84. Illusione o realtà

"No."

La voce di Charles era ferma e decisa e il suo sguardo non tradiva alcuna incertezza.

"Charles …" iniziò Jean, intuendo dove volesse arrivare.

"No." ripeté Charles con più convinzione.

"Cerca di essere razionale" intervenne Moira "Loro sono …"

"Io sono razionale, Moira" le disse lui pacato "e no, non sto negando l'evidenza, sto semplicemente analizzando i fatti e traendo delle conclusioni. Quindi no, non sono morti."

Hank sospirò, si avvicinò a Charles e gli posò una mano sulla spalla.

"Ascolta …"

"No." lo interruppe lui "Ascoltate voi."

"Ma Charles!" provò a insistere Jean "Li abbiamo cercati per ore! Ore! Eppure con Cerebro …"

Hank rabbrividì vedendo l'espressione di Charles, per un istante pensò che avrebbe aggredito Jean, poi lo vide chiudere gli occhi e respirare profondamente per poi riaprirli, stavolta calmo.

"Con tutto il rispetto, Jean" iniziò con voce gentil ma ferma "Anche se il mio fisico è giovane, ti ricordo che utilizzo Cerebro da molto più tempo di te, conosco le sue potenzialità e i suoi limiti, ci può essere più di una ragione per la quale un mutante non può essere rintracciato usandolo."

Nessuno rispose, così Charles proseguì.

"In questo momento Pyro tiene le redini di Genosha" spiegò "Non è così strano che sia lui, in fin dei conti era sempre al fianco di Magneto prima dei fatti inerenti la Cura e prima del suo tradimento."

Charles prese un profondo respiro, il discorso che stava per fare era lungo e complicato e voleva che tutti capissero bene.

"Come dicevo, Pyro è al comando, nonostante non possieda il carisma necessario per essere un leader."

"Allora come fa?" chiese Hank.

"A quello ci arriveremo" rispose Charles "Il vero problema è un altro."

Charles era in piedi di fronte a loro, tutti lo osservavano e pendevano dalle sue labbra.

"Nonostante fosse vicino a Magneto - e ora parlerò di Magneto, non di Erik - Pyro agiva spinto da altre motivazioni. Magneto era un uomo ferito, aveva sofferto tanto, troppo, era accecato dall'odio e ossessionato dalla vendetta; il suo obiettivo era tuttavia paradossalmente altruistico, lui cercava giustizia per i mutanti, benché la sua visione di giustizia fosse deformata dalla sua emotività, voleva evitare che altri soffrissero come era successo a lui.

Pyro no. Pyro non è altro che un ragazzino viziato. Perché, secondo voi si unì a Magneto dopo Alkali Lake? Per un solo motivo: il potere. Magneto considerava gli umani una minaccia e voleva sbarazzarsene, Pyro no. A lui non interessa un mondo privo di umani, a lui interessa un mondo in cui gli umani possano essere schiavi dei mutanti."

Tutti si scambiarono degli sguardi confusi, Charles continuò a parlare.

"Poco fa mi avete detto che i mutanti che vi hanno attaccato erano fuori controllo, giusto?"

Hank annuì.

"Lo erano. Erano drogati. Ricordate quel siero che Stryker usava per manipolare le menti dei mutanti?"

"Certo" rispose Scott "Me lo ricordo bene."

"Non vorrai dire che …" iniziò Hank.

"Esatto." rispose Charles "Pyro lo sta usando sugli abitanti di Genosha e il suo obiettivo è quello di usarlo anche sugli umani."

"Capisco ciò che vuoi dire" disse Hank "Non capisco tuttavia cosa c'entri con il fatto che Erik e Raven non siano morti."

"Non capite?" chiese, guardandoli negli occhi "Pyro non vuole distruggere, non subito almeno. Lui si diverte nel controllare, nell'ostentare il suo potere. Non avrebbe avuto senso uccidere Erik, credo che sia più probabile che gli abbia somministrato del siero e che lo tenga prigioniero per usarlo, umiliarlo e, sì alla fine ucciderlo. Non ora però, è troppo presto. Inoltre solo poche ore fa ha parlato di lui al presente! Al presente, capite? Se i mutanti che sono venuti qui sono sotto i suoi ordini grazie al siero non possono aver fatto qualcosa che lui non voleva, perciò sono certo che siano ancora vivi."

