiò il bacio.

"A dir la verità ho già avuto modo di vedere qualcuno con i tuoi poteri ma con la mente di Erik" disse "Tua sorella."

Charles sospirò.

"Lei è un caso a parte" disse "Erik ha da sempre odiato gli umani e ciò che rappresentano, ciò che ci hanno fatto … Cassandra odiava me e solo me."

Raven annuì.

"Spero che tu abbia ragione" disse "Se sei davvero certo di voler togliere il collare sarà bene che però tu stia ugualmente in guardia, non voglio rischiare di perderti di nuovo!"

Charles le prese una mano e l'attirò a sé per un abbraccio.

"Non accadrà" disse "Saprò difendermi se sarà necessario."

Raven annuì ancora poi sbadigliò.

"Andiamo a letto?" chiese Charles "Ora sei tu quella che deve riposare.

Il disappunto sul viso di Raven era evidente, era ovvio che avesse altri programmi, ma dopo giorni di tensione dovuti alla preoccupazione per la salute di Charles aveva anche tanto bisogno di riposo. Charles l'aiutò ad alzarsi e insieme tornarono nella loro stanza; una volta lì Charles rimboccò le coperte a Raven, le diede un bacio sulla fronte e tornò nel suo studio ormai deserto, si sedette alla scrivania e accese la luce.

"Non possiamo fermarci qui" disse, rivolto a se stesso "Possiamo fare di più, molto di più!"

Prese un foglio e iniziò a scrivere qualche appunto.