Jean sospirò, stava per parlare ma Charles si avvicinò a Lester e si chinò su di lui per frugare nella tasca della sua giacca.

"Se non vi dispiace, ora preferirei ritirarmi per esaminare i documenti che Lester è riuscito a recuperare dall'ufficio di Pyro. Cassandra" disse alzandosi e rivolgendosi alla sorella "Per favore, spiega tu il resto."

Cassandra sbuffò.

"Non sono esattamente il tipo da favole della buonanotte."

"Tecnicamente sarebbe mattina" le fece notare Hank.

"Non fa niente. Non possono raccontarlo loro … ah" disse, osservando Logan e Lester che ancora dormivano.

"Non si sveglieranno prima di qualche ora" spiegò Charles "Lasciateli riposare e, quando saranno svegli, chiamatemi. Cassandra, per favore." chiese ancora, lanciandole un'occhiata di supplica.

"Va bene, va bene!" esclamò lei, seccata, poi sorrise maliziosa "Anche quella cosa?"

Charles le lanciò un'occhiataccia poi uscì dalla stanza, Cassandra si strinse nelle spalle, si sedette sulla poltrona, accavallò le gambe e si rivolse ai presenti.

"Allora …"

Charles era uscito rapidamente dalla stanza, non riusciva a sopportare tutto quel pessimismo, lui era convinto che Erik e Raven fossero ancora vivi, ne era assolutamente certo. Dal momento che indossava ancora la divisa che gli era stata fornita da Pyro passò prima nella sua stanza, si cambiò rapidamente, indossando abiti più comodi, e si diresse nel suo ufficio, rallentando man mano che si avvicinava, quando fu davanti alla porta gli ci volle uno sforzo notevole per abbassare la maniglia, non tanto perché fosse stanco, ma perché il peso di tutto ciò che era accaduto in così poco tempo lo stava schiacciando.

Una volta dentro andò subito alla sua scrivania, accese il computer e posò le chiavette USB sul tavolo ma, invece di sedersi e iniziare a lavorare, restò a fissarle per qualche istante. Preso da un improvviso stimolo estrasse Cerebellum dal bracciale sul polso e lo indossò.

"Avanti" mormorò tra sè e sè "Avanti. So che siete da qualche parte. So che siete vivi."

Man mano che passavano i minuti il respiro di Charles si fece sempre più corto, non c'era traccia di loro, sembravano davvero svaniti nel nulla. Accadde prima che potesse fermarlo, iniziò a tremare e le sue spalle iniziarono a sobbalzare mentre le lacrime scendevano copiose dai suoi occhi, celati da Cerebellum.

"Lo so che siete lì …" mormorò ancora "Lo so …"

Con uno scatto d'ira si tolse il casco e lo lanciò sulla poltrona e si passò rapidamente i palmi delle mani sugli occhi gonfi di pianto.

"Dannazione …" mormorò "Dannazione …"

Lasciò che le lacrime fluissero, cadde in ginocchio mentre il pianto scuoteva il suo corpo. Forse era davvero così? Forse aveva ragione Moira, forse stava davvero cercando di convincersi che non fossero davvero …

Si mise a sedere, restò immobile fissando davanti a sé fino a quando le lacrime non si asciugarono sul suo viso, quindi si alzò di scatto e andò al computer. Il sole stava ormai sorgendo all'orizzonte e lui si sentiva stremato, ma sentiva di non potersi fermare, doveva dare almeno un'occhiata a quei documenti, forse lì dentro avrebbe trovato delle risposte.

"Charles? CHARLES!"

La porta si aprì, Hank entrò e gli scosse piano la spalla, Charles si era addormentato seduto in poltrona mentre stava leggendo l'ennesimo documento. Sollecitato da Hank, si svegliò lentamente, si stiracchiò da seduto e lo guardò con gli occhi ancora assonnati.

"Cosa …"

"Si sono svegliati" rispose Hank "Logan e Lester."

"Ah, sì." disse lui "Giusto. Arrivo."

Charles si alzò lentamente e si stiracchiò ancora mentre seguiva Hank fino al soggiorno dove, ancora mezzi intontiti dal sonno e dalla droga, c'erano Lester e Logan.

"Ben svegliati!" disse con gentilezza.

"Ben svegliato a te" rispose Lester "Sembri ubriaco. Hai fatto festa senza di noi?"

In quel momento Charles avrebbe volentieri preso a pugni Lester ma decise di soprassedere.

"Cassandra ci ha raccontato tutto" disse Hank.

"Bene." rispose lui.

"Tutto. Proprio tutto." rimarcò Cassandra, riferendosi a ciò che Pyro aveva fatto a Charles la sera prima.

"Ottimo" continuò Charles dopo un lungo sospiro "Io invece ho scoperto qualcosa di nuovo grazie alle informazioni recuperate da Lester.

"Non c'è di che." rispose lui, esibendosi in un lieve inchino.

"A proposito, come vi sentite?" chiese Charles.

"Noi stessi." rispose Logan "È stato terribile. Non ricordo nulla di ciò che è successo ma ho un gran mal di testa."

"L'unica soluzione è una bella birra, fidati" gli disse Lester.

"Concordo, andiamo a …"

"Avrete la vostra birra" li interruppe Charles "Non adesso però, ho bisogno di parlarvi."

"Avresti bisogno di dormire, piuttosto" commentò Jean preoccupata "Sei distrutto."

Era vero, il viso di Charles era pallido e tirato, profonde occhiaie gli segnavano gli occhi stanchi, rossi di pianto e sonno arretrato.

"Tra poco" rispose lui, testardo come sempre "Prima devo aggiornarvi su ciò che ho scoperto."

"Ti ascoltiamo" disse Hank, lieto che non fosse tornato sul discorso di Erik e Raven.

Charles si sedette su una poltrona, tuttavia non si rilassò, il corpo era piegato in avanti ed era chiaro che stava tentando in tutti i modi di tenere sotto controllo la tensione.

"L'isola sulla quale Pyro ha rifondato Genosha è la base operativa, lì vivono seicentosedici mutanti, tutti sotto il controllo del siero, più Pyro e altri ventitré che a quanto pare lo seguono di loro spontanea volontà, tutti ovviamente ricoprono ruoli di potere."

"Come se il potere non fosse una droga" commentò Lester.

"Ottima osservazione" lo lodò Charles "Dall'isola partono tutti gli ordini, destinati a delle cellule sparse in giro per il mondo, in luoghi strategici. Hanno iniziato con pochi avamposti ma stanno man mano aumentando il numero. La sperimentazione del siero sui mutanti è terminata e ora stanno gradualmente iniziando quella sugli umani. Per ora tengono un profilo basso, sono riusciti a far infiltrare dei mutanti in ruoli marginali, tutti al servizio di politici o persone influenti: infermieri, giardinieri, cuochi, assistenti personali. Politici che fino a pochi mesi fa erano apertamente contro i mutanti stanno lentamente rivedendo le loro posizioni."

"Detta così non suona male" ammise Moira "Se in questo modo i mutanti potessero ottenere più diritti …"

"Questo è solo l'inizio" spiegò Charles "Non possono spingersi troppo in là, il cambiamento deve essere graduale per ottenere il potere e, quando lo otterranno, sarà troppo tardi per fermarli, per non parlare del fatto che, comunque, si tratta di un cambiamento imposto, non spontaneo."

Charles fece una piccola pausa, la stanchezza iniziava a farsi sentire, chiuse gli occhi e si massaggiò le tempie. Restò qualche istante in silenzio, poi li riaprì.

"Vista da fuori anche Genosha è un paradiso, dentro però è marcia, non c'è libertà e se manca quella … manca tutto."

Lester annuì lentamente.

"La situazione è davvero grave" commentò Logan "Chuck, cosa possiamo fare?" chiese.

"Mentre leggevo i documenti ho usato Cerebellum per monitorare la situazione a Genosha" spiegò Charles, abbandonandosi finalmente sullo schienale della poltrona e chiudendo gli occhi "Pyro non è stato felice quando ha scoperto che siamo fuggiti ma almeno non sa della fuga delle informazioni. Questo è fondamentale perché, almeno per ora, ci dà un vantaggio tattico. Certo, non durerà per sempre, non ci metterà molto a capire che siamo a conoscenza delle sue prossime mosse, ma per ora sarà bene approfittarne."

"Quindi come intendi procedere."

"Dovremo andare lì di persona e risolvere queste situazioni una alla volta. Non sarà facile ma non abbiamo alternative."

Hank annuì ma i suoi occhi tradivano la tristezza che stava provando in quel momento.

"Che mi venga un colpo" disse mesto "Abbiamo trascorso un'intera vita a liberarci di Magneto e ora che lui è scomparso abbiamo perso anche Erik… e al suo posto è arrivato quel folle di Pyro."

Charles sospirò piano, alzò lo sguardo e incontrò quello malinconico di Hank.

"Ci sarà un tempo in cui avremo finalmente un po' di pace?" chiese ancora Hank.

Charles non rispose, uno stretto nodo alla gola gli impediva di parlare, avrebbe voluto gridare, piangere, ma non riuscì a muovere un muscolo.

Un silenzio opprimente cadde nella stanza, nessuno osava parlare, anche Cassandra e Lester, che erano emotivamente meno coinvolti, percepirono quanto tutti stessero soffrendo.

"Charles" sussurrò Logan avvicinandosi a lui "Vai a dormire. Tutti noi abbiamo riposato, solo tu non hai chiuso occhio."

Charles esitò, in effetti era esausto, ma tutto quello che avrebbero dovuto affrontare era così spaventoso che, per un istante, temette che se si fosse lasciato andare e si fosse addormentato, tutto sarebbe crollato.

"Avanti" lo incoraggiò Hank "Ti accompagno a letto, non sembri nemmeno in grado di camminare."

Charles sorrise debolmente e allungò una mano per farsi aiutare ad alzarsi, ma proprio mentre stavano uscendo dalla stanza sentì la suoneria del suo cellulare. Lentamente si avvicinò al telefono che era posato sul mobile e guardò il numero: Sarah Villa Corva.

Charles aggrottò le sopracciglia, si chiese cosa volesse da lui. Rispose al volo, quasi con timore.

"Charles Xavier" disse calmo.

Dall'altra parte del telefono scoppiò un pianto disperato, Charles riconobbe l'accento toscano di Sarah, era sconvolta e stava piangendo.

"Charles! È terribile! Terribile!" gridò tra un singhiozzo e l'altro.

Charles prese un respiro per mantenere la calma.

"Dimmi, Sarah" le disse, evitando di suggerirle di calmarsi "Cosa è successo?"

"Sono venuti qui! Erano tanti! Hanno rapito i nostri migliori mutanti e se ne sono andati!"

Anche senza avere altri dettagli, Charles intuì che si trattava di mutanti al servizio di Pyro.

"Ho capito" le disse "Verremo ad aiutarvi."

"Non capivo nulla!" continuò lei, apparentemente senza aver ascoltato la rassicurazione di Charles "Tra di loro ce n'erano due potentissimi. Lui non lo conosco ma lei … lei era …"

Charles sentì un brivido corrergli lungo la schiena, l'intuizione di qualcosa di straordinario gli illuminò lo sguardo.

"Chi era? Sarah, chi era?"

Sarah nel frattempo aveva ceduto al pianto, finì di sfogarsi e riprese a parlare, la sua voce era debole ma Charles sentì bene.

"Era Raven" disse "Sembrava impazzita! Abbiamo provato a parlarle ma non ci rispondeva!"

Il sieropensò Charles, si prese qualche istante per placare l'emozione, quindi parlò, la voce più acuta del solito.

"Hai notato altro di strano? Per caso indossava un elmo o …"

"Sì!" rispose Sarah "Entrambi indossavano un elmo. Lui era anziano ma sollevava pezzi di metallo come fossero piume e lei sembrava una belva feroce."

Charles respirò lentamente, il corpo scosso da brividi di gioia.

"Va bene, Sarah. Ho capito. Saremo da voi il prima possibile. Li troveremo e li porteremo a casa, te lo prometto." disse, riferendosi ai mutanti rapiti, ma in realtà pensando però a Erik e Raven. Continuò a rassicurarla per qualche altro minuto, poi chiuse la chiamata e si voltò verso gli altri, crollò in ginocchio e scoppiò a ridere.

"Charles?" chiese Hank, che ovviamente non aveva sentito la conversazione telefonica "Tutto bene?"

"Tutto benissimo!" rispose lui sollevando lo sguardo "Sono vivi. Lo sapevo. Sono lì, li hanno portati in Europa, sono sotto l'effetto del siero … ma sono vivi! Non li potevamo percepire con Cerebro perché indossano quel cazzo di elmetto … ma sono vivi!" disse ancora e scoppiò in una risata liberatoria, non vide gli altri abbracciarsi, la sua mente era proiettata oltre, al momento in cui li avrebbe riabbracciati.

Li troveremopensòe li riporteremo a casa